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Intercettare il target delle famiglie per convincerle a tornare nel Paese. Questo l’obiettivo del Kenya, che passa all’attacco con una serie di iniziative indirizzate specificatamente ai turisti.
Prima fra tutti, come ha spiegato lo stesso presidente Uhuru Kenyatta, l’abolizione delle fee sui visti per i bambini e gli adolescenti fino ai 16 anni che vengono in Kenya per turismo. Il provvedimento, che sarà adottato a partire dal 1 febbraio, renderà le vacanze in famiglia sulle coste del Kenya più economiche, anche perché combinato con un’altra importante iniziativa: la proroga fino al 30 giugno 2018 del pacchetto di incentivi per i charter.
anche perché combinato con un’altra importante iniziativa: la proroga fino al 30 giugno 2018 del pacchetto di incentivi per i charter.
Di conseguenza tutti i collegamenti aerei di questo tipo in arrivo all’aeroporto Moi International di Mombasa potranno godere dell’annullamento delle landing fee per un periodo di 30 mesi, dal 1 gennaio 2016 al 30 giugno 2018 e, nello stesso periodo, della sovvenzione di 30 dollari per ogni passeggero internazionale che sbarchi in Kenya.
Per accedere al programma di sovvenzioni, le linee aeree devono assicurare che almeno l’80 per cento dei passeggeri su ogni volo sbarchi a Mombasa o Malindi e che la tratta sia operata per un minimo di due anni consecutivi.
Infine, il presidente ha annunciato l’abolizione dell’Iva del 16 per cento sulle tasse per i parchi nazionali. Il tetto massimo del costo degli ingressi ai parchi e alle riserve del Kenya scenderà dagli attuali 90 a 60 dollari e il provvedimento sarà reso effettivo per il prossimo anno fiscale 2016/17.
Aumentano, intanto, gli investimenti sui progetti infrastrutturali, a cominciare dalla nuova marina di Mombasa, appena inaugurata dallo stesso Kenyatta. Il presidente ha infine anticipato alla stampa l’avvio di un progetto di espansione dell’aeroporto di Malindi e la costruzione di vari collegamenti autostradali per agevolare gli spostamenti dentro e fuori Mombasa.
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Tra le case più belle del mondo spicca quella di Sopot, in Polonia. Dopo la Foresta Storta, avvolta dal mistero, la casa ubriaca sembra uscita dal più fantasioso dei fumetti.
La cittadina di Sopot si trova tra Danzica e Gdynia con cui costituisce la cosiddetta Tripla Città: un vasto agglomerato urbano lungo le coste del Mar Baltico, centro culturale e portuale della Polonia del nord. Tra le attrattive della città di Sopot è da segnalare il molo di legno che, con i suoi 512 metri di lunghezza, è considerato il più lungo d’Europa. La città, inoltre, è facilmente raggiungibile anche in treno e ospita la bizzarra Krzywy Domek.
Fu realizzata nel 2004 dagli architetti Szotyński ispirandosi alle favole di Jan Marcin Szancer. Questo simbolo del mondo moderno si trova nel cuore della città e affaccia sulla strada pedonale Monciak. Osservare le sue linee contorte dà l’impressione di poter plasmare muri, porte e finestre con un solo tocco e ricorda fortemente le opere di Gaudì.
Al suo interno ci sono ristoranti, un centro commerciale e pub; tra le tante idee proposte dagli ideatori della Casa Ubriaca c’è The Wall of Fame, dove ospiti e invitati agli eventi organizzati all’interno del Krzywy Domek, possono lasciare la propria firma in ricordo del proprio passaggio.
La casa si trova in Ulica Bohaterów al 53 di Monte Cassino. Il nome di questa via ricorda un triste episodio della storia polacca. Bohaterów – che siginifca eroi – rammenta la Quarta Battaglia di Montecassino del 1944 quando il Corpo d’Armata polacco riuscì a ottenere la ritirata delle truppe tedesche da Cassino e la conseguente marcia degli alleati verso Roma. Essendo morti molti soldati in questa occasione, fu deciso di dedicare a loro il nome della via principale della città. Gli abitanti del luogo chiamano questa strada anche Monciak ed è un naturale prolungamento del famoso molo.
La Casa Storta, infine, è considerata un simbolo del mondo moderno che coniuga in armonia affari, arte e cultura.
fonte travelglobe
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Può trasportare un passeggero e fa tutto da solo: è il drone Ehang 184, presentato in questi giorni al Ces – fiera dell’elettronica – di Las Vegas. Realizzato dalla cinese Ehang, il drone può raggiungere la velocità massima di 100km/h, accogliere a bordo una persona fino a 100 chili e volare a un’altezza di 3.500 metri. Per guidarlo, non serve un pilota: basta impostare la rotta in remoto, attraverso Pc, tablet o smartphone, e il drone parte per il suo viaggio. Progettato per essere un taxi di lusso, ad esempio per facilitare gli spostamenti degli ospiti all’interno di un resort, Ehang 184 al momento costa caruccio: tra i 200 e i 300 mila dollari.
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È stata ufficializzata lo scorso 8 novembre dal presidente della Repubblica del Perù, Ollanta Humala Tasso, la trasformazione della Sierra del Divisor in Parco Nazionale.
L’area protetta della Sierra del Divisor si estende su oltre 1,3 milioni di ettari di foresta nelle regioni di Loreto e Ucayali, al confine con l’amazzonia brasiliana: un immenso patrimonio di biodiversità che comprende 42 insediamenti, 21 comunità indigene (di cui almeno una mai entrata in contatto con l’esterno), 1.000 specie di piante, 300 specie di pesci, 109 di anfibi e rettili, 570 di uccelli e 64 di mammiferi.
Secondo le autorità, la tutela della Sierra del Divisor avrà ripercussioni positive non solo sul benessere delle popolazioni che vivono nell’area amazzonica, (l’acqua che proviene da questa zona viene utilizzata in agricoltura e alimenta centri come Orellana e Requena), ma anche sulla salute dell’intero Pianeta.
L’istituzione della riserva porterà in quest’area fondi internazionali che dovrebbero contribuire in maniera significativa a contrastare il disboscamento e lo sfruttamento intensivo della regione e a preservare uno degli indispensabili polmoni verdi della Terra.
La creazione di quest’area protetta segna inoltre un ulteriore passo avanti che il Governo peruviano sta compiendo a favore della tutela di un patrimonio naturale prezioso e fragile, da custodire e consegnare alle generazioni future.
Il Parco Nazionale della Sierra del Divisor non è per il momento accessibile ai turisti, ma nei pressi dei suoi confini sorgono aree protette importantissime, già attrezzate per l'accoglienza dei visitatori: il Parco Nazionale del Manu , dove vivono alcune tribù indios che conducono un’esistenza tradizionale, basata su caccia e pesca, la Riserva Nazionale di Tambopata , dove si rifugiano colonie di coloratissime are, e la Riserva Nazionale Pacaya Samiria , dove vive il raro delfino rosa.
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Saranno 110 al giorno i voli di linea che potranno essere effettuati tra Stati Uniti e Cuba.
E questo il termine dell’intesa tra i due Paesi che completa il quadro della normalizzazione avviato lo scorso anno e che, una volta che sarà pienamente operativo, aprirà definitivamente le porte ai flussi turistici dagli Usa all’Isla Grande.
Resta per ora l’incognita sulle tempistiche: definito infatti il numero dei voli disponibili (20 su l’Avana e 10 a testa per gli altri aeroporti cubani), le compagnie aeree Usa dovranno ora presentare la domanda alle autorità americane per ottenere i permessi. Le prime stime parlano di circa tre mesi di tempo e si ipotizza che l’operativo inizierà nei primi mesi del 2016.
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