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Ha un futuro il pesce fresco italiano nella ristorazione collettiva di scuole, ospedali e aziende, dove ha mostrato di essere nettamente più gradito rispetto al prodotto congelato, spesso di provenienza estera a partire dal pangasio vietnamita. E' il risultato del progetto 'Dalla rete al piatto' promosso da Eurofishmarket e sperimentato con successo in 4 regioni, i cui risultati sono stati presentati oggi.
Finanziato dal Mipaaf, il progetto punta a creare una filiera corta per sostenere un'alimentazione sana, favorire l'apertura di nuovi mercati di pesce locale, offrendo un prodotto di qualità a prezzi competitivi e pronto per la mensa senza lische.
Con il progetto sono stati raggiunti 10.800 utenti di Marche, Abruzzo, Lazio, Emilia Romagna, utilizzando 3 mila kg di pesce fresco, coinvolgendo 3 laboratori di trasformazione che hanno preparato 2 mila kg di pesce pronto per le cucine e 9 mercati ittici. Tutto nasce per favorire il consumo del pesce povero fresco nelle mense collettive, trasformandolo in filetti, bastoncini, hamburger e altri tipi di lavorazione per escludere le spine. La sperimentazione potrà avere un'importante ricaduta sulle abitudini alimentari dei consumatori oltre che sulla filiera produttiva, poiché potrebbe essere conquistato un nuovo mercato oggi appannaggio del prodotto congelato e/o estero.
Grazie al progetto, alici, tonnetti, triglie, totani, cefali, vongole, cozze, gallinelle, moscardini e razze di Adriatico e Tirreno, specie molto importanti dal punto di vista nutrizionale e organolettico, sono state introdotte nelle mense dell'Ospedale di Pescara, delle Scuole di Modena, dell'Università Tor Vergata - Roma 2, in un'azienda privata marchigiana manifatturiera e al Campo Base Villa Reale di Amatrice. Plauso di Federcoopesca-Confcooperative all'iniziativa "che punta a sostituire finalmente nelle mense il pangasio vietnamita o la vongola del Pacifico con prodotto locale e di stagione".
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Sarà inaugurato a Sarteano il progetto Valdichiana Eating, presso Piazza Bargagli e Piazza XXIV Giugno, dove sarà organizzato dal 29 aprile al 1 maggio 2017 un grande mercato a km 0 dei sapori della Valdichiana, che sarà replicato ogni anno a rotazione in uno dei Comuni della Valdichiana Senese. Durante l’evento e per i mesi successivi, nei ristoranti aderenti al progetto, sarà possibile assaggiare piatti della tradizione cucinati con gli ingredienti delle aziende del circuito di Valdichiana Eating. Nel pomeriggio di sabato 29 aprile gli allievi dell’Istituto P. Artusi di Chianciano Terme saranno protagonisti di uno show cooking dedicato a ricette ideate a partire dagli ingredienti del territorio.
Alla base di Valdichiana Eating c’è la valorizzazione dei prodotti di filiera corta, delle eccellenze enogastronomiche locali e delle certificazioni di qualità della Valdichiana Senese, ma soprattutto c’è la volontà di un intero territorio a giocare questa partita come una squadra unita, il cui maggiore punto di forza è la compartecipazione di produttori e ristoratori alle attività di promozione e commercializzazione.
“Prodotti rappresentativi della cultura enogastronomica locale e che vantano marchi di qualità, come Olio extra vergine di oliva Toscano IGP, Olio extra vergine di oliva Terre di Siena DOP, Chianina IGP, Cinta Senese DOP, Pecorino, Vino di Nobile di Montepulciano DOCG, Rosso di Montepulciano DOC, Vinsanto di Montepulciano DOC, prodotti PAT come l’aglione della Valdichiana e i pici, costituiscono uno dei motori del turismo in Valdichiana Senese, insieme all’arte, alla storia, alle terme e al paesaggio” - dice Francesco Landi, presidente Unione dei Comuni in rappresentanza dei 10 i comuni dell’area.
“La Strada del Vino Nobile di Montepulciano e dei Sapori della Valdichiana Senese ha avviato un percorso di promozione per tutta l’area della Valdichiana Senese al fine di valorizzare le peculiarità del territorio di riferimento attraverso l’elaborazione di un piano turistico triennale, che individua nell’enogastronomia il biglietto da visita dell’area – spiega Doriano Bui presidente dell’Associazione. Per questo riteniamo fondamentale riuscire a sviluppare una maggiore conoscenza e apprezzamento delle eccellenze del territorio presso un pubblico locale, nazionale ed internazionale, anche attraverso un programma di attività promozionale all’estero”.
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Grande successo per le novità per la "Superpremium Business Unit" di Birra Peroni, durante le quattro giornate di Beer Attraction. La struttura, che dal 2010 segue i Brand di importazione dell'azienda, amplia il portfolio con due dei marchi inglesi più interessanti a livello internazionale: Meantime e Fuller's. Il primo è, a tutti gli effetti, una novità per l'azienda; sono già in commercio tre referenze (London Pale Ale, India Pale Ale, Yakima Red) e, durante Beer Attraction, è stata presentata la quarta: London Trip.Hop..
Disponibili, sia alla spina che in bottiglia (33 cl), Yakima Red, prodotta con i luppoli della Yakima Valley (USA) e "cult" per gli appassionati della birra; l'ottima London Pale Ale, che porta avanti lo stile tradizionale londinese ma che si differenzia dalle altre, pur mantenendo la ricetta, perchè nel mix di luppoli usa quelli del Kent per dare la nota di amaro e quelli americani per l'aroma. Solo alla spina, invece, la India Pale Ale, la IPA nella sua versione più autentica, e la London Trip. Hop., una lager rinfrescante prodotta con malti tedeschi che le conferiscono un colore giallo paglierino e un aroma fine di malto. Tutti i fusti sono da 16 litri.
Fuller's è già presente tra le birre della gamma con London Pride (con la possibilità di spillarla a pompa, come nello stile tradizionale inglese) e Golden Pride, ma le novità sono la India Pale Ale e la Porter. La prima, una IPA quasi cremosa, con note di biscotto, caramello, agrumi e molto ben bilanciata, viene proposta in bottiglia, da 33 cl, e alla spina, in fusti da 30 litri. Classica Porter inglese la seconda, con sentori maltati di caramello, al naso, e caffè cioccolato e malto con una punta di luppolo, in bocca, è disponibile solo nella bottiglia da 50 cl. Altro grande ingresso è quello di Grolsh Lager, la Premium Lager olandese prodotta con la stessa ricetta di 400 anni fa con due luppoli: il primo, aggiunto all'inizio del processo, che le conferisce il gusto intenso, e il secondo, alla fine, che la rende fresca e aromatica.
"Siamo orgogliosi di proporre sul mercato italiano queste referenze così importanti; le birre che stiamo lanciando, insieme a Pilsner Urquell, le St.Benoit, la St.Stefanus, la Grolsch Weizen, la London Pride e la Golden Pride, portano la Superpremium Business Unit di Birra Peroni ad essere davvero competitiva" commenta Luca Beretta, Superpremium Business Unit Director "Grazie ad un portfolio di così grande qualità e tradizione, la Superpremium Business Unit è, sempre di più, un punto di riferimento nell'Ho.Re.Ca per distributori specializzati e punti vendita fortemente orientati al prodotto birra. Ad aggiungere valore, una squadra dedicata di professionisti ed esperti accreditati nel settore, apertura all'innovazione e una grande expertise in ambito di impiantistica e servizio tecnico." e conclude "Siamo qualificati negli strumenti per il servizio e attivazione nel punto vendita, per ingaggiare il consumatore, coinvolgerlo e fargli vivere un'esperienza sempre al di sopra delle aspettative. Il successo di Rimini è stimolo per andare avanti su questa strada e crescere ancora”.
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Il menù sarà un originale e inedito connubio tra la terra d’origine dello chef e la Valle d’Aosta, con prodotti portoghesi e ingredienti locali firmati Lo Matsòn, Courmayeur Food Market.
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Mai così tanta frutta e verdura Made in Italy è arrivata sulle tavole straniere con il record storico nelle esportazioni che raggiungono per la prima volta il valore di 5 miliardi di euro. È quanto emerge da una analisi della Coldiretti presentata in occasione della Fiera Fruit Logistica a Berlino in Germania dove è stato spedito il 30% dell’ortofrutta italiana diretta all’estero sulla base dei dati Istat relativi ai primi dieci mesi del 2016.
Sono stati esportati complessivamente 4,4 miliardi di chili di frutta e verdura fresca nel 2016 con un aumento del 6% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Un risultato ottenuto nonostante l’embargo totale in vigore nei confronti dei prodotti ortofrutticoli nazionali da parte della Russia, un blocco che ha pesantemente danneggiato i produttori che si erano specializzati per soddisfare i gusti di quel mercato.
Come poche volte è accaduto nel passato le esportazioni di frutta e verdura hanno sorpassato in quantità le importazioni con un netto miglioramento della bilancia commerciale del settore. Si tratta anche degli effetti di un cambiamento degli stili di vita che ha fatto lievitare a livello internazionale la domanda di cibi più genuini come l’ortofrutta, che ha conquistato la base della piramide alimentare, con un consumo consigliato di almeno 5 porzioni di frutta e verdura al giorno.
Una tendenza che ha interessato anche l’Italia con i consumi di frutta e verdura che, dopo essere crollati, sono tornati ad aumentare raggiungendo nel 2016 un consumo pari a circa 320 chili a testa secondo una analisi della Coldiretti. Gli acquisti delle famiglie italiane sono aumentati del 2% rispetto al 2015, anno in cui si erano fermati a quota 8,1 milioni di tonnellate di cui 4,5 milioni di frutta (compresi gli agrumi) e 3,7 milioni di verdure, secondo i dati di Macfrut Consumers' Trend.
Se le mele sono il frutto più consumato, sul podio degli ortaggi preferiti dagli italiani salgono nell’ordine le patate, i pomodori e le insalate/indivie. Un andamento spinto soprattutto alle preferenze alimentari dei giovani che fanno sempre più attenzione al benessere a tavola.
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