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Città creativa per la gastronomia Unesco, Parma il 25 luglio in Piazza Garibaldi ospita la seconda edizione della Notte dei Maestri del Lievito Madre.
Sarà una degustazione libera presentata dal gastronauta Davide Paolini con la partecipazione e l'assaggio dei migliori prodotti artigianali di Maestri di lievitazione e pasticceria del calibro di Achille Zoia, Gino Fabbri, Salvatore De Riso, Alfonso Pepe e Paolo Sacchetti che sono stati chiamati dal Maestro Claudio Gatti della Pasticceria artigianale Tabiano, a Tabiano Terme di Salsomaggiore (Pr), come colleghi autorevoli per questo evento nel territorio parmense che, non a caso, viene soprannominata la Food Valley italiana.
Prescelti per il secondo anno come tappa del tour del panettone d’estate by Gastronauta lanciato nel 2005, che promuove il consumo del panettone a Ferragosto. Dopo anni di dure battaglie di Davide Paolini sul Sole 24 Ore, alla radio e sul sito www.gastronauta.it, su tutto il territorio italiano sono state organizzate feste volte a celebrare il panettone nella stagione estiva.
Il fil rouge è infatti la sempre più frequente destagionalizzazione del panettone, consumato anche durante i mesi estivi attraverso degustazioni, manifestazioni di piazza ma non solo, l'uso si sta sempre più diffondendo anche nelle famiglie, tanto che va di moda “portarlo sotto l'ombrellone”.
Ma non sono solo gli italiani ad amare il panettone in tutte le sue forme e stagioni: più della metà delle citazioni online nel mondo vengono infatti non dall’Italia ma dall’estero (52,8%). Si parla di panettone fino 500 volte al giorno (Dati Sole 24 Ore).
Parma è stata nominata, unica in Italia, città creativa per la gastronomia Unesco nel dicembre dello scorso anno. Parma è una città con un centro ricco di capolavori artistici, piccoli e grandi tesori di diverse epoche e grandi aree verdi, si respira un'atmosfera raffinata da piccola capitale. Certo non si può parlare solo della cittadina di Parma, dei suoi monumenti (le cappelle del Correggio, la camera di San Paolo e il battistero nella splendida cornice della piazza del Duomo) e della sua tradizione musicale, senza aver ben presenti i paesaggi che le fanno da corona: le colline tra il Po e il crinale appenninico, con tanti piccoli centri ricchi di storia, castelli, pievi medioevali e teatri.
La “bassa” con i comuni di Mezzani, Sorbolo, Trecasali e Polesine ha ispirato il riottoso carattere di Bernardo Bertolucci e Giovannino Guareschi. Terra ricca di capolavori architettonici come il Castello dei Rossi a S. Secondo, la Reggia di Colorno ora sede di Alma- Scuola internazionale di Cucina Italiana, il castello di Fontanellato, la rocca di Meli Lupi a Soragna e l'abbazia cistercense a Fontevivo. Qui regna la cultura della carne e la lavorazione del suino è considerata un'altra forma d'arte.
L'Appennino parmense raccoglie le valli del Ceno, del Taro e del Parma - i tre principali corsi d'acqua della provincia - costellate da borghi antichi e da meraviglie paesaggistiche che suggeriscono itinerari in mountain bike, passeggiate a cavallo ed escursioni a piedi attraverso i boschi, su sentieri ombrosi e cime a volte impegnative.
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Alle passioni della vita non si può rinunciare...
se si tratta di bionde, rosse e brune è del tutto impossibile! Parliamo in questo caso di birre, le immancabili amiche che mettono in mostra il loro fascino nei grandi bicchieri sul bancone del pub mentre si chiacchiera con gli amici o davanti a un maxi schermo. “Fatti di birra. Come innamorarsi di una bionda, una rossa e una bruna” è il manuale adatto per chi vuole vivere il mondo brassicolo con scioltezza e simpatia, attingendo comunque utili informazioni.
Come districarsi tra le birre che il mercato ci mette a disposizione?
Quali le birre storiche? Quali gli ingredienti? In quale bicchiere si servono?
Tante le domande che il consumatore si pone ogni volta che, con curiosità, beve una birra. Nessun problema poiché ben tre membri di The Good Beer Society - gli autori del libro - hanno messo a disposizione le loro competenze: a Michela Cimatoribus il compito di dare informazioni sulla parte tecnica; a Marco Giannasso il merito di aver incorniciato l’argomento con storie introduttive che vedono quattro
amici alle prese con le birre in periodi e situazioni diverse; ad Andrea Legittimo la scelta delle birre da degustare e da provare.
Il libro è diviso in 10 capitoli, ognuno con un tema specifico, dai gusti della birra agli stili, dal preferenza del vino alla versatilità della birra, dalla “significato” della doppio malto al servizio alla spina, dal consueto abbinamento con la pizza all’accostamento con altri piatti. Un capitolo a parte è dedicato all’uso della birra in cucina, con alcune ricette proposte dallo chef Salvatore Garofalo, dai primi piatti fino al dessert. In chiusura anche una parte riservata ai termini più tecnici e diffusi del mondo birrario.
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Il Regno Unito è diventato nel 2016 il primo mercato mondiale di sbocco delle spumante italiano con le bottiglie esportate che hanno fatto registrare un aumento record del 38% nel primo trimestre consentendo il sorpasso sugli Stati Uniti. E' quanto emerge da una analisi sugli effetti della Brexit che a causa della svalutazione della sterlina, potrebbe sconvolgere le tavole inglesi che amano particolarmente il prosecco Made in Italy. Nel primo trimestre del 2016 in Regno Unito sono state spedite il 30% delle bottiglie di spumante esportate. In pratica quasi 1 su 3. Il Regno Unito è il quarto sbocco estero dei prodotti agroalimentari nazionali Made in Italy con un valore annuale di ben 3,2 miliardi delle importazioni dall'Italia ed una tendenza progressiva all'aumento.
Al contrario dal Regno Unito arrivano in Italia prodotti agroalimentari per appena 701,9 milioni di euro. Lattiero caseari, ortofrutta e vino e spumanti - spiega la Coldiretti - sono i prodotti alimentari Made in Italy maggiormente richiesti. La bilancia commerciale agroalimentare è dunque fortemente sbilanciata a favore dell'Italia con le esportazioni che superano di 4,6 volte le importazioni.
www.lapresse.it
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Negli anni '90 erano i ristoranti. All'alba del 2000 ecco il boom dell'aperitivo, con piatti ''crescenti'' man mano che si scendeva da Milano in giù fino a diventare un vero e proprio aperi-cena. Me nel secondo decennio del nuovo millennio il nuovo trend è casalingo-chic: cibo da gourmant, ma nel salotto di casa mia. Meglio se ordinato velocemente, direttamente dallo smartphone. (di Daniela Giammusso)
E' l'esplosione del food delivery. Non più solo pizza o hamburger, come un tempo, ma cibo di qualità e di ogni regione del mondo. E non più (solo) soluzione d'emergenza quando il frigo è una landa desolata e lo stomaco cerca cibo ''vero'', ma anche un'occasione per concedersi uno strappo goloso o sperimentare piatti nuovi, in famiglia o un sabato sera tra amici.
Un giro d'affari che nel nostro paese si stima tocchi i 400 milioni di euro e che riguarda già più della metà degli italiani, seppur con peculiarità tutte nostrane. Negli ultimi 6 mesi, infatti, racconta il primo Osservatorio Nazionale sul mercato del takeaway in Italia realizzato da Just Eat in collaborazione con GfK Eurisko, il 51% degli italiani ha acquistato cibo da asporto, andando di persona a ordinarlo. Il 39% lo ha fatto via telefono.
La nuova frontiera da conquistare nei prossimi mesi è il digital takeaway, ovvero la possibilità di ordinare direttamente on line da cellulare o pc. Modalità per ora frequentata solo dal 2% del campione negli ultimi 6 mesi, ma con un bacino smisurato di oltre 7 milioni di persone (il 19% degli italiani) che dimostrano una ''intention to buy'' nel mercato dell'online food delivery.
Cifre da capogiro, per una tipologia di clienti che oltretutto tende a ricorrere di più al servizio (circa 4/5 volte al mese contro 1/2 dell'ordinazione di persona o al telefono), spendendo circa 97 euro al mese contro i 32-37 euro degli altri.
Chi sceglie il delivery poi, racconta l'Osservatorio, lo fa a casa, ma anche in ufficio (3 volte al mese). Qui ci si orienta prevalentemente verso pizza, sushi, panini, piadine, giapponese e hamburger. In famiglia o tra amici si tende invece a spendere di più con cucine come il messicano, il pesce e le tipicità regionali. Anche in questo caso, poi, gli italiani si rivelano veri food lover, prediligendo prodotti a chilometro zero, attenti ai valori nutrizionali e di condivisione del cibo.
A ognuno il suo menù, dunque, seppur ancora molto a macchia di leopardo, con Milano sempre apripista per grandi e piccole imprese e a seguire Bologna e Roma.
In Italia leader oggi sono Just Eat, colosso da 14 milioni di clienti in 15 Paesi, che proprio a Milano ha appena inaugurato una nuova sede e serve 10 città fino a Palermo. E poi Deliveroo -(una selezione dei migliori ristoranti della zona) , Foodora (a domicilio di piatti di alta qualità per ora solo a Milano e Torino), tutti raggiungibili anche con App e con la possibilità di scegliere tra i menù dei ristoranti preferiti o più vicini all'indirizzo di destinazione. Cibo, ma anche qualunque altra cosa possa servirvi, in farmacia come dal tabaccaio, invece con la spagnola Glovo appena sbarcata in Italia, che promette consegne entro un'ora a costo fisso. Oltre che clienti, si può diventare anche corrieri con un paio di click, proprio come per Uber, il servizio di taxi ''alternativi'' che nel frattempo ha lanciato, non a caso, anche Uber Eats. In Europa, per ora, solo a Parigi e Londra.
Ma in Italia, terra di santi, navigatori e appassionati di Masterchef, c'è anche Fanceat, startup che permette di ordinare online non una cena finita, ma un box gourmet, preparato nella cucina di un grande ristorante, con tutto il necessario per un menù stellato da preparare anche insieme agli amici. Stessa formula per Quomi, che supporta la Fondazione Slow Food e offre ricette che vanno dal Branzino al cumino alla più tradizionale melanzana ripiena.
Un menù diverso al giorno invece per Foorban, ''il ristorante che non c'è'', che punta tutto sugli ingredienti, con piatti che cambiano per disponibilità e stagionalità, viaggiando a bordo di Ape, vespe e bici. Si spazia dall'insalata di quinoa alla tagliata di tonno con pomodori camone e zucchine saltate alla mentuccia, dalle caserecce con totani alla fettina di scottona all'olio di sesamo. Non solo cena ma anche gelato d'autore per Foodracers che rispetto agli altri ha scelto di puntare sulla provincia, dall'Emilia in su. E che oltre ai piatti dei ristoranti più rinomati in città, vanta un partner come Grom. Ancora tutto da conquistare invece il sud, con You Eat tra le pochissime a spingersi fino a Bari.
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Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali rende noto che si è svolto presso la sede dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi un incontro tra i vertici nazionali e internazionali di Alibaba Group, rappresentati dal responsabile per la proprietà intellettuale Matthew Bassiur e dal country manager Rodrigo Cipriani Foresio, e il Capo dipartimento dell'ICQRF Stefano Vaccari sull'attuale stato di cooperazione tra Alibaba e il Mipaaf per la protezione dell'agroalimentare italiano e sulle prospettive di sviluppo, tra cui la possibilità di incrementare la protezione ad altre piattaforme di commercio elettronico del gruppo, comprese quelle B2C che solo in Cina contano 423 milioni di clienti registrati.
L'obiettivo è tutelare i consumatori negli acquisti online e i marchi, con particolare attenzione ai prodotti agroalimentari italiani di qualità certificata.
"La sfida digitale è la sfida del futuro, anche per il Made in Italy agroalimentare che dobbiamo tutelare con tutti i mezzi a disposizione. - afferma il Ministro Maurizio Martina - Il Governo italiano c'è. Siamo l'unica istituzione al mondo ad avere da oltre un anno un accordo proprio con Alibaba per proteggere i nostri prodotti, rimuovendo quelli falsi dagli scaffali virtuali come succede per i grandi brand. Crescere sui mercati esteri vuol dire infatti non solo cogliere le opportunità offerte da queste piattaforme internazionali di commercio, ma anche dare garanzie ai cittadini-consumatori e alle nostre imprese. Proseguiamo dunque il lavoro intrapreso e puntiamo a chiudere nuove intese in vista di settembre quando, come annunciato dal fondatore Jack Ma a Vinitaly 2016, è in programma la prima giornata mondiale del vino di Alibaba."
www.politicheagricole.it
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