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Fragrante e fruttato, con un retrogusto di pinolo o di carciofo crudo: l’olio extravergine di oliva dop ligure, prodotto nella Riviera dei fiori, nella Riviera del ponente savonese e nella Riviera di levante, è il simbolo dell’eccellenza gastronomica ligure ed è noto in tutto il mondo per le sue caratteristiche uniche. Realizzato con le olive provenienti da sei diverse varietà di olivo locali, l’olio extravergine di oggi è frutto di un’antica arte tramandata nelle campagne da circa 2000 anni.
Dal 2001, il Consorzio per la Tutela dell’Olio Extra Vergine di Oliva D.O.P. Riviera Ligure opera per offrire ai consumatori una qualità d’olio tra le più ricercate dagli intenditori. Olivicoltori, frantoiani e imbottigliatori della Liguria, grazie al riconoscimento ottenuto dal Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, collaborano per tutelare questo prodotto così prezioso, svolgendo un’azione di promozione e vigilanza dell’Olio Ligure nelle sue tre menzioni geografiche.
L’autunno, che coincide con il momento della bacchiatura delle olive, è una stagione di grande festa per l’olio di oliva, che viene celebrato in tutta la regione con sagre, fiere, feste e altri gustosi appuntamenti. A novembre, durante il weekend di "Olioliva", in tutta la città di Imperia vengono offerti assaggi, degustazioni, laboratori di cucina e menù tipici nei ristoranti, mentre a Sestri Levante i frantoi e le aziende olivicole del levante danno vita, con "PaneOlio e…" a un imperdibile mercato di colori e sapori. In programma dal 28 novembre all’8 dicembre.
Le caratteristiche dell’olio extravergine di oliva, ingrediente base di molte ricette regionali, sono esaltate da alcuni piatti tipici come la focaccia, la farinata, il brandacujùn e la stroscia. Se nella focaccia e nella farinata di ceci l’olio contribuisce a rendere più gustosi due prodotti all’apparenza molto semplici, nel brandacujùn agisce da legante tra lo stoccafisso e le patate, mentre nella stroscia di Pietrabruna, l’olio sostituisce le uova conferendo a questa focaccia dolce e secca un sapore particolare.
L’olio è l’elemento da gustare, ammirare, respirare e vivere. E’ la caratteristica evidente e stupefacente del paesaggio verde e argentato. E’ il lavoro degli uomini che per trovargli spazio hanno scavato per secoli la terra, creando muretti a secco che scalano vette.. L’olivo taggiasco è però, soprattutto, l’olio extravergine di oliva. Realizzato con le olive taggiasche, quest’olio ha un sapore unico, delicatissimo, sul confine del dolce. Un olio armonioso, che mette insieme i tanti contrasti di queste valli: è la luce della costa ed è l’ombra, è la tenue influenza del mare e delle montagne, è la terra aspra lavorata con fatica e che ricambia con buoni frutti. Per gustarlo in purezza la scelta migliore è acquistare una bottiglia di olio DOP Riviera dei Fiori che garantisce l'utilizzo esclusivo dell'oliva taggiasca di provenienza locali. All’olio sono dedicati anche due celebri musei regionali come il Museo dell’olivo di Oneglia, un allestimento espositivo con biblioteca specializzata che raccoglie le collezioni della Famiglia Carli, e il Museo Sommariva di Albenga, uno spazio di 400 metri quadri lungo le antiche mura occidentali della cittadina, con un frantoio che, sotto le volte a vela secolari, presenta un susseguirsi di vecchi attrezzi agricoli, recipienti di rame, giare in terracotta, torchi, macchinari di ogni tipo, dipinti e fotografie.
L’olio extravergine di oliva non è soltanto sinonimo di piaceri del palato: questo prodotto di grande versatilità viene infatti utilizzato da secoli nella cosmesi naturale per le proprietà benefiche che esercita sulla pelle. Utilizzabile come ingrediente unico oppure abbinabile ad altri ingredienti per la realizzazione di rimedi naturali, l’olio extravergine d’oliva offre grandi benefici per la cura della pelle secca, della pelle con acne, eczemi, cicatrici, dei capelli e delle unghie. Grazie alle sue proprietà emollienti e nutrienti, alla ricchezza di vitamine e alla rapida assorbibilità, l’olio contribuisce a mantenere la pelle idratata, morbida, elastica e giovane.
http://www.turismoinliguria.it/it/liguria/i-sapori/olio.html
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Volano le esportazioni di birra italiana all’estero che sono praticamente triplicate negli ultimi dieci anni con un aumento record del 28 per cento in quantità nel primo semestre 2015 rispetto allo stesso periodo anno precedente. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti presentata in occasione della giornata ufficiale dedicata alla bevanda alcolica più consumata nel mondo ad Expo dove, nel padiglione No farmers No party all’ingresso del Cardo Sud, è stata aperta una speciale mostra dedicata all'innovazione della birra Made in Italy.
Numerosi sono gli esempi innovativi della produzione nazionale presenti al Padiglione Coldiretti. Se la birra piemontese aromatizzata alla canapa - sottolinea la Coldiretti - è di colore rosso rubino intenso e ha un deciso aroma di miscele di malti d'orzo con spiccata sensazione floreale e gusto pronunciato, quella pugliese al carciofo è di colore giallo paglierino con intensi profumi che molto ricordano il prestigioso Igp brindisino e gli agrumi, con un retrogusto piacevolmente amarognolo. Tutta la freschezza delle visciole nella fruttata birra marchigiana aromatizzata con questa ciliegia acida, una birra adatta per l’aperitivo, quasi una bollicina con sentori di luppolo malto d’orzo e visciola. E infine, passando dalla pregiata birra biologica doppio malto trevigiana che si esalta con il gusto del radicchio rosso tardivo Igp, si arriva alla birra bionda al riso, realizzata da un’azienda veronese che con il riso ha realizzato decine di preparazioni e che ha inteso offrire una proposta alcoolica alternativa ai grandi vini Doc scaligeri.
Anche grazie a queste innovazioni la birra italiana - continua la Coldiretti - va forte all’estero e conquista i paesi nordici, dalla Germania (+37 per cento), alla Svezia (+5 per cento), fino ai pub della Gran Bretagna (+3 per cento), nel primo semestre del 2015 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
A sostenere le esportazioni - sottolinea la Coldiretti - è infatti anche il boom nella produzione artigianale di birre Made in Italy che, quando sono l’evoluzione di aziende agricole, rappresentano l'autentica espressione del Made in Italy. Ha raggiunto il record di 30 milioni di litri la produzione annuale di birra artigianale in Italia dove in netta controtendenza alla crisi si contano circa 600 microbirrifici nel 2014, rispetto alla trentina censiti dieci anni fa.
Oltre a contribuire all’economia, la birra artigianale rappresenta anche – prosegue la Coldiretti - una forte spinta all’occupazione soprattutto tra gli under 35 che sono i più attivi nel settore con profonde innovazioni che - sottolinea la Coldiretti - vanno dalla certificazione dell’origine a chilometri zero al legame diretto con le aziende agricole, ma anche la produzione di specialità altamente distintive o forme distributive innovative come i brewpub o i mercati degli agricoltori di Campagna Amica.
Una offerta variegata in grado di soddisfare gli otre 30 milioni di appassionati consumatori di birra presenti in Italia dove tuttavia il consumo pro capite e di 29 litri, molto poco rispetto a Paesi come la Repubblica Ceca con 144 litri pro capite, l'Austria 107,8, la Germania 105, l'Irlanda 85,6, il Lussemburgo 85 o la Spagna 82.
A garantire la produzione italiana di birra ci sono le coltivazioni nazionali di orzo con una produzione di circa 860.000 tonnellate nel 2014 su una superficie complessiva investita di circa 226.000 ettari. Per quanto concerne la produzione di birra, la filiera cerealicola unitamente al Ministero delle Politiche Agricole ipotizza un impegno annuo di granella di orzo pari a circa 90.000 tonnellate. Da tempo Coldiretti ha stimolato, perseguito ed avviato la politica delle filiere corte del “Made in Italy” agroalimentare, nel senso che il produttore partecipa, attraverso le sue forme associate fino alla gestione del prodotto finito sul mercato. Contestualmente, si sta potenziando su tutto il territorio nazionale la rete distributiva di “Campagna Amica” presso la quale il consumatore trova i prodotti firmati direttamente dal produttore in una sorta di vera tracciabilità. Tale politica ha stimolato anche la nascita di iniziative progettuali nel segmento della birra artigianale o agricola avviando una nuova imprenditorialità costruita con l’impiego dell’orzo aziendale in un contesto produttivo a ciclo chiuso garantito dallo stesso agricoltore. In questa situazione di grande dinamicità, a supporto della trasparenza dell’informazione dei consumatori, è però necessario - conclude la Coldiretti - qualificare le produzioni nazionali con l’indicazione obbligatoria in etichetta dell’origine, per evitare che vengano spacciati come Made in Italy produzioni straniere.
www.coldiretti.it
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“Cresce l’export di prodotti biologici italiani, dimostrando l’importanza che ha questa eccellenza del made in Italy verso l’estero”. Lo sottolinea Confagricoltura in occasione del “Sana”, il Salone internazionale del biologico e del naturale che si è chiuso a Bologna.
Sulla base dei dati dello studio di Sinab, Ismea e Nomisma nel 2014 le vendite di prodotti agroalimentari italiani certificati bio ammontano a 1,4 miliardi di euro e rappresentano il 4% dell’export agroalimentare italiano. Forte è la propensione all’export agroalimentare delle imprese del bio: il fatturato che raggiunge i mercati internazionali rappresenta il 24% (a fronte del 18% registrato dalle imprese agroalimentari italiane nel complesso).
Le aziende bio – ricorda Confagricoltura in base ai dati diffusi in occasione del Sana - sono sempre più proiettate verso i mercati esteri e oltre il 74% di esse è presente sui mercati internazionali da oltre 5 anni. I principali mercati sono la Germania (24%) la Francia (20%) e i Paesi del Nord Europa in generale. Il primo mercato extra UE è quello degli USA (+4%). La frutta e la verdura fresca rappresentano i primi prodotti di esportazione (+20%) seguiti dalle bevande vegetali (+16%).
Secondo i dati Nomisma la propensione a cercare mercati di sbocco all’estero crescerà nei prossimi anni. Infatti, ben il 57% delle aziende bio italiane manifesta l’intenzione di farlo e si sta attrezzando; quasi 8 su 10 aziende prevedono un incremento del fatturato estero a marchio biologico nei prossimi tre anni.
“Quello del bio è un settore in netta espansione e che rappresenta un sicuro reddito per le aziende agricole e un impatto positivo per l’ambiente. Un settore che Confagricoltura rappresenta per la gran parte con oltre il 42% degli ettari coltivati”.
www.confagricoltura.it
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Dal 18 al 24 settembre, dalle 9.00 alle 19.00, il Consorzio per la tutela del formaggio Gorgonzola Dop presenta la seconda settimana di degustazioni gratuite dedicate a far conoscere ai visitatori italiani e stranieri la bontà e le proprietà del Gorgonzola Dop. Sarà possibile degustare le due tipologie di formaggio Gorgonzola, il dolce e il piccante, e conoscere più da vicino la storia di questo illustre formaggio grazie alla presenza del personale del Consorzio.
Tutti i visitatori riceveranno gli esclusivi gadget del Consorzio come il ricettario e lo SpalmaZOLA.
Il Consorzio Gorgonzola è presente ad Expo 2015 per tutta la durata della manifestazione con una postazione fissa, sempre, all'interno del Padiglione di Federalimentare “CIBUS è ITALIA” (pad. 128) nell’Area Afidop (Associazione Formaggi Italiani a denominazione di origine protetta) insieme ad altri formaggi Dop ed avrà a disposizione un corner con immagini e uno schermo di grandi dimensioni ove verranno proiettati filmati e immagini istituzionali.
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40 vini dell'Orcia, i maggiaioli e i Leggera Electric Folk Band, lezione di pici e cooking show, novelle per bambini, performance interattive e tante altre eccellenze da assaggiare e comprare a Castiglione d'Orcia il 10 agosto per Calici di Stelle Una serata ricca di emozioni con l’esperienza protagonista dell’evento Calici di Stelle 2015, organizzato dal Comune di Castiglione d’Orcia in collaborazione con il Consorzio e la Strada del Vino Orcia .
Castiglione d’Orcia diventerà un paese in festa, nella notte più attesa dell’anno, con le eccellenze enogastronomiche della Val d’Orcia dai vini, alle farine, dalle carni pregiate fino alle chiocciole di Campiglia. Dalle ore 17.00, il centro storico si animerà di visitatori che impareranno a tirare i pici, tradizionale pasta fresca locale, grazie ai preziosi insegnamenti delle massaie del borgo. Ma la grande novità di questa edizione 2015 saranno i cooking show con i ristoratori del luogo che sveleranno i segreti delle proprie ricette. Ben 4 ristoranti e una pasticceria, si cimenteranno ai fornelli per realizzare i piatti della tradizione castiglionese che si potranno anche assaggiare! > dice il Presidente del Consorzio Orcia Donatella Cinelli Colombini.
Ecco le cantine partecipanti che proporranno in degustazione ben 40 tipologie di vini dell’Orcia: Bagnaia, Beom Bè, Campotondo, Capitoni Marco, Donatella Cinelli Colombini, Il Pero, Olivi - Le Buche, Podere Forte, Poggio Grande, Roberto Mascelloni di Poggio al Vento, SassodiSole, Az. Agr. Trequanda, Azienda Vegliena. Partendo dal cuore di Castiglione d’Orcia, passando per San Quirico, Torrenieri, Trequanda, Pienza, Sarteano e Radicofani ogni produttore avrà una storia da raccontare. Un vero e proprio viaggio alla scoperta della denominazione per vivere un’esperienza unica nella magica notte di San Lorenzo.
Ma l’evento sarà anche social grazie all’Instagram challenge realizzato in collaborazione con la community di Igers Siena. Chiunque potrà scattare e condividere le immagini di Calici di Stelle utilizzando l’hashtag dedicato #orciacalici insieme a #orciadoc e #igerssiena. Una simpatica sorpresa sarà riservata allo scatto più rappresentativo dell’evento.
Consorzio del Vino Orcia e vini Orcia DOC - La denominazione Orcia è nata il 14 febbraio 2000 e comprende le varietà Orcia ottenuto da uve rosse con almeno il 60% di Sangiovese e Orcia Sangiovese con almeno il 90% di questo vitigno, entrambe anche nella tipologia “Riserva”. La denominazione Orcia comprende anche le tipologie Bianco, Rosato e Vin Santo.
Il vino Orcia è prodotto in uno dei comprensori agricoli più belli del mondo e in parte iscritto nel patrimonio dell’Umanità Unesco. 13 comuni: Buonconvento, Castiglione d’Orcia, Pienza, Radicofani, San Giovanni d’Asso, San Quirico d’Orcia, Trequanda e parte di Abbadia San Salvatore, Chianciano Terme, Montalcino, San Casciano dei Bagni, Sarteano e Torrita di Siena.
Consorzio Vino Orcia - 0577 887471 –
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