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Banane e avocado Made in Italy, ora è possibile. Complice il cambiamento climatico. L'innalzamento delle temperature ha letteralmente rivoluzionato l'agricoltura italiana negli ultimi decenni: come analizzato da Coldiretti, infatti, il vino italiano negli ultimi trenta anni è aumentato di un grado mentre la coltivazione tradizionale dell'ulivo è approdata sulle Alpi. E con l'arrivo del caldo, Coldiretti ha messo in mostra dal vivo i nuovi "frutti" Made in Italy nel suo padiglione a Expo "No farmers no party".
Se si osserva la produzione vinicola, ci si rende conto che il surriscaldamento ha determinato un anticipo della vendemmia fino a un mese rispetto al tradizionale mese di settembre. Il caldo ha cambiato anche la distribuzione sul territorio dei vigneti che tendono a espandersi verso l'alto con la presenza della vite a quasi 1.200 metri di altezza come nel comune di Morgex e di La Salle, in provincia di Aosta, dove dai vitigni più alti d'Europa si producono le uve per il Blanc de Morgex et de La Salle Dop.
Dal canto suo l'olivo è ormai avvezzo all'alta quota. E' infatti in provincia di Sondrio, oltre il 46esimo parallelo, l'ultima frontiera nord dell'olio d'oliva italiano. Negli ultimi dieci anni la coltivazione dell'ulivo sui costoni più soleggiati della montagna valtellinese è passata da zero a circa diecimila piante, su quasi 30 mila metri quadrati di terreno.
E ancora, nella Pianura Padana si coltiva oggi circa la metà della produzione nazionale di pomodoro destinato a conserva e di grano duro per la pasta, colture tipicamente mediterranee. Una situazione che, rileva la Coldiretti, ha avuto effetti straordinari in Sicilia dove Andrea Passanisi sfruttando il clima ormai torrido, è riuscito a coltivare i primi avocado Made in Italy ai piedi dell'Etna. A Palermo invece grazie al microclima e alla posizione soleggiata, Letizia Marcenò riesce a produrre le prime banane nostrane.
Gli effetti si estendono però anche ai prodotti tipici. Il riscaldamento cambia le condizioni ambientali per la stagionatura dei salumi, per l'affinamento dei formaggi o l'invecchiamento dei vini. Una situazione che di fatto mette a rischio di estinzione il patrimonio di prodotti Made in Italy che devono le proprie caratteristiche alla combinazione di fattori naturali e umani. E in questo senso l'Expo per la Coldiretti serve anche a raccontare la terra che cambia e come l'uomo cerca di adattarsi con i cambiamenti climatici che sono uno degli aspetti centrali della Carta di Milano.
www.askanews.it
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WeltGenussErbe Bayern ente dell’Unione Europea, ha avviato una campagna di informazione per promuovere i prodotti Dop e Igp della Baviera.
L’attenzione della campagna di WeltGenussErbe Bayern si focalizza su entrambi i marchi ‚Indicazione Geografica Protetta’ e ‚Denominazione d’Origine Protetta’. Solamente le specialità di alto valore, ricche di tradizione, che senza dubbio sono legate a un precisa regione, possono fregiarsene.
Birra Igp, Salsicce di Norimberga Igp, Carne di manzo bavarese Igp, i formaggi Emmentaler dell’Algovia Dop e Berkaese dell’Algovia Dop, tutti prodotti che nascono da un’antica tradizione e che per questo devono essere conosciuti e protetti dalle imitazioni.
Acqua, malto, luppolo e lievito. Questi gli unici ingredienti della birra bavarese Igp. Nata nel 16esimo secolo, protetta da un Decreto di Purezza, tutt'ora viene prodotta rispettandone la ricetta originale e gli ingredienti.
Anche le salsicce di Norimberga Igp hanno una storia secolare, piccole e croccanti, amate da tutti.
Tipici dell'Algovia sono l'Emmentaler e il Berkaese Dop, formaggi golosi, dal gusto delicato il primo, più saporito il secondo.
E infine la carne di manzo Igp, prodotta rispettando ogni fase, dall'allevamento delle mucche nei pascoli alla macellazione.
Prodotti di alta qualità, presenti anche in Italia. Ma tenti però ai bollini Dop e Igp! Diffidiamo dalle imitazioni! (MV)
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Dagli Stati Uniti all’Inghilterra, partendo dall’Italia, l’“Italian way of Fooding” conquista milioni di persone. Uno stile di vita che unisce i pilastri della dieta mediterranea a tradizione e costumi della tavola italiana, intesi come momento di condivisione e convivialità. Un patrimonio unico al mondo per ricchezza, varietà e valori, sia dal punto di vista nutrizionale che socio-economico. Sintesi perfetta tra l’ambiente culturale e l’organizzazione sociale, che si concretizza nella convivialità di un pasto a tavola, La Dieta Mediterranea e La Tavola Italiana spopolano in tutto il Pianeta. È questo uno stile di vita tra i più indicati per il proprio benessere personale, sia a livello fisico, sia a livello mentale. Anche una delle riviste femminili più famose al mondo, come Vogue, esalta le qualità del modo di vivere la tavola all’italiana, considerato un elisir che aiuta a vivere più a lungo nel rispetto della tradizione e della cultura. L’“Italian way of Fooding” rappresenta quindi un’eccellenza italiana vissuta quotidianamente da centinaia di milioni di persone, capace di conquistare i vip di tutto il mondo come Penelope Cruz, Kate Middleton e Mark Zuckerberg. Anche il cinema subisce questa influenza, come nel caso di “Mangia Prega Ama”, dove una bellissima Julia Roberts, protagonista del film, è trascinata e coinvolta da sapori e da atmosfere tipiche della tavola italiana. In vacanza, 4 mesi tra Roma e Napoli, aumenta di 12 chili lasciandosi trasportare dai piaceri della tradizione italiana e dall’“Italian way of Fooding”.
Un patrimonio esportato in tutto il mondo e riconosciuto sia per le sue qualità nutritive sia per la forte capacità di aggregazione. Ad individuare la tendenza dell’“Italian way of Fooding” è Polli, storica azienda toscana di sottoli e sottaceti, che in occasione del TuttoFood 2015 ha celebrato, insieme a Divella e alla chef stellata Cristina Bowerman, La Dieta Mediterranea intesa come stile di vita, lo stile del “mangiar bene all’italiana” che contraddistingue La Tavola all’Italiana e valorizza il momento di condivisione, convivialità e armonia insieme agli altri. La chef stellata Cristina Bowerman, volto Ambassador per Expo Milano 2015, ha presentato un’inedita interpretazione in chiave moderna del gusto Made in Italy per promuovere l’eccellenza e le tradizioni legate al nostro territorio e far vivere l’esperienza del “sano piacere del mangiare bene all’italiana” che vince nel mondo, valorizzando l’atmosfera accogliente ed elegante che si crea intorno a “La Tavola all’Italiana” emblema di tradizione e familiarità
“A tavola abbiamo costruito la nostra storia di popolo, di società, di famiglia. La tavola è il momento del quotidiano in cui per abitudine l'italiano condivide emozioni ed esperienze con la sua famiglia – questo il parere di Michele Cucchi, psichiatra e Direttore Sanitario del Centro Medico Santagostino di Milano –. Ma la condivisione è un animale in estinzione, in un mondo social e web connesso, siamo sempre più soli. A tavola invece, riusciamo a vivere le tradizioni, con l'opportunità di far rinascere la nostra società attraverso la condivisione”. A confermare questa tendenza anche Lucia Galasso, antropologa dell’alimentazione e direttrice di evoluzioneculturale.it: “La tavola è il luogo non solo dove si consuma il pasto, ma anche dove, di generazione in generazione, si trasmettono i valori alimentari. A tavola s’impara il piacere del gusto e si educa, così come si forma il sapere gastronomico della propria cultura. C'è un legame fortissimo tra ambiente, genetica e identità culturale: lo stile di vita all’italiana ci racconta questo”.
Sempre più celebrities vengono stregate dai benefici apportati dall’“Italian way of Fooding”. La duchessa di Cambridge Kate Middleton, ad esempio, ha scelto la dieta mediterranea per affrontare la gravidanza, optando per il carciofo bianco di Pertosa e per i fagioli di Casalbuono, provenienti dal Cilento e Vallo di Diano, come cibi principali perché ricchi di ferro. Il creatore di Facebook Mark Zuckerberg durante il suo viaggio di nozze ha trascorso diversi giorni in Italia immergendosi nello stile di vita all’italiana, gustando tra i migliori piatti della tradizione, in ristorantini tra i più tipici, avvolto da atmosfere e da richiami mediterranei. A dimostrarlo le foto dei paparazzi, che lo hanno immortalato all’interno di un piccolo locale, vicino a Campo de’ Fiori, circondato da commensali tra risate e convivialità. Celebre anche la passione di George Clooney per lo stile di vita italiano: dopo aver preso residenza sulle rive del lago di Como, l’attore americano sta valutando l’opportunità di comprare una villa al Sud stregato dai sapori, dai colori e dalle tradizioni del Belpaese. Una passione irrinunciabile anche per Robert De Niro, che non potrebbe vivere senza la sua mozzarella di bufala campana DOP, e Penelope Cruz, innamorata del classico pane condito con un goccio d’olio d’oliva. Ma lo stile di vita italiano è apprezzato anche da Angela Merkel, che ha deciso di passare la Pasqua a Ischia, conquistata dalla bellezza e dai sapori dell’isola. Non certo la prima volta per la Cancelliera tedesca che è solita scegliere l’Italia per le sue vacanze, attratta dall’“Italian way of Fooding”.
Molti anche i ristoranti, sparsi per il mondo, che nel realizzare i loro menù si ispirano allo stile di vita all’italiana. A New York, uno tra i più famosi è “Il Gattopardo”, che dal 2001 offre una scelta di piatti italiani, fortemente legati alle tradizioni nostrane. Un ambiente elegante e rilassante dove vivere un’esperienza che va al di là del piatto e comprende atmosfere, profumi e musiche della tradizione italiana. Ma non solo la Grande Mela, sempre in America ma questa volta a Houston, “Carmelo’s”, anch’esso dal nome tipicamente italiano, propone una serie di portate ed un’ambientazione legate al patrimonio gastronomico del Belpaese. E poi dal Giappone per fare la spesa in Italia. È il caso di Mr. Suzuki e Mr. Aoki, due funzionari dell’International Green Service – azienda giapponese che si occupa di rifornire di frutta e verdura numerosi hotel e ristoranti di Tokyo – che sono venuti a visitare il mercato ortofrutticolo del CAAN, a Napoli. Non certo il primo caso di delegazioni estere in visita al CAAN, in passato tra i banchi del mercato anche cinesi, marocchini e russi per un trend destinato a crescere.
Numerosi anche gli studi scientifici che a livello internazionale hanno certificato i benefici che questo stile di vita porta con sé sotto tutti i punti di vista. Secondo una ricerca condotta su circa 5mila donne presso l'ospedale “Brigham and Women” di Boston e pubblicata sul British Medical Journal, emerge ad esempio che la dieta mediterranea riduce del 13% l’incidenza del Parkinson e dell’Alzheimer, del 9% quella dei problemi vascolari e del 6% quella del cancro. Ma non è tutto, lo stile di vita mediterraneo è un toccasana anche per la vita sessuale: secondo uno studio condotto dai ricercatori dell’ospedale “Hippokration” di Atene e presentato al meeting dell'European Association of Cardiovascular Imaging di Vienna, il consumo degli alimenti tipici della dieta mediterranea favorisce la pulizia dei vasi sanguigni, un fattore essenziale per migliorare anche l’esperienza sessuale.
Non mancano nemmeno le celebrazioni dal punto di vista mediatico: lo stile di vita mediterraneo viene esaltato dalle maggiori testate a livello mondiale come il modo migliore di mangiare sano e stare bene. Se per il New York Times “La dieta mediterranea fa bene al DNA, è da tempo citata dai nutrizionisti per i suoi benefici di promozione della salute e sempre più studi lo dimostrano”, secondo il Daily Mail “Oltre a donare benefici sia a livello fisico sia su quello mentale, la dieta mediterranea è il segreto per vivere a lungo perché protegge da malattie e invecchiamento”.
Mangiare bene aiuta a stare bene. A confermarlo uno studio internazionale dell’Università di Warwick, pubblicato nel 2012. Effettuato su un campione di 80mila cittadini inglesi, ha riscontrato che un maggior consumo di frutta e verdura, pilastri della dieta mediterranea, coincide con un più elevato senso di soddisfazione e benessere. I benefici sull’umore inoltre, non sarebbero esclusivamente a lungo termine, ma visibili giorno per giorno, incidendo sulle emozioni quotidianamente. A confermarlo anche uno studio neozelandese dell’Università di Otago, pubblicato sul British Journal of Health Psychology. Tra un campione di giovani monitorati, coloro che dichiaravano di consumare una buona quantità di alimenti come frutta e verdura riportavano, nella maggioranza dei casi, di sentirsi più calmi, più felici e pieni di energia.
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'Viaggia Vegan' è la prima guida Michelin per chi ha scelto una vita cruelty free, etica, rispettosa della vita degli animali e che ha anche nella tavola uno dei suoi passaggi clou.
La guida, nata da un’idea della onlus Food Vibration, vuole essere un punto di riferimento per turisti vegani, spesso in difficoltà nel trovare strutture adeguate e ristoranti in grado di fornire un pasto che non sia a base di insalata e verdure grigliate.
"Abbiamo voluto soddisfare l'esigenza di chi vuole conoscere dei luoghi e delle occasioni di gustare dei piatti che rispondono ad una enogastronomia più buona, più etica e più gustosa - spiega Vittorio Curtarello, presidente di Food Vibration Onlus - abbiamo pensato che sia possibile idealizzare questa arte culinaria definendo quale è una gastronomia 'superiore'; declinando questo concetto abbiamo definito quali principi dovrebbero ispirare la preparazione di piatti che risultino più buoni, etici e gustosi; concetti che diventano parametri fondamentali ai quali tendere, nella preparazione dei cibi e delle pietanze che aspirino ad essere migliori: Local, Organic, Veg ed Eco".
Sulla guida anche il 'marchio' di Simone Salvini, chef stellato che da anni, che propone piatti di alta cucina con soli ingredienti vegetali.
"Chi la consulta o la legge può trovare tante informazioni utili alla gente strana come noi - dice Salvini - piena di richieste antiche come le montagne e vivere in pace con noi stessi e con ciò che ci sta attorno. Noi vegetariani siamo anche curiosi e rivolti a scoprire non solo le bellezze gustative ma anche quelle espresse dalla Madre Terra".
Sono 130 le attività selezionate e recensite dalla guida, anche se al Sud c’è ancora poco.
La nuova guida offrirà servizi anche per i viaggi con un TO dedicato: pacchetti in strutture già selezionate e che offrono vacanze coerenti con la scelta vegan. Già sperimentati weekend in oasi della natura con corso di cucina annesso.
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Entusiasmo e attesa sono ai massimi per questa edizione che si preannuncia davvero storica per TUTTOFOOD 2015, il Salone Agroalimentare di Fiera Milano che aprirà i battenti dal 3 al 6 maggio 2015, in concomitanza con la prima settimana di apertura di Expo 2015. Il Salone è cresciuto edizione dopo edizione e si racconta dai suoi numeri, ma non solo. “A spiegare l’evoluzione della manifestazione rispetto alle precedenti non bastano le statistiche di questa edizione – 2.838 espositori, in rappresentanza di 7.000 marchi, una superficie totale di 180 mila metri quadri lordi distribuita su 10 padiglioni, con un tasso altissimo di fidelizzazione delle aziende edizione dopo edizione e un turn over esiguo, del solo 8%”, ha detto Paolo Borgio, exhibition manager di TUTTOFOOD, ” dato dall’attenzione per la filiera che abbiamo saputo offrire durante anni di accordi con le associazioni, incontri con le aziende, convegni aperti agli operatori”.
L’edizione 2015 della terza fiera agroalimentare in Europa (con un “salto” di due posizioni rispetto al 2013) accoglierà gli operatori all’interno di un layout specializzato in settori, ma che non esclude dialogo, commistioni, innovative idee trasversali. Per questa edizione ai settori ormai “storici”, si affiancheranno nuove merceologie con una crescita generalizzata che in alcuni comparti doppia i risultati del 2013. Come quello dedicato a Carne e Salumi, cresciuto del 40% rispetto al 2013, al dolciario con Dolce Italia, il cui numero di espositori è raddoppiato, al Lattiero Caseario e ai Surgelati, anch’essi più rappresentati, fino al Multiprodotto, che occupa il doppio degli spazi rispetto al 2013 e all’Ho.re.ca. e Beverage, che ha visto la presenza delle aziende del settore acque minerali e birra crescere rispettivamente del 50% e del 130%. A queste realtà si sono aggiunti in questa edizione un intero padiglione dedicato al Vending, con una special edition di Venditalia, realizzato in collaborazione con CONFIDA, si è fortemente ampliato e potenziato il settore del Green Food che ha triplicato i volumi, grazie ad un’area dedicata che verrà completata da uno spazio showcooking. Infine, a TUTTOFOOD 2015 debutterà il settore Ittico, che darà spazio per la prima volta a una delle grandi tipicità del nostro Paese e alle sue tante potenzialità di mercato.
Crescite importanti per ciascuna area e saturazione degli spazi raggiunta diversi mesi prima della manifestazione mostrano come TUTTOFOOD sia oggi un vero e proprio hub riconosciuto dal settore: questo grazie anche alle preziose alleanze di cui si è arricchito negli anni, associazioni dei vari comparti, come AIDEPI (pasta e dolci), ASSICA (carni e salumi), ASSOBIRRA (industria della birra), CONFIDA (vending), MINERACQUA (Acqua e bibite), QUALIVITA (consorzio per la qualità certificata del food), UNAPROL (olio e olivicoltura) e UNIONALIMENTARI (Unione Nazionale della Piccola e Media Industria Alimentare). Tutte realtà in grado di portare esperienze alla manifestazione, facendosi interpreti delle necessità di aziende molto differenti, per tipologia di prodotto, tradizione e dimensione, ma capaci di trasformare la manifestazione in un appuntamento imprescindibile.
Alle associazioni di categoria si aggiungeranno gli spazi istituzionali di Regioni, Consorzi, realtà locali e territoriali, che hanno scelto la manifestazione come portabandiera delle proprie tipicità e riferimento per la ricerca di nuovi mercati a livello nazionale e sovrannazionale. Accanto alle realtà fortemente localizzate e italianissime, non mancherà, infine, l’offerta di aziende estere, circa 400 espositori, cresciute dell’80% e provenienti da 43 nazioni. TUTTOFOOD ha inoltre raccolto e supportato gli studi e gli osservatori di grandi realtà di settore come IRI,IPSOS e NOMISMA, in grado di monitorare il mercato e mettere a disposizione una visione di insieme che, in più occasioni nei mesi precedenti la manifestazione è stata offerta e commentata da esperti durante incontri e convegni destinati agli operatori e pensati a tutto beneficio delle loro strategie di approccio al mercato. Un know how specifico a disposizione anche di tutti gli operatori che visiteranno TUTTOFOOD. Anche dal punto di vista dell’incontro con l’estero, l’edizione 2015 rappresenta un unicum, poiché si prevede che il bacino dei buyer raggiunti sarà di 20.000 operatori, di cui 2.100 top hosted buyers provenienti dai mercati di maggior interesse, individuati attraverso la collaborazione con ITA – Italian Trade Agency e profilati grazie a EMP, Expo Matching Program, il sistema di matching di Fiera Milano che consente di fissare appuntamenti mirati allo stand.
Anche gli operatori in visita ad Expo 2015 saranno intercettati per entrare in contatto con le aziende in mostra attraverso il programma di matching loro specificamente dedicato, l’Expo Business Matching, promosso da Expo Milano 2015 in partnership con Fiera Milano, Camera di commercio di Milano, Promos e PwC, una piattaforma web di incontri d’affari, creata per incoraggiare e facilitare l’internazionalizzazione delle imprese durante i sei mesi di Expo. La collaborazione tra Expo 2015 e TUTTOFOOD sarà sancita anche dalla serata che il 3 maggio, gli espositori della manifestazione potranno trascorrere all’interno del Padiglione Italia, fulcro dell’Esposizione Universale.
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