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Sulla riva sinistra del Tanaro, tra Carmagnola e le basse colline dell’Astigiano c'è il Roero, territorio millenario con oltre 20 comuni (scritti risalenti ancor prima
dell’arrivo dei Romani). Paesaggi incantevoli, dolci colline, boschi e vigneti, Patrimonio dell'Umanità Unesco insieme alle Langhe. In questo contesto, nel comune di Castagnito, si trova un'azienda agricola che ha ottenuto il marchio Green Experience, quel marchio che identifica parametri quali l’eccellente qualità del vino, l’utilizzo di tecniche naturali impiegate nei metodi di produzione e la cura del suolo, della biodiversità e del paesaggio.
L’azienda agricola è Costa Catterina. Catterina era il nome della mamma di Antonio Coscia, produttore e proprietario della Tenuta insieme a sua moglie Antonella. L'Azienda, creata dal bisnonno Michele Coscia, è a vocazione prettamente vitivinicola con 13 ettari di vigneti. La produzione è suddivisa con un 40% di Arneis e il restante 60 fra Barbera e Nebbiolo, più una piccola percentuale di Dolcetto. Circa 110 mila bottiglie annue di cui ben l'80% è destinato all'estero. Oltre ai vigneti - divisi in piu’ appezzamenti ubicati nel comune di Castagnito d’Alba e zone limitrofe - oggi l'azienda ha altri 13 ettari di noccioleti.
"Io non lo considero solo un lavoro - afferma Antonio Coscia - ma una vera e propria passione che condivido con mia moglie Antonella, la quale mi ha sempre appoggiato e supportato. Sul vino occorre continuamente investire ed avere dei progetti futuri ben definiti. Espansione e migliorare la qualità. Questo è il principio fondamentale".
I vini sono ottimi, sicuramente grazie alla natura, il clima e il terreno. Ma anche dal modo in cui viene coltivata e curata la vite. Antonio Coscia utilizza esclusivamente uve di produzione propria. Le viti possedute dall’azienda vengono potate con il sistema tradizionale guyot ovvero con un limitato numero di gemme. Il terreno delle vigne si caratterizza per l’inerbimento spontaneo, una pratica antica che ha anche il pregio di evitare il dilavamento dei suoli e di non utilizzare diserbanti, mentre per la difesa antiparassitaria si fa soprattutto ricorso alle strategie naturali.
Lo scopo è tutelare i paesaggi vitivinicoli di Langhe, Roero e Monferrato, riconosciuti dall’UNESCO, e consolidarne il loro futuro con un progetto corale e sostenibile. E non c'è dubbio che Costa Catterina attua un costante lavoro di qualificazione dei propri vigneti proprio alla ricerca della qualità.
La Tenuta ha recentemente ampliato l'offerta di accoglienza aggiungendo una struttura ricettiva con la possibilità di pernottamento e prima colazione. Sono tre ampie camere, sobrie ma con tutti i comfort tecnologici: ARNEIS, BARBERA e NEBBIOLO che richiamano i vini di produzione propria.
Un punto vendita è a disposizione degli ospiti e dei turisti di passaggio. Degustazioni in loco e visita guidata della cantina e nella vigna. Possibilità di fare escursioni e minitour nei dintorni, in primis a Castagnito, il piccolo comune il cui nome ha origine dalle piante secolari dei castagni. Nella parte piu’ alta del paese dove sorgeva anticamente il castello feudale, oggi sorge un bellissimo punto panoramico, il Castelverde, posto sopra il municipio, rallegrato da ombrose piante da dove si possono ammirare le colline circostanti ed adibito ad area attrezzata.
Altri punti di interesse sono la Parrocchiale di San Giovanni Battista, edificata nel 1674 sul sito della demolita chiesa dei Ss. Quirico e Giulitta, la Chiesa dei Disciplinanti Santo Spirito, a lato della parrocchiale, eretta nel 1708 e la Chiesa di San Bernardo a pianta circolare con pronao, costruita in raffinate linee barocche agli inizi del ‘700, la quale è posta sulla strada che porta a San Giuseppe di Castagnito ed ha la particolarità di essere leggermente pendente.
Silvia Donnini
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I Consorzi di Tutela piemontesi presenteranno le loro eccellenze alla fiera del Made in Italy dedicata ai buyer nazionali ed esteri
(CIBUS 3-6 maggio 2022 Pad 2, Stand I 037)
Da quasi 40 anni, con CIBUS a Parma, si celebra la capacità del Made in Italy alimentare di crescere rispettando e valorizzando la propria tradizione e i propri territori. La 21° edizione di Cibus si terrà dal 3 al 6 maggio con l’arrivo di migliaia di buyers esteri che torneranno finalmente in Italia per implementare i propri assortimenti con prodotti Made in Italy offerti da oltre 3.000 espositori. Sono previsti inoltre 50.000 operatori professionali italiani della distribuzione e della ristorazione e 2000 top buyer da Stati Uniti d’America, Europa, Medio Oriente, Sud America e Asia. In esposizione ci saranno circa mille nuovi prodotti che le aziende alimentari stanno immettendo nei mercati, con particolare attenzione alla salute, al benessere, al gusto, alle nuove combinazioni di ingredienti, e poi alla territorialità e ai packaging sostenibili.
In questa attesa kermesse enogastronomica il Consorzio di Tutela e Promozione del Crudo di Cuneo DOP e il Consorzio di Tutela del Salame Piemonte IGP parteciperanno congiuntamente a Parma, una delle più importanti manifestazioni fieristiche al mondo nel campo del food. La scelta dei due Consorzi è stata quella di promuoversi congiuntamente con l’obiettivo di far conoscere e apprezzare il grande e diversificato patrimonio della salumeria piemontese. I due Consorzi di Tutela saranno presenti a CIBUS, nell’ambito di uno stand comune, nel padiglione 02, stand I 037, dove racconteranno e presenteranno i prodotti e li proporranno in degustazione.
“La nostra presenza congiunta a CIBUS ha un valore particolare – spiegano Chiara Astesana e Daniele Veglio – rispettivamente presidente del Consorzio di Tutela e Promozione del Crudo di Cuneo e presidente del Consorzio di Tutela del Salame Piemonte – in primis, in un momento di congiuntura particolarmente difficile, vogliamo fare squadra, unire le forze per valorizzare le nostre produzioni. In secondo luogo, si vuole proporre i due salumi piemontesi, che vogliono farsi conoscere sempre più, in un ambito nazionale e internazionale superando la logica dei localismi e delle divisioni ma cercando di fare sistema per uscire dall’isolamento che spesso il Piemonte patisce”.
Il Consorzio di Tutela e Promozione del Crudo di Cuneo DOP nasce nel 1998 dall'iniziativa di un gruppo di imprenditori della filiera suinicola cuneese e ottiene nel 2009 la registrazione da parte dell'Unione Europea della denominazione Crudo di Cuneo D.O.P.
Il Crudo di Cuneo DOP è un prodotto di salumeria, crudo e stagionato, ottenuto dalla lavorazione di cosce fresche di suini. L’area di produzione del Crudo di Cuneo si estende alle province di Cuneo e Asti e a 54 Comuni della provincia di Torino. Il Prosciutto DOP è prodotto in una delle più corte filiere d’Italia.
Il Consorzio Salame Piemonte IGP nasce nel 2006 con l’obiettivo di promuovere e tutelare il Salame Piemonte IGP, registrata dal 2015, che ha origine da un’antica tradizione e dal saper fare che si manifesta nel connubio tra arte salumiera, carni e caratteristiche pedoclimatiche presenti nel territorio piemontese: la zona di produzione e stagionatura comprende infatti l’intero territorio della Regione Piemonte. La peculiarità risiede nell’utilizzo di vino rosso a denominazione di origine controllata ottenuto da uve provenienti dai tre vitigni più famosi del Piemonte: Barbera, Nebbiolo e Dolcetto, a testimonianza del profondo legame del prodotto con il territorio.
L’azione è realizzata grazie al cofinanziamento della Regione Piemonte nell’ambito delle Misure del PSR 2014-2020 – Bando 2/2020_B
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E’ il settimo locale a Torino, la città in cui è nato il brand ma non si ferma, a breve in arrivo l’ottavo
Il poke significa "tagliare a pezzi" in hawaiano ( a volte scritto poké se vogliamo usare la corretta pronuncia) ed è un piatto hawaiano probabilmente di origini semplici e povere a base di pesce crudo. Oggi è uno dei piatti principali della cucina hawaiana e conosciuto in tutto il pianeta, arricchito ovviamente di ingredienti. La sua diffusione è iniziata nel 2012, soprattutto in California, dove è diventato una alternativa di “fast food salutare”.
In poco più di 3 anni il brand si espande anche in Italia (2018), ed inizia proprio dal capoluogo torinese. Che sia per un pranzo di lavoro, un aperitivo sfizioso o una cenetta in pieno stile hawaiano, la catena Pacifik Poke riesce ad offrire sempre la giusta alternativa tra delivery, asporto e servizio in sala. Il menù è nato dopo un’attenta ricerca in campo gastronomico nel primo ristorante del gruppo, quello di via Verdi a Torino, e continuato poi in quello di via Pollaiuolo di Milano. Il risultato sono piatti che portano sulle tavole italiane, i sapori, i profumi e i colori delle terre hawaiane. Un delicato mix di esperienze sensoriali, nuove in Italia, che fanno "viaggiare" con la mente i clienti.
Con la nuova apertura in corso Monte Grappa 33/D, a Torino,settimo in ordine continuativo, si può vivere quest’angolo di città in zona Parella, una nuova prospettiva, piu restaurant e non solo pasto fugace.
Questo nuovo punto del brand, infatti, propone alla sua clientela sia il classico menù d’asporto, presente in tutti i punti vendita e che si può trovare in delivery tramite la piattaforma Glovo, sia la formula ristorante, con un menu più completo ed allargato dove il protagonista non è solamente il Poke (l’ormai iconico piatto hawaiano che ha conquistato i torinesi), ma tante altre prelibatezze come le tapas, le zuppe calde, tartare e i coloratissimi bagel. I piatti sono quasi tutti a base di pesce fresco marinato in salse speciali, ma non solo, anche pollo e carni, combinando materie prime gustose e di qualità nella realizzazione delle sue bowl.
Ottima la birra e cominciano ad arrivare negli scaffali anche bottiglie di vino, proprio perchè Pacifik Poke propone si al pubblico piatti della vera cucina hawaiana ma adattata al gusto italiano, ed il vino non può mancare.
Cucina gustosa sì, ma con un occhio di riguardo al pianeta:
La sostenibilità è un tema importante per il Brand, così come la ricerca di materie prime sane e genuine. Per combattere l’inquinamento causato da plastica, da tempo ormai il servizio delivery viene effettuato in confezioni 100% in materiale riciclabile. La lavorazione delle materie prime, infine, avviene con il massimo rispetto degli standard di qualità, creando ricette tradizionali usando tecniche moderne.
Storia e numeri di Pacifik Poke:
Pacifik Poke, marchio registrato da Poke Srl, è stato tra i primi a portare in Italia il Poke ad inizio 2018 . I quattro soci a capo del brand, dall’ideatore del progetto, Stefano Zenga, ad Andrea Garavoglia e Pierfranco Masera che insieme hanno realizzato i primi punti vendita, fino all'ingresso, nel secondo anno di vita di Ezio Salce, che vanta un’esperienza di franchisee per Autogrill, Rossopomodoro e Jv Partner di McDonald (con cui ha aperto 14 pdv), si approcciano a diventare un punto di riferimento del Poke a livello nazionale.
Il brand al terzo anno di attività e dopo il i successi ottenuti si apre al franchising e nel 2021 Pacifik Poke intende chiudere l’anno con oltre 16 punti vendita già identificati nel Centro-Nord Italia.
www.pacifikpoke.com
A Torino
Via Duchessa Jolanda, 1/c, 10138 Torino
Via Giuseppe Verdi, 34, 10124 Torino
Corso Dante, 51, 10126 Torino
Via I° Maggio, 2B, 10098, Rivoli
Via Tripoli, 26, 10137, Torino
Corso Regio Parco, 24/M, 10142, Torino
Corso Monte Grappa 33/D, 10145, Torino
Entro fine 2021 ottava apertura in Borgo Vittoria, via Breglio
A Milano
Via Magolfa, 1, (Glovo Cook Room), Milano
Via Antonio Pollaiuolo, 9, 20159, Milano
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La cantina della Comunità scelta dallo chef stellato per vinificare le uve dell’azienda Vistamare
Il vino come motore di unione, di cambiamento sociale e di valorizzazione di un territorio dove il buono cresce e ramifica. Sarà la cantina di San Patrignano a scrivere il primo capitolo della storia enologica dei vini dell’azienda agricola Vistamare di Carlo e Rosa Cracco. Ai ragazzi della Comunità è stato affidato il compito di vinificare le uve della vendemmia 2020 e 2021 all’interno della cantina, da qui avrà origine il rosso Colle Giove - Colli di Rimini Rosso Doc da vitigno Sangiovese e Cabernet Sauvignon. La commercializzazione dell’annata 2020 è prevista ad ottobre.
“Abbiamo scelto di collaborare con San Patrignano per questo progetto perché è una realtà che conosciamo da tanti anni e che apprezziamo particolarmente, non solo per la sua vocazione sociale, dedita al recupero e al reinserimento dei ragazzi in difficoltà, ma anche per la grande qualità dei loro prodotti, dai formaggi, al tessile, ai prodotti da forno. Quando le cose buone fanno anche del bene, è una doppia soddisfazione”, così Carlo e Rosa Cracco per Azienda Agricola Vistamare hanno sottolineato la scelta di produrre le proprie etichette insieme ai ragazzi della Comunità.
“Si è trattato di una bella sfida per i nostri ragazzi – spiega Roberto Bezzi, presidente della cooperativa agricola San Patrignano – Essere scelti per un nuovo progetto commerciale, per di più da uno chef tanto conosciuto dal grande pubblico quanto riconosciuto dalla critica, è un’incredibile carica di fiducia per la nostra cantina che metterà tutta se stessa per dar vita a vini di livello”.
La cantina di San Patrignano si è occupata del controllo delle uve, delle fasi di vinificazione, affinamento e imbottigliamento finale con la consulenza di Luca D’Attoma, enologo toscano di fama internazionale, che opera nella cantina della comunità insieme a un gruppo di settanta ragazzi dal 2019. Dai 5 ettari di terreno, di cui 3,5 ettari di vigneti a bacca rossa, della tenuta Vistamare situata sui colli di Santarcangelo di Romagna, saranno prodotte in totale 10.000 bottiglie.
San Patrignano è il più importante centro antidroga di tutta Europa ed ospita oltre 1.000 ragazzi e ragazze. Dal 1978 ad oggi, San Patrignano ha accolto in forma totalmente gratuita, senza oneri né per le famiglie né per lo Stato, oltre 26.000 persone provenienti da tutta Italia e da centinaia di diverse nazioni, offrendo loro una casa, l’assistenza sanitaria e legale, la possibilità di studiare, di imparare un lavoro e reinserirsi pienamente nella società al termine del percorso di recupero. La cantina rappresenta un’attività di formazione storica, nata insieme alla Comunità. Partendo dalla produzione di vini semplici, questa realtà è cresciuta negli anni, aumentando gli ettari coltivati e implementando la propria produzione vinicola con nuovi vitigni. Il vino di San Patrignano contribuisce all’autosostentamento della Comunità di recupero. Un luogo di altruismo e di rigenerazione dove ricostruire la propria identità e il proprio futuro sulle basi di valori solidi e genuini.
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I Gusti Nomadi di Giovanna Musumeci e Ida Di Biaggio: il processo di preparazione del gelato è espresso, personalizzato e “a vista”
Una proposta unica di ristorazione itinerante in cui il gelato artigianale è il protagonista assoluto: si chiama aVista e sono due donne, due esperte gelatiere a portarla avanti. L’idea nasce in Sicilia, incrocio di popoli e culture del Mediterraneo, dove Giovanna Musumeci e Ida Di Biaggio affondano le proprie radici.
Il processo di creazione e preparazione del gelato viene portato fuori dal laboratorio, sotto gli occhi del cliente - a vista, appunto – che acquista un vero e proprio ruolo, divenendo non solo spettatore del processo di creazione e ma anche ispiratore del prodotto finale, con le proprie esigenze e le preferenze.
Un processo che trae spunto dai nuovi format internazionali con spirito multiculturale e cosmopolita. Punto cardine è la sostenibilità, resa possibile grazie ai bassissimi consumi energetici, assieme all'attenzione nella ricerca e nella selezione delle materie prime.
Tutto nasce dalla visione di due gelatiere esperte, Giovanna e Ida, che, partendo dalla tradizione della convivialità e dell’accoglienza siciliane, hanno dato vita ad un format agile e adattabile a moltissimi ambienti e situazioni. Al centro, la proposta gastronomica: un’esperienza ogni volta sorprendente e affascinante, creativa e consapevole, che coinvolge il cliente nella preparazione espressa del gelato e lo immerge in un mondo tutto da scoprire. L’incontro con Paolo Cossu, architetto milanese da 25 anni a Londra, dà nuovo impulso per lo sviluppo del concept. Nasce così il format aVISTA e con esso l’esperienza dei gusti nomadi.
aVista è un viaggio sempre nuovo alla riscoperta di un mestiere antico, alla ricerca di nuove e interessanti contaminazioni. È la voglia di superare i limiti fisici e concettuali, di svelare i segreti di un'emozione, quella del gelato, a un cliente spesso ignaro dell'universo che si cela dietro al bancone, di regalare un momento di serena convivialità alla quotidianità del post-Covid.
Avista High Tea: a Mediterranean Experience
aVISTA High Tea: a mediterranean experience - Ispirati dalla memoria del turismo di fine ‘800, quando il viaggiatore d'oltralpe, attraverso il Grand Tour, scopriva la cultura, i sapori e i colori della Sicilia, nasce l’idea di reinterpretare in chiave contemporanea e mediterranea il classico rito anglosassone dell' High Tea. Dall’incontro con i profumi e i sapori siciliani nasce la proposta aVISTA High Tea: a mediterranean experience. Si tratta di un grand tour gastronomico che, attraverso il format tradizionale dell’HighTea, permetterà di far scoprire nuove combinazioni inaspettate di sapori e texture, di profumi e colori. Un menu innovativo che nasce e si sviluppa attorno al mondo del gelato, dei sorbetti e delle granite; protagonisti in sorprendenti combinazioni dolci e salate. Una proposta che va ad occupare un orario nuovo tra il pranzo e la sera con gusti e piatti nuovi, un’offerta di sapori unici; un momento conviviale coinvolgente con la preparazione del gelato espresso a vista, perfetta per realtà alberghiere e non solo.
Avista nel mondo- La tecnologia
L’idea di Giovanna e Ida, dunque, è quella di portare l'esperienza aVista ovunque, in ambienti all'aperto o al chiuso: dalla spiaggia al museo, dallo yacht, a una fiera, a bordo piscina, in un salone delle feste, in un rifugio alpino, in un vigneto, ovunque si possa immaginarlo: grazie alla tecnologia Motor Power Company e al design ideato dallo studio londinese Paolo Cossu Architect. Il banco aVista, infatti, integra una macchina mantecatrice, un set di pozzetti e una zona lavaggio, permettendo al team di proporre e adattare l’esperienza aVista a qualsiasi scenario d’uso e ambientazione, rendendo così quest’ultima unica e irripetibile. L'esperienza convivale diventa così diversa a seconda del luogo in cui aVISTA si trova, sempre uguale a sé stessa ma con l’aggiunta di parti di diversità, prendendo dal luogo in cui opera e restituendo un’offerta unica e, di fatto, irriproducibile in altre location. La mobilità fisica del progetto risulta dunque essere la metafora della capacità di muoversi e di evolversi del progetto stesso così come del concetto stesso di gelateria.
La sostenibilità del progetto
aVISTA ha scelto di utilizzare la tecnologia rivoluzionaria di Motor Power Company, in quanto, con la tipologia Principessa, ha dato vita ad una macchina versatile e leggera, dotata di ruote e che non necessita di allaccio idrico, che sposa perfettamente il progetto delle chef gelatiere. Il concetto di gelato espresso, inoltre, è parte fondamentale della proposta aVista e la macchina MPC nasce proprio per casi come questo. In più, Principessa consente di avere un controllo in tempo reale sulla produzione.
Altra caratteristica fondamentale che lega le due realtà, è la attenzione alla sostenibilità: l’eliminazione del raffreddamento ad acqua e del lavaggio della macchina tra un ciclo e l’altro permette il 100% di risparmio idrico e inoltre i consumi energetici sono abbattuti radicalmente. Il mantecatore e i pozzetti di conservazione, inoltre, non utilizzano glicole per il raffreddamento, ma una tecnologia che si avvale del freddo statico e consente di conservare al meglio il gelato presente nelle carapine: una temperatura ideale e costante permette di servire al meglio, in qualsiasi momento, il gelato o le granite.
Il controllo da remoto che questa tecnologia permette, infine, è fondamentale per la scalabilità del progetto imprenditoriale aVISTA.
Chi sono le maestre:
Giovanna Musumeci
Maestra gelatiera di Randazzo, alle pendici dell’Etna. Rappresenta la grinta della nuova generazione di gelatieri che, con grande orgoglio, riesce a portare l’eccellenza del gelato artigianale e della Sicilia stessa nel mondo.
Ida Di Biaggio
Maestra gelatiera, metà siciliana e metà abruzzese. È diventata una nuova promotrice del gelato artigianale; uno sguardo attento alla tradizione, con un occhio rivolto all’evoluzione del gelato, in tutte le sue sfaccettature.
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