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Sarà Montalcino la nuova sede del Movimento Turismo Vino nazionale: da domani la città del Brunello ospiterà la segreteria di MTV nello storico Palazzo Comunale. L’associazione che riunisce circa mille fra le più prestigiose cantine d’Italia sceglie così uno dei più grandi territori del vino italiano che ha fatto da apripista per l’enoturismo in Italia. Un fenomeno, quello dell’enoturismo, che secondo il Censis è uno dei segmenti turistici a maggior tasso di crescita nel Paese.
"Montalcino è stata una delle prime realtà in Italia - sottolinea la presidente del Movimento Turismo Vino, Daniela Mastroberardino - a puntare sul connubio tra viaggi e vino per crescere, rendendo negli anni questa piccola area un brand territoriale conosciuto da milioni di enoappassionati.
Ciò dimostra che il sistema "enoturismò funziona e può fare da volano allo sviluppo economico del territorio, dalle grandi realtà a quelle più piccole. Ed è proprio alle singole cantine, che sono la ricchezza del Movimento, che daremo una particolare attenzione - ha concluso la presidente Mastroberardino - promuovendo un percorso di crescita dell’enoturismo come "stile di vità, attraverso eventi ed iniziative di forte carattere nazionale durante tutto l’anno, i nuovi media e gli strumenti offerti dal web 2.0".
"Il Movimento Turismo del Vino è nato, idealmente, qui nel 1993 e qui ritorna - afferma Silvio Franceschelli, sindaco di Montalcino - in un’ottica di sinergia virtuosa che costituirà sicuramente un vantaggio sia per Montalcino, sia per l’associazione che da sempre è impegnata nel promuovere la cultura del vino attraverso i luoghi di produzione".
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Nel corso della prima settimana di settembre ha avuto inizio la raccolta dell’uva nei vigneti della Cantina Tramin a Termeno (BZ), azienda tra le più premiate d’Italia e responsabile di alcune tra le migliori interpretazioni del vitigno aromatico Gewürztraminer.
Vini di grande densità, volume e con un’alta concentrazione di sostanze aromatiche e di precursori olfattivi: queste le caratteristiche che risultano dalle prime impressioni per questa vendemmia 2012 alla Cantina Tramin.
Nelle parole dell’enologo Willi Stürz, che da 15 anni segue la cantina ed è stato eletto miglior enologo d’Italia 2004, le anticipazioni sulla prossima annata regalano grandi speranze e interesse. Dopo le felici vendemmie di questi anni, come l’eccezionale 2009, il 2011 che ha portato rossi notevoli e un Gewürztraminer eccezionale, o i bianchi fortunatissimi degli ultimi tre anni, ora anche le anticipazioni per il 2012 alimentano le aspettative positive.
Il 3 settembre è stata la data di avvio per questa vendemmia. Il caldo che ha caratterizzato questo anno di produzione infatti promette delle rese abbattute di almeno il 10% , con punte fino al 20-40% per alcuni impianti. Circa 2 o 3 migliaia di tonnellate in meno rispetto all’anno scorso, che soprattutto nel Gewürztraminer e nei bianchi, consentirà di concentrare i precursori aromatici e le tonalità intense di questi vini.
Come conferma Willi Stürz, "in questo anno la resa per ettaro, che già teniamo bassa con la potatura e il diradamento, é stata bassissima, anche a causa della forte calura. È un dato che accomuna tutte le nostre varietà vinicole, compreso il Gewürztraminer. Questo forte abbattimento della produzione porterà, per contraltare, a un maggiore potenziale in qualità, corpo e densità nei vini. Dopo una partenza anticipata in primavera, lo sviluppo della vegetazione ha subito fortunatamente un rallentamento e un ritardo di circa 10 giorni e confermando il trend delle altre annate. Durante l’estate, è giunto anche da noi il grande caldo, che ha certamente segnato e contratto lo sviluppo dei vigneti, senza tuttavia portare in sofferenza e siccità. In zona alpina infatti, il caldo intenso è arrivato nella fase iniziale della maturazione, ed era accompagnato ad intervalli da piccole piogge. In questo senso, capiamo la fortuna dei nostri climi Dolomitici: il tenore tendenzialmente fresco della nostra terra é una grande forza e ci aiuta in annate torride come questa. La bella escursione termica tra il giorno e la notte, consente di fissare profumi e valorizzare gli aromi delle nostre uve".
Una produzione, quella della Cantina Tramin, che mette a frutto tutto l’impegno dedicato in questi anni ai bisogni specifici dei singoli vitigni, molto diversi per altitudine e caratteristiche. Gli impianti crescono di annata in annata rivelando una maggiore stabilità ed equilibrio, mentre l’inerbimento e il sovescio sono trattamenti impiegati per valorizzare la qualità di alcuni appezzamenti e seguire le esigenze di ogni vigneto. Anche in questo risiede la forza del modello produttivo della cantina, con più di 200 micro soci, per i quali il rapporto uomo-vigneto è in equilibrio misurato e sostenibile.
Tra le maggiori cantine cooperative dell’Alto Adige, Cantina Tramin ha costruito la propria immagine lavorando sulla qualità e sull’eccellenza dei vini bianchi aromatici, sintesi dell’eleganza e delle fragranze peculiari del territorio altoatesino.
Anche per la propria sede, la recente ristrutturazione ha regalato al territorio un esempio di architettura contemporanea di assoluto pregio e rilievo. La spettacolare costruzione in ferro verde che si staglia contro il profilo della valle dell’Adige in mezzo ai vigneti, è opera dell’architetto Werner Tscholl ed è presente in questi mesi nella mostra della Biennale di Architettura di Venezia, come esempio di architettura contemporanea in rapporto virtuoso con territorio e ambiente.
Cantina Tramin
Strada del Vino 144 Termeno (BZ)
Tel 0471 096633
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Si sono conclusi i giochi olimpici di Londra e con essi anche gli appuntamenti enogastronomici legati ai prodotti Dop e Igp italiani che dal 27 luglio al 12 agosto hanno allietato atleti, giornalisti e vip frequentatori del True Italian Restaurant a Casa Italia CONI. Il quartier generale degli azzurri era stato allestito al Queen Elizabeth II Conference Centre che dispone di una irresistibile vista sulla City e sui suoi monumenti simbolo, come il Big Ben, il Tower Bridge.
Sono stati oltre 12.000 gli ospiti che durante le Olimpiadi hanno potuto degustare e deliziarsi con le eccellenze agroalimentari italiane, offerte sia nell’Aperitivo Italiano sia nelle cene che a queste hanno fatto seguito. Una varietà di piatti, preparati dai migliori chef italiani con prodotti esclusivamente DOP e IGP, rappresentati a Londra dall’Associazione Italiana Consorzi Indicazioni Geografiche AICIG, coinvolti nel progetto dal Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali.
"Ancora una volta - ha affermato il Presidente dell’Aicig Giuseppe Liberatore - è proprio il caso di dirlo, abbiamo fatto squadra. Tutti insieme per presentare il meglio dell’agroalimentare italiano sul mercato londinese. Le sinergie instaurate sono dimostrazione del fatto che solo insieme è possibile raggiungere risultati migliori e più efficaci. L’attività di internazionalizzazione non deve infatti essere sottovalutata ma al contrario deve essere ben pianificata, strutturata e condotta".
I prodotti DOP e IGP italiani che hanno reso più piacevole la permanenza anche dei nostri 291 atleti, della stampa e dei vip nella capitale britannica per tutta la durata dei giochi sono: Aceto Balsamico Tradizionale di Modena Dop, Aceto Balsamico di Modena IGP, Grana Padano Dop, La Bella della Daunia Dop, Montasio Dop, Mortadella Bologna Igp, Mozzarella di Bufala Campana Dop, Pane di Altamura Dop, Parmigiano Reggiano Dop, Pecorino Romano Dop, Pecorino Toscano Dop, Pomodoro di Pachino Igp, Prosciutto di Modena Dop, Prosciutto di Parma Dop, Prosciutto di San Daniele Dop, Prosciutto Toscano Dop, Quartirolo Lombardo Dop, Salame Brianza Dop, Salamini Italiani alla Cacciatora Dop, Speck Alto Adige Igp, Bresaola della Valtellina Igp, Salumi di Calabria Dop, Salume Piacentino Dop, Salame di Varzi Dop e gli oli Chianti Classico Dop, Garda Dop, Riviera Ligure Dop, Sabina Dop, Val Di Mazara Dop
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Oltre 120 mila pezzi di grana e parmigiano. E’ questo il bilancio finale dell’operazione "Grana della solidarietà" lanciata in Lombardia dalla Coldiretti regionale per aiutare i caseifici colpiti dal sisma che ha investito il Mantovano e l’Emilia Romagna.
I risultati sono stati presentati nell’ambito della prima assemblea di Agricolturamica, la cooperativa fondata da aziende agricole che, nell’ambito del progetto Filiera italiana della Coldiretti, porta i tesori agroalimentari lombardi nelle mense scolastiche, negli ospedali, nei "self service della salute" e nelle 70 Botteghe di Campagna Amica sul territorio nazionale, fra cui quella aperta quest’anno nella Cascina Cuccagna a Milano.
L’operazione "Grana della solidarietà" – spiega la Coldiretti Lombardia – è stata possibile grazie alla mobilitazione di tutte le Federazioni provinciali della Coldiretti e grazie al consenso dimostrato da migliaia di consumatori. La mappa presentata oggi indica infatti che a Bergamo sono stati distribuiti quasi 8 mila pezzi, a Brescia 15 mila, a Como e Lecco 5 mila, a Cremona 6 mila, a Mantova 5 mila, a Milano Lodi e Monza 50 mila, a Pavia 13 mila, a Sondrio 14 mila, a Varese 8 mila. Nei due mesi dalla prima scossa un italiano su quattro ha acquistato prodotti alimentari provenienti dalle zone terremotate dell’Emilia e della Lombardia dove a causa del terremoto sono stati stimati danni al settore agroalimentare per oltre 700 milioni di euro.
"La risposta della gente – spiega Ettore Prandini, Presidente della Coldiretti Lombardia – è una conferma dell’enorme valore, non solo economico, che viene attribuito ai tesori agroalimentari che sono le bandiere del nostro modo di essere e di lavorare. Sono i simboli di uno stile di vita e di una grande varietà e ricchezza territoriale". Infatti sulla base dell’ultima classifica sui prodotti tradizionali regionali salvati dall’estinzione stilata dalla Coldiretti, la Lombardia può vantare 242 "bandiere del gusto" che vanno dai "bastardei" al "violino di capra", dallo "stracchino bronzone" allo "scimudin" della Valtellina, dall’asparago di Cantello alla patata di Oreno, dai "casoncelli" alla "tortionata".
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Cesare Baldrighi (foto), cremonese, Presidente della Latteria PLAC di Persico Dosimo (CR) aderente a Confcooperative, e Presidente del Consorzio di tutela del Grana Padano DOP Presidente Baldrighi, a più di un mese dal terremoto che ha colpito l’Emilia e la provincia di Mantova, qual è il bilancio definitivo dei danni provocati per il comparto del Grana Padano?
Quante forme sono cadute e quante di queste sono state recuperate? Qual è l’ammontare, in valore, dei danni?
Il bilancio del sisma in 9 caseifici e 4 magazzini di stagionatura fa contare circa 300mila forme cadute per un danno complessivo, comprese le strutture danneggiate, di 70 milioni di euro. Ricordiamo che i caseifici colpiti, perché avevano il loro formaggio in uno dei 4 maggiori magazzini, sono 30. Diciamo che nei caseifici più attrezzati è stato possibile recuperare circa 150mila forme.
Quali sono stati gli interventi del Consorzio di tutela del Grana Padano a supporto e in aiuto dei caseifici colpiti?
Tutti i consorziati concorreranno direttamente ad aiutare i caseifici danneggiati non coperti dall’assicurazione, perciò ogni pezzo di Grana Padano acquistato sarà Grana Padano solidale indipendentemente dal caseificio che l’ha prodotto. Per stabilire la linea di condotta abbiamo indetto un’Assemblea Straordinaria, che si è riunita il 29 giugno e che ha approvato quasi all’unanimità questo provvedimento.
La società civile ha dimostrato una grande sensibilità nei confronti delle iniziative solidaristiche per la vendita del formaggio terremotato; da questo punto di vista qual è il consiglio che Lei si sente di dare ai consumatori?
Semplice: di consumare sempre più Grana Padano, per sostenere lo sforzo unitario di tutto il Consorzio, ma anche per aiutare le popolazioni colpite dal sisma. Fin dai primi giorni del post-terremoto abbiamo rivolto agli italiani l’invito di non cercare il Grana Padano rotto, che per tutelare la qualità e la sicurezza del consumatore è stato ritirato dal mercato, ma di acquistare Grana Padano DOP nei classici punti vendita, garanti che tutto il formaggio confezionato e messo in commercio da confezionatori autorizzati è il tradizionale Grana Padano DOP. Le azioni promozionali fatte con la grande distribuzione (Coop, Conad, LD, Pam, Bennet e altre catene si stanno aggregando) andrà devoluto alle popolazioni terremotate per il tramite dei sindaci: l’obiettivo era quello di raggiungere 1 milione di euro, ma già stiamo ottenendo molto di più. Per dare ampia diffusione a queste azioni solidali abbiamo previsto per i mesi di luglio e agosto una massiccia campagna media: con 7.552 spot TV, 2.992 spot radio e numerose uscite sulle principali testate a livello nazionale, vogliamo comunicare al grande pubblico che ‘ricominciare insieme è possibile’. Grana Padano DOP sia per supportare il sistema Grana Padano sia per operare un sostegno concreto alle popolazioni colpite dal sisma.
Lei è un cooperatore, e la solidarietà è uno dei principi che contraddistinguono i cooperatori nella società, in una dura prova come quella del terremoto, a Suo avviso i caseifici cooperativi hanno dimostrato di essere all’altezza?
Sicuramente si. Fra i 117 soci del Consorzio non danneggiati non c’è stata alcuna esitazione ad aiutare i 30 danneggiati dal sisma.
E oltre a questo, come già successo per l’Aquila, Haiti e il Giappone, il Consorzio ha saputo pensare a chi è stato ancora più sfortunato, cioè le popolazioni colpite, a tanta gente che forse non consuma neppure Grana Padano e probabilmente non lo consumerà neanche in futuro.
Giuseppe Alai (foto), reggiano, Presidente della Confcooperative di Reggio Emilia e Presidente del Consorzio del Parmigiano Reggiano DOP Presidente, a più di un mese dal terremoto che ha colpito l’Emilia e la provincia di Mantova, qual è il bilancio definitivo dei danni provocati per il comparto del Parmigiano Reggiano? Quante forme sono cadute e quante di queste sono state recuperate? Qual è l’ammontare, in valore, dei danni?
I danni provocati dal sisma del 20 e 29 maggio scorsi
superano i 120 milioni di euro. Questo valore è comprensivo dei danni alle forme, ma anche ai magazzini e agli impianti e attrezzature. Le forme cadute sono oltre 600.000, di cui oltre
300.000 sono state danneggiate e rappresentano i 2/3 del danno totale a causa della grave perdita di valore. Il formaggio con meno di due mesi di stagionatura è, per legge, destinato alla fusione con una perdita di valore di circa 350 euro / forma, quello con stagionatura fra i 3 e i 12 mesi
(non ancora conforme alla Denominazione di origine protetta) è divenuto così formaggio generico da grattugia o da fusione, con un danno, per perdita di valore e di peso, di circa 150-200 euro / forma, e quello già stagionato e classificato come Dop ha subito un calo di valore di 50-100 euro / forma. Oltre al danno sul prodotto, sono state colpite anche le cosiddette 'scalere', ovvero le scaffalature su cui le forme di Parmigiano Reggiano vengono poste durante il periodo di stagionatura. Inoltre va considerato che questi danni ripercuotono i loro effetti su oltre 600 allevamenti produttori di latte e strutture agricole.
Quali sono stati gli interventi del Consorzio di tutela del Parmigiano Reggiano a supporto e in aiuto dei caseifici colpiti? Ritiene che le istituzioni abbiamo agito in maniera efficiente e coordinata o si può e si poteva fare di più?
Il Consorzio si è attivato su più fronti, calibrando l’intervento tra iniziative che riguardano l’emergenza e iniziative volte al futuro.
Nei giorni subito successivi al sisma è iniziata la ricerca dei posti forma, visto che con i crolli ne sono venuti a mancare circa 800.000, e degli spazi frigoriferi per collocare il prodotto prelevato dai magazzini crollati. Inoltre, immediatamente per far fronte all’emergenza e sostenere i soci colpiti, ci siamo relazionati con le istituzioni a tutti i livelli, ed abbiamo chiesto al ministro Catania ed al Governo una moratoria di 12 mesi sui prestiti a breve, l’individuazione urgente di canali di smaltimento del prodotto danneggiato, l’anticipazione dell’erogazione dei contributi della PAC e la sospensione dell’ultima tranche del super prelievo sulle quote latte. Guardando più al futuro, la nostra priorità è ripristinare tali strutture in modo da poter programmare il normale ciclo produttivo. Sempre per il problema del ripristino dei posti forma, abbiamo avviato un gruppo di lavoro tecnico, con l’Università di Parma – Facoltà di Ingegneria – per mettere a punto delle linee guida per la costruzione delle 'scalere' in sicurezza. Oltre alle operazioni di svuotamento dei magazzini e ripristino delle strutture, si sta affrontando il problema dei prestiti finanziari che erano garantiti a pegno delle forme che in questo momento hanno perso consistenza e valore. Il Consorzio al proposito ha già incontrato i dieci istituti di
credito interessati, i quali si sono dimostrati disponibili a poter attendere il tempo necessario che potrà servire per ripristinare o il valore delle scorte o le scorte a cui cercheremo di far seguire un recupero dei danni anche importante per il ripristino dell’attività normale. Inoltre, il Consorzio ha supportato, nella fase di conversione in legge del DL 'terremoto' del 6 giugno 2012, uno specifico emendamento che prevede il risarcimento dei danni arrecati dal sisma anche ai prodotti Dop posti nei magazzini e rispetto al Ministro Catania è stato richiesto un intervento urgente per destinare al parziale risarcimento dei danni parte dei fondi resi disponibili al Mipaaf con l’art. 59 comma 3 del recente DL 'sviluppo'.
Ad oggi alcuni fondi sono stati già stanziati nell’ambito dei Psr, ma nel complesso la risposta delle istituzioni è ancora parziale. Ci aspettiamo che la definizione delle norme avvenga in tempi rapidi in modo da assicurare la continuità delle imprese della filiera.
La società civile ha dimostrato una grande sensibilità nei confronti delle iniziative solidaristiche per la vendita del formaggio terremotato, nel Vostro caso con un grande supporto del Consorzio; da questo punto di vista qual è il consiglio che Lei si sente di dare ai consumatori che oggi come non mai vivono il protagonismo mediatico dei formaggi Grana? Oltre alla solidarietà, secondo Lei quali motivi hanno spinto la società civile a 'mobilitarsi' per l’acquisto del formaggio terremotato?
Innanzi tutto sottolineo la risposta formidabile che hanno dato alcuni milioni di famiglie italiane, attraverso l’acquisto diretto e migliaia di gruppi di acquisto nati spontaneamente, che hanno testimoniato la loro vicinanza alle imprese, al territorio e al prodotto acquistando in queste settimane il Parmigiano Reggiano. Di questo fenomeno hanno parlato innanzi tutto le redazioni di giornali e tv, che va letto come un’espressione non solo di affetto e solidarietà verso i produttori ma anche di come il Parmigiano Reggiano è nel cuore della gente ed è vissuto come un 'pezzo d’Italia'. Dal punto di vista organizzativo, il Consorzio ha attivato varie azioni per aiutare i caseifici colpiti sia diffondendo informazioni, sia coinvolgendo altri caseifici con la vendita di
Parmigiano Reggiano solidale, e questo canale ha riscosso un grande successo. Il sostegno è giunto anche da parte della GDO (Coop, Unes e Auchan) e di imprese come Mc Donald’s che, per ogni pezzo di formaggio venduto a prezzi correnti, hanno scelto di destinare 1€ al fondo di solidarietà istituito in favore dei caseifici interessati dal sisma.
La cooperazione è un pilastro della filiera del Parmigiano Reggiano, e solidarietà è uno dei principi che contraddistinguono la cooperazione nella società e nell’economia, in una dura prova come quella del terremoto, a Suo avviso i caseifici cooperativi hanno dimostrato di essere all’altezza di questi così importanti principi? Hanno dimostrato di rappresentare un modello socio-economico che anche e soprattutto nei periodi di crisi può fare la differenza?
Ritengo che nei momenti di difficoltà tutti debbano fare la loro parte, contribuendo ad azioni di solidarietà. E su questo punto va detto che il sistema cooperativo del nostro territorio, non solo quello legato al Parmigiano Reggiano, ha dato risposte importanti fin dalle prime ore successive agli eventi sismici. Infatti c’è stata immediatamente solidarietà tra caseifici in termini di messa in disponibilità di posti forma, di attrezzature e macchinari. Così come le strutture cooperative della filiera ortofrutticola ha messo a disposizione strutture e spazi per lo stoccaggio refrigerato del prodotto danneggiato.
Questo ovviamente non basta. Ora stiamo lavorando anche internamente alla compagine dei caseifici aderenti al Consorzio, per la definizione di contributo aggiuntivo per sostenere il collocamento nel mercato delle forme danneggiate e destinabili alla fusione. Guardare avanti ora è indispensabile. La produzione di Parmigiano Reggiano, nonostante la situazione di emergenza, non si è mai arrestata e stiamo lavorando senza tregua per tornare il prima possibile alla normalità.
(interviste di confcoop lombardia)
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