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E’ tutto pronto per la seconda edizione di Discover the Origin, il progetto di valorizzazione nel Regno Unito dei prodotti europei di alta qualità: Prosciutto di Parma, i vini di Borgogna e di Porto e Parmigiano-Reggiano. La campagna, promossa dall’Unione Europea e dall’Italia, Francia e Portogallo, mira a migliorare la conoscenza delle DOP tra i consumatori, distributori e professionisti del cibo e a renderli più consapevoli sulle caratteristiche che rendono questi prodotti così unici e apprezzati in tutto il mondo per sapore, storia e tradizioni.
Anche questa nuova edizione ha un programma ricco di iniziative e attività che vedranno il Prosciutto di Parma protagonista in Gran Bretagna e Irlanda durante tutto il 2012. In particolare sono previsti eventi di degustazione aperti al pubblico e 15 seminari formativi rivolti a diversi canali distributivi - ristoranti, negozi specializzati, importatori e distributori - in 5 città della Gran Bretagna e 4 città irlandesi. Queste masterclass forniranno le competenze teoriche e pratiche sul Prosciutto di Parma che permetteranno ai partecipanti di guidare i propri clienti e consumatori negli acquisti grazie a una maggiore conoscenza del prodotto.
La partecipazione del Prosciutto di Parma insieme ad altri prodotti dell’eccellenza enogastronomica a un progetto internazionale è un bell’esempio per presentare il sistema europeo unito e diffondere i valori di qualità che sono propri del mondo delle DOP.
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La fascia costiera a sud di Livorno è rocciosa fino a Castiglioncello, poi diventa un arco di spiagge sabbiose di circa 45 km fino a Baratti.
Dune, pinete e boschi costieri, tutelati attraverso un articolato sistema di aree protette fatte di scogli, si alternano a spiagge di sabbia bianca, insenature, calette e baie rigogliose di macchia mediterranea, mentre l’Aurelia segue l’andamento sinuoso della costa. In pochi kilometri dalle scogliere di Quercianella e Castiglioncello si arriva al litorale sabbioso della Costa degli Etruschi, dalle spiagge più scure di Marina di Cecina, Forte di Bibbona, Marina di Castagneto Carducci e Donoratico, fino ai profondi arenili di San Vincenzo.
Basta lasciare la costa e iniziano i dolci rilievi collinari, coperti da ricca vegetazione: lecci e corbezzoli, lentischi e viburni, eriche e filiere, tipica della macchia mediterranea, dominati da borghi come Bibbona, Bolgheri, Castagneto Carducci, Sassetta, Suvereto.
Ma il richiamo del mare è forte e tornando sulla costa si arriva al cosiddetto Golfo del Ferro, il Golfo di Baratti.
Qui fiorì la città di Populonia, unico grande centro etrusco - Fufluna, sorto direttamente sul mare con funzione commerciale e produttiva quale centro siderurgico, per la lavorazione prima del rame, poi del bronzo, poi del ferro, a partire dal V secolo, quando dall’Elba veniva trasportato il minerale proprio a Baratti, dove erano localizzati sia il porto che le officine.
È quanto testimonia il Parco Archeologico di Baratti e Populonia, con l’acropoli, i templi, e la città bassa, con il porto e il quartiere industriale, dove si raffinavano i materiali ferrosi e nel retroterra le possenti mura con le necropoli connesse a Populonia, con la Tomba dei Carri, la Tomba dei Flabelli, la Tomba del Bronzetto d’Offerente, la necropoli del Casone, con la Rocca della I metà del XV secolo con il borgo trecentesco all’interno con possente torrione a pianta rettangolare, il promontorio e il Borgo Murato.
Il mare etrusco era un mare di passaggio di tonni e palamite – predatore che si nutre di acciughe e sardine; non è un caso che il piatto classico di Baratti sia il tonno briao – con vino rosso e che fino dall’inizio dell’Ottocento per oltre un secolo, precisamente fino al 1940, rimase attiva una tonnara.
Famosa è la palamita di San Vincenzo, che i pescatori bollivano in acqua e aceto, con carota, sedano e tutti gli odori, per poi pulirla e marinarla.
Questo è il regno della Strada del Vino e dell’Olio Costa degli Etruschi, che copre un percorso che supera i 150 km di lunghezza lungo la costa tirrenica e l’Isola d’Elba, raggiungendo nel pisano, anche Santa Luce, Castellina Marittima con le cave di Alabastro, Riparbella, Montescudaio, Guardistallo, Casale Marittimo.
Un itinerario fra borghi, pievi, fattorie e cantine alla scoperta delle 5 DOC: Montescudaio, Terratico di Bibbona, Bolgheri, Val di Cornia, Isola d’Elba, oltre ai pregevoli olii extravergini d’oliva
La Costa degli Etruschi mette in tavola ingredienti di terra e di mare: seppie con le bietole, il baccalà o lo stoccafisso con cipolla, pomodoro e patate, triglie alla livornese, cuscus, la pappa al pomodoro, il riso nero con le seppie, i minestroni, la famosa palamita di San Vincenzo.
Non mancano la cacciagione, ravioli con sugo di lepre, tordi con le olive, spiedini e carne alla griglia e in umido, frattaglie, salsicce di cinghiale e soppressata, insaccati, tartufi funghi e selvaggina, capriolo in umido con le olive e il cinghiale in dolce –forte.
Mare e non solo: itinerari nella natura, passeggiate, escursioni a cavallo o in mountain bike, birdwatching, nautica da diporto, immersioni subacquee, surf, wind-surf, canoa, parchi giochi e parchi acquatici.
Si arriva a Piombino, ma Piombino non è solo meta di imbarco.
La cittadina merita una visita: tra la fine del XII secolo e la prima metà del XIII secolo fu il II porto della Repubblica marinara di Pisa, il centro storico medioevale è importante, con il Rivellino quattrocentesco con torrione del 1212, la chiesa romanico – gotica di Sant’Antimo del 1377, il Viale del Popolo, piazza Bovio, il porticciolo con la vista di Cerboli e Palmaiola.
Nella parte orientale belle sono le fortificazioni con il Cassero centrale – XIII –XVII secolo e la Fortezza del 1552.
È legato alle ferriere che lavoravano il minerale che arrivava dall’Elba e il polpo è la specialità della città.
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Grazie alla sua posizione privilegiata, protetto dalle colline su cui si rincorrono vigneti e frutteti, il capoluogo altoatesino vanta un clima mite, particolarmente favorevole alla coltivazione di numerosi prodotti tipici.
Che siate tra coloro che preferiscono esplorare questo territorio su due ruote, a piedi, o prendendo parte a un’escursione organizzata, la primavera rappresenta il periodo migliore per scoprire la Strada del Vino dell’Alto Adige. Da aprile a giugno si susseguono infatti appuntamenti per tutti i gusti: dalla Festa degli Asparagi che celebra la piccola produzione dell’asparago Margarete di Terlano, alla manifestazione Vino in Festa, che porta in primo piano le eccellenze vinicole del territorio. Già alla fine del XIX secolo il paese di Terlano, insieme alle vicine frazioni di Vilpiano e Settequerce, era una meta escursionistica ambita dai bolzanini, che vi si recavano in primavera per assaporare i pregiati asparagi bianchi.
Gli asparagi a denominazione protetta Margarete, una specialità garantita a chilometro zero, vengono ancora oggi coltivati senza l’uso di macchinari e sono raccolti rigorosamente a mano. Per consentire ai veri gourmet di apprezzarne al meglio il sapore delicato, che raggiunge il top a poche ore dalla raccolta, nei dintorni di Terlano vengono organizzate diverse manifestazioni enogastronomiche: il 25 aprile si tiene ad esempio una “passeggiata naturalistica”, itinerario che comprende anche un pranzo a base di asparagi, mentre il 29 aprile la piazza principale di Terlano ospita la tradizionale Festa degli Asparagi.
Dal 18 maggio prende invece il via la VI edizione di Vino in Festa, un invito a scoprire l’affascinante e variegato universo enologico altoatesino.
Per un mese cantine, ristoranti e castelli sudtirolesi saranno animati da eventi, degustazioni, incontri con enologi, produttori e vignaioli. Il primo appuntamento, dal 18 al 20 maggio, è con la Mostra Vini di Bolzano, allestita tra il Museo Mercantile e il Parkhotel Laurin. Da non perdere, nel giorno di chiusura, la Colazione di Spumante Alto Adige. Seguono poi numerose iniziative tra cui il VinoSafari, il 25 maggio: questo percorso lungo la Strada del Vino offre la possibilità di compiere un vero e proprio viaggio non solo nel mondo enologico ma anche nella cultura sudtirolese.
Il 26 maggio, ad Andriano, la nuova iniziativa Vino&Gusto trasforma le vie centrali del paese in un percorso enogastronomico alla scoperta delle etichette della cantina locale, mentre il 1° giugno Vino e Musica a Cortaccia, presso la Tenuta Baron Widmann, unisce il piacere della musica dal vivo alla degustazione di vini e prelibatezze del territorio.
Per i più sportivi invece l’appuntamento è a Caldaro, il 15 giugno, con Vino & Bici sulla Strada del Vino dell’Alto Adige: un percorso su due ruote tra filari di vigneti e soste in cantina, alla scoperta dei vini e dei rigogliosi paesaggi di questa valle.
Gran finale il 16 giugno con la Notte delle Cantine, durante la quale le cantine vinicole lungo la Strada del Vino resteranno aperte a tutti tra momenti di festa, concerti, cene romantiche e golose degustazioni.
Francesca Rinaldi
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I cinque sensi sono stati i protagonisti della serata del 17 febbraio al Pirellone, curata dallo Chef Carlo Cracco e ispirata a Maestro Martino da Como, grande cuoco lombardo del Rinascimento e padre della Cucina d’Autore italiana.
L’appuntamento è stato l’occasione per presentare in anteprima la copia di pregio del manoscritto ‘Libro de Arte Coquinaria’, ricettario quattrocentesco scritto e firmato da Maestro Martino: un evento di grande interesse culturale per Milano se si pensa che esistono al mondo solo quattro originali del manoscritto. Composto tra il 1450 e il 1467 il testo è considerato un caposaldo della letteratura gastronomica italiana che testimonia il passaggio dalla cucina medievale a quella rinascimentale. Chiaro e ben suddiviso, dallo stile preciso ed immediato, il testo è pensato per essere capito e usato da tutti (non a caso Maestro Martino scelse di comporlo in lingua volgare). All’interno del libro i piatti non compaiono come una semplice lista di ricette ma, come in un trattato, gli alimenti sono separati coscienziosamente, in ordine di portata e per tipologia di ingredienti, in modo molto moderno. Martino, inoltre, ci suggerisce il rapporto tra le quantità e il numero di commensali, indicando recipienti e tempi di cottura - scanditi in preghiere, ancora a sottolineare il valore popolare dell’opera.
“La cucina lombarda - afferma l’Assessore Stefano Maullu - è un vero e proprio mosaico di prelibatezze: una cucina caratterizzata dai cibi di montagna e di lago che si basa sulla grande ricchezza di prodotti agricoli del territorio e sul benessere economico che da sempre ha caratterizzato la Regione Lombardia.”.
Il progetto è infatti volto ad esaltare i prodotti e la cucina d’autore lombarda in un contesto di ospitalità e impatto zero sull’ambiente, valorizzando le tradizioni culinarie, l’innovazione e lo sviluppo delle stesse, puntando alla rivalutazione del patrimonio enogastronomico, culturale e turistico della Lombardia.
L’Associazione ‘Maestro Martino’, promossa dall’Assessorato al Commercio e Turismo della Regione Lombardia, nasce con lo scopo di valorizzare la sua figura storica, attraverso la creazione di un polo milanese dedicato alla cucina d’autore con valenza culturale di livello internazionale. L’Associazione ha l’obiettivo di valorizzare il territorio lombardo, grazie anche alla Cucina d’Autore e alle sue eccellenze.
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I Vigneti.
La Tenuta Acquabona risale ai primi decenni del 1700, ed oggi comprende più di 16 ettari di vigneto, risultando tra le maggiori dell’Isola d’Elba. E’ situata a mezza strada tra Portoferraio e Porto Azzurro, in località Acquabona (dal nome dell’Azienda stessa), e le sue vigne scendono dolcemente dal versante orientale del Monte Orello verso il mare del golfo di Portoferraio. L’impianto dei nuovi vigneti ha privilegiato i vitigni autoctoni più caratteristici, in quanto la forte peculiarità dell’ambiente elbano, caratterizzata dal clima mediterraneo e marino, consente la loro miglior espressione produttiva. In particolare l’Azienda Acquabona ha aperto la strada al rilancio di due vitigni tradizionali: l’Aleatico, vitigno aromatico da cui si ottiene, con una procedura di vinificazione rimasta immutata da generazioni, il famoso vino passito Aleatico dell’Elba DOCG; l’Ansonica, vitigno bianco autoctono tradizionalmente coltivato all’Isola d’Elba, all’Argentario ed all’Isola del Giglio, che rischiava l’abbandono. I vigneti di uve rosse sono situati sui terreni più alti dell’Azienda, di natura argillosa ed a bassa fertilità; le uve bianche si coltivano sui terreni più sciolti e prossimi al mare. La raccolta è manuale, per un’accurata cernita vendemmiale dei grappoli migliori. L’Azienda Acquabona aderisce al Programma Europeo di riduzione dell’impiego dei fitofarmaci.
I Vini.
Le Cantine sono situate nell’edificio principale, la Casa Padronale dell’Acquabona. Qui si effettuano, con pratiche enologiche moderne, la vinificazione, la conservazione e l’affinamento dei Vini, ottenendo un prodotto ricco di profumi fragranti, delicato e gradevole al gusto, e mantenendo la tradizionale genuinità e salubrità del vino elbano “di fattoria”. L’alta qualità della produzione è ispirata al rispetto della tradizione viticola e della tipicità enologica dell’Elba.
Tra i vini bianchi ricordiamo l’Ansonica dell’Elba, il Vermentino dell’Elba e l’Elba Bianco; tra i vini rossi spiccano l’Elba Rosso Riserva “Camillo Bianchi”, il Voltraio (da uve Syrah e Merlot) e l’Elba Rosso.
L’Azienda fa parte della Strada del Vino “Costa degli Etruschi”, e propone agli appassionati la degustazione e la vendita diretta dei propri Vini. La conduzione del vigneto e della Cantina, nonché la commercializzazione del prodotto sono curate direttamente dai titolari, gli agronomi Lorenzo Capitani, Marcello Fioretti ed Ugo Lucchini.
Acquabona Gestione Agricola Portoferraio (Li) Tel. 0565.933013 www.acquabonaelba.it
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