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L’albergatore Koch è sostenuto anche da altri operatori turistici della regione, in particolare dalla società "Stoosbahnen", che in autunno comincerà a costruire una nuova funicolare. Verrà inaugurata nel dicembre 2013 e sostituirà la vecchia funicolare del 1930. La nuova funicolare con una pendenza del 110% sarà una delle più ripide al mondo. La particolarità sta nel fatto che un sistema di rotazione applicato agli scompartimenti fa in modo che si viaggi sempre orizzontali rispetto alla pendenza.
I costi della funicolare più ripida del mondo sono stimati a 40 milioni di franchi. Questo mezzo di trasporto fondamentale non solo per i 152 abitanti del villaggio, ma anche per gli escursionisti e gli sciatori.
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Nella patria delle funicolari, non poteva mancare il record per quella 'più breve' del mondo. Il prestigioso riconoscimento è detenuto dall'Art Deco Hotel Montana che è collegato al Lungolago di Lucerna appunto dal trenino più corto del pianeta. L'Hotel Montana è stato insignito del riconoscimento di miglior hotel a 4 stelle nel centro della Svizzera per 8 anni consecutivi e gode di una superba posizione collinare, con viste panoramiche sul lago e sulle montagne. Di grande richiamo è anche il suo ristorante 'Scala', che propone la cucina mediterranea ed è stato premiato con 15 punti Gault Millau.
E, per finire, con la collezione di whisky scozzesi più vasta della Svizzera centrale, il Louis Bar è un noto punto d'incontro per gli abitanti di Lucerna. Ogni giovedì sera presso il Louis Bar si tengono jam session di jazz dal vivo e nell'album dei ricordi, compaiono compositori ed esecutori che hanno fatto la storia del jazz.
ART DECO HOTEL MONTANA, Adligenswilerstrasse 22, 6002 Luzern
Tel: +41 (0)41 419 00 00
www.hotel-montana.ch
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Fin dall'antichità gli abitanti della regione del Pilatus credevano che il piccolo lago nell'incavo dell'Oberalp fosse la causa delle terribili catastrofi meteorologiche della zona: non appena la superficie di questo laghetto si increspava, si verificavano tempeste devastanti. Gli abitanti temevano l'anima errante di Ponzio Pilato.
Come poteva un laghetto piccolo come l'Oberalpsee sul Pilatus esercitare un tale potere? Non era possibile, naturalmente, se non trasferendo alle acque l'incarnazione del Male, come erano soliti fare nel Medioevo gli scolari erranti che attraversavano il Paese e che guadagnavano qualche soldo con maledizioni di ogni sorta. È probabilmente a loro che si deve questa antichissima leggenda, secondo cui l'anima inquieta del comandante Ponzio Pilato trovò riposo nelle acque trasparenti del laghetto Oberalpsee.
Poco dopo la morte del governatore romano Ponzio Pilato, si diffuse la leggenda della sua fine ingloriosa. Dal XVI secolo, si raccontava che l'Imperatore Tiberio avesse messo lui stesso Ponzio Pilato in catene come punizione per aver giudicato il Cristo, e che egli si fosse poi suicidato. Il corpo fu gettato nel Tevere, ma il fiume si rifiutò di accoglierlo causando grandi inondazioni. Perciò il cadavere fu ripescato e affondato nel Reno, ma l'anima del condannato continuò a errare. Per questo si decise poi di gettare Ponzio Pilato nell'isolato laghetto dell'Oberalp, sul Pilatus, dove infine apparentemente trovò riposo. Solo il venerdì Santo di ogni anno lo si vedeva emergere seduto su un trono, nel mezzo del laghetto.
A metà del XVI secolo, il timore cominciò a scemare e, nel 1585, il curato di Lucerna, con un drappello di coraggiosi cittadini, scalò il Pilatus con l'intento di sfidare lo spirito maligno. Gettarono pietre nel laghetto, agitarono le acque e vi camminarono attraverso, ma lo spirito non reagiva: la maledizione era infine spezzata. Per essere proprio sicuri che l'anima di Ponzio Pilato la smettesse di provocare tempeste, nel 1594 si decise di scavare una breccia nel laghetto e di prosciugarlo.
La cremagliera più ripida al mondo conduce da Alpnachstad al Pilatus Kulm a 2’106 m s.l.m., uno dei punti panoramici più spettacolari della Svizzera con vista su Lucerna, la catena delle Alpi e i laghi della Svizzera centrale. Nel 1889 venne inaugurato un tragitto ferroviario di 4618 metri di lunghezza da Alpnachstad a Pilatus Kulm, con una pendenza del 48%: questa cremagliera è, ancora oggi, la più ripida al mondo.
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Nell’immagine cittadina di Lucerna spicca il Kapellbrücke (Ponte della Cappella) realizzato in legno in epoca medievale, riccamente decorato di dipinti e considerato uno dei ponti in legno coperti più antichi d’Europa. Un altro simbolo della città è il Museggmauer, la cinta muraria corredata di torri, che ha conservato il suo aspetto originale.
Nell’isola pedonale del centro storico fanno bella mostra le case storiche, decorate con affreschi, che fanno da cornice alle piazze, come quella del Weinmarkt. Lucerna è la città delle piazze e delle chiese. La chiesa gesuita del XVII secolo è la costruzione sacra barocca più antica della Svizzera e le due torri della Hofkirche sono parte integrante dell’immagine della città.
A Lucerna tradizione e innovazione avanzano di pari passo, poiché la città ha saputo mettersi in evidenza anche per il design avanguardistico. Tra le punte di diamante dell’architettura vi è il futuristico centro Centro d’arte e congressi (KKL) progettato dal famoso architetto francese Jean Nouvel. Il KKL è anche un simbolo di 'Lucerna, città dei festival' con numerose manifestazioni culturali nel corso dell’anno. Lucerna è il punto di partenza ideale di numerose escursioni verso le destinazioni più belle della Svizzera Centrale. Da non perdere una gita su uno dei monti di Lucerna, il Pilatus o lo Stoos o la Rigi, regina delle montagne. Vale inoltre la pena di organizzare un’uscita allo Stanserhorn, al Bürgenstock o una gita sul battello a vapore sul pittoresco Lago dei Quattro Cantoni. Il Wilhelm Tell Express in partenza da Lucerna conduce i turisti lungo il Lago dei Quattro Cantoni ai piedi del Passo del Gottardo e ancora oltre in treno fino al Ticino.
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Franco forte, crisi economica o brutto tempo: i lamenti del settore alberghiero svizzero (come del resto quelli di tanti altri paesi, tra cui il nostro) sembrano non avere fine. Ma ci sono anche alberghi che sfidano i fattori negativi. L’Hotel Stoos, che domina il Lago dei Quattro Cantoni, amplia persino l’offerta.
Tra il Pilatus e il Rigi, il sole tramonta lambendo la terrazza dell’albergo con gli ultimi raggi. In una giornata limpida da qui si gode un panorama eccezionale. La vista si estende dalla Svizzera centrale verso il nord, talvolta superando i confini elvetici e giungendo fino alla Foresta Nera. Appena qualche metro più in là, invece, ci si affaccia sul Lago dei Quattro Cantoni. Gli esperti di storia riconoscono sulla riva opposta anche il famoso praticello del Grütli, ossia la leggendaria culla della patria.
Si potrebbe pensare che chi gestisce un albergo collocato in una situazione così privilegiata non abbia bisogno di preoccuparsi degli ospiti. "Non è esattamente così", osserva René Koch, direttore e comproprietario dello Stoos, che si trova nell’omonimo villaggio di montagna svittese. "Dobbiamo attirare l’attenzione e una bella vista non si vende facilmente".
Molti clienti scoprono la bellezza della regione come visitatori di giornata, prima di decidere di trascorrere una vacanza nell’albergo. Perciò la società anonima della famiglia Koch non possiede soltanto l’Hotel Stoos, ma anche il ristorante sulla vetta del Fronalpstock e un altro sulle piste da sci.
Gli adepti del wellness approfittano volentieri del bel tempo per fare delle escursioni in paesaggi incantevoli o praticare sport sulla neve e i partecipanti a seminari apprezzano la bella vista e la tranquillità. Cosicché, lo Stoos l’anno scorso ha registrato un buon tasso di occupazione, nonostante il franco forte e la crisi dell’euro.
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Il Museo Svizzero dei Trasporti rappresenta il più completo Museo europeo el suo genere, si stende su una superficie di 40.000 metri quadrati e contiene più di 3.000 oggetti in esposizione.
Tra questi, il planetario basato sulla tecnica digitale porta il visitatore nella vastità dell’universo. Nel 'Tunnel del Gottardo' viaggerete nella montagna e vi sembrerà di vivere la costruzione del tunnel durante il 1875. Il cineteatro, l’unico del suo genere in Svizzera, vi garantisce forti emozioni e una esperienza cinematografica incomparabile. La 'Swissarena' poi, presenta la più grande fotografia della Svizzera ripresa dall’alto con circa 200 metri quadrati di superficie. Imperdibile infine la capsula per la simulazione di volo, delizia di grandi e piccini, purchè robusti di stomaco.
Verkehrshaus der Schweiz
Lidostrasse 5 - 6006 Luzern
Tel. +41 (0)41 370 44 44
www.verkehrshaus.ch
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Nella tradizione popolare il lago Pilato, nel cuore dei Monti Sibillini, nelle Marche, è stato ed è considerato un luogo magico e misterioso. Prende infatti il suo nome da una leggenda secondo la quale nelle sue acque sarebbe finito il corpo di Ponzio Pilato condannato a morte da Tiberio. Il corpo, chiuso in un sacco, venne affidato ad un carro di bufali lasciati liberi di peregrinare senza meta e sarebbe precipitato nel lago dall'affilata cresta della Cima del Redentore. Anche per questo il lago, a partire dal XIII secolo è stato considerato luogo di streghe e negromanti, tanto da costringere le autoritá religiose del tempo a proibirne l'accesso e a far porre una forca, all'inizio della valle, come monito. Intorno al suo bacino furono alzati muri a secco al fine di evitare il raggiungimento delle sue acque.
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Lucerna è per molti aspetti il luogo di maggior rilievo della Svizzera centrale: la sua situazione geografica, al crocevia tra asse nord-sud, tra il Mittelland e le Alpi, la sua funzione di porta d’ingresso verso la Svizzera interna, nonché la particolare bellezza del paesaggio e dei dintorni hanno plasmato la storia e lo sviluppo della città.
E’ impossibile stabilire con certezza un vero atto di fondazione della città di Lucerna. Gli storici però vedono nel passaggio del convento di St. Leodegar alla città di Lucerna, avvenuto nel 1178, il vero atto di fondazione della città. Con l’apertura del passo del Gottardo nel 1220, la città conobbe nuovi impulsi di crescita. In questo periodo sorse una prima cinta muraria provvista di torri che congiungeva Grendel, la Grabenstrasse e la Piazza dei Mulini (Mühleplatz), per inglobare anche il piccolo insediamento sulla riva sinistra, allora di poco rilievo, per terminare sul lago con il Ponte della Cappella (Kapellbrücke) e la torre d’acqua (Wasserturm).
Nel 1291 Lucerna fu acquistata da Rodolfo d’Absburgo. I suoi cittadini si ribellarono però alle limitazioni dell’autonomia imposte alla città e strinsero un patto perenne nel 1332 con i Waldstätte (Cantoni forestali). Il 1332 rappresenta una delle date più importanti della storia svizzera: per la prima volta veniva sancita la parità durevole e non solo temporanea, tra città e comunità rurali, ponendo così una pietra miliare nello sviluppo dello stato confederale. La vittoria dei confederati a Sempach nel 1386 svincolò finalmente e definitivamente la città di Lucerna dai legami con l’Austria, permettendo nel contempo la formazione dello stato territoriale di Lucerna. Segno visibile si questa ascesa al potere è lo spostamento della cinta muraria verso l’esterno e la costruzione della fortificazione Musegg, terminata nel 1408.
Nonostante la posizione di dominio, in quanto centro della Svizzera cattolica e di un’ampia regione ad essa sottoposta, ancora verso il 1800 Lucerna è rimasta una piccola cittadina, con soli 4300 abitanti.
A metà del 19mo secolo poi, la città fu ben lieta di cogliere l’occasione di recuperare un pò della sua brillante immagine grazie al turismo, che rappresenta tuttora un punto di forza.
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Tra le tante facce 'nascoste' della Repubblica Ceca, c’è anche quella che la vede destinazione emergente nel turismo a scopo medico. Lo chiamano Medical Tourism ed è mosso dalle migliaia di persone che girano il mondo non per svago, cultura, lavoro o sport ma per curarsi. Bene e a tariffe inferiori rispetto a quelle offerte dai loro Paesi di appartenenza.
Proprio l’ottimo rapporto qualità/prezzo offerto dalle sue strutture cliniche ha portato negli ultimi anni la Repubblica Ceca a scalare la classifica delle destinazioni preferite dai turisti in viaggio per motivi di salute. In particolare, a spingere gli stranieri a partire per la Repubblica Ceca è la sua proposta in fatto di chirurgia estetica, ovvero l’idea del classico ritocchino ma anche della lotta all’obesità. Proprio quest’anno sono stati pubblicati i risultati di una ricerca, condotta dal sito web indipendente britannico www.treatmentabroad.com, sulle scelte e il gradimento di chi si reca all’estero per cure e trattamenti. Se ne evince che la Repubblica Ceca, ormai tra le destinazioni al top in questo campo, è particolarmente opzionata per quanto concerne chirurgia estetica (60%), riduzione chirurgica dell’obesità (18%) e lotta all’infertilità (15%). Il 74% dei turisti della salute ha dichiarato di aver messo piede in Repubblica Ceca per la prima volta. Il 17% ha avuto modo di recarsi più volte nel Paese nel corso della cura e/o del trattamento. Il soggiorno medio per ragioni mediche si attesta sugli 8 giorni. Tra le ragioni della scelta della destinazione, spicca decisamente il costo delle cure e degli interventi rispetto al Paese di provenienza, con risparmi fino a 2.500 euro segnalati. L’85% dei pazienti che hanno scelto di curarsi in Repubblica Ceca si dichiarano ampiamente soddisfatti e consigliano la chirurgia oltreconfine.
Un suggerimento che sembrano cogliere sempre più persone da tutta Europa, che dimostrano di apprezzare la posizione centrale della Repubblica, gli ottimi collegamenti, le tariffe vantaggiose, la qualità delle strutture, la modernità delle attrezzature e la professionalità del personale medico e paramedico. Una risposta insomma di altissimo livello a chi vede nella chirurgia oltreconfine una scelta di serie B. Da noi quando si parla di salute il risparmio non chiede compromessi.
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A Karlovy Vary (o Karlsbad, www.karlovy-vary.cz), fondata da Carlo IV e bagnata da tantissime sorgenti, l’acqua termale zampilla praticamente ovunque, nei parchi così come nelle hall degli hotel. Qui, oltre alla proposta curativa, è molto forte l’offerta wellness e fitness. Da provare la nuova area balneare dell’hotel Thermal e la Spa dell’hotel Olympia. Marianske Lazne (o Marienbad, www.marianskelazne.cz) è un gioiello di architetture liberty e neoclassiche, caro a imperatori e re, tra cui Francesco Giuseppe ed Edoardo VII, con stabilimenti termali raffinati ed eleganti. Molto apprezzato lo storico hotel Centralni Lazne. Frantiskovy Lazne (o Franzensbad, www.frantiskolazensko.cz) conserva intatte le atmosfere dei primi ‘900, con i tipici edifici e padiglioni in stile neoclassico. Suo fiore all’occhiello sono le sorgenti di acqua alcalina, i fanghi ricchi di zolfo e ferro e i gas naturali. Le più antiche terme di Boemia e di tutta l’Europa Centrale sono quelle di Teplice (www.lazneteplice.cz), ai piedi dei Monti Metalliferi. Il ritrovamento di monete romane e gioielli celtici testimoniano il passaggio di antichi popoli noti per la loro passione per le terme. Si pensa che queste acque fossero già apprezzate addirittura in epoca preistorica, sebbene lo sfruttamento sistematico delle fonti risalga al Medioevo. A cavallo tra XIX e XX secolo, Teplice era nota come la "Piccola Parigi" o il "Salotto d’Europa". Sempre in Boemia, non va poi tralasciata Jachymov (www.laznejachymov.cz), considerata la porta d’accesso ai Monti Metalliferi e prima stazione termale al mondo a impiegare il radon per scopi terapeutici. L’esordio delle terme è infatti legato al Premio Nobel Marie Curie- Sklodowska, che nel 1898 scoprì nelle acque provenienti dalle miniere di uranio un ricco giacimento di radon, gas radioattivo prodotto dal decadimento dell’uranio appunto. I bagni in acqua radioattiva alleviano dolori e malattie articolari, aiutano nella riabilitazione post-operatoria, stimolano la circolazione sanguigna e migliorano il sistema immunitario. Sono efficaci anche contro diabete e disturbi nervosi. Inaugurato esattamente un secolo fa, l’hotel Radium Palace è ancora oggi un indirizzo di alto livello. Regina indiscussa delle terme morave è la stazione di Luhacovice (www.lazneluhacovice.cz), nel Sud della Regione, "benedetta" da una sorgente di zolfo e ben 15 fonti curative. Quest’anno ricorrono 600 anni dalla prima notizia scritta sulla città, celebrato con un intero anno di eventi. A Nord-Est del Paese, invece, ecco le terme di Darkov (www.darkov.cz), che quest’anno celebrano la loro 145ma stagione. Sono rinomate per l’alto livello delle cure mediche e fisioterapeutiche, con risultati particolarmente buoni nella riabilitazione dell’apparato locomotore. Da non dimenticare anche le terme di Hodonin (www.laznehodonin.cz) con acque bromoiodiche, di Zlin (www.mestozlin.cz) con sorgenti sulfuree, di Bludov (www.bludov.cz) note come le terme dei bambini, di Ostrozska Nova Ves (www.laznenovaves.cz), dalla specificità dermatologica e quelle di Jesenik (www.pressnitz.cz) intitolate a Vincenz Priessnitz, meglio noto come "il dottore delle acque".
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Terza città dell’isola dopo Dublino e Belfast, Cork – che nel 2010 la guida Lonely Planet ha giudicato una delle 10 città da non perdere – è il punto di partenza ideale per andare alla scoperta delle meraviglie del sud-ovest. Dinamica e attraente, la città, già Capitale Europea della Cultura nel 2005, ha molto da offrire: ristoranti dalla solida tradizione culinaria, un centro storico piacevole e animato, simpatici pub con musica dal vivo, spazi artistici, una popolazione cordiale e accogliente. Ogni anno ospita numerosi studenti, anche italiani, che vengono ad imparare l’inglese presso lo University College Cork (UCC), l’università storica della città o in una delle tante scuole di lingua. Considerata patria della gastronomia irlandese, con un’ottima reputazione internazionale, un giro di Cork non può che cominciare dall’English Market, uno splendido mercato coperto vittoriano, dove si può trovare il meglio dei prodotti regionali. Interessanti anche le cittadine negli immediati dintorni, come Cobh, con i suoi ricordi del Titanic: infatti la nave vi fece scalo l’11 aprile 1912 per poi lasciare l’Europa alla volta della sua tragica traversata; l’avvenimento viene ricordato con una serie memorabile di eventi per tutto l’arco dell’anno (www.titanic100.ie ). Oppure, per gli appassionati di whiskey (in Irlanda sempre con la "e"), Midleton, dove si può visitare la storica Old Jameson Distillery che risale a 200 anni fa (www.jamesonwhiskey.com). Ma Cork è anche la porta d’accesso alle straordinarie bellezze del sud-ovest, che si apriranno davanti a voi sin da subito: ogni km percorso vi avvicina ai mitici paesaggi che sono l’essenza stessa dell’Irlanda, con i suoi prati di smeraldo, le scogliere a picco sull’oceano turchino, le baie riparate dove si affacciano villaggi pittoreschi, le atmosfere misteriose e quasi magiche. Cittadine affascinanti e vivaci, come Kinsale, Clonakilty, Skibbereen, si alternano nella cornice paesaggistica dei panorami sorprendenti del West Cork, che offre infinite possibilità di escursioni, come alle spettacolari penisole di Mizen Head, Sheep’s Head e Beara. Da quest’ultima si dispiegano gli incredibili paesaggi della contea di Kerry, la cui città principale è Killarney, circondata da uno dei parchi nazionali più belli dell’intera isola. La cittadina è una meta turistica di eccellenza, con ottimi ristoranti e pub, sistemazioni di alto livello, negozi, castelli, giardini e laghi. Dirigendovi verso la costa, gli scenari sono tutti di vertiginosa bellezza e sarà difficile scegliere il tragitto da percorrere. Ma qualunque sarà la vostra scelta, vi aspettano emozionanti esperienze di viaggio. Da Killarney, si segue il Ring of Kerry, un lungo circuito stradale ad anello nella Iveragh Peninsula, che tocca paesaggi diversissimi fra loro: spiagge incontaminate e coste scoscese, campi coltivati, prati e boschi, zone remote e selvagge, montagne e laghi, minuscoli villaggi accoglienti, siti preistorici. Quasi lo stesso itinerario è percorribile a piedi lungo la Kerry Way, oltre 200 km di sentieri segnalati. Nel sud-ovest della penisola, dove il paesaggio tocca punte di clamorosa bellezza, nell’oceano svetta l’aspro profilo di Skellig Michael, ora Patrimonio dell’Umanità UNESCO. Nel remoto isolotto, raggiungibile dai villaggi costieri per un numero limitato di visisitatori, visse una comunità monastica dal VI al XII secolo, di cui rimangono consistenti testimonianze; è inoltre un paradiso del "birdwatching". Proseguendo verso nord, si incontra la Penisola di Dingle, che sulla rivista National Geographic Traveler è stata definita come "il più bel posto del mondo". Percorrendola, scoprirete che l’impegnativa definizione non è esagerata: la sua natura incontaminata, la varietà dei panorami marini, i pittoreschi villaggi costieri, gli oltre 2000 siti archeologici e la presenza di un consistente Gaeltacht (territorio di lingua gaelica) ne fanno un luogo unico al mondo. La graziosa cittadina di Dingle, situata all’estremità dell’omonima penisola, è una vera e propria sorpresa: piccola e piacevole, è una località ben attrezzata che offre ai visitatori una vivace atmosfera grazie alle coloratissime vie su cui si affacciano numerosi pub (imperdibile il Dick Mack’s), che spesso offrono buona musica tradizionale, ristoranti specializzati in pesce, nonché tutti i tipi di sistemazione. Da non mancare, una gita in barca nella baia di Dingle (tutti i giorni dell’anno, tempo permettendo) per cercare di avvistare Fungie, il delfino che vive in queste acque da oltre 20 anni. La zona è anche animata da numerosi festival che permettono di respirare un’atmosfera unica. Tra i prossimi in programma la tradizionale Puck Fair a Killorglin dal 10 al 12 agosto (www.puckfair.ie), il famoso Cork Midsummer Festival dal 21 giugno al 1 luglio (www.corkmidsummer.com), il West Cork Chamber Music Festival a Bantry dal 29 giugno al 7 luglio (www.westcorkmusic.ie), la Kinsale Arts Week dal 7 al 15 luglio (http://kinsaleartsfestival.com) e il Guinness Cork Jazz Festival dal 26 al 29 ottobre (http://guinnessjazzfestival.com). Un viaggio in queste terre rappresenta un riuscito amalgama di quanto di meglio l’Irlanda ha da offrire: sconfinati spazi naturali dove poter restare soli con sé stessi; divertenti pub in cui mescolarsi agli abitanti del posto per un po’ di musica, birra e "craic"; qualunque tipo di attività all’aperto, sia per terra che per mare; accoglienti cittadine e villaggi dove trovare gastronomia di alta qualità e ricettività di ogni tipo, dagli alberghi di lusso ai tradizionali b&b; il fascino intenso delle testimonianze del passato e della cultura locale. Più che mai facile da raggiungere, il sud ovest invita ad essere esplorato senza fretta, ascoltando il battito del cuore antico d’Irlanda.
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Dopo aver visitato la Russia, quasi il 90% dei turisti la consiglia ad amici e conoscenti. Lo rileva un sondaggio demoscopico che ha condotto tra gli stranieri della Scuola superiore di economia, citato dalla "Voce della Russia". Il paese, nonostante questo exploit, continua a scontare una serie di inefficienze e problemi infrastrutturali che minano lo sviluppo turistico. "L’idea della Russia è ancor oggi in gran parte legata a Mosca e San Pietroburgo e agli abituali itinerari, come l'Anello d'Oro: lo dimostrano i dati dei 2,3 milioni di visitatori che, nella maggioranza dei casi, privilegiano i tour tradizionali". Così Roman Bobylev, esperto dell’ufficio turistico, che cita dati secondo i quali almeno il 30% dei turisti arrivati da 36 Paesi diversi non sono riusciti a farsi un’opinione della variegata offerta presente. "La Russia - dice Jurij Barzykin, vice presidente dell’Unione dell’industria turistica - ha tutte le possibilità di diventare un efficace partner sul mercato se provvederà a snellire il regime dei visti, a migliorare l’infrastruttura del settore turistico, a modificare i prezzi dei trasporti, a costruire più alberghi low cost e a diversificare i suoi prodotti turistici".
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Cracovia si trova nella regione Malopolska e vista la notorietà della città tra gli italiani, per semplificare si parla spesso della 'regione di Cracovia': in realtà le ricchezze di questi luoghi sembrano infinite, quindi è possibile scegliere la città principale del Voivodato come punto di partenza per esplorare la zona sud della Polonia e godersi un soggiorno diverso, beneficiando delle cure termali che la natura permette. Particolarmente suggestivi per i visitatori sono i centri benessere situati all’interno delle antichissime miniere di sale di Wieliczka (patrimonio UNESCO) e Bochnia, dove, a diversi metri di profondità le particolari condizioni del microclima rendono salutare l’aria che vi si respira, tra statue di salgemma, cappelle sotterranee, gallerie da percorrere persino in bicicletta. Famosa in tutta la Polonia per le sue acque minerali, Krynica Zdroj è situata sulla catena montuosa dei Beschidi orientali, a circa 590 metri s.l.m. Le terme di Krynica furono create già nel 1856, grazie all’iniziativa del Professore dell’Università Jagiellonica Jozef Dietl, medico considerato uno dei pionieri della balneologia. Alla fine del XIX secolo Krynica divenne una località di moda tra le elite dell’epoca. Tra i personaggi noti ricordiamo la presenza di Jan Matejko, H. Sienkiewicz, del tenore e attore Jan Kiepura, al quale è dedicato il festival che si svolge ad agosto nella cittadina. Da non perdere, tra una passeggiata ed un’altra lungo i percorsi collinari che circondano la zona, il museo di Nikifor, pittore polacco (21 maggio 1895-10 ottobre 1968) noto per le numerose opere raffiguranti la stessa cittadina di Krynica. Oltre a Muszyna, situata sul confine polacco-slovacco, da segnalare anche Rabka Zdroj, cittadina termale ideale per i più piccoli, riconosciuta dall’UNESCO come Città dei Bambini. Nelle vicinanze del Parco Nazionale dei Monti Pieniny, Szczawnica è rinomata per le sue acque curative, chiamate 'szczawe', e per essere situata su una delle anse del fiume Dunajec. Proprio da qui partono le gite in zattera organizzate dai montanari che percorrono in poco più di due ore un tratto molto affascinante del fiume, tra pareti di roccia e vegetazione, cullati dallo scorrere delle acque e dalle storie e leggende raccontate dai tradizionali zatterieri della regione Malopolska, un luogo diverso dal solito per rinfrancare il corpo e lo spirito. http://www.flisacy.com.pl/ - www.polonia.travel/it
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Una delle prime cose che si nota alle porte della Slovenia è la straordinaria diversità del suo paesaggio. Abbiamo visitato questo piccolo Stato dell’ex blocco jugoslavo costellato da una rigogliosa natura e circondato da incantati villaggi. La Slovenia intende preservare i suoi gioielli naturali per le generazioni future mediante il turismo verde e sostenibile. La natura è stata buona con la Slovenia, infatti è in gran parte ricoperta da foreste, mentre le viti crescono sui pendii soleggiati delle colline. Le meravigliose cascate e i fiumi navigabili, ideali per gli sport acquatici, sono una vera e propria esperienza mozzafiato. Oltre il 10 per cento della Slovenia è costituito da parchi naturali, ideali per chi cerca pace, relax e divertimento. Pirano è una città molto speciale e preziosa, considerata monumento culturale dell’Istria slovena. La piazza cittadina è stata dedicata al celebre violinista e compositore Giuseppe Tartini, che ha reso la città famosa nel mondo. La Chiesa di San Giorgio, patrono di Pirano, si eleva sopra la città. Dalla sua torre di vedetta si dispone di una splendida vista di Pirano e dei suoi dintorni e oltre il mare verso le coste croate e italiane. La regione è ricca di pittoreschi palazzi e antiche chiese, piene di turisti e visitatori a tutte le ore. Lubiana, capitale della Slovenia, con la sua caratteristica architettura austro-ungarica è considerata il gioiello nascosto dell’Europa ed in questa piccola e graziosa città è facile gironzolare e scoprire artisti, mercatini di cimeli, venditori di fiori freschi. E’ notevole per la sua ricca tradizione, la vitalità giovanile, la creatività culturale e i numerosi spazi verdi. I moderni centri di cure naturali, che combinano secoli di tradizione ed esperienza termale, sono stati costruiti nella parte orientale della Slovenia, intorno alle sorgenti termali e minerali delle Terme. Krka e Resort Lifeclass, sono i pilastri di ciò che la Slovenia offre a persone con problemi di salute oltre che a rinvigorire corpi e menti. Il riposo attivo e le coccole nelle sorgenti termali moderne offrono servizi di alta qualità, resort di salute, relax. Noi l’abbiamo appurato girando in questi luoghi e chiacchierando con gli abitanti che vivono in armonia con la natura incontaminata e dispongono di acqua benefica di guarigione. Le terme di Portorose, come quelle di Krka, attraggono turisti da tutta Europa. L’acqua termominerale sorge da una trivellazione della profondità di 705 metri, ad una temperatura di 23 gradi. Un’acqua ideale per la cura del reumatismo, delle malattie cutanee, infezioni e infiammazioni, malattie ortopediche, respiratorie e artritiche. La Città delle Rose era conosciuta come località benefica già nel XIII secolo e nel corso del tempo, in questo angolo di Slovenia, si è sviluppata una tradizione termale rinomatissima, soprattutto per l’uso della Thalasso Terapia, un’antica tecnica che impiega i prodotti del mare: acqua di mare, alghe, fango marino, sale e sabbia. Il sale e il fango ad uso termale provengono, ancora oggi, dalle non lontane saline dell’area, come quelle di Sicciole. Sicciole ospita inoltre un parco naturale che accoglie rare specie avicole; all’interno del parco si trovano poi un museo con annessa una boutique del sale. La produzione del sale viene curata da mani esperte tutto l’anno, ma il lavoro più interessante è da giugno a settembre, quando il sale cristallizzato viene raccolto nelle saline. Le saline di Sicciole sono le più settentrionali del Mediterraneo. Il processo dell’estrazione del sale si svolge nel tradizionale metodo tramandato da oltre 700 anni, in armonia con l’uomo e la natura.. Questo comprende lo spostamento delle acque marine, dalla evaporazione dei bacini di cristallizzazione. Nel corso dei secoli, un habitat unico per piante si è creato, formato da alofite e gli animali e uccelli migratori. Il patrimonio culturale, che riflette secoli di lavoro da parte dei produttori di sale, è estremamente ricco. La cucina slovena si è sviluppata dalle cucine del Mediterraneo, le Alpi e dei Balcani. Potete scoprire le sue specialità in 24 diverse regioni culinarie. Infatti un proverbio locale recita: "l’amore passa attraverso lo stomaco" diventa chiaro gustando cibi e vini sloveni. La cucina tradizionale viene servita nelle locande familiari a base di asparagi selvatici, selvaggina, pesci e crostacei. Ovunque si gira, in Slovenia si possono trovare comunque piatti gustosi, dai gourmet alle cucine popolari. Anche gli intenditori di vino più rigorosi saranno conquistati dai vini sloveni che vanno dai rossi corposi, bianchi secchi e frizzanti fino agli ottimi passiti. Antonio Vanzillotta
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Secondo un’elaborazione di TSM Consulting - società fondata e diretta da Federico Belloni - Trend Strategy & Marketing in Tourism su dati Istat e INE (Instituto Nacional de Estadística) del 2010 la penisola iberica ha rappresentato il quinto e il sesto bacino di domanda straniera con circa 1,9 milioni di arrivi e circa 5,1 milioni di presenze complessive in Italia. A livello regionale il Lazio è stato il territorio più visitato con oltre 451mila arrivi e 1,62 milioni di presenze complessive (rispettivamente il 24% e il 32% del totale), quasi tutte concentrate a Roma. Il secondo posto spetta al Veneto con oltre 363mila arrivi e oltre 830mila presenze, con Venezia meta particolarmente gradita. Al terzo e al quarto posto la Toscana, con 333mila arrivi e 819mila presenze, e la Lombardia, con 256mila arrivi e 526mila presenze. La tre principali regioni che hanno fatto registrare una crescita maggiore rispetto al 2009 sono state, nell’ordine: Puglia (+50% arrivi e +88% presenze), Piemonte (+45% di arrivi e +49% presenze) e Abruzzo (+32% arrivi e +30% presenze). Le province nelle quali gli arrivi spagnoli sono stati più di 20mila sono 17. Oltre a quelle che fanno da capofila sono da segnalare: Bologna (50.000) Pisa (33), Napoli (32), Bergamo (32), Verona (31) e Palermo (29). Dopo Francia e Portogallo, l’Italia rappresenta il terzo paese più visitato, soprattutto grazie alla prossimità e alle numerose connessioni aeree operate da compagnie di bandiera e low cost. La maggior parte degli spagnoli ha almeno un’esperienza di viaggio sul territorio italiano e molti desiderano tornare per approfondirne la conoscenza, magari scegliendo nuove mete. C’è molta curiosità per le città di provincia che hanno una forte caratterizzazione storica e artistica, in particolare romanica e rinascimentale. Dal punto di vista del profilo del turista, le offerte proposte dalle destinazioni italiane sono assolutamente idonee a rispondere alle loro motivazioni di viaggio. Tra i prodotti turistici più richiesti c’è sicuramente il golf, magari abbinato a visite culturali e ad esperienze eno-gastronomiche. Ma gli spagnoli sono spesso alla ricerca di destinazioni naturali dove poter praticare sport all’aria aperta, soprattutto passeggiate, pesca sportiva, mountain bike e birdwatching. Molto gradita anche la montagna, in tutte le stagioni. Oltre al mare delle due isole maggiori: Sicilia e Sardegna.
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Dopo l’esperienza di Bellinzona, Losanna accoglie con orgoglio il testimone di 'Città del Gusto 2012'. La capitale del Canton Vaud, durante l’intero anno, ma in particolare da maggio a settembre di quest’anno, metterà in luce i gusti, sapori della regione, le personalità della cultura e della scena gastronomica elvetica, i prodotti che costituiscono il 'gustoso' patrimonio della città. Losanna è una città gourmande a pieno titolo ed a tutti gli effetti. In particolar modo per la sua consolidata reputazione gastronomica - la cui fama va ben oltre i confini nazionali - , e per la diversità di culture alimentari che qui si incontrano e si arricchiscono reciprocamente. Conscia del ruolo che riveste, Losanna ha affilato.....coltelli e forchette per dare il meglio di sé e contribuire, durante tutto il 2012, a dare continuità e nuove chiavi di lettura a un ambizioso progetto di respiro internazionale. Ingrediente base della cultura di una città e rivelatore della sua stessa identità, la gastronomia é parte integrante del suo stesso tessuto storico. Indice del suo saper vivere, elemento essenziale della qualità, della salute e del benessere che guidano la sua esistenza. Losanna è dunque molto orgogliosa di poter cogliere l’opportunità, per l’intero 2012, di mostrare al mondo quei fiori all’occhiello che le sono valsi la nomina di 'Città del Gusto 2012'. Ruolo che, sotto la guida di un padrino di eccellenza – Gérard Rabaey, chef pluristellato Michelin, le consentirà di presentare la grande diversità di gusti, culture, tradizioni, ingredienti che in lei si affiancano e talvolta si fondono con risultati più che interessanti. A Losanna, città di appena 135.000 abitanti, convivono i piaceri ed i sapori marcati di specialità e prodotti del territorio: filets de perches (filetti di pesce persico), papet vaudois (salsiccia servita con porri e patate), fondute di varia natura, torta raisinée (di vino cotto) e una infinità di delizie al cioccolato.... In città, sono oltre 300 i ristoranti che assecondano ogni genere di palato: dalla brasserie, alle tavole gastronomiche di alto rango, dalle trattorie ai numerosi locali ispirati a cucine e sapori di altre nazionalità. Sino alle tradizionalissime pintes, locali storici il cui nome deriva da una caratteristica unità di misura diffusa sin dal ‘700 fra i commercianti di vini . Il cartellone di 'Losanna Città del gusto 2012', consultabile nello spazio dedicato del sito www.lausanne.ch/villedugout2012 La capitale del Vaud fa inoltre parte della rete 'Délice'. Un network, istituito nel 2007, che riunisce le città riconosciute per il valore, il prestigio e la tutela del proprio patrimonio gastronomico. Informazioni sul sito: www.lausanne.ch/villedugout2012
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La Svizzera è conosciuta raramente per le sue sorprese, ma la regione del Lago Lemano (alias, di Ginevra) offre panorami e possibilità fuori dal comune che stuzzicano la curiosità e stimolano l’immaginazione. La diversità che questa regione presenta su una superficie tanto limitata è una vera e propria rivelazione. È in questo microclima dovuto alla presenza del più grande lago dell’Europa occidentale che si possono vedere le palme crescere al centro di splendide aiuole fiorite. Tuttavia, a meno di due ore da Losanna, duemila metri più in alto si può sciare tutto l’anno sulle nevi perenni del ghiacciaio des Diablerets, da dove si gode di una vista garantita su alcune tra le più famose vette delle Alpi. A titolo d’esempio, alcuni sportivi di provata esperienza sono riusciti a praticare sci nautico e sci alpino lo stesso giorno. Il paesaggio stesso presenta una straordinaria diversità, tenuto conto delle dimensioni della regione. Quest’ultima è infatti spesso stata descritta come un microcosmo che rappresenta tutta la Svizzera, che riunisce le montagne, i laghi, la pianura, i pascoli e persino i vigneti di Lavaux, che sembrano immergersi nelle acque del lago. Le meraviglie di Lavaux Vigne a terrazza che, per 14 chilometri, profilano la riva elvetica del lago di Ginevra, fra Losanna ed il Castello di Chillon, graziosi villaggi baciati dal sole, incastonati qua e là e collegati fra loro da sentieri da percorrere in auto, ma anche in bici e a piedi: é il cosidetto Lavaux, regione viticola che dal 2007 fa parte dei Beni del Patrimonio Mondiale dell’Unesco. Alle tante cantine aperte al pubblico, dove autorevoli 'vignerons' ripercorrrono l’epopea di vini qui coltivati sin da epoca romana, da maggio 2010 si è aggiunto il Lavaux Vinorama: un centro dedicato alla conoscenza di vigne, premessa per una visita all’esposizione interna di oltre 300 vini, tutti da degustare o acquistare. La bellezza maestosa dei paesaggi non è l’unico piacere che offre questo paese bonario, di espressione francese, in cui le influenze latine si fanno chiaramente sentire. Per gli amanti del buon vino e dei cibi buoni, le specialità culinarie regionali vanno d’accordo con tutta l’offerta gastronomica dei grandi ristoranti selezionati dalle guide più celebri come la guida Michelin e GaultMillau. Tutta la Regione del Lago Lemano partecipa alla festa che, sul gradino più alto del podio, pone Losanna, sede del Comitato Internazionale Olimpico (CIO) nonché Capitale Olimpica e quartier generale di numerose associazioni e federazioni sportive internazionali, capitale mondiale dello sport.
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Per i prossimi sei mesi, ogni giorno a Venlo, Friburgo del Nord sarà di scena la natura. Perchè se amate i fiori, la natura e l’emozione che scaturisce ammirando le mille sfumature dei petali di fiori, non potete non visitare ‘Floriade’, l’Esposizione internazionale orticola allestita nella deliziosa città sul confine orientale tedesco, trasformata (grazie ad un tour de force cominciato nel 2006) in un tempio sacro di corolle, piante verdi, arbusti e boccioli. C’è tempo fino al 7 ottobre per visitare questa grande kermesse che viene organizzata ogni dieci anni, proprio per le immense proporzioni che caratterizzano una manifestazione di lunga e consolidata tradizione. Non a caso sono attesi almeno due milioni di visitatori: il 40% proveniente dai Paesi Bassi, il 40% dalla Germania (per lo più dallo stato federale tedesco del North Rhine Westphalia) e il 20% dagli altri Paesi, tra cui Italia, Gran Bretagna, Francia e Cina. Nelle differenti aree tematiche del parco (Relax & Heal, Green Engine, Education & Innovation, Environment e World Show Stage, progettate dall’architetto del paesaggio John Boon) ciascuno con una propria fisionomia ed un proprio programma settoriale, si potrà toccare con mano, l’influenza incisiva dell’orticoltura e del giardinaggio nella vita quotidiana, utilizzando tutti i cinque sensi. I numeri di 'Floriade' sono davvero incredibili: una superficie di 66 ettari in un tripudio di meraviglie della natura: nelle aree boschive sono stati piantati 1,8 milioni di bulbi, 190 mila piante perenni, 18 mila arbustive, 15 mila siepi, 5 mila roseti e 3 mila alberi. Il 'Friend’s Woodland', cioè il bosco degli amici, ospita una collezione di alberi e arbusti da frutto che comprendono varietà sia tradizionali che moderne. Il viale alberato è costituito da 120 diverse specie arboree inconsuete, tra cui la 'Ginko biloba', nota anche in Giappone come albero di noci e in Cina come albero sacro coltivato nei templi. Ed infine, i tulipani, immancabili, viola, rossi e gialli, vicini ai profumatissimi giacinti blu cobalto. Ma il tripudio della natura che Floriade mette in mostra non si concluderà definitivamente ad ottobre. Infatti, al termine dell’evento, l’intera area verrà donata al GreenPark di Venlo: un grande parco sostenibile completamente immerso nel verde, che accoglierà l’intera struttura per non disperdere la grandiosità di questo patrimonio naturalistico. Per ammirare ancor di più la maestosità di Floriade e godere della panoramica dell’intero parco si può fare un giro sulla funivia lunga poco più di un chilometro ed a circa 30 metri di altezza, che trasporta i visitatori da un lato all’altro del parco in soli cinque minuti. Basta guardare in basso per accorgersi del colpo d’occhio sui colori e sugli edifici ecosostenibili appositamente costruiti per l’occasione. I paesi partecipanti, le imprese, le aziende orticole e gli organismi pubblici offriranno agli ospiti di Floriade 2012 non solo la possibilità di vedere i fiori più belli, ma anche piante, alberi, frutta e verdura provenienti da tutto il mondo. Ed ogni giorno ci sarà un programma culturale all’insegna della musica, della danza, della letteratura, del teatro e delle arti visive di tutto il mondo. Con innumerevoli, stimolanti ed innovative attrazioni ed attività educative, perchè Floriade 2012 è anche un viaggio spettacolare e pieno di scoperte per tutti i bambini. Non potevano mancare i ristoranti caratteristici che offrono ai visitatori un ventaglio di possibilità per assaporare deliziosi piatti locali ed internazionali ed anche molte bevande, naturalmente preparate con ingredienti a ‘chilometro zero’ per rispettare la filosofia della materia prima locale. Ma è anche il luogo ideale anche per godersi un pic-nic, con amici e famiglia, circondati da fiori ed alberi, oppure si può optare per un lounge romantico in riva al lago, platea per gli innumerevoli spettacoli e sfilate, mentre i cigni danzano eleganti sulle acque. Floriade 2012, dunque, non è soltanto una tappa da raggiungere e conoscere almeno una volta nella vita, ma è un modo per vivere la natura dal suo interno, per uno degli appuntamenti più attesi in un settore, quello florovivaistico e orticolo, in costante crescita e con un enorme potenziale. Lo spirito della kermesse è ben riassunto nel filo conduttore che cerita così: "Sii parte del teatro della natura, avvicinati alla qualità della vita". Vivere la natura non soltanto come spettatori affascinati (perchè non si concepisca la natura solo come elemento decorativo), ma proprio come protagonisti di un’esperienza unica. Perchè, in fondo, c’è un legame indissolubile tra il verde, la natura e la felicità non solo come elemento estetico, ma come valore aggiunto della nostra vita, in ogni suo aspetto. Una qualità della vita quella a cui guarda Floriade 2012, che si declina al plurale e proietta nel futuro con la promozione e la presentazione di progetti architettonici all’insegna della sostenibilità, della innovazione e delle tecnologie verdi all’avanguardia. Conciliare il rispetto dell’ambiente e lo sviluppo economico si può e si deve fare. Ed è questa la sfida di un futuro che è già cominciato. Sara Tufariello
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Tra i 35 i Paesi rappresentati a ‘Floriade’, c’è anche l’Italia, che per la prima volta ha un suo ruolo da protagonista con un padiglione di 400 metri quadri, circondato da uno spazio verde di altri 500 mq, realizzato dalla regione Trentino Alto Adige, completamente in legno e dunque ecocompatibile e perfettamente inserito nel contesto ed in posizione baricentrica essendo ubicato nella World Stage Area, lungo l’arteria principale di scorrimento dell’Expo. Il padiglione ospita l’installazione 'Viaggio in Italia', che consente una sorta di tour virtuale tra le principali attrattive e bellezze della penisola e ‘L’Italia dei sapori’, che permette di avere un quadro interattivo dell’offerta agricola, ortofrutticola e culinararia di ogni singola regione del Belpaese, una vetrina nazionale di altissimo livello per le eccellenze materiali ed immateriali del Made in Italy. Numerosissime le iniziative in bioagricoltura, settore per cui il nostro Paese è tra i primi dieci produttori al mondo. Ed all’interno, oltre le aree espositive, troveranno posto una boutique, un’area degustazione, una serie di facilities dedicate agli incontri istituzionali e al B2B come uffici e sale riunioni. Grande spazio viene assegnato alla presentazione dei giardini storici e artistici, al turismo, all’agroindustria, con un’attenzione particolare alle produzioni ecologicamente sostenibili: dal’utilizzo delle energie alternative e delle nuove tecnologie per le coltivazioni, all’educazione alimentare. E sono dunque molteplici - primo fra tutti la possibilità di favorire le realtà economiche del territorio nel processo di internazionalizzazione aprendo nuovi canali commerciali e rafforzando quelli già in corso - gli obiettivi che le Regioni e gli Enti Territoriali possono raggiungere attraverso questa partecipazione al Padiglione Italia durante ‘Floriade 2012’. Di rilievo il segmento per la promozione turistica, un passo importante nel quadro del programma di promozione ad ampio raggio delle eccellenze del territorio, con lo scopo di far crescere sempre più il vastissimo campionario dell’industria turistica regionale. Tutto questo in un appuntamento di rilevanza internazionale, con allettanti proposte ad un pubblico mondiale, del giacimento Italia. Ma, oltre il convenzionale, è da rimarcare la possibilità di condividere e individuare nuove strategie e nuove soluzioni tecniche, scientifiche e ingegneristiche per affrontare la sfida di uno sviluppo sostenibile, con un contributo da protagonisti di fronte ad una platea internazionale. La mission, in buona sostanza, è quella di proporre un contributo attivo all’immagine del 'made in italy' nel mondo, unico e inimitabile, pregno di tradizioni, radicato nel territorio e pertanto capace di produzioni uniche e di altissima qualità. Insomma, il marchio Italia, capace di attrarre le genti del mondo che amano il bello, il buono, il colore ed il sapore di una terra dai mille volti che, anche in tempi di crisi, può continuare a suscitare uno straordinario appeal. Sara Tufariello Ente del turismo olandese Via Cappuccini, 14 - Milano www.holland.com
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Un’oasi soleggiata di freschezza e calma, con i suoi trentanove piccoli comuni, foreste profumate, valli, sorgenti e una natura intatta che le ha dato il nome e il colore: è la Provence Verte. Cuore meno noto della grande Provenza, si trova al centro del Var, il dipartimento che si estende dal Golfo di Saint-Tropez al massiccio dei Maures, dal promontorio dell’Estérel ai Pays de Fayence e alle Gole del Verdon. Per collocarla meglio, possiamo considerare tre punti di riferimento: il Verdon, la Sainte Baume e la Sainte Victoire, tutti ben noti e riconoscibili, anche nei dipinti di artisti famosi. Piccoli paesi aggrappati alla falesia, stradine color ocra, pittoreschi paesaggi immersi nelle colline, dove splendono i colori della lavanda e degli iris gialli, dei glicini e dei fiori del rosmarino, mille sorgenti d’acqua, e qualche monumento di grande effetto. La Provence Verte, prima zona della regione francese PACA, che ha ottenuto l’etichetta 'Paese d’arte e storia' dal Ministero della Cultura, offre numerosi itinerari tra abbazie, case di campagna, castelli. Il suo territorio è stato terra ancestrale dei signori della Provenza, la sua storia è scritta nelle mura monumentali dei castelli, delle abbazie, dei Palazzi dei cavalieri Templari. Brignoles è la cittadina più importante della regione, anche se conserva dimensioni minuscole, con circa 18.000 abitanti, con alcune tracce romane, come la presenza della via Aureliana. Conquistata dai Romani, dai Franchi, dai conti catalani e dell’Anjou, Brignoles entrò a far parte del regno di Francia nel 1481, con tutta la Provenza. Nell’Alto Medioevo acquistò importanza sotto i conti di Provenza, che qui avevano un grande palazzo, attualmente trasformato nel Museo dei Pays Brignolais, con testimonianze di storia locale, dipinti, e il più antico sarcofago del cristianesimo trovato in Provenza, del II secolo. A Brignoles soggiornò anche Luigi XIV con la sua corte nel 1660, mentre dal 1700 la cittadina diventò ricca per varie attività artigianali e commerciali e soprattutto per lo sfruttamento delle miniere di bauxite. Passeggiando tra le colline, ecco Cotignac, un village de caractère, appoggiato ai piedi di una falesia di tufo di 80 metri di altezza, a cui si appoggiano alcune abitazioni troglodite, che hanno mantenuto la parete interna scavata nella roccia. Dall’alto il panorama è davvero pittoresco e invita alle fotografie: tetti rossi e finestre color lavanda, alberi verdi e glicini viola, la torre in piazza e il campanile che batte le ore. Tra ristoranti caratteristici e brasserie, atelier di artisti e negozi artigianali, fontane e lavatoi, si respira l’atmosfera perfetta del tipico paesino provenzale. A Barjols si percepisce l’abbondanza di acqua, uno degli elementi che caratterizzano la Provence Verte: 28 fontane sono ancora zampillanti e una Casa Regionale dell’Acqua crea e diffonde la conoscenza sull’acqua e sull’ambiente circostante. A Mazaugues, piccolissimo, si scopre una struttura davvero originale: la Ghiacciaia di Pivaut, il grande pozzo in pietra ricoperto con piastrelle, alto 23 metri, utilizzato per deposito di ghiaccio nel XIX secolo. Fin dal XVII secolo, infatti, il massiccio di Sainte Baume accoglieva un’attività originale: la fabbricazione del ghiaccio. L’acqua di fonti e ruscelli veniva presa e messa a congelare nei bacini murati. Poi veniva immagazzinata nelle ghiacciaie, vasti pozzetti di 10-20 metri di profondità scavati nella roccia, coperte con un tetto di tegole. In estate, i blocchi venivano trasportati di notte a dorso d’asino fino a Tolone e Marsiglia. Una basilica imponente: Saint-Maximin La Provence Verte ospita il più importante edificio religioso gotico del sud della Francia: la basilica di Saint-Maximin la Sainte-Baume. La sua origine è legata alla devozione verso Maria Maddalena, che avrebbe trascorso gli ultimi anni della sua vita in una grotta (baumo in provenzale), aperta nel Massiccio della Sainte-Baume. E’ una muraglia di calcare che si eleva fino a oltre 1100 metri di altezza, lungo circa 14 chilometri, che sovrasta il paese di Saint-Maximin. La grotta, già riconosciuta come luogo sacro da tempi antichissimi, è uno dei luoghi di pellegrinaggio più visitati del mondo occidentale: ben 8 papi e 18 sovrani sono venuti qui dal Medioevo, oltre a migliaia di anonimi pellegrini. Intorno a quelli che erano ritenuti i resti e la tomba originaria di Maria Maddalena, nel paesino di Saint Maximin, fu prima costruito un piccolo oratorio funebre e poi fu iniziata da Carlo II d’Angiò questa grandiosa basilica. Tra il XIII e il XVI secolo fu eretta in tre successive campagne di lavori, e mai completata. Anche questo è parte del suo fascino. Classificata come Monumento Storico, la basilica di Saint-Maximin ha un interno spoglio e solenne, arricchito da preziosi arredi in legno nel coro, e uno dei più grandiosi organi d’Europa, che Lucien Bonaparte salvò dalla distruzione durante la rivoluzione, facendo suonare la Marsigliese. Vini e sapori Una vera scoperta sono i vini provenzali, soprattutto i rosé, prodotti in piccole vigne basse, curatissime ed estese, diffuse in tutto il territorio. Eredi del più antico vigneto di Francia, come tutti i vini del Var, furono introdotti dai Fenici, circa 600 anni avanti Cristo. Poi i Romani, in questa che era la 'Provincia' per eccellenza, contribuirono allo sviluppo dei vigneti. La tradizione viticola è dunque molto antica, e il Var è oggi la prima regione produttrice di vino rosé nel mondo. La sua produzione viticola comprende ben 3 DOC prestigiose: Coteaux Varois, Bandol e Côtes de Provence. Moltissime Maison de Vin invitano alla degustazione e all’acquisto, offrendo spesso, accanto all’enoteca, camere per gli ospiti e ristoranti gourmet. Ne è esempio lo Chateau Nestuby, casa di campagna del 19° secolo, in mezzo ad alberi di ulivi e vigne a distesa d’occhio. L’enogastronomia valorizza al massimo i prodotti locali: erbe provenzali, aglio, basilico, olio d’oliva, tartufi, fichi, miele, castagne e marroni. I piatti tipici della Provence Verte sono molti, saporiti e originali. Tra tutti ne scegliamo due: l’aïoli, o maionese all’aglio, da accompagnare a verdure, lumache e frutti di mare, e la anchoïade o salsa alle acciughe. Le olive sono servite ovunque, da sole, con l’aperitivo o in purea, la tapenade. Vacanze attive Ricchissima di offerte per gli sport all’aria aperta e il turismo attivo, la Provence Verte propone scalate, arrampicate, gite in kayak sui fiumi, cicloturismo, equitazione. Il golf si pratica in due prestigiosi campi a 18 buche, il Golf di Barbaroux a Brignoles, e il Golf di la Sainte Baume a Nans Les Pins. In un magnifico paesaggio boscoso di 87 ettari, in uno dei percorsi più prestigiosi d’Europa, il Golf di Barbaroux a Brignoles é realizzato nella migliore tradizione del golf americano dall’architetto Pete Dye. La creatività si sviluppa nel movimento che segue colline e corsi d’acqua, coniugando l’amore per la natura con l’attenzione tecnica. E’ uno dei campi da golf della Costa Azzurra più apprezzati, vicino a Aix en Provence e Marsiglia. L’hotel Golf Barbaroux, all’interno del campo, sta ampliando i suoi spazi e per il mese di giugno è previsto un raddoppio e un restyling completo delle sue camere, appartamenti e suite. Dove alloggiare Per alloggiare nella Provence Verte molte sono le soluzioni: l’hotel economico, soprattutto durante il fine settimana, come la catena Ibis, le case in affitto, le chambre d’hotes. E’ questa la soluzione ideale per assaporare l’atmosfera tipica delle case provenzali. Sono camere che si affittano in una casa privata abitata dalla famiglia: case di campagna circondate da giardini di fiori e di erbe aromatiche come Le Mas des Tours di Cotignac, oppure case storiche nel centro di piccoli paesi come La Licorne. Tutte arredate con grandissimo gusto, nel rispetto dello stile provenzale rustico. La prima colazione é adeguata all’atmosfera: immancabile la baguette con burro di campagna e marmellate fatte in casa, formaggi di capra, yogurt e frutta biologica. Alcune delle chambre d’hotes aprono le sale da pranzo, table d’hotes, per fare gustare la gastronomia provenzale. Con particolare attenzione alla tavola e alle stoviglie decorate. Franca Dell'Arciprete Scotti www.provenceverte.it www.sejourprovence.com
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