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Valentina Castellano Chiodo
Situata fra Parigi e la Costa Azzurra, alla frontiera con la Svizzera e l’Italia, la regione Rodano Alpi si trova nel cuore dell’Europa, con due aeroporti internazionali, un’importante rete di collegamenti ferroviari e una vasta rete autostradale.
Attraversare la regione Rodano-Alpi da nord a sud o da est ad ovest. vuoi dire scoprire in un colpo d’occhio una successione di paesaggi di una varietà eccezionale. Qui si spazia dai ghiacciai e dalle cime famose come il Monte Bianco agli splendidi campi di lavanda della Dr6me dove il canto delle cicale evoca già atmosfere da Provenza. I vigneti del Beaujolais, la macchia dell’Ardèche meridionale, l’acqua dei grandi laghi e di migliaia di stagni esaltano questa incredibile varietà, e offrono scenari ideali a quanti amano la natura.
Non a caso, la regione Rodano-Api è famosa per il numero di siti protetti. In totale, non meno di 39 riserve e 8 parchi di cui 2 parchi nazionali e 6 parchi naturali regionali. Un caso unico in Francia che procura alla regione un’autentica vocazione naturale, offrendo lo scenario ideale per l’osservazione della fauna e della flora.
Divisa fra le Alpi, il Giura e il Massiccio Centrale, più del 70 % dell’offerta turistica in Rodano-Alpi si colloca in mezza o alta montagna. L’eccezionale scenario che caratterizza i versanti orientale e occidentale della regione mostra una successione di vette, verte ed elevate nel settore delle Alpi e del Giura, più dolci nella zona del Massiccio Centrale.
Con 160 stazioni sciistiche e 16 comprensori sciistici collegati, la regione possiede il più grande comprensorio sciistico del mondo. Ogni inverno, richiama milioni di vacanzieri. In estate, la montagna è il paradiso degli sport attivi come l’alpinismo, la scalata, la randonnée su ghiacciaio e il para pendio. Oggi, la montagna rimane la destinazione preferita dai vacanzieri in Rodano-Alpi.
Circa il 40 % della totalità dei laghi naturali e artificiali di Francia si trova nella regione Rodano-Alpi.
L’acqua qui è una seconda natura: neve e ghiacciai, fiumi e torrenti e naturalmente laghi. Rodano-Alpi possiede ben tre dei cinque laghi di Francia (il lago Lemano, il lago di Bourget e il lago d’ Annecy) e conta 7000 km di corsi d’acqua.
Ricche anche di virtù terapeutiche, le acque della regione hanno dato origine a piacevolissime località termali.
Oltre all’aspetto curativo, sono fonti di piacere e di benessere. La regione richiama il 15% dei curisti francesi, il che l’ha posta nel 2009, al terzo posto fra le regioni termali francesi e vanta 16 località termali. Nel 2009, 72.000 persone sono venute a “passare le acque” nel Rodano-Alpi. Una cifra a cui bisogna aggiungere le migliaia di addetti della “remise en forme” e del benessere.
Teatri e acquedotti romani, chiese, castelli, villaggi fortificati, musei ... L’elenco del patrimonio culturale e artistico della regione è lungo e ricco. Qua e là, le tracce del passato emergono fiere. Tutta la regione è famosa per il suo eccezionale patrimonio d’arte e di storia, che include anche qualcosa di molto speciale: il sito storico della città di Lione. Inserito dall’Unesco dal 5 dicembre 1998 nel Patrimonio Mondiale dell’Umanità per il suo “importante valore universale” è, con la città di Praga, uno dei più vasti del mondo.
Dopo la regione dell’Ile-de-France, il Rodano-Alpi è quella che possiede il maggior numero di musei in Francia. In tutto, oltre 200. Splendidi musei d’arte a Lione, Saint- Etienne. Grenoble e Chambéry accanto a delle strutture etnografiche regionali di primissimo ordine.
Il turismo urbano in Rodano-Alpi che rappresenta il 17 % dei pernottamenti si avvale di una rete di città ricche di un notevole patrimonio architettonico, ma anche di boutiques di lusso e di numerosi mercatini e botteghe di brocante davvero speciali, che fanno la felicità dei turisti appassionati di vecchi oggetti. Servite in modo eccellente dai treni TGV, aeroporti e autostrade, le città d’arte rappresentano una destinazione di soggiorno ideale.
La sua grandezza, la si deve alla ricchezza e alla qualità dell’eccezionale varietà di prodotti del territorio in Rodano-Alpi. Regione viticola francese per eccellenza, Rodano-Alpi vanta una delle più belle carte dei vini di Francia, costituita da 36 denominazioni d’origine controllata (AOC in francese) e dai grandi crus che le assicurano una fama internazionale.
Quanto alle feste, alcune vivaci e calorose, altre culturali o tradizionali, sono nel segno di quell’arte di vivere a cui è sempre piacevole prendere parte. Un eccellente pretesto per organizzare un soggiorno in Rodano-Alpi!
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Ne1 1728, il sedicenne Jean-Jacques Rousseau abbandona Ginevra e si rifugia presso la baronessa svizzzera Madame de Warens, residente in Savoia, prima ad Annecy e poi a Chambery. A partire dall’estate del 1736, si sistema con colei che chiama “Maman” (mamma) in una casa di campagna, nei dintorni della città, dove soggiornerà fino a1 1742. Situata nella conca del vallone boschivo delle Charmettes, questa casa entrerà nella leggenda letteraria, perche Rousseau le consacrerà pagine fondamentali delle ‘Confessions’ e delle ‘Reveries’, associando a questo periodo della sua vita la sua unica esperienza della felicità ed il suo culto della natura. Edificata su una terrazza che domina la città, la casa delle Charmettes è un esempio di quelle sobrie costruzioni, che, sin dalla fine del ‘600, sorsero attorno al bacino di Chambery. Dall’epoca della rivoluzione, assume un valore simbolico e diventa un luogo di pellegrinaggio di tutte le celebrità letterarie e politiche: George Sand, Alphonse de Lamartine e tutti i grandi scrittori romantici raccontano con emozione la loro visita alle Charmettes.
Ne1 1905, le Charmettes sono classificate monumento nazionale. Casa della memoria letteraria, permette di apprezzare uno degli ambienti privilegiati, dove si è formata la personalità di Rousseau e dove si intravede ancora la sua ombra. Un giardino botanico ed un sentiero li invita a seguire le orme del ‘promeneur solitaire’.
“E' un peccato - scriveva il filosofo - che i savoiardi non siano ricchi e forse sarebbe un peccato che lo fossero, perchè, tali e quali, sono il popolo migliore e più socievole che io conosca. Se c’e una cittadina al mondo, dove si gusta la dolcezza di vivere in un commercio piacevole e sicuro, e proprio Chambery". “Durante questi pochi anni, amato da una donna piena di riguardi e dolcezza, feci ciò che volevo fare e fui ciò che volevo essere, e tramite l’uso che feci del mio tempo libero, in questo aiutato dalle sue lezioni e dal suo esempio, seppi dare alla mia anima ancora semplice e nuova la forma che più le conveniva e che ha sempre mantenuto… Una casa isolata sui pendii di un vallone fu il nostro asilo ed è là che nello spazio di quattro anni ho goduto d’un secolo di vita e d’una piena pura felicità” .
- Les Charmettes -
Casa di Jean Jacques Rousseau
CHAMBERY – OFFICE DE TOURISME
5 bis, Place du Palais de Justice
73000 Chambery – France
T. +33 (0)4 79338161
Sarà proprio un anno titanico il 2012. Il Direttore di Turismo Irlandese, Niamh Kinsella, si dichiara convinto che “è in atto una svolta epocale ed unica che trasformerà l’Irlanda del Nord, dando inizio ad una nuova era per il turismo verso questa zona”.
Si comincia da Belfast, “must” del 2012 secondo la Guida Fodor, dove il centenario del primo e unico viaggio del Titanic verrà ricordato con una serie sensazionale di celebrazioni e commemorazioni, descritte come “la più grande storia turistica del 2012” dal prestigioso National Geographic Magazine.
C’è solo un posto in cui la nave delle navi, il Titanic, poteva festeggiare il suo centesimo anniversario: a Belfast, dove è stato concepito e costruito nel grandioso cantiere navale Harland & Wolff. Si inizia il 31 marzo con l’inaugurazione della nuovissima Titanic Belfast Experience. Sarà la più grande (e anche la più grandiosa) attrazione sul Titanic al mondo, in cui sono state investite ben 90milioni di sterline e che, solo nel primo anno, prevede di ospitare non meno di 400.000 visitatori. La struttura assomiglia alle prue delle tre grandi navi della White Star Line – Titanic, Olympic e Britannic – costruite nei cantieri Harland and Wolff. Nei suoi sei piani, attraverso nove gallerie esplicative e interattive, si dispiegheranno le immagini, i suoni, gli odori e le storie del Titanic, come pure della città e delle persone che lo costruirono. I visitatori avranno così la possibilità di conoscere non solo la storia della costruzione della nave, ma anche quella del vasto patrimonio industriale e marittimo dell’Irlanda del Nord.
Dal 7 all’11 aprile si potrà assistere al Titanic Light Show, un capolavoro di proiezione digitale. Ci sarà un evento lancio spettacolare il 7 aprile, seguita da un’installazione ogni sera per caratterizzare l’edificio. Il 14 aprile avrà luogo il “Titanic: A Centenary Commemoration”, un evento di gala commemorativo nel Waterfront Belfast, luogo che sarà la vetrina della storia del Titanic a Belfast. Saranno ospiti i più illustri personaggi del mondo culturale e letterario. Un omaggio a tutte le vittime, ai superstiti e a coloro che hanno lavorato nei cantieri di Belfast alla creazione dello straordinario transatlantico.
L’inaugurazione di Titanic Belfast nell’aprile 2012 rappresenta un momento estremamente significativo di quella entusiasmante rinascita che ha caratterizzato l’Ulster negli ultimi anni.
Un’altra attrazione dell’Irlanda del Nord, anch’essa all’insegna del titanismo, è la straordinaria Giant’s Causeway, che, a partire dalla prossima estate, vedrà l’inaugurazione del nuovo Giants’s Causeway Visitor Centre, in cui sono stati investiti 18,5 milioni di sterline, dedicato alla stupefacente formazione basaltica, Patrimonio Mondiale UNESCO, gemma della spettacolare costa di Antrim.
E ancora una vera festa sarà la tappa finale del Clipper Round the World Yacht Race and Maritime Festival, dal 30 giugno all’8 luglio a Derry. La città è l’approdo per la flotta di velieri che qui giungerà dopo aver percorso 40.000 miglia intorno al globo. Tra quelli in arrivo, un veliero speciale è il Derry-Londonderry, lo yacht cittadino, che in questi mesi sta girando il mondo per promuovere la città e il suo ruolo come UK City of Culture 2013.
Franca Dell'Arciprete Scotti
L’Italia strizza l’occhio alla Repubblica Ceca e sembra dirle “Mi piaci”, ma anche “Ben fatto!”.
Ben fatte certamente le scelte della sede italiana di CzechTourism, che anche nel 2011 ha portato a casa risultati soddisfacenti nonostante l‘avversa congiuntura internazionale. Il risultato più grande è ancora una volta il rapporto sempre più consolidato e felice tra Repubblica Ceca e Italia. Questo il bilancio con cui festeggiare il quinto anno di attività dell’Ente del turismo in Italia e con cui premiare la scelta di portare avanti una politica di destagionalizzazione e differenziazione della destinazione Repubblica Ceca.
Lubos Rosenberg, alla guida dell‘Ente Nazionale Ceco per il Turismo dal 2007, va giustamente fiero del rinnovato interesse del Belpaese per il suolo ceco, frutto di un ‘corteggiamento’ tutt’altro che casuale, basato su attente analisi, strategie mirate e scelte ad hoc. Come quella per esempio di puntare su nuovi settori, destinati a incontrare sempre più la preferenza del pubblico italiano.
Le cifre del 2011, soprattutto se considerate in un clima generale di recessione, sono assolutamente positive e cariche di cauto ottimismo per un futuro prossimo che tutti paventano all’insegna di ulteriori sacrifici e tagli. In fondo, la Repubblica Ceca ha solo carte vincenti da giocare: Praga magnifica stella nel firmamento delle capitali europee, eventi culturali di altissimo livello, un calendario vivace di appuntamenti folcloristici e legati alla tradizione, irresistibili seduzioni enogastronomiche, rinomate località termali, un’ampia e qualificata offerta congressuale e business, scenari impareggiabili per le vacanze en plein air e un patrimonio unico di ben 12 siti UNESCO, distribuiti su un suolo dal grande fascino, attraversato da numerosi itinerari a tema, dalla Via della Birra a quella del Vino, dalla Via della Magia a quella dell’Ambra, fino alla Via del Vetro e tante altre che l’Ente si propone di svelare agli italiani.
In particolar modo, quest’anno, la Repubblica Ceca punta a promuovere e valorizzare la Via della Fede. Tra Boemia e Moravia esiste un itinerario dello spirito, per fedeli e non, che conduce alle radici cristiane d’Europa. Una storia sofferta quella della fede cattolica nelle antiche terre ceche, un credo forte che ha saputo ridisegnare il volto del Paese. Di città in villaggio, di campanile in cripta una nuovissima guida di Czech Tourism invita a ripercorrere le orme di antichi pellegrini ma anche di Papa Benedetto XVI, il cui recente viaggio in Repubblica Ceca ha dato un nuovo input alla devozione cattolica, restituito lustro agli straordinari monumenti religiosi del Paese e ricordato anche i ‘fratelli’ ebrei.
Forse non fu esattamente una conversione spontanea quella a cui l’odierna Repubblica Ceca, allora Boemia, fu costretta nel 1620. Le violente lotte religiose che già avevano caratterizzato il regno di Venceslao IV, figlio di Carlo IV, le guerre hussite, i movimenti antiriformisti sotto gli Asburgo sfociarono infine l’8 novembre 1620 nella battaglia alla Montagna Bianca, che poi dilagò nel resto d’Europa con il più celebre nome di Guerra dei Trent’Anni.
Come si dice, però, “non tutto il male vien per nuocere” e il popolo ceco, dapprima forse mortificato da una forzata cattolicizzazione, ha poi saputo aderire alla nuova professione con entusiasmo e nei secoli si sono moltiplicati i segni marcati, preziosi e contagiosi di un credo forte. Il bisogno di fede e di pace ha plasmato le anime ma anche lo stesso volto del Paese. Lo ha letteralmente ridisegnato. Oggi sopra il profilo ondulato delle colline, oltre l’orizzonte piatto delle campagne, nello skyline di città senza grattacieli, a svettare incontrastati, protesi verso quel Cielo che rappresentano in terra, sono infiniti campanili di chiese. Piccole, grandi, minimaliste o sontuose, solitarie o chiuse nell’abbraccio delle case, antiche e moderne, anonime parrocchie di campagna o celebri santuari… sono ad un tempo il punto di riferimento di chi ha fede e i nodi di un lungo filo d’Arianna che conduce tutti, religiosi e non, alla scoperta di una Repubblica Ceca che tocca l’anima. Il cristianesimo giunse in Boemia e Moravia dall’Oriente, nel IX secolo, per mano –o meglio per bocca- di Cirillo e di Metodio. In risposta a un appello di Rastislav (Ratislao), sovrano di Moravia che chiedeva l’invio di missionari nelle sue terre, i due fratelli furono inviati dall’imperatore Michele III a evangelizzare i popoli di Pannonia e Moravia. Per diffondere la parola di Dio, inventarono l’alfabeto slavo glagolitico e tradussero in questa lingua la Scrittura e i testi della liturgia latina. Per portare a termine la propria missione affrontarono prove e sacrifici durissimi.
Quando poi a Rastislav succedette il nipote Svatopluk, favorevole alla presenza tedesca nel regno, Cirillo (nel frattempo morto di malattia a Roma) e Metodio furono dichiarati portatori d’eresia. Per Metodio e i discepoli suoi e di Cirillo fu persecuzione. Molto più tardi, nel 1927, papa Pio XI nella sua Lettera apostolica Quod Sanctum Cyrillum rendeva atto all’operato dei due fratelli, che apostrofava come “figli dell’Oriente, di patria bizantini, d’origine greci, per missione romani, per i frutti apostolici slavi”.
Di certo furono un ponte tra tradizione occidentale e orientale, come sottolineato da Giovanni Paolo II, che nel 1980 li ha proclamati patroni d’Europa.
La sua Enciclica Slavorum Apostoli recita così: “Cirillo e Metodio sono come gli anelli di congiunzione, o come un ponte spirituale tra la tradizione occidentale e quella orientale, che confluiscono entrambe nell’unica grande Tradizione della Chiesa Universale. Essi sono per noi i campioni ed insieme i patroni dello sforzo ecumenico delle Chiese sorelle d’Oriente e d’Occidente, per ritrovare mediante il dialogo e la preghiera l’unità visibile nella comunione perfetta e totale”. Oggi in Repubblica Ceca Cirillo e Metodio sono, insieme a Giovanni Nepomuceno e Venceslao, i santi più venerati.
Il 2013 sarà l'anno di ritorno alle radici storiche. La Repubblica Ceca concentrerà le manifestazioni sullo sviluppo dei valori spirituali, etici e culturali, sull'inizio della liturgua slava, sull'inizio della lingua e del documento scritto e sull'inizio della vita culturale degli slavi. Il Progetto Velehrad 2013 sarà in particolar modo incentrato su Cirillo e Metodio.
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