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Affacciata sul Mar Baltico e ricca di parchi, fiumi, laghi e riserve naturali, con pianure e colline dolci, la Lituania è un terreno ideale per il cicloturismo. Ecco cinque itinerari possibili in bicicletta tra coste, parchi, paludi e campi, per scoprire villaggi tradizionali e scenari naturali.
Da Alytus a Varena
Un percorso ciclabile, lungo una linea ferroviaria dismessa, connette le città di Alytus a Varėna, nel sud della Lituania. Prima tappa il White Rose Bridge, lungo 240 m e alto 40 m, attraversa il fiume Nemunas ed è il più alto ponte ciclabile del Paese. Da qui si segue la tratta dell’ex linea ferroviaria Alytus-Poteronys-Pavartėnai-Bukaučiškės-Artilerija-Varėna. Il percorso, circa 60 km, tra il paesaggio lituano, permette di ammirare antiche strutture e tunnel dell'antica ferrovia.
Lago Plateliai
Il Parco Nazionale della Samogizia, ricco di laghi, offre diversi percorsi da scoprire su due ruote. La ciclabile di Šeirė (circa 4 km) attraversa la palude di Gaudupis dove la leggenda lituana vuole si nasconda il diavoletto di legno di Piktežeris. Da qui si prende la ciclovia circolare di 24 km che porta fino al lago di Plateliai, il maggiore della regione di Samogizia, e tocca i principali punti di interesse della zona: il Museo della Guerra Fredda, il villaggio di Beržoras, la fonte del fiume Babrungas e la riserva naturale Plokštinė.
Parco di Grazuté
Nel Parco Regionale di Gražutė (distretto di Zarasai) ci sono oltre 100 km di ciclovie. Il percorso ad anello più lungo, 45 km, attraversa i principali punti di interesse del parco: il lago Šventas, il bacino artificiale Luodis con le sue 50 isole e l’Antalieptė Reservoir. S'incontrano la più alta chiesa di pietra lituana, mulini ad acqua e antichi cimiteri ebraici e tartari. Un secondo anello più breve (37 km) corre lungo i laghi Apiritis, Ilžikis, Asavėlis, Asavas, Tūmiškis e Samavas. Una tappa consigliata è tra le arnie dell’apiario nel villaggio di Pagrundai, dove si gusta ottimo miele, un prodotto tipico della Lituania. Nel parco ci sono campeggi con spazi tenda e bungalow.
Penisola Curlandese
Riserva Naturale e sito Unesco, la Penisola Curlandese è una lingua di sabbia che corre tra mare e laguna. Offre scenari spettacolari tra lunghe spiagge, pinete, impettite dune e villaggi di pescatori con case colorate di legno. Partendo da Klaipeda, la principale città della costa baltica, con una breve tratta in traghetto si raggiunge la penisola, percorsa in tutta la sua lunghezza da un tracciato ciclabile di 52 km che porta fino al villaggio di Nida. Tappe consigliate: la Collina delle Streghe con sculture di legno ispirate a locali favole e leggende silvestri, le dune di Parnidis e quelle di Nagliai affacciate sulla laguna, la casa di Thomas Mann che scelse questo luogo per le sue vacanze, e la colonia di cormorani con centinaia di esemplari che nidificano sulla pineta all’inizio dell’estate.
Trakai
Diverse piste ciclabili partono dal centro di Trakai, la capitale medievale della Lituania, famosa per il castello rosso che si specchia nelle acque del lago Galve. Una ciclovia di 14 km: è nota come il sentiero di Vytautas il Grande, il granduca di Lituania considerato ancora oggi un eroe nazionale. Il percorso, costeggiato da statue di legno che testimoniano alcuni dei momenti più significativi della vita di Vytautas, porta al suo luogo natio.
Affacciata sul Mar Baltico e ricca di parchi, fiumi, laghi e riserve naturali, con pianure e colline dolci, la Lituania è un terreno ideale per il cicloturismo. Di seguito cinque itinerari possibili in bicicletta tra coste, parchi, paludi e campi, per scoprire villaggi tradizionali e scenari naturali.
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Il The Hague Bike Tours è una nuova proposta di itinerario ciclabile tra le vie de L’Aia in compagnia della guida turistica più giovane d’Olanda. Brent Meelhuysen, giovane imprenditore tredicenne, organizza infatti tour di tre ore ogni sabato e domenica mattina alla scoperta della sua città natale. Con lui si scoprono tutte le bellezze de L’Aia, come il Palazzo Noordeinde, il Vredespaleis (il palazzo della Pace) e la spiaggia di Scheveningen, oltre a diversi luoghi e cortili nascosti e poco conosciuti dai turisti.
L’Aja nel passato e nel presente
Lungo l’itinerario, Brent fornisce con originalità ed entusiasmo tutte le informazioni necessarie per conoscere a fondo la città, condividendo anche le sue esperienze personali. Dopo un tour con lui avrete una prospettiva totalmente diversa dell’unica grande città olandese con la spiaggia!
Informazioni
I tour iniziano alle 10.00 del mattino e durano dalle due ore e mezza alle tre ore. Il sabato si tengono principalmente in lingua olandese, mentre la domenica in lingua inglese, per gruppi composti al massimo da tredici persone. I partecipanti non avranno soltanto il piacere di aggirarsi con Brent per L’Aia, ma avranno a disposizione anche una bicicletta, oltre ad essere omaggiati di un drink e un dolce durante la pausa presso la più antica pasticceria della città. Gli itinerari guidati sono previsti ogni weekend, ma è consigliabile controllare la disponibilità sul sito di The Hague bike Tours:
https://denhaag.com/en/event/64449/the-hague-bike-tours
http://www.thehaguebiketours.nl/?lang=en
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La rinomata località balneare di Scheveningen, vicinissima a l’Aia, ha recentemente inaugurato una nuova attrazione dal nome “Zipline”. Salendo sulla torre del molo “Bungy Tower”, alta 55 metri e collegata tramite un cavo di acciaio al molo di Scheveningen, si percorrono 350 metri lungo il cavo “Zipline” ad una velocità che va dai 60 agli 80 km all’ora per poi raggiungere il molo di Scheveningen. Con questo percorso da brivido il divertimento è assicurato.
La Zipline è adatta a persone di ogni età, grazie all’imbragatura altamente specializzata. L’unico limite che hanno posto è quello di essere alti almeno 1 metro.
Si può provare questa emozione da soli o in coppia: seguendo i due cavi paralleli è infatti possibile vivere questa esperienza insieme.
Dalla torre Bungy si può anche fare Bungy Jumping direttamente sul mare, da un’altezza di 60 metri si salta individualmente o in coppia.
In primavera la torre è aperta durante i fine settimana e i giorni di festa dalle 11 alle 22, mentre durante i mesi estivi la Zipline è aperta tutti i giorni con gli stessi orari.
http://zipholland.nl
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Il Comitato scientifico della Fondazione Benetton Studi Ricerche ha deciso, all’unanimità, di dedicare la campagna di studio, cura e divulgazione della XXVIII edizione del Premio Internazionale Carlo Scarpa per il Giardino al Jardín de Cactus di Lanzarote, parte di una speciale costellazione di cave e crateri coltivati dell’isola che costituisce una testimonianza esemplare di un fertile equilibrio tra natura e cultura.
Lanzarote, la prima isola dell’arcipelago canario che si incontra arrivando dall’Europa, a soli 130 chilometri dal continente africano, sorprende per le grandi distese di lava che occupano un quarto di una superficie di 846 chilometri quadrati e con un’estensione longitudinale di appena 58 chilometri. Su un suolo di scarsa pendenza, l’avanzata lenta e la forma espansa di questo manto di lava, in tempi recenti, a più riprese, ha lasciato dietro di sé un mondo privo di vita, che ha visto emergere venticinque nuovi vulcani.
Investita da numerose eruzioni vulcaniche - la più recente, durata sei anni consecutivi, nel XVIII secolo - l’isola ha saputo più volte ripartire da zero, e cogliere in condizioni di vita estreme - la natura povera del suolo, i venti incessanti, l’assenza di acqua - i motivi
di una sua rigenerazione e gli strumenti per un legame consapevole con il proprio ambiente. L’estensione e la qualità delle sue coltivazioni, in particolare quella della vite, testimoniano oggi questo carattere e questa attitudine a convivere in modo inventivo con un territorio apparentemente inospitale. Un’attitudine che si è espressa anche attraverso sguardi estetici e politiche culturali di grande interesse.
In particolare, nel XX secolo, un artista e abitante dell’isola, César Manrique (1919-1992), ha saputo riconoscere il valore dei propri luoghi e mettere in atto strumenti e pratiche tali da sviluppare una coscienza sociale e politica di un ambiente sino ad allora considerato povero e privo di attrattività. Il contributo di questo artista militante che, a partire dagli anni sessanta, si batte contro lo sfruttamento turistico dell’isola, proponendone un modello alternativo, ci mette di fronte alle questioni irrisolte nel rapporto tra conservazione e trasformazione nel campo del paesaggio. Manrique ha mostrato con il proprio lavoro una possibile strada, costruendo luoghi come il Jardín de Cactus, che nel loro insieme si presentano come il manifesto di un diverso modo di vivere nell’isola e di riconoscerne, con occhi nuovi, la bellezza.
Inaugurato il 17 marzo 1990 nella località di Guatiza, e immerso nel mosaico delle coltivazioni di ficodindia (Opuntia ficus-indica), il Jardín de Cactus si è insediato in una cava di picón (lapilli vulcanici, che nell’isola si usano in agricoltura) abbandonata e poi ridotta a discarica. Al suo interno, un sistema concentrico di terrazzamenti e ambienti che si inseriscono nelle pareti della cava ospita oggi una spettacolare collezione di succulente che diventano, in questo contesto, il punto di contatto dell’isola con altri ambiti geografici e colturali, in particolare con il continente americano. Un progetto che contemporaneamente prosegue, assumendo forme inaspettate e fantasiose, il lavoro di trasformazione delle pieghe e delle cavità del suolo dell’isola, con le modalità di sempre: elevare terrazzamenti, distendere superfici di cenere vulcanica, inventare forme di protezione dal vento.
La sensibilità estetica di Manrique si manifesta qui, in modo particolare, in termini di lavoro di squadra, trasmissione collettiva di sapere, indirizzo di pratiche e capacità manuali animate più che da un sentimento nostalgico o ideologico di riproposizione di paesaggi tradizionali, da un desiderio di lasciare il segno del proprio tempo, compreso il piacere del gioco e di uno sguardo divertito sul mondo. Il giardino dei cactus raccoglie in sintesi, e in uno spazio ristretto, tutti i caratteri di una storia - la cultura del paesaggio di Lanzarote - che qui invita a proseguirne e rinnovarne i caratteri.
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Dal 26 marzo il villaggio di Boxmeer, nel Brabant, provincia in cui Vincent van Gogh nacque e trascorse gran parte della sua vita, ha una fedele riproduzione del celebre dipinto di Van Gogh “La camera di Vincent ad Arles”. Si tratta di una stanza all’interno dell’hotel Richie di Boxmeer trasformata in una copia esatta del dipinto della camera di Van Gogh ad Arles. Dopo il successo della "Camera" che l'Art Institute di Chicago ha ricostruito nel 2016 e della versione itinerante della stanza realizzata dall'artista olandese Cornel Bierens già nel 1989, da oggi ne esiste anche un'interpretazione permanente, dove è addirittura possibile dormire!
Dopo aver scoperto che il famoso letto di Vincent van Gogh era stato portato a Boxmeer al termine della seconda guerra mondiale, a fine 2016 sono iniziate le ricerche del giaciglio originale del maestro. Il fatto che ancora non sia stato trovato non ha impedito al proprietario dell'Hotel Richie di dedicare un'originale ode a uno degli artisti più celebri al mondo, trasformando una delle stanze dell'albergo in una copia esatta del dipinto di Van Gogh del 1888, con gli stessi colori e gli stessi quadri alle pareti. Naturalmente senza dimenticare sedia e comodino!
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