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Alta cucina e alta montagna. Un binomio mai onorato. Le baite e i rifugi raramente si prestano alla sperimentazione culinaria. In alta montagna bisogna essere pragmatici e veloci, servire prontamente gli affamati escursionisti che reclamano la loro porzione di rancio per riprendere il cammino. Insomma, luoghi di transito e di ristoro, mai consacrati al piacere culinario. Eppure, qualcuno ha pensato che anche l’alta cucina potesse frequentare l’alta montagna. L’idea arriva dal pluristellato chef austriaco Eckart Witzigmann, eletto nel 1994 dalla guida francese Gaul Millau 'cuoco del secolo'. E’ sua l’idea del Cammino culinario di San Giacomo, che unisce trekking e piaceri culinari nella meravigliosa valle di Paznaun, Tirolo austriaco.
Quattro chef per quattro escursioni. Uno chef per ogni rifugio. Un piatto speciale per ogni menù. Nel team dei grandi chef del 'Cammino culinario di San Giacomo' ci sono Stefano Ciotti (Vicolo Santa Lucia, Rimini, Italia), Franky van der Haeghe (Hostellerie St. Nicolas, Elverdinge, Belgio) Peter Gast (Restaurant ‘t Schulten Hues, Zutphen, Paesi Bassi) e Karlheinz Hauser (Seven Seas im 'Süllberg', Amburgo, Germania).
Domenica 8 luglio si è svolta la presentazione dell’iniziativa, un weekend che ha unito escursionismo e ottima cucina in uno scenario naturale paradisiaco. I palcoscenici culinari deputati sono il rifugio Jamtalhütte (Karlheinz Hauser) a Galtür, il rifugio Heidelberger Hütte (Stefano Ciotti) a Ischgl, il rifugio Niederelbehütte (Peter Gast) a Kappl e il rifugio Ascherhütte (Franky Van der Haeghe) a See. Arrivati in alto i cuochi stellati hanno lasciano le scarpe da trekking per un cucchiaio da cucina e presentato agli ospiti i loro piatti regionali, in parte reinterpretati, dando interessanti informazioni di base sulla ricetta e i prodotti. Il 'piatto highlight' che rimane sui menu dei quattro rifugi per tutta l’estate.
Il cuoco stellato tedesco Karlheinz Hauser ha portato al rifugio Jamtalhütte la sua spalla di capriolo brasata con finferli e mousse di sedano. Al meraviglioso rifugio Heidelberger Hütte, l’italiano Stefano Ciotti ha proposto la sua interpretazione della cucina regionale emiliana con i paccheri con salsiccia, crema di latte e una spolverata di liquirizia. Il cuoco stellato olandese, Peter Gast, si diverte con l’arrosto di manzo con erbette fresche e salmone in agrodolce con brodo e patate fumé al rifugio Niederelbehütte. Al rifugio Ascherhütte gli ospiti potranno provare la cucina del cuoco stellato belga Franky Van der Haeghe. La ricetta? Guancia di vitello con patate alla duchessa e ragù di champignon e speck.
Per l’inaugurazione la carovana italiana è andata a 'trovare' lo chef Stefano Ciotti, nome tutelare del rifugio del cammino cammino Ischgl, ospitato nell’attrezzata cucina del rifugio Heidelberger Hütte adagiato al fondo della valle Fimbatal (Val Fenga), la più interessante di tutte le valli laterali del comprensorio alpino di Paznaunal, al confine con la Svizzera. Sono tanti gli escursionisti, compresi innumerevoli ciclisti, che affrontano la passeggiata per godere di questa meraviglia montana. La valle si estende per una lunghezza di 16 Km, circondata da prati, pascoli naturali per mucche e cavalli (tra cui anche la rara specie Galtvieh) e, ca va sans dire, splendidi paesaggi. Una passeggiata adatta a tutti, anche ai bambini. Si parte da Bodenalpe, a due passi da Ischgl. Dopo circa 3-4 ore di cammino si arriva in vista del rifugio austriaco ad una altitudine di 2.264 metri, ai piedi del maestoso Fluchthorn (3.399m).
E’ territorio svizzero, alta Engandina, ma gli svizzeri non vi hanno un accesso agevole, se non attraversando il passo Fimbapaß alto oltre 2.608 metri, una tappa molto amata dagli escursionisti, anche in bici.
Marco Trabucchi
Pacchetti gourmet 'Il Cammino culinario di San Giacomo'
Dall’8 luglio al 16 settembre 2012 le quattro escursioni gourmet possono essere prenotate all’interno di pacchetti soggiorno: cinque pernottamenti e prima colazione in una categoria a scelta, incluse 4 escursioni guidate ai rifugi aderenti all’iniziativa e i necessari trasferimenti in vetta e a valle e in taxi, a partire da 257 euro a persona. I 3 pacchetti gourmet possono essere prenotati presso l’ente del turismo di Paznaun – Ischgl, Tel. +43 (0)50990 701
o via e-mail:
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In questi ultimi anni la cucina irlandese ha conquistato una reputazione di prestigio e ci sono svariate possibilità per assaporare le delizie culinarie che offre l´Isola di Smeraldo.
Dalle sagre alimentari ai tour per mettersi in contatto con produttori artigianali di alimenti tradizionali: sono decisamente molte le proposte per gustare e assaporare gli ottimi prodotti alimentari irlandesi. E una delle più interessanti, è quella di visitare un mercato tradizionale degli agricoltori. Fra i mercati più grandi e migliori, c’è quello del latte a Limerick, nel sud-ovest dell´Isola.
Situato in un edificio rinomato, che fornisce riparo dagli agenti atmosferici, il mercato storico, che risale a 160 anni fa, è aperto tutto l´anno.
I tre mercati principali si svolgono durante il fine settimana e i mercati più piccoli durante la settimana.
Il Mercato del Venerdì presenta un eccitante mix di prodotti: dai migliori alimenti artigianali alle sorprese della moda e dell´artigianato.
Il sabato, il mercato dei prodotti alimentari più famoso della regione, assale i sensi con i profumi e i colori degli alimenti freschi di qualità, coltivati localmente, e con gli speciali prodotti artigianali.
E’ un paradiso per i buongustai che vi troveranno il meglio dei prodotti: formaggi, marmellate, mostarde, pesce fresco, pane, carni e frutta e verdura biologiche, deliziosi spuntini e tè e caffè appena preparati.
La domenica il Mercato Riverside è per tutta la famiglia, con una vasta gamma di arti, mestieri, vestiti, gioielli, antiquariato, bric-à-brac e curiosità, mentre truccatori, maghi, giocolieri, mimi e artisti di strada offrono un ambiente divertente.
Le bancarelle e negozi nel mercato garantiscono l’eccellenza del cibo locale artigianale come Gourmet Tart Company, Rose Cottage Fruit Farm, Marie Murphy´s Cheese, O´ Driscoll Bros,West Cork Fresh Fish e molti altri. Limerick è la terza città più grande di Irlanda, con una lunga storia e una moltitudine di attrazioni che soddisfano tutti gli interessi.
Al centro del suo borgo medioevale c’è l´imponente castello di King John del 13° secolo.
E ´anche la sede del rinomato Museo Hunt ed è stato di ispirazione per il romanzo ‘Le ceneri di Angela’ best seller di Frank McCourt.
Limerick e è stata designata anche Capitale Europea dello Sport nel 2011 ed è una delle mete preferite per gli appassionati delle attività sportive.
www.irlanda-travel.com www.milkmarketlimerick.ie
www.goodfoodireland.ie
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Quante volte abbiamo tenuto nelle nostre mani dei fiori? Li abbiamo ricevuti per augurio, li abbiamo comprati per passione, li abbiamo regalati per amore. Li abbiamo usati come messaggio e, a conoscerne il significato, ogni varietà ne trasmette uno. Garofani bianchi per promettere fedeltà eterna, margherite per l’innocenza, intrighi per le violette e le rose rosse per esternare la passione. Ma da dove vengono e da quante mani passano prima di diventare i nostri silenziosi messaggeri? Il mercato più grande al mondo per il commercio dei fiori è l’Olanda. Il Paese tradizionalmente produttore di tulipani, in realtà coltiva molte altre varietà di fiori recisi e di piante verdi, ma soprattutto è il polo mondiale dell’importazione da tutti i continenti. La logistica per un commercio di questo tipo deve essere gestita da una macchina perfetta, veloce e affidabile, perché la deperibilità di un prodotto come i fiori è un fattore da tenere nella massima considerazione nella gestione dei tempi. Flora Holland è quella macchina, un consorzio di circa 6000 produttori che attraverso le sei sedi sparse sul territorio olandese si impone come leader mondiale del mercato di orticoltura ornamentale. A Naaldwijk, a pochi chilometri da Amsterdam, il quartier generale di Flora Holland si sveglia presto. Alle quattro del mattino un ispettore sta già facendo controlli a campione della qualità di fiori e piante arrivati negli immensi magazzini la sera precedente. Alcune varietà non hanno fatto molta strada, ma altre hanno attraversato il mondo in aereo per arrivare fin qui, dalle Americhe, dall’Africa e dall’estremo oriente. Alle sei si apre l’asta; una vera 'borsa valori' di fiori e piante. Ogni giorno migliaia di compratori presenti nelle sale dedicate vedono sfilare i diversi lotti e ricavano le informazioni necessarie da uno schermo gigante che ne descrive nome, provenienza, produttore, prezzo di partenza. In poche ore milioni di fiori e piante vengono acquistati attraverso decine di migliaia di transazioni, un giro d’affari di quattro milioni di euro all’anno. Sono da poco passate le sette del mattino quando, subito dopo la vendita, i lotti vengono preparati per la spedizione. Flora Holland rifornisce una clientela eterogenea, composta sia da grandi catene di distribuzione come da piccoli fiorai come quelli che troviamo all’angolo sotto casa. In tutti i casi l’importante è che il prodotto arrivi a destinazione nel più breve tempo possibile per conservare le sue caratteristiche. La maggior parte dei trasporti avviene su strada ma per le lunghe distanze provvidenziale è la vicinanza con l’aeroporto di Schiphol. Nella maggior parte dei casi i fiori arrivano a destinazione il giorno stesso e di lì a poco stanno già assolvendo al loro ruolo decorativo. Dietro alla delicata bellezza di un bouquet di fiori c’è quindi una imponente organizzazione e dei numeri impressionanti. Oltre due milioni di metri quadri di installazioni, 4600 dipendenti, una media di 115000 transazioni effettuate giornalmente. Oltre a Naaldwijk Flora Holland si trova ad Aalsmeer, Rijnsburg, Venlo, Bleiswijk ed Eelde; tutte facilmente raggiungibili da Amsterdam offrono visite guidate per le quali però è necessario alzarsi all’alba! Ma ne vale la pena. In nessun altro posto al mondo è possibile vedere tanti fiori tutti insieme e il mix di profumi resta addosso anche una volta usciti. Purtroppo i fiori invenduti a fine giornata vengono gettati via. Sembra quasi un sacrilegio ma è l’unico modo perché il giorno successivo dei nuovi esemplari freschissimi possano essere messi sul mercato. E tutto ricomincia daccapo.
Paola Drera
www.holland.com
www.floraholland.com
www.zuid-holland.com
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Soprattutto nel calcio ma non solo, quando si parla di Olanda il colore a cui si associa il Paese è l’arancione. Come gli americani sono a stelle e strisce, gli svizzeri rossocrociati, gli olandesi sono arancio. Non è un fatto di bandiera come per gli altri, quella infatti ha tutt’altre tinte, però c’è una ragione storica che accompagna questa evidenza cromatica. Era più o meno la metà dell’anno 1500 quando Guglielmo I il Taciturno acquisisce da un cugino senza eredi più prossimi il titolo di Principe di Orange, la località nel Sud della Francia. Di colonie l’Olanda ne ha avute in tutto il mondo ma questa fra tante ha il pregio di aver lasciato un segno… colorato. Tanti Guglielmo si sono succeduti nella storia del Paese (nome che è un po’ un tormentone! non esiste generazione di regnanti che non l’abbia imposto almeno a un suo membro), ma quell’Orange è arrivato fino ai giorni nostri e l’attuale sovrana è quindi Beatrice Wilhelmina Van Oranje Nassau. Chiarito il piccolo mistero che circonda il colore nazionale sarebbe bello capire perché gli olandesi, dalla notte dei tempi, hanno deciso di rendersi la vita difficile per vivere in un territorio che per gran parte si trova un metro sotto il livello del mare. La loro è da sempre una lotta costante per strappare la terra all’acqua. Salata come dolce perché due grandi fiumi, il Reno dalla Germania e la Mosa dal Belgio attraversano l’Olanda per gettarsi nel Mare del Nord. Non a caso un noto proverbio recita "Dio ha creato il mondo ma gli olandesi hanno creato l’Olanda". Però è grazie a questa caparbietà che il piccolo Stato del Nord Europa riserva unicità straordinarie, delle icone introvabili altrove e che sono al centro di una campagna dell’ente del turismo battezzata 'Faces of Holland', nata con lo scopo di valorizzare i simboli d’Olanda e di consentirne la percezione nella loro versione più classica così come in chiave moderna. Una delle figure sempre presenti nell’immaginario collettivo quando si pensa all’Olanda è sicuramente il mulino che ha avuto, e in parte ha ancora, un ruolo di primaria importanza nel controllo delle acque. Per ammirare una imponente concentrazione di queste caratteristiche costruzioni è sufficiente spostarsi di pochi chilometri da Rotterdam e raggiungere il bassopiano di Alblasserwaard, un tempo affollato da ben 150 mulini a vento. La località di Kinderdijk ne conta 19 costruiti a metà del 1700 allo scopo di far defluire l’acqua dal terreno strappato al mare. Kinderdijk significa 'diga dei bambini' e una leggenda aleggia nell’aria. Durante una catastrofica alluvione del 1420 un culla con un bambino e un gatto fu travolta dalla furia delle acque ma miracolosamente i due piccoli occupanti furono ritrovati sani e salvi sulla diga; da qui il nome del luogo. I due filari di mulini sulle sponde del canale sono uno spettacolo unico e Kinderdijk è una delle località più visitate d’Olanda. In passato svolgevano la loro funzione drenante grazie al lavoro di chi li abitava e uno di essi è stato occupato dalla stessa famiglia per 11 generazioni! Non esistendo telefono e per evitare di coprire a piedi la distanza che separa i mulini era stato elaborato un semplice ma efficace sistema di comunicazione impostato sulla posizione delle pale. Si trasmettevano così messaggi di ogni genere: una nascita, una malattia, una richiesta di aiuto e molto altro. Attualmente i mulini sono ancora abitati ma la loro funzione è puramente decorativa perché una moderna centrale di pompaggio assolve alla loro antica funzione. Uno dei mulini può essere visitato e all’interno è riprodotto fedelmente quel che era l’arredamento dell’epoca e lo stile di vita. A Kinderdijk si possono noleggiare biciclette con le quali partire alla scoperta dei 19 mulini su di un percorso che si snoda per 29 chilometri o navigare da un capo all’altro del canale grazie a un servizio di piccoli battelli.
Per chi decidesse di avventurarsi a piedi una raccomandazione è d’obbligo: attenzione ai ciclisti. Gli olandesi subiscono una singolare metamorfosi a bordo delle due ruote che li spinge a sfrecciare a velocità insospettabili e a trasformarsi in una vera e propria minaccia per i pedoni, soprattutto per quelli che hanno la malaugurata idea di cambiare improvvisamente direzione.
Paola Drera
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L’albergatore Koch è sostenuto anche da altri operatori turistici della regione, in particolare dalla società "Stoosbahnen", che in autunno comincerà a costruire una nuova funicolare. Verrà inaugurata nel dicembre 2013 e sostituirà la vecchia funicolare del 1930. La nuova funicolare con una pendenza del 110% sarà una delle più ripide al mondo. La particolarità sta nel fatto che un sistema di rotazione applicato agli scompartimenti fa in modo che si viaggi sempre orizzontali rispetto alla pendenza.
I costi della funicolare più ripida del mondo sono stimati a 40 milioni di franchi. Questo mezzo di trasporto fondamentale non solo per i 152 abitanti del villaggio, ma anche per gli escursionisti e gli sciatori.
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Nella patria delle funicolari, non poteva mancare il record per quella 'più breve' del mondo. Il prestigioso riconoscimento è detenuto dall'Art Deco Hotel Montana che è collegato al Lungolago di Lucerna appunto dal trenino più corto del pianeta. L'Hotel Montana è stato insignito del riconoscimento di miglior hotel a 4 stelle nel centro della Svizzera per 8 anni consecutivi e gode di una superba posizione collinare, con viste panoramiche sul lago e sulle montagne. Di grande richiamo è anche il suo ristorante 'Scala', che propone la cucina mediterranea ed è stato premiato con 15 punti Gault Millau.
E, per finire, con la collezione di whisky scozzesi più vasta della Svizzera centrale, il Louis Bar è un noto punto d'incontro per gli abitanti di Lucerna. Ogni giovedì sera presso il Louis Bar si tengono jam session di jazz dal vivo e nell'album dei ricordi, compaiono compositori ed esecutori che hanno fatto la storia del jazz.
ART DECO HOTEL MONTANA, Adligenswilerstrasse 22, 6002 Luzern
Tel: +41 (0)41 419 00 00
www.hotel-montana.ch
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Fin dall'antichità gli abitanti della regione del Pilatus credevano che il piccolo lago nell'incavo dell'Oberalp fosse la causa delle terribili catastrofi meteorologiche della zona: non appena la superficie di questo laghetto si increspava, si verificavano tempeste devastanti. Gli abitanti temevano l'anima errante di Ponzio Pilato.
Come poteva un laghetto piccolo come l'Oberalpsee sul Pilatus esercitare un tale potere? Non era possibile, naturalmente, se non trasferendo alle acque l'incarnazione del Male, come erano soliti fare nel Medioevo gli scolari erranti che attraversavano il Paese e che guadagnavano qualche soldo con maledizioni di ogni sorta. È probabilmente a loro che si deve questa antichissima leggenda, secondo cui l'anima inquieta del comandante Ponzio Pilato trovò riposo nelle acque trasparenti del laghetto Oberalpsee.
Poco dopo la morte del governatore romano Ponzio Pilato, si diffuse la leggenda della sua fine ingloriosa. Dal XVI secolo, si raccontava che l'Imperatore Tiberio avesse messo lui stesso Ponzio Pilato in catene come punizione per aver giudicato il Cristo, e che egli si fosse poi suicidato. Il corpo fu gettato nel Tevere, ma il fiume si rifiutò di accoglierlo causando grandi inondazioni. Perciò il cadavere fu ripescato e affondato nel Reno, ma l'anima del condannato continuò a errare. Per questo si decise poi di gettare Ponzio Pilato nell'isolato laghetto dell'Oberalp, sul Pilatus, dove infine apparentemente trovò riposo. Solo il venerdì Santo di ogni anno lo si vedeva emergere seduto su un trono, nel mezzo del laghetto.
A metà del XVI secolo, il timore cominciò a scemare e, nel 1585, il curato di Lucerna, con un drappello di coraggiosi cittadini, scalò il Pilatus con l'intento di sfidare lo spirito maligno. Gettarono pietre nel laghetto, agitarono le acque e vi camminarono attraverso, ma lo spirito non reagiva: la maledizione era infine spezzata. Per essere proprio sicuri che l'anima di Ponzio Pilato la smettesse di provocare tempeste, nel 1594 si decise di scavare una breccia nel laghetto e di prosciugarlo.
La cremagliera più ripida al mondo conduce da Alpnachstad al Pilatus Kulm a 2’106 m s.l.m., uno dei punti panoramici più spettacolari della Svizzera con vista su Lucerna, la catena delle Alpi e i laghi della Svizzera centrale. Nel 1889 venne inaugurato un tragitto ferroviario di 4618 metri di lunghezza da Alpnachstad a Pilatus Kulm, con una pendenza del 48%: questa cremagliera è, ancora oggi, la più ripida al mondo.
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Nell’immagine cittadina di Lucerna spicca il Kapellbrücke (Ponte della Cappella) realizzato in legno in epoca medievale, riccamente decorato di dipinti e considerato uno dei ponti in legno coperti più antichi d’Europa. Un altro simbolo della città è il Museggmauer, la cinta muraria corredata di torri, che ha conservato il suo aspetto originale.
Nell’isola pedonale del centro storico fanno bella mostra le case storiche, decorate con affreschi, che fanno da cornice alle piazze, come quella del Weinmarkt. Lucerna è la città delle piazze e delle chiese. La chiesa gesuita del XVII secolo è la costruzione sacra barocca più antica della Svizzera e le due torri della Hofkirche sono parte integrante dell’immagine della città.
A Lucerna tradizione e innovazione avanzano di pari passo, poiché la città ha saputo mettersi in evidenza anche per il design avanguardistico. Tra le punte di diamante dell’architettura vi è il futuristico centro Centro d’arte e congressi (KKL) progettato dal famoso architetto francese Jean Nouvel. Il KKL è anche un simbolo di 'Lucerna, città dei festival' con numerose manifestazioni culturali nel corso dell’anno. Lucerna è il punto di partenza ideale di numerose escursioni verso le destinazioni più belle della Svizzera Centrale. Da non perdere una gita su uno dei monti di Lucerna, il Pilatus o lo Stoos o la Rigi, regina delle montagne. Vale inoltre la pena di organizzare un’uscita allo Stanserhorn, al Bürgenstock o una gita sul battello a vapore sul pittoresco Lago dei Quattro Cantoni. Il Wilhelm Tell Express in partenza da Lucerna conduce i turisti lungo il Lago dei Quattro Cantoni ai piedi del Passo del Gottardo e ancora oltre in treno fino al Ticino.
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Franco forte, crisi economica o brutto tempo: i lamenti del settore alberghiero svizzero (come del resto quelli di tanti altri paesi, tra cui il nostro) sembrano non avere fine. Ma ci sono anche alberghi che sfidano i fattori negativi. L’Hotel Stoos, che domina il Lago dei Quattro Cantoni, amplia persino l’offerta.
Tra il Pilatus e il Rigi, il sole tramonta lambendo la terrazza dell’albergo con gli ultimi raggi. In una giornata limpida da qui si gode un panorama eccezionale. La vista si estende dalla Svizzera centrale verso il nord, talvolta superando i confini elvetici e giungendo fino alla Foresta Nera. Appena qualche metro più in là, invece, ci si affaccia sul Lago dei Quattro Cantoni. Gli esperti di storia riconoscono sulla riva opposta anche il famoso praticello del Grütli, ossia la leggendaria culla della patria.
Si potrebbe pensare che chi gestisce un albergo collocato in una situazione così privilegiata non abbia bisogno di preoccuparsi degli ospiti. "Non è esattamente così", osserva René Koch, direttore e comproprietario dello Stoos, che si trova nell’omonimo villaggio di montagna svittese. "Dobbiamo attirare l’attenzione e una bella vista non si vende facilmente".
Molti clienti scoprono la bellezza della regione come visitatori di giornata, prima di decidere di trascorrere una vacanza nell’albergo. Perciò la società anonima della famiglia Koch non possiede soltanto l’Hotel Stoos, ma anche il ristorante sulla vetta del Fronalpstock e un altro sulle piste da sci.
Gli adepti del wellness approfittano volentieri del bel tempo per fare delle escursioni in paesaggi incantevoli o praticare sport sulla neve e i partecipanti a seminari apprezzano la bella vista e la tranquillità. Cosicché, lo Stoos l’anno scorso ha registrato un buon tasso di occupazione, nonostante il franco forte e la crisi dell’euro.
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Il Museo Svizzero dei Trasporti rappresenta il più completo Museo europeo el suo genere, si stende su una superficie di 40.000 metri quadrati e contiene più di 3.000 oggetti in esposizione.
Tra questi, il planetario basato sulla tecnica digitale porta il visitatore nella vastità dell’universo. Nel 'Tunnel del Gottardo' viaggerete nella montagna e vi sembrerà di vivere la costruzione del tunnel durante il 1875. Il cineteatro, l’unico del suo genere in Svizzera, vi garantisce forti emozioni e una esperienza cinematografica incomparabile. La 'Swissarena' poi, presenta la più grande fotografia della Svizzera ripresa dall’alto con circa 200 metri quadrati di superficie. Imperdibile infine la capsula per la simulazione di volo, delizia di grandi e piccini, purchè robusti di stomaco.
Verkehrshaus der Schweiz
Lidostrasse 5 - 6006 Luzern
Tel. +41 (0)41 370 44 44
www.verkehrshaus.ch
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Nella tradizione popolare il lago Pilato, nel cuore dei Monti Sibillini, nelle Marche, è stato ed è considerato un luogo magico e misterioso. Prende infatti il suo nome da una leggenda secondo la quale nelle sue acque sarebbe finito il corpo di Ponzio Pilato condannato a morte da Tiberio. Il corpo, chiuso in un sacco, venne affidato ad un carro di bufali lasciati liberi di peregrinare senza meta e sarebbe precipitato nel lago dall'affilata cresta della Cima del Redentore. Anche per questo il lago, a partire dal XIII secolo è stato considerato luogo di streghe e negromanti, tanto da costringere le autoritá religiose del tempo a proibirne l'accesso e a far porre una forca, all'inizio della valle, come monito. Intorno al suo bacino furono alzati muri a secco al fine di evitare il raggiungimento delle sue acque.
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Lucerna è per molti aspetti il luogo di maggior rilievo della Svizzera centrale: la sua situazione geografica, al crocevia tra asse nord-sud, tra il Mittelland e le Alpi, la sua funzione di porta d’ingresso verso la Svizzera interna, nonché la particolare bellezza del paesaggio e dei dintorni hanno plasmato la storia e lo sviluppo della città.
E’ impossibile stabilire con certezza un vero atto di fondazione della città di Lucerna. Gli storici però vedono nel passaggio del convento di St. Leodegar alla città di Lucerna, avvenuto nel 1178, il vero atto di fondazione della città. Con l’apertura del passo del Gottardo nel 1220, la città conobbe nuovi impulsi di crescita. In questo periodo sorse una prima cinta muraria provvista di torri che congiungeva Grendel, la Grabenstrasse e la Piazza dei Mulini (Mühleplatz), per inglobare anche il piccolo insediamento sulla riva sinistra, allora di poco rilievo, per terminare sul lago con il Ponte della Cappella (Kapellbrücke) e la torre d’acqua (Wasserturm).
Nel 1291 Lucerna fu acquistata da Rodolfo d’Absburgo. I suoi cittadini si ribellarono però alle limitazioni dell’autonomia imposte alla città e strinsero un patto perenne nel 1332 con i Waldstätte (Cantoni forestali). Il 1332 rappresenta una delle date più importanti della storia svizzera: per la prima volta veniva sancita la parità durevole e non solo temporanea, tra città e comunità rurali, ponendo così una pietra miliare nello sviluppo dello stato confederale. La vittoria dei confederati a Sempach nel 1386 svincolò finalmente e definitivamente la città di Lucerna dai legami con l’Austria, permettendo nel contempo la formazione dello stato territoriale di Lucerna. Segno visibile si questa ascesa al potere è lo spostamento della cinta muraria verso l’esterno e la costruzione della fortificazione Musegg, terminata nel 1408.
Nonostante la posizione di dominio, in quanto centro della Svizzera cattolica e di un’ampia regione ad essa sottoposta, ancora verso il 1800 Lucerna è rimasta una piccola cittadina, con soli 4300 abitanti.
A metà del 19mo secolo poi, la città fu ben lieta di cogliere l’occasione di recuperare un pò della sua brillante immagine grazie al turismo, che rappresenta tuttora un punto di forza.
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Tra le tante facce 'nascoste' della Repubblica Ceca, c’è anche quella che la vede destinazione emergente nel turismo a scopo medico. Lo chiamano Medical Tourism ed è mosso dalle migliaia di persone che girano il mondo non per svago, cultura, lavoro o sport ma per curarsi. Bene e a tariffe inferiori rispetto a quelle offerte dai loro Paesi di appartenenza.
Proprio l’ottimo rapporto qualità/prezzo offerto dalle sue strutture cliniche ha portato negli ultimi anni la Repubblica Ceca a scalare la classifica delle destinazioni preferite dai turisti in viaggio per motivi di salute. In particolare, a spingere gli stranieri a partire per la Repubblica Ceca è la sua proposta in fatto di chirurgia estetica, ovvero l’idea del classico ritocchino ma anche della lotta all’obesità. Proprio quest’anno sono stati pubblicati i risultati di una ricerca, condotta dal sito web indipendente britannico www.treatmentabroad.com, sulle scelte e il gradimento di chi si reca all’estero per cure e trattamenti. Se ne evince che la Repubblica Ceca, ormai tra le destinazioni al top in questo campo, è particolarmente opzionata per quanto concerne chirurgia estetica (60%), riduzione chirurgica dell’obesità (18%) e lotta all’infertilità (15%). Il 74% dei turisti della salute ha dichiarato di aver messo piede in Repubblica Ceca per la prima volta. Il 17% ha avuto modo di recarsi più volte nel Paese nel corso della cura e/o del trattamento. Il soggiorno medio per ragioni mediche si attesta sugli 8 giorni. Tra le ragioni della scelta della destinazione, spicca decisamente il costo delle cure e degli interventi rispetto al Paese di provenienza, con risparmi fino a 2.500 euro segnalati. L’85% dei pazienti che hanno scelto di curarsi in Repubblica Ceca si dichiarano ampiamente soddisfatti e consigliano la chirurgia oltreconfine.
Un suggerimento che sembrano cogliere sempre più persone da tutta Europa, che dimostrano di apprezzare la posizione centrale della Repubblica, gli ottimi collegamenti, le tariffe vantaggiose, la qualità delle strutture, la modernità delle attrezzature e la professionalità del personale medico e paramedico. Una risposta insomma di altissimo livello a chi vede nella chirurgia oltreconfine una scelta di serie B. Da noi quando si parla di salute il risparmio non chiede compromessi.
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A Karlovy Vary (o Karlsbad, www.karlovy-vary.cz), fondata da Carlo IV e bagnata da tantissime sorgenti, l’acqua termale zampilla praticamente ovunque, nei parchi così come nelle hall degli hotel. Qui, oltre alla proposta curativa, è molto forte l’offerta wellness e fitness. Da provare la nuova area balneare dell’hotel Thermal e la Spa dell’hotel Olympia. Marianske Lazne (o Marienbad, www.marianskelazne.cz) è un gioiello di architetture liberty e neoclassiche, caro a imperatori e re, tra cui Francesco Giuseppe ed Edoardo VII, con stabilimenti termali raffinati ed eleganti. Molto apprezzato lo storico hotel Centralni Lazne. Frantiskovy Lazne (o Franzensbad, www.frantiskolazensko.cz) conserva intatte le atmosfere dei primi ‘900, con i tipici edifici e padiglioni in stile neoclassico. Suo fiore all’occhiello sono le sorgenti di acqua alcalina, i fanghi ricchi di zolfo e ferro e i gas naturali. Le più antiche terme di Boemia e di tutta l’Europa Centrale sono quelle di Teplice (www.lazneteplice.cz), ai piedi dei Monti Metalliferi. Il ritrovamento di monete romane e gioielli celtici testimoniano il passaggio di antichi popoli noti per la loro passione per le terme. Si pensa che queste acque fossero già apprezzate addirittura in epoca preistorica, sebbene lo sfruttamento sistematico delle fonti risalga al Medioevo. A cavallo tra XIX e XX secolo, Teplice era nota come la "Piccola Parigi" o il "Salotto d’Europa". Sempre in Boemia, non va poi tralasciata Jachymov (www.laznejachymov.cz), considerata la porta d’accesso ai Monti Metalliferi e prima stazione termale al mondo a impiegare il radon per scopi terapeutici. L’esordio delle terme è infatti legato al Premio Nobel Marie Curie- Sklodowska, che nel 1898 scoprì nelle acque provenienti dalle miniere di uranio un ricco giacimento di radon, gas radioattivo prodotto dal decadimento dell’uranio appunto. I bagni in acqua radioattiva alleviano dolori e malattie articolari, aiutano nella riabilitazione post-operatoria, stimolano la circolazione sanguigna e migliorano il sistema immunitario. Sono efficaci anche contro diabete e disturbi nervosi. Inaugurato esattamente un secolo fa, l’hotel Radium Palace è ancora oggi un indirizzo di alto livello. Regina indiscussa delle terme morave è la stazione di Luhacovice (www.lazneluhacovice.cz), nel Sud della Regione, "benedetta" da una sorgente di zolfo e ben 15 fonti curative. Quest’anno ricorrono 600 anni dalla prima notizia scritta sulla città, celebrato con un intero anno di eventi. A Nord-Est del Paese, invece, ecco le terme di Darkov (www.darkov.cz), che quest’anno celebrano la loro 145ma stagione. Sono rinomate per l’alto livello delle cure mediche e fisioterapeutiche, con risultati particolarmente buoni nella riabilitazione dell’apparato locomotore. Da non dimenticare anche le terme di Hodonin (www.laznehodonin.cz) con acque bromoiodiche, di Zlin (www.mestozlin.cz) con sorgenti sulfuree, di Bludov (www.bludov.cz) note come le terme dei bambini, di Ostrozska Nova Ves (www.laznenovaves.cz), dalla specificità dermatologica e quelle di Jesenik (www.pressnitz.cz) intitolate a Vincenz Priessnitz, meglio noto come "il dottore delle acque".
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Terza città dell’isola dopo Dublino e Belfast, Cork – che nel 2010 la guida Lonely Planet ha giudicato una delle 10 città da non perdere – è il punto di partenza ideale per andare alla scoperta delle meraviglie del sud-ovest. Dinamica e attraente, la città, già Capitale Europea della Cultura nel 2005, ha molto da offrire: ristoranti dalla solida tradizione culinaria, un centro storico piacevole e animato, simpatici pub con musica dal vivo, spazi artistici, una popolazione cordiale e accogliente. Ogni anno ospita numerosi studenti, anche italiani, che vengono ad imparare l’inglese presso lo University College Cork (UCC), l’università storica della città o in una delle tante scuole di lingua. Considerata patria della gastronomia irlandese, con un’ottima reputazione internazionale, un giro di Cork non può che cominciare dall’English Market, uno splendido mercato coperto vittoriano, dove si può trovare il meglio dei prodotti regionali. Interessanti anche le cittadine negli immediati dintorni, come Cobh, con i suoi ricordi del Titanic: infatti la nave vi fece scalo l’11 aprile 1912 per poi lasciare l’Europa alla volta della sua tragica traversata; l’avvenimento viene ricordato con una serie memorabile di eventi per tutto l’arco dell’anno (www.titanic100.ie ). Oppure, per gli appassionati di whiskey (in Irlanda sempre con la "e"), Midleton, dove si può visitare la storica Old Jameson Distillery che risale a 200 anni fa (www.jamesonwhiskey.com). Ma Cork è anche la porta d’accesso alle straordinarie bellezze del sud-ovest, che si apriranno davanti a voi sin da subito: ogni km percorso vi avvicina ai mitici paesaggi che sono l’essenza stessa dell’Irlanda, con i suoi prati di smeraldo, le scogliere a picco sull’oceano turchino, le baie riparate dove si affacciano villaggi pittoreschi, le atmosfere misteriose e quasi magiche. Cittadine affascinanti e vivaci, come Kinsale, Clonakilty, Skibbereen, si alternano nella cornice paesaggistica dei panorami sorprendenti del West Cork, che offre infinite possibilità di escursioni, come alle spettacolari penisole di Mizen Head, Sheep’s Head e Beara. Da quest’ultima si dispiegano gli incredibili paesaggi della contea di Kerry, la cui città principale è Killarney, circondata da uno dei parchi nazionali più belli dell’intera isola. La cittadina è una meta turistica di eccellenza, con ottimi ristoranti e pub, sistemazioni di alto livello, negozi, castelli, giardini e laghi. Dirigendovi verso la costa, gli scenari sono tutti di vertiginosa bellezza e sarà difficile scegliere il tragitto da percorrere. Ma qualunque sarà la vostra scelta, vi aspettano emozionanti esperienze di viaggio. Da Killarney, si segue il Ring of Kerry, un lungo circuito stradale ad anello nella Iveragh Peninsula, che tocca paesaggi diversissimi fra loro: spiagge incontaminate e coste scoscese, campi coltivati, prati e boschi, zone remote e selvagge, montagne e laghi, minuscoli villaggi accoglienti, siti preistorici. Quasi lo stesso itinerario è percorribile a piedi lungo la Kerry Way, oltre 200 km di sentieri segnalati. Nel sud-ovest della penisola, dove il paesaggio tocca punte di clamorosa bellezza, nell’oceano svetta l’aspro profilo di Skellig Michael, ora Patrimonio dell’Umanità UNESCO. Nel remoto isolotto, raggiungibile dai villaggi costieri per un numero limitato di visisitatori, visse una comunità monastica dal VI al XII secolo, di cui rimangono consistenti testimonianze; è inoltre un paradiso del "birdwatching". Proseguendo verso nord, si incontra la Penisola di Dingle, che sulla rivista National Geographic Traveler è stata definita come "il più bel posto del mondo". Percorrendola, scoprirete che l’impegnativa definizione non è esagerata: la sua natura incontaminata, la varietà dei panorami marini, i pittoreschi villaggi costieri, gli oltre 2000 siti archeologici e la presenza di un consistente Gaeltacht (territorio di lingua gaelica) ne fanno un luogo unico al mondo. La graziosa cittadina di Dingle, situata all’estremità dell’omonima penisola, è una vera e propria sorpresa: piccola e piacevole, è una località ben attrezzata che offre ai visitatori una vivace atmosfera grazie alle coloratissime vie su cui si affacciano numerosi pub (imperdibile il Dick Mack’s), che spesso offrono buona musica tradizionale, ristoranti specializzati in pesce, nonché tutti i tipi di sistemazione. Da non mancare, una gita in barca nella baia di Dingle (tutti i giorni dell’anno, tempo permettendo) per cercare di avvistare Fungie, il delfino che vive in queste acque da oltre 20 anni. La zona è anche animata da numerosi festival che permettono di respirare un’atmosfera unica. Tra i prossimi in programma la tradizionale Puck Fair a Killorglin dal 10 al 12 agosto (www.puckfair.ie), il famoso Cork Midsummer Festival dal 21 giugno al 1 luglio (www.corkmidsummer.com), il West Cork Chamber Music Festival a Bantry dal 29 giugno al 7 luglio (www.westcorkmusic.ie), la Kinsale Arts Week dal 7 al 15 luglio (http://kinsaleartsfestival.com) e il Guinness Cork Jazz Festival dal 26 al 29 ottobre (http://guinnessjazzfestival.com). Un viaggio in queste terre rappresenta un riuscito amalgama di quanto di meglio l’Irlanda ha da offrire: sconfinati spazi naturali dove poter restare soli con sé stessi; divertenti pub in cui mescolarsi agli abitanti del posto per un po’ di musica, birra e "craic"; qualunque tipo di attività all’aperto, sia per terra che per mare; accoglienti cittadine e villaggi dove trovare gastronomia di alta qualità e ricettività di ogni tipo, dagli alberghi di lusso ai tradizionali b&b; il fascino intenso delle testimonianze del passato e della cultura locale. Più che mai facile da raggiungere, il sud ovest invita ad essere esplorato senza fretta, ascoltando il battito del cuore antico d’Irlanda.
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Dopo aver visitato la Russia, quasi il 90% dei turisti la consiglia ad amici e conoscenti. Lo rileva un sondaggio demoscopico che ha condotto tra gli stranieri della Scuola superiore di economia, citato dalla "Voce della Russia". Il paese, nonostante questo exploit, continua a scontare una serie di inefficienze e problemi infrastrutturali che minano lo sviluppo turistico. "L’idea della Russia è ancor oggi in gran parte legata a Mosca e San Pietroburgo e agli abituali itinerari, come l'Anello d'Oro: lo dimostrano i dati dei 2,3 milioni di visitatori che, nella maggioranza dei casi, privilegiano i tour tradizionali". Così Roman Bobylev, esperto dell’ufficio turistico, che cita dati secondo i quali almeno il 30% dei turisti arrivati da 36 Paesi diversi non sono riusciti a farsi un’opinione della variegata offerta presente. "La Russia - dice Jurij Barzykin, vice presidente dell’Unione dell’industria turistica - ha tutte le possibilità di diventare un efficace partner sul mercato se provvederà a snellire il regime dei visti, a migliorare l’infrastruttura del settore turistico, a modificare i prezzi dei trasporti, a costruire più alberghi low cost e a diversificare i suoi prodotti turistici".
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Cracovia si trova nella regione Malopolska e vista la notorietà della città tra gli italiani, per semplificare si parla spesso della 'regione di Cracovia': in realtà le ricchezze di questi luoghi sembrano infinite, quindi è possibile scegliere la città principale del Voivodato come punto di partenza per esplorare la zona sud della Polonia e godersi un soggiorno diverso, beneficiando delle cure termali che la natura permette. Particolarmente suggestivi per i visitatori sono i centri benessere situati all’interno delle antichissime miniere di sale di Wieliczka (patrimonio UNESCO) e Bochnia, dove, a diversi metri di profondità le particolari condizioni del microclima rendono salutare l’aria che vi si respira, tra statue di salgemma, cappelle sotterranee, gallerie da percorrere persino in bicicletta. Famosa in tutta la Polonia per le sue acque minerali, Krynica Zdroj è situata sulla catena montuosa dei Beschidi orientali, a circa 590 metri s.l.m. Le terme di Krynica furono create già nel 1856, grazie all’iniziativa del Professore dell’Università Jagiellonica Jozef Dietl, medico considerato uno dei pionieri della balneologia. Alla fine del XIX secolo Krynica divenne una località di moda tra le elite dell’epoca. Tra i personaggi noti ricordiamo la presenza di Jan Matejko, H. Sienkiewicz, del tenore e attore Jan Kiepura, al quale è dedicato il festival che si svolge ad agosto nella cittadina. Da non perdere, tra una passeggiata ed un’altra lungo i percorsi collinari che circondano la zona, il museo di Nikifor, pittore polacco (21 maggio 1895-10 ottobre 1968) noto per le numerose opere raffiguranti la stessa cittadina di Krynica. Oltre a Muszyna, situata sul confine polacco-slovacco, da segnalare anche Rabka Zdroj, cittadina termale ideale per i più piccoli, riconosciuta dall’UNESCO come Città dei Bambini. Nelle vicinanze del Parco Nazionale dei Monti Pieniny, Szczawnica è rinomata per le sue acque curative, chiamate 'szczawe', e per essere situata su una delle anse del fiume Dunajec. Proprio da qui partono le gite in zattera organizzate dai montanari che percorrono in poco più di due ore un tratto molto affascinante del fiume, tra pareti di roccia e vegetazione, cullati dallo scorrere delle acque e dalle storie e leggende raccontate dai tradizionali zatterieri della regione Malopolska, un luogo diverso dal solito per rinfrancare il corpo e lo spirito. http://www.flisacy.com.pl/ - www.polonia.travel/it
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Una delle prime cose che si nota alle porte della Slovenia è la straordinaria diversità del suo paesaggio. Abbiamo visitato questo piccolo Stato dell’ex blocco jugoslavo costellato da una rigogliosa natura e circondato da incantati villaggi. La Slovenia intende preservare i suoi gioielli naturali per le generazioni future mediante il turismo verde e sostenibile. La natura è stata buona con la Slovenia, infatti è in gran parte ricoperta da foreste, mentre le viti crescono sui pendii soleggiati delle colline. Le meravigliose cascate e i fiumi navigabili, ideali per gli sport acquatici, sono una vera e propria esperienza mozzafiato. Oltre il 10 per cento della Slovenia è costituito da parchi naturali, ideali per chi cerca pace, relax e divertimento. Pirano è una città molto speciale e preziosa, considerata monumento culturale dell’Istria slovena. La piazza cittadina è stata dedicata al celebre violinista e compositore Giuseppe Tartini, che ha reso la città famosa nel mondo. La Chiesa di San Giorgio, patrono di Pirano, si eleva sopra la città. Dalla sua torre di vedetta si dispone di una splendida vista di Pirano e dei suoi dintorni e oltre il mare verso le coste croate e italiane. La regione è ricca di pittoreschi palazzi e antiche chiese, piene di turisti e visitatori a tutte le ore. Lubiana, capitale della Slovenia, con la sua caratteristica architettura austro-ungarica è considerata il gioiello nascosto dell’Europa ed in questa piccola e graziosa città è facile gironzolare e scoprire artisti, mercatini di cimeli, venditori di fiori freschi. E’ notevole per la sua ricca tradizione, la vitalità giovanile, la creatività culturale e i numerosi spazi verdi. I moderni centri di cure naturali, che combinano secoli di tradizione ed esperienza termale, sono stati costruiti nella parte orientale della Slovenia, intorno alle sorgenti termali e minerali delle Terme. Krka e Resort Lifeclass, sono i pilastri di ciò che la Slovenia offre a persone con problemi di salute oltre che a rinvigorire corpi e menti. Il riposo attivo e le coccole nelle sorgenti termali moderne offrono servizi di alta qualità, resort di salute, relax. Noi l’abbiamo appurato girando in questi luoghi e chiacchierando con gli abitanti che vivono in armonia con la natura incontaminata e dispongono di acqua benefica di guarigione. Le terme di Portorose, come quelle di Krka, attraggono turisti da tutta Europa. L’acqua termominerale sorge da una trivellazione della profondità di 705 metri, ad una temperatura di 23 gradi. Un’acqua ideale per la cura del reumatismo, delle malattie cutanee, infezioni e infiammazioni, malattie ortopediche, respiratorie e artritiche. La Città delle Rose era conosciuta come località benefica già nel XIII secolo e nel corso del tempo, in questo angolo di Slovenia, si è sviluppata una tradizione termale rinomatissima, soprattutto per l’uso della Thalasso Terapia, un’antica tecnica che impiega i prodotti del mare: acqua di mare, alghe, fango marino, sale e sabbia. Il sale e il fango ad uso termale provengono, ancora oggi, dalle non lontane saline dell’area, come quelle di Sicciole. Sicciole ospita inoltre un parco naturale che accoglie rare specie avicole; all’interno del parco si trovano poi un museo con annessa una boutique del sale. La produzione del sale viene curata da mani esperte tutto l’anno, ma il lavoro più interessante è da giugno a settembre, quando il sale cristallizzato viene raccolto nelle saline. Le saline di Sicciole sono le più settentrionali del Mediterraneo. Il processo dell’estrazione del sale si svolge nel tradizionale metodo tramandato da oltre 700 anni, in armonia con l’uomo e la natura.. Questo comprende lo spostamento delle acque marine, dalla evaporazione dei bacini di cristallizzazione. Nel corso dei secoli, un habitat unico per piante si è creato, formato da alofite e gli animali e uccelli migratori. Il patrimonio culturale, che riflette secoli di lavoro da parte dei produttori di sale, è estremamente ricco. La cucina slovena si è sviluppata dalle cucine del Mediterraneo, le Alpi e dei Balcani. Potete scoprire le sue specialità in 24 diverse regioni culinarie. Infatti un proverbio locale recita: "l’amore passa attraverso lo stomaco" diventa chiaro gustando cibi e vini sloveni. La cucina tradizionale viene servita nelle locande familiari a base di asparagi selvatici, selvaggina, pesci e crostacei. Ovunque si gira, in Slovenia si possono trovare comunque piatti gustosi, dai gourmet alle cucine popolari. Anche gli intenditori di vino più rigorosi saranno conquistati dai vini sloveni che vanno dai rossi corposi, bianchi secchi e frizzanti fino agli ottimi passiti. Antonio Vanzillotta
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Secondo un’elaborazione di TSM Consulting - società fondata e diretta da Federico Belloni - Trend Strategy & Marketing in Tourism su dati Istat e INE (Instituto Nacional de Estadística) del 2010 la penisola iberica ha rappresentato il quinto e il sesto bacino di domanda straniera con circa 1,9 milioni di arrivi e circa 5,1 milioni di presenze complessive in Italia. A livello regionale il Lazio è stato il territorio più visitato con oltre 451mila arrivi e 1,62 milioni di presenze complessive (rispettivamente il 24% e il 32% del totale), quasi tutte concentrate a Roma. Il secondo posto spetta al Veneto con oltre 363mila arrivi e oltre 830mila presenze, con Venezia meta particolarmente gradita. Al terzo e al quarto posto la Toscana, con 333mila arrivi e 819mila presenze, e la Lombardia, con 256mila arrivi e 526mila presenze. La tre principali regioni che hanno fatto registrare una crescita maggiore rispetto al 2009 sono state, nell’ordine: Puglia (+50% arrivi e +88% presenze), Piemonte (+45% di arrivi e +49% presenze) e Abruzzo (+32% arrivi e +30% presenze). Le province nelle quali gli arrivi spagnoli sono stati più di 20mila sono 17. Oltre a quelle che fanno da capofila sono da segnalare: Bologna (50.000) Pisa (33), Napoli (32), Bergamo (32), Verona (31) e Palermo (29). Dopo Francia e Portogallo, l’Italia rappresenta il terzo paese più visitato, soprattutto grazie alla prossimità e alle numerose connessioni aeree operate da compagnie di bandiera e low cost. La maggior parte degli spagnoli ha almeno un’esperienza di viaggio sul territorio italiano e molti desiderano tornare per approfondirne la conoscenza, magari scegliendo nuove mete. C’è molta curiosità per le città di provincia che hanno una forte caratterizzazione storica e artistica, in particolare romanica e rinascimentale. Dal punto di vista del profilo del turista, le offerte proposte dalle destinazioni italiane sono assolutamente idonee a rispondere alle loro motivazioni di viaggio. Tra i prodotti turistici più richiesti c’è sicuramente il golf, magari abbinato a visite culturali e ad esperienze eno-gastronomiche. Ma gli spagnoli sono spesso alla ricerca di destinazioni naturali dove poter praticare sport all’aria aperta, soprattutto passeggiate, pesca sportiva, mountain bike e birdwatching. Molto gradita anche la montagna, in tutte le stagioni. Oltre al mare delle due isole maggiori: Sicilia e Sardegna.
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Dopo l’esperienza di Bellinzona, Losanna accoglie con orgoglio il testimone di 'Città del Gusto 2012'. La capitale del Canton Vaud, durante l’intero anno, ma in particolare da maggio a settembre di quest’anno, metterà in luce i gusti, sapori della regione, le personalità della cultura e della scena gastronomica elvetica, i prodotti che costituiscono il 'gustoso' patrimonio della città. Losanna è una città gourmande a pieno titolo ed a tutti gli effetti. In particolar modo per la sua consolidata reputazione gastronomica - la cui fama va ben oltre i confini nazionali - , e per la diversità di culture alimentari che qui si incontrano e si arricchiscono reciprocamente. Conscia del ruolo che riveste, Losanna ha affilato.....coltelli e forchette per dare il meglio di sé e contribuire, durante tutto il 2012, a dare continuità e nuove chiavi di lettura a un ambizioso progetto di respiro internazionale. Ingrediente base della cultura di una città e rivelatore della sua stessa identità, la gastronomia é parte integrante del suo stesso tessuto storico. Indice del suo saper vivere, elemento essenziale della qualità, della salute e del benessere che guidano la sua esistenza. Losanna è dunque molto orgogliosa di poter cogliere l’opportunità, per l’intero 2012, di mostrare al mondo quei fiori all’occhiello che le sono valsi la nomina di 'Città del Gusto 2012'. Ruolo che, sotto la guida di un padrino di eccellenza – Gérard Rabaey, chef pluristellato Michelin, le consentirà di presentare la grande diversità di gusti, culture, tradizioni, ingredienti che in lei si affiancano e talvolta si fondono con risultati più che interessanti. A Losanna, città di appena 135.000 abitanti, convivono i piaceri ed i sapori marcati di specialità e prodotti del territorio: filets de perches (filetti di pesce persico), papet vaudois (salsiccia servita con porri e patate), fondute di varia natura, torta raisinée (di vino cotto) e una infinità di delizie al cioccolato.... In città, sono oltre 300 i ristoranti che assecondano ogni genere di palato: dalla brasserie, alle tavole gastronomiche di alto rango, dalle trattorie ai numerosi locali ispirati a cucine e sapori di altre nazionalità. Sino alle tradizionalissime pintes, locali storici il cui nome deriva da una caratteristica unità di misura diffusa sin dal ‘700 fra i commercianti di vini . Il cartellone di 'Losanna Città del gusto 2012', consultabile nello spazio dedicato del sito www.lausanne.ch/villedugout2012 La capitale del Vaud fa inoltre parte della rete 'Délice'. Un network, istituito nel 2007, che riunisce le città riconosciute per il valore, il prestigio e la tutela del proprio patrimonio gastronomico. Informazioni sul sito: www.lausanne.ch/villedugout2012