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Pedalare ma ad altissimo livello e in tutti i sensi, con pendenze da 600 a 3.000 metri di quota, è questa la proposta variegata della vallata tirolese della Ötztal, a pochi passi dal confine italiano. Qui si trovano piste ciclabili per tutti i gusti, mezzi di trasporto gratuiti per persone e veicoli e strutture bike friendly. In questo eldorado della bicicletta, si divertono sia i ciclisti più estremi, sia le famiglie, che qui possono percorre dei tracciati in sella a un’E-bike. All’entrata della valle, nel paese di Haiming si trovano sentieri facili e pianeggianti, che attraversano rigogliosi giardini di alberi da frutta. Più ci si addentra verso il fondovalle e più i tracciati e le pendenze diventano difficili, fino a raggiungere quelli estremi da dove si possono le stelle alpine e le genziane ai piedi dei ghiacciai. Non c’è che l’imbarazzo della scelta. Sono infatti 18 i singletrails a disposizione. Per gli amanti dell’alta quota sono a disposizione cinque cabinovie per trasportare mezzi e persone verso le cime. Gli amanti della mtb trovano 874 km di tracciati, per percorrere un dislivello totale di 37.549 m. Tra gli highlights della valle, 44 percorsi ben segnalati e il famoso Ötztaler Mountainbike-Trail, un tracciato che si snoda attraverso tutta la vallata per un totale di 161 km e un ciclo di cinque altitudini, fino a raggiungere le alte cime con l’ausilio delle cabinovie. In tutta la valle si trovano noleggi di biciclette elettriche che propongono diversi modelli per qualsiasi standard e livello. Lungo tutta la valle è inoltre possibile caricare le batterie. È stata ideata poi ideata una cartina per avere tutto sotto controllo, per i ciclisti da strada e per i mountain biker e contiene percorsi, altimetrie, caratteristiche, dati GPS, orari di percorrenza. La nuova cartina è ottenibile in tutti gli uffici informazioni alla modica cifra di 2,20 euro. Con la bici da strada … Al primo impatto, i 67 km di lunghezza della valle sembrano essere un limite per gli appassionati della bici da strada. Ma poi si capisce, grazie ad approfondimenti sul territorio, che le possibilità per tale sport sono immense e sempre a ridosso di panorami alpini coinvolgenti. Non a caso quindi in Ötztal si svolge annualmente la grandfondo ciclistica più dura delle Alpi, la Ötztaler Radmarathon, che anche quest’anno - il 26 agosto - accoglierà 5.000 ciclisti da tutto il mondo. Tra gli appuntamenti si segnala anche la giornata della bici del 22 luglio: la strada da Sölden al ghiacciaio di Rettenbach rimane chiusa al traffico dalle 9 alle 14.00 e diventa un paradiso per i ciclisti, che devono affrontare 13 km di salita con un dislivello di 1.300 m e una pendenza media dell’11%. Esploratori, Singletrails, Caccia al Tesoro - A voi l’Enduro Challenge. Non si tratta di una gara o di una competizione, bensì di un evento mtb divertente. Si svolge nel periodo dal 30 giugno all'1 luglio 2012. I teams, composti da due persone, sono a caccia del tesoro d’oro. Il percorso per raggiungerlo è però lungo e tortuoso, si sale e si scende per Singletrails mozzafiato, bisogna superare delle prove e degli ostacoli. Ogni team può assemblare il suo percorso, l’importante è arrivare entro la giornata alla zona Expo in paese, dove li attende il tesoro.
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La Stiria, Land sudorientale dell’Austria, viene spesso ricordata in riferimento al suo 'cuore verde', per la conformazione prevalentemente montuosa e le numerose possibilità di vivere a stretto contatto con la natura. Tuttavia non è solo questo: la Termenland Stiriana offre ad esempio nel raggio di pochi chilometri sei diversi centri termali in cui ritrovare relax e benessere; mentre la capitale Graz, dichiarata Città del Design dall’Unesco, rappresenta l’incontro straordinario tra passato e futuro, patrimonio storico e avanguardia.
Chi cerca un’evasione dai ritmi della città e desidera immergersi davvero a stretto contatto con la natura troverà perfetta la Terra dei Lipizzani, così chiamata in onore dei meravigliosi cavalli che qui vengono allevati. La Scuderia Lipizzana di Piber è infatti il centro di addestramento dei giovani cavalli della rinomata scuola spagnola di equitazione a Vienna. Il gregge di Lipizzani della scuderia imperiale venne trasferito in Stiria dopo la prima guerra mondiale, e tuttora l’allevamento persegue l’obiettivo di crescere i migliori stalloni di questa razza antichissima e particolarmente elegante. La Terra dei Lipizzani è un luogo intimo e autentico, meta turistica ancora poco inflazionata che permette di assaporare ritmi lenti e scoprire tutto ciò che ha da offrire senza fretta, approfittando della bellezza del territorio per immergersi in un contesto naturalistico incontaminato.
Chi invece per rilassarsi preferisce unire al contatto con la natura il piacere di tuffarsi in acque termali e concedersi un ampio ventaglio di trattamenti benessere troverà la risposta nella Termenland Stiriana. Questa soleggiata zona turistica, oltre ad offrire una natura meravigliosa, vanta sei diversi centri termali distribuiti nell’arco di circa 70 chilometri. Le sei terme si distinguono per il proprio carattere specifico e le particolari qualità, adatte ad accogliere ognuna ospiti con differenti esigenze: Bad Radkersburg è perfetta per chi desidera abbinare il relax ad un sano programma di attività fisica, mentre Bad Gleichenberg rappresenta un punto di riferimento qualificato per la cura di numerosi disturbi specifici. Loipersdorf propone un programma olistico che tiene conto dei principi del vivere sano a 360°, Bad Blumau conquista invece i suoi ospiti con un’architettura fiabesca inserita in piena armonia nella natura.
Svago, distensione e gioia di vivere caratterizzano Bad Waltersdorf così come Sebersdorf, che con una serie di attrazioni acquatiche assicura divertimento per tutta la famiglia.
Graz, infine, promette di stupire chi ama immergersi nella cultura, nella storia e nel design. Nella capitale stiriana convivono infatti un centro storico ricco di edifici rinascimentali e barocchi, che ha valso alla città il riconoscimento di Patrimonio Unesco della Cultura dal 1999, e un’attitudine alla novità che ha permesso a Graz di ottenere nel 2011 il sigillo Unesco di Città del Design.
Il contesto architettonico storico è intervallato e impreziosito da costruzioni all’avanguardia come la Kunsthaus o la Casa della Musica, un cubo di vetro da cui sbucano le sette note, ma non è tutto. Ciò che ha permesso a Graz di essere proclamata 'Design City' è il suo desiderio di aprirsi a tutto ciò che è nuovo, creativo, con l’ambizione di crescere e condividere questo forte slancio verso il futuro.
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In occasione della Bit 2012 l’Ente del turismo Croato ha tirato le somme degli arrivi del 2011, sottolineando gli obbiettivi per l’anno 2012.
L’anno passato è stato per la Croazia sicuramente un ottimo anno. Il paese ha raggiunto cruciali traguardi turistici, tra cui l’incremento della quota di mercato internazionale e il ritorno dell’ospite nazionale. Nonostante la crisi globale, infatti, ha continuato a investire nel turismo e a creare un’offerta di qualità, mantenendo così la posizione acquisita e ottenendo degli ottimi risultati soprattutto relativamente al miglioramento della qualità dell’infrastruttura turistica, delle camere alberghiere e della protezione ambientale.
Nel 2011 sono stati registrati 11,4 milioni di arrivi, pari all’8% in più rispetto al 2012, e 60,3 milioni di pernottamenti, pari a un incremento del 7%.
Di 60 milioni di pernottamenti, 54,7 milioni erano di turisti stranieri e 5,6 milioni erano di turisti locali. Anche nell’ultimo anno i turisti più numerosi sono stati tedeschi, sloveni, italiani, austriaci, cechi e polacchi, anche se per il 2012 l’obbiettivo è di conquistare mercati più lontani. Inoltre tra le principali 'carte vincenti' troviamo anche, senza dubbio, l’ottima offerta enologica e gastronomica, nonchè il prezioso patrimonio culturale e naturale. Negli ultimi anni i vini croati, grazie alla loro qualità, hanno fatto parte dei migliori club enologici d’elite. Nel 2011 hanno ottenuto risultati eccezionali a vari concorsi internazionali; per esempio, a Londra, tra 20.000 vini e 1500 espositori provenienti da una trentina di paesi, i 25 vitivinicoltori croati con i loro migliori vini hanno vinto 70 medaglie d’oro, d’argento e di bronzo: le quaranta medaglie del Decanter e le 30 dell’International Wine Challenge!. L’entrata della Croazia nell’Unione Europea rappresenterà poi, sicuramente, un’ulteriore spinta al turismo. Nei primi due anni di Stato membro dell’Unione, la Croazia avrà a disposizione 150 milioni di euro provenienti dai Fondi strutturali europei per i progetti turistici, grazie ai quali continuerà a incrementare la ricchezza del prodotto turistico croato.
Poter entrare nell’Unione Europea senza alcuna formalità di frontiera significa la completa apertura del mercato a 500 milioni di persone, il che rappresenterà una nuova sfida per il turismo croato in generale e soprattutto per lo stesso settore turistico.
Per migliorare la competitività e per facilitare agli ospiti l’accesso alle informazioni turistiche utili, l’ente del turismo sta sostenendo la realizzazione di un motore di ricerca unico dell’offerta turistica croata che, tra l’altro, renderà possibile la semplice consultazione dell’offerta turistica, la geolocazione web e l’illustrazione di tutti i servizi turistici di rilievo sulle mappe.
Sara Marchesi
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Giovani, positivi, attenti all’eco-sostenibile, divertenti, freddi di temperatura, ma sempre più ironici e all’avanguardia: sono i Paesi del Nord, complici fra di loro e con esemplari stili di vita da fare invidia a mezza Europa. Anche quest’anno la loro presentazione alla BIT di Milano è stata “al profumo di salmone” e fresca di novità e primati di cui sono sempre più orgogliosi. Vediamo cosa succederà quest’anno in una veloce carrellata paese per paese.
Partiamo con la Danimarca. Mezzo milione di spettatori hanno animato lo scorso settembre i mondiali di ciclismo di Copenhagen e lo stretto legame ciclistico tra Italia e Danimarca si rinforza ora ulteriormente perché il prossimo 5 maggio proprio da lì prenderà il via l’edizione 2012 del Giro d’Italia nella città di Bjarne Riis, Herning. Le prime tre tappe si svolgeranno nella penisola dello Jutland, prima che l’intera carovana ciclistica si sposti in Italia, dove la corsa riprenderà il 9 maggio. Inoltre la Danimarca è conosciuta come la nazione delle biciclette, dunque vi attende soprattutto con la bella stagione sulle migliaia di chilometri di piste ciclabili che attraversano gli scorci più pittoreschi del paese, ben lontano dal traffico delle macchine. Infine si ricordi il bel primato: ancora una volta i danesi, da recenti sondaggi, sembrano essere i più felici del mondo.
Passiamo ora alla Finlandia per sottolineare che Helsinki offre un anno di eventi legati all’arte, all’architettura e ai giovani in quanto “Capitale del design 2012”. Helsinki è la capitale commerciale, politica e culturale della Finlandia, situata nel cuore della regione del Mar Baltico, una città piena di vita dove lavorano oltre 10.000 designer professionisti. Dal 6 al 16 settembre si terrà la Helsinki Design Week, con al suo interno “Habitare” la fiera del mobile, arredo e design. Il programma completo dell’Anno del Design (con più di 300 eventi): www.wdchelsinki2012.fi
C’è poi la Norvegia, la terra dell’aurora boreale gioca le sue carte lanciando un anno di festival musicali di ogni genere: la festa nazionale si tiene il 17 maggio, dal 23 maggio al 6 giugno si tiene il Festival Internazionale di Bergen, il più grande dei Paesi Scandinavi con più di 150 eventi, dal 9 al 14 luglio alle Isole Lofoten c’è il Festival Internazionale della Musica da Camera, dal 14 luglio Il Norwegian Wood Rock festival di Oslo affianca oltre ad artisti norvegesied internazionali anche le nuove promesse sul panorama musicale, dal 16 luglio a Molde si terrà il più antico Festival Jazz in Norvegia e così via. Quanto agli hotel i norvegesi propongono notti “insolite”…con pernottamenti dentro i fari sulla costa, negli hotel di ghiaccio, sugli alberi o nella foresta. A voi la scelta e i consigli di Innovasjon Norge, l’Ufficio Norvegese del Turismo (tel. 02 85451450).
In conclusione c’è la bella e amatissima Svezia che propone sempre gradevoli novità. Il 2012 è l’anno di Strindberg, il più celebre scrittore e drammaturgo svedese di tutti i tempi: quest’anno ricorre il centenario della sua morte e Stoccolma lo commemora per tutto l’anno con mostre, seminari, rappresentazioni teatrali e altri eventi. L’altra novità, per chi è appassionato di gialli e tour legati alla letteratura è il nuovo tour ispirato a Millennium, la trilogia di Stieg Larrsons: i protagonisti dei libri vivono e lavorano sull’isola di Södermalm, il quartiere trendy e un po’ bohemien della capitale svedese, situato a sud della città vecchia. Proprio in questa zona collinare abitava lo stesso Stieg Larsson. Lo Stadsmuseet, il Museo Civico di Stoccolma organizza visite guidate, in cui ci si muove sulle orme di Mikael Blomkvist e Lisbeth Salander, approfondendo sui personaggi e sull’autore e sui luoghi utilizzati anche dai registi per girare le pellicole ispirate dai libri. Inoltre riapre a marzo il nuovo Zoo dei piccoli a Skansen, il più antico museo all’aperto del mondo. Anche in Svezia non mancano eventi di design, moda, spettacolo che animeranno la primavera e soprattutto l’estate nelle verdi e fresche isole. Il programma completo è su www.visitstockholm.com
Valentina Castellano Chiodo
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Situata fra Parigi e la Costa Azzurra, alla frontiera con la Svizzera e l’Italia, la regione Rodano Alpi si trova nel cuore dell’Europa, con due aeroporti internazionali, un’importante rete di collegamenti ferroviari e una vasta rete autostradale.
Attraversare la regione Rodano-Alpi da nord a sud o da est ad ovest. vuoi dire scoprire in un colpo d’occhio una successione di paesaggi di una varietà eccezionale. Qui si spazia dai ghiacciai e dalle cime famose come il Monte Bianco agli splendidi campi di lavanda della Dr6me dove il canto delle cicale evoca già atmosfere da Provenza. I vigneti del Beaujolais, la macchia dell’Ardèche meridionale, l’acqua dei grandi laghi e di migliaia di stagni esaltano questa incredibile varietà, e offrono scenari ideali a quanti amano la natura.
Non a caso, la regione Rodano-Api è famosa per il numero di siti protetti. In totale, non meno di 39 riserve e 8 parchi di cui 2 parchi nazionali e 6 parchi naturali regionali. Un caso unico in Francia che procura alla regione un’autentica vocazione naturale, offrendo lo scenario ideale per l’osservazione della fauna e della flora.
Divisa fra le Alpi, il Giura e il Massiccio Centrale, più del 70 % dell’offerta turistica in Rodano-Alpi si colloca in mezza o alta montagna. L’eccezionale scenario che caratterizza i versanti orientale e occidentale della regione mostra una successione di vette, verte ed elevate nel settore delle Alpi e del Giura, più dolci nella zona del Massiccio Centrale.
Con 160 stazioni sciistiche e 16 comprensori sciistici collegati, la regione possiede il più grande comprensorio sciistico del mondo. Ogni inverno, richiama milioni di vacanzieri. In estate, la montagna è il paradiso degli sport attivi come l’alpinismo, la scalata, la randonnée su ghiacciaio e il para pendio. Oggi, la montagna rimane la destinazione preferita dai vacanzieri in Rodano-Alpi.
Circa il 40 % della totalità dei laghi naturali e artificiali di Francia si trova nella regione Rodano-Alpi.
L’acqua qui è una seconda natura: neve e ghiacciai, fiumi e torrenti e naturalmente laghi. Rodano-Alpi possiede ben tre dei cinque laghi di Francia (il lago Lemano, il lago di Bourget e il lago d’ Annecy) e conta 7000 km di corsi d’acqua.
Ricche anche di virtù terapeutiche, le acque della regione hanno dato origine a piacevolissime località termali.
Oltre all’aspetto curativo, sono fonti di piacere e di benessere. La regione richiama il 15% dei curisti francesi, il che l’ha posta nel 2009, al terzo posto fra le regioni termali francesi e vanta 16 località termali. Nel 2009, 72.000 persone sono venute a “passare le acque” nel Rodano-Alpi. Una cifra a cui bisogna aggiungere le migliaia di addetti della “remise en forme” e del benessere.
Teatri e acquedotti romani, chiese, castelli, villaggi fortificati, musei ... L’elenco del patrimonio culturale e artistico della regione è lungo e ricco. Qua e là, le tracce del passato emergono fiere. Tutta la regione è famosa per il suo eccezionale patrimonio d’arte e di storia, che include anche qualcosa di molto speciale: il sito storico della città di Lione. Inserito dall’Unesco dal 5 dicembre 1998 nel Patrimonio Mondiale dell’Umanità per il suo “importante valore universale” è, con la città di Praga, uno dei più vasti del mondo.
Dopo la regione dell’Ile-de-France, il Rodano-Alpi è quella che possiede il maggior numero di musei in Francia. In tutto, oltre 200. Splendidi musei d’arte a Lione, Saint- Etienne. Grenoble e Chambéry accanto a delle strutture etnografiche regionali di primissimo ordine.
Il turismo urbano in Rodano-Alpi che rappresenta il 17 % dei pernottamenti si avvale di una rete di città ricche di un notevole patrimonio architettonico, ma anche di boutiques di lusso e di numerosi mercatini e botteghe di brocante davvero speciali, che fanno la felicità dei turisti appassionati di vecchi oggetti. Servite in modo eccellente dai treni TGV, aeroporti e autostrade, le città d’arte rappresentano una destinazione di soggiorno ideale.
La sua grandezza, la si deve alla ricchezza e alla qualità dell’eccezionale varietà di prodotti del territorio in Rodano-Alpi. Regione viticola francese per eccellenza, Rodano-Alpi vanta una delle più belle carte dei vini di Francia, costituita da 36 denominazioni d’origine controllata (AOC in francese) e dai grandi crus che le assicurano una fama internazionale.
Quanto alle feste, alcune vivaci e calorose, altre culturali o tradizionali, sono nel segno di quell’arte di vivere a cui è sempre piacevole prendere parte. Un eccellente pretesto per organizzare un soggiorno in Rodano-Alpi!
© RRA - Région Rhône-Alpes
1 esplanade François Mitterrand
CS 20033 - 69269 Lyon - France
Tél. +33 (0)4 26 73 40 00
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Ne1 1728, il sedicenne Jean-Jacques Rousseau abbandona Ginevra e si rifugia presso la baronessa svizzzera Madame de Warens, residente in Savoia, prima ad Annecy e poi a Chambery. A partire dall’estate del 1736, si sistema con colei che chiama “Maman” (mamma) in una casa di campagna, nei dintorni della città, dove soggiornerà fino a1 1742. Situata nella conca del vallone boschivo delle Charmettes, questa casa entrerà nella leggenda letteraria, perche Rousseau le consacrerà pagine fondamentali delle ‘Confessions’ e delle ‘Reveries’, associando a questo periodo della sua vita la sua unica esperienza della felicità ed il suo culto della natura. Edificata su una terrazza che domina la città, la casa delle Charmettes è un esempio di quelle sobrie costruzioni, che, sin dalla fine del ‘600, sorsero attorno al bacino di Chambery. Dall’epoca della rivoluzione, assume un valore simbolico e diventa un luogo di pellegrinaggio di tutte le celebrità letterarie e politiche: George Sand, Alphonse de Lamartine e tutti i grandi scrittori romantici raccontano con emozione la loro visita alle Charmettes.
Ne1 1905, le Charmettes sono classificate monumento nazionale. Casa della memoria letteraria, permette di apprezzare uno degli ambienti privilegiati, dove si è formata la personalità di Rousseau e dove si intravede ancora la sua ombra. Un giardino botanico ed un sentiero li invita a seguire le orme del ‘promeneur solitaire’.
“E' un peccato - scriveva il filosofo - che i savoiardi non siano ricchi e forse sarebbe un peccato che lo fossero, perchè, tali e quali, sono il popolo migliore e più socievole che io conosca. Se c’e una cittadina al mondo, dove si gusta la dolcezza di vivere in un commercio piacevole e sicuro, e proprio Chambery". “Durante questi pochi anni, amato da una donna piena di riguardi e dolcezza, feci ciò che volevo fare e fui ciò che volevo essere, e tramite l’uso che feci del mio tempo libero, in questo aiutato dalle sue lezioni e dal suo esempio, seppi dare alla mia anima ancora semplice e nuova la forma che più le conveniva e che ha sempre mantenuto… Una casa isolata sui pendii di un vallone fu il nostro asilo ed è là che nello spazio di quattro anni ho goduto d’un secolo di vita e d’una piena pura felicità” .
- Les Charmettes -
Casa di Jean Jacques Rousseau
CHAMBERY – OFFICE DE TOURISME
5 bis, Place du Palais de Justice
73000 Chambery – France
T. +33 (0)4 79338161
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Sarà proprio un anno titanico il 2012. Il Direttore di Turismo Irlandese, Niamh Kinsella, si dichiara convinto che “è in atto una svolta epocale ed unica che trasformerà l’Irlanda del Nord, dando inizio ad una nuova era per il turismo verso questa zona”.
Si comincia da Belfast, “must” del 2012 secondo la Guida Fodor, dove il centenario del primo e unico viaggio del Titanic verrà ricordato con una serie sensazionale di celebrazioni e commemorazioni, descritte come “la più grande storia turistica del 2012” dal prestigioso National Geographic Magazine.
C’è solo un posto in cui la nave delle navi, il Titanic, poteva festeggiare il suo centesimo anniversario: a Belfast, dove è stato concepito e costruito nel grandioso cantiere navale Harland & Wolff. Si inizia il 31 marzo con l’inaugurazione della nuovissima Titanic Belfast Experience. Sarà la più grande (e anche la più grandiosa) attrazione sul Titanic al mondo, in cui sono state investite ben 90milioni di sterline e che, solo nel primo anno, prevede di ospitare non meno di 400.000 visitatori. La struttura assomiglia alle prue delle tre grandi navi della White Star Line – Titanic, Olympic e Britannic – costruite nei cantieri Harland and Wolff. Nei suoi sei piani, attraverso nove gallerie esplicative e interattive, si dispiegheranno le immagini, i suoni, gli odori e le storie del Titanic, come pure della città e delle persone che lo costruirono. I visitatori avranno così la possibilità di conoscere non solo la storia della costruzione della nave, ma anche quella del vasto patrimonio industriale e marittimo dell’Irlanda del Nord.
Dal 7 all’11 aprile si potrà assistere al Titanic Light Show, un capolavoro di proiezione digitale. Ci sarà un evento lancio spettacolare il 7 aprile, seguita da un’installazione ogni sera per caratterizzare l’edificio. Il 14 aprile avrà luogo il “Titanic: A Centenary Commemoration”, un evento di gala commemorativo nel Waterfront Belfast, luogo che sarà la vetrina della storia del Titanic a Belfast. Saranno ospiti i più illustri personaggi del mondo culturale e letterario. Un omaggio a tutte le vittime, ai superstiti e a coloro che hanno lavorato nei cantieri di Belfast alla creazione dello straordinario transatlantico.
L’inaugurazione di Titanic Belfast nell’aprile 2012 rappresenta un momento estremamente significativo di quella entusiasmante rinascita che ha caratterizzato l’Ulster negli ultimi anni.
Un’altra attrazione dell’Irlanda del Nord, anch’essa all’insegna del titanismo, è la straordinaria Giant’s Causeway, che, a partire dalla prossima estate, vedrà l’inaugurazione del nuovo Giants’s Causeway Visitor Centre, in cui sono stati investiti 18,5 milioni di sterline, dedicato alla stupefacente formazione basaltica, Patrimonio Mondiale UNESCO, gemma della spettacolare costa di Antrim.
E ancora una vera festa sarà la tappa finale del Clipper Round the World Yacht Race and Maritime Festival, dal 30 giugno all’8 luglio a Derry. La città è l’approdo per la flotta di velieri che qui giungerà dopo aver percorso 40.000 miglia intorno al globo. Tra quelli in arrivo, un veliero speciale è il Derry-Londonderry, lo yacht cittadino, che in questi mesi sta girando il mondo per promuovere la città e il suo ruolo come UK City of Culture 2013.
Franca Dell'Arciprete Scotti
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L’Italia strizza l’occhio alla Repubblica Ceca e sembra dirle “Mi piaci”, ma anche “Ben fatto!”.
Ben fatte certamente le scelte della sede italiana di CzechTourism, che anche nel 2011 ha portato a casa risultati soddisfacenti nonostante l‘avversa congiuntura internazionale. Il risultato più grande è ancora una volta il rapporto sempre più consolidato e felice tra Repubblica Ceca e Italia. Questo il bilancio con cui festeggiare il quinto anno di attività dell’Ente del turismo in Italia e con cui premiare la scelta di portare avanti una politica di destagionalizzazione e differenziazione della destinazione Repubblica Ceca.
Lubos Rosenberg, alla guida dell‘Ente Nazionale Ceco per il Turismo dal 2007, va giustamente fiero del rinnovato interesse del Belpaese per il suolo ceco, frutto di un ‘corteggiamento’ tutt’altro che casuale, basato su attente analisi, strategie mirate e scelte ad hoc. Come quella per esempio di puntare su nuovi settori, destinati a incontrare sempre più la preferenza del pubblico italiano.
Le cifre del 2011, soprattutto se considerate in un clima generale di recessione, sono assolutamente positive e cariche di cauto ottimismo per un futuro prossimo che tutti paventano all’insegna di ulteriori sacrifici e tagli. In fondo, la Repubblica Ceca ha solo carte vincenti da giocare: Praga magnifica stella nel firmamento delle capitali europee, eventi culturali di altissimo livello, un calendario vivace di appuntamenti folcloristici e legati alla tradizione, irresistibili seduzioni enogastronomiche, rinomate località termali, un’ampia e qualificata offerta congressuale e business, scenari impareggiabili per le vacanze en plein air e un patrimonio unico di ben 12 siti UNESCO, distribuiti su un suolo dal grande fascino, attraversato da numerosi itinerari a tema, dalla Via della Birra a quella del Vino, dalla Via della Magia a quella dell’Ambra, fino alla Via del Vetro e tante altre che l’Ente si propone di svelare agli italiani.
In particolar modo, quest’anno, la Repubblica Ceca punta a promuovere e valorizzare la Via della Fede. Tra Boemia e Moravia esiste un itinerario dello spirito, per fedeli e non, che conduce alle radici cristiane d’Europa. Una storia sofferta quella della fede cattolica nelle antiche terre ceche, un credo forte che ha saputo ridisegnare il volto del Paese. Di città in villaggio, di campanile in cripta una nuovissima guida di Czech Tourism invita a ripercorrere le orme di antichi pellegrini ma anche di Papa Benedetto XVI, il cui recente viaggio in Repubblica Ceca ha dato un nuovo input alla devozione cattolica, restituito lustro agli straordinari monumenti religiosi del Paese e ricordato anche i ‘fratelli’ ebrei.
Forse non fu esattamente una conversione spontanea quella a cui l’odierna Repubblica Ceca, allora Boemia, fu costretta nel 1620. Le violente lotte religiose che già avevano caratterizzato il regno di Venceslao IV, figlio di Carlo IV, le guerre hussite, i movimenti antiriformisti sotto gli Asburgo sfociarono infine l’8 novembre 1620 nella battaglia alla Montagna Bianca, che poi dilagò nel resto d’Europa con il più celebre nome di Guerra dei Trent’Anni.
Come si dice, però, “non tutto il male vien per nuocere” e il popolo ceco, dapprima forse mortificato da una forzata cattolicizzazione, ha poi saputo aderire alla nuova professione con entusiasmo e nei secoli si sono moltiplicati i segni marcati, preziosi e contagiosi di un credo forte. Il bisogno di fede e di pace ha plasmato le anime ma anche lo stesso volto del Paese. Lo ha letteralmente ridisegnato. Oggi sopra il profilo ondulato delle colline, oltre l’orizzonte piatto delle campagne, nello skyline di città senza grattacieli, a svettare incontrastati, protesi verso quel Cielo che rappresentano in terra, sono infiniti campanili di chiese. Piccole, grandi, minimaliste o sontuose, solitarie o chiuse nell’abbraccio delle case, antiche e moderne, anonime parrocchie di campagna o celebri santuari… sono ad un tempo il punto di riferimento di chi ha fede e i nodi di un lungo filo d’Arianna che conduce tutti, religiosi e non, alla scoperta di una Repubblica Ceca che tocca l’anima. Il cristianesimo giunse in Boemia e Moravia dall’Oriente, nel IX secolo, per mano –o meglio per bocca- di Cirillo e di Metodio. In risposta a un appello di Rastislav (Ratislao), sovrano di Moravia che chiedeva l’invio di missionari nelle sue terre, i due fratelli furono inviati dall’imperatore Michele III a evangelizzare i popoli di Pannonia e Moravia. Per diffondere la parola di Dio, inventarono l’alfabeto slavo glagolitico e tradussero in questa lingua la Scrittura e i testi della liturgia latina. Per portare a termine la propria missione affrontarono prove e sacrifici durissimi.
Quando poi a Rastislav succedette il nipote Svatopluk, favorevole alla presenza tedesca nel regno, Cirillo (nel frattempo morto di malattia a Roma) e Metodio furono dichiarati portatori d’eresia. Per Metodio e i discepoli suoi e di Cirillo fu persecuzione. Molto più tardi, nel 1927, papa Pio XI nella sua Lettera apostolica Quod Sanctum Cyrillum rendeva atto all’operato dei due fratelli, che apostrofava come “figli dell’Oriente, di patria bizantini, d’origine greci, per missione romani, per i frutti apostolici slavi”.
Di certo furono un ponte tra tradizione occidentale e orientale, come sottolineato da Giovanni Paolo II, che nel 1980 li ha proclamati patroni d’Europa.
La sua Enciclica Slavorum Apostoli recita così: “Cirillo e Metodio sono come gli anelli di congiunzione, o come un ponte spirituale tra la tradizione occidentale e quella orientale, che confluiscono entrambe nell’unica grande Tradizione della Chiesa Universale. Essi sono per noi i campioni ed insieme i patroni dello sforzo ecumenico delle Chiese sorelle d’Oriente e d’Occidente, per ritrovare mediante il dialogo e la preghiera l’unità visibile nella comunione perfetta e totale”. Oggi in Repubblica Ceca Cirillo e Metodio sono, insieme a Giovanni Nepomuceno e Venceslao, i santi più venerati.
Il 2013 sarà l'anno di ritorno alle radici storiche. La Repubblica Ceca concentrerà le manifestazioni sullo sviluppo dei valori spirituali, etici e culturali, sull'inizio della liturgua slava, sull'inizio della lingua e del documento scritto e sull'inizio della vita culturale degli slavi. Il Progetto Velehrad 2013 sarà in particolar modo incentrato su Cirillo e Metodio.
Ente Nazionale Ceco per il Turismo
Via G. B. Morgagni, 20 - 20129 Milano
Tel. 02 20422467, fax 02 20421185
www.turismoceco.it
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Il Portogallo vi attende “de braços abertos”. Perché? Alla Bit 2012 la direttrice dell’Ente al Turismo Alexandra Rebelo ha comunicato soddisfatta i risultati positivi dell’anno che si è chiuso e ha annunciato le buone notizie e le novità, invitando tutti a visitare il suo Paese che offre tante tipologie di viaggio per ogni tipo di esigenza. L’incremento del +6,5% nei soggiorni e del + 7,3% nei pernottamenti è in continua crescita in tutte le regioni portoghesi e grazie a questo le compagnie aeree rispondono dando fiducia e proponendo nuovi voli.
La TAP, la compagnia di bandiera che ha lanciato lo slogan “a braccia aperte”, garantisce voli giornalieri da Porto verso Roma e Milano e da Lisbona verso Roma, Milano,Venezia e Bologna; dal 3 giugno si volerà anche da Torino a Lisbona (3 voli a settimana). Opportunità low-cost anche con Ryanair che offre i collegamenti Bergamo-Faro e Roma-Porto, mentre Easyjet propone il Venezia-Lisbona.
Ma cosa vi aspetta in Portogallo e quali sono gli eventi da non perdere? Il 2012 è l’anno di Guimarães, nominata Capitale Europea della Cultura, la “prima città del regno” col suo centro storico (iscritto alla lista del Patrimonio Mondiale Unesco) fatto di castelli e palazzi d’epoca si rinnova e si prepara ad accogliervi con uno spirito moderno proiettandosi al futuro e ai giovani, con un anno di eventi che includono tutte le forme artistiche, dalla musica al cinema, dalla letteratura al teatro. Fra le novità va citata Alqueva, il primo sito al mondo a ricevere lo status di “Starlight tourist destination”, cioè la certificazione che riconosce la qualità del cielo notturno e le attività turistiche connesse ai cieli stellati: si chiama la “Dark Sky Reserve”, l’area ampia 3000 chilometri quadrati con ristoranti, albergi e guide attrezzate per condurre gli astro-turisti in cerca di costellazioni e stelle cadenti. Inoltre la musica lusitana per eccellenza, il Fado, viene riconosciuto come “bene da preservare” e posto sotto tutela dall’Unesco.
I centauri non perdano la Festa Harley-Davidson: dal 14 al 17 giugno Cascais, la Riviera di Lisbona (a soli 30 Km a ovest della città) ospiterà l’European H.O.G. Rally, con guide di dimostrazione, un villaggio per i concessionari e tanti angoli verdi dove godersi una birra con vista mare. Benessere, trattamenti al vino e spettacolari hotel di charme sono in tutto il territorio, ma specialmente nella valle del fiume Douro. L’isola di Madeira resta un paradiso per i golfisti e dal 2 al 25 marzo è un tempio per gli amanti del dolce che possono visitarla in occasione del Festival del Cioccolato.
Valentina Castellano Chiodo
www.visitportugal.com
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Il castello Veliki Tabor vicino a Desiniæ, nello Zagorje croato, uno dei più importanti monumenti dell’architettura profana della Croazia continentale e patrimonio culturale di massima importanza nazionale, è stato recentemente riaperto al pubblico, ossia è stata ultimata la seconda fase del restauro di questa rocca nobiliare, perla della cultura non solo al livello croato, ma anche mitteleuropeo.
Negli ultimi quattro anni per il restauro di Veliki Tabor sono stati investiti più di 50 milioni di kune (6,7 milioni di euro).
Il restauro è iniziato nel 2005 con la sistemazione degli atri del castello, nonché con il completo rinnovo della torre pentagonale detta palas, costituente la prima fase del restauro ultimato nel 2007. La seconda fase comprende l’assetto delle facciate esterne del castello e di tutti i tetti e un completo consolidamento strutturale. La fase successiva riguarda la sistemazione degli spazi interni e delle esposizioni museali, ospitate all’interno del castello.
Veliki Tabor rappresenta una rara rocca fortificata rinascimentale del tardo Medioevo nella Croazia continentale che ha preservato quasi completamente il suo aspetto originale, assumendo nei secoli a venire diversi cambiamenti nella sua architettura. Nel Cinquecento fu costruita per volontà della famiglia nobile Rattkay e rimase nella loro proprietà fino al 1793. Situata sulla collina circondata da pittoreschi paesaggi nei dintorni di Desiniæ si nota da lontano e con le sue torri possenti testimonia la turbolenta storia dei suoi signori e della plebe di quei tempi, nonché del suo ruolo nuovo quale destinazione turistico - culturale da non perdere. Il restauro di un monumento così complesso e molto esigente e durevole, e dopo gli interventi di conservazione e restauro durati diversi anni è stata restaurata la parte più antica del complesso architettonico: la torre pentagonale (palas).
Veliki Tabor, rocca nobiliare che grazie alle sue numerose e preziose caratteristiche e, soprattutto, all’integrità del complesso architettonico, è ritenuta un monumento di massima importanza nazionale.
L’edificazione di Veliki Tabor ebbe inizio alla fine del Medioevo, cioè all’inizio del Cinquecento: subito dopo la costruzione del palas, al nucleo tardo gotico fu aggiunto un anello difensivo interno ed esterno con delle torri. Così Veliki Tabor fu trasformata in rocca rinascimentale, mentre durante il Seicento e l’Ottocento, con l’arrivo di tempi più pacifici e con le successive costruzioni e ristrutturazioni, ha ottenuto alcune caratteristiche di castello barocco.
Oggi Veliki Tabor rappresenta una destinazione turistica interessante dove si organizzano numerosi programmi culturali. Ogni anno vi si svolge una manifestazione molto attraente, 'Accampamento medievale sotto Tabor' (Srednjovjekovni tabor pod Taborom), in cui si innalzano gli accampamenti militari, ci si sfida in svariate maestrie medievali, si organizza la tradizionale sagra artigianale con l’offerta di diversi prodotti artigianali e delizie gastronomiche autoctone, preparate secondo le ricette antiche.
Dal 1993 il castello Veliki Tabor, proprietà della Repubblica di Croazia, è stato dato in concessione all’ente museale Museo dello Zagorje croato.
http://croatia.hr/it www.tzkzz.hr www.velikitabor.com
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Nel 2012 la Sassonia, la principale meta culturale della Germania, s’illuminerà a festa: anniversari eccellenti, celebri festival, eventi culturali di rilievo internazionale e tradizioni secolari. Per chi ama la natura e lo sport, i variopinti e straordinari paesaggi nei dintorni di Lipsia e Dresda offrono diverse idee per una vacanza all’insegna del movimento.
Lipsia festeggia “800 Jahre THOMANA”: le tradizionali istituzioni della Thomasschule, Thomaskirche e Thomanerchor (scuola, chiesa e coro di St. Thomas) risalgono infatti al 1212. Culmine delle celebrazioni sarà la spettacolare settimana di festeggiamenti a marzo con diverse rappresentazioni, un incontro internazionale di cori giovanili e la “Bachfest” a giugno.
Nell’edizione 2012 del festival dedicato a Bach (7-17 giugno) saranno eseguiti celebri brani tratti dalle composizioni dei vari direttori artistici che si sono succeduti alla direzione del Thomanerchor, tra cui un brano del direttore in carica Georg Christoph Biller. Gli storici palcoscenici di Lipsia ospiteranno ancora interpreti internazionali come Masaaki Suzuki, Marcus Creed, Ton Koopman e The English Concerto Per la prima volta verrà proposto il programma per famiglie “b@ch fur uns” (Bach per noi). A giugno sarà inaugurato il ‘Leipziqer Notenspur’. Rendere nota e accessibile la ricca eredità musicale di Lipsia: è questo l’obiettivo di questa iniziativa. Tre itinerari guideranno i visitatori lungo un percorso di 5,1 km che traccia simbolicamente la storia musicale di Lipsia (“Leipziger Notenspur”, appunto), attraverso i siti più importanti della città.
Dresda presenterà, nell’ambito del suo festival musicale ‘Dresdner Musikfestspiele’, dal 15 maggio al 3 giugno 2012 un programma ricco di importanti artisti e rinomate orchestre ed ensemble.
La Madonna Sistina, uno dei più celebri dipinti di tutti i tempi e uno dei pezzi principali della collezione stabile della pinacoteca di Dresda, compirà 500 anni nel 2012. Per l’occasione la pinacoteca Gemètaeqeierie Alte Meister di Dresda organizzerà la mostra speciale ‘Die Sixtinische Madonna. Raffaels Kultbild wird 500’ dal 26 maggio al26 agosto 2012.
La Sassonia, “Paese del Natale”, si propone come meta ideale per chiudere l’anno in bellezza. Il Natale è sicuramente uno dei periodi più affascinanti da vivere in Sassonia. In nessun’altra regione esistono così tante tradizioni legate a questa festività. La Sassonia vanta il più antico mercatino di Natale al mondo, quello di Dresda, allestito per la prima volta nel 1434, ma anche innumerevoli eventi come il grande “Calendario dell’Avvento” di Lipsia, il “Christkindelmarkt” di Gorlitz e tanti altri.
Chi poi intende combinare cultura, tradizione e vacanze sportive, troverà in Sassonia ciò che cerca: alle porte di Dresda, per esempio, si aprono i paesaggi della Svizzera Sassone, tra i più spettacolari della Germania, ideali per passeggiate, arrampicate o gite in bicicletta. Sul sito web italiano della Sassonia vengono proposti dettagliati itinerari a piedi, in bici e in moto in tutta la regione in lingua italiana.
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Il Tour Operator
La situazione per i turisti alle Maldive è tranquilla e molti vacanzieri non si sono nemmeno resi conto di che cosa sia accaduto, dato che sono sparsi per tutto l’arcipelago ed i disordini hanno interessato solo Malè”. Così spiegava all'AGI Roberto Corbella, presidente Astoi, in merito ai fatti avvenuti nell’arcipelago dell’Oceano Indiano. “Nel complesso - aggiunge - i connazionali presenti in quest’area sono circa 2.000.
Il Sindaco
Sulla seconda più grande città dell’arcipelago delle Maldive, Addu (32 00 abitanti) circa 300 poliziotti e militari sono sbarcati dalle navi da Malé per procedere ad effettuare arresti dopo una notte di violenza, ha rivelato il sindaco d’Addy city, Abdulla Sodig. Il sindaco aveva precedentemente indicato che truppe di una base militare straniera erano vicine ad occupare e proteggere l’aeroporto di Gan, dove numerosi turisti atterrano prima di essere condotti verso i lussuosi hotel collocato sulle isole.
Il Ministero
Il sito Viaggiare Sicuri della Farnesina segnala: “Dopo ripetute manifestazioni nelle scorse settimane, nei giorni 6, 7 e 8 febbraio si sono registrati disordini nella capitale Malè, con le dimissioni del Presidente e l’insediamento di un nuovo Capo dell’esecutivo. Non si esclude la possibilità, in questa fase di assestamento dei nuovi equilibri di potere, che si verifichino nuove tensioni a seguito di manifestazioni da parte delle diverse fazioni”.
“Nella città di Malè si consiglia pertanto di prestare la massima attenzione, evitando assembramenti, luoghi isolati e di circolare soli nelle ore notturne. La situazione nei vari villaggi è sempre stata tranquilla, così come l’operatività dell’aeroporto della capitale, che non ha sinora subito interruzioni. Si consiglia ai connazionali di registrare i dati relativi al viaggio sul sito".
Il Codacons
Chi decide di disdire un viaggio alle Maldive precedente acquistato, ha diritto al rimborso integrale di quanto versato.
Lo afferma il Codacons, che spiega: “E’ comprensibile che gli utenti, in tale situazione di incertezza, preferiscano rinunciare a recarsi alle Maldive. In tal caso – afferma il Presidente dell’Associazione Carlo Rienzi – il diritto alla paura è un elemento sufficiente a garantire all’utente il rimborso integrale di quanto già versato per la vacanza, o il diritto alla sostituzione del pacchetto con altro di eguale valore, senza spese a suo carico”.
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Chi vuole a ogni costo immortalare la lavanda in fiore deve saper che la potrà trovare solo d’estate, così come chi vuole fiutare l’odore selvatico della Camargue è meglio che ci vada d’inverno e chi vuole visitare la grotta di Maria Maddalena è bene sappia che dovrà farsi un’oretta a piedi.
Chi invece vuole andare in Provenza senza un motivo non avrà problemi perchè le ragioni le troverà strada facendo e saranno tante da faticare a ordinarle nell’archivio mentale, tante da rendere difficile trovare una definizione unica per questa terra fatta di mille storie, luoghi, colori.
Nel tempo sono approdati un pò tutti su questa terra e tutti hanno lasciato qualcosa: sono arrivati i Greci dall’oriente e hanno fondato Marsiglia, i Romani dal sud e le hanno dato strade, cultura e anche il nome di Provincia, gli Inglesi dal nord e hanno inventato Cannes. Sono arrivati i pittori dal profondo dell’inquietudine e hanno trasformato i colori, sono arrivati i Papi per rifare Roma, gli Ebrei a cercare pace e i turisti a caccia di scalpi. E’ sbarcato il Piccolo Caporale che voleva indietro il suo regno, Nostradamus che guardava nel futuro, De Sade che cercava le sue vittime e Van Gogh che cercava se stesso.
Era appena passata la metà del primo secolo quando arrivarono i primi cristiani. Questo è un dato certo, il resto può essere realtà, fantasia, o qualcosa che sta a metà, perchè sono molte le leggende, ma sono molte anche le tracce concrete e moltissime sono le piste che ancor oggi vengono seguite alla ricerca di nomi, fatti, personaggi. E che ci portano dritti nel cuore verde di questa terra.
Si dice quindi che in piena Provenza approdasse, verso il 70 dopo Cristo, un gruppo di esuli provenienti dalla Palestina, dove li avevano braccati per la loro fede religiosa e caricati su una barca senza vele nè remi, con la certezza di saperli morti. La deriva li portò invece sulla spiaggia di Saintes Maries de la Mer: scesero Maria Maddalena, la sorella Marta, il fratello risuscitato Lazzaro, un discpelo di nome Massimino, Maria di Giacomo e Maria Salomè. Queste ultime due, troppo stanche per proseguire oltre, vennero ospitate da Sara, che fu la prima a convertirsi: l’evento finì per dare il nome al luogo.e ogni anno i Gitani di tutta Europa convergono per festeggiare la loro protettrice, Sara appunto, dando vita a uno spettacolo di irruenza e di colori che dura due giorni, come una marea che si distende e poi rifluisce lasciando la sabbia che è uguale a prima ma non è più la stessa.
La predicazione cominciò a spargersi per la Provenza romana, accompagnata da eventi straordinari e anche i protagonisti scelsero strade diverse: Maria Maddalena abitò appena all’interno della fascia costiera e risiedette negli ultimi anni nelle grotte di Sainte Baume, venendo poi seppellita a Saint Maximin, dove è possibile vedere la cripta che contiene il sepolcro attribuito alla santa, che gode in Provenza, di cui è la santa protettrice, di una particolare devozione. Sulla stessa costa dovette giungere anche Giuseppe d’Arimatea che pare salisse a nord seguendo il Rodano e pare morisse a Lione.
Fin qui le notizie abbastanza certe che, oltre alle tracce scritte e monumentali riposa su una tradizione ininterrotta che risale indietro nel tempo e rappresenta di per sè un indizio importante. E se per la metodologia moderna le prove storiche su questi lontani avvenimenti non sono poi molte, è però vero che le tracce della tradizione, i volti che guardano dalle pietre, i comandamenti orali che spingono da secoli verso gli stessi percorsi, lasciano pochi dubbi a coloro cui non dispiace credere: del resto, sulla P2 di Licio Gelli, si è scritto di più e se ne sa di meno.
Ma Giuseppe d’Arimatea era il discepolo che aveva messo a disposizione il Sepolcro e non era arrivato in Provenza, dicono, a mani vuote: recava infatti con sè la più sacra delle reliquie, il Graal. Questa almeno era la convinzione generale e la ricerca della Coppa divenne il tema fondante delle Chansons de Gestes, la meta di ogni cavaliere, il premio per l’eroe perfetto, ma anche la misteriosa forza che apriva le porte dell’immortalità, la chiave delle fomule alchemiche e quant’altro. Possibile? Chissà; certo è che i cercatori non sono diminuiti col passare del tempo, ma hanno anzi allargato le loro opzioni di ricerca, coinvolgendo antiche religioni orientali, catari, templari, nazisti, in un caleidoscopio di supposizioni e di scenari, da dove se ne esce solo con la suggestione che qualcosa sotto deve esserci.
Carlo Vezzoni
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La Svizzera non è famosa solo per la cioccolata e gli orologi. Tutti probabilmente conosciamo anche l’eleganza, la raffinatezza e la qualità dei pizzi, dei ricami e dei merletti di San Gallo, per secoli veri articoli di successo esportati in tutta Europa. Anche oggi sono molto apprezzati e non mancano in nessuna sfilata importante di New York, Milano o Parigi. Ma cosa sarebbe una città dal passato tessile come San Gallo senza il Museo Tessile? Così ciò che ha reso San Gallo famosa nel mondo si trova oggi in questo museo, dove vengono organizzate interessanti esposizioni di produttori storici di pizzi e merletti, ma anche presentazioni dell’arte tessile contemporanea.
Forse, invece, non tutti sanno che la città elvetica di San Gallo è anche la “Città dei libri”. Nella Biblioteca Abaziale, una delle più belle sale rococò della Svizzera, è infatti possibile ammirare 170.000 volumi nonché esemplari unici di più di 2100 manoscritti originali risalenti al Medioevo, che vengono a turno mostrati al pubblico. Più di 400 codici risalgono al periodo precedente all’anno 1000. Questa raccolta di libri unica al mondo è inserita nel complesso abaziale che con la sontuosa cattedrale tardo barocca dalla maestosa facciata a due torri e dall’interno particolarmente ricco, costituisce un insieme storico prezioso dichiarato nel 1983 patrimonio culturale mondiale dall’Unesco.
E’ proprio qui che, attorno al 612, il monaco pellegrino irlandese Gallo, mentre cercava un luogo appropriato per la sua cella d’eremita, incespicò e cadde. Questo e l’incontro con un orso in carne e ossa furono per lui un segno di Dio: decise di rimanere. Là, dove un tempo il Santo costruì il suo eremo, cent’anni dopo sorse il monastero che nel Medioevo diventò lo “Scrittoio d’Europa” e uno dei centri culturali più importanti dell’Occidente. E attorno crebbe la città di San Gallo.
L’intricato centro storico, i cui splendidi bovindi che adornano le case a traliccio dovevano essere intesi come segno di prosperità borghese, invita a una piacevole passeggiata culturale e allo shopping.
Da qualche tempo alcune zone del quartiere di Bleicheli si presentano come un “salotto all’aperto”, dove piazze e viuzze della città vecchia sono completamente ricoperte da un tappeto rosso. L’idea è della famosa artista svizzera Pipilotti Rist. Sopra la lounge pendono lampade oscillanti simili a bolle di sapone che conferiscono al quartiere un’atmosfera impareggiabile. Anche gli edifici del geniale architetto spagnolo Santiago Calatrava, come la sua “conchiglia” in vetro e acciaio, pongono accenti ultramoderni nello storico panorama cittadino.
Patrimonio Mondiale dell’Umanità iscritto alla lista dell’Unesco dal 1983 è anche tutto il centro medievale di Berna, perfettamente compatto e preservato. E non a caso, perché vanta innumerevoli tesori architettonici che continuano ad affascinare anche i bernesi stessi. I suoi vicoli disposti regolarmente sono rimasti invariati sino ad oggi.
L’immagine storica della città è caratterizzata dalle facciate in pietra arenaria ben conservate, dal panorama di tetti unico e dalle arcate che i bernesi chiamano “Laubern” (i 6 km di portici fanno della città vecchia una delle più lunghe passeggiate coperte in Europa). Undici meravigliose fontane del XVI secolo ornate da sculture e la cattedrale gotica con lo splendido Giudizio universale composto da ben 234 figure completano il quadro di grande effetto. Tutti questi tesori sono incorniciati dall’ansa del fiume Aar che sembra ergersi a scudo protettivo della Città vecchia.
A Berna meritano di essere visti e scoperti anche i magazzini-deposito di merci sotterranei appartenuti ai ricchi mercanti, ora diventati negozi, gallerie d’arte o tipici ristoranti-cantine.
Conoscere la capitale svizzera significa anche una visita al Parco degli Orsi, dove l’animale araldico bernese è stato rilasciato in una nuova libertà sulle pendici del fiume Aar. Nel parco è stato creato un paesaggio che permette agli orsi di arrampicarsi, pescare e giocare, ma anche di ritirarsi dagli sguardi del pubblico.
A Berna il passato si fonde magicamente con il futuro nel Centro Paul Klee, un colossale edificio costruito da Renzo Piano, che dal 2005 contiene la più importante collezione al mondo d’opere di Paul Klee.
Da non perdere anche l’Einstein City nel Bern Historisches Museum, 1200 mq d’opere originali e documenti scritti e filmati che fanno vedere il cammino della vita di Albert Einstein e illustrano contemporaneamente la storia del 20° secolo. Film animati, esperimenti e un viaggio virtuale nel cosmo spiegano la teoria rivoluzionaria di Einstein.
Così, Berna è una città stupenda da visitare in tutte le stagioni, ma che in occasione del Natale riesce a stupire ancora di più per le luci, i colori e le atmosfere davvero uniche dei luoghi e dell’ambiente.
Silva Valier
INDIRIZZI UTILI
Per informazioni e prenotazioni:
Svizzera Turismo, www.svizzera.it
n. verde gratuito 0080010020030
RISTORANTI e HOTEL A SAN GALLO
Restaurant zum Goldenen Schäfli
Metzgergasse 5, 9000 St. Gallen
Tel.+41(0)71 223 37 37
www.zumgoldenenschaefli.ch
San Gallo è noto per i suoi ristoranti nella città vecchia situati al primo piano. Questo ristorante storico, dal soffitto gotico e il pavimento in pendenza, emana un grandissimo charme.
Restaurant Scheitlinsbüchel
Scheitlinsbüchelweg 10, 9011 St.Gallen
Tel. +41(0)71-244 68 21
In periferia, bella vista su San Gallo.
Hotel Einstein****
Berneggstrasse 2, 9000 St.Gallen
Tel. +41 (0) 071 227 55 55
Di proprietà della casa di moda Akris, questo elegante albergo è considerato il “piccolo Grand Hotel” di San Gallo. E’ dotato di area fitness e spa. Ospita congressi.
RISTORANTI E HOTEL A BERNA
Kornhauskeller
Kornhausplatz 18, 3011 Bern
Tel. +41 (0)31 327 72 72
Questo straordinario ristorante storico offre una cucina tradizionale con specialità bernesi, oltre a una cucina mediterranea; l’enoteca custodisce i vini migliori.
Altes Tramdepot
Grosser Muristalden 6, 3006 Bern
Tel. +41 (0)31 368 14 15
Si spazia dalla cucina bernese a quella viennese, di Monaco di Baviera fino a quella asiatica. Qui si beve birra della casa, prodotta artigianalmente con caldaie in rame al centro del ristorante. Vicinanza al Parco degli Orsi, fantastica vista sulla città vecchia e sull’Aar, ben servito dai mezzi di trasporto.
Hotel Goldener Schlüssel***
Rathausgasse 72, 3011 Bern
www.goldener-schluessel.ch
Situato nella zona pedonale, ha camere molto tranquille.
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Imbragati in scomodissimi giubotti arancio inizia il nostro rafting su zattera lungo il fiume Bystrita che in slavo significa “acqua limpida”. Un significato che non sorprende considerato il verde cristallino delle acque che scorrono copiose e irruente sul fondo di un’ampia valle contornata da una natura straordinariamente bella e selvaggia. E’ grande l’emozione che si prova a cavalcare le onde delle rapide su un mezzo così rudimentale e apparentemente instabile come una zattera di legno. Un’esperienza che immediatamente ci trasporta in una dimensione di sogno e di avventura. Il fiume Bistrita nasce dai monti Colimani, nel cuore dei Carpazi in una regione chiamata Bucovina situata nel nord della Romania. Lungo il suo percorso lambisce innumerevoli centri urbani e villaggi in cui è possibile approdare e compiere brevi soste ed escursioni. Le case che si affacciano lungo le sponde del fiume hanno colori accesi, finestre decorate e ingressi addobbati con tappeti tipici. Negli spazi antistanti le abitazioni, sormontati da una struttura a forma di tempietto, sono spesso presenti dei pozzi a disposizione di chiunque voglia bere e trattenersi. Oltre il fronte delle abitazioni le campagne appaiono dolci e i paesaggi collinosi attraversati da strade generalmente strette e impervie. Al viaggiatore che si addentra nell’entroterra è possibile per lunghi tratti incontrare piccoli carri carichi di fieno e trainati da cavalli che fanno la spola tra le campagne coltivate e i centri abitati. Quando poi si giunge nei villaggi più interni e antichi, in Bucovina, il tempo sembra essersi fermato. Gli abitanti vestono costumi tradizionali, sono generalmente sorridenti e quando si ha modo di stabilire un contatto rivelano un temperamento sorprendentemente cordiale e generoso. Ma la più grande attrattiva di questa vasta regione sono i monasteri, costruiti nei secoli XV e XVI e fioriti sotto il regno di Stefano il Grande. Nel nostro viaggio abbiamo visitato quelli di Voronet, Moldovita e Sucevita, e abbiamo avuto modo di ammirare gli splendidi affreschi che li decorano. Attualmente questi monasteri sono sotto la protezione dell’Unesco che li ha dichiarati Patrimonio dell’Umanità. La chiesa ortodossa di Voronet, detta Cappella Sistina d’Oriente, è considerata il gioiello della Bucovina ed è unanimemente condiderata una delle chiese più belle d’Europa. Gli affreschi che in ampie campiture la decorano esternamente attestano la transizione dall’arte classica bizantina agli stili propri della tradizione moldava. Questi affreschi sono di grandissimo interesse anche per la tecnica realizzativa. Sono eseguiti con uno speciale intonaco ricavato attraverso l’impasto di fibre vegetali che per secoli ha resistito al logorio del tempo consentendo oggi ai visitatori di ammirarli ancora perfettamente intatti. Torniamo al Bystrita che prosegue e si snoda in questa regione per circa 80 Km, bagna l’omonima città e sfocia nel fiume Sieu presso Seratel. In una giornata soleggiata che accendeva i colori della natura, sulla nostra zattera abbiamo percorso sul fiume altri 3 Km, mentre il nostro barcaiolo con sapiente maestria affondava nell’acqua la lunga pertica che guidava la zattera. Schizzi e sobbalzi dovuti all’accentuarsi delle correnti accompagnano l’ultimo eccitante tratto del nostro percorso. Il rafting, come sport del tempo libero, è diventato molto popolare dopo la metà degli anni 70 e in genere viene praticato sui gommoni, ma l’uso della zattera è senz’altro più suggestivo e avventuroso. Posso dire che l’incontro con la natura, la cultura e gli abitanti di questo straordinario territorio ci ha lasciato colmi di emozione e felicità, ma alla fine anche l’apparente pericolosità della nostra imbarcazione ha concorso a rendere questa esperienza unica e indimenticabile.
Testi e foto di Cecilia Nonnis Teresa Casardi
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Negli ultimi anni è tornata di moda l’idea che una piccola autosufficienza legata a un microcosmo agricolo, ci salverà. Ci salverà quando ci sarà la crisi economica, quella degli approvvigionamenti e la crisi di un mondo troppo stressato. Insomma la crisi di tutto. Avere un orto che ti darà patate, una mucca per il latte e la semplicità dei costumi, sarà il “bussines” vincente.
Macchè oro, titoli, cartamoneta. Quelli non te li potrai mangiare, non ti faranno respirare, non ti faranno vivere. In Maramures, Romania, si attua da decenni questa semplice filosofia agricola.
E mi svegliai una mattina, come sempre. Ma era il 2012 e mi accorsi che attorno a me non c’era più nulla. Non pubblicità, banche, bollette, traffico : neppure il letto era rimasto. Non esisteva più tutto quello che era “indispensabile” per vivere. Mi ricordai allora di un mondo antico di cui avevo sentito parlare: Maramures, Romania. Non presi nulla da casa, perché casa non c’era più. Così, mi preparai ad attraversare i confini. Slovenia, Croazia, Ungheria e Romania. Ma neppure i confini esistevano più e camminavo sola attraversando deserti ambientali ed economici. Non fu facile arrivare, ma facilissimo fu capire che c’ero. Lì il 2012 era solo un insieme di numeri sul calendario.
Antica regione agricola nascosta tra i Carpazi, riesce a mantenere intatte e peculiari le caratteristiche di una cultura e di un’economia prevalentemente agricole. Anche Ceausescu non impone qui il suo folle progetto di urbanizzazione forzata che negli anni ’80, ha decretato l’abbandono dei campi ed il trasferimento coatto nelle città. Il potere, come il resto del mondo, forse si è un po’ dimenticato di questo luogo che ora può diventare un ottimo osservatorio per il futuro.
La natura qui era bella, ancora intatta. Piccoli paesi di legno con grandi campanili puntuti. Come le antiche chiese. Modeste, piccole, tanto piccole per cercare di schivare quell’inverno che qui è ancora così freddo da far assaporare il piacere dello stare vicini. Il caldo della comunità, seduti su pancacci ammorbiditi da caldi e colorati tappeti, tessuti dalle donne. E l’occhio, reso cieco dall’abbagliante passaggio dalla luce al buio come un’anima nel suo ultimo attimo di vita, scopriva la bellezza dell’aldilà. Semplici affreschi a lettura delle povere genti apparivano miracolosamente alle scure pareti di queste fragili cattedrali.E viaggiavo ora nello spirito, tra santi e peccatori ,inferni e paradisi, madonne e diavoli: tutto era così mischiato, tutto era il caos dell’Apocalisse. Tutto qui era già stato scritto : un 2012 perenne.
La sparuta popolazione, prevalentemente di culto ortodosso e che ha poco cercato la fortuna oltre frontiera,si è dedicata al mantenimento del piccolo territorio con le sue tradizioni agricole e folkloristiche secolari e con le sue chiese in odore di protezione UNESCO ( Monastero Peri, quello di Barsana, Surdesti , Plopis ed il non descrivibile, data la rara bellezza degli affreschi, di Poienile Izei).
Qui i contadini non si sono mai consorziati ed ognuno, ancora , coltiva i propri campi (e a volte sono solo “fazzoletti” di terra!), impegnandosi duramente e ricorrendo anche all’ antica formula del baratto. Il legno serve a costruire case e alti cancelli finemente istoriati, posti non ad intimorire l’ospite ma per allontanare il male. Le numerose greggi, disperse tra le morbide alture, danno calda e colorata lana che serve a ripararsi dal freddo e ravviva tutto cio’ che è abitato. E quasi tutto quello che viene messo sulla tavola è a 'chilometro zero'.
E percorro le altilenanti strade, perse tra mille colline , dove grano, vite, alberi da frutto, ancora invadono la terra e gli uomini, le donne, i bambini li accudiscono con metodi antichi. Incrocio carri trainati da pazienti cavalli infiocchettati (nero il fiocco a lutto, rosso a cacciare la malasorte) ed intere generazioni perse controluce tra i campi che alla fine della giornata, stanchi del lavoro ma non della curiosità della vita, attendono da anni il passaggio di chi verrà da lontano. Tutti seduti ai margini delle strade. A guardare, a vedermi passare. Salutarmi con un sorriso ed offrirmi, chi ne ha, patate, cipolle, frutta e le belle zucche, che qui chiamano “ beltan”.
E niente, nel paese dei meloni e delle angurie, è disposto a caso. Come nei suk più preziosi, come gioielli o lussuose tele d’oriente, i gialli si alternano ai rossi, ricchi ocra a bianchi e grigi, plastica e cartone arredano con grazia la merce di cui non potremo fare a meno.
Nella vetrina della vita non espongono gemme o nobili metalli, ma i dolci meloni, le grasse angurie, le sante patate e le puzzolenti cipolle.
L’economia si è basata, ai tempi della cortina di ferro, anche sull’estrazione mineraria. Con la caduta del regime comunista e la fine di Ceausescu, che hanno lasciato il paese in una sorta di limbo industriale, le miniere e, a Bicaz,la fabbrica dell’ amianto, si sono fermati. La possente metallurgia sovietica, eroicamente rappresentata nei manifesti di partito, ha finito di soffiare vapori di micidiale anidride solforosa nell’aria. Pochi ricordano il disastro ambientale del 2000, quando per il cedimento di una diga (costruita per l’estrazione dell’oro), si sversarono nei fiumi del Maramures tonnellate di cianuro. E ora restano i monumenti industriali, a simbolo dell’inquinamento e dello sfruttamento di un territorio 'periferico', considerato spesso serbatoio di manovalanza a bassi costi e di eventuali risorse naturali da depredare.
Ma, adesso, questa piccola regione adagiata tra i Carpazi, sta cercando nuove prospettive economiche basando la propria rinascita specie su agricoltura e turismo. L’entrata nella “Grande Madre” Europa non ha molto modificato gli stili di vita e i giovani, non troppo sedotti dai suoi richiami, preferiscono ancora restare nella loro terra. Salari bassi, disoccupazione crescente ed ormai globalizzata, non convincono alla fuga.
Vagavo attraverso questo piccolo paradiso terrestre e non sapevo che avrei trovato presto anch’io l’albero del male, che mi avrebbe portato all’inferno. Ero arrivata a Bicaz ed alla sua vecchia e monumentale fabbrica dell’amianto, che aveva sparso i suoi aghi invisibili ed assassini lungo le valli, sui campi coltivati e sui loro uomini, su, fino alle profonde gole. E da lì, come un’eco profonda, su altre pianure, terre ed uomini. Allora anche lì era arrivato il 2012, ma io lo incontravo solo ora. Il mostro era davanti a me, ancora sporco dei suoi escrementi, ma era morto. Ma il pericolo non era finito con lui: restava nell’uomo come la macchia del peccato originale. E non c’era un Dio che potesse togliere questo male. E così capivo che la storia, quella dolorosa, quella da 2012 era arrivata qui molto tempo fa. E che puoi scappare da un anno ma non dalla distruzione profonda con cui l’uomo ha devastato tante zone del mondo. Forse terre povere ma belle ed utili all’economia del pianeta. Terre lontane ma non isolate. Il 2012 ti insegue.
Tra le attrazioni Storico- turistiche, restano uniche il Cimitero allegro di Sapanta, esempio di arte funeraria povera nei materiali ma non nel significato, ed il Memoriale delle Vittime del Comunismo e della Resistenza, sito nell’antica prigione politica di Sighetu.
Il piccolo e vivissimo cimitero oltre a tenere i morti in vita, grazie ad un flusso turistico 'senza fine', è l’esempio di un museo etnografico 'su lapide'. Si ripercorrono le piccole vite dei morti e ci si immerge anche nella 'grande' storia di questa nazione. La tradizione mineraria, quella agricola con rappresentati arti e mestieri tipici, qualche pettegolezzo su anime un pò 'leggere' e retorica per quelle legate al regime. E qui, i visitatori si confondono con i morti, nel cimitero più vivo del mondo.
Invece, dove la morte è entrata ed è stata padrona, è nel Memoriale di Sighetu. Carico di echi di una repressione ormai passata, invita ad una riflessione sulle dittature e sulla repressione, aldilà di qualunque credo politico.
Il sonno ed i sogni erano ormai finiti. Mi svegliavo , di nuovo, nel caos di questo 2011,così già drammaticamente 2012, così “ ANNO DA FINE MONDO”. Il mio spirito però aveva viaggiato libero da preoccupazioni ed ansie. Avevo sognato che il 2012 in Maramures era già arrivato ed era stato sconfitto. Nel piccolo cimitero colorato e nell’ ex prigione di Sighetu c’erano le prove che la morte fisica e morale si possono sconfiggere. La testimonianza, la memoria, anche di comuni ma dignitose esistenze, restano il solo modo per sconfiggere l’oblio di tanta vita e ridarci un pò di 'semplice eternità'.
Testo e foto di Mario Negri
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La chiesa di Voronet nella Moldavia, detta “il gioiello della Bucovina” o “la cappella Sistina d’Oriente”, fu fatta costruire insieme ad un monastero - oggi scomparso - dal principe Stefano il Grande (1435-1504), dopo la vittoria sui Turchi nel 1475: essa è tutta dipinta all’interno e all’esterno.
Il famoso condottiero fece costruire a decine simili monasteri ex voto, e quasi tutti sono giunti fino a noi. La costruzione, piuttosto piccola (m 25x11), eretta in brevissimo tempo nel 1488, si è conservata intatta sia nella sua architettura, sia nella sua decorazione interna. Quella esterna, che copre interamente i muri, venne eseguita più tardi, intorno al 1546; si tramanda anche il nome dell’artista principale, lo ieromonaco Gaurila. Maria Santissima è rappresentata varie volte e in punti significativi, tuttavia le pitture rappresentano un ciclo catechetico completo, sia dal punto di vista biblico che devozionale e anche storico, perché raffigurano i santi principali e gli episodi più importanti dell’epica lotta contro i turchi. L’ingresso fu progettato sulla facciata sud, dove è dipinto un magnifico Giudizio universale, probabilmente la singola composizione più bella di tutti questi monasteri: tori con coda di pesce, unicorni e altri simboli zodiacali formano un fregio sotto la gronda, in basso, dominato dal Cristo che siede imponente, a simboleggiare i “cancelli dell’aere”, dove le anime vengono giudicate e dove sono recitate le preghiere per la loro salvezza.
Fra le tante rappresentazioni della Vergine, nell’interno campeggia, sopra la porta del pronao, una meravigliosa Madonna della Misericordia con il Bambino sulle braccia e ai lati, sul fondo azzurro e tra stelle, due angeli oranti. Gli affreschi, oltre la Vergine, raffigurano tutta una serie di immagini, desunte dalla Bibbia, dalla pietà popolare e dalla storia, con particolare rilievo di quella che riguarda l’eroica lotta contro i Turchi. Il santuario è oggetto ancora oggi di una continua affluenza di pellegrini, attirati lì sia dall’aspetto turistico sia da quello devozionale, anche perché esso si presta ad una soddisfacente catechesi visiva.
Luisa e Saro Fichera
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Lisbona, l’affascinante capitale portoghese, è un reticolo di pittoresche viuzze e grandi piazze che si intersecano l’una nell’altra, conferendo così alla città il suo inconfondibile fascino.
Esistono tantissimi modi per visitare e conoscere Lisbona: il più economico, ma anche il più affascinante, è sicuramente a piedi; così, infatti, si possono conoscere fino in fondo le bellezze storiche e architettoniche della città e gli usi e costumi locali.
Un altro mezzo ideale per visitare la città è sicuramente il tram: Lisbona infatti è famosa per questi mezzi di trasporto che la attraversano completamente collegandola in quasi tutti i suoi punti. Il tram storico e più utilizzato dai turisti è sicuramente il n. 28, che è considerato “ il tram” storico per eccellenza; il suo percorso, che si arrampica in vicoli molto stretti e curve improbabili, vi accompagnerà attraverso l’Alfama, lo storico quartiere moresco.
Diversi sono i luoghi che si possono visitare per conoscere fino in fondo la capitale portoghese, per esempio partendo da negozi e botteghe che vendono specialità enogastronomiche tipiche.
Molti negozi e bar vendono la Ginja, il famoso liquore di Lisbona inventato da un frate, che si ottiene facendo macerare le ciliegie amare nell’alcol. Oggi questo liquore viene esportato in tutto il mondo.
Oppure le numerose botteghe che vendono prodotti tipici enogastronomici, situati nel quartiere Baixa: caffè, tè, merluzzo, vino, formaggi, salsicce, prosciutti, ma anche dolci, conserve di frutta e diversi tipi di olio di oliva.
Ultimi, ma non per importanza, i negozi che vendono ceramiche antiche, porcellane raffinate, gioielli e i vintage stores: all’interno di questi negozi tutto è rimasto immutato, gli scaffali, il bancone e molti altri arredi conservano ancora il loro aspetto originale.
Durante la visita sicuramente una sosta è d’obbligo, perché quindi non fermarsi in uno dei numerosi Quiosque, magari vicino alla piazza o al giardino nel quartiere Principe de Real? In uno di questi chioschi si possono gustare bevande rinfrescanti tipiche della regione come il capilé (il tipico frullato di frutta portoghese), il succo di ribes neri, la limonata e molte altre gustose bevande.
Tra i ristoranti, il Restaurante Cantinho do Avillez e Martinho da Arcada rispettivamente in Rua dos Duques de Bragança e in Praça do Comércio.
Se poi rimane ancora un po’ di tempo, oltre ad osservare le bellezze artistiche e storiche tra le vie della città, imperdibile è il Museo Berardo, dove è presente una collezione di arte moderna e contemporanea del 20° e 21° secolo con particolare riferimento all’Europa e all’America, oppure perché non visitare anche il più antico museo della capitale portoghese, il Museu do Chiado che è il museo di Arte Contemporanea più famoso del paese.
Tra i segreti di Lisbona non possono sicuramente mancare i locali in cui ascoltare il Fado, il tipico canto popolare portoghese, che si trovano nei quartieri dell’Alfama e Barrio Alto. Il fado, tra l’altro, è stato da poco riconosciuto dall’UNESCO come Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità. (LC)
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Nel 2011 Cefalù ha superato la soglia delle 600 mila presenze turistiche: non accadeva dal 2006. Lo dicono i dati rilevati dal Dipartimento Turismo Str 6 Cefalù, secondo cui, già a fine novembre, si sono registrate 616.721 presenze (-0,73%) grazie ai 115.295 arrivi (+5,6%).
I numeri, in attesa di quelli definitivi contando anche dicembre, dimostrano che nei primi 11 mesi del 2011 rispetto al 2010, sono arrivate a Cefalù solo 848 persone in meno, ma chi ha scelto la cittadina avendo soggiornato mediamente 5,35 giorni (5,03 nel 2010) ha innalzato di 32.705 il numero delle presenze.
Nel dettaglio i turisti internazionali più numerosi provengono da Francia con oltre 19 mila arrivi (+0,71%), in seconda posizione i tedeschi, seppure in calo (-11,39%) con oltre 13 mila arrivi, quindi i belgi con oltre 4 mila arrivi (-9,49%). In calo, dunque, i tradizionali frequentatori mentre crescono le presenze delle nazioni di Est e Nord Europa, in primis dalla Russia (+40%). Da sottolineare il ritorno degli inglesi (+33%).
Quanto agli italiani, nel 2011 si sono registrati 43.172 arrivi (-4,51%) e 186.698 presenze (+7,4%).
In conclusione, comunque, un 2011 che si chiude in felice controtendenza per Cefalù rispetto ad altre località turistiche mediterranee colpite dalla crisi internazionali e dalle vicende che hanno coinvolto il Nord Africa.
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Tra il 2000 ed il 2006, stando ai dati dellAgenzia kosovara per la promozione degli investimenti (Ipak, www.invest-ks.org), le privatizzazioni hanno fruttato investimenti stranieri per un totale di 236 milioni di euro, a cui si aggiungono i 398 milioni di investimenti greenfield: la stima è di chiudere il 2008 con una quota di Investimenti diretti esteri (Ide) di 700 milioni di euro. Il Kosovo Trust agency (Kta) organo preposto alle privatizzazioni durante i nove anni di amministrazione internazionale dellOnu, dopo la dichiarazione di indipendenza (17 febbraio 2008) è stato trasformato nellAgenzia di privatizzazioni del Kosovo (Kpa, lacronimo inglese): delle 500 Socially owned enterprises (Soe, aziende i cui lavoratori detengono quote di proprietà) presenti in Kosovo, 300 sono quelle già passate in mano ai privati.
La transizione in corso dalla giurisdizione Unmik (la missione Onu in Kosovo) e quella del neo Stato si traduce per linvestitore straniero in un quadro legislativo piuttosto incerto e complesso. Per il momento i regolamenti Unmik e nuove Leggi del Parlamento del Kosovo convivono. Proprio la Camera speciale istituita da Unmik presso la Corte suprema (una sorta di nostra Cassazione) con la competenza esclusiva di dirimere i casi giuridici legati alle privatizzazioni è attualmente 'vittima' della sovrapposizione dei due ordinamenti: tutti i procedimenti sono bloccati in attesa di definire chi erediterà le competenze dei giudici Onu.
Sempre tra il 2000 e 2006, le rilevazioni dellAgenzia governativa Ipak attestano lItalia terzo Paese investitore in Kosovo con 39 milioni di euro, contro gli 84 della Germania e i 69 della Slovenia. Da tenere presente che nel 2007 la Telecom Slovenia ha poi investito oltre 200 milioni di euro nellacquisizione del secondo operatore kosovaro di telefonia mobile. Il primo, 'Vala', conta 850.000 utenti, è di proprietà interamente statale e "sarà presto disponibile per la privatizzazione" secondo quanto informa la 'Guida 2008 agli investimenti in Kosovo', redatta dallAgenzia governativa competente. Se la Slovenia predomina nelle telecomunicazioni, la tedesca Procredit bank e laustriaca Raifessen Bank rappresentano i due principali, degli otto complessivi, istituti di credito privati operativi in Kosovo, ai quali si sommano nove compagnie assicurative e due fondi pensionistici.
La presenza italiana si distingue, invece, nel settore commerciale, ma anche in quello agricolo, delle macchine pesanti e dellindustria del legno. Tutti comparti che Ipak conferma come particolarmente attrattivi per chi voglia investire allinterno dei 10.908 km2 di territorio kosovaro.
Di questi, infatti, il 53% è composto da terre coltivabili ed il 39% da foreste. Lo Stato è pronto, inoltre, a vendere 22.000 ha vergini da destinare allo sviluppo del turismo che ha un potenziale praticamente tutto invernale (il Kosovo non ha sbocco al mare). Lagricoltura contribuisce al 19% del Pil ed impiega oltre il 60% della popolazione che conta complessivamente poco più di 2 milioni di abitanti. Particolare potenziale viene individuato nel sotto-segmento vinicolo. Forte di una lunga tradizione del passato, sopravvive oggi con 5.000 ettari coltivati a vigna. Proprio unazienda italiana è stata protagonista della privatizzazione dellazienda produttrice di vino Suhareka. Oltre a Suhareka, sono altre tre le aziende vinicole kosovare attualmente di proprietà statale: la capacità nazionale di trasformazione di vino è di 112 milioni di litri lanno.
Relativamente allo scambio commerciale, a fine 2007 il Kosovo ha importato beni per 1,6 miliardi di euro ed esportato per 146,6 milioni di euro. La posizione geografica è piuttosto isolata, ma i collegamenti aerei con le principali mete europee sono in aumento ed in quanto membro dellAccordo di libero scambio dellEuropa centrale (Cefta), il Kosovo ha accesso facilitato agli scambi commerciali nella regione che conta un bacino di 28 milioni di consumatori. Delle 87.960 piccole medie imprese (Pmi) che risultano registrate in Kosovo nel 2008, il 47% svolge attività commerciali.
Questi i numeri principali della repubblica con la popolazione più giovane e povera dEuropa: secondo i dati collezionati dallAgenzia degli investimenti, nel 2007 il Pil ha sfiorato i 2,4 miliardi di euro mentre il Pil procapite ammontava a 1.150 euro (rispettivamente 3,4 miliardi e 1.611 euro secondo le stime Fmi per il 2007 pubblicate lo scorso settembre).
Il Kosovo ha unilateralmente dichiarato la sua indipendenza dalla Serbia lo scorso 17 febbraio 2008: da allora lo hanno internazionalmente riconosciuto 51 dei 192 Paesi Onu e 22 dei 27 Membri Ue.