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Il Portogallo vi attende “de braços abertos”. Perché? Alla Bit 2012 la direttrice dell’Ente al Turismo Alexandra Rebelo ha comunicato soddisfatta i risultati positivi dell’anno che si è chiuso e ha annunciato le buone notizie e le novità, invitando tutti a visitare il suo Paese che offre tante tipologie di viaggio per ogni tipo di esigenza. L’incremento del +6,5% nei soggiorni e del + 7,3% nei pernottamenti è in continua crescita in tutte le regioni portoghesi e grazie a questo le compagnie aeree rispondono dando fiducia e proponendo nuovi voli.
La TAP, la compagnia di bandiera che ha lanciato lo slogan “a braccia aperte”, garantisce voli giornalieri da Porto verso Roma e Milano e da Lisbona verso Roma, Milano,Venezia e Bologna; dal 3 giugno si volerà anche da Torino a Lisbona (3 voli a settimana). Opportunità low-cost anche con Ryanair che offre i collegamenti Bergamo-Faro e Roma-Porto, mentre Easyjet propone il Venezia-Lisbona.
Ma cosa vi aspetta in Portogallo e quali sono gli eventi da non perdere? Il 2012 è l’anno di Guimarães, nominata Capitale Europea della Cultura, la “prima città del regno” col suo centro storico (iscritto alla lista del Patrimonio Mondiale Unesco) fatto di castelli e palazzi d’epoca si rinnova e si prepara ad accogliervi con uno spirito moderno proiettandosi al futuro e ai giovani, con un anno di eventi che includono tutte le forme artistiche, dalla musica al cinema, dalla letteratura al teatro. Fra le novità va citata Alqueva, il primo sito al mondo a ricevere lo status di “Starlight tourist destination”, cioè la certificazione che riconosce la qualità del cielo notturno e le attività turistiche connesse ai cieli stellati: si chiama la “Dark Sky Reserve”, l’area ampia 3000 chilometri quadrati con ristoranti, albergi e guide attrezzate per condurre gli astro-turisti in cerca di costellazioni e stelle cadenti. Inoltre la musica lusitana per eccellenza, il Fado, viene riconosciuto come “bene da preservare” e posto sotto tutela dall’Unesco.
I centauri non perdano la Festa Harley-Davidson: dal 14 al 17 giugno Cascais, la Riviera di Lisbona (a soli 30 Km a ovest della città) ospiterà l’European H.O.G. Rally, con guide di dimostrazione, un villaggio per i concessionari e tanti angoli verdi dove godersi una birra con vista mare. Benessere, trattamenti al vino e spettacolari hotel di charme sono in tutto il territorio, ma specialmente nella valle del fiume Douro. L’isola di Madeira resta un paradiso per i golfisti e dal 2 al 25 marzo è un tempio per gli amanti del dolce che possono visitarla in occasione del Festival del Cioccolato.
Valentina Castellano Chiodo
www.visitportugal.com
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Il castello Veliki Tabor vicino a Desiniæ, nello Zagorje croato, uno dei più importanti monumenti dell’architettura profana della Croazia continentale e patrimonio culturale di massima importanza nazionale, è stato recentemente riaperto al pubblico, ossia è stata ultimata la seconda fase del restauro di questa rocca nobiliare, perla della cultura non solo al livello croato, ma anche mitteleuropeo.
Negli ultimi quattro anni per il restauro di Veliki Tabor sono stati investiti più di 50 milioni di kune (6,7 milioni di euro).
Il restauro è iniziato nel 2005 con la sistemazione degli atri del castello, nonché con il completo rinnovo della torre pentagonale detta palas, costituente la prima fase del restauro ultimato nel 2007. La seconda fase comprende l’assetto delle facciate esterne del castello e di tutti i tetti e un completo consolidamento strutturale. La fase successiva riguarda la sistemazione degli spazi interni e delle esposizioni museali, ospitate all’interno del castello.
Veliki Tabor rappresenta una rara rocca fortificata rinascimentale del tardo Medioevo nella Croazia continentale che ha preservato quasi completamente il suo aspetto originale, assumendo nei secoli a venire diversi cambiamenti nella sua architettura. Nel Cinquecento fu costruita per volontà della famiglia nobile Rattkay e rimase nella loro proprietà fino al 1793. Situata sulla collina circondata da pittoreschi paesaggi nei dintorni di Desiniæ si nota da lontano e con le sue torri possenti testimonia la turbolenta storia dei suoi signori e della plebe di quei tempi, nonché del suo ruolo nuovo quale destinazione turistico - culturale da non perdere. Il restauro di un monumento così complesso e molto esigente e durevole, e dopo gli interventi di conservazione e restauro durati diversi anni è stata restaurata la parte più antica del complesso architettonico: la torre pentagonale (palas).
Veliki Tabor, rocca nobiliare che grazie alle sue numerose e preziose caratteristiche e, soprattutto, all’integrità del complesso architettonico, è ritenuta un monumento di massima importanza nazionale.
L’edificazione di Veliki Tabor ebbe inizio alla fine del Medioevo, cioè all’inizio del Cinquecento: subito dopo la costruzione del palas, al nucleo tardo gotico fu aggiunto un anello difensivo interno ed esterno con delle torri. Così Veliki Tabor fu trasformata in rocca rinascimentale, mentre durante il Seicento e l’Ottocento, con l’arrivo di tempi più pacifici e con le successive costruzioni e ristrutturazioni, ha ottenuto alcune caratteristiche di castello barocco.
Oggi Veliki Tabor rappresenta una destinazione turistica interessante dove si organizzano numerosi programmi culturali. Ogni anno vi si svolge una manifestazione molto attraente, 'Accampamento medievale sotto Tabor' (Srednjovjekovni tabor pod Taborom), in cui si innalzano gli accampamenti militari, ci si sfida in svariate maestrie medievali, si organizza la tradizionale sagra artigianale con l’offerta di diversi prodotti artigianali e delizie gastronomiche autoctone, preparate secondo le ricette antiche.
Dal 1993 il castello Veliki Tabor, proprietà della Repubblica di Croazia, è stato dato in concessione all’ente museale Museo dello Zagorje croato.
http://croatia.hr/it www.tzkzz.hr www.velikitabor.com
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Nel 2012 la Sassonia, la principale meta culturale della Germania, s’illuminerà a festa: anniversari eccellenti, celebri festival, eventi culturali di rilievo internazionale e tradizioni secolari. Per chi ama la natura e lo sport, i variopinti e straordinari paesaggi nei dintorni di Lipsia e Dresda offrono diverse idee per una vacanza all’insegna del movimento.
Lipsia festeggia “800 Jahre THOMANA”: le tradizionali istituzioni della Thomasschule, Thomaskirche e Thomanerchor (scuola, chiesa e coro di St. Thomas) risalgono infatti al 1212. Culmine delle celebrazioni sarà la spettacolare settimana di festeggiamenti a marzo con diverse rappresentazioni, un incontro internazionale di cori giovanili e la “Bachfest” a giugno.
Nell’edizione 2012 del festival dedicato a Bach (7-17 giugno) saranno eseguiti celebri brani tratti dalle composizioni dei vari direttori artistici che si sono succeduti alla direzione del Thomanerchor, tra cui un brano del direttore in carica Georg Christoph Biller. Gli storici palcoscenici di Lipsia ospiteranno ancora interpreti internazionali come Masaaki Suzuki, Marcus Creed, Ton Koopman e The English Concerto Per la prima volta verrà proposto il programma per famiglie “b@ch fur uns” (Bach per noi). A giugno sarà inaugurato il ‘Leipziqer Notenspur’. Rendere nota e accessibile la ricca eredità musicale di Lipsia: è questo l’obiettivo di questa iniziativa. Tre itinerari guideranno i visitatori lungo un percorso di 5,1 km che traccia simbolicamente la storia musicale di Lipsia (“Leipziger Notenspur”, appunto), attraverso i siti più importanti della città.
Dresda presenterà, nell’ambito del suo festival musicale ‘Dresdner Musikfestspiele’, dal 15 maggio al 3 giugno 2012 un programma ricco di importanti artisti e rinomate orchestre ed ensemble.
La Madonna Sistina, uno dei più celebri dipinti di tutti i tempi e uno dei pezzi principali della collezione stabile della pinacoteca di Dresda, compirà 500 anni nel 2012. Per l’occasione la pinacoteca Gemètaeqeierie Alte Meister di Dresda organizzerà la mostra speciale ‘Die Sixtinische Madonna. Raffaels Kultbild wird 500’ dal 26 maggio al26 agosto 2012.
La Sassonia, “Paese del Natale”, si propone come meta ideale per chiudere l’anno in bellezza. Il Natale è sicuramente uno dei periodi più affascinanti da vivere in Sassonia. In nessun’altra regione esistono così tante tradizioni legate a questa festività. La Sassonia vanta il più antico mercatino di Natale al mondo, quello di Dresda, allestito per la prima volta nel 1434, ma anche innumerevoli eventi come il grande “Calendario dell’Avvento” di Lipsia, il “Christkindelmarkt” di Gorlitz e tanti altri.
Chi poi intende combinare cultura, tradizione e vacanze sportive, troverà in Sassonia ciò che cerca: alle porte di Dresda, per esempio, si aprono i paesaggi della Svizzera Sassone, tra i più spettacolari della Germania, ideali per passeggiate, arrampicate o gite in bicicletta. Sul sito web italiano della Sassonia vengono proposti dettagliati itinerari a piedi, in bici e in moto in tutta la regione in lingua italiana.
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Il Tour Operator
La situazione per i turisti alle Maldive è tranquilla e molti vacanzieri non si sono nemmeno resi conto di che cosa sia accaduto, dato che sono sparsi per tutto l’arcipelago ed i disordini hanno interessato solo Malè”. Così spiegava all'AGI Roberto Corbella, presidente Astoi, in merito ai fatti avvenuti nell’arcipelago dell’Oceano Indiano. “Nel complesso - aggiunge - i connazionali presenti in quest’area sono circa 2.000.
Il Sindaco
Sulla seconda più grande città dell’arcipelago delle Maldive, Addu (32 00 abitanti) circa 300 poliziotti e militari sono sbarcati dalle navi da Malé per procedere ad effettuare arresti dopo una notte di violenza, ha rivelato il sindaco d’Addy city, Abdulla Sodig. Il sindaco aveva precedentemente indicato che truppe di una base militare straniera erano vicine ad occupare e proteggere l’aeroporto di Gan, dove numerosi turisti atterrano prima di essere condotti verso i lussuosi hotel collocato sulle isole.
Il Ministero
Il sito Viaggiare Sicuri della Farnesina segnala: “Dopo ripetute manifestazioni nelle scorse settimane, nei giorni 6, 7 e 8 febbraio si sono registrati disordini nella capitale Malè, con le dimissioni del Presidente e l’insediamento di un nuovo Capo dell’esecutivo. Non si esclude la possibilità, in questa fase di assestamento dei nuovi equilibri di potere, che si verifichino nuove tensioni a seguito di manifestazioni da parte delle diverse fazioni”.
“Nella città di Malè si consiglia pertanto di prestare la massima attenzione, evitando assembramenti, luoghi isolati e di circolare soli nelle ore notturne. La situazione nei vari villaggi è sempre stata tranquilla, così come l’operatività dell’aeroporto della capitale, che non ha sinora subito interruzioni. Si consiglia ai connazionali di registrare i dati relativi al viaggio sul sito".
Il Codacons
Chi decide di disdire un viaggio alle Maldive precedente acquistato, ha diritto al rimborso integrale di quanto versato.
Lo afferma il Codacons, che spiega: “E’ comprensibile che gli utenti, in tale situazione di incertezza, preferiscano rinunciare a recarsi alle Maldive. In tal caso – afferma il Presidente dell’Associazione Carlo Rienzi – il diritto alla paura è un elemento sufficiente a garantire all’utente il rimborso integrale di quanto già versato per la vacanza, o il diritto alla sostituzione del pacchetto con altro di eguale valore, senza spese a suo carico”.
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Chi vuole a ogni costo immortalare la lavanda in fiore deve saper che la potrà trovare solo d’estate, così come chi vuole fiutare l’odore selvatico della Camargue è meglio che ci vada d’inverno e chi vuole visitare la grotta di Maria Maddalena è bene sappia che dovrà farsi un’oretta a piedi.
Chi invece vuole andare in Provenza senza un motivo non avrà problemi perchè le ragioni le troverà strada facendo e saranno tante da faticare a ordinarle nell’archivio mentale, tante da rendere difficile trovare una definizione unica per questa terra fatta di mille storie, luoghi, colori.
Nel tempo sono approdati un pò tutti su questa terra e tutti hanno lasciato qualcosa: sono arrivati i Greci dall’oriente e hanno fondato Marsiglia, i Romani dal sud e le hanno dato strade, cultura e anche il nome di Provincia, gli Inglesi dal nord e hanno inventato Cannes. Sono arrivati i pittori dal profondo dell’inquietudine e hanno trasformato i colori, sono arrivati i Papi per rifare Roma, gli Ebrei a cercare pace e i turisti a caccia di scalpi. E’ sbarcato il Piccolo Caporale che voleva indietro il suo regno, Nostradamus che guardava nel futuro, De Sade che cercava le sue vittime e Van Gogh che cercava se stesso.
Era appena passata la metà del primo secolo quando arrivarono i primi cristiani. Questo è un dato certo, il resto può essere realtà, fantasia, o qualcosa che sta a metà, perchè sono molte le leggende, ma sono molte anche le tracce concrete e moltissime sono le piste che ancor oggi vengono seguite alla ricerca di nomi, fatti, personaggi. E che ci portano dritti nel cuore verde di questa terra.
Si dice quindi che in piena Provenza approdasse, verso il 70 dopo Cristo, un gruppo di esuli provenienti dalla Palestina, dove li avevano braccati per la loro fede religiosa e caricati su una barca senza vele nè remi, con la certezza di saperli morti. La deriva li portò invece sulla spiaggia di Saintes Maries de la Mer: scesero Maria Maddalena, la sorella Marta, il fratello risuscitato Lazzaro, un discpelo di nome Massimino, Maria di Giacomo e Maria Salomè. Queste ultime due, troppo stanche per proseguire oltre, vennero ospitate da Sara, che fu la prima a convertirsi: l’evento finì per dare il nome al luogo.e ogni anno i Gitani di tutta Europa convergono per festeggiare la loro protettrice, Sara appunto, dando vita a uno spettacolo di irruenza e di colori che dura due giorni, come una marea che si distende e poi rifluisce lasciando la sabbia che è uguale a prima ma non è più la stessa.
La predicazione cominciò a spargersi per la Provenza romana, accompagnata da eventi straordinari e anche i protagonisti scelsero strade diverse: Maria Maddalena abitò appena all’interno della fascia costiera e risiedette negli ultimi anni nelle grotte di Sainte Baume, venendo poi seppellita a Saint Maximin, dove è possibile vedere la cripta che contiene il sepolcro attribuito alla santa, che gode in Provenza, di cui è la santa protettrice, di una particolare devozione. Sulla stessa costa dovette giungere anche Giuseppe d’Arimatea che pare salisse a nord seguendo il Rodano e pare morisse a Lione.
Fin qui le notizie abbastanza certe che, oltre alle tracce scritte e monumentali riposa su una tradizione ininterrotta che risale indietro nel tempo e rappresenta di per sè un indizio importante. E se per la metodologia moderna le prove storiche su questi lontani avvenimenti non sono poi molte, è però vero che le tracce della tradizione, i volti che guardano dalle pietre, i comandamenti orali che spingono da secoli verso gli stessi percorsi, lasciano pochi dubbi a coloro cui non dispiace credere: del resto, sulla P2 di Licio Gelli, si è scritto di più e se ne sa di meno.
Ma Giuseppe d’Arimatea era il discepolo che aveva messo a disposizione il Sepolcro e non era arrivato in Provenza, dicono, a mani vuote: recava infatti con sè la più sacra delle reliquie, il Graal. Questa almeno era la convinzione generale e la ricerca della Coppa divenne il tema fondante delle Chansons de Gestes, la meta di ogni cavaliere, il premio per l’eroe perfetto, ma anche la misteriosa forza che apriva le porte dell’immortalità, la chiave delle fomule alchemiche e quant’altro. Possibile? Chissà; certo è che i cercatori non sono diminuiti col passare del tempo, ma hanno anzi allargato le loro opzioni di ricerca, coinvolgendo antiche religioni orientali, catari, templari, nazisti, in un caleidoscopio di supposizioni e di scenari, da dove se ne esce solo con la suggestione che qualcosa sotto deve esserci.
Carlo Vezzoni
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La Svizzera non è famosa solo per la cioccolata e gli orologi. Tutti probabilmente conosciamo anche l’eleganza, la raffinatezza e la qualità dei pizzi, dei ricami e dei merletti di San Gallo, per secoli veri articoli di successo esportati in tutta Europa. Anche oggi sono molto apprezzati e non mancano in nessuna sfilata importante di New York, Milano o Parigi. Ma cosa sarebbe una città dal passato tessile come San Gallo senza il Museo Tessile? Così ciò che ha reso San Gallo famosa nel mondo si trova oggi in questo museo, dove vengono organizzate interessanti esposizioni di produttori storici di pizzi e merletti, ma anche presentazioni dell’arte tessile contemporanea.
Forse, invece, non tutti sanno che la città elvetica di San Gallo è anche la “Città dei libri”. Nella Biblioteca Abaziale, una delle più belle sale rococò della Svizzera, è infatti possibile ammirare 170.000 volumi nonché esemplari unici di più di 2100 manoscritti originali risalenti al Medioevo, che vengono a turno mostrati al pubblico. Più di 400 codici risalgono al periodo precedente all’anno 1000. Questa raccolta di libri unica al mondo è inserita nel complesso abaziale che con la sontuosa cattedrale tardo barocca dalla maestosa facciata a due torri e dall’interno particolarmente ricco, costituisce un insieme storico prezioso dichiarato nel 1983 patrimonio culturale mondiale dall’Unesco.
E’ proprio qui che, attorno al 612, il monaco pellegrino irlandese Gallo, mentre cercava un luogo appropriato per la sua cella d’eremita, incespicò e cadde. Questo e l’incontro con un orso in carne e ossa furono per lui un segno di Dio: decise di rimanere. Là, dove un tempo il Santo costruì il suo eremo, cent’anni dopo sorse il monastero che nel Medioevo diventò lo “Scrittoio d’Europa” e uno dei centri culturali più importanti dell’Occidente. E attorno crebbe la città di San Gallo.
L’intricato centro storico, i cui splendidi bovindi che adornano le case a traliccio dovevano essere intesi come segno di prosperità borghese, invita a una piacevole passeggiata culturale e allo shopping.
Da qualche tempo alcune zone del quartiere di Bleicheli si presentano come un “salotto all’aperto”, dove piazze e viuzze della città vecchia sono completamente ricoperte da un tappeto rosso. L’idea è della famosa artista svizzera Pipilotti Rist. Sopra la lounge pendono lampade oscillanti simili a bolle di sapone che conferiscono al quartiere un’atmosfera impareggiabile. Anche gli edifici del geniale architetto spagnolo Santiago Calatrava, come la sua “conchiglia” in vetro e acciaio, pongono accenti ultramoderni nello storico panorama cittadino.
Patrimonio Mondiale dell’Umanità iscritto alla lista dell’Unesco dal 1983 è anche tutto il centro medievale di Berna, perfettamente compatto e preservato. E non a caso, perché vanta innumerevoli tesori architettonici che continuano ad affascinare anche i bernesi stessi. I suoi vicoli disposti regolarmente sono rimasti invariati sino ad oggi.
L’immagine storica della città è caratterizzata dalle facciate in pietra arenaria ben conservate, dal panorama di tetti unico e dalle arcate che i bernesi chiamano “Laubern” (i 6 km di portici fanno della città vecchia una delle più lunghe passeggiate coperte in Europa). Undici meravigliose fontane del XVI secolo ornate da sculture e la cattedrale gotica con lo splendido Giudizio universale composto da ben 234 figure completano il quadro di grande effetto. Tutti questi tesori sono incorniciati dall’ansa del fiume Aar che sembra ergersi a scudo protettivo della Città vecchia.
A Berna meritano di essere visti e scoperti anche i magazzini-deposito di merci sotterranei appartenuti ai ricchi mercanti, ora diventati negozi, gallerie d’arte o tipici ristoranti-cantine.
Conoscere la capitale svizzera significa anche una visita al Parco degli Orsi, dove l’animale araldico bernese è stato rilasciato in una nuova libertà sulle pendici del fiume Aar. Nel parco è stato creato un paesaggio che permette agli orsi di arrampicarsi, pescare e giocare, ma anche di ritirarsi dagli sguardi del pubblico.
A Berna il passato si fonde magicamente con il futuro nel Centro Paul Klee, un colossale edificio costruito da Renzo Piano, che dal 2005 contiene la più importante collezione al mondo d’opere di Paul Klee.
Da non perdere anche l’Einstein City nel Bern Historisches Museum, 1200 mq d’opere originali e documenti scritti e filmati che fanno vedere il cammino della vita di Albert Einstein e illustrano contemporaneamente la storia del 20° secolo. Film animati, esperimenti e un viaggio virtuale nel cosmo spiegano la teoria rivoluzionaria di Einstein.
Così, Berna è una città stupenda da visitare in tutte le stagioni, ma che in occasione del Natale riesce a stupire ancora di più per le luci, i colori e le atmosfere davvero uniche dei luoghi e dell’ambiente.
Silva Valier
INDIRIZZI UTILI
Per informazioni e prenotazioni:
Svizzera Turismo, www.svizzera.it
n. verde gratuito 0080010020030
RISTORANTI e HOTEL A SAN GALLO
Restaurant zum Goldenen Schäfli
Metzgergasse 5, 9000 St. Gallen
Tel.+41(0)71 223 37 37
www.zumgoldenenschaefli.ch
San Gallo è noto per i suoi ristoranti nella città vecchia situati al primo piano. Questo ristorante storico, dal soffitto gotico e il pavimento in pendenza, emana un grandissimo charme.
Restaurant Scheitlinsbüchel
Scheitlinsbüchelweg 10, 9011 St.Gallen
Tel. +41(0)71-244 68 21
In periferia, bella vista su San Gallo.
Hotel Einstein****
Berneggstrasse 2, 9000 St.Gallen
Tel. +41 (0) 071 227 55 55
Di proprietà della casa di moda Akris, questo elegante albergo è considerato il “piccolo Grand Hotel” di San Gallo. E’ dotato di area fitness e spa. Ospita congressi.
RISTORANTI E HOTEL A BERNA
Kornhauskeller
Kornhausplatz 18, 3011 Bern
Tel. +41 (0)31 327 72 72
Questo straordinario ristorante storico offre una cucina tradizionale con specialità bernesi, oltre a una cucina mediterranea; l’enoteca custodisce i vini migliori.
Altes Tramdepot
Grosser Muristalden 6, 3006 Bern
Tel. +41 (0)31 368 14 15
Si spazia dalla cucina bernese a quella viennese, di Monaco di Baviera fino a quella asiatica. Qui si beve birra della casa, prodotta artigianalmente con caldaie in rame al centro del ristorante. Vicinanza al Parco degli Orsi, fantastica vista sulla città vecchia e sull’Aar, ben servito dai mezzi di trasporto.
Hotel Goldener Schlüssel***
Rathausgasse 72, 3011 Bern
www.goldener-schluessel.ch
Situato nella zona pedonale, ha camere molto tranquille.
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Imbragati in scomodissimi giubotti arancio inizia il nostro rafting su zattera lungo il fiume Bystrita che in slavo significa “acqua limpida”. Un significato che non sorprende considerato il verde cristallino delle acque che scorrono copiose e irruente sul fondo di un’ampia valle contornata da una natura straordinariamente bella e selvaggia. E’ grande l’emozione che si prova a cavalcare le onde delle rapide su un mezzo così rudimentale e apparentemente instabile come una zattera di legno. Un’esperienza che immediatamente ci trasporta in una dimensione di sogno e di avventura. Il fiume Bistrita nasce dai monti Colimani, nel cuore dei Carpazi in una regione chiamata Bucovina situata nel nord della Romania. Lungo il suo percorso lambisce innumerevoli centri urbani e villaggi in cui è possibile approdare e compiere brevi soste ed escursioni. Le case che si affacciano lungo le sponde del fiume hanno colori accesi, finestre decorate e ingressi addobbati con tappeti tipici. Negli spazi antistanti le abitazioni, sormontati da una struttura a forma di tempietto, sono spesso presenti dei pozzi a disposizione di chiunque voglia bere e trattenersi. Oltre il fronte delle abitazioni le campagne appaiono dolci e i paesaggi collinosi attraversati da strade generalmente strette e impervie. Al viaggiatore che si addentra nell’entroterra è possibile per lunghi tratti incontrare piccoli carri carichi di fieno e trainati da cavalli che fanno la spola tra le campagne coltivate e i centri abitati. Quando poi si giunge nei villaggi più interni e antichi, in Bucovina, il tempo sembra essersi fermato. Gli abitanti vestono costumi tradizionali, sono generalmente sorridenti e quando si ha modo di stabilire un contatto rivelano un temperamento sorprendentemente cordiale e generoso. Ma la più grande attrattiva di questa vasta regione sono i monasteri, costruiti nei secoli XV e XVI e fioriti sotto il regno di Stefano il Grande. Nel nostro viaggio abbiamo visitato quelli di Voronet, Moldovita e Sucevita, e abbiamo avuto modo di ammirare gli splendidi affreschi che li decorano. Attualmente questi monasteri sono sotto la protezione dell’Unesco che li ha dichiarati Patrimonio dell’Umanità. La chiesa ortodossa di Voronet, detta Cappella Sistina d’Oriente, è considerata il gioiello della Bucovina ed è unanimemente condiderata una delle chiese più belle d’Europa. Gli affreschi che in ampie campiture la decorano esternamente attestano la transizione dall’arte classica bizantina agli stili propri della tradizione moldava. Questi affreschi sono di grandissimo interesse anche per la tecnica realizzativa. Sono eseguiti con uno speciale intonaco ricavato attraverso l’impasto di fibre vegetali che per secoli ha resistito al logorio del tempo consentendo oggi ai visitatori di ammirarli ancora perfettamente intatti. Torniamo al Bystrita che prosegue e si snoda in questa regione per circa 80 Km, bagna l’omonima città e sfocia nel fiume Sieu presso Seratel. In una giornata soleggiata che accendeva i colori della natura, sulla nostra zattera abbiamo percorso sul fiume altri 3 Km, mentre il nostro barcaiolo con sapiente maestria affondava nell’acqua la lunga pertica che guidava la zattera. Schizzi e sobbalzi dovuti all’accentuarsi delle correnti accompagnano l’ultimo eccitante tratto del nostro percorso. Il rafting, come sport del tempo libero, è diventato molto popolare dopo la metà degli anni 70 e in genere viene praticato sui gommoni, ma l’uso della zattera è senz’altro più suggestivo e avventuroso. Posso dire che l’incontro con la natura, la cultura e gli abitanti di questo straordinario territorio ci ha lasciato colmi di emozione e felicità, ma alla fine anche l’apparente pericolosità della nostra imbarcazione ha concorso a rendere questa esperienza unica e indimenticabile.
Testi e foto di Cecilia Nonnis Teresa Casardi
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Negli ultimi anni è tornata di moda l’idea che una piccola autosufficienza legata a un microcosmo agricolo, ci salverà. Ci salverà quando ci sarà la crisi economica, quella degli approvvigionamenti e la crisi di un mondo troppo stressato. Insomma la crisi di tutto. Avere un orto che ti darà patate, una mucca per il latte e la semplicità dei costumi, sarà il “bussines” vincente.
Macchè oro, titoli, cartamoneta. Quelli non te li potrai mangiare, non ti faranno respirare, non ti faranno vivere. In Maramures, Romania, si attua da decenni questa semplice filosofia agricola.
E mi svegliai una mattina, come sempre. Ma era il 2012 e mi accorsi che attorno a me non c’era più nulla. Non pubblicità, banche, bollette, traffico : neppure il letto era rimasto. Non esisteva più tutto quello che era “indispensabile” per vivere. Mi ricordai allora di un mondo antico di cui avevo sentito parlare: Maramures, Romania. Non presi nulla da casa, perché casa non c’era più. Così, mi preparai ad attraversare i confini. Slovenia, Croazia, Ungheria e Romania. Ma neppure i confini esistevano più e camminavo sola attraversando deserti ambientali ed economici. Non fu facile arrivare, ma facilissimo fu capire che c’ero. Lì il 2012 era solo un insieme di numeri sul calendario.
Antica regione agricola nascosta tra i Carpazi, riesce a mantenere intatte e peculiari le caratteristiche di una cultura e di un’economia prevalentemente agricole. Anche Ceausescu non impone qui il suo folle progetto di urbanizzazione forzata che negli anni ’80, ha decretato l’abbandono dei campi ed il trasferimento coatto nelle città. Il potere, come il resto del mondo, forse si è un po’ dimenticato di questo luogo che ora può diventare un ottimo osservatorio per il futuro.
La natura qui era bella, ancora intatta. Piccoli paesi di legno con grandi campanili puntuti. Come le antiche chiese. Modeste, piccole, tanto piccole per cercare di schivare quell’inverno che qui è ancora così freddo da far assaporare il piacere dello stare vicini. Il caldo della comunità, seduti su pancacci ammorbiditi da caldi e colorati tappeti, tessuti dalle donne. E l’occhio, reso cieco dall’abbagliante passaggio dalla luce al buio come un’anima nel suo ultimo attimo di vita, scopriva la bellezza dell’aldilà. Semplici affreschi a lettura delle povere genti apparivano miracolosamente alle scure pareti di queste fragili cattedrali.E viaggiavo ora nello spirito, tra santi e peccatori ,inferni e paradisi, madonne e diavoli: tutto era così mischiato, tutto era il caos dell’Apocalisse. Tutto qui era già stato scritto : un 2012 perenne.
La sparuta popolazione, prevalentemente di culto ortodosso e che ha poco cercato la fortuna oltre frontiera,si è dedicata al mantenimento del piccolo territorio con le sue tradizioni agricole e folkloristiche secolari e con le sue chiese in odore di protezione UNESCO ( Monastero Peri, quello di Barsana, Surdesti , Plopis ed il non descrivibile, data la rara bellezza degli affreschi, di Poienile Izei).
Qui i contadini non si sono mai consorziati ed ognuno, ancora , coltiva i propri campi (e a volte sono solo “fazzoletti” di terra!), impegnandosi duramente e ricorrendo anche all’ antica formula del baratto. Il legno serve a costruire case e alti cancelli finemente istoriati, posti non ad intimorire l’ospite ma per allontanare il male. Le numerose greggi, disperse tra le morbide alture, danno calda e colorata lana che serve a ripararsi dal freddo e ravviva tutto cio’ che è abitato. E quasi tutto quello che viene messo sulla tavola è a 'chilometro zero'.
E percorro le altilenanti strade, perse tra mille colline , dove grano, vite, alberi da frutto, ancora invadono la terra e gli uomini, le donne, i bambini li accudiscono con metodi antichi. Incrocio carri trainati da pazienti cavalli infiocchettati (nero il fiocco a lutto, rosso a cacciare la malasorte) ed intere generazioni perse controluce tra i campi che alla fine della giornata, stanchi del lavoro ma non della curiosità della vita, attendono da anni il passaggio di chi verrà da lontano. Tutti seduti ai margini delle strade. A guardare, a vedermi passare. Salutarmi con un sorriso ed offrirmi, chi ne ha, patate, cipolle, frutta e le belle zucche, che qui chiamano “ beltan”.
E niente, nel paese dei meloni e delle angurie, è disposto a caso. Come nei suk più preziosi, come gioielli o lussuose tele d’oriente, i gialli si alternano ai rossi, ricchi ocra a bianchi e grigi, plastica e cartone arredano con grazia la merce di cui non potremo fare a meno.
Nella vetrina della vita non espongono gemme o nobili metalli, ma i dolci meloni, le grasse angurie, le sante patate e le puzzolenti cipolle.
L’economia si è basata, ai tempi della cortina di ferro, anche sull’estrazione mineraria. Con la caduta del regime comunista e la fine di Ceausescu, che hanno lasciato il paese in una sorta di limbo industriale, le miniere e, a Bicaz,la fabbrica dell’ amianto, si sono fermati. La possente metallurgia sovietica, eroicamente rappresentata nei manifesti di partito, ha finito di soffiare vapori di micidiale anidride solforosa nell’aria. Pochi ricordano il disastro ambientale del 2000, quando per il cedimento di una diga (costruita per l’estrazione dell’oro), si sversarono nei fiumi del Maramures tonnellate di cianuro. E ora restano i monumenti industriali, a simbolo dell’inquinamento e dello sfruttamento di un territorio 'periferico', considerato spesso serbatoio di manovalanza a bassi costi e di eventuali risorse naturali da depredare.
Ma, adesso, questa piccola regione adagiata tra i Carpazi, sta cercando nuove prospettive economiche basando la propria rinascita specie su agricoltura e turismo. L’entrata nella “Grande Madre” Europa non ha molto modificato gli stili di vita e i giovani, non troppo sedotti dai suoi richiami, preferiscono ancora restare nella loro terra. Salari bassi, disoccupazione crescente ed ormai globalizzata, non convincono alla fuga.
Vagavo attraverso questo piccolo paradiso terrestre e non sapevo che avrei trovato presto anch’io l’albero del male, che mi avrebbe portato all’inferno. Ero arrivata a Bicaz ed alla sua vecchia e monumentale fabbrica dell’amianto, che aveva sparso i suoi aghi invisibili ed assassini lungo le valli, sui campi coltivati e sui loro uomini, su, fino alle profonde gole. E da lì, come un’eco profonda, su altre pianure, terre ed uomini. Allora anche lì era arrivato il 2012, ma io lo incontravo solo ora. Il mostro era davanti a me, ancora sporco dei suoi escrementi, ma era morto. Ma il pericolo non era finito con lui: restava nell’uomo come la macchia del peccato originale. E non c’era un Dio che potesse togliere questo male. E così capivo che la storia, quella dolorosa, quella da 2012 era arrivata qui molto tempo fa. E che puoi scappare da un anno ma non dalla distruzione profonda con cui l’uomo ha devastato tante zone del mondo. Forse terre povere ma belle ed utili all’economia del pianeta. Terre lontane ma non isolate. Il 2012 ti insegue.
Tra le attrazioni Storico- turistiche, restano uniche il Cimitero allegro di Sapanta, esempio di arte funeraria povera nei materiali ma non nel significato, ed il Memoriale delle Vittime del Comunismo e della Resistenza, sito nell’antica prigione politica di Sighetu.
Il piccolo e vivissimo cimitero oltre a tenere i morti in vita, grazie ad un flusso turistico 'senza fine', è l’esempio di un museo etnografico 'su lapide'. Si ripercorrono le piccole vite dei morti e ci si immerge anche nella 'grande' storia di questa nazione. La tradizione mineraria, quella agricola con rappresentati arti e mestieri tipici, qualche pettegolezzo su anime un pò 'leggere' e retorica per quelle legate al regime. E qui, i visitatori si confondono con i morti, nel cimitero più vivo del mondo.
Invece, dove la morte è entrata ed è stata padrona, è nel Memoriale di Sighetu. Carico di echi di una repressione ormai passata, invita ad una riflessione sulle dittature e sulla repressione, aldilà di qualunque credo politico.
Il sonno ed i sogni erano ormai finiti. Mi svegliavo , di nuovo, nel caos di questo 2011,così già drammaticamente 2012, così “ ANNO DA FINE MONDO”. Il mio spirito però aveva viaggiato libero da preoccupazioni ed ansie. Avevo sognato che il 2012 in Maramures era già arrivato ed era stato sconfitto. Nel piccolo cimitero colorato e nell’ ex prigione di Sighetu c’erano le prove che la morte fisica e morale si possono sconfiggere. La testimonianza, la memoria, anche di comuni ma dignitose esistenze, restano il solo modo per sconfiggere l’oblio di tanta vita e ridarci un pò di 'semplice eternità'.
Testo e foto di Mario Negri
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La chiesa di Voronet nella Moldavia, detta “il gioiello della Bucovina” o “la cappella Sistina d’Oriente”, fu fatta costruire insieme ad un monastero - oggi scomparso - dal principe Stefano il Grande (1435-1504), dopo la vittoria sui Turchi nel 1475: essa è tutta dipinta all’interno e all’esterno.
Il famoso condottiero fece costruire a decine simili monasteri ex voto, e quasi tutti sono giunti fino a noi. La costruzione, piuttosto piccola (m 25x11), eretta in brevissimo tempo nel 1488, si è conservata intatta sia nella sua architettura, sia nella sua decorazione interna. Quella esterna, che copre interamente i muri, venne eseguita più tardi, intorno al 1546; si tramanda anche il nome dell’artista principale, lo ieromonaco Gaurila. Maria Santissima è rappresentata varie volte e in punti significativi, tuttavia le pitture rappresentano un ciclo catechetico completo, sia dal punto di vista biblico che devozionale e anche storico, perché raffigurano i santi principali e gli episodi più importanti dell’epica lotta contro i turchi. L’ingresso fu progettato sulla facciata sud, dove è dipinto un magnifico Giudizio universale, probabilmente la singola composizione più bella di tutti questi monasteri: tori con coda di pesce, unicorni e altri simboli zodiacali formano un fregio sotto la gronda, in basso, dominato dal Cristo che siede imponente, a simboleggiare i “cancelli dell’aere”, dove le anime vengono giudicate e dove sono recitate le preghiere per la loro salvezza.
Fra le tante rappresentazioni della Vergine, nell’interno campeggia, sopra la porta del pronao, una meravigliosa Madonna della Misericordia con il Bambino sulle braccia e ai lati, sul fondo azzurro e tra stelle, due angeli oranti. Gli affreschi, oltre la Vergine, raffigurano tutta una serie di immagini, desunte dalla Bibbia, dalla pietà popolare e dalla storia, con particolare rilievo di quella che riguarda l’eroica lotta contro i Turchi. Il santuario è oggetto ancora oggi di una continua affluenza di pellegrini, attirati lì sia dall’aspetto turistico sia da quello devozionale, anche perché esso si presta ad una soddisfacente catechesi visiva.
Luisa e Saro Fichera
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Lisbona, l’affascinante capitale portoghese, è un reticolo di pittoresche viuzze e grandi piazze che si intersecano l’una nell’altra, conferendo così alla città il suo inconfondibile fascino.
Esistono tantissimi modi per visitare e conoscere Lisbona: il più economico, ma anche il più affascinante, è sicuramente a piedi; così, infatti, si possono conoscere fino in fondo le bellezze storiche e architettoniche della città e gli usi e costumi locali.
Un altro mezzo ideale per visitare la città è sicuramente il tram: Lisbona infatti è famosa per questi mezzi di trasporto che la attraversano completamente collegandola in quasi tutti i suoi punti. Il tram storico e più utilizzato dai turisti è sicuramente il n. 28, che è considerato “ il tram” storico per eccellenza; il suo percorso, che si arrampica in vicoli molto stretti e curve improbabili, vi accompagnerà attraverso l’Alfama, lo storico quartiere moresco.
Diversi sono i luoghi che si possono visitare per conoscere fino in fondo la capitale portoghese, per esempio partendo da negozi e botteghe che vendono specialità enogastronomiche tipiche.
Molti negozi e bar vendono la Ginja, il famoso liquore di Lisbona inventato da un frate, che si ottiene facendo macerare le ciliegie amare nell’alcol. Oggi questo liquore viene esportato in tutto il mondo.
Oppure le numerose botteghe che vendono prodotti tipici enogastronomici, situati nel quartiere Baixa: caffè, tè, merluzzo, vino, formaggi, salsicce, prosciutti, ma anche dolci, conserve di frutta e diversi tipi di olio di oliva.
Ultimi, ma non per importanza, i negozi che vendono ceramiche antiche, porcellane raffinate, gioielli e i vintage stores: all’interno di questi negozi tutto è rimasto immutato, gli scaffali, il bancone e molti altri arredi conservano ancora il loro aspetto originale.
Durante la visita sicuramente una sosta è d’obbligo, perché quindi non fermarsi in uno dei numerosi Quiosque, magari vicino alla piazza o al giardino nel quartiere Principe de Real? In uno di questi chioschi si possono gustare bevande rinfrescanti tipiche della regione come il capilé (il tipico frullato di frutta portoghese), il succo di ribes neri, la limonata e molte altre gustose bevande.
Tra i ristoranti, il Restaurante Cantinho do Avillez e Martinho da Arcada rispettivamente in Rua dos Duques de Bragança e in Praça do Comércio.
Se poi rimane ancora un po’ di tempo, oltre ad osservare le bellezze artistiche e storiche tra le vie della città, imperdibile è il Museo Berardo, dove è presente una collezione di arte moderna e contemporanea del 20° e 21° secolo con particolare riferimento all’Europa e all’America, oppure perché non visitare anche il più antico museo della capitale portoghese, il Museu do Chiado che è il museo di Arte Contemporanea più famoso del paese.
Tra i segreti di Lisbona non possono sicuramente mancare i locali in cui ascoltare il Fado, il tipico canto popolare portoghese, che si trovano nei quartieri dell’Alfama e Barrio Alto. Il fado, tra l’altro, è stato da poco riconosciuto dall’UNESCO come Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità. (LC)
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Nel 2011 Cefalù ha superato la soglia delle 600 mila presenze turistiche: non accadeva dal 2006. Lo dicono i dati rilevati dal Dipartimento Turismo Str 6 Cefalù, secondo cui, già a fine novembre, si sono registrate 616.721 presenze (-0,73%) grazie ai 115.295 arrivi (+5,6%).
I numeri, in attesa di quelli definitivi contando anche dicembre, dimostrano che nei primi 11 mesi del 2011 rispetto al 2010, sono arrivate a Cefalù solo 848 persone in meno, ma chi ha scelto la cittadina avendo soggiornato mediamente 5,35 giorni (5,03 nel 2010) ha innalzato di 32.705 il numero delle presenze.
Nel dettaglio i turisti internazionali più numerosi provengono da Francia con oltre 19 mila arrivi (+0,71%), in seconda posizione i tedeschi, seppure in calo (-11,39%) con oltre 13 mila arrivi, quindi i belgi con oltre 4 mila arrivi (-9,49%). In calo, dunque, i tradizionali frequentatori mentre crescono le presenze delle nazioni di Est e Nord Europa, in primis dalla Russia (+40%). Da sottolineare il ritorno degli inglesi (+33%).
Quanto agli italiani, nel 2011 si sono registrati 43.172 arrivi (-4,51%) e 186.698 presenze (+7,4%).
In conclusione, comunque, un 2011 che si chiude in felice controtendenza per Cefalù rispetto ad altre località turistiche mediterranee colpite dalla crisi internazionali e dalle vicende che hanno coinvolto il Nord Africa.
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Tra il 2000 ed il 2006, stando ai dati dellAgenzia kosovara per la promozione degli investimenti (Ipak, www.invest-ks.org), le privatizzazioni hanno fruttato investimenti stranieri per un totale di 236 milioni di euro, a cui si aggiungono i 398 milioni di investimenti greenfield: la stima è di chiudere il 2008 con una quota di Investimenti diretti esteri (Ide) di 700 milioni di euro. Il Kosovo Trust agency (Kta) organo preposto alle privatizzazioni durante i nove anni di amministrazione internazionale dellOnu, dopo la dichiarazione di indipendenza (17 febbraio 2008) è stato trasformato nellAgenzia di privatizzazioni del Kosovo (Kpa, lacronimo inglese): delle 500 Socially owned enterprises (Soe, aziende i cui lavoratori detengono quote di proprietà) presenti in Kosovo, 300 sono quelle già passate in mano ai privati.
La transizione in corso dalla giurisdizione Unmik (la missione Onu in Kosovo) e quella del neo Stato si traduce per linvestitore straniero in un quadro legislativo piuttosto incerto e complesso. Per il momento i regolamenti Unmik e nuove Leggi del Parlamento del Kosovo convivono. Proprio la Camera speciale istituita da Unmik presso la Corte suprema (una sorta di nostra Cassazione) con la competenza esclusiva di dirimere i casi giuridici legati alle privatizzazioni è attualmente 'vittima' della sovrapposizione dei due ordinamenti: tutti i procedimenti sono bloccati in attesa di definire chi erediterà le competenze dei giudici Onu.
Sempre tra il 2000 e 2006, le rilevazioni dellAgenzia governativa Ipak attestano lItalia terzo Paese investitore in Kosovo con 39 milioni di euro, contro gli 84 della Germania e i 69 della Slovenia. Da tenere presente che nel 2007 la Telecom Slovenia ha poi investito oltre 200 milioni di euro nellacquisizione del secondo operatore kosovaro di telefonia mobile. Il primo, 'Vala', conta 850.000 utenti, è di proprietà interamente statale e "sarà presto disponibile per la privatizzazione" secondo quanto informa la 'Guida 2008 agli investimenti in Kosovo', redatta dallAgenzia governativa competente. Se la Slovenia predomina nelle telecomunicazioni, la tedesca Procredit bank e laustriaca Raifessen Bank rappresentano i due principali, degli otto complessivi, istituti di credito privati operativi in Kosovo, ai quali si sommano nove compagnie assicurative e due fondi pensionistici.
La presenza italiana si distingue, invece, nel settore commerciale, ma anche in quello agricolo, delle macchine pesanti e dellindustria del legno. Tutti comparti che Ipak conferma come particolarmente attrattivi per chi voglia investire allinterno dei 10.908 km2 di territorio kosovaro.
Di questi, infatti, il 53% è composto da terre coltivabili ed il 39% da foreste. Lo Stato è pronto, inoltre, a vendere 22.000 ha vergini da destinare allo sviluppo del turismo che ha un potenziale praticamente tutto invernale (il Kosovo non ha sbocco al mare). Lagricoltura contribuisce al 19% del Pil ed impiega oltre il 60% della popolazione che conta complessivamente poco più di 2 milioni di abitanti. Particolare potenziale viene individuato nel sotto-segmento vinicolo. Forte di una lunga tradizione del passato, sopravvive oggi con 5.000 ettari coltivati a vigna. Proprio unazienda italiana è stata protagonista della privatizzazione dellazienda produttrice di vino Suhareka. Oltre a Suhareka, sono altre tre le aziende vinicole kosovare attualmente di proprietà statale: la capacità nazionale di trasformazione di vino è di 112 milioni di litri lanno.
Relativamente allo scambio commerciale, a fine 2007 il Kosovo ha importato beni per 1,6 miliardi di euro ed esportato per 146,6 milioni di euro. La posizione geografica è piuttosto isolata, ma i collegamenti aerei con le principali mete europee sono in aumento ed in quanto membro dellAccordo di libero scambio dellEuropa centrale (Cefta), il Kosovo ha accesso facilitato agli scambi commerciali nella regione che conta un bacino di 28 milioni di consumatori. Delle 87.960 piccole medie imprese (Pmi) che risultano registrate in Kosovo nel 2008, il 47% svolge attività commerciali.
Questi i numeri principali della repubblica con la popolazione più giovane e povera dEuropa: secondo i dati collezionati dallAgenzia degli investimenti, nel 2007 il Pil ha sfiorato i 2,4 miliardi di euro mentre il Pil procapite ammontava a 1.150 euro (rispettivamente 3,4 miliardi e 1.611 euro secondo le stime Fmi per il 2007 pubblicate lo scorso settembre).
Il Kosovo ha unilateralmente dichiarato la sua indipendenza dalla Serbia lo scorso 17 febbraio 2008: da allora lo hanno internazionalmente riconosciuto 51 dei 192 Paesi Onu e 22 dei 27 Membri Ue.
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Ma cominciamo dai genitori, che sono rispettivamente il giovane sacerdote Johan Mohr per le parole e il musicista Franz Gruber per le note; nonchè dalla data, che è la notte di Natale del 1818. Quanto ai luoghi, tutto si svolge sulle rive del Salzach, il fiume che bagna Salisburgo, ma anche gli altri due centri dove si svolge questa breve storia. Mohr stava a Salisburgo, dove abitava al numero 9 della Steingasse, una stradina in salita alle prime balze del monte dei Cappuccini, dove una lapide commemora tuttora la circostanza. Gruber invece stava a Hallein, a pochissimi chilometri di distanza, dove insegnava musica alla scuola locale.
Hallein è una cittadina molto antica, che fu sede dei Celti e dispone delle celeberrime miniere di sale, mantenutesi intatte come quando vi si lavorava ed è meta puntuale di turisti che provano il brivido degli scivoli lunghi anche 80 metri con cui i minatori si calavano rapidamente nelle profondità. Forte della lunga permanenza di Gruber, Hallein gli ha dedicato lo Stille Nacht Museum dove è conservata la chitarra su cui la musica venne creata e ne ospita la tomba allinterno della Chiesa parrocchiale. Oberndorf è invece un paesino raccolto attorno alla chiesa parrocchiale dove gli abitanti hanno dedicato una cappella a questo avvenimento e, tutto sommato, ne rimane il più accreditato titolare.
Nel 1818, Mohr aveva ventisei anni ed era vicario a Oberndorf: lorgano della chiesa si era rotto e non era quindi possibile celebrare degnamente la Messa di Natale. Si rendeva necessario inventare qualche cosa e Mohr pensò a una soluzione demergenza: nel pomeriggio del 24 dicembre buttò giù in fretta le parole di una canzoncina secondo lispirazione del momento e pregò Gruber, che avrebbe dovuto suonare lorgano, di adattarvi una melodia che potesse essere suonata con altri strumenti. Gruber disponeva di una chitarra e ne venne così fuori un canto a due voci che gli stessi autori intonarono a mezzanotte nella chiesa affollata.
Stille Nacht vide così la luce, ma venne subito dimenticata: nessuno dei due autori godeva di alcuna fama e, del resto, lorientamento musicale del tempo puntava sulla solennità dei grandi complessi orchestrali e sposava male una melodia semplice e spontanea a una grande festa come il Natale. Cominciò invece a circolare quando un costruttore di organi, Karl Mauracher, nel riparare qualche anno dopo quello di Oberndorf, venne a conoscenza dellepisodio, conobbe la canzone e gli piacque moltissimo. Mauracher era un tedesco dello Zillertal e fece inserire Stille Nacht nel repertorio del suo coro, che cantava abitualmente a Lipsia.
Da questo momento la melodia comincia a diffondersi e a diventare popolare: nel 1833 venne pubblicata per la prima volta a Dresda, senza però i nomi degli autori, mentre è certo che sia diventata la canzone preferita del re di Prussia, Federico Guglielmo IV. Questo fatto di aver preso piede anche in un paese di religione non cattolica, bensì protestante, contribuì non poco a far si che Stille Nacht non venisse immediatamente identificata con un culto specifico, ma assumesse un contorno decisamente più ampio, che i missionari di tutte le confessioni diffusero in tutto il mondo cristiano. Per tornare alla controversia sul luogo di nascita, va detto comunque che anche Hallein rivendica la primogenitura, presumendo che il compositore, esercitando appunto sul posto, avesse qui trasferito le note della canzone. Come che sia, Hallein o Oberndorf, il canto, che evoca piane coperte di neve e pinnacoli montuosi sullo sfondo, alberi dai rami piegati e gruppi di credenti che si stringono nelle chiese, risuonerà anche questanno per rompere, assieme alle campane, il silenzio della notte santa, quando sembra che anche la natura taccia e si ripieghi su se stessa in attesa dellevento.
Carlo Vezzoni
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Con un programma adatto a tutta la famiglia il centro di talassoterapia di Strugnano offre un pacchetto natalizio economicamente molto vantaggioso che però non trascura gli aspetti più suggestivi delle celebrazioni come il cenone, la visita al presepio della vicina città di Pirano, la decorazione dell'albero e, perché no, anche un po' di benessere per i più grandi con le piscine d'acqua di mare riscaldata e le saune.
La zona offre innumerevoli occasioni per gite turistiche alla scoperta del territorio: Pirano stessa è una perla di architettura gotica veneziana che si protende verso il mare all'estremo capo occidentale dell'Istria slovena. Il suo nome deriva da pyr (parola greca che significa fuoco) e fa riferimento ai fuochi che venivano accesi all'estremità della penisola per guidare le navi dirette verso il porto di Capodistria. Sulla collina che domina il paese trova la sua ideale collocazione la cattedrale di San Giorgio,al cui interno vengono conservati alcuni affreschi di pittori appartenenti alla scuola veneta; un campanile che ricorda quello di S. Marco a Venezia completa un'opera architettonica la cui travagliata storia di danneggiamenti e successive ricostruzioni contribuisce ad accrescerne il fascino. La piazza principale, sulla quale si affacciano gli edifici più importanti della città - municipio e tribunale in testa - rende omaggio ad uno dei personaggi più illustri cui Pirano abbia dato i natali: il violinista e compositore Giuseppe Tartini. I vicoli stretti e tortuosi invitano a curiosare dietro gli angoli nascosti per scoprire scorci di una bellezza inaspettata ed intrigante e le tante botteghe artigiane offrono innumerevoli spunti per un regalo originale o un ricordo da portare a casa alla fine del viaggio.
Salia, il centro di Talassoterapia di Strugnano, comprende una piscina interna rigorosamente d'acqua di mare, una piscina minore destinata ai bambini. e tre vasche idromassaggio, la sauna finlandese, quella ad infrarossi, bagno turco e solarium.
Talasso Strunjan
Tel.: 00386 5 67 64 100, 67 64 547
Fax: 00386 5 678 20 36
www.terme-krka.com
E-mail:
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Il tour sciistico raggiunge tre cime oltre i 3.000 m di quota: Gaislachkogl, Tiefenbachkogl e Schwarze Schneid, il tutto collegato direttamente sci ai piedi. L'escursione si estende per una lunghezza di 50 chilometri con un dislivello di 10.000 m e promette un panorama mozzafiato a 360 gradi sulle vette circostanti. Su ognuna delle tre vette ci sono piattaforme panoramiche uniche al mondo, create da un noto architetto tedesco. Assolutamente spettacolare la passerella con accesso dalla stazione a monte del Tiefenbachkogl: la pedana di metallo sospesa a due funi d'acciaio sporge per 25 m nel vuoto più assoluto, permettendo una vista stupenda sulla Wildspitze (3774m), la montagna più alta del Tirolo. In cima al monte Gaislachkogl è stato realizzato invece il punto panoramico più esteso del Tirolo, una piattaforma circolare di acciaio e vetro. Ad attendere gli sciatori anche una particolare esperienza gastronomica legata all'alta montagna e ai palati eclettici e raffinati, con specialità gourmet dai grandi contrasti: dalle freschissime ostriche accompagnate da flute di champagne, alla semplice e genuina merenda tirolese a base di speck e formaggio.
www.oetztal.com
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A Grossarl si sale con moderni impianti sul comprensorio Ski Amadé, il circo bianco più grande d'Austria, composto da 900 km di piste perfettamente innevate, da dicembre ad aprile. Non mancano le attrattive tipiche come il fun park, lo snow park per gli snowboard e i rifugi per l'Après-Ski.
Ma la peculiarità della valle, anticamente nota per le sue miniere di rame, oltre allo sci, è quella di avere una forte vocazione per le tradizioni. Qui il clima natalizio ammanta le vite dei paesani e dei turisti di dolcezza e candore. Passeggiando nei paesi laria è pregna del profumo di mandorle tostate, mele al forno e vin brulé.
A Grossarl la chiesa, splendidamente illuminata, domina da una collina la piazza centrale illuminata dalle bancarelle del mercatino. Questo paese di 3700 abitanti a 900 metri d'altitudine ospita gran parte delle manifestazioni e attrazioni che hanno luogo in questo periodo di festa. Il mercatino dell'Avvento è fra i più belli del Salisburghese, di norma allietato da folkloristici gruppi musicali. Vale la pena percorrere la suggestiva via che sale alla chiesa parrocchiale dove ogni sabato sera si svolgono concerti di musica sacra e tradizionale.
Hüttschlag, antica cittadina mineraria, l'ultimo comune della valle, sorge a circa otto chilometri da Grossarl. Dal 1991 una porzione del Parco Nazionale 'Alti Tauri' è di competenza del territorio comunale. Qui si praticano attività come il fondo, le escursioni invernali a piedi e lo scialpinismo. Il paesaggio è suggestivo e incontaminato, perfetto avamposto per escursioni in carrozza, prima di una vista al Museo della valle di Hüttschlag che presenta l'interessante mostra 'Lichte und Dunkle Welten' (Mondi di luce e d'oscurità), dedicata alle usanze dell'Avvento. Qui sono esposte le maschere dei Krampus (vedi box), intagliate a mano e dipinti sacri di grande rilevanza storica, oltre a dedicare un'ampia parte del suo percorso alle antiche tradizioni contadine, illustrando usanze e strumenti di lavoro del secolo scorso.
Marco Trabucchi
Info: www.salzburger-bergadvent.at
Tel: +43 (0) 6414281
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Anche per i turisti questo periodo prevede appuntamenti irrinunciabili, ad iniziare dai mercatini di Natale, piacevole momento di evasione dalla quotidianità per immergersi nelle atmosfere e nel calore di luci, bancarelle e stand caratteristici.
Una nutrita serie di eventi per tutti i gusti - dalle mostre ai concerti, dagli spettacoli itineranti allintrattenimento per i bambini - fanno dellAvvento e del Natale a Budapest e in tutta lUngheria una vera festa per tutta la famiglia.
Mercatino di Piazza Vörösmarty: Budapest, 21 novembre - 29 dicembre
Nota per la sua vocazione al relax e al benessere, la città di Budapest accresce la propria offerta in occasione delle festività, dando vita ad atmosfere di grande suggestione ad esempio nel centro storico, dove hanno luogo i variopinti mercatini di Natale. Deliziosa una passeggiata tra le bancarelle, magari dopo una rilassante giornata trascorsa nelle numerose terme della capitale. Anche questanno, il tradizionale mercatino natalizio farà vibrare dincanto lintera piazza Vörösmarty, avvolta dalle luci colorate del grande albero di Natale e popolata dai personaggi del presepe, mentre un forno tradizionale preparerà le tipiche leccornie di stagione, tra cui il 'langos', una specie di pizza cotta in forno. Al mercatino, inoltre, si possono acquistare originali regali, scegliendo tra numerosi prodotti di artigianato realizzati rigorosamente con materiali naturali, e degustare il meglio della gastronomia natalizia ungherese.
In programma anche suggestivi presepi viventi e rievocazioni di antiche tradizioni popolari, con esibizioni di gruppi folcloristici e danze popolari. Profumi di vin brulè, di dolci tipici appena sfornati, di castagne tostate e di abeti decoratissimi si fondono con i suoni e le luci di Natale, creando unatmosfera di festa, deliziosa anche per i bambini, che proprio in Piazza Vörösmarty riceveranno la visita di un generoso Babbo Natale (www.budapestinfo.hu).
Antiche tradizioni e fiera dellartigianato a Òbuda: Piazza Fô, 1 dicembre - 2 gennaio
Òbuda, antico primo nucleo di Budapest, ospita il suo tradizionale mercatino di Natale nella suggestiva piazza principale - la Fõ ter - dove si tengono anche presepe vivente, rievocazione di antiche tradizioni popolari, fiera dellartigianato, programmi per bambini, degustazioni gastronomiche e limmancabile vin brulè.
La parte più bella, oggi restaurata, è la Fõ ter, piazza che dal XVIII secolo è considerata centro della città. Ai nostri giorni, per tutto il mese di gennaio, vi è gratuitamente a disposizione degli appassionati di pattinaggio su ghiaccio una pista allaperto.
Natale nel Castello di Nagytètèny: Budapest, 6 dicembre - 4 gennaio
Nel mese di dicembre il bellissimo castello barocco di Nagytètèny (periferia di Budapest) fa da sfondo con il suo museo di mobili circa 300 capolavori realizzati tra il 400 e l800 al mercatino di Natale, in occasione del quale si tengono anche concerti e programmi per bambini. Per informazioni:www.nagytetenyi.hu
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Natale si sta avvicinando e così latmosfera, che in Svezia è particolarmente magica. Il periodo prenatalizio comincia già verso la fine di novembre con le vetrine addobbate, alberi di Natale giganteschi nelle piazze principali e mille luci. Dalla prima domenica di Avvento si iniziano a decorare le proprie case, contribuendo a dare luce alla città ponendo candelabri dellavvento sui davanzali.
In particolare è il periodo in cui aprono i vari mercatini natalizi che offrono tutti i tipi di oggetti dartigianato, candele e dolci tradizionali come le brioche allo zafferano - saffransbullar - ed i biscotti allo zenzero, cannella e garofano - pepparkakor. Il tutto accompagnato dal saporito vin brulé svedese - glögg - servito con uvette e mandorle.
Il primo bazar di Natale ad aprire i battenti lo troviamo a Goteborg, dentro il grande parco di divertimento, Liseberg, il più grande della Scandinavia, che sarà illuminato da quasi 5 milioni di luminarie questanno e decorato con 700 alberi di natale. Qui si può curiosare tra una ottantina di bancarelle di artigianato e gastronomia, un ice bar, una pista di ghiaccio e tanto divertimento per grandi e piccoli. Dal 14 al 30 novembre aperto dal venerdi alla domenica, e dai primi di dicembre fino al 23 aperto tutti i giorni della settimana. Anche Haga, quartiere vecchio con caratteristiche case depoca e stradine di ciottolato, per loccasione si ricopre di decorazioni natalizie e stand dove acquistare di tutto da cibo a vestiti, e riscaldarsi con vin brulé (29-30 novembre, 6-7 dicembre e 13-14 dicembre). Il Natale è anche al centro commerciale Nordstan con 40 stand a forma di casette di legno colorate che vendono pezzi di artigianato locale e nazionale (Tutti i giorni dal 19 novembre al 31 dicembre). Per unesperienza assolutamente unica ci si può recare a Kronhuset, il più antico palazzo pubblico, dove si svolge un mercato natalizio tradizionale con mercanti e artigiani vestiti in abiti depoca, da martedì a domenica, dal 30 novembre al 14 dicembre.
A Stoccolma i mercatini di Natale sono numerosi sia in città che nei dintorni. Il più conosciuto si trova sulla piazza Stortorget nella Città Vecchia, particolarmente ricco di atmosfera quando il buio cade sopra la città, e aperto tutti i giorni dal 22 novembre all'11 dicembre. Al Tivoli di Gröna Lund si tiene la terza edizione del mercatino di Natale, ogni weekend dal 21 novembre al 21 dicembre, con bancarelle, una pista di ghiaccio ed attrazioni aperti per grandi e piccoli. Al primo museo allaperto del mondo, Skansen, si tiene il bazar tradizionale di vecchio stile con tanto di decorazioni natalizie, vendita di artigianato e specialità gastronomiche, aperto il sabato e la domenica dal 29 novembre, al 14 dicembre.
Nel parco più centrale della città, Kungsträdgården, ci sono diverse bancarelle aperte Da venerd' a domenica dal 28 novembre al 22 dicembre.
Anche nellarcipelago sullisola di Utö, cè il mercatino di Natale tradizionale dove si trova artigianato dellarcipelago e dove si vende pesce, pane e dolci (dal 29 novembre al 14 dicembre il sabato dalle 10:00 alle 16:00 e la domenica dalle 10:00 alle 15:00). Può essere una bella idea una gita per respirare larea del mare, e unirla con un buffet natalizio tradizionale sulla barca (gite ogni weekend, dalle ore 10:00 alle ore 18:00).
Il centro culturale, il palazzo Steninge si trova vicino allaeroporto di Stoccolma, Arlanda. Qui il mercatino di Natale si tiene tutti i giorni dal 15 novembre al 23 dicembre. Nei pressi dellaeroporto si trova anche la città svedese più antica, Sigtuna. Da combinare una visita di domenica con il mercatino di Natale.
Malmo, raggiungibile in solo 20 minuti con il treno direttamente dallaeroporto di Copenaghen, offre, per questo perido, numerose attività: acquistare le ultime novità del design scandinavo, visitare i mercatini di Natale, provare un buffet natalizio o lasciarvi sedurre dallo spettacolo Wintermezzo; un eccitante e pionieristico spettacolo sul ghiaccio senza eguali. Una rappresentazione da brivido, con numeri pirotecnici e acrobatici abbinati a spettacoli di luci, in unimponente soluzione scenica unitaria. Lo spettacolo, che si tiene alla Stortorget 'Grande Piazza' dal 27 al 31 dicembre, è incentrato sul tema dellInverno ed è a ingresso gratuito. Ma il periodo prenatalizio inizia con il tradizionale addobbo natalizio il 30 novembre, quando prende il via anche il mercatino natalizio in piazza Gustav Adolfs torg. Stand gastronomici e oggettini natalizi al centro della città dal 30 novembre al 23 dicembre. Il natale dei bambini ha luogo invece il 30 novembre al castello, Malmöhus, e contiene celebrazioni natalizie tradizionali, con musica, prelibatezze natalizie e attività per tutta la famiglia. Lentrata è gratuita. Babbo Natale fa visita al mercato natalizio nel giardino del centro finanziario medievale di St. Gertrud il 13-14 dicembre. La fiera natalizia di Katrinetorp, una casa signorile ottocentesca perfettamente conservata nei pressi di Malmö, si tiene dal 5 al 7 dicembre. Qui si trovano artigianato, stand gastronomici, concerti di musica e cori natalizi e il tradizionale ballo intorno allalbero di Natale. Nelledificio principale viene servito un rinfresco tipico natalizio (riso alla malta, prosciutto al forno e vin brûlé) a lume di candela. Chi invece è amante di prodotti biologici può visitare il mercato natalizio degli agricoltori nella piazza Drottningtorget il 13 dicembre dalle ore 9:00 alle ore 14:00. Questo mercato offre una vasta gamma di prodotti sia organici che di agricoltura convenzionale provenienti dagli agricoltori locali. Spazia da frutta e verdura, a formaggio, pane, carni di vitello, manzo e pollo, ad articoli di artigianato in lana e pelle.
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Ben rifocillati dalle prelibatezze culinarie, ci si può dedicare allartigianato tedesco e talvolta ammirare gli artisti nei mercatini mentre danno forma alle loro creazioni; incantevoli oggetti in legno intagliato, ceramiche e piramidi natalizie sono splendidi souvenir per i vostri cari. Vivete unesperienza ricca di contrasti in città addobbate allinsegna del consumo, dove non mancano gli eventi natalizi che riportano alla contemplazione. Lemozione dellattesa della festa vera e propria culmina la sera della vigilia, il 24 dicembre, e il 25 e il 26 i festeggiamenti del Natale raggiungono il clou. I numerosi programmi dellAvvento contemplativo, i divertimenti e anche gli sport invernali in montagna sono elementi caratteristici che la Germania vi offre in questo periodo magico.
La Germania è infatti riserva infinite particolarità da scoprire e vivere. Fate una passeggiata tra le strade festosamente decorate e nei mercatini di Natale avvolti dalle note delle musiche natalizie e i canti dei cori, ascoltate i rintocchi delle campane che suonano durante lAvvento, le melodie dei suonatori di tromba e assistete ai numerosi concerti nelle chiese e sui palchi, che propongono dalla musica classica al gospel. I centri commerciali e le zone pedonali addobbate e illuminate per il Natale invitano a passeggiare e fare acquisti; qui trovate tutto ciò che si possa desiderare.
Anche la vita culturale a dicembre si svolge allinsegna delle feste: le grandi città tedesche propongono le letture più belle, splendidi spettacoli teatrali, operetta e musical. E i parchi di divertimento vi attendono con avvincenti programmi invernali che ruotano intorno al Natale - visitate ad esempio il meraviglioso paradiso invernale dellEuropa-Park di Rust insieme alla famiglia e immergetevi in un mondo ammantato di neve allinsegna della fantasia e delle emozioni. I più dinamici non mancheranno di partecipare alle numerose manifestazioni invernali, o assistere ai grandi eventi come il famoso salto di capodanno dal trampolino di Garmisch-Partenkirchen. Tra il verde dei rami dabete e lo splendore delle luminarie, nel periodo natalizio la Germania propone esperienze indimenticabili per chiunque.
Germania del nord: tradizioni anseatiche e antichi miti
Quando al graduale incedere del tramonto migliaia di luci e candele quasi trasformano il porto e le abitazioni della Germania del Nord in un mare di luci scintillanti, i narratori di fiabe iniziano i loro racconti.
Sorseggiando un 'bombardino', un bicchiere di vin brulè o la celebre 'lumumba', la bevanda dei pirati, il pubblico ascolta le avventure e le fiabe dellorrore e in un attimo viene trasportato al tempo dei navigatori e dei mercanti itineranti. Lo charme che emana dai tipici e suggestivi fari, le incantevoli cornici dei centri cittadini dagli edifici in cotto, lospitalità anseatica, le prelibatezze come il marzapane di Lubecca, e lartigianato locale invitano a trascorrere indimenticabili momenti nei mercatini di Natale di questa regione, dove S. Nicola e il suo aiutante Ruprecht non mancano mai di fare visita.
Germania orientale: foreste incantate e profumo di mandorle tostate
Nei Monti Metalliferi e nel Vogtland gli alberi di Natale splendidamente addobbati nelle antiche piazze del mercato attraggono gli sguardi. Qui tutto ruota intorno al famoso dolce 'Christstollen', al quale Dresda dedica lo 'Striezelmarkt'. Che si tratti di specialità culinarie dei tempi della nonna, di ceramiche, stelle dellAvvento, suonatori di tromba o delle antiche usanze dei minatori, latmosfera natalizia nelle sue infinite sfaccettature tra Berlino e Wittenberg incanta tutti. Innanzi a importanti castelli e antiche rocche si possono ammirare opere intagliate in legno e la piramide di Natale più grande del mondo, mentre romantiche gite sulle ferrovie a scartamento ridotto attraverso paesaggi innevati completano degnamente il vostro viaggio per i mercatini di Natale nella Germania orientale.
Germania occidentale: festosità e contemplazione
Tra le sponde assiane del Meno, lansa della Saar e le grandi città renane, il Natale si presenta nelle sue diverse vesti, anche contemplative.
Gli aspetti più sontuosi del mercatino di Natale più grande della Germania a Dortmund, con splendidi capolavori natalizi, o del mercatino di Natale delle nazioni a Rüdesheim, che culmina nei grandi fuochi artificiali, si contrappongono a quelli più rilassanti di Bad Hersfeld con le sue case a graticcio suggestivamente illuminate, o più famigliari del Römer di Francoforte.
Il carillon della chiesa innanzi alle splendide case patrizie, il mercatino galleggiante a Colonia e gli acquisti prenatalizi nelle grandi vie dello shopping: sono questi e molti altri gli ingredienti che rendono magico questo periodo di festa.
Germania del sud: bianco natale e canti soavi
Nella Germania del Sud, il sogno di un Natale imbiancato da candidi fiocchi di neve diventa realtà.
I mercatini di Natale del territorio che si estende tra la Franconia e la regione al confine con lAustria e la Repubblica Ceca offrono straordinari piaceri anche culturali, tra incantevoli e luccicanti addobbi natalizi, sfondi barocchi, magnifici presepi intagliati in legno che perpetuano tradizioni secolari, vin brulè e cori dellAvvento.
Che si visiti il famoso mercatino del Bambin Gesù a Norimberga, patria dei famosi biscotti speziati 'Lebkuchen', il mercatino degli artisti a Würzburg o si assista ai concerti dei suonatori di corno in stupendi villaggi alpini un po sperduti, qui le tradizioni sono ovunque molto curate e vissute con il cuore.
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Accanto ai due mercati principali la capitale ceca offre anche altri mercati più piccoli sulle piazze namesti Miru e namesti Republiky, allinterno della fiera nel quartiere Holesovice o nella Kampa, la suggestiva penisola sulla Moldava.