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La sostenibilità ambientale e il sapore genuino degli alimenti regionali sono al primo posto
per i produttori locali
Il progetto iniziato alcuni anni fa in Carinzia, riconosciuta come la prima destinazione Slow
Food Travel al mondo con le valli Gailtal e Lesachtal, sta ormai spiegando le sue ali su tutta
la regione. Slow Food Carinzia è un consorzio di partner, che con impegno si dedica a una
cultura del cibo sana e consapevole e che vuole intraprendere una nuova via verso la
sostenibilità e il gusto di cibi e sapori pregiati. L’utilizzo di prodotti di stagione e di
provenienza locale è prioritario, al pari della produzione artigianale di alimenti di alta
qualità e della loro preparazione e valorizzazione creativa. Riscoprire antiche ricette,
preparare delizie gastronomiche in armonia con la natura, produrre alimenti sostenibili e
vivere una cordiale convivialità, sono questi gli obiettivi che si continua a perseguire, oltre al
gustare consapevole, con lo sguardo rivolto al futuro, la considerazione e la valorizzazione
del passato gastronomico. Oggi, unica al mondo, la cucina carinziana dell’Alpe Adria si è
sviluppata nel tempo grazie alle influenze dei due vicini meridionali: Italia e Slovenia.
Il principio della filosofia Slow Food ormai è risaputo: buono, pulito, giusto
• BUONO perchè a favore di una cultura del cibo fresco, sano e ricco di contenuto. Una cultura
che valorizza i migliori prodotti agricoli della Carinzia e delle vicine regioni dell’area
Alpe-Adria.
• PULITO perchè a favore di una produzione alimentare in armonia con l’ambiente e la salute.
Una produzione che non comprometta le risorse della terra, degli ecosistemi e
dell’ambiente, e che non provochi danni all’uomo, agli animali, alla natura.
• infine GIUSTO: a favore di condizioni e tariffe eque per tutti i produttori e rispettose della
giustizia sociale, dalla produzione alla vendita e al consumo finale.
Nuovi programmi d’esperienze nella valle Lavanttal
Slow Food porta in primo piano i produttori locali, le esperienze gastronomiche e le diversità
nelle varie zone di produzione. Nella prima zona turistica Slow Food del mondo, dalle valli
Gailtal e Lesachtal al lago Weissensee, si può scoprire e gustare il meglio della cucina dell’Alpe
Adria con appositi workshop e visite guidate. Il programma comprende la cottura del pane, la
produzione del burro e del formaggio, la scoperta delle proprietà delle erbe, la preparazione
del gelato, i sapori del bosco e la conoscenza del mondo delle api.
Nell'est della Carinzia, la valle Lavanttal è la seconda zona Slow Food Travel. Qui le spedizioni
alla ricerca del gusto si svolgono in bicicletta, in autobus o in autonomia, tra frutteti e vigneti,
alla ricerca dei tanti produttori, fra cui l'allevatore di bovini Dexter, la fattoria GeNUSShof della
famiglia Kienzl, l'azienda Deinsberger produttrice di funghi ostrica, l’azienda vinicola Weinhof
Ritter e altre. E non mancano nemmeno le esperienze nella natura e nella cultura, come la
visita al famoso monastero di St. Paul nella Lavanttal o un'escursione sulla Saualpe.
La terza regione Slow Food Travel è Mittelkärnten – la Carinzia Centrale: a nord di Klagenfurt,
la Carinzia Centrale fino al confine con la Stiria affascina con le sue valli romantiche e i suoi
artigiani e produttori alimentari di prima classe. Degustare il cioccolato nella città medievale di
Friesach, fare visite guidate ai birrifici, fermarsi dai viticoltori o assaggiare varie prelibatezze
durante un picnic: tutto questo e altro ancora può essere vissuto in modo rilassato con vista su
castelli e vigneti. Il tutto completato da esperienze culturali e splendidi sentieri escursionistici.
Ormai sono già più di 50 le esperienze Slow Food nelle valli Lesachtal, Gailtal, Gitschtal, sul lago
Weissensee e nella valle Lavanttal. Viaggiatori e abitanti possono scoprire ovunque i diversi
sapori e l'artigianato tradizionale, e immergersi nel mondo degli aromi genuini della Carinzia.
Slow Food Villages: nuovi luoghi del vivere bene
In Carinzia, nei primi undici villaggi Slow Food del mondo, ci sono visite guidate nei mercati del
buon gusto. Qui i visitatori sono invitati a scoprire i piccoli produttori rurali di generi alimentari,
che con abilità artigianale producono alimenti secondo i principi del cibo sano, buono e pulito.
Il gusto tipico del territorio locale diventa così visibile e sperimentabile. Nelle trattorie locali si
cucinano alimenti freschi, genuini e incontaminati. Le comunità Slow Food locali sono
impegnate nella condivisione e trasmissione di conoscenze sul valore e sulla produzione del
buon cibo nei laboratori di cucina, negli asili e nelle scuole. Chi desidera acquistare gustosi
alimenti regionali, ne trova una buona scelta nei luoghi del buon gusto come gli spacci delle
aziende agricole, le rivendite dirette o i fornitori locali. Ecco i villaggi Slow Food della Carinzia:
Arriach, Albeck, Berg im Drautal, Millstatt, Irschen (paese della natura e delle erbe), Nötsch im
Gailtal, Obervellach, St. Daniel im Gailtal, Bad Kleinkirchheim, Seeboden, St. Paul im Lavanttal e,
ultimo arrivato, Neuhaus.
Guida Slow Food della Carinzia
La Guida Slow Food della Carinzia è una guida turistica gastronomica in cui le strutture
selezionate sono valutate con un numero di chiocciole (massimo cinque). La chiocciola è il
simbolo internazionale di Slow Food e riflette nella guida la regionalità, vissuta secondo i
principi di Slow Food "buono, pulito, giusto". La Carinzia è il primo Land in Austria in cui la
qualità e la provenienza degli alimenti delle strutture premiate con più di tre chiocciole non
sono valutate soltanto da una giuria di 70 persone, ma vengono controllate anche da un
organismo indipendente. Nella guida si trovano anche consigli su spacci agricoli e negozi di
gastronomia, mercati e festival, oltre a informazioni sulle iniziative di Slow Food in Carinzia
come gli Slow Food Travel e gli Slow Food Villages.
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Il Danubio si sente. Divide e unisce, anche a Bratislava.
Arrivando da Vienna, il capoluogo della repubblica Slovacca ti accoglie con un trionfo di pale eoliche che non disturbano il paesaggio, ma sembrano cullarlo a ritmo del vento.
Piccola, ordinata, asburgica, fa un po’ il verso a Vienna anche se la sua periferia di palazzoni brutalisti ricorda sempre il suo passato sovietico e ci piace così. Palazzoni comunque in ottimo stato, ristrutturati, puliti ci fanno capire che l’Occidente è arrivato ed è proprio a quello a cui la città strizza l’occhio.
Due giorni potrebbero bastare per una visita, con la promessa di tornare però. Altrimenti un po’ di tempo in più è necessario per respirare l’aria che tira e per trovare traiettorie meno main stream. Di cose a Bratislava ne succedono, in primavera si può pensare al vino, una buona variante all’ottima birra versata con tutta la sua schiuma in solidi boccali. Per degustazioni vinicole è possibile cenare ad esempio all’hotel Matyšák con visita e assaggi direttamente dalle cantine del proprietario dell’albergo, uno dei produttori di vini della regione dei Piccoli Carpazi tra i più rinomati.
Per gli appassionati non può mancare inoltre una visita al Salone nazionale del vino, che offre la collezione annuale dei 100 migliori vini della Slovacchia. Oltre al salone, le cantine sotto il Palazzo Apponyi ospitano il Museo della viticoltura dove assaporare del buon vino passeggiando lungo la storia della viticoltura.
La visita di Bratislava, l’antica Presburg, non può prescindere dai suoi due principali castelli, quello dai tetti rossi immortalato in ogni immagine rappresentativa della città, raggiungibile dopo una breve passeggiata sino in cima alla collina da dove si domina tutta la valle del Danubio e quello di Devín situato fuori città. Il castello del centro storico, ricostruito nel Novecento a seguito dell’incendio del 1811, e ristrutturato integralmente nel 2008 con la verniciatura in bianco dell’intera struttura, ospita il Museo Nazionale Slovacco, ma è stato temporaneamente anche la residenza ufficiale del Presidente della Repubblica slovacca ed oggi in alcune occasioni viene utilizzato come sede di rappresentanza dal Presidente e dal Parlamento.
A una ventina di minuti da Bratislava, il più antico Castello di Devín sorge su un’altura ubicata sopra la confluenza dei fiumi Danubio e Morava. L’atmosfera che si respira è davvero magica e dalla cima del castello si può vedere l’immensa area naturale protetta, immersi in una realtà spazio temporale quasi onirica.
Al ritorno dalla visita è d’obbligo fare tappa in una delle taverne nei pressi del castello per assaggiare Bryndzové halusky, il piatto nazionale slovacco costituito rappresentato dai tipici gnocchetti di patate conditi con formaggio di pecora e lardo abbrustolito, accompagnandoli dalla vera specialità di Devin: il vino di ribes. L’abbinamento è davvero delizioso.
Dopo l’escursione a Devín, torniamo in città dove, oltre al centro storico con le sue immancabili statue di bronzo collocate negli anni Novanta ad indicare il passaggio all’era post sovietica e che sono diventate in poco tempo uno dei simboli della città, tra le quali spicca il “Cumil” cioè il guardone che spunta da un tombino, un momento imperdibile è la passeggiata lungo il Danubio, dove sostare per riposare sul prato verde e curatissimo, lasciandosi cullare dal rumore del fiume che scorre imperioso. La passeggiata sul Danubio, con una sosta a base di buona birra accompagnata da mandorle tostate, farà recuperare le forze e riappacificare con il mondo. E via pronti per ripartire perché no alla volta della graziosa chiesetta di Santa Elisabetta d’Ungheria che con le sue decorazioni in maiolica e pitture musive deve il suo nome popolare di “chiesa blu” proprio alle insolite tonalità di azzurro dell’intonacatura e al tetto tutto smaltato in blu. L’edificio ha un aspetto fiabesco e rappresenta l’acme della produzione in stile floreale della vecchia Presburgo.
per info: www.visitbratislava.com
SR
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ll territorio della Germania è un patrimonio culturale, artistico, naturalistico e di straordinaria bellezza, molto amato dagli italiani che lo scorso anno hanno occupato il terzo posto nel numero dei visitatori. E' una destinazione relativamente vicina, raggiungibile anche con il treno e risponde ad ogni richiesta e ad ogni esigenza di un turista con infinite motivazioni di viaggio. Italia e Germania sono Paesi amici, legati con radici comuni dall'arte e dalla cultura, come li raffigurò Friedrick Overbeck alla fine dell'Ottocento: due donne che si tengono per mano e, sullo sfondo, un paesaggio metà italiano e metà tedesco (Pinacoteca di Monaco).
E' la ricerca della bellezza a guidare le scelte di chi decide di visitare un Paese, una bellezza articolata in varie aree, a cominciare da quello culturale e artistico, e la Germania vanta 52 siti UNESCO, terzo al mondo, e altri 150 patrimoni immateriali. Ultimo recente inserimento, la musica techno di Berlino, espressione evoluta di una storia che conta celebri talenti musicali e compositori, da Bach a Beethoven fino a Wagner. I teatri d'opera solo oltre 80 e tante le sale per concerti. I musei sono 6.750, con un centinaio di milioni di ingressi ogni anno, e tanti i castelli, le chiese e le cattedrali -la più visitata quella di Colonia- che ripropongono una storia secolare di arte e di fede.
E se il concetto di sostenibilità e di tutela dell'ambiente è entrato finalmente nella consapevolezza di tutti, qui la natura è stata da sempre considerata nei suoi valori e protetta. Difficile trovare altrove 130 siti tra parchi nazionali, parchi naturali e riserve d
ella biosfera, con una rete di 300.000 chilometri di sentieri escursionistici segnalati e oltre 80.000 chilometri di piste ciclabili e panoramiche. E' un Paese green, aI quarto posto nella classifica internazionale SDG Index 2023 e membro del Global Sustainable Tourism Concil. Rigeneranti e fonte di energia sono gli sport outdoor, ma per rigenerare il corpo e rilassare la mente basta il contatto con la natura, passeggiando in un bosco. Per agevolare le scelte dei visitatori sono facilmente consultabili anche sul web otto itinerari tematici curati dall'Ente Nazionale Germanico per il Turismo, ognuno della durata di una decina di giorni e una lunghezza di 600 km, tenendo conto di una serie di interessi e delle aspettative di chi viaggia con la famiglia, o per gli appassionati del turismo attivo, religioso.
Fitto è il calendario degli eventi più attesi della stagione estiva 2024. Anzitutto il Campionato Europeo di Calcio UEFA, a partire dal 14 giugno, accompagnato da un ricco programma culturale con oltre 300 eventi incentrati sul tema del calcio in dieci città: Berlino, Amburgo, Colonia, Dortmund, Düsseldorf, Francoforte, Lipsia, Gelsenkirchen, Monaco e Stoccarda. A Berlino il 14 luglio sarà allestito il campo virtuale alla Porta di Brandeburgo per la competizione finale.
Nella stessa città il 9 novembre si annunciano solenni le celebrazioni per i 35 anni della caduta del Muro. E' la più visitata delle città tedesche: affrancata dalla brutale separazione imposta dalla storia è oggi una città cosmopolita e moderna, come Colonia, Amburgo, Düsseldorf, Norimberga e Monaco di Baviera. Alcune sono state ricostruite dai danni della guerra rispettando lo stile originale. Chemnitz intanto, capitale della Cultura 2025, promette grandi eventi. Molto seguite sono state le celebrazioni, appena concluse, per l'anniversario del porto di Amburgo, definito la "porta del mondo", il terzo per traffico in Europa. Ma questo è anche l'anno dei 250 anni della nascita di Caspar David Friedrich, il romantico paesaggista autore del celebre dipinto "Il viandante sul mare di nebbia". Amburgo ed altre citta gli dedicano mostre ed eventi.
E' possibile tornare ai secoli passati nei percorsi tra località storiche e paesaggi fiabeschi, nei villaggi lungo la Valle del Reno o attraversando a Foresta Nera. Nel Centro visitatori del suo Parco Nazionale (Ruhestein, Baden-Württemberg) il bosco si racconta con un’esposizione multimediale di 1.000 mq che regala sensazioni ed emozioni diverse man mano che la si percorre. Anche nel Parco Nazionale dell’Eifel (Renania Settentrionale-Vestfalia) la natura è un palcoscenico dagli spettacoli sempre nuovi, così come il Parco Nazionale della Svizzera Sassone, 381 kmq in cui di alternano guglie, pinnacoli ed altipiani alternati ad antiche scogliere, gole e valli profonde da cui grandi artisti hanno trovato ispirazione.
Un'altra grande attrazione è il mare del Nord. Sylt è la più grande delle isole Frisone settentrionali (99 kmq) e fa parte del Parco Nazionale del Watt dello Schleswig-Holstein: una perla fatta di spiagge bianche battute dal vento, dove il tempo è scandito dalle maree e il Watt si estende a perdita d’occhio. Oltre che per l’area protetta, l’isola incanta con le sue 12 località tra spiagge e le brughiere, i 5 fari, la vasta rete di ciclabili, sentieri escursionistici e un sistema di recupero energetico e mobilità sostenibile all’avanguardia con bici, scooter e, per chi ha difficoltà di deambulazione, anche carrozzine elettriche. Non mancano iniziative a tutela dell’ambiente come il food-truck vegano e le campagne Bye Bye Plastica o Beach Clean Days. Emozioni garantite anche nella Selva di Turingia sulla funicolare a scartamento normale più ripida del mondo così come può affascinare un itinerario in Algovia, fra montagne, laghi e colline.
L'offerta turistica è articolata e adattabile ad ogni esigenza, anche del benessere, altra grande aspirazione dei nostri tempi. Le terme della casa reale di Sassonia, Bad Elster e Bad Brambach sono statali, frequentate nei secoli dalla nobiltà sassone, celebri per gli eleganti edifici Liberty. Molto attrezzato il centro dedicato a salute, trattamento, prevenzione e benessere. Una delle sue sorgenti, la Moritzquelle, viene menzionata già in un documento risalente al 1531 mentre quella di Bad Brambach è nota per essere l'acqua minerale con la maggior concentrazione di radon al mondo, con proprietà utili nella terapia del dolore. Qui i fanghi termali naturali, una volta applicati, vengono depositati in apposite aree nelle torbiere in modo da sterilizzarsi e rigenerarsi in attesa di essere riutilizzati.
La Germania offre molto anche agli appassionati del buon mangiare e del buon bere. Molte le aree vitivinicole particolarmente vocate alla produzione di vini di pregio, soprattutto bianchi più adatti ai climi freschi, con buona acidità e ricco bouquet. Tra i più apprezzati anche a livello internazionale sono il Müller-Thurgau, il Riesling Renano e il Sylvaner. Ma a tavola a trionfare è la birra, la cui produzione per tutelarne la qualità è regolata dall'"editto della purezza", datato 1516, voluto dal duca bavarese Guglielmo IV e suo fratello Ludwig X. Infinite le tipologie ma la sua patria riconosciuta è la Franconia con 300 birrifici artigianali. E la cucina? Saporita, genuina, sontuosa e appagante, nonostante gli chef più giovani tendano ad alleggerirla con creazioni gourmet.
Dovunque si possono gustare tipicità tradizionali come Schweinshaxe, lo stinco di maiale, le Kartoffelsuppe e Kartoffelsalat, rispettivamente zuppa e insalata di patate, i Wurstel più assortiti (Bratwurst), il Sauerbraten, manzo marinato a lungo nel vino e molto altro. Onnipresenti i brezel, ciambelle fatte a nodo di origine alsaziana. Tra i tanti dolci, soprattutto a base di mele, ma imperdibile è la torta alle ciliege della Foresta Nera.
www.germany.travel
Ente Nazionale Germanico per il Turismo
Tel+39 02 00667792
(Credits :Francesco Caravillano
GNTB Deutschland abgelichtet Medienproduktion
GNTB Dirk Hanus)
Mariella Morosi
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Dopo Milano (nel 2022), Casa Vallonia, la vetrina itinerante della più grande delle tre regioni del Belgio creata nel 2019 da Agence wallonne à l'Exportation et aux Investissements étrangers, Wallonie-Bruxelles International et Visit Wallonia, ha scelto Torino per questa seconda tappa italiana. Si è svolto nel mese di aprile, con un focus su uno dei settori in maggior espansione nel territorio piemontese e di punta in Belgio, aerospazio e aeronautica. L'evento ha affrontato il tema sotto diversi punti di vista, accademico ed economico industriale, attraverso momenti di presentazione delle realtà delle due aree territoriali e incontri b2b con l'obiettivo di rafforzare i legami e le partnership. Ma per l'occasione, Casa Vallonia è stato palcoscenico anche per presentare le bellezze di questa regione da un punto di vista turistico, enogastronomico e culturale.
Presenti alla conferenza " “SCOPRI LA VALLONIA - una destinazione di tendenza” l'Ambasciatore del Belgio in Italia, Pierre-Emmanuel DE BAUW, il Direttore Generale di VISITWallonia Etienne CLAUDE, il direttore della Comunicazione Geoffrey MOULART,Silvia LENZI Italian Market Manager di VISITWallonia ed altri esponenti nel rappresentare le nuove proposte turistiche.
E sono davvero tante le proposte di questo patrimonio storico e architettonico a partire dalle città suggestive, solo per citarne alcune: Charleroi, Liegi, Namur, Mons,La Louvière,Tournai e Dinant. Unite dalla breve distanza kilometrica fra loro ma differenti per specificità, da piccolo borgo a città moderna, il tutto corollato da un patrimonio naturale, con boschi, villaggi, castelli, acque termali, abbazie e birrifici.
Una vacanza in Vallonia nasconde molte sorprese, il claim di VisitVallonia è perentorio, afferma orgogliosamente che è l'occasione perfetta per:
- ammirare e fotografare panorami mozzafiato che cambiano colore ad ogni stagione;
- esplorare grotte o scalare colline approfittando delle bellezza della naturai;
- rigenerarsi con escursioni su sentieri segnalati e accessibili;
- osservare la biodiversità di magnifiche riserve naturali;
- gustare prodotti tipici, visitare fattorie;
- dormire in una capanna o in una sfera trasparente sotto le stelle;
Senza tralasciare l'aspetto storico, culturale: Durbuy ad esempio è la città piu piccola del mondo, Bouillon è la patria di Goffredo di Buglione, Waterloo.. non cè bisogno di ricordare la famosa battaglia.
E per gli appassionati di gastronomia e tipicità la Vallonia è considerata la Terra dei sapori. Questa regione ha saputo trasformarsi conservando testimonianze del passato. In Vallonia si producono piu di 600 birre, dove spicca per rinomanza la birra trappista. Anche il cioccolato è un fiore all'occhiello, così come la specialità di Liegi, la Gaufre.
Per info: https://visitwallonia.it/
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Nel 2025 Chemnitz sarà la capitale europea della cultura, insieme a 38 comuni della Sassonia centrale, dei Monti Metalliferi e della regione di Zwickau. Il suo potenziale nascosto verrà alla luce grazie ai programmi di rinascita che hanno coinvolto tutta la cittadinanza attiva: dai siti industriali ottimamente recuperati al patrimonio artistico e automobilistico nuovamente valorizzato per trasmettere il caratteristico spirito d'invenzione, che un tempo ha reso questa regione la più prospera della Germania.
Oltre 100 nuovi progetti nei settori della cultura, della musica, dell'arte, dello sport e del design stanno prendendo forma a Chemnitz, Capitale Europea della Cultura 2025. Il potente programma di rinnovamento "C the Unseen", si concreterà nel 2025 contribuendo a rendere questa città sassone una interessante rivelazione, anche se, la terza città più grande della Germania dell'Est, non è necessariamente una meta di viaggio elencata nella categoria "scoperta emozionante".
Il fascino di Chemnitz nella sua storia contemporanea
Chemnitz è piena di storie accattivanti. Per esempio, quella della Manchester sassone: una piccola comunità di 10.000 persone che 200 anni fa con duro lavoro e spirito di innovazione fondarono la prima fabbrica in Sassonia, diventando la principale città industriale della Germania con 360.000 abitanti.
Un'altra storia unica riguarda la ricostruzione post-bellica. Chemnitz diventa la città modello socialista della DDR con ampie strade da parata, edifici imponenti e la ridenominazione nel 1953 in Karl-Marx-Stadt.
Oggi non c'è quasi nessun'altra città in cui il Modernismo possa essere studiato meglio: elementi decorativi in cemento, edifici residenziali seriali, semplice pragmatismo.
Poi la svolta politica e un'altra storia incredibile: di stabilimenti chiusi e licenziamenti di massa. 70.000, per lo più giovani, stanno lasciando la città in cerca di nuove prospettive. Altri osano avviare un'attività e garantire una ripresa economica.
Oggi la città ha di nuovo oltre 16.000 aziende. Grazie all'industria automobilistica e all'ingegneria meccanica, Chemnitz può permettersi di nuovo qualcosa: il teatro "Kunstsammlungen", un museo industriale, il nuovo museo Gunzenhauser, il museo statale di archeologia SMAC e un nuovo grande obiettivo: diventare Capitale europea della cultura nel 2025. Traguardo raggi
Alcuni progetti in vista di Chemnitz 2025
#3000Garages si propone di presentare gli storici e caratteristici compound di officine e garage di Chemnitz attraverso le loro storie nascoste, che saranno rese visibili, riflesse e comunicate attraverso installazioni artistiche ed eventi, mostre fotografiche, visite guidate, concerti e festival.
"Makers, Business & Arts" è il progetto finalizzato allo sviluppo di una economia creativa, che faccia da ponte tra gli artisti e il turismo. Rende visibili luoghi speciali, tecniche e tradizioni quasi dimenticate e potenzialità sopite. Nove Makerhub a Chemnitz e nella regione culturale diventeranno nuovi luoghi di incontro creativo e sociale. I visitatori possono sperimentare la cultura e le tradizioni regionali nei laboratori.
"PURPLE PATH" è il progetto che narra una storia, anzi tante storie, quella di Chemnitz e del suo legame con i 38 comuni partner. "Tutto viene dalla montagna" è la narrazione lungo il quale si snoda il percorso artistico di sculture, installazioni ed opere di artisti internazionali e sassoni. Sette opere d'arte sono già state installate e altre 20 se ne aggiungeranno nel 2024.
La sostenibilità e una «città verde» sono al centro delle attività di piantumazione. Nel 2024 e nel 2025 grandi piantagioni di arbusti, cespugli e piante da frutto avvicineranno i quartieri di Chemnitz. Il progetto comprende programmi didattici e attività artistiche.
Itinerari di cultura industriale
Le tracce della storia industriale di Chemnitz si trovano ancora oggi in tutta la città: in splendide ville, quartieri di fine Ottocento, musei, Teatro dell'Opera, terme, istituti scolastici e, ultimo ma non meno importante, nei numerosi edifici industriali che ora sono stati convertiti in istituzioni culturali, ristoranti, loft e uffici. La cultura industriale viene celebrata ogni anno a settembre a Chemnitz. In occasione delle Giornate della Cultura Industriale, i visitatori sono invitati nelle aziende, che aprono le loro porte per il popolare "late shift". Naturalmente, non mancano le feste: il RAW Festival, nella cornice unica di un'ex fabbrica industriale, è ormai un appuntamento fisso nel calendario dei festival.
Il Museo dell'Industria di Chemnitz si trova in uno dei luoghi centrali della storia industriale della Sassonia e di Chemnitz: Nel capannone costruito da Hermann e Alfred Escher nel 1907. Su una superficie di 3.500 metri quadrati presenta una mostra permanente sulla storia industriale della Sassonia nel tempo.
La Stazione ferroviaria di Chemnitz-Hilbersdorf è il più grande e tra i più importanti musei ferroviari della Germania. La storia ferroviaria rivive in un luogo autentico, nel complesso di edifici storici dello scalo di smistamento e del deposito ferroviario di Chemnitz-Hilbersdorf. L'impressionante flotta di veicoli comprende locomotive a vapore, diesel ed elettriche di varie serie, carrozze passeggeri e merci storiche, nonché installazioni tecniche uniche e notevoli, come l'unico sistema di avvolgimento dei cavi al mondo.
Itinerari artistici
Le collezioni d'arte di Theaterplatz sono tra le più grandi collezioni civiche della Germania e ospitano tutti i generi di produzione artistica, dalla pittura e scultura all'arte grafica e alle arti e mestieri, con un'importante attenzione all'espressionismo, ai tessuti e all'arte contemporanea. Il Museo Gunzenhauser è l'aggiunta più recente al Kunstsammlungen Chemnitz. Ospita la collezione del gallerista di Monaco di Baviera Dr. Alfred Gunzenhauser con più di 3.000 opere di 270 artisti con particolare attenzione all'arte dall'inizio del secolo intorno al 1900, all'espressionismo, alla nuova oggettività e all'astrazione nel XX secolo.
La Neue Sächsische Galerie è il museo d'arte contemporanea di Chemnitz. Le sue presentazioni si concentrano sullo sviluppo dell'arte nel Land della Sassonia dal 1945.
La città di Chemnitz rinnova la casa d'infanzia di Karl Schmidt-Rottluff per l'Anno della Capitale della Cultura 2025. Sotto la guida e la responsabilità del Kunstsammlungen Chemnitz, è stato creato un museo dedicato all'artista, che mira a raccontare la storia della vita e dell'opera dell'espressionista, il suo legame con Chemnitz e Rottluff e i primi anni degli artisti Brücke con opere d'arte, archivi, documenti e formati multimediali.
Villa Esche fu la sua prima commissione architettonica in Germania e fu di grande importanza per il lavoro di Henry van de Velde. La villa e il giardino simile a un parco sono un'opera d'arte totale in stile Art Nouveau e uno dei gioielli architettonici di Chemnitz. Dopo una storia movimentata, la Villa Esche è stata ampiamente restaurata dal 1998 al 2001 e ora ospita il Museo Henry van de Velde come sede distaccata delle Collezioni d'arte di Chemnitz.
Gli amanti dell’architettura sono entusiasti del Kaßberg, nato come il più grande quartiere in stile guglielmino e Art Nouveau in Europa, urbano e vivace, merita una passeggiata. Affascina molto anche l’architettura ricca di contrasti del centro di Chemnitz, completamente ridisegnato dopo la caduta del muro e caratterizzato dagli edifici di Helmut Jahn, Hans Kollhoff e Christoph Ingenhoven, che fanno da ponte tra il passato e il futuro.
(Credits: Foto: Dirk Hanus)
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