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I LUOGHI (MODERNI) DELLO SPIRITO
Conosciuta per il suo patrimonio di monumenti di culto antichi e per le storiche mete di pellegrinaggio, la Cechia invita a scoprire le tante architetture religiose di penultima e ultima generazione. Altri materiali, altro design, altre sperimentazioni, ma la stessa solennità. Ecco un itinerario religioso e artistico, dalla Moravia alla Boemia (Praga compresa), a caccia di capolavori concepiti da matite e goniometri futuristi.
La fede non ha confini, razza, né lingua. E nemmeno imposizioni architettoniche. Andiamo allora a scoprire –accanto a chiese romaniche, santuari barocchi, monasteri medievali, campanili gotici e altri “classici” del turismo religioso (e non)- le moderne case di Dio sparse per il Paese, luoghi dello spirito non meno solenni e contemporaneamente pregevoli opere di architetti lungimiranti.
Cemento al posto delle pietre, acciaio al posto del legno, geometrie azzardate, incastri di volumi apparentemente casuali, design minimalisti ma d’effetto, giochi di luci e vetri neutri… a un certo punto anche l’architettura religiosa ceca rompe i canoni col passato e interpreta il futuro.
Un itinerario fuori dai tour classici, conduce i fedeli ma anche gli appassionati di arte e architettura contemporanea alla scoperta delle chiese più moderne e, se vogliamo, ardite, almeno rispetto alle tradizionali convenzioni.
Chiesa della Vergine Maria, a Zlin (Moravia):
Non sorprende la vocazione futurista di Zlin, città morava nota per le architetture funzionaliste e per il sogno del suo cittadino più celebre –quel Tomas Bata’, fondatore dell’omonimo calzaturificio noto in tutto il mondo- di realizzare una cittadella-ideale per i suoi operai. La costruzione della chiesa, chiaro esempio del neo-funzionalismo locale, è stata portata a termine non senza difficoltà (fu necessario consolidare le fondamenta, conficcando numerosi pali di sostegno nel terreno) nel 2003, al centro di un moderno complesso residenziale. Si presenta come un candido, imponente parallelepipedo, sovrastato da una minimalista torre-campanile che, sempre per l’instabilità del terreno, ha rischiato di pendere come la “collega” di Pisa. La vera chicca dell’edificio è il soffitto in cemento armato, a cassettoni. La chiesa di Nostra Signora Ausiliatrice è un gioiello architettonico su disegno di Jan Kovar, di cui va giustamente fiera la comunità dei salesiani, che ne hanno fatto un polo di aggregazione, oltre che religioso, con ampi spazi per attività culturali e ricreative.
Chiesa dello Spirito Santo, a Stare Mesto (Moravia):
Nei pressi di Uherske Hradiste, nella regione di Zlin e nella storica area dello Slovacko (Slovacchia morava), l’imponente, eppure discreto edificio è stato realizzato tra il 2002 e il 2014. Quella che appare quasi come un’astronave, in un’armonica alternanza di cemento, metallo lucente e vetro, ha richiesto lunghi tempi di costruzione e un ingente investimento economico. Non le manca però proprio nulla, compresi aria condizionata e riscaldamento a pavimento. Gli abitanti del posto ci vedono invece una somiglianza con le torri di raffreddamento della locale centrale nucleare e l’hanno quindi ribattezzata Temelin, proprio come l’impianto. In realtà, nelle intenzioni del progettista, le due torri –leggermente inclinate verso il corpo centrale- dovevano simboleggiare i santi Cirillo e Metodio.
Chiesa di San Venceslao, a Sazovice (Moravia)
A pochi chilometri a nord-ovest da Zlin, ecco un altro capolavoro di modernità. Al tempo stesso luogo di culto e di cultura, l’edificio cilindrico, mosso solo da fenditure, declina in chiave moderna, anzi modernissima, le storiche rotonde tanto in voga nel X secolo. Dietro la sua semplice apparenza nasconde numerosi simbolismi. A concepirlo è stato ancora una volta l’estro innovativo di Marek Jan Stepan, che si sarebbe ispirato a un rotolo di carta. Al posto delle tradizionali, chiassose campane, un carillon telecomandato. Richiamo invece alla tradizione è la scelta della maniglia con incisione in latino del portale d’ingresso, che richiama quella della chiesa di Stara Boleslav, dove San Venceslao morì per mano del fratello. Moderni anche gli interni, illuminati dalla luce esterna attraverso un lucernario sul tetto, dal chiaro richiamo all’occhio divino. La luce del sole accende d’oro il crocifisso in vetro cangiante. Il tempio è stato terminato, e consacrato, nel 2017.
Chiesa della Sacra Famiglia, a Luhacovice (Moravia)
Sempre nel distretto di Zlin, in un’apprezzata area termale, Luhacovice è famosa per le sue architetture in stile liberty folk, firmate dallo slovacco Dusan Jurkovic. La costruzione della chiesa, che porta invece la firma di Michal Brixe, dalle linee moderne e pulite, risale alla fine del XX secolo e, più precisamente, è stata completata nel 1997. Nel 1990 Papa Giovanni Paolo II aveva benedetto la prima pietra. La torre, alta 22 metri, accoglie tre campane. Davanti alla chiesa, anche una fontana, realizzata per una nuova sorgente termale, la più giovane della regione.
Chiesa futuristica della Beata Restituta, a Brno (Moravia)
Fresca fresca di ultima pietra –posata a fine 2020 al centro di un sito residenziale di eco razionalista- l’avveniristica creatura dell’architetto Marek Jan Stepan nel capoluogo moravo rompe decisamente con la tradizione. L’edificio appare come un enorme cilindro –che spunta dalla mole più bassa, articolata in parti- che è spoglio di ogni decoro, ma vegliato da un’alta e snella torre campanaria. Una sorta di struttura monolitica in cemento armato, alla cui quasi austera, assoluta semplicità rimedia una fascia di vetrate colorate. L’edificio civico-religioso, con tanto di piazza e centro sociale, rappresenta l’ultimo tassello di un masterplan urbanistico avviato oltre 50 anni fa. La santa cui rende omaggio è nata, con il nome di Helena Kafka, nella vicina Husovice. Entrata nella congregazione delle Suore Francescane della Carità Cristiana fu perseguitata (e giustiziata) dai nazisti, durante il secondo conflitto mondiale. La beatificazione è giunta nel 1998.
Chiesa di San Venceslao, a Breclav (Moravia)
Nel distretto di Brno, è sorta al posto di una chiesa barocca distrutta dai bombardamenti alleati alla fine della seconda guerra mondiale e completata nel 1995, richiama nella forma preponderante del tetto un cappello da strega dalle falde larghe e dalla punta protesa verso il cielo, formata dal convergere di tre acuminate torri campanarie. Una delle tre campane –la più grande, pesante 750 kg e intitolata a Santa Maria Bassanella- è stata donata alla chiesa dai fedeli di Soave, nel Veronese. Nel seminterrato della chiesa, una mostra fotografica permanente restituisce tutte le tappe dell’evoluzione di questo tempio, da romanico a gotico, da barocco all’attuale struttura modernista.
Chiesa di San Giuseppe, a Senetarov (Moravia)
Nei dintorni di Blansko, è tra i pochi edifici sacri costruiti in Moravia durante il periodo socialista. Vista dal davanti, grazie a un gioco di prospettive, sembra sorgere miracolosamente dalle acque antistanti. Alla suggestione contribuiscono anche le due vele in cemento, che sormontano il tetto. In effetti, nelle intenzioni dell’architetto Ludvik Kolek, l’edificio doveva evocare una nave che naviga attraverso la vita, sull’onda della fede. Kolek, che ha firmato anche gli interni (sempre visibili grazie a un’ampia vetrata), si ispirava allora alle opere sacre di Le Corbusier. Per la comunità locale, la chiesa –la cui consacrazione, nel 1971, fu piuttosto turbolenta- è anche simbolo della lotta al comunismo.
Chiesa Nuova, a Litomysl (Boemia)
Decisamente e magnificamente più azzardato questo edificio, datato 2010. Nulla ne dichiara al primo sguardo la funzione ecclesiastica. Al contrario, pare una piattaforma di lancio in due rampe, che puntano comunque sempre verso il cielo, come è chiesto a ogni fedele. Nel punto più alto del tetto, una croce di vetro. Modernissimo nella sua candida linearità, fa da contralto alle architetture rinascimentali per cui l’Unesco ha inserito il centro storico della città nella Lista del Patrimonio Mondiale dell’Umanità.
Sala di preghiera della Chiesa Evangelica dei Fratelli Boemi, a Cernosice (Boemia)
Linee morbide che si abbracciano e lasciano spazio all’immaginazione. Pensando all’Antico Testamento, ci si può vedere un’arca (Noè), una balena (Giona), un’onda (il diluvio universale)… Di certo è un guscio protettivo, rivolto verso il cielo, per la comunità che vi si riunisce. Morbida, accogliente, luminosa. La chiesa, che non è solo luogo di preghiera, ma spazio polifunzionale, secondo le parole di Zdenek Franek, che l’ha disegnata, è “bianca come un piumone, arrotondata e appuntita come ali d’angelo”.
Chiesa di San Venceslao, a Vrsovice-Praga (Boemia)
E’ la prima chiesa di Boemia a esser stata costruita partendo da una struttura scheletrica in cemento armato. E’ tra gli edifici più pregevoli della Praga moderna. Realizzata tra il 1929 e il 1930, porta la firma prestigiosa dell’archistar ceca Josef Gocar, che sfruttò sapientemente il terreno in declivio traducendolo nel tetto a gradinate. Una soluzione non solo di grande effetto estetico, ma doppiamente funzionale, visto che a ogni gradone corrisponde una vetrata in grado di proiettare con intensità diversa la luce all’interno. Il sottile campanile prismatico di 80 metri completa lo skyline della capitale. Alla sua base, la statua di San Venceslao; sulla cima, il crocifisso-faro, illuminato con il buio. Da dietro, l’innovativo tempio appare come una nave a vapore con la prua dalla punta arrotondata (abside) e l’alta ciminiera (campanile).
Chiesa di Santa Elisabetta, a Kbely-Praga (Boemia)
Nel distretto municipale della capitale, noto anche come Praga 19 e famoso in particolare per il Museo dell’Aviazione, la moderna chiesa in stile funzionale è sorta, tra il 2001 e il 2003, sui resti di una cappella intitolata alla stessa santa di Turingia e poi demolita. Incuriosisce per la forma, che qui associano a quella di una grande pagnotta, tagliata in pezzi (con chiara volontà da parte del progettista di evocare la distribuzione del pane, ovvero la carità per cui era nota Elisabetta). Il taglio netto rappresentato dal tetto piatto è compensato dallo svettare al cielo di una colonna squadrata aperta, che ospita la campana ed è sormontata da una croce dorata. Il rosone è in realtà un’ampia vetrata lineare quadrata.
Chiesa di Cristo Salvatore, a Hlubocepy-Praga (Boemia)
Bianchissimo con le sue geometrie nette e spigolose, l’edificio di culto si erge con la sua torre campanaria sopra le case prefabbricate del moderno quartiere residenziale di Barrandov, a Praga. L’impianto è a croce, con struttura monolitica ripartita. Secondo i disegni degli architetti Jakub Ziska e Pavel Smelhaus, sono minimalisti anche gli interni, ma qui appare anche qualche linea curva, più morbida. Molto più di una semplice chiesa, realizzata grazie alla colletta tra i fedeli del quartiere, si propone come sede polifunzionale della comunità religiosa locale, con luoghi d’incontro e spazi per attività ricreative, sala sociale per conferenze, concerti, ballo e proiezioni cinematografiche.
Per info dall'Italia:
Ente Nazionale Ceco per il Turismo – CzechTourism
Via G. B. Morgagni 20- Milano
Redazione
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GIORNATA MONDIALE DELLA NATURA: IRLANDA IN POLE POSITION
Il 3 marzo si festeggia la Giornata Mondiale della Natura e come non ricordare quanto la natura sia stata generosa con l’isola d’Irlanda, regalandole colori, paesaggi e meraviglie unici al mondo.
Gli alberi (foto Dark Hedges)
Non sono soltanto una preziosa risorsa ambientale, ma occupano un posto importantissimo nelle radici culturali irlandesi e con la loro potente valenza simbolica erano uno degli elementi più importanti nella mitologia celtica. Il faggio era uno degli alberi sacri per eccellenza e forse anche per questo la famiglia Stuart decise di piantare proprio dei faggi nel 1750 per creare lo spettacolare viale alberato chiamato The Dark Hedges, nella contea di Antrim, in Irlanda del Nord, reso celebre anche dalla serie di Game of Thrones.
Gli animali (foto whale watching)
La biodiversità delle acque irlandesi è straordinaria, anche grazie a specifici provvedimenti legislativi come quello che ha dichiarato i mari dell’Irlanda santuario delle balene e dei delfini: si stima, infatti, che ospitino 25 specie di cetacei su 86 presenti in tutto il mondo. Per avvistarli non è necessario uscire in mare e sul sito dell’Irish Whale and Dolphin Group (https://iwdg.ie/where-and-how-to-do-a-watch/) è stata creata una mappa dei migliori punti delle coste irlandesi in cui poterli ammirare dalla terraferma. Località bellissime come, ad esempio, la balconata del faro di Loop Head, lungo la Wild Atlantic Way, o il Gobbin Cliff Path, con le sue passerelle sospese, non lontano da Belfast.
L’oceano (foto Giant’s Causeway)
Fieramente atlantica, l’Irlanda ha da sempre un intenso dialogo con l’Atlantico che la bagna e che ne ha scenograficamente modellato le coste. Uno dei punti più suggestivi è sicuramente l’affioramento roccioso chiamato Giant’s Causeway o Strada del Gigante, nella contea di Antrim, in Irlanda del Nord, che con le sue stupefacenti 40.000 colonne basaltiche di origine vulcanica è stato dichiarato nel 1986 Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO. Ogni giorno si incontrano i venti oceanici e le onde in una poetica fusione che ricorda lo spirito romantico della leggenda del gigante creatore di questa strada per raggiungere la sua amata in Scozia
Le montagne (Benbulben foto)
Il Benbulben nella contea di Sligo, immortalata dall’acclamata serie “Normal People”, con la sua singolare forma che gli è valsa il nome di Table Mountain è uno dei rilievi più particolari dell’intero territorio irlandese. Il colpo d’occhio che regala lascia a bocca aperta in ogni stagione e nonostante i “soli” 497 metri di altezza, grazie alla natura pianeggiante del territorio circostante, appare imponente e ben visibile da lontano. La forma piatta della sua sommità, quasi sempre ricoperta da un morbido manto erboso, invoglia ad arrivare in cima per godersi l’incredibile panorama sulla città di Sligo e la Donegal Bay. Curiosità: era uno dei luoghi più cari al poeta Premio Nobel William Butler Yeast, che ha scelto di essere seppellito ai suoi piedi.
I fiori (Foto Burren)
Il vasto tavolato calcareo di 35.000 ettari del Burren (uno dei più grandi d’Europa), nella contea di Clare, con il suo sognante paesaggio lunare, è un unicum di rara bellezza e non a caso è rientrato nei “Best in Travel 2021” di Lonely Planet. Zona protetta, si distingue anche per la particolarità della sua flora che ne ricama fiabescamente la superficie. Questo merletto creato dalla natura è uno degli elementi maggiormente caratteristici dell’area con un mix di piante mediterranee e artico-alpine, che conta 23 specie di orchidee selvagge dalle tinte sgargianti e tre quarti delle specie di fiori selvatici irlandesi.
Le Stelle (Cliffs of Moher Foto)
La vitalità della forza della natura in Irlanda è testimoniata anche dal bassissimo inquinamento luminoso che offre la suggestione di ammirare anche a occhio nudo alcuni tra i cieli più bui d’Europa. Gli International Dark Sky Places, come il Mayo International Dark Sky Park e il Kerry Dark Sky Reserve, stanno aprendo la strada al turismo astronomico che può davvero essere praticato in tutta l’isola. Dall’Ireland’s Ancient East alla Wild Atlantic Way, passando per le Cliffs of Moher, i punti ideali per l’incanto delle visioni notturne sono tantissimi ed è facile trovare alcune mappe che li suggeriscono. Diffusi anche gli osservatori astronomici posizionati in luoghi bellissimi come quello del castello di Birr con il gigantesco “Great Leviathan” del XIX secolo.
I cieli (Loughcrew Cairns foto)
La bellezza dei cieli d’Irlanda è stata omaggiata da canzoni, poesie, quadri e migliaia di fotografie. Nelle giornate terse, la fusione tra il loro blu intenso e quello del mare, in luoghi incantati come Clifden, in pieno Connemara; Valentia Island, nella contea di Kerry, o spiagge immense quali Malahide Beach, vicino a Dublino, è magicamente ipnotica. E quando la volta celeste è striata dal bianco delle nuvole l’effetto della nitidezza del contrasto è quasi irreale, così come lo sono alcuni tramonti.
Le acque (Derryclare lough foto)
Oltre che di mare, l’isola d’Irlanda è felicemente una terra d’acqua dolce, disegnata da un reticolo di laghi, fiumi e zone umide che sono una straordinaria riserva di biodiversità, oltre che una preziosa fonte di ispirazione per bellissime attività da svolgere in sicurezza e ad alto tasso di sostenibilità. Aree perfetta per godersi le gioie dell’acqua dolce irlandese sono il cuore verde dell’isola chiamato Ireland’s Hidden Heartlands, attraversato dal fiume Shannon che con i suoi 360 chilometri è il fiume più lungo di tutta l’isola, o zone come la fotografatissima area del Derryclare Lough, nella contea di Galway.
I parchi (Glenveagh park foto)
I parchi irlandesi con la cura per la difesa della flora e la fauna e, al tempo stesso, l’attenzione per la condivisione delle attività da fare all’aria aperta sono una delle testimonianze più grandi dell’amore per la natura diffusa in tutta l’isola d’Irlanda. Esempi straordinari sono il Phoenix Park, vicino al centro di Dublino, il maggior parco urbano d’Europa con una superficie di 712 ettari, e il Glenveagh National Park (contea di Donegal), di 17.000 ettari, secondo parco nazionale d’Irlanda per estensione, abitato dal più grande branco di cervi rossi dell’isola e da specie rare come l’aquila reale. Mozzafiato le vedute che si possono ammirare e bellissimi anche i giardini botanici che ospita.
Le esperienze (Foto Slieve League)
Quando la natura regna sovrana come in Irlanda, il territorio è un immenso “campo da gioco” in cui poter fare davvero un’infinità di esperienze in totale relax e senza doversi preoccupare per il distanziamento sociale. La ridotta viabilità e la presenza di percorsi bellissimi come la Great Western Greenway, nella contea di Mayo, da percorrere a piedi, in bici e a cavallo, sono la condizione perfetta per dedicarsi alla propria attività preferita con la sicurezza di non perdere la strada. Chi ama il trekking vista mare non avrà che l’imbarazzo della scelta in luoghi quali le scogliere di Slieve League, attraversate numerosi sentieri ben tracciati. In Irlanda del Nord, paradiso della mountain bike sono le Mourne Mountains.
Unica accortezza per tutte le attività: non farsi distrarre troppo dalla bellezza di ciò che si vede.
Redazione
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“Vacanze col Cuore”, il gruppo gruppo italo-olandese del "glamping", nel 2021 punta a una crescita del 50%. Nonostante i dati turistici sul turismo facciano registrare flessioni globali, il “papà del Glamping”, Loek Van De Loo, nel 2021 punta a una crescita del +50%.
Per un verso torna alle origini, acquisendo, con il Gruppo di cui è fondatore, lo storico camping “de Papillon” di Denekamp, nei Paesi Bassi, ma si espande anche in Italia, con l’apertura del nuovo Lago Idro Glamping Village ad Anfo, in provincia di Brescia.
Salgono così ad otto i resort di proprietà della holding italo-olandese.
Che cos'è il glamping?
La parola macedonia glamping nasce dalla fusione tra i vocaboli glamour e campeggio. Il glamping è di fatto un'esperienza nella quale le tradizionali attività di campeggio sono accompagnate da comodità e servizi stile resort. Esso è diventato particolarmente popolare nel XXI secolo, soprattutto tra turisti che vogliono godersi l'evasione e l'avventurosità del campeggio, senza per questo rinunciare al comfort di un hotel.
"Vacanze col cuore"
Loek Van De Loo è considerato da tutto il settore del turismo open air europeo come colui che per primo ha diffuso e incentivato la crescita e il cambiamento in chiave glamping della vacanza all’aria aperta. Soprattutto in Italia, dove ha contribuito a dare vita a un modello molto apprezzato dai vacanzieri provenienti da oltre confine. A conferma del ruolo di cardine, ADAC – il touring club tedesco che conta circa 21 milioni di iscritti – gli ha conferito il primo posto assoluto nella Hall of Fame del settore nel 2020.
Dal 2018, ha raggiunto un nuovo traguardo professionale dando vita in Italia – tra Toscana e Lago di Garda - ad un Gruppo di sei glamping resort sui generis, Vacanze col Cuore, nel quale ha sistematizzato il modello di hotel “orizzontale”. Il glamping secondo Loek Van De Loo, infatti, accoglie in sé molti punti di contatto fra turismo open air e servizi di alto livello che sono abitualmente presenti nei soggiorni alberghieri, strutturando in direzione orizzontale, appunto, l’organizzazione degli spazi e dei servizi – privati e comuni – su una superficie ampia e immersa nella natura, che l’hotel accoglie tradizionalmente in senso verticale, su architetture cementizie multipiano, ad esempio. L’orizzontalità è rispettata a partire dalla progettazione della disposizione degli alloggi, mobile home e tende lodge, diffuse sul territorio in modo da godere singolarmente di privacy e tranquillità. Nello spazio, privo di auto, sono inseriti servizi come ristoranti, cocktail bar, parchi acquatici, un modello che avvicina lo spazio glamping ad un resort car-free di alto livello, in cui l’esperienza open air cominci già dall’accommodation, che il Gruppo fa progettare e realizzare appositamente ed in esclusiva per le proprie strutture, dedicate interamente al target famiglia, giovani coppie e sportivi.
Due nuovi resort entrano nel gruppo
Nonostante le criticità ormai note del 2020, Il Gruppo Vacanze col Cuore ha premuto sull’acceleratore dello sviluppo delle proprie potenzialità e ha portato a compimento per il 2021 due importanti progetti, avviati negli anni precedenti: l’apertura di un camping sulle rive del Lago di Idro destinato a diventare il nuovo Lago Idro Glamping Boutique di Anfo (BS) con un restyling totale. Oltre le Alpi, l’inclusione di un punto di riferimento storico per il turista olandese, tedesco e belga: il camping de Papillon di Denekamp in Twente, al confine tra Paesi Bassi e Germania. Questo secondo progetto diventa il Papillon Country Resort, il primo glamping Made in Italy in Olanda, segnando di fatto un moto contrario rispetto a quanto fatto finora dal Gruppo in Italia.
“Abbiamo portato in Italia una tendenza, il glamping, che ha acquisito caratteristiche molto precise grazie alla cultura del bello che da sempre esiste qui. Quindi, dal Nord Europa, siamo scesi a sud – commenta Loek Van De Loo, fondatore del Gruppo Vacanze col Cuore, olandese di nascita ma italiano di adozione da quarant’anni – oggi ci prepariamo a fare il percorso inverso con un modello di glamping meno usuale per i nordeuropei: più curato nei dettagli, più attento al design, più ricercato e lussuoso, in un certo senso più vicino al modello di glamping che ho coltivato sul Garda e in Toscana, che gli olandesi hanno dimostrato di apprezzare molto in questi anni, soggiornando nei nostri resort italiani”.
Salgono così a otto i resort di proprietà della holding italo-olandese:
WEEKEND GLAMPING RESORT / San Felice del Benaco BS
PARK RESIDENCE IL GABBIANO / Moniga del Garda BS:
VACANZE GLAMPING BOUTIQUE / San Felice del Benaco BS
ORLANDO IN CHIANTI GLAMPING RESORT / Cavriglia AR
VALLICELLA GLAMPING RESORT / Scarlino GR
SIVINOS CAMPING BOUTIQUE / Manerba del Garda BS
LAGO IDRO GLAMPING BOUTIQUE /Anfo BS
PAPILLON COUNTRY RESORT / Denekamp NL
Lago Idro Glamping Boutique - Anfo (BS)
Sulle rive del lago di Idro e circondato dalle montagne della Valle Sabbia, qui un tempo era attivo un camping di tipo tradizionale. “Vacanze col cuore” ha creato un polo del glamping attrattivo per gli appassionati sportivi. La pesca, il sup, il kayak, il parapendio ma soprattutto la possibilità di fare bike tour (anche guidati) nei territori circostanti e con il circolo di windsurf adiacente, gli ospiti avranno a disposizione attrezzatura e natura per immergersi in un’esperienza di sport indimenticabile. Unita alla vacanza glamping, nel comfort di mobile home e tende lodge vista lago, con ristorante, bar, market, piscine, animazione e intrattenimento per i più piccoli. Ammessi animali di piccola taglia.
APERTURA prevista 20 MAGGIO 2021 – 26 SETTEMBRE 2021
(le aperture dipendono chiaramente dalle disposizioni della normativa anti-COVID)
Papillon Country Resort – Denekamp NL
Meta storica del camping nordeuropeo, sul confine tra Paesi Bassi e Germania, nella regione di Twente. Denekamp è un paradiso naturalistico e paesaggistico che la proprietà di Vacanze col Cuore ha arricchito sempre in chiave glamping con un restyling in linea con l’offerta cinque stelle del Gruppo. A partire dalle accommodation: ampie mobile home, safari tent e tende lodge spaziose che si affacciano sui laghi dell’area, balneabili e accessibili alla pesca. Gli alloggi sono progettati per essere confortevoli anche con le temperature più basse e fornite di tutti gli accessori (lavatrice, lavastoviglie, riscaldamento etc…), per garantire una fruizione da parte degli ospiti per periodi prolungati, anche in bassa stagione. A queste si aggiungono 18 bungalow in muratura, 40 piazzole per camper, caravan e tende con bagno privato e circa 200 piazzole. Per un totale di 350 tra alloggi glamping e piazzole. L’area ristorazione ha un tocco italiano con una cucina internazionale che rispetta i gusti olandesi, senza dimenticare le profonde radici italiane del gruppo. Minimarket sempre presente, animazione e intrattenimento per i più piccoli. Quest’ultimo sarà curato attentamente: il programma dell’animazione – sempre in compagnia della mascotte del Gruppo, il cagnolone Spotty - sarà organizzato con attività ludico-didattiche per conoscere ed esplorare la natura circostante, imparando ad apprezzarla e rispettarla. Fiore all’occhiello della struttura saranno gli spazi dedicati all’acqua: oltre al lago balneabile con uno scivolo alto 10 metri, sono a disposizione degli ospiti una piscina riscaldata, con tetto telescopico per renderla fruibile in caso di cattivo tempo e basse temperature, la Spotty pool per i più piccoli e lo spray park. L’intera gestione degli spazi è ecosostenibile grazie a sistemi di gestione e riutilizzo delle acque e risparmio energetico, che fanno del Papillon Country Resort un “Eco-camping” a tutti gli effetti. Inoltre, per il livello garantito è riconosciuto da ANWB, ADAC SuperPlatz e Leading Camping
APERTURA PROLUNGATA 1 APRILE 2021 – 30 OTTOBRE 2021
(le aperture dipendono chiaramente dalle disposizioni della normativa anti-COVID)
Nuove assunzioni
Per queste nuove aperture, Il Gruppo Vacanze col Cuore aprirà tra qualche settimana alcune posizioni, soprattutto stagionali per Lago Idro Glamping Resort di Anfo BS. Le figure ricercate saranno prevalentemente destinate ai servizi di intrattenimento delle famiglie e dei bambini, nelle aree ristorazione e ricevimento e per la pulizia e igienizzazione quotidiana degli alloggi. All’interno del Gruppo, i dipendenti hanno sempre l’opportunità di crescere e fare nuove esperienze: è possibile infatti chiedere di essere assegnati anche agli uffici dirigenziali e alla nuova struttura acquisita nei Paesi Bassi, dopo un periodo di training in alta stagione nei resort italiani. Lo stesso vale per le figure che lavorano nel Gruppo direttamente dai Paesi Bassi, che arrivano qui in Italia.
Le assunzioni sono sempre organizzate nell’ottica di una collaborazione di lungo periodo e di formare squadre interne di gestione di tutti i servizi, evitando l’esternalizzazione. Con questa finalità, ogni dipendente, in relazione al proprio ambito di occupazione è coinvolto in corsi di formazione che vanno dal perfezionamento delle lingue straniere, della gestione social ma anche per l’utilizzo dei mezzi o delle tecniche del ricevimento, solo per citarne alcuni. Il Gruppo lavora sulla selezione di personale giovane e dinamico da poter far crescere stabilmente all’interno degli uffici e dei villaggi per assicurarsi una squadra coesa e pronta ad affrontare le sfide continue del settore.
Per info e candidature sezione LAVORA CON NOI sul sito Vacanze con il Cuore
la redazione
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Non si può pensare ad attività proiettate nel futuro senza concentrarsi sulla sostenibilità, ed è proprio in quest'ottica che in Tirolo è nato CLAR: un programma di strategie di sviluppo sostenibile, di protezione del clima e di adattamento al cambiamento climatico.
Tra le 4 regioni tirolesi aderenti, la “Clean Alpine Region Kaunergrat” si sta distinguendo per iniziative di sensibilizzazione ed educazione al clima e agli ecosistemi di alta montagna: come la Guida Climatica Kaunertal, che consiglia escursioni da fare ad ogni condizione meteorologica.
Sappiamo ormai che i cambiamenti cliamtici hanno effetti sul turismo: le temperature medie si sono innalzate, il periodo di vegetazione è più lungo, le precipitazioni stagionali sono variate. Rispettare l’ambiente e le sue condizioni climatiche per assicurare futuro al turismo alpino è la missione del CLAR “Clean Alpine Region”. Un progetto a sostegno delle regioni turistiche tirolesi, che vogliono attuare misure ecologiche che abbiano un impatto positivo e diretto in termini economici sul turismo. Nuove offerte di mobilità elettrica, modelli di sviluppo a basse emissioni di carbonio e l’applicazione di tecnologie alpine innovative e pulite sono ad esempio alcune delle “iniezioni di sostenibilità” in grado di assicurare la conservazione dell’ambiente intatto su cui si basano le offerte turistiche tirolesi. E che aiutano a ridurre i costi di adattamento associati ai cambiamenti climatici in atto, aumentando il potenziale di innovazione e quindi la competitività delle aziende.
Al momento sono 4 le regioni tirolesi aderenti al progetto CLAR, che stanno promuovendo misure concrete per la protezione del clima, in particolare nel settore energetico. Queste sono: l’Associazione turistica delle Alpi di Kitzbühel, l’Ufficio turistico della Pitztal, l’Associazione turistica Kufsteinerland, l’Associazione turistica Tiroler Oberland (Kaunertal e Kaunergrat) . Per entrare nel progetto CLAR le regioni devono essere già Leader CLLD (https://enrd.ec.europa.eu/leader-clld_de), ovvero aver aderito agli obiettivi di sviluppo locale con il coinvolgimento degli attori locali nell’elaborazione e nell’attuazione di strategie, nei processi decisionali e nell’attribuzione delle risorse per lo sviluppo delle rispettive zone rurali. Gli uffici turistici di Kitzbühel, Olympiaregion Seefeld e Alpbachtal sono coinvolti nel progetto CLAR con lo status di osservatore, mentre la regione turistica dell'Oberland è stata l'unica candidata a ricevere la sovvenzione più alta di 200.000 euro ponendosi quindi in testa ai risultati. La regione ha convinto con il suo concetto ampio e perfettamente elaborato di sostenibilità, per la sua credibilità e per la grande partecipazione da parte dei professionisti del turismo, degli ospiti e della gente del posto.
La “Clean Alpine Region Kaunergrat”
La Kaunertal e le sue comunità circostanti, lavorano costantemente per diventare destinazione turistica rispettosa del clima nell’ambito del progetto CLAR. Entro giugno 2022 saranno implementate sette iniziative volte a rendere sostenibile la regione turistica dell'Oberland. Il primo passo è stato compiuto con la nomina della coordinatrice del progetto Elisabeth Steinlechner, che porta avanti ambiziosi obiettivi in stretto coordinamento con l'amministratore delegato di Kaunertal Tourismus, Mag. Michaela Gasser-Mark.
“Il nostro obiettivo è creare best practices comuni per il territorio. Sono in fase di sviluppo misure concrete come uscire dall’utilizzo di combustibili fossili come il petrolio, creare nuove offerte di mobilità elettrica, ripensare gli eventi e collegare direttamente il turismo al lavoro nell'ambiente naturale. Il nostro obiettivo è rimanere una regione vivibile e posizionarla con successo in termini di turismo. Nel complesso, i residenti di Kaunertal ricevono un aiuto professionale per aumentare notevolmente il loro contributo alla protezione del clima nella valle, con idee e progetti sostenibili. In questo modo stiamo rafforzando Kaunertal come regione di adattamento ai cambiamenti climatici, garantendo un'ottima qualità di vita. Anche gli ospiti del futuro apprezzeranno e riconosceranno questi sforzi” spiega Steinlechner.
Nella valle Kaunertal si trovano numerose mete interessanti, tra le quali la strada panoramica “Kaunertaler Gletscherstrasse” che porta al Ghiacciaio Weissseeferner a 2.750 m di altitudine. D’estate questa strada panoramica è particolarmente amata da motociclisti, mentre nelle altre stagioni il Ghiacciaio Kaunertal è una meta per lo sci. La valle Kaunertal è attrezzata per offrire vacanze senza barriere architettoniche ai suoi ospiti con handicap: negli hotel, nei ristoranti, presso le attrazioni culturali e naturalistiche c’è sempre un accesso facilitato ai visitatori in sedia a rotelle. Assolutamente da visitare il Parco Naturale Kaunergrat, per scoprire la natura locale in compagnia di guide alpine, biologi e contadini del posto. Per i cicilisti invece la Kaunertal offre itinerari ciclabili a lunga percorrenza, come la via ciclabile della valle dell'Inn e l'antica strada romana Via Claudia Augusta, di interesse anche storico per via di testimonianze dell’epoca.
Escursioni consigliate in base alle condizioni climatiche per essere sempre in armonia con la natura e sicuri sui sentieri. Tra le misure di sensibilizzazione e di educazione al clima di alta montagna e di adattamento al cambiamento climatico già in atto nella Kaunertal, c’è la Guida Climatica Kaunertal. Questa raccolta di 46 escursioni non solo fornisce un importante lavoro educativo sui cambiamenti climatici in alta montagna, ma soprattutto offre agli escursionisti indicazioni precise su quali siano i percorsi più sicuri da fare in base alle stagioni e alle condizioni climatiche. La guida tiene conto di dettagli che spesso mancano nelle guide escursionistiche classiche, come l'esposizione del percorso che può essere molto importante ad esempio nella scelta dell'orario di partenza, ma soprattutto il meteo e le stagioni, che sono variabili da considerare attentamente nella scelta di un tour. La guida climatica è disponibile anche online con la possibilità di "filtrare" giornalmente i tour in base alla stagione, all'esposizione e alle condizioni meteorologiche, e di scegliere così quelli consigliati più sicuri. Il tempo in montagna non si giudica, ma valutandolo attentamente riserva sempre delle opportunità!
Tirol Change Award: premio alla sostenibilità
Vivere in armonia con la natura puntando su scelte alimentari consapevoli è l’altra grande partita per la sostenibilità che il Tirolo sta giocando in questi anni e che vuole rafforzare nel post pandemia. La cucina regionale, biologica, genuina e nutriente si trova alla base di una filosofia di vita rispettosa dell’ambiente e delle generazioni future. Per questo il primo premio Tirol Change Award è andato quest’anno ad Heinz Gstir, fondatore del marchio biologico "Bio vom Berg". Il contadino originario di Niederndorferberg nella regione di Kufstein iniziò negli anni '90 a convertirsi ai metodi di produzione biologica per realizzare prodotti di alta qualità. In breve tempo aumentarono le aziende agricole biologiche in tutto il Tirolo e con esse l’esigenza di creare dei sicuri canali di distribuzione. Oggi "Bio vom Berg" è il marchio distributore di oltre 600 agricoltori di montagna e a sua volta produttore di altissima qualità. All'inizio c'erano solo otto prodotti della linea “Bio vom Berg”, oggi sono oltre 150. Dal muesli allo yogurt e al succo di mela, c'è di tutto.
Per i criteri di sostenibilità, efficienza economica, capacità innovativa ed internazionalità che contraddistinguono il marchio "Bio vom Berg", una giuria esterna insieme alla popolazione tirolese l'11 febbraio 2021 ha premiato Heinz Gstir, vincitore del “Tirol Change Award”, tramite votazione online. In tutto erano nove i candidati in lizza per il “Tirol Change Award”. Tra questi c’era anche lo Zillertal Bier, il più antico birrificio a conduzione famigliare del Tirolo, che ha dichiarato l’obiettivo a medio termine di neutralizzare al massimo le emissioni di CO₂ nel processo di produzione della birra e di diventare un birrificio a rifiuti zero.
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Josef Margreiter e Heinz Gstir alla premiazione del Tirol Change Award
© Lebensraum Tirol Holding
per ulteriori informazioni consultate il sito del Tirolo
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Per chi ama gli animali i cani sono tutti meravigliosi, ma c'è una razza che fa stringere il cuore anche dei più insensibili, e questo è il caso del San Bernardo. Pacioso, affettuoso anche un po' impacciato, è il re dei salvataggi in montagna.
Se decidi di trascorrere qualche giorno nel Vallese, uno dei 26 cantoni svizzeri, situato nella parte sud-occidentale della nazione, attorno alla valle del Rodano, la possibilità di entrare in contatto con questi animali straordinari è certamente un plus.
E' infatti a partire dalla fine del 17esimo secolo che i monaci dell’ordine di Sant’Agostino allevano sul Gran San Bernardo l’omonimo cane. Ancora oggi questa tradizione viene mantenuta in vita dall’ospizio e dalla Fondazione Barry a Martigny e durante tutta l’estate è possibile visitare questi splendidi esemplari, ormai simbolo della montagna svizzera e diventati famosi soprattutto grazie alle loro qualità di cani da valanga. Un’esperienza indimenticabile è quella di passeggiare in loro compagnia. Pare che il più famoso fra loro, il leggendario Barry, abbia salvato la vita a oltre quaranta persone.
La Fondazione Barry, che prende il nome da questo “eroe” del Vallese a quattro zampe, è stata fondata nel gennaio 2005 a seguito dell'acquisizione dei canili da riproduzione dal Grande ospizio di San Bernardo (Ordine Sacro del Grande Monastero di San Bernardo) insieme ai famosi animali presenti nel canile. Da allora, la fondazione è stata proprietaria del più antico e famoso centro di allevamento di questi animali da salvataggio. La Fondazione Barry ha attualmente 28 cani femmine e sei maschi. Fedele alla tradizione di San Bernardo, la Fondazione alleva cani a pelo corto. Nel centro nascono ogni anno circa 20 cuccioli, e proprio lì un'equipe di esperti monitora il loro sviluppo e si occupa del loro benessere e del loro addestramento. La Fondazione, dotata delle necessarie certificazioni, fornisce esemplari sia alla Fondazione Bernard e Caroline de Watteville sia al Great St. Bernard Hospice.
Sempre nel 2005, Bernard e Caroline de Watteville hanno creato la fondazione che prende il loro nome con l'obiettivo di trasformare il vecchio arsenale militare in un'attrazione turistica dedicata alla storia del Grande San Bernardo e dei suoi cani leggendari. L'intero progetto è stato ideato e progettato da Leonard Gianadda ed è situato in un ex arsenale, accanto a un anfiteatro romano. Qui vengono organizzate anche mostre temporanee. Il canile e l'area di cura dei San Bernardo si trovano al piano terra.
Un'altra struttura da visitare per gli amanti del genere è il Grande Ospizio di San Bernardo, situato a 2.469 metri sul livello del mare, fu costruito nel XI secolo per offrire rifugio ai viaggiatori e ai pellegrini. A partire dalla metà del XVII secolo, i monaci avrebbero tenuto lì cani di grossa taglia come guardie e accompagnatrici. La presenza di questi cani nell'Ospizio è attestata da documenti dell'anno 1695, nonché dagli appositi registri dell'Ospizio del 1707. In breve tempo, i cani venivano anche usati per scortare i viaggiatori e salvare le persone disperse nella neve e nella nebbia. Oggi, la principale stazione di allevamento della Barry Foundation si trova a Martigny.
Oltre al fascino di questi animali, nel Vallese ogni escursionista può trovare il sentiero che fa al caso suo. Su cime elevate, attraverso profumati boschi di larici, su ponti sospesi, lungo mulattiere o vigneti. Oltre 8000 km di sentieri escursionistici attendono di essere scoperti. Percorsi in alta quota e circuiti vi faranno passare attraverso a prati alpini, sopra a ruscelli fruscianti, lungo laghi di un blu intenso su cime da cui si gode di una vista mozzafiato. Con un po’ di fortuna, ci si può imbattere in marmotte, camosci o stambecchi.
Attorno al borgo di Martigny è possibile inoltre passeggiare tra vigneti terrazzati ammirando il castello medievale e il grazioso villaggio vinicolo di Plan Cerisier, con una bella vista sulla valle del Rodano.
Per generazioni, i viticoltori hanno coltivato sui pendii soleggiati grazie a una complessa rete di terrazze e il sostegno di muri a secco. Lungo i sentieri, tra i vigneti, sono presenti dei pannelli che illustrano le tecniche di coltivazione della vite, le tradizioni locali, la fauna selvatica e la storia. Un sentiero conduce al castello medievale di Martigny, con ricostruzioni di armi d'assedio nel cortile aperto. E' possibile salire sulla torre per ammirare un panorama a 360 gradi su tutta la vallata. All'estremità del circuito, la frazione vinicola di Plan Cerisier ospita graziose case, tradizionali granai di legno "mazot" e il più piccolo "museo dei mazot" della Svizzera. La vista dall'ampia e ombrosa terrazza del bar-ristorante su Martigny e sulla valle del Rodano è superba. Il tratto finale è una piacevole passeggiata in città lungo il fiume Dransel.
Un consiglio per la cena: la Steakhouse Martigny Brasserie situata nella piazza centrale di Martigny, con una terrazza ombreggiata da platani e un'atmosfera mediterranea, fa servizio non-stop, che per essere in Svizzera non è male.
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