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Sulle orme di Smetana. Un itinerario in musica
Fuori dai confini cechi, più del suo nome è famoso il suo capolavoro “La Moldava”, poema sinfonico (e fortemente simbolico) le cui note sono conosciute in tutto il mondo. Di Bedrich Smetana ricorrono i 195 anni dalla nascita e i 135 dalla morte. Quale modo migliore di celebrarne il genio di un itinerario sulle sue orme? Ecco dove andare e cosa vedere.
Di origini non nobili, Bedrich Smetana –il più celebre compositore ceco al mondo- nacque “quasi” a corte. Era il 2 marzo 1824: suo padre lavorava come mastro birraio nel birrificio di palazzo a Litomysl, in Boemia orientale, e la famiglia alloggiava in un appartamento che apparteneva al castello, oggi sotto tutela Unesco come eccellenza architettonica rinascimentale. Forse fu proprio il nascere tra tanta bellezza a condizionare la futura carriera di Bedrich da sensibile artista… Certo deve molto alla sensibilità dei suoi genitori, decisi a incentivare il suo evidente e precoce talento musicale. Il piccolo infatti suonava il violino già prima di andare a scuola e iniziò a comporre a soli 8 anni. Da adulto andò all’estero, in Svezia, ma poi non poté che tornare tra le braccia della sua Cechia, dove scelse Praga per vivere, studiare, lavorare e infine morire, all’età di 60 anni.
Il grande successo delle opere di Smetana fu più che altro postumo. Sta di fatto che oggi il suo capolavoro “La Moldava” è applaudito in tutto il globo. La Moldava è il fiume di Praga, ma è anche il fiume nazionale del popolo ceco ed è soprattutto il fiume di Smetana. Perché se attraversando l’altro simbolo del Paese, il Ponte Carlo, è una melodia generale di acqua, pietra, guglie e luci a rapire il viandante, il celebre compositore ha saputo catturare nelle note e regalare al mondo la poesia dell’intero corso del fiume, dalla sorgente nella Selva Boema fino all’incontro con l’Elba, poco dopo aver bagnato la capitale. Dal titolo originale “Vltava” (nome ceco del fiume), il suo è il secondo di sei poemi sinfonici che il compositore intitolò “Ma vlast”, ovvero “La mia patria”. Metafora della vita, la composizione romantica è un inno alla natura. La musica incalza lo scorrere dell’acqua ed evoca immagini vivide, con ritmi diversi per scorci sempre nuovi. Nell’ordine, descrive: la sorgente, il corso del fiume (melodia-ritornello), la caccia nei boschi, una festa di nozze contadina, la pianura di notte, le cascate, l’attraversamento trionfale di Praga e l’addio (confluenza nell’Elba). Nell’incedere dell’acqua è quindi possibile leggere anche il cammino dell’uomo verso un obiettivo. E’ un cammino convinto, deciso, carico di speranza, che fa di tutto ciò che incontra esperienza, arricchimento.
Nel suo doppio anniversario, l’invito è dunque a ricalcare le orme di Smetana come pretesto per scoprire quegli stessi struggenti panorami che gli catturarono il cuore e lo spartito. Dopo che, grazie all’incantesimo della musica, avete sognato il fiume, preparatevi a vederlo dal vivo, a seguirne il poetico corso tra paesaggi di sogno. La Moldava nasce con una doppia sorgente tra i boschi della Selva Boema, vasta e affascinante zona montuosa della Boemia sudoccidentale, estesa lungo il confine con la Germania e l’Austria. Un paradiso verde, con alte vette, torbiere lucenti, laghi glaciali, fragorose cascate e foreste vergini. Insieme alla zona che si distende ai suoi piedi, detta Posumavi, offre al turista uno degli scorci più belli e rigogliosi della Repubblica Ceca. Oltre ai capolavori della Natura, sono concentrati qui diversi castelli (Kasperk, Svihov, Kratochvile e Rabi) e altri monumenti dell’uomo, inclusa la diga di Lipno che regala l’omonimo lago artificiale, apprezzata area turistico-ricreativa perfetta per le famiglie. In inverno, poi, l’area si trasforma in un gettonatissimo circo bianco per sciatori più o meno esperti, uno dei tanti a disposizione sulle montagne della Selva Boema. Sempre al genio dell’uomo si deve anche il Canale di Schwarzenberg, vero e proprio monumento d’ingegneria. Il canale, largo appena 4 metri, corre per 44 chilometri lungo il confine ceco-tedesco e ceco-austriaco e collega il corso della Moldava a quello del Danubio. Costruito tra fine ‘700 e inizio ‘800, porta la firma dell’architetto e ingegnere civile ceco Josef Rosenauer, cui fu commissionato dagli Schwarzenberg per poter rifornire Vienna di legname. A impreziosirne il corso, in parte incanalato in un tunnel, due porte in pietra in stile neogotico e napoleonico. Per organizzare la vostra vacanza lungo il fiume –a piedi, in bici e in navigazione- è utilissimo consultare il sito www.vltava-river.com, disponibile anche in inglese.
Oltre all’affascinante e variegato corso del fiume, è possibile però inseguire altrove le tracce di Smetana come uomo e come artista. L’itinerario spazia quindi in lungo e in largo, toccando i luoghi salienti della sua vita e della sua carriera. Si parte naturalmente da Litomysl, dove nacque. La città è una perla preziosa incastonata nel verde e incontaminato paesaggio della Boemia orientale. Il suo centro storico, con l’intera collina con il castello sapientemente restaurata, è sotto tutela Unesco da 20 anni. Per celebrare l’evento sono previsti numerosi eventi, che culmineranno –il secondo weekend di settembre- nell’inaugurazione nazionale delle Giornate europee del patrimonio. A Litomysl è prevista anche la Festa Italiana, in omaggio a quel Rinascimento che ha plasmato il volto di questa città-capolavoro. Fino al 7 luglio, tra l’altro, incapperete nel Festival Internazionale di Musica “Smetanova Litomysl” (Litomysl di Smetana), tra i più antichi della Repubblica Ceca. Nel complesso del castello è aperta al pubblico la casa natale di Smetana, dove rintracciarne l’infanzia ma anche scoprire gli altri luoghi legati alla vita del compositore, tra cui Göteborg e Praga. Proprio a Praga dal 1926 è aperto il Museo Bedrich Smetana, non lontano dal Ponte Carlo. Qui, con vista sulla “sua” Moldava, all’interno dell’edificio neo-rinascimantale che un tempo ospitava l’acquedotto della Città Vecchia, sono riassunte la vita e l’opera del compositore, grazia anche un’esposizione di oggetti personali, tra cui il pianoforte. Davanti al museo sorge il monumento che la città gli ha dedicato. Omaggio “impalpabile” della capitale al compositore anche il fatto che la celebre Primavera di Praga, importante festival di musica classica, si apre tutti gli anni il 12 maggio (anniversario della morte di Smetana) e rigorosamente con l’esecuzione de “La Moldava”. Tra i luoghi di Smetana nella capitale, anche il Teatro Nazionale di Praga dove furono rappresentate le sue opere teatrali e dove fu direttore d’orchestra dal 1866. L’itinerario sulle sue orme conduce poi a Nord di Praga, nei pressi di Mlada Boleslav, dove –ospite della figlia e del genero nella casetta del guardacaccia di Jabkenice-visse i suoi ultimi anni, compose le sue ultime opere e completò il ciclo de “La mia patria”, nonostante la sordità sopraggiunta. Ultima tappa, inesorabilmente, il cimitero di Vysehrad a Praga, dove è sepolto.
La Redazione
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Non tutti accolgono la stagione estiva con la stessa gioia o con la stessa voglia di mare: per alcuni estate significa caldo, calca, file interminabili in autostrada e tanto tanto fastidio. Per tutti quelli che in estate fuggirebbero volentieri lontano dall’equazione costume – pareo – sdraio, la meta ideale è la Gran Bretagna. Pronta a sfatare il mito di essere grigia e noiosa l’intera regione, dall’Inghilterra alla Scozia, si prepara ad un mese di agosto ricco di eventi. Infatti fra arte contemporanea, festival di musica rock e festival tradizionali ci sarà davvero un po’ di tutto. Magari anche l’occasione per migliorare il proprio inglese…
Brighton Pride, Brighton, Inghilterra
2 – 4 agosto
Il Brighton Pride 2019 prenderà il via con l'annuale Pride Community Parade, uno spettacolo visivo abbagliante che vede la variegata comunità di Brighton e Hove scendere in piazza in un evento che parla di unità e uguaglianza, con oltre 200.000 partecipanti. La festa continuerà con The Pride Festival a Preston Park, con spettacoli di intrattenimento, vari luoghi dove ballare, cabaret, un lunapark, un'area per famiglie e un mercato. Il Pride Village Party porterà i festeggiamenti a St James Street e sull'iconica passerella della città, la Marine Parade. Dopo lo show dell’anno scorso che ha visto esibirsi Britney Spears, quest’anno lo scettro passerà ad un’altra icona del mondo LGBT: Kylie Minogue, in scena il 3 agosto. A seguire, il giorno dopo, Jessie J e Grace Jones.
Edinburgh Festival Fringe, Edimburgo, Scozia
2 – 26 agosto
Ogni agosto per tre settimane la città di Edimburgo, la capitale della Scozia, accoglie un'esplosione di energia creativa da tutto il mondo. Ogni anno migliaia di artisti si esibiscono su centinaia di palchi in tutta Edimburgo per presentare spettacoli per tutti i gusti. Dai grandi nomi del mondo dello spettacolo agli artisti sconosciuti che cercano di costruire le loro carriere, il festival si rivolge a tutti e include teatro, commedia, danza, teatro fisico, circo, cabaret, spettacoli per bambini, musical, opera, musica, parola, mostre ed eventi. 300 luoghi di Edimburgo per oltre 3000 spettacoli.
Bristol International Balloon Fiesta, Bristol, Inghilterra
8 – 11 agosto
Il più grande evento all'aperto della città si tiene ogni anno presso la Ashton Court Estate, ed è anche il più grande evento del suo genere in Europa. Si tratta infatti di una riunione di Mongolfiere che ogni anno attira fino a 130 palloni aerostatici da tutto il mondo. I voli delle mongolfiere all'alba e all'ora del tè sono uno spettacolo da vedere almeno una volta nella vita, con oltre 100 di loro pronti a decollare e poi spettacoli di fuochi d'artificio col favore delle tenebre. Più di mezzo milione di persone partecipano alla festa, che offre quattro giorni di divertimento e senza pagare nessun biglietto.
The Garlic Festival, Isola di Wight, Inghilterra
17 – 18 agosto
Anche gli amanti dell’aglio verranno messi a dura prova da questo insolito festival: gelati, gelatine, caramello e birra sono solo alcuni degli insoliti prodotti a base di aglio che spopolano durante il Garlic Festival dell’Isola di Wight, un festival unico che si tiene dal 1983 nel terzo fine settimana di agosto. Il protagonista dell’evento è appunto l’aglio, prodotto direttamente sull’isola e fornito dalla pluripremiata Garlic Far per essere mangiato, bevuto o acquistato! Questo appuntamento attira circa 25.000 persone ogni anno e offre musica dal vivo e animatori per bambini, e, ovviamente, una grande quantità d'aglio! (Voi non scordate dentifricio e collutorio, mi raccomando.)
Reading Festival & Leeds Festival, Reading/Leeds, Inghilterra
23 – 25 agosto
Non c’è bisogno di presentazioni per il più importante festival di musica rock della Gran Bretagna che è anche il più longevo. La prima edizione, infatti, ebbe luogo nel 1961 e da allora i più importanti nomi della musica Rock si sono esibiti sul suo palco: dai Rolling Stones agli Whoo, dai Deep Purple ai Pink Floyd. Il Festival prevede esibizioni uniche in entrambe le location nell'arco di tre giorni, con 100.000 spettatori a Reading e oltre 80.000 a Leeds per ascoltare le superstar del rock globale.
Notting Hill Carnival, Londra, Inghilterra
24 – 26 agosto
Vi ricordate il timido e impacciato libraio del film “Notting Hill”? Chissà cosa penserebbe quel maldestro Hugh Grant di questo appuntamento…
Il Notting Hill Carnival è uno degli eventi più attesi dell’estate londinese: dal 1969 la comunità caraibica di Londra celebra ogni estate le proprie tradizioni con questo grande festival gratuito. I festeggiamenti 2019 prenderanno il via già il sabato con musica dal vivo e street food ma saranno i giorni di domenica 25 e lunedì 26 agosto a vedere il vero spettacolo del Carnevale: le sfilate con musica, carri allegorici e costumi favolosi. Ci saranno gruppi intenti a suonare Soca e Calypso, drum 'n' bass, R & B e reggae. Le esibizioni dal vivo includono anche performance di band locali, artisti internazionali e musicisti provenienti da tutto il mondo, oltre a centinaia di bancarelle di cibo caraibico. Casomai alla fine, anche se avete deciso di abbandonare il costume, vi venisse voglia di esotico.
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di Sara Rossi
Se il desiderio è quello di passeggiare nella perfezione, senza una meta ben precisa, il luogo ideale è Bruges, cittadina medievale delle Fiandre Occidentali. Sostanzialmente perfetta, abbina un’architettura graziosa, con il suo dedalo di vie di impianto vichingo, le sue casette a punta dalle vetrate inglesi o con movimentati bowindow ad un’offerta quasi inspiegabile di birrerie, cioccolaterie, ma anche musei dove apprezzare opere di famosi artisti fiamminghi. Cosa chiedere di più da una vacanza breve o lunga che sia? Di attraversare quelle strade con la persona del cuore. Con quel pizzico di romanticismo interiore il mix sarà esplosivo. Interiore sì, perché la città è di una grazia che sembra finta, così lontana dai nostri borghi chiassosi e animati. Pulizia, ordine, nessuna auto parcheggiata lungo le vie, i veicoli vanno lasciati in uno dei quattro parcheggi cittadini e poi si usano le gambe, i mezzi pubblici, le bici, oppure i calessi trainati dai cavalli e lanciati da audaci cocchieri a tutta velocità per le strade del centro. Bruges è, a ragione, dal 2000 patrimonio dell’Unesco, e non è necessario dare molte spiegazioni, bisogna visitarla senza fretta, da perfetti flâneurs, come direbbe Baudelaire.
Si respira un forte senso di tranquillità e sicurezza, nessuna inferriata, lucchetto, non credo di aver incrociato un poliziotto o un vigile per tutta la mia permanenza.
La cittadina belga è nata come centro commerciale, fu infatti fondata nel IX secolo a seguito dell’approdo dei Vichinghi, si pensa che la sua denominazione ‘Brugge’ derivi dal termine scandinavo ‘Brygga’ che significa appunto pontile, luogo di attracco. La sua posizione sul fiume Zwin, imbrigliato in canali funzionali al flusso delle chiatte, e la sua vicinanza al Mare del Nord, l’hanno resa in origine un porto di importanza internazionale. Nei secoli, la sua centralità economica ha conosciuto alterne fortune, sino ad affievolirsi del tutto, per lasciare posto, oggi, ad un centro che riconosce nel turismo una delle sue principali fonti di reddito.
Punto iniziale per l’esplorazione della città è la Piazza del Mercato (Markt). Circondata dagli edifici colorati e sontuosi delle gilde, le corporazioni mercantili medievali, e con al centro la Torre campanaria del Belfort, è il simbolo dell’intera città. Salendo i 336 gradini della Torre, alta 83 metri, e che oggi pende sulla sinistra di oltre un metro, un tempo magazzino e successivamente archivio della municipalità, si può avere una bella visione panoramica di Bruges. Il cortile interno del Belfort è il luogo ideale dove ascoltare il suono del carillon, sono ben 47 le campane situate all’interno della torre, che tutto l’anno, il mercoledì, il sabato e la domenica, dalle 11 alle 12, danno vita ad un vero e proprio concerto. D’estate si bissa anche il lunedì e il mercoledì dalle 21 alle 22. Prima del XVI secolo le campane della torre erano azionate manualmente e scandivano la vita cittadina, come l’apertura delle porte civiche, l’inizio e la fine dell’attività lavorativa, poiché era proibito all’epoca lavorare con una luminosità insufficiente. Dal 1523 un tamburo, azionato da un orologio automatizzò alcune campane, come quella delle ore, ma fu solo con la creazione del carillon che fu possibile suonare vere e proprie partiture musicali. Dal 1604 le autorità cittadine assunsero un suonatore di carillon per le melodie dei giorni festivi e di mercato.
Per gli appassionati di storia moderna, proprio sulla piazza del Markt, si trova l’Historium Bruges che permetterà di immergersi nella vita quotidiana della città durante il XV secolo. Non si può soggiornare nelle Fiandre senza lasciarsi suggestionare da almeno un assaggio di pittura fiamminga. Imperdibile il Museo Groeninge dove ammirare le opere dei Primitivi Fiamminghi. Si tratta di uno dei musei più interessanti di Bruges, in cui si trova il capolavoro di Van Eyck: ‘La Madonna con il canonico Van der Paele’. Per chiudere il cerchio, si può raggiungere l’Ospedale San Giovanni, edificio del XI secolo, che ospita il Museo Memling che accoglie sei celebri opere Hans Memling, tra le quali il ‘Reliquario di Sant’Orsola’. Dal Belfort, in pochi passi, si raggiunge Piazza Burg, il borgo, dove visitare la Basilica del Sacro Cuore e il Municipio con i suoi interni barocchi. Durante l’estate in questa piazza quasi ogni sera si svolgono concerti ed è facile trovare gruppi di turisti cimentarsi nelle danze più disparate.
A Bruges si trova anche un Beghinaggio, con le sue casette bianche, immerse nel verde, è un’area recintata abitata ancora oggi da suore dell’ordine di San Benedetto e che permette di immergersi in un’atmosfera senza tempo. E' stato fondato nel 1245 da Margherita di Costantinopoli, contessa di Fiandra e ha ospitato beghine sino al 1928. Oggi fa parte dei beghinaggi fiamminghi iscritti dal 1998 nell'elenco dei Patrimoni dell'Unesco.
Una menzione speciale la meritano i mulini a vento. Sulle collinette sulla riva sinistra dello Swin, in direzione Damme, se ne trovano diversi, strutture leggere che con le loro pale sembrano spiccare il volo. L’ideale è percorrere in bicicletta i sei chilometri di ciclabile che raccordano Bruges alla piccola Damme, lo stesso tragitto lo si può fare a bordo di un battello a vapore. Il borgo, che prende il suo nome dall’olandese ‘Dam’, diga, è delizioso, costruito come avamposto di Bruges, è una cittadina dove è possibile visitare il mulino a vento Sint-Janshuis Mill, ancora funzionante e aperto al pubblico.
Il fascino di Bruges non può non passare da quello delle sue specialità gastronomiche: la birra e il cioccolato.
Gli amanti del nettare ambrato avranno due tappe obbligate, il Museo della Birra da De Halve Maan, uno dei birrifici più antichi del mondo dove con un tour guidato si segue passo passo il processo di produzione della birra, con la possibilità di assaggiarne un boccale appena spillato. La seconda meta è il Bourgogne des Flanders, birrificio dove il must è l’assaggio di sei tipi di birra seduti sulla terrazza esterna in riva al fiume, dalla Hop Stuff, ambrata con solo il 3,5% di gradazione alcolica, alla Bougogne des Flanders, vessillo del birrificio, dalle note fruttate, sino alla Timmermans Strawberry Lambicus, estiva e al gusto di fragola, ideale per accompagnare il dessert.
Le vie pullulano di cioccolaterie, vetrine di cioccolatini di ogni formato e per tutti i gusti, una tappa immancabile è Chocolate Line, locale gestito dallo “Shock – o – latier” Domenique Persoone che con i suoi gusti innovativi come bacon, wasabi, tabacco, ha reso il suo cioccolato famoso in tutto il mondo.
Insomma Bruges è davvero incantevole, romantica al punto che la leggenda narra che una volta arrivati al Minnewater Park, delizioso parco incastonato tra gli alberi, dove si trova il Lago ribattezzato dell’Amore, se si percorre in coppia il ponte che lo sovrasta il sentimento suggellato da questo passaggio rimarrà eterno. In epoca medievale si narrava invece che nel lago abitasse un mostro infernale, poi l'aura romantica e la delicatezza di cioccolatini e waffles, il dolce tipico belga, ha ammantato tutta la città rendendola una meta che ognuno dovrebbe annoverare tra i suoi viaggi.
Per ulteriori info sulle Fiandre: https://www.visitflanders.com/it
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La regione numero uno in Germania per beni culturali offre ovunque spunti irresistibili per una vacanza di evasione all’insegna di arte, musica, storia ma anche svago, relax e divertimenti
Il fascino della Sassonia non si concentra solo nelle grandi città di Dresda, Lipsia o Chemnitz. In tutte le regioni, dal Vogtland all’Alta Lusazia, aleggiano atmosfere millenarie e si conservano testimonianze di un passato ricco e glorioso. Importanti secoli di storia in Sassonia ci lasciano in eredità un firmamento di borghi affascinanti da visitare, tutti diversi e unici nel loro genere per caratteristiche geografiche, storiche, artistiche e culturali. Vediamone alcune.
Meissen. Raggiungibile da Dresda anche in bicicletta seguendo la via ciclabile del fiume Elba, Meissen vi aspetta con più di 1000 anni di storia, il castello di Albrechtsburg (il più antico della Germania), il Duomo gotico, la manifattura della porcella del celebre marchio MEISSEN e i deliziosi vini sassoni dei suoi vigneti. Il cuore del centro storico di Meissen è attraversato da un dedalo di stretti vicoli medioevali che è un piacere percorrere fino alla Burgberg. La vista dall’alto è caratterizzata da spioventi tetti rossi di forma irregolare, da deliziose case rinascimenti, romantici cortili e botteghe, mentre all’orizzonte si profila la verdeggiante e fluviale Valle dell’Elba.
Pirna. Tra Dresda e la Svizzera Sassone, la Valle dell’Elba si fa particolarmente bucolica. Alle porte di questa straordinaria natura da esplorare, c’è Pirna, vivace cittadina famosa per essere stata dipinta dal pittore veneziano Bernardo Bellotto. La veduta immortala la Marktplatz da cui comincia passeggiata nel passato verso il Municipio, la casa di Canaletto e la Chiesa di St. Marien, con un fonte battesimale in pietra di arenaria, vero gioiello. Pirna è la porta d’accesso del Parco Nazionale della Svizzera Sassone, che offre varie opportunità di fare sport, arrampicata e trekking: il più famoso è il sentiero del Malerweg (dei pittori romantici). Da Pirna si può inoltre prendere uno dei piroscafi a pale della storica flotta "Sächsische Dampfschiffahrtsgesellschaft” ed esplorare la romantica Valle dell'Elba.
Grimma. Lipsia dista appena una venitina di chilometri ma Grimma giace in un paradiso di pace e tranquillità. Da sempre considerata rifugio nella quiete dai sovrani di Sassonia e da uomini di cultura. Colpiscono in particolare il Municipio dal frontone rinascimentale, la Frauenkirche con le sue due torri, il collegio St. Augustin e il ponte in pietra sul fiume Mulde, firmato dall’architetto Poppelmann, lo stesso dello Zwinger di Dresda. Non lontano dal centro si possono visitare le rovine del monastero medioevale di Nimbschen, dove visse Katharina von Bora, prima di convertirsi al Protestantesimo e di sposare Lutero.
Città di confine in Alta Lusazia:
Görlitz. È la città più orientale della Germania da visitare per ripercorrere mezzo millenio di architettura europea e per ammirare il patrimonio di palazzi sapientemente restaurati, che vanno dal tardogotico al barocco, dal rinascimento al liberty. L’intero nucleo storico ed edifici come lo Stadttheater, il mercato coperto e la stazione ferroviaria testimoniano l’epoca fiorente di Görlitz. Da non perdere la Chiesa di San Pietro e Paolo con lo splendido “Sonnenorgel” (organo del sole) e il "Kulturhistorisches Museum" per saperne di più sulla storia della città. Ma Görlitz prende anche l’appellativo di Görliwood, meglio conosciuta nel mondo per essere la città dei film, set cinematografico di grandi pellicole internazionali, che ha conquistato registi come Tarantino e Wes Anderson. Attraversato il ponte Friedensbrücke (il ponte della pace) che scavalca il fiume Naisse, si arriva a Zgorzelec, la città gemella polacca di Görlitz, che dal 1998 è idealmente riunita a Görlitz sotto il titolo di Europastadt Görlitz| Zgorzelec, nell’intento di creare un’unica realtà incurante del confine politico e permeata da una frizzante atmosfera tedesco-polacca. Ogni estate Görlitz e Zgorzelec si trasformano per tre giorni in un fantasioso palcoscenico teatrale con il festival di teatro di strada ViaThea.
Zittau. Là dove i confini di Germania, Polonia e Repubblica Ceca si incntrano, sorge Zittau. Lungo i suoi antichi vicoli si percorrono 750 anni di storia e ci si cala in un’epoca in cui la città, grazie al commercio e alla damascatura era ricca e potente. I tessuti pregiati hanno fatto la storia di Zittau, che ancora oggi ne conserva esemplari di grande valore, come per esempio due veli quaresimali di epoca medievale. Il più notevole è il Grande Velo del 1472 impreziosito da 90 scene della Bibbia ed esposto nel Museo della Chiesa di Santa Croce. L’altro velo, più piccolo ma non meno pregiato, risalente al 1573, è conservato nel Kulturhistorische Museum, all’interno del Franziskanerkloster. Entrambe le sedi espositive si trovano sulla strada turistica nota come Via Sacra. Il centro storico, perfettamente conservato, è un capolavoro a cominciare dal Municipio e dalla Chiesa di St. Johannis con una torre panoramica alta 60 metri. Per una fuga nel verde, bisogna andare sui Monti di Zittau, paradiso dei trekker, raggiungibile con la ferrovia a scartamento ridotto a bordo di treni a vapore.
Città minerarie nei Monti Metalliferi:
Freiberg. Questa piccola città porta ancora evidenti tracce del fiorente passato legato all’estrazione dell’argento. Intorno al centro storico ci sono ancora oltre 550 fabbricati, oggi monumenti cittadini, che testimoniano quest’era mineraria. Tra questi il castello Freudenstein, custode dell’eccezionale mostra Terra Mineralia, la collezione privata più grande al mondo con oltre 3500 minerali e pietre preziose provenienti da ogni angolo del pianeta.
Le miniere si possono visitare, tra cui la più grande e antica della Sassonia, scegliendo diversi percorsi e scendendo anche fino a 180 metri sotto terra. Momento clou dell’anno per conoscere le tradizioni e la dura vita dei minatori è l’Avvento, periodo in cui si tengono le tradizionali parate delle corporazioni dei minatori in cui si rievoca il loro forte desiderio di luce.
Annaberg-Buchholz. Splendidamente situata sullo sfondo dei Monti Metalliferi, Annaberg-Buchholz è una cittadina mineraria ricca di tradizioni uniche e artigianato di pregio. L’estrazione dell’argento nel XIV secolo portò molta ricchezza e furono edificate importanti chiese come la chiesa di St. Annen famosa per l’altare dipinto con scene di vita dei minatori. Alla fine dell’epoca mineraria seguì quella dell’intaglio del legno, diventata un’arte esportata in tutto il mondo. Proprio nel centro di Annaberg-Buchholz, la Fabbrica dei Sogni introduce i visitatori nel mondo dell'arte popolare dei Monti Metalliferi, alla scoperta di oltre 1.500 oggetti di legno intagliati a mano, tra cui le famose decorazioni natalizie della regione.
La Redazione
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di Gloria Giovannetti
Se siete alla ricerca di un itinerario fuori dalle solite rotte, ecco la nostra proposta: il Var, nel cuore della regione Provenza-Alpi-Costa Azzurra, una gemma striata di verde e di azzurro, tra le più variegate e affascinanti di Francia, incastonata nel porfido rosso delle calanques, le imponenti scogliere a strapiombo sul mare cristallino e generoso, in mezzo alle quali si aprono spiagge di sabbia e sassi, baie segrete circondate da una natura verde, esuberante e selvaggia. Dietro, un incredibile mosaico di boschi, pianure, laghi, fiumi e gole che crea quel mix unico che costituisce la vera identità del dipartimento, affacciato sul mare, ma in stretto contatto con la montagna.
Una terra che unisce l’anima della Provenza alla luminosità della Costa Azzurra, perfetta sia per chi ama le grandi emozioni sia per chi predilige il relax o lo sport: randonnée, bicicletta, tutti gli sport del mare, golf, kayak. . . . . . . Ma anche adatta agli innamorati della cultura e dell’arte, Tolone, la capitale, ne è un fulgido esempio, come agli appassionati di enogastronomia che qui trovano la prima e più interessante regione produttrice di vino rosé del mondo e una cucina autentica, basata essenzialmente su prodotti freschi e di qualità, che propone piatti specchio dell’eccellenza di tutta la filiera gastronomica a cominciare dal lavoro degli agricoltori per finire con quello degli chef che qui fanno vivere, tutti i giorni, la grande gastronomia. Una destinazione ideale per tutta la famiglia con tante attività per i più piccoli: musei, zoo, parchi acquatici, di divertimento e d’avventura, giardini, bowling, go kart, paintball, cacce al tesoro, o ancora scuole di circo!
Un territorio con un clima di tipo mediterraneo, con temperature miti durante tutto l’anno dove godersi, ad ogni incontro, il rituale immutabile della siesta, le partite di pétanque, una mattinata di bat tuta di pesca con i pescatori locali che a bordo delle proprie imbarcazione condividono coi turisti tutta la loro passione per il proprio mestiere, le proprie conoscenze dell’ambiente marino e tutta la cultura legata alla propria attività. Un paese dove ogni pretesto è giusto per festeggiare tra balli tradizionali al suono dei galoubet e dei tamburelli, festivals cinematografici, sfilate di carri coperti di fiori, le veglie di Natale, i presepi dei santons…. . . . . o le feste e gli appuntamenti dedicati al dio Bacco dove il vino e i piatti tipici sono i padroni indiscussi.
Se avete un lungo fine settimana da dedicargli vi suggeriamo un itinerario attraverso paesaggi che raramente deludono, con mete che fanno a gara ad attrarre il viaggiatore in fatto di ambiente naturale, storia e cultura.
- Saint-Raphaël: ai piedi del Massiccio dell’Estérel, una delle principali attrattive della Costa Azzurra, bagnato dal blu indaco del Mediterraneo, e a metà strada tra l’esclusiva Cannes e la vivace Saint Tropez, Saint-Raphaël gode di un “art de vivre” tutto particolare che risulta essere un buon mix tra la frenesia delle città vicine e la tranquillità del Var, regione conosciuta ed apprezzata per le sue spiagge incontaminate, le scogliere rocciose, e una qualità di vita eccezionale. Una città tranquilla e amabile quindi dove “prendersi il tempo” regalandosi una passeggiata fra le strette stradine, del centro storico dove, ogni giorno si tiene il mercato dei fiori e della verdura scoprendo così la gastronomia locale e apprezzandone tutti i colori e i profumi! E non solo! Approfittatene anche per gustare una bouillabaisse (zuppa di pesce), l’anchoïade (crudités accompagnate da salsa di acciughe) o una fetta di tarte polonaise, alcune delle specialità più gustose e note del Var. Visitate poi la chiesa San Raféu, del XII secolo, eretta su precedenti edifici pagani e anche carolingi, e ulteriormente ingrandita nel XIII secolo con fortificazioni; la torre per godere del bellissimo panorama della baia e nel presbiterio scoprite il Museo archeologico dove si possono rivivere 2000 anni di storia tra relitti romanimarini carichi di anfore. Per i più mattinieri, è interessante un salto al porto quando è ancora in piena attività con il mercato del pesce a Km0, i pescatori lo vendono direttamente scaricandolo dai loro battelli, e, respirando l’aria di mare, attardarsi nei pressi di uno degli emblemi di Saint-Raphaël, la Basilica Notre Dame de la Victoire de Lepante, “La Cathédrale” per gli abitanti del posto, con un’imponente statua dell’Arcangelo Raffaele che presidia dall’alto l’ingresso, consacrata da Papa Giovanni Paolo II nel 2004.
Se il tempo non è tiranno, percorrete la Corniche d’Or, che collega la città a Cannes, scoprirete numerosi piccoli angoli di paradiso dove l’ocra che si mescola al rosso del massiccio e al blu del mare! E non dimenticate lecalanche rosseche danno l’impressione di trovarsi in un paesaggio da western nel mezzo dei canyon! Se preferite la sabbia, la spiaggia della Péguière, vicino al centro, o quella d’Arène Grosse vi attendono.
- Bandol: con una popolazione di quasi 8 mila abitanti, a metà strada tra Marsiglia e Tolone, Bandol è oggi una meta turistica rinomata per la bellezza dei paesaggi, delle spiagge con stabilimenti balneari moderni e accoglienti, per il suo “quai” Charles de Gaulle sempre molto animato, ideale per fare “vasche”, passando per un centro storico con qualche tesoro da non perdere come la chiesa di Saint-François-de-Sales con la navata che ospita il magnifico Cristo ligneo scolpito nel XIII secolo e un gettonatissimo Casinò, il Casinò Bandol, con una vista mozzafiato sulla baia, ideale per far festa, in una cornice incomparabile, fino a notte fonda! Ma Bandol è anche e soprattutto vini, i mitici rosé, emblema del dipartimento.
Vini provenienti esclusivamente da vitigni tradizionali maturati al sole e antichissimi: furono i Fenici a introdurre qui, circa 600 anni avanti Cristo, i primi ceppi di vite. Poi i Romani, in questa “Provincia romana”, contribuirono allo sviluppo dei vigneti. La tradizione viticola è dunque molto antica e il Var è oggi la prima regione produttrice di vino rosé nel mondo. I viticoltori sono all’avanguardia nelle tecniche di vinificazione. Questo è il risultato sia della storia sia dell’impegno delle ricerche condotte in questi ultimi anni con l’obbiettivo primario della qualità. Dalle rive del Mediterraneo alle colline dell’Alto Var, dal massiccio della Sainte Baume fino al Pays de Fayence, girate per sentieri e villaggi alla scoperta di proprietà viticole e di cantine cooperative. Sarà l’occasione per gustare le tre DOC del Var: Coteaux Varois, Bandol e Côtes de Provence. Accanto alle belle spiagge, al clima accattivante, agli edifici storici e ai pregiati vini non mancano le manifestazioni cui prender parte per assaporare le atmosfere autentiche delle tradizioni locali. Una tra tutte la Fête du Millésime Vins de Bandol, ogni prima domenica di dicembre, ormai un must per gli amanti del vino che condividono degustazioni e varie attività scoprendo i rossi, i bianchi e i rosé Appellation Bandol lungo il Porto e all’interno della cittadina.
- Tolone: gradevole,dinamica,movimentata, affacciata su una rada naturale, qualcuno dice addirittura la più bella d’Europa, Tolone, chiamata la “Ville Rose” in onore del colore dei materiali utilizzati nelle costruzioni locali tradizionali,il mattone e la terra cotta, è il capoluogo del dipartimento. Il suo importante porto è utilizzato sia come base navale dall’armata francese nel Mediterraneo sia come fonte di ricchezza turistica. Partono da qui, infatti, sia le grandi navi verso la Corsica sia barche e battelli coi quali andare alla scoperta delle isole e delle coste circostanti. Camminando per i vicoli della città vecchia, assai simili a quelli di Napoli, Valencia o Lisbona, ma con un pizzico di stile provenzale in più, si viene accolti dai colori, dai suoni e dai profumi del Var mentre a breve distanza l’uno dall’altro si possono ammirare l’Opéra, il secondo teatro d’opera più grande della Francia, il Musée National de la Marine, ancora più bello se visitato con i bambini, il gratuito Musée d’Art, con una ricca selezione fotografica di veri artisti quali Cartier-Bresson, Boubat, Doisneau, Freund o Lartigue. . . . . . . . . ed ancora la Cathédrale Sainte-Marie-de-la-Seds, dove tutt’intorno si fa musica ogni sera, immersi in un’insolita atmosfera retro, la chiesa di Saint François de Paule, ispirata al barocco romano e piemontese. Meritano un po’ del vostro tempo anche il nascente distretto artistico tra Rue Pierre Sémard e Place de l’Equerre, gli arditi esperimenti di street art, Place Raimu, una piazza tranquilla piena di poesia con la celebre scultura di Roberto Masseretti, “I giocatori di carte”, icona dell’art de vivre di questa accattivante città del sud della Francia. . . . . . . . . . . E, naturalmente, il belvedere del Mont Faron, un punto di vista decisamente unico per ammirare dall’alto il golfo e la città e il famoso mercato provenzale, quello cantato da Gilbert Becaud, dal martedì alla domenica, a Cours LaFayette, a base di prodotti locali e specialità come la cade, versione tolonese della nostra farinata di ceci.
- La-Seyne-sur-Mer: un traghetto che fa da metrò del mare ci porta, dal porto di Tolone alla Plage des Sablettes, una lunga lingua di sabbia costeggiata da prati, aree giochi per i bambini, campetti sportivi, ristorantini e bar dove non c’è mai traccia delle folle ansimanti della Costa Azzurra nemmeno in pieno agosto. Siamo a La-Seyne-sur-Mer, una delle località marittime più rinomate del dipartimento del Var, mix di testimonianze storiche appassionanti, scenari naturali selvaggi e incontaminati, spiagge sorprendenti e feste in ogni mese dell’anno. Un territorio dove il divertimento si sposa bene con il relax e le curiosità culturali. Tra gli edifici più affascinanti senza dubbio le costruzioni militari come il Fort Napoleon, simbolo della città, costruito tra il 1812 e il 1821 per volere dell’Imperatore Napoleone, mai utilizzato per dei veri combattimenti ad eccezione del 1944, in occasione della liberazione del territorio e il più antico Fort Balaguier, datato 1634, destinato alla difesa di Tolone insieme alla Tour Royale. Oggi, il primo racchiude un centro di incontri e scambi culturali, oltre a una ricca galleria d’arte contemporanea, ed è sede di festival musicali e rassegne di spettacoli; il secondo è diventato un museo navale dedicato alla storia marittima locale. Da ammirare anche la chiesa di Notre Dame de Bon Voyage, situata lungo il porto, dove i pescatori e i marinai possono da sempre salutarla prima di partire e mentre fanno ritorno a casa.
Ma chi visita La-Seyne-sur-Mer cerca soprattutto un mare cristallino e delle belle spiagge attrezzate, dotate di tutti i comfort che si possano chiedere a una località balneare moderna ed accogliente. E qui non c’è che l’imbarazzo della scelta: spiagge di sabbia, di ciottoli, di scogli come quelle due isolotti chiamati “les deux frères”, situati a est del Cap Sicié, protagonisti di numerose leggende. A proposito di leggende e tradizioni popolari: per scoprire il costume locale non c’è occasione migliore delle manifestazioni e degli eventi culturali che vengono organizzati periodicamente in città: tra i migliori appuntamenti si ricordano il Festival Teatrale estivo, il Festival di Jazz a metà luglio, e “Les Journées du Patrimoine”, a metà agosto. Per i più romantici, una passeggiata esclusiva, poco oltre il porto, all’isola di Gaou, accessibile tramite un piccolo ponte pedonale e ciclabile, diventata molto popolare, per la sua vegetazione preservata, le sue insenature e le sue scogliere che si tuffano nel mare con dei giochi favolosi, ma gettonatissima anche dai giovanissimi per i numerosi concerti che qui vengono organizzati. (g.g,)
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