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Un monumentale edificio del XVII secolo affacciato sullo storico canale Herengracht di Amsterdam, ospita il primo Dutch Costume Museum, un museo dedicato agli abiti tradizionali olandesi che espone per esempio i caratteristici costumi di tipiche località come Volendam, Marken, Hindeloopen, Staphorst, Spakenburg e Zeeland. Ogni sala del museo è dedicata a una delle 12 province olandesi le cui sale sono decorate con i colori e i motivi legati alle varie province. La collezione è così presentata attraverso una dimensione speciale, inserendo perfettamente ogni costume nel proprio contesto. Oltre ai costumi, il visitatore avrà inoltre la possibilità di ammirare gli oggetti di artigianato provenienti dalle varie località.
Al suo interno, si può inoltre scoprire la storia di alcuni capi come i “kraplap”, “baav”, “beuk” oppure dei busti e delle cuffie tipici caratteristici di alcune località tradizionali. Il museo incontra la domanda di visitatori internazionali e turisti locali, che hanno spesso avvertito la mancanza di attrattive legate alla tradizione olandese nella capitale.
Il museo si trova all’interno di un edificio del XVII secolo affacciato sul canale Herengracht, precisamente all’angolo con la Leidsestraat, nel centro di Amsterdam. Nel 1665, il terreno su cui sorge fu acquistato dal falegname Jan Jacobszn van Gelder, che vi fece costruire due edifici. Poco dopo il 1700 il capomastro di van Gelder, Cornelis de Roos, si occupò della realizzazione delle facciate, ancora oggi intatte.
Rispetto agli allestimenti museali tradizionali, in cui gli oggetti possono essere osservati da una certa distanza o attraverso vetri e teche, il Dutch Costume Museum ha optato per un format più moderno. I manichini sono posizionati nelle sale in modo da poter essere ammirati da ogni angolazione, rendendo giustizia al carattere specifico di ogni costume tradizionale.
Quante ore ci vogliono per lavorare all'uncinetto la tipica cuffia di Spakenburg? Quale abito tradizionale indossa la ragazza nella pubblicità dei formaggi? Perché era proibito lavare l’abito della domenica? Cosa distingue l’abito di una donna nubile da quello di una sposata? Chiunque sia interessato alla tradizione e alla cultura olandese troverà una risposta a queste e a molte altre domande, grazie a una collezione che intende preservare la storia e la tradizione olandese.
www.hetklederdrachtmuseum.nl
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Trivago ha eletto il PetitHôtelConfidentiel come miglior albergo a 5 stelle della Francia, dopo aver formulato una classifica tra 34 siti di prenotazioni.
Il PetitHôtelConfidentiel è situato nel centro storico di Chambery e i titolari, Charlotte et Jérôme Reyes, si sono dichiarati fieri di questo prestigioso traguardo. “Ogni giorno è per noi una pagina bianca su cui iscrivere ogni cliente, con attenzione per i dettagli, generosità e sincerità”, hanno commentato.
L’albergo è risultato anche il migliore tra tutte le categorie nella regione dell’AuvergneRhone Alpes. (foto chambery tourisme)
Vicina, comoda da raggiungere, a un’ora dal traforo del Fréjus, Chambéry, da sempre legata all’Italia, rivela le sue atmosfere di antica capitale della Savoia… Un tuffo nella storia nel cuore delle Alpi.
Chambéry coniuga le infrastrutture di una grande città contemporanea con numerosi edifici storici, ed è un piacere vagare nelle pittoresche stradine dalle case colorate di quella che è stata la capitale dei Duchi di Savoia. Il logo della città è proprio il Castello dei Duchi di Savoia, con il gioiello della Sainte-Chapelle, che ha custodito la Santa Sindone prima del trasferimento a Torino. Sparsi per il centro numerosi palazzi nobiliari in stile piemontese, i portici, la cattedrale, con la più grande raccolta di pitture a trompe-l’oeil d’Europa, la Fontana degli Elefanti, il Gran Carillon con 70 campane… Da non perdere il Museo di Belle Arti, con una ricca collezione di pittura italiana dal XIV al XVIII secolo, e Les Charmettes, la residenza di campagna del filosofo Jean-Jacques Rousseau, deliziosamente romantica. Una visita curiosa quella della Rotonda Ferroviaria, costruita agli inizi del ‘900, 108 m di diametro e una copertura di metallo stile Eiffel, classificata monumento storico.
Arte di vivere & scoperte Animata tutto l’anno da festival, saloni, esposizioni, spettacoli… Chambéry è un vero centro commerciale all’aperto con più di 1.200 negozi per tutti i gusti. Souvenir imperdibile le specialità locali: i celebrati vini e formaggi di Savoia, il vermut di Chambéry, una scoperta, i tartufi di cioccolato, nati proprio qui… e l’Opinel, il famoso coltello savoiardo.
www.chambery-tourisme.com
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Pochi giorni ancora e prenderà il via una nuova stagione di grande sport nella Jungfrau Region, area montana incastonata fra i 600 e i 3500 metri dell'Oberland bernese, autentico Regno di tutte le discipline sportive invernali.
In realtà, però, montagna davvero per tutti. Per gli sportivi indefessi che sognano di emulare i campioni del Lauberhorn, storica pista lungo la quale in gennaio si disputa la liber apiù lunga della Coppa del Mondo di sci maschile i; e per chi sportivo non è ma può bearsi di paesaggi unici da terrazze in quota o salendo a bordo dei convogli che salgono fino alla Jungfraujoch, capolinea della ferrovia più alta d'Europa,e alla distesa del Ghiacciao dell'Aletsch, Patrimonio Unesco. Per coppie in cerca di angoli ed emozioni uniche e famiglie che possono disporre di strutture e attività adatte a bambini di ogni età.
A prezzi ragionevoli, considerate le molte offerte sempre aggiornate sul sito.
La Jungfrau Region, con le sue stazioni di villeggiatura che offrono davvero soluzioni ed intrattenimenti per tutti. Ma anche memorie e ricordi che vanno oltre ai piaceri dello sport e riportano alle vicende di Sherlock Holmes, come alle imprese di uno dei film della saga di James Bond che, in vetta allo Schilthorn – di cui nel 2017 ricorre il 50° anniversario del completamento della funicolare – sconfisse il cattivo di turno nel film “Agente 007 al servizio segreto di Sua Maestà”.
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Passeggiando per l'incantevole città universitaria di Leiden si rimane piacevolmente sorpresi dalla presenza di ben 107 poesie scritte sui muri.
Il progetto, che porta il nome di “Poesie sui muri” (Gedichten op Muren), voluto dall’associazione “Tegen-Beeld” e da alcuni abitanti della città, ebbe inizio il 9 ottobre 1992 quando, esattamente 100 anni dalla sua nascita, venne dipinta la poesia della poetessa russa Marina Tsvetajeva sul muro che si trova all’angolo tra Kloksteeg e Nieuwsteeg. Vari furono gli obiettivi del progetto: oltre che servire ad abbellire le pareti delle case e dei palazzi del centro storico, le poesie dovevano far fermare i passanti, stimolarli attraverso l’immagine delle lettere e soprattutto farli riflettere su ciò che i poeti avevano voluto trasmettere. Il progetto prosegue ancora oggi con l’aggiunta di nuove poesie.
Non è un caso che il progetto si sia sviluppato proprio in questa città dove si respira cultura ad ogni angolo. Molti scrittori sono nati o hanno studiato a Leiden, da Piet Paaltiens a J.C. Fiore, Maarten Biesheuvel, Jan Wolkers e Maarten 't Hart. La città conserva inoltre un patrimonio storico-artistico di grande valore e vanta la presenza di ben 13 musei e di magnifiche architetture storiche.
Poiché molte poesie si trovano soprattutto nel centro città e sono poco distanti tra loro, è possibile seguire degli itinerari a piedi, grazie ad una cartina dipinta esposta davanti al grand-café "De Stadthouder" in Nieuwe Rijn 13. Partendo per esempio dalla stazione centrale, si può seguire un itinerario che dura dalle due alle tre ore, rimanendo all’interno della zona dei canali. L’itinerario porta non solo alla scoperta delle poesie murali ma conduce anche a vedere i punti più belli della città.
Una caratteristica fondamentale del progetto è l’internazionalità delle poesie: a Leiden sono infatti rappresentate poesie in 35 lingue diverse; sotto ogni poesia è riportato il nome dell’autore e, per le poesie non in olandese, è presente un cartello con una traduzione in inglese.
In questo modo è possibile quindi stabilire una parità tra le lingue e allargare i propri orizzonti: la lingua rappresenta infatti la cultura e attraverso le poesie si possono conoscere culture lontane e in qualche modo fare un giro del mondo.
Grazie a queste poesie è possibile notare come la rappresentazione delle lettere cambi da una lingua all’altra, dalle righe verticali della lingua giapponese, all’eleganza dell’arabo, alla forza del cirillico della lingua russa. Questa particolare rappresentazione fa sì che anche chi non conosce la lingua possa comunque comprendere il senso della poesia.
Ai visitatori stranieri fa sempre piacere scorgere una poesia nella propria lingua. Accade spesso, ad esempio, che i turisti russi si emozionino di fronte alla poesia di Marina Tsvetajeva.
http://www.muurgedichten.nl/plattegrond.html
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E’ in Alsazia (Francia), presso la Bibliothèque Humaniste di Sélestat, che si trova la prima menzione di vendita di abeti, nel 1521. Si può quindi dire che l’Alsazia sia il luogo dove è nata la tradizione dell’albero di Natale... In origine, l’abete rappresentava l’albero del Paradiso, ornato di mele che ricordavano il frutto della tentazione. Dalla fine del XVI secolo, si cominciarono ad aggiungere rose e altri fiori in carta multicolore, o talvolta in fini foglie lavorate di metallo dorato. Poi vennero, fra la fine del XVIII secolo e l’inizio del XIX, le noci dorate o argentate e le ostie, poco a poco rimpiazzate dalle Bredele e da dolciumi in mousse di zucchero, pasta di mandorle e pane all’anice.
Le palline di Natale
All’inizio del secolo scorso, nei Vosgi del Nord a Meisenthal, le mele e le noci vennero a mancare. I vetrai decisero allora di confezionare delle mele e delle noci... in vetro ! E constatarono che il risultato superava le loro speranze. La famosa pallina di Natale era nata.
Le figurine di Natale
Infine ecco apparire, dalla fine del XIX secolo ai nostri giorni, le figurine in cera, in particolare angeli adornati di fini foglie di metallo dorato o argentato con le quali si realizzano anche ghirlande e stelle. Si dorano anche le pigne. Come decorazioni si usano anche palle, fusi, campanelle, noci soffiate, ghiaccioli in vetro, capelli d’angelo, palline in vetro soffiato, nella tradizione dei vetrai di Meisenthal.
La corona d’Avvento
Composta di rami di abete ornati di 4 candele e decorati di nastri, di pigne o di frutta secca, la corona d’avvento apparve in Alsazia verso il 1930. La luce assieme al verde doveva proteggere dalle catastrofi, mentre le 4 candele simboleggiano le quattro settimane che precedono il Natale. La tradizione vuole che si accenda una candela ogni domenica dell’Avvento, fino alla sera di Natale quando le quattro bugie brilleranno di tutta la loro luce.
Il Calendario dell’Avvento
In origine, era costituito da una casetta in cartone con 24 finestre che si aprivano su un versetto biblico. Oggi, il calendario dell’Avvento aiuta i bambini a pazientare fino a Natale. Ogni mattino, dal 1° al 24 dicembre, i bambini aprono una finestra del loro calendario e scoprono un’immagine di paesaggi innevati, di Babbo Natale, mentre i più golosi possono anche trovare dei piccoli cioccolatini.
Ancora oggi Strasburgo ospita l'albero di Natale più grande d'Europa, a dimostrazione che la tradizione non viene dimenticata.
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