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Il nuovo collegamento marittimo bisettimanale partirà il prossimo 19 dicembre
Napoli, 12 Dicembre 2013. Il Gruppo Grimaldi rafforza ulteriormente la propria presenza sulle rotte adriatiche tra Italia e Grecia lanciando un nuovo servizio diretto tra i porti di Ravenna, Igoumenitsa e Patrasso. Il nuovo collegamento, dedicato al trasporto di merce rotabile e passeggeri, sarà inaugurato il 19 dicembre prossimo.
A servire la nuova linea sarà la nave traghetto Euroferry Olympia, lunga 183 metri, larga 28,50 metri e con una capacità di carico di circa 200 camion e semirimorchi e 600 passeggeri, sistemati in cabina e poltrone reclinabili.
La nuova autostrada del mare avrà frequenza bisettimanale: le partenze da Ravenna saranno il mercoledì alle ore 12.00 e il sabato alle ore 18.00, con arrivo a Igoumenitsa rispettivamente alle ore 15.00 di giovedì e alle ore 21.30 di domenica, e a Patrasso alle
ore 22.30 di giovedì e alle ore 5.00 di lunedì. Il percorso inverso prevede partenze dal porto greco di Patrasso il lunedì alle ore 22.00 e il giovedì alle ore 23.59, da Igoumenitsa invece il martedì alle ore 6.00 e il venerdì alle ore 9.30 con arrivo a Ravenna il mercoledì alle ore 7.00 e il sabato alle ore 12.00.
Il nuovo collegamento marittimo si aggiunge a quelli già offerti dal Gruppo Grimaldi tra l’Italia e la Grecia, attraverso Grimaldi Lines e Minoan Lines. Attualmente, Grimaldi Lines offre partenze giornaliere tra Brindisi, Igoumenitsa e Patrasso per il trasporto di merci e passeggeri nonché una partenza settimanale tra Genova, Livorno, Catania e Patrasso per sole merci rotabili.
Inoltre, la controllata greca Minoan Lines collega i porti di Ancona e Trieste con Igoumenitsa e Patrasso, rispettivamente, sei e tre volte alla settimana, impiegando tre traghetti moderni, due de quali, il Cruise Europa ed il Cruise Olympia, sono i cruise ferry più grandi del Mediterraneo.
Infine, attraverso trasbordo negli scali di Catania e Brindisi, le società di autotrasporto possono usufruire degli altri servizi regolari del Gruppo Grimaldi verso la Sicilia, Malta e la Libia. Attualmente, il Gruppo partenopeo offre partenze trisettimanali da Brindisi verso Catania, nonché partenze quattro volte alla settimana da Catania per Malta e settimanali da Malta per la Libia.
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Gli internati a Mürren
Lo sviluppo del turismo a Mürren fu interrotto dal primo conflitto mondiale; tuttavia, gli abitanti del luogo ebbero fortuna nella sfortuna: 800 soldati britannici vennero internati dalla Croce Rossa in vari hotel e chalet e Arnold Lunn, il futuro padre dello sci alpino sportivo, fu incaricato di assisterli.
Essendo lo sci, appunto, la sua passione, egli organizzò corsi di sci per gli inglesi già più esperti, che, dopo il loro ritorno in Gran Bretagna, fecero pubblicità alle piste e al paese di Mürren rendendolo noto in tutta il paese. Grazie a loro, Mürren divenne un vero e proprio paradiso per lo sci, nonché meta turistica privilegiata degli inglesi.
Durante la Seconda Guerra Mondiale, Mürren ricevette nuove visite: poco dopo la caduta di Mussolini nel 1943, circa 20.000 italiani furono internati in Svizzera, di cui buona parte a Mürren. Tra di essi, vi era anche Zeno Colò, che successivamente divenne uno dei grandi protagonisti della storia dello sci italiano.
Sulla scorta di questa massiccia e improvvisa affluenza di persone a Mürren, per un breve periodo venne addirittura aperta un’università.
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Profumo di cannella e mandorle tostate, luci colorate, decorazioni natalizie e tante bancarelle che espongono dolciumi, oggetti d’artigianato e varia mercanzia. Anche Düsseldorf si anima ogni anno con i tradizionali mercatini di Natale (21 novembre - 23 dicembre). I mercatini di Natale di Düsseldorf comprendono circa 210 stand, distribuiti in varie zone della città. In Marktplatz ci si trova per un bicchiere di Glühwein (caratteristico vin brulé dal sapore speziato) o una cioccolata calda, per curiosare poi tra i banchi di vetrai, falegnami e orafi, e osservare i mastri cerai all’opera, mentre creano le loro candele. Fra le attrazioni del mercatino in Marktplatz, anche il carosello d’epoca e un presepe intagliato a mano, a grandezza naturale. Si prosegue poi nella vicina Flinger Strasse, dove le tradizionali casette di legno del mercatino di Natale sono costruite sulla falsariga delle antiche case borghesi di Düsseldorf. Spostandosi in Heinrich-Heine-Platz, invece, l’ambiente diventa art nouveau: nella piazza, dominata dalla facciata in pietra arenaria in stile liberty del raffinato department store Carsch-Haus, ci si muove tra bancarelle eleganti, decorate con motivi floreali e angioletti, che regalano a questo mercatino l’epiteto di Engelmarkt (mercatino degli angeli). Allo Sternchenmarkt, allestito nella corte della Wilhelm-Marx-Haus, l’atmosfera è pervasa di magia: le casette di legno sono infatti illuminate dalla luce cangiante di decine di stelle e cristalli, che donano agli spazi una speciale aurea invernale. Chi, invece, è un appassionato del Grande Nord non mancherà di visitare il nuovo mercatino in Schadowsplatz, costruito ispirandosi ad un bianco villaggio della Scandinavia, fra renne e alberi di Natale.
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Non è un caso che la Sassonia sia conosciuta come il paese delle meraviglie di Natale. Ogni anno, infatti, appassionati e collezionisti scelgono i mercatini sassoni per i propri acquisti natalizi, attirati dalla celebre qualità dei manufatti in legno, considerati da secoli un cult della tradizione natalizia tedesca. E a pochi chilometri a sud di Dresda e Lipsia, nella regione dei Monti Metalliferi, la magia del Natale è ancora più sentita per via del legame con i minatori, che da sempre abitano questa regione ricca di miniere. Qui il Natale viene associato alla luce, elemento molto rispettato da chi lavora nelle viscere della terra. E proprio questo loro intenso desiderio di vedere la luce al di fuori dalla miniera trova espressione negli scintillanti scenari natalizi dei paesi sassoni: le luminarie luccicano nelle piazze del mercato, le piramidi spiccano nei centri cittadini e alle finestre delle case si vedono appesi i tipici candelieri (Schwibbögen) per ricordare le lampade che illuminavano l’ingresso in miniera. Realizzati nelle circa 1.600 imprese artigianali della zona, le stelle natalizie, gli angeli, le piramidi, gli schiaccianoci, gli archi e tanti altri manufatti sono considerati veri e propri simboli protagonisti del Natale. Ogni anno questi preziosi oggetti, chiamati 'Männeln' (omini), entrano nelle case sassoni addobbate a festa per il periodo dell’Avvento.
Nella cornice dei Monti Metalliferi le parate delle corporazioni dei minatori rappresentano il culmine dei festeggiamenti nei fine settimana dell’Avvento. Per esempio ad Annaberg-Buchholz, roccaforte dell’antica industria mineraria, a Schneeberg, Schwarzenberg, a Seiffen o Marienberg. Nel Mittenschicht si può assistere ancora all’ultimo turno di lavoro dei minatori prima di andare incontro alle luci della notte di Natale. Un’esplosione di colori all’insegna del vecchio saluto del minatore 'Glück-Auf' (buona fortuna). La Sassonia vanta il più antico mercatino di Natale al mondo, quello di Dresda (dal 28 novembre al 24 dicembre 2013), allestito per la prima volta nel 1434, ma anche innumerevoli eventi e tradizioni disseminate in tutte le altre città e borghi medioevali, come il grande 'Calendario dell’Avvento' di Lipsia (dal 26 novembre al 22 dicembre 2013) o il 'Christkindelmarkt' di Görlitz (6 - 15 dicembre 2013).
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La magia del lago anche d’inverno: quando calano le temperature e la neve ammanta di bianco i paesaggi silenziosi, la regione delle quattro nazioni che affaccia sul lago di Costanza (Bodensee) rivela la sua veste invernale, e città, castelli e villaggi si illuminano di luci. Durante l’Avvento, poi, i mercatini di Natale sono un’ottima occasione per visitare questo lembo d’Europa suddiviso tra Germania, Austria, Svizzera e Principato del Lichtenstein e scoprire tradizioni e usanze che accomunano i quattro Paesi. L’Avvento sul Lago di Costanza è un’esperienza che coinvolge tutti i sensi: nelle vie dei centri storici, lungo il lago e nelle piazze risuonano le musiche del Natale, il panorama del lago invernale viene fotografato migliaia di volte al giorno e nell’aria si diffondono i profumi della cannella e del vin brulé. Anche in questa stagione il Lago di Costanza offre tanti luoghi da visitare e nuove esperienze da vivere, dalle più tradizionali a quelle inconsuete, e le città che vi si affacciano propongono momenti di divertimento e svago per grandi e piccini.
A Costanza il più grande mercatino di Natale sul Bodensee
Con 450.000 visitatori ogni anno, il mercatino della città di Costanza è il più amato fra quelli che si tengono attorno al grande lago. Le oltre 170 bancarelle del mercatino si diramano dalla città vecchia fino al porto. Le mille decorazioni luminose, il profumo di abete, biscotti speziati e mandorle tostate nell’aria e la meravigliosa vista sul lago costituiscono la cornice perfetta per una piacevolissima visita alla città. Unica a Costanza è la 'nave di Natale', che anche quest’anno durante il periodo dei mercatini rimane ormeggiata alla banchina del porto: il tour delle bancarelle continua allegramente anche a bordo. Il mercatino è in corso dal 28 novembre al 22 dicembre 2013.
Le luci dell’Avvento a San Gallo, città delle stelle
Sono ben 700 le stelle luminose che regalano alle piazze e alle strade di San Gallo un’atmosfera di speciale magia. Ogni stella ha un diametro di due metri, ed in ogni luogo gli oggetti luminosi rappresentano qualcosa di diverso: all’incrocio tra Marktgasse e Marktplatz le stelle diventano un fitto tetto di luci, nelle stradine a sinistra e a destra dell’incrocio, invece, sembrano gocce di pioggia che cadono dal cielo e, infine, tra le porte Müller- e Spise si accendono brillanti, per poi diminuire di intensità. Per uno spuntino, nelle bancarelle del mercatino si può scegliere un gustoso Bratwurst – i würstel di San Gallo hanno fama di essere i migliori della Svizzera. Il mercatino di San Gallo si tiene dal 28 novembre al 24 dicembre 2013.
Il mercatino di Natale di Ravensburg: una festa per i bambini
Che profumino, e l’assaggio è gustosissimo: castagne, vin brulé, vini e panini allo speck dall’Alto Adige e, per chi non lo conosce ancora, il vino caldo alle mele. Le 70 casette e 30 tende bianche natalizie del mercatino di Natale di Ravensburg si distribuiscono tra le piazze e le tortuose stradine della città. Ravensburg è una destinazione speciale durante l’Avvento soprattutto per le famiglie con bambini: qui si trovano, fra le altre cose, una tenda all’interno della quale i più piccoli possono fare il pane, un calendario dell’Avvento gigante e un laboratorio natalizio, dove i bambini possono creare da soli i regali di Natale. Da venerdì 29 novembre a giovedì 19 dicembre 2013.
Natale al porto a Lindau
L’atmosfera e le specialità dell’Avvento, con vista sul lago: è questo che promette il mercatino del porto di Lindau. Un’attrazione a sé è qui la foresta incantata. Imponenti abeti del Vorarlberg decorano il porto di Lindau e con il loro fresco profumo contribuiscono a creare un’atmosfera raccolta e fiabesca. Calze sferruzzate in casa, decorazioni natalizie fatte a mano, addobbi dell’Avvento, biscottini di Natale, liquori, gioielli, ceramiche ed altre idee regalo invitano a passeggiare tra le bancarelle. Dal 29 novembre al 22 dicembre
Doppia magia dell’Avvento a Bregenz
"Due mercatini, un solo piacere" è il motto che caratterizza l’Avvento a Bregenz: nel centro città si trova infatti il mercatino di Natale, mentre nella romantica città alta viene allestito il mercato dell’artigianato. Presepi e oggetti intagliati nel legno, decorazioni e luci di Natale, ma anche prodotti nepalesi, pellame, giacche e guanti, mantelle, sciarpe e berretti – a Bregenz c’è l’imbarazzo della scelta. Per le famiglie la città offre il pattinaggio gratuito nel centro città, e chi non ha i pattini da ghiaccio li può noleggiare sul posto. Il mercatino di Natale nel centro città è in corso dal 22 novembre al 23 dicembre, il mercatino dell’artigianato dal 7 novembre al 22 dicembre 2013.
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In Olanda tanti gli appuntamenti dedicati al Natale.
Ad esempio il lungo mercato natalizio che si estende per 2,5 km nel centro storico di Dordrecht è il più grande mercato natalizio dei Paesi Bassi (dal 13 al 15 dicembre). Gli stand (più di 250) offrono prodotti natalizi fatti a mano, mentre cori, bande, orchestre e una pista da pattinaggio su ghiaccio garantiscono la magica e accogliente atmosfera del Natale. Il mercato si estende lungo le aree storiche e residenziali di Dordrecht, e quest’anno arriva fino al pittoresco porto della città. Ogni venerdì e sabato, tutti possono partecipare ai canti natalizi nella piazza del comune.
Dal 14 al 30 dicembre torna per la quarta volta il 'Paradiso d’Inverno' di Den Bosch. Anche quest’anno ci sarà un moderno mercato natalizio, lo splendido albero di Natale, musiche, cantastorie, tante bancarelle e chalet riscaldati che vendono articoli natalizi. E anche quest’anno, non mancherà la pista da pattinaggio su ghiaccio.
Il XIX secolo di Charles Dickens torna a rivivere nel pittoresco quartiere Bergkwartier di Deventer il 14 e 15 dicembre. Più di 900 personaggi dei romanzi dello scrittore inglese prenderanno vita: Oliver Twist, Scrooge, Marley e Mr. Pickwick saranno tutti a Deventer. Si respirerà il profumo del punch, delle patate e delle caldarroste. Uomini e donne in abiti d’epoca cammineranno per le strade, mentre cori natalizi allieteranno l’atmosfera. Il tutto incorniciato da edifici storici illuminati da migliaia di luci.
Questa magica atmosfera non rivivrà solo per le strade, ma anche nelle case e dietro le vetrine delle piccole botteghe e dei negozi, che per l’occasione resteranno aperti. Domenica 15 dicembre tutto il centro della città sarà carico della magica atmosfera del Natale. Un mercato con 200 bancarelle occuperà la piazza principale, mentre nelle chiese e nel centro città si svolgeranno diverse attività, il tutto accompagnato da canti natalizi eseguiti da cori e orchestre.
E ancora, anche quest’anno il castello di Keukenhof ospita il tradizionale mercato natalizio da mercoledì 11 a domenica 15 dicembre. Ancora più grande e divertente delle passate edizioni, il mercato presenterà numerosi stand, bancarelle e chalet dove assaggiare, osservare e comprare. Oltre al mercato, si potrà anche fare una visita al castello.
Tema di quest’anno è 'Santa’s Christmas Party': Babbo Natale si trasferisce al Keukenhof insieme alle sue renne e agli elfi. I bambini potranno divertirsi nel proprio nel villaggio degli elfi, dove si svolgeranno per loro numerose attività. Potranno persino fare un giro nella slitta di Babbo Natale e vedere da vicino i suoi numerosi animali.
Infine dal 15 novembre 2013 la città di Valkenburg darà un caloroso benvenuto ai suoi visitatori per l’annuale appuntamento col Natale.
La città di Valkenburg e il Natale sono legate da un rapporto speciale. Durante i freddi mesi invernali Valkenburg, situata tra fiabesche colline, si trasforma in un caldo e accogliente villaggio natalizio. Luci, decorazioni e alberi di Natale donano alla città una magica atmosfera.
Valkenburg può proprio essere definita la città natalizia per eccellenza, e questo grazie ai suoi mercati sotterranei conosciuti ormai in tutto il mondo.
Si potrà infatti scendere nella grotta 'Fluweel' e nella 'Gemeentegrot' per visitare il suggestivo mercatino natalizio sotterraneo con numerose bancarelle che vendono oggetti pregiati, svariati prodotti artigianali e con accoglienti punti di ristoro.
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L’anno sta per finire e deve finire in grande stile… Le città della Repubblica Ceca, si vestono a festa, si agghindano di luci e colori, si lasciano vezzeggiare vanitose e ammaliano con atmosfere languide. Qui, tra tradizione, sacro, profano e fantasia il Natale si fa particolarmente magico… Nelle piazze, lungo i vicoli, tra le bancarelle, dentro le mura di antichi castelli, nelle chiese, tra le figure e le casupole di presepi bellissimi va in scena un dolcissimo spettacolo di colori, suoni, profumi che travolge chiunque decida di farne parte. E non solo nella capitale.
L’Avvento in Repubblica Ceca, terra di musica con la M maiuscola, ha naturalmente la sua colonna sonora. E’ la 'Messa natalizia ceca' del compositore Jakub Jan Ryba, scaturita dal suo talento nel 1796 e subito eseguita nella chiesa della sua città, Stary Rozmital. Un capolavoro di musica, un inno di fede ma anche un incoraggiamento per tutti: con quest’opera Ryba ha dimostrato al mondo che anche partendo dalle retrovie si può arrivare, trionfanti, al traguardo. Non ricorda forse l’insegnamento di chi è venuto al mondo in una povera capanna su un umile giaciglio di paglia ma ha cambiato il mondo?
Accanto al sacro, non guasta nemmeno un po’ di profano e anche sul suolo ceco proliferano i sempre affollatissimi mercatini dell’Avvento, che alzano il sipario già a fine novembre su idee regalo, addobbi, manufatti e pezzi d’artigianato con cui sorprendere amici e parenti. Non aspettatevi succursali dei grandi centri commerciali, oggetti omologati prodotti su scala industriale… qui è tutto artigianale e tipico. Vedere per credere? Tra le casupole di legno gli artigiani si adoperano in dimostrazioni dal vero del proprio talento, così come in rievocazioni di antichi mestieri. Dai movimenti esperti di mani talentuose vedrete nascere come per incanto statuine intagliate nel legno, mestoli per la cucina, addobbi natalizi intrecciati nella paglia o soffiati nel vetro, stoviglie e soprammobili di ceramica, candele artistiche, gioielli originali e i tipici campanelli di Gesù Bambino forgiati nel ferro… Mentre l’occhio si lascia sedurre, le orecchie si abbandonano alle melodie delle feste e le mani rovistano, le narici catturano aromi dolci e salati che solleticano il palato. A ogni angolo una nuova tentazione: i trdelnik (una sorta di cannoli arrotolati su speciali bastoni di legno, cotti sulla brace ardente e poi cosparsi di cannella e zucchero), würstel e salsicce alla piastra, pannocchie lessate, opulenti prosciutti che si affumicano sul fuoco, caldarroste e mandorle abbrustolite, biscotti delle feste e pane dolce, vin brulè (svarene vino), il tipico grog a base di rum e acqua e la medovina (o idromele, liquore al miele servito caldo). Ovunque scegliate di godervi le seduzioni gastronomiche del Natale, non mancate però di chiudere in dolcezza, con i tipici biscottini e le torte tradizionali: cornetti alla vaniglia (vanilkové rohlíèky), treccia alle mandorle (vánoèka), biscottini di Linz o pan speziato decorato (perníèky).
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Nel comprensorio sciistico più grande della Carinzia, ogni sabato dalle 18.30 alle 21.00 è a disposizione di sciatori e snowboarder la pista illuminata più lunga delle Alpi. Con una lunghezza di 2,2 chilometri, la pista illuminata di Nassfeld/Pramollo è una delle strutture per lo sci notturno più estese e lunghe delle Alpi. Per tutti quelli che non ne hanno mai abbastanza della migliore neve della Carinzia o che per motivi di tempo possono infilare gli sci solo dopo il tramonto, è a disposizione ogni sabato l’ottima pista illuminata.
Il Millennium-Express, con una lunghezza di oltre 6.000 metri è la cabinovia più lunga delle Alpi e trasporta comodamente sciatori e snowboarder da Tröpolach al Gmanberg (1° tratto del Millennium-Express). Da qui si può percorrere in sci o snowboard l’ultimo terzo della discesa Carnia. I modernissimi impianti di illuminazione trasformano la notte in giorno e consentono di fare un’esperienza invernale straordinaria. Gli sciatori possono riscaldarsi negli accoglienti rifugi rustici che invitano alla sosta lungo la pista. Mentre gli sciatori della notte sfrecciano a valle le luci colorate sulla neve producono un’atmosfera magica.
La “gondola delle delizie“, una cabina del Millennium-Express diventa un accogliente rifugio. Fedele al motto “nice surprise“ a Nassfeld/Pramollo è già pronta un’altra grande sorpresa: una delle confortevoli cabine del Millennium-Express sarà trasformata in un confortevole “rifugio“. Qui nell’ambito dello sci di notte, si potrà prenotare un “piatto di delizie originali della valle Gailtal“ con i prodotti protetti dall’UE come speck e formaggio degli alpeggi del Gailtal.
Biathlon notturno. Una novità dell’inverno di quest’anno è anche il circuito di biathlon illuminato di 1 chilometro che si trova a Tröpolach, presso il Nordic Competence Center, dove grandi e piccoli verranno introdotti a questo sport molto interessante da istruttori qualificati.
Schneemannfeste – Festa del pupazzo di neve. Questa festa dall’atmosfera particolare si svolge ad Hermagor presso il castello Lerchenhof in stile Biedermeier. Con falò e divani di paglia, bevande calde e l’originale “Schneemannlabalan“, è una festa per l’intera famiglia. Mentre i genitori possono riscaldarsi con la Schneedisco e Glühmost o Glühwein (vin brulè), i piccoli possono divertirsi a scivolare su “Leopold“, uno dei pupazzi di neve più grandi dell’Austria.
Attacco notturno alla montagna – Ski-Alp. Nella gara Ski-Alp, a febbraio di ogni anno a Nassfeld/Pramollo centinaia di sciatori mettono alla prova la loro abilità partecipando al tour notturno “senza confini“. Il via è alle ore 19.00 dall‘Albergo/Ristorante “Wulfenia“ sul versante italiano di Nassfeld. Attrezzati con torce frontali, sciatori da Italia, Slovenia e Austria sono pronti per attaccare il percorso illuminato solo da fiaccole. Gli atleti dovranno superare tre salite con un dislivello di 850 metri, tre discese e una pista per complessivi undici chilometri. Alla gara Ski-Alp possono e dovrebbero partecipare anche semplici amatori. Ci sono classifiche separate per uomini e donne nelle diverse fasce d’età.
Altre attrazioni nella regione d’avventura di Nassfeld/Pramollo, Weissensee e Lesachtal sono le piste illuminate per pattinaggio e curling, le piste per slittino illuminate, le escursioni in slitta trainata da cavalli e l’escursione con le fiaccole.
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Situata a ridosso del Circolo Polare Artico, Rovaniemi è il capoluogo della provincia più settentrionale della Finlandia, la Lapponia. Importante sede universitaria, negli ultimi anni è diventata una vivace cittadina che fonde la modernità delle sue infrastrutture, alcune delle quali progettate dall’architetto Alvar Aalto, all’incontaminato ambiente che la circonda.(foto ssantatelevision.com)
Rovaniemi si è affermata a livello internazionale come meta preferita per il turismo invernale in Lapponia grazie alla ricchissima offerta di attività praticabili sulla neve: attraversare foreste innevate e fiumi ghiacciati a cavallo di motoslitte, ascoltare il silenzio della Natura a bordo di slitte trainate da renne o cani husky, passeggiare nei boschi con racchette da neve o alzare lo sguardo al cielo sperando di vedere i colori ondeggianti dell’Aurora Boreale.
I più avventurosi potranno provare l’emozione della navigazione, e dell’immersione con speciali tute termiche, tra i ghiacci del golfo di Botnia a bordo del Rompighiaccio Sampo.
E ancora: perchè non programmare una escursione in giornata al Wildlife Park di Ranua, lo zoo più a Nord del mondo?
È il Parco di Babbo Natale, e ospita esemplari di circa 60 specie di animali selvatici, grandi e piccoli, che vivono nell’Artico o nelle regioni del Nord.
Meritano una visita anche il Museo Arktikum, l’avveneristica struttura in vetro disegnata dalla matita di Alvar Aalto, che ospita il Centro Artico, importante testimonianza sulla natura e la vita nelle regioni dell’estremo Nord, e il Museo Regionale della Lapponia, dedicato al popolo Sami, alla sua storia e la sua cultura.
Ma Rovaniemi è soprattutto l’unico luogo al mondo dove è possibile vivere sempre la magia del Natale.
Tutti i bambini, anche quelli “ufficialmente” un pochino più cresciuti, avranno la possibilità di visitare l’Ufficio di Santa Claus, e li incontrare Babbo Natale in persona per affidargli le proprie speranze.
Babbo Natale ascolta tutti, e a tutti risponde con un caloroso saluto e la Sua sonora risata: Oh Oh Oh!
Un’esperienza unica da riporre in valigia e riportare a casa insieme agli altri ricordi e souvenir della cultura Lappone.
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Nella magica atmosfera di Odense, patria di Christian Andersen, si è svolta dal 7 al 9 ottobre la quarta Conferenza Europea di “Scuola che promuove la salute”(SpS). Accolti dai personaggi delle fiabe, la pastorella e lo spazzacamino, la piccola fiammiferaia, la sirenetta, l’intrepido soldatino di stagno, i partecipanti provenienti da 40 paesi hanno messo a confronto le proprie esperienze su temi di salute che coinvolgono bambini e famiglie, insegnanti e l’intera comunità educante.
In questo contesto le scuole che partecipano alla Rete Locale delle Scuole promotrici di Salute della ASL Milano 2 hanno potuto raccontare come si realizza un ambiente propositivo per la salute, che aiuti a sviluppare le capacità per scegliere e adottare gli stili di vita migliori per il benessere di ognuno.
Il titolo della Conferenza, “Equità, educazione e salute”, sottolinea l’importanza di rendere sostenibile questa proposta nelle scuole. L’Organizzazione Mondiale della Salute (OMS) raccomanda di realizzare una scuola che promuove la salute in tutte le scuole e ha posto gli obiettivi per il 2015: concretizzare questa proposta almeno nella metà delle scuole dell’infanzia e nel 95% delle scuole primarie e secondarie. Quanto siamo lontani da questo obiettivo? Risponde la dottoressa Maria Vezzoni, coordinatrice della Rete Locale delle Scuole promotrici di Salute della ASL Milano 2, che alla Conferenza di Odense ha presentato i risultati del lavoro di 96 scuole della provincia di Milano.
“Una Scuola che promuove la salute è un impegno che la scuola assume per migliorare salute e benessere di alunni, insegnanti, genitori e staff. Si attua concretamente realizzando un clima di relazioni piacevoli, utilizzando un metodo di apprendimento a misura di bambino, offrendo l’opportunità di adottare stili di vita più sani. Come si realizza questo miracolo? Le risorse necessarie sono soprattutto di natura umana: motivazione, partecipazione, creatività e competenza. Nella nostra ASL abbiamo cominciato a parlare di “Scuola che promuove la salute”nel 2006 e nel 2009 abbiamo presentato alla 3° Conferenza Europea di Vilnius i primi risultati di questo percorso. Quest’anno, a Odense, abbiamo portato ben 5 contributi della nostra piccola rete di scuole promotrici di salute. I risultati del lavoro di questi 7 anni si possono riassumere nel numero crescente di scuole che aderiscono alla rete: nel 2013 ben 96 scuole sparse nei 53 comuni della ASL. Per rispondere su quanto siamo lontani dall’obiettivo dell’OMS possiamo dire che oltre un quarto delle nostre scuole dell’infanzia e più di un terzo delle scuole primarie ha adottato la filosofia e le pratiche che caratterizzano una scuola che promuove salute. L’obiettivo dato dall’OMS non sarà probabilmente raggiungibile nel 2015, ma ci siamo lavorando. Molto naturalmente dipenderà dal sostegno che le Autorità scolastiche e il Ministero vorranno dare a questa iniziativa. Intanto possiamo dire che essa è stata ben accolta in regione Lombardia, dove dal 2011 è stata attivata la “Rete Lombarda SpS. “
Come primo contributo sono stati portati ad Odense i risultati di 7 anni di lavoro con le scuole del territorio della ASL Milano 2. In uno studio sono state messe a confronto le scuole secondarie di primo grado impegnate nel programma (SpS), rispetto alle scuole non aderenti (non SpS): le prime hanno sviluppato maggior consapevolezza sul significato di salute, inteso come “benessere fisico, mentale e sociale” e non come “semplice assenza di malattia”. Esse hanno inoltre adottato l’approccio sistemico alla salute, che prevede il coinvolgimento di tutta la scuola (whole school approach) al posto del tradizionale insegnamento in classe seguito dalle altre scuole. L’altra differenza importante riguarda l’aspetto della partecipazione: nelle scuole SpS risulta più elevata in quanto attivamente ricercata e sostenuta. Tutte le scuole SpS possiedono poi una “commissione salute” che comprende, oltre agli insegnanti, anche i genitori, lo staff, gli alunni e gli operatori sanitari: essa rappresenta un importante fattore di condivisione e coerenza, oltre che una fonte di risorse per la scuola.
Dal 2008 ad oggi i miglioramenti delle scuole nella Rete Locale SpS sono stati notevoli, con un aumento dei fattori favorenti la salute a scuola. Quali sono le azioni che possono favorire la salute nella scuola? Per citarne alcune: pianificare azioni coerenti relative alla sicurezza, all’alimentazione, al movimento, alla salute mentale e sociale; favorire la partecipazione delle famiglie; offrire una merenda a base di frutta di stagione; migliorare l’ambiente con murales; offrire opportunità di gioco attraverso i playground disegnati sul pavimento; organizzare piedi bus e biciclettate; orientare i consumi alimentari verso scelte sane e boicottare il cibo spazzatura (junk food) e ancora molto altro. Negli ultimi anni queste azioni sono aumentate nelle scuole che si impegnano a promuovere la salute, salendo da una media di 7 azioni per 59 scuole nel 2008 a 27 azioni per 96 scuole nel 2013.
Ad Odense sono state presentato alcune tra queste esperienze molto interessanti.
La dottoressa Valentina Marcassa, dirigente scolastico dell’Istituto Comprensivo di Cassano d’Adda, ha partecipato alla Conferenza raccontando come, con la creazione del “Consiglio Scolastico delle Ragazze e dei Ragazzi”, è stato affrontato il tema della democrazia nella scuola e come sono state sviluppate le competenze per effettuare scelte politiche ed esercitarsi ad assumere responsabilità. Il consiglio discute argomenti quali: la vita a scuola, le materie, i desideri e le opinioni, la struttura della scuola e il giardino, la sicurezza, le uscite didattiche, i regolamenti, l’ igiene, le feste, l’ambiente, la cultura, lo sport, la ristorazione scolastica e i trasporti. Le questioni importanti sono scelte come prioritarie e vengono sviluppate durante l’anno. I problemi vengono segnalati da tutti gli alunni tramite i propri rappresentanti e discussi dal consiglio, che si impegna a cercare delle soluzioni possibili. Gli aspetti positivi del progetto sono molteplici: esso ha contribuito enormemente all’apprendimento delle competenze nei ragazzi, ha insegnato a prendere decisioni e ad agire, ha migliorato il clima scolastico e la partecipazione, ha permesso di discutere le regole e di approvarle in maniera democratica. Insegnanti e genitori sono rimasti sorpresi dalle potenzialità espresse dai ragazzi. Gli insegnanti hanno riscontrato un aumento dell’assertività e del senso di appartenenza.
Alla Conferenza, l’esperienza del “Consiglio Scolastico delle Ragazze e dei Ragazzi” condotta nelle scuole primarie, ha suscitato molto interesse alimentando un dibattito su quale sia l’età giusta per costruire empowerment nei ragazzi, cioè a quale età i bambini siano in grado di acquisire un maggiore controllo rispetto alle decisioni e alle azioni che riguardano la propria salute. Questa esperienza ha rimesso in discussione l’età proposta di 14 anni, suggerendo di anticiparla alla scuola primaria.
Anna Gatti della Cooperativa Milagro di Melzo ha presentato il progetto “Welcome”, realizzato in partnership con l’ex 3° circolo didattico E. Bontempi di Pioltello (quartiere Satellite) e con il finanziamento della Fondazione Cariplo. Il progetto si è preso in carico, in modo articolato e diffuso, i molteplici bisogni di cui è portatore il sistema territoriale nella sua complessità, soprattutto per aiutarlo a stabilire un nuovo patto educativo e di inclusione tra scuola e città, tra genitori e bambini, tra insegnanti e famiglie con origini e storie diverse. La cultura e le pratiche di accoglienza ed integrazione messe in campo dalla scuola di questo quartiere (Scuola Primaria di via Bizet e Scuola dell’Infanzia di via Leoncavallo) e le forme di convivenza che a fatica qui vengono sperimentate, non possono non costituire uno stimolo di riflessione e di rimessa in gioco della comunità, soprattutto scolastica e politica, richiamando tutti ad una responsabilità collettiva. Il progetto, fortemente sostenuto dalla dirigente della scuola dottoressa Elisabetta Genchi, ha per tre anni coinvolto attivamente alunni, insegnanti e genitori delle scuole avendo come finalità l’integrazione, lo scambio tra famiglie, tra agenzie, la definizione di procedure e pratiche diffuse in tutti i sistemi scolastici (protocolli di accoglienza nelle scuole, documentazione tradotta, richiesta alle famiglie, requisiti per l’inserimento,...), indirizzi riconoscibili e scelte educative chiare per una scuola attraversata dai cambiamenti, per aprire le menti e il cuore dei futuri cittadini, dovunque si collochino le loro radici.
L’iniziativa presentata dalla scuola Primaria Molino Vecchio di Gorgonzola è risultata ben adatta all’ambiente fantastico di Odense, perché possiede tutte le caratteristiche di una bella fiaba: “C’era una volta una scuola con poche risorse e molte idee da realizzare…”. Una di queste idee ha dato vita ad uno spettacolo di strada. Con la collaborazione di un papà regista, Cesare Gallarini, e di insegnanti motivate, Migliorini Stefania e le sue colleghe, la dirigente dell’Istituto Comprensivo di Gorgonzola, dottoressa Maria Grazia Ricci, ha aperto la scuola alle famiglie e alla comunità e ha permesso di costruire un miracolo di partecipazione. “Ingresso nel vuoto” è uno spettacolo liberamente tratto da un gioco scenico di Peter Handke, divertente, magico, proposto nei cortili, nelle piazze, lungo le vie della città ed oltre. In scena e fuori scena oltre 150 tra attori non professionisti, tecnici e collaboratori si muovono in un atto unico che si svolge in una giornata qualsiasi, al tramonto, in un grande spazio in cui diverse figure della realtà e della fantasia, attratte dal vuoto di una scena sgombra, occupano, per così dire, il “posto libero”. Ciascuno lascia la propria impronta, un’immagine di sé, in un flusso ininterrotto di personaggi: le varie età della vita, i più svariati tipi umani, di epoche diverse, reali o immaginari, si incontrano, si scontrano, s’intralciano, si danno una mano, si uniscono fino a formare un nucleo d’umanità. Attraverso la rappresentazione scenica, la scuola ha contribuito a sensibilizzare la comunità portando “in piazza” argomenti già trattati in classe, come acqua, ecologia e territorio, buone pratiche per la salute (piedibus, attività fisica, sicurezza, attenzione per gli altri). Il successo è dimostrato dalla partecipazione corale della scuola, delle famiglie, del pubblico e dalle oltre venti repliche nelle piazze dei comuni vicini e anche di altre regioni. Il successo più grande, però, è percepire aria nuova nella comunità: un cambiamento nell’ambito relazionale che si ripercuote nei rapporti interpersonali, ma anche sul clima di classe molto più disteso e facilitante l’apprendimento, sui consigli di circolo più aperti all’ascolto, sui comitati genitori molto più propositivi, sul senso di appartenenza espresso dalla comunità, sull’impegno a dare seguito ad un’esperienza che ha attivato una rete di sinergie tale da influenzare lo stato di benessere del singolo e della collettività.
Molto interessante anche la presentazione sotto forma di poster esposta da Benedetta Chiavegatti, assistente sanitaria del Servizio di Igiene degli Alimenti e Nutrizione della ASL Milano 2, che ha illustrato l’attività di sportello di educazione alimentare organizzato da alcuni anni per le scuole superiori, come progetto di promozione sia di una sana alimentazione che dell’attività fisica. Il progetto è rivolto a tutti i ragazzi dai 14 ai 19 anni e prevede un incontro preliminare informativo nelle classi. Gli studenti hanno la possibilità di approfondire argomenti su cibo e alimentazione in colloqui individuali o di gruppo con le assistenti sanitarie o dietiste della ASL. Da sportello alimentare il progetto conta di evolvere in “peer education”, dove i ragazzi di 3° o 4° superiore, dopo un percorso formativo su questo tema, proporranno incontri e discussioni nelle prime classi dell’istituto.
La presenza alla Conferenza di Odense ha permesso ai partecipanti di confrontare il proprio lavoro con relatori provenienti da 40 Paesi dell’Europa e di portare a casa numerose nuove idee che potranno trasformarsi in buone pratiche per tutte le scuole della Rete SpS.
Si ringraziano le 96 scuole partecipanti, i dirigenti scolastici e i referenti alla salute delle scuole, i medici, le infermiere e le dietiste del Servizio di Medicina Preventiva nelle Comunità e del Servizio di Igiene degli Alimenti e Nutrizione della ASL Milano 2 per l’instancabile lavoro svolto.
Maria Vezzoni
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Un mondo incantato, fatto di paesaggi, ritmi e valori perduti: lo si può trovare al Villaggio di Fionia, museo all’aperto dove è ricostruito l’ambiente di un villaggio danese tra il 1700 e il 1900, un percorso che si articola tra i 30 edifici trasportati qui da diverse zone della Fionia. In estate il villaggio è animato dagli abitanti, figuranti in costume, che raccontano della vita quotidiana nella campagna danese del XIX secolo.
E che dire dei luoghi fiabeschi per eccellenza… i castelli! La Fionia ne ospita ben 123 (foto: castello di Egeskov), molti di questi aperti al pubblico per le visite e in alcuni casi anche per il pernottamento! Nel mezzo dell’isola si trova il più suggestivo dei castelli danesi, Egeskov, un romantico edificio circondato da un placido lago e da un bosco fiabesco. I più avventurosi potranno esplorare il parco dall’alto delle passerelle che a 15 metri di altezza collegano gli alberi oppure indossare l’armatura e avventurarsi come moderni Lancillotto nel nuovissimo percorso segway che si sviluppa su un’area di 1000 mq.
Gli amanti delle vacanze attive possono dedicarsi a un soggiorno sulle due ruote attraverso i morbidi paesaggi, esplorando le isole oppure per escursioni a piedi alla scoperta del sentiero dell’Arcipelago e delle colline di Svanninge Bakker, le cosiddette 'Alpi' della Fionia.
Il contatto con la natura e il rispetto per l’ambiente sono dei temi molto cari a questa destinazione e nell’isoletta di Ærø, a Marstal, il turista può ammirare uno dei più grandi parchi di pannelli solari al mondo. L’isola, una piccola perla incontaminata dai ritmi di vita rilassati, è tra le 100 comunità di spicco al mondo che hanno l’obiettivo di diventare autosufficienti con la produzione di energia sostenibile.
Soprannominata “il giardino della Danimarca”, la Fionia produce anche una gastronomia da favola e sono numerose le opportunità di acquisti sostenibili di prodotti locali e biologici presso i negozi e chioschi delle fattorie.
ucco e travestimenti.
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Odense, gradevole cittadina della Danimarca sull’isola di Fionia, è il luogo di nascita dello scrittore Hans Christian Andersen e vanta il maggior numero di piste ciclabili del paese. Noleggiate una bicicletta e girate per le vie tra le casette, ad ogni angolo vi sembrerà di incontrare il personaggio di una fiaba, l’imperatore con i vestiti nuovi, la piccola fiammiferaia, la sirenetta. E veramente come per magia, vedrete comparire la statua di Andersen, il soldatino di stagno, il baule volante, la pastorella e lo spazzacamino. Per attraversare la strada, disegnato sul semaforo rosso o verde, vedrete la silhouette di Andersen, nel quartiere dove lui ha passato i primi anni della sua vita. Nel mese di agosto di quest’anno, per la prima volta, la città ha festeggiato il celebre cittadino con un festival a lui interamente dedicato.
La casa natale di Andersen (in Bangs Boder 29) è l’oggetto principale del pellegrinaggio dei visitatore di Odense. Inaugurata nel 1908 divenne il primo museo al mondo concentrato sulla vita e il lavoro di un singolo autore. Qui è rappresentata la vita dello scrittore, dall’infanzia come figlio di un povero calzolaio di Odense, fino alla realizzazione del suo sogno di scrittore a Copenhagen, è possibile seguire la sua vita artistica, amorosa e i suoi numerosi viaggi. Un museo curioso, con la ricostruzione del suo studio, the Nyhavn room, nel suo ultimo appartamento in Nyhavn 18 a Copenhagen. La ricostruzione è stata possibile grazie alla presenza di 5 fotografie del 1874 ed è arricchita da numerosi oggetti personali, manoscritti, ritratti e bauli da viaggio. Il museo presenta l’epoca, l’uomo, la vita, il lavoro e l’arte di Andersen e si conclude con una galleria che espone una selezione delle illustrazioni più belle. In maniera interattiva il museo permette di cercare i suoi libri tradotti in tutte le lingue, nella biblioteca e sui computer a disposizione, ed è possibile ascoltare le sue fiabe in diversi punti audio. Tra le sue fiabe più famose, ricordiamo: L’acciarino, La principessa sul pisello, Mignolina, La sirenetta, I vestiti nuovi dell’imperatore, Il tenace soldatino di stagno, I cigni selvatici, Il baule volante, Le cicogne, L’usignolo, Il brutto anatroccolo, La regina della neve, Le scarpette rosse, La piccola fiammiferaia, La pastorella e lo spazzacamino.
E’ possibile visitare virtualmente il museo su questo sito, per un’esperienza veramente unica.
http://hca.museum.odense.dk/rundtur/
Usciti dal museo, si visita il giardino con un laghetto e un teatrino per le rappresentazioni delle sue storie più famose. Se ci sono dei bambini si dovrà per forza terminare l’itinerario con un pomeriggio di gioco al Thinderbox, in Hans Jensens Straede 21, dove sarà possibile immergersi nelle ambientazioni delle fiabe dello scrittore, tra galeoni, mondi sottomarini, castelli e stanzette minuscole, ponti sospesi e fantastici guardaroba, salette da trucco e travestimenti.
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Lontana dalla desolazione paesaggistica di Saragozza e Teruel, Pamplona e immersa in un ambiente umido, tipicamente settentrionale. Oltre a potervi ammirare suggestivi quartieri medievali, leggermente tortuosi e intricati e una mirabile cattedrale in stile gotico, vi si avverte uno spiccato senso del lieto vivere e della festa. Non invano, “impazzisce” a luglio, in occasione delle corse dei tori che si snodano nelle vie cittadine in onore di San Fermino. Da non mancare la degustazione di alcune delle pili pregiate produzioni vitivinicole. Posizionata in passato, in un punto strategico del Camino de Santiago, oggigiorno vi ve dell’ industria e del terziario. Vari edifici e facciate in stile neoclassico fanno capolino nell’ aggrovigliato centro storico, tra cui la facciata della Cattedrale, opera di Ventura Rodriguez, la sede dell a Giunta Regionale della Navarra e l’ Archivio Reale e Generale che accoglie importanti documenti illustranti gli intrighi del Medioevo. Nei ritagli di tempo, la vita pero ferve sulla Plaza del Castillo e nel Parco della Taconera, dove bambini e anziani si godono fino all’ultimo raggio di sole.
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L'Unione europea conta 8 "regioni ultraperiferiche europee" (RUP). Si tratta di territori geograficamente distanti dal continente europeo, ma che sono parte integrante degli Stati membri ai quali appartengono.
Di conseguenza, la legislazione e i diritti e gli obblighi comunitari si applicano direttamente a tali regioni, contrariamente ai paesi e territori d'oltremare English, che godono di uno statuto differente.
Esse comprendono:
- i quattro dipartimenti francesi d’oltremare (Martinica, Guadalupa, Guyana e Riunione). Saint-Martin ("collectivités d'Outre-mer")
- le 2 regioni autonome portoghesi (Madera e Azzorre);
- le isole Canarie (Comunità autonoma spagnola).
Sulla base di un articolo specifico del trattato di Amsterdam (articolo 299, paragrafo 2) si definisce la nozione di regione ultraperiferica. L'articolo riconosce la specificità delle RUP e la necessità di adattare le politiche comunitarie alle loro realtà e limitazioni permanenti.
Difficoltà e vantaggi
Gli ostacoli al pieno sviluppo di queste regioni sono: la lontananza, l'insularità, la conformazione del territorio, il clima difficile e la dipendenza economica da un numero limitato di prodotti.
Tuttavia, i loro punti di forza sono numerosi:
- diversificazione: le RUP permettono all'UE di disporre di un territorio marittimo molto esteso oltre che di un'economia diversificata. Esportano ad esempio prodotti agricoli come il rhum, lo zucchero di canna, le banane e altri prodotti ortofrutticoli tropicali molto richiesti dai consumatori europei;
- posizione geostrategica: le RUP offrono all’UE grandi possibilità di sviluppo delle relazioni con i paesi limitrofi (Macaronesia, Caraibi e Oceano Indiano sudoccidentale);
- potenziale per attività di ricerca e di alta tecnologia. Alcuni esempi: Istituto d'astrofisica delle isole Canarie; Agenzia spaziale europea della Guyana; Dipartimento di oceanografia e di pesca dell'università delle Azzorre; Centro di ricerca e vigilanza su malattie emergenti della Riunione; rete di cavi digitali subacquei ad alta velocità, che parte dalla Guadalupa; polo di ricerca agroambientale della Martinica; centrale polivalente a Madera).
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Da oltre un secolo la Svizzera è associata all’inverno in tutte le sue declinazioni. Sci, slittino, escursioni invernali o ice climbing: le Alpi svizzere sono un vero paradiso per vivere avventure da favola nella neve. I numeri parlano chiaro. Oltre 7.000 km di piste per lo sci alpino, 5.500 km di piste da fondo, sentieri per racchette da neve (2.300 km) e
passeggiate (5.150 km) di tutte le difficoltà e 250 comprensori che si adattano alle esigenze di un pubblico variegato. L’ospite può personalizzare il suo soggiorno in base ai suoi interessi e alla sua capacità di spesa approfittando di un’offerta ampia e di qualità.
La conformazione territoriale, la visione di alcuni protagonisti della storia turistica e la costante ricerca della qualità hanno contribuito all’affermazione del mito della Svizzera come meta invernale. L’altitudine media delle piste è maggiore rispetto alle altre destinazioni delle Alpi. Unica in Europa, la Svizzera vanta ben 29 comprensori al di sopra di 2’800 metri. Ciò significa innevamento garantito già a inizio stagione e possibilità di sciare fino a tarda primavera.
Appartiene alla Svizzera anche la pista più lunga: 25 km dal Kleine Matterhorn (3’883 m) a Zermatt (1’620 m) con lo sguardo rivolto all’inconfondibile Cervino. Altrettanto spettacolare è la pista per slittino Faulhorn – Grindelwald nella regione della Jungfrau: 15 km da percorrere sulla tipica slitta in legno - ancora oggi fatta a mano in alcuni laboratori artigiani - oppure sulle moderne varianti come snowbike e bob. Immortalata nella pellicola “Al Servizio Segreto di Suo Maestà”, la pista Inferno regala emozioni agli aspiranti James Bond. Per i patiti della velocità c’è la discesa Bernhard-Russi, sopra Andermatt, che in soli 8 km conduce dal ghiacciaio del Gemsstock a valle superando un dislivello di 1500 metri.
E’ il 1864 quando l’imprenditore Johannes Badrutt invita i suoi ospiti inglesi a soggiornare a St.Moritz durante l’inverno e da allora il turismo invernale si è diffuso in tutte le Alpi. Tracce inglesi si ravvisano anche in Vallese, in particolare nell’Aletsch Arena. A Belalp sorge l’Hamilton Lodge&Spa, ispirato alle vicende di Lady Hamilton e del marito John Tyndall, glaciologo e alpinista che qui compì alcuni studi a fine .800. A Davos si celebrano i 130 anni dalla prima competizione internazionale di slittino, organizzata ancora una volta grazie su iniziativa di un inglese. Pioniere fu anche il parroco di Saas Fee, Johann Imseng, che nel 1849 si recò in uno dei paesi vicini scivolando su due tavole di legno. Oggi Saas-Fee è una rinomata località sciistica senz’auto che si impegna a preservare l’autenticità del paesaggio.
L’attenzione per l’ambiente è un altro punto che contraddistingue l’offerta invernale. Sono in tutto 12 le destinazioni sciistiche dove è bandito l’utilizzo dell’auto ma ovunque il sistema dei trasporti pubblici (skibus, treni e autopostali) è così capillare e ben organizzato che l’ospite può lasciare l’auto in garage anche laddove sia permesso circolare. La Svizzera è all’avanguardia anche nello sfruttamento delle fonti di energia rinnovabile. L’Hotel Saratz di Pontresina o il Palace di Gstaad sfruttano il geotermico; le Zermatt Bergbahnen sono alimentate in parte con il fotovoltaico; svizzero è anche il primo hotel PlusEnergie delle Alpi, l’Hotel Muottas Muragl.
La qualità del servizio e delle infrastrutture è frutto dei continui investimenti da parte degli operatori. La novità principale per la stagione 2013/14 è il collegamento fra Arosa e Lenzerheide ma numerose sono anche le aperture e i rinnovamenti di hotel di montagna. Non è un caso che nella classifica dei 10 migliori “Best Ski Resort 2012” figurino 4 comprensori svizzeri: Saas-Fee (2° posto), Aletsch Arena (3° posto), Zermatt (4° posto) e Arosa (8° posto). L’indagine, realizzata in 55 comprensori delle Alpi coinvolgendo più di 41’000 persone, valuta le caratteristiche delle piste ma anche dei servizi collaterali come ricettività, scuole di sci, offerta apres-ski.
Ma l’inverno in Svizzera non significa solo sport e attività fisica. E’ il fuoco che scoppietta nel camino o il calore rigenerante dei bagni termali. Condividere una fondue in un rifugio di montagna, gustare una cioccolata calda e una fetta di torta mentre fuori nevica piano sono esperienze che rendono ancora più affascinante la stagione invernale. L’offerta benessere non è da meno. Oltre alle località termali (Scuol, Leukerbad e Charmey) sono ormai sempre più numerosi gli hotel con centri wellness dal design particolare come la Tor da Lenn dell’Hotel
Valbella Inn di Lenzerheide, che si sviluppa su 5 piani, o la Mineralbad Rigi & Spa progettata da Mario Botta.
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E’ un servizio di trasporto ferroviario di biciclette unico in Italia, quello inaugurato in Veneto da un convoglio che ha portato da Mestre a Domegliara di Sant’Ambrogio di Valpolicella, in provincia di Verona, fermandosi nelle stazioni dei Comuni capoluoghi, alcuni cicloamatori della FIAB (Federazione Italiana Amici della Bicicletta) che oggi hanno dato il via alla due giorni che li porterà pedalando da Bardolino fino a Vicenza. Ad accoglie il treno davvero “speciale” nella stazione della cittadina veronese c’era lo stesso assessore ai trasporti del Veneto Renato Chisso, assieme alla responsabile della direzione regionale di Trenitalia Maria Giaconia e ai tecnici della società ferroviaria che hanno reso possibile questa innovazione. Che è appunto unica, perchè unici sono i due vagoni appositamente adibiti al solo trasporto di 90 biciclette trasformando due vecchie carrozze portabagagli, con un intervento della società ferroviaria nelle sue officine veronesi, su progetto esclusivo e con contributo della Regione..
I due vagoni portabici possono essere utilizzati dai cicloamatori organizzati facendone richiesta alla
Il vagone portabici ha effettuato il viaggio di ritorno, raccogliendo a Vicenza e trasportando fino a Mestre gli amici della bicicletta che hanno concluso nel capoluogo berico la loro tournèe a due ruote, iniziativa sostenuta dal Ministero dell’Ambiente per la promozione della rete cicloturistica Bicitalia di FIAB.
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Alla stazione di Bex, il trenino che conduce a Villars sur Ollon sembra un giocattolo; diversa è la prospettiva quando i vagoni si inerpicano - quasi in verticale - nel fitto della boscaglia e sull’orlo del precipizio e allora speri davvero di non essere su un trenino-giocattolo. Canton de Vaud: un fazzoletto di Svizzera francese che profuma di autunno e di silenzio; per quanto anche in treno i collegamenti siano ottimi (Milano è raggiungibile in quattro ore e Losanna in meno di un’ora) la sensazione, palpabile, è di totale lontananza dalle forme più invasive di civiltà. Non stupisce che cent’anni fa, viaggiatori francesi e inglesi abbiano scoperto il fascino discreto delle Alpi svizzere, adottando la zona come rifugio e antidoto contro i miasmi della Seconda Rivoluzione Industriale; a sua volta, non stupisce come Villars (centro vip del luogo) si sia affermata in contrapposizione alla sfavillante vetrina di Saint Moritz come 'nascondiglio' privilegiato delle celebrità che hanno deciso di sfuggire ai riflettori e darsi alla macchia.
Turistica (ma senza eccessi), esclusiva ma senza snobismi: a Villars la parola d’ordine è 'plaisir de vivre'; lo si coglie in ogni angolo, in primis fra i molti abitanti che hanno scelto di trasferirsi qui lasciando grandi centri come Losanna e Ginevra. In realtà c’è anche chi viene da più lontano, come Joël Quintin: chef estroso - normanno di nascita, svizzero d’elezione - che ha trasformato il ristorante 'Peppino' in uno vero e proprio laboratorio di sapori. Già, perché Joël cucina con i fiori e da 'Peppino', i fiori li troverete dappertutto, sulla tavola, nel piatto, persino nelle celle frigorifere, dove mazzi coloratissimi di melolito e pimpinella convivono allegramente con caprioli e quarti di bue appesi in bell’ordine: in Italia, il ristorante sarebbe un patinato tempio della haute cuisine, ma qui la prospettiva è diversa, piacevolmente lontana da etichette e snobismi e l’atmosfera - calda e accogliente - gravita a metà fra la convivialità di una pizzeria comune e silvestre e l’estro creativo di una fucina di sperimentazione artistica. D’altra parte, la cucina del Canton de Vaud è così: felicemente in bilico tra eleganti rivisitazioni e i corposi piatti della tradizione montana, come raclette, fondue, i rösti e la croûte de fromage. In questo senso, per chi voglia sperimentare i piaceri della cucina autoctona, è d’obbligo un salto all’'Hotel de la Poste' di Les Diablerets che spicca per la sua favolosa fondue a base di gruyère, fromage vacherin e kirsch. Non è però solo per i piaceri del palato che consigliamo di visitare Les Diablerets, passaggio obbligato per chi voglia raggiungere l’imponente (e irrinunciabile) Grand Glacier Les Diablerets.
Sterminato, saldamente ancorato sulle vette delle Alpi svizzere, a 3000 metri, il ghiacciaio fa da severo contrappunto alla tavolozza di colori dei prati e dei boschi sottostanti: è un universo a sé, austero e rigorosamente in bianco e nero su cui - racconta qualcuno sottovoce - diavoli e folletti si danno convegno per giocare a birilli. Leggende? Forse, ma qui, lontano dal clamore cittadino, la realtà sembra assumere contorni diversi e ci si può concedere di credere ancora una volta alle fiabe.
testi e foto di Martina Fragale
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Con 980 musei, la Svizzera vanta la più alta densità di musei al mondo. Accanto alle eccellenze nel campo dei musei d’arte - si pensi alla Fondazione Beyeler di Basilea o al Centro Paul Klee di Berna - numerosi sono gli spazi espositivi nati dalla passione per il collezionismo o dalla volontà di valorizzare l’unicità del territorio e della cultura svizzera. Non mancano le agevolazioni per poter fruire di questa ricchezza. Il Passaporto Musei Svizzeri, un biglietto annuale al prezzo di 155 CHF (circa 130 euro), consente l’accesso in oltre 470 musei. Anche per i possessori dello Swiss Pass - il biglietto unico integrato per viaggiare su treni, autobus e battelli - l’ingresso è gratis.
Tra i musei particolari c'è da segnalare il Museo Ferroviario Albula.
Non è il classico museo per 'fanatici' di trenini ma anche chi ama il genere non rimarrà deluso da questo spazio espositivo - inaugurato a giugno 2012 a Bergün - per celebrare la linea ferroviaria più spettacolare d’Europa: il Bernina Express. Su oltre 1300 mq si possono ammirare 600 fra oggetti e documenti originali che ne illustrano la storia centenaria, come le macchine obliteratrici d’epoca o i picconi usati dagli eroici operai. Punto forte della collezione è la locomotiva 'Coccodrillo', posta all’ingresso, allestita con un simulatore di guida per la gioia dei bambini che possono salire a bordo e giocare al capotreno! Ma il Museo ospita anche delle esposizioni temporanee davvero all’avanguardia. Fino al 28 febbraio è il turno della performance 'My first sonic Lok' dell’artista e musicista sangallese Andy Guhl. Catturando le vibrazioni elettromagnetiche impercettibili di un motore di 65 tonnellate e 2.400 CV, Andy Guhl ha creato un percorso visivo e uditivo da Samedan a Landquart con una rappresentazione inconsueta che abbina lo spettacolo della natura alla tecnologia del suono.
Per informazioni www.rhb.ch
Un altro museo da visitare è il Museo svizzero delle Dogane a Gandria.
Gandria è un luogo speciale annidato sul ripido versante del Monte Brè, circondato da castagneti e accarezzato dalle acque del Lago di Lugano. Si distingue per le labirintiche stradine, le ripide scalinate, le 2 corti chiuse e i porticati. Nella località, vietata alla circolazione delle auto, è stato possibile preservare le caratteristiche originarie di molti edifici, come la Cappella di San Rocco, risalente al 1645. Sulla riva del lago opposta a Gandria si trovano gli antichi depositi del villaggio, le Cantine, e la Caserma delle guardie di confine che ospita dal 1949 il Museo svizzero delle Dogane. Noto a livello popolare anche come Museo dei contrabbandieri, illustra le mansioni delle guardie di confine dalla costituzione dello Stato federale del 1848 ad oggi con una particolare attenzione alle tecniche di elusione dei controlli.
Per informazioni www.zollmuseum.ch
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Niente zucche, fantasmi e zombie. A Stoccolma HALLOWEEN ha un sapore diverso, più meditativo e intimo. La notte dedicata al regno delle tenebre è il primo sabato di novembre, che quest’anno cade il 2 novembre. In questa data vengono ricordati i morti e la tradizione vuole che dopo il tramonto le persone vadano nei cimiteri a deporre ghirlande fatte di pino e candele creando un’atmosfera unica nel suo genere. Un viaggio singolare ma che permette di apprezzare e conoscere la Svezia e le sue usanze più autentiche. In particolare, da segnalare ai turisti c’è la visita a Skogskyrkogården (che significa “Cimitero nel Bosco”), un cimitero progettato dall’architetto Gunnar Asplund nel 1917: un tale capolavoro che dal 1994 è patrimonio mondiale dell’UNESCO per la sua particolarità ed unicità: questo cimitero è in mezzo a un bosco di pini esteso per 100 ettari. Entrando si è avvolti da un’atmosfera suggestiva: conifere secolari, profumo di resina, silenzio profondo e lapidi disposte ai piedi degli alberi. E se poi si aggiunge il buio, il respiro si ferma per qualche secondo. Commozione Skogkyrkogården Mikael Cavén 2e stupore si mescolano. La cerimonia è autentica e profondamente sentita. A Skogkyrkogården si riuniscono migliaia di persone che lasciano le loro candele e le ghirlande di pino e si fermano in raccoglimento a ricordare i loro cari scomparsi. Il bosco si trasforma e come per incanto diventa illuminato come se centinaia di folletti del bosco avessero deciso di uscire dalle loro tane con le lanterne a dare il benvenuto a tutti i visitatori. Anche la tomba della Divina Greta Garbo, stoccolmese di nascita, giace in questo meraviglioso bosco incantato. Sulla sua lapide compare, con molta sobrietà, la sua firma, nessuna data, e nessun epitaffio. Stoccolmaviaggi propone un tour notturno guidato al cimitero di Skogkyrkogården per partecipare alla cerimonia delle candele.
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Appenzell, un Cantone racchiuso in un fazzoletto ricamato di verde, in cui il numero di mucche eguaglia quasi quello degli abitanti. In nessun’altra regione della Svizzera cultura, artigianato e convivialità vengono attivamente coltivati come tra le verdeggianti colline dell’Appenzello, dove tutto l’anno gli abitanti festeggiano o rendono omaggio ai momenti felici, ma anche drammatici, della storia dei loro antenati. Le salite agli alpeggi in primavera, le feste dei malgari durante l’estate, le mostre-mercato del bestiame in autunno e i 'Chlausezüüg' (sfilate degli uomini-albero) nel periodo natalizio: insomma, in questi luoghi le tradizioni e i costumi sono presenti e salvaguardati tutto l’anno. E questa dedizione non costituisce una semplice attrazione turistica, ma la genuina manifestazione dell’attaccamento alla propria terra da parte degli abitanti locali. La regione interna dell’Appenzello è da sempre una regione agricola, dedita prevalentemente all’allevamento e alla lavorazione del latte. Non stupisce pertanto che molti usi e costumi di questa piccola area nel Nord-Est della Svizzera traggano le proprie origini proprio dall’agricoltura, ma anche dalla fede religiosa.
Un’importante festività del culto cattolico è, ad esempio, il Corpus Domini. Questa ricorrenza, che si celebra rispettivamente dieci giorni dopo la Pentecoste, è chiamata dagli abitanti locali 'Ösehegottstag', con riferimento al sacramento dell’altare, l’eucarestia. La processione di Appenzell è la più grande e pomposa della Svizzera orientale, sempre che il tempo sia clemente e ne consenta lo svolgimento, s’intende. Oltre alle personalità religiose, ad attirare gli sguardi sono soprattutto le tante donne nel tradizionale costume dei giorni feriali o di festa.
Il Tracht, per le feste, è particolarmente vistoso per il suo ampio copricapo tipo cuffia, impreziosito da vari ricami realizzati a mano, uno dei più belli e sfarzosi dell’intera Svizzera, tuttora indossato da molte donne del luogo alle processioni e alle feste religiose più importanti con grande orgoglio e solennità.
Nei mesi di maggio e giugno le Alpi, nell’Alpstein, vengono monopolizzate dal bestiame e dai malgari per un paio di settimane, fino all’autunno. Mentre in molte località della Svizzera la monticazione si svolge senza accompagnamento musicale o canoro, in quanto gli animali vengono trasportati con camion e rimorchi fino all’alpeggio, nella regione dell’Appenzello capita ancora spesso di imbattersi in un variopinto corteo in ascesa. Questo evento comporta enormi sforzi: non solo, infatti, le mucche vengono 'tirate a lucido' per questa speciale occasione, ma anche gli stessi malgari sono soliti indossare a loro volta l’abito più bello, il Tracht maschile (Sennehääss). Durante la salita all’alpeggio appenzellese occorre attenersi a tutta una serie di regole non scritte, ad esempio che il corteo sia guidato da un ragazzino in costume tradizionale con un gregge di capre bianche. Spesso i vispi animali sono incitati da una ragazza in Tracht per i giorni feriali, seguita dal capo malgaro (Vorsenn) in Tracht maschile e pantaloncini in cuoio (Lederhose) gialli, 'de Geele', che sulla spalla sinistra trasporta il secchio da viaggio intagliato con fondo intercambiabile, un piatto in legno rotondo con un soggetto d’ispirazione rurale. Dietro di lui tre mucche che trasportano campanacci intonati fra loro, disposti su finimenti riccamente decorati. Seguono altri quattro malgari, uno nel Tracht di festa con pantaloncini gialli e tre accompagnatori con pantaloncini marroni, camicia bianca e panciotto rosso brillante ('Liibli'). Dietro alla mandria procede infine il proprietario degli animali insieme al suo cane pastore appenzellese.
Qualche volta un bracciante conduce un toro, tenendolo per l’anello infilato nel naso. Ad una monticazione classica non può poi mancare anche il 'Ledi', un veicolo trainato da cavalli che trasporta tutte le attrezzature della malga. Durante l’estate alpina, nell’Alpstein è da oltre 600 anni tradizione lanciare il 'Betruf', implorando in tal modo la protezione e l’intercessione dei Santi protettori. La vita quotidiana degli alpeggi viene poi rallegrata dalle vivaci feste tradizionali chiamate 'Stobede'. In autunno si svolge la pomposa discesa dagli alpeggi fino alle fattorie a valle, mentre alle mostre di bestiame si può ammirare un’esposizione degli animali con relativa premiazione.
Della realizzazione degli sfarzosi costumi in stile Tracht (sia femminili sia maschili) nell’Appenzello interno si occupano varie botteghe artigianali. Nella regione si ritrovano infatti ancora professioni altrove scomparse: fabbricanti di cinture artigianali, secchiai, orafi e argentieri o ricamatrici a mano. La domanda di gioielli filigranati in stile Tracht, bretelle riccamente decorate, secchi da viaggio accuratamente intagliati o ricami minuziosamente realizzati a mano è ancora elevata, oggi come in passato. E ad Appenzell, il pittoresco capoluogo del Cantone, si ritrovano a breve distanza botteghe artigianali tradizionali, numerosi negozi specializzati, accoglienti ristoranti e alberghi a gestione familiare.
Ma anche la musica popolare in tutta la regione fa parte della grande tradizione e costituisce una vera e propria istituzione; gli abitanti locali sono noti per la loro propensione, oltre che alla musica, al canto e alla danza. Una tipica formazione di musica per archi appenzellese contempla due violini, violoncello, contrabbasso e salterio. Vari ensemble originari di questa regione hanno già viaggiato attraverso tutto il globo e se un ambasciatore o un Ente svizzero devono festeggiare una ricorrenza, spesso la scelta ricade su una formazione originale appenzellese. Gli speciali strumenti utilizzati producono un suono particolare, conferendo ai brani musicali un carattere inconfondibile.
Naturalmente, anche i costumi tradizionali in stile Tracht indossati dai membri degli ensemble musicali costituiscono un altro emblema identificativo.
Appenzell non è solo una terra di tradizioni e costumi, ma anche una regione perfetta per viziare il palato: la gamma di specialità gastronomiche va ben oltre il celebre formaggio o l’amaro Alpenbitte. Il biber appenzellese, disponibile in diversi motivi e formati, ma sempre con gli stessi ingredienti di base, ne è un esempio. Questa ghiottoneria consta di una pasta al miele farcita di un ripieno morbido e chiaro a base di mandorle. Un altro dolce al forno tipico dell’Appenzello è il 'Landsgmeendschrempfli', che costituiva il dolcetto per eccellenza che gli uomini riunitisi per la Landsgemeinde erano soliti portare a casa per i propri cari. Si tratta di una ricetta a base di uova e zucchero con farcitura di nocciole finemente macinate. Ma il tipico menu locale non offre solo dolci, bensì anche un insaccato particolare: la Siedwurst appenzellese, una salsiccia scottata prevalentemente di carne di manzo, tradizionalmente servita con maccheroni, formaggio e patate. E quando dopo l’abbuffata la sete si fa sentire, si può optare per una bella birra Appenzeller fresca, oppure per un 'Flauder', una bevanda dolce aromatizzata con fiori di sambuco e melissa prodotta dall’etichetta della sorgente di acqua minerale Gontebad.
La regione dell’Appenzello è caratterizzata dalla presenza dell’Alpstein, che racchiude tra i suoi affascinanti anfratti tre laghi montani che rispecchiano in modo suggestivo il paesaggio circostante. Ma l’Alpstein offre anche molti altri tesori: gli amanti della natura qui avranno solo l’imbarazzo della scelta tra gli innumerevoli sentieri per escursioni, dagli itinerari più semplici a quelli più impegnativi in alta quota. L’Alpstein rappresenta uno dei gruppi montuosi più pittoreschi delle Prealpi Svizzere, grazie soprattutto alla presenza del Säntis, che con i suoi 2502 metri s.l.m. costituisce la vetta più alta della regione.
L’Hoher Kasten, il Kronberg e l’Ebenalp rappresentano poi ulteriori altrettanto rinomate mete per escursioni. In più, circa una trentina di accoglienti locande di montagna sapranno viziare tutti gli ospiti con squisite specialità gastronomiche locali, offrendo anche confortevoli possibilità di pernottamento. Il fascino romantico delle baite di montagna, dotate di tutti i comfort attuali, non restano tuttavia un privilegio riservato agli escursionisti: l’Alpstein infatti è raggiungibile con un’ampia serie di moderni impianti di risalita. A chi pernotta per un minimo di tre notti presso la stessa struttura ricettiva nell’Appenzello viene consegnata gratuitamente una Carta vacanze, che consente agli ospiti di beneficiare di oltre venti offerte gratuite: corse in dodici zone delle Ferrovie dell’Appenzello, corse con le ferrovie di montagna (Kronberg, Hoher Kasten ed Ebenalp), nonché ingressi a musei, piscine e altre attrazioni turistiche.
Leonella Zupo
Appenzellerland Tourismus
Hauptgasse 4, CH-9050 Appenzell
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