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ROMA verso EXPO è un'iniziativa di Roma Capitale che consente alle oltre 140 nazioni partecipanti all'EXPO 2015 di Milano di presentarsi al grande pubblico della capitale. Dal 18 febbraio al 4 marzo 2015 è la volta della Germania, ospitata nel Complesso del Vittoriano (Sala Zanardelli) con una mostra che illustra le molte attrattive del Paese come destinazione turistica ed è abbinata a una presentazione multimediale del padiglione tedesco all'EXPO 2015. L'introduzione alla Germania turistica, curata dalla DZT (Deutsche Zentrale für Tourismus/Ente Nazionale Germanico per il Turismo), mette in primo piano i 39 siti del Patrimonio Culturale UNESCO esistenti in Germania attraverso una serie di fotografie in grande formato. Vengono inoltre illustrati con filmati, immagini, pezzi d'esposizione e dépliant promozionali i grandi temi che sono alla base della promozione turistica della Germania nel 2015/2016: tradizioni e usanze (tradizione vissuta, arte, artigianato, gastronomia), natura e turismo sostenibile, città e cultura e il tema della salute.
Grazie alla sua ricchezza di città storiche, cultura, paesaggi di grande fascino, antiche tradizioni e architetture e design d'avanguardia, la Germania figura tra le destinazioni preferite dai viaggiatori di tutto il mondo. A pittoreschi borghi con le case a graticcio si affiancano metropoli di tendenza come Berlino e città vivaci e accoglienti come Monaco di Baviera. I siti del Patrimonio UNESCO riassumono 2.000 anni di storia e includono splendidi esempi di architettura, urbanistica, paesaggi naturali e archeologia industriale.
Alla realizzazione della mostra presentata a Roma hanno contribuito gli enti turistici della Baviera e del Baden-Württemberg, due regioni molto amate dai viaggiatori italiani, l'Associazione tedesca dei siti UNESCO, le DB-Ferrovie Tedesche e lo sponsor Haribo Italia.
La presentazione del padiglione della Germania a EXPO 2015, denominato "Fields of Ideas", è curata dalla Fiera di Francoforte.
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L'amore dei turisti della Repubblica ceca per l'Italia - in tutte le stagioni dell'anno, per soggiorni lunghi al mare o sulla neve, oppure per semplici fine settimana nelle città d'arte - non accenna tramontare, ma la vera sfida è ora quella di sviluppare l'interesse per destinazioni sinora poco frequentate. Il nostro Paese è oggi al secondo posto fra le destinazioni preferite dai cechi e quest'anno, in vista dell'Expo di Milano, ci sono tutte le premesse perché, a Praga e dintorni, la voglia di Belpaese possa persino aumentare.
Questo è il quadro emerso ieri, in occasione di un incontro di lavoro, svoltosi nei saloni di rappresentanza dell'Ambasciata d'Italia a Praga. L'appuntamento ha riunito tour operator locali e rappresentanti di regioni e città italiane ancora poco conosciute. Presenti delegati di Campania e Piemonte nonché di città d'arte come Bologna, Ferrara, Lucca e Bergamo con l'obiettivo di arricchire il pacchetto di offerte verso i turisti cechi e illustrare nuovi possibili itinerari.
"I turisti cechi stanno scoprendo pian piano tutta l'Italia, ma esistono ancora diverse regioni e città che meritano di essere visitate. Per questo motivo abbiamo organizzato questo incontro insieme all'associazione delle Agenzie di Viaggio Ack della Repubblica ceca, cui va il mio personale ringraziamento, che ci ha supportato e ci accompagnerà nel corso di questa nuova sfida" ha dichiarato l'ambasciatore Aldo Amati. L'appuntamento si è svolto non casualmente alla vigilia della 24° edizione di Holiday World, la fiera internazionale del turismo di Praga, in programma dal 19 al 22 febbraio.
Nel 2012 sono giunti in Italia 549 mila turisti cechi che sono rimasti mediamente più di una settimana, mentre nel 2013 il flusso è stato di 526 mila unità. Il calo - determinato dalla recessione subita dalla Repubblica ceca proprio nel biennio 2012/2013 ha interessato negativamente il turismo ceco anche verso altri Paesi.
Il periodo difficile è stato comunque superato brillantemente nel 2014, quando il Pil nazionale ceco ha fatto segnare un brillante +2%, con prospettive positive sull'andamento economico anche per quest'anno. Ci sono quindi tutti i presupposti per tornare almeno ai livelli del 2010, quando dalla Repubblica ceca giunsero in Italia 593 mila visitatori.
"Non sono ancora a disposizione le statistiche del 2014 ma posso dire che rispetto all'anno precedente le vendite delle agenzie di viaggio sono in crescita. Per quanto riguarda il 2013 l'Italia era comunque al secondo posto fra le destinazioni turistiche preferite dai cechi, un posto in più rispetto agli anni precedenti", ha detto Alessandra Abagnato, responsabile della sede Enit di Vienna, responsabile per l'Europa centrale. Al primo posto la Croazia, le cui coste sono prese d'assalto dai cechi durante i mesi estivi. Al terzo posto è invece sorprendentemente calata la confinante Slovacchia - paese confederato al tempo della Cecoslovacchia (sino alla fine del 1992) e tradizionalmente amato dai cechi per le sue montagne,dove però, con l'adozione dell'euro, nel 2009, i prezzi sono aumentati. Molti cechi hanno così cominciato a fare questo ragionamento: "se proprio devo spendere, tanto vale andare a sciare in Italia, sulle Alpi".
Per quanto riguarda le regioni italiane che segnalano le presenze più elevate di cechi, arrivano in primo luogo in Veneto, il Trentino Alto Adige, la Lombardia, l'Emilia Romagna e il Friuli Venezia Giulia, tutte regioni del Nord, più facilmente raggiungibili per i cechi, anche in automobile. Durante l'incontro è stata però sottolineata anche l'importanza dei collegamenti aerei. La compagnia di bandiera ceca, la Czech Airlines, attiverà nei prossimi mesi due nuove linee da Praga per l'Italia. (askanews)
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“Il 2014 per noi è stato un anno record, con oltre 7,6 milioni di turisti stranieri, a più 9% anno su anno, di cui 258 mila italiani, in aumento a doppia cifra sul 2013, ovvero un più 10%” dice la marketing manager Italia di Tourism Ireland Niamh Kinsella, che sottolinea anche la leadership per il nostro mercato tra le vacanze studio: “Con 30 mila studenti siamo al primo posto per questo segmetno di turismo, superando la Spagna”. Numeri molto positivi che, grazie anche a una serie di eventi e iniziative, lo saranno ancora di più nel 2015, “quando ci aspettiamo di crescere ulteriormente di un 4%” afferma Kinsella.
Una serie di eventi che vogliono far vivere l’isola tutto l’anno (anche in questa stagione, vedi i Dieci luoghi da fiaba nell’inverno irlandese): “Quest’anno cade il 150esimo della nascita di Yeats, uno dei nostri 4 premi Nobel per la Letteratura, su cui organizzeremo una serie di eventi e incontri – spiega Kinsella, in una delle sale della libreria Feltrinelli di Piazza Piemonte a Milano, in perfetto tema con le celebrazioni per il poeta irlandese -. Ma il 2015 sarà anche l’anno dell’Irish Design, con un ricco cartellone di mostre (vedi il sito: irisdesign2015) in Irlanda, ma anche con eventi e presentazioni nelle settimane del design, della moda e le biennali di architettura in giro per il mondo, come ad esempio durante il Salone del mobile di Milano. E, ancora – prosegue Kinsella – tanto sport; la Grand Fondo Giro d’Italia Northern Ireland, sulle tracce del Giro d’Italia arrivato qui lo scorso anno, una gara amatoriale di grande spessore che si terrà qui almeno per i prossimi tre anni, grazie alla collaborazione con Rcs, e l’Irish Open di Golf, dal 28 al 31 maggio”.
E poi il lancio di sempre nuovi prodotti, sulla falsariga del successo dell’itinerario costiero Wild Atlantic Way, lanciato lo scorso anno, o della classica Causeway Coastal Route; “tra le novità di quest’anno la riapertura del sentiero The Gobbins, nella contea di Antrim o il lancio di una proposta che scavi nella millenaria storia irlandese nell’est del fiume Shannon, pronta ad aprile” commenta Kinsella.
Naturalmente il 17 marzo si celebrerà San Patrizio con il Global Greening, ovvero l’illuminazione in verde di tanti monumenti nel mondo, “una delle 50 sfumature del colore dell’Irlanda” la butta lì Kinsella. Green che è anche il tema del padiglione dell’Expo 2015, curato appunto dal Board Bia, l’Irish Food Board che, con il progetto Origin Green, vuol trasformare l’importante settore agroalimentare irlandese totalmente sostenibile: “le nostre esportazioni alimentari hanno toccato i 10, 5 miliardi di euro lo scorso anno – commenta Claire Farrell, trade marketing specialist di Board Bia -. Con il nostro progetto vogliamo che la nostra produzione agroalimentare diventi totalmente sostenibile. Abbiamo 400 aziende già registrate nel programma e l’85% dell’export è ormai green. Puntiamo nel 2016 ad arrivare al 100″%”. Grazie anche all’Expo.
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La Romania sarà presente alla fiera BIT con un'originale stand di 120 mq che evidenzierà l’autenticità e la cultura del Paese. Il tema dello stand è "l'arte della lavorazione del legno". La presenza dell'Ente Nazionale per il Turismo della Romania è arricchita dalla partecipazione dei suoi partner co-espositori che coprono un'intero palinsesto di servizi turistici rivolti al mercato italiano: tour operator, quali A-Trip2RO, Dagecom Travel Services, Estland, Invitation Romania, Karpaten Turism, Severin Travel, World Travel Group e Zenit Voyages, la compagnia aerea romena Blue Air, la catena alberghiera Karpaten Hotels, il treno storico a vapore "Mocanita" e il vettore di trasporti su gomma Saiz Tour Romania. In breve, una bella squadra a disposizione dei visitatori B2B e B2C per presentare una Romania da amare, ricca di posti unici dal punto di vista storico, artistico e culturale.
Nello stand, gli interessati potranno ricevere informazioni sulle bellissime regioni romene, come la Transilvania con le città sassoni e le chiese fortificate, la Bucovina con i suoi colorati e affrescati monasteri, il tradizionale Maramures o la spettacolare zona del Delta del Danubio. E la lista potrebbe ancora continuare. Inoltre saranno presentati per la prossima stagione: circuiti culturali, soggiorni city break e proposte per il turismo attivo e di avventura. La Romania ha preparato tante sorprese per i visitatori della fiera: artigiani specializzati nella lavorazione del legno, degustazione di prodotti tipici della Romania.
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Il Gardenfestival di Appeltern, l’evento di giardinaggio a ricorrenza annuale, ha scelto Van Gogh come tema per l’edizione 2015. Per l’occasione, a molti paesaggisti è stato chiesto di creare un giardino speciale ispirato a Vincent van Gogh.
I giardini di Appeltern costituiscono il parco più grande in Olanda dove sviluppare e praticare idee per il giardinaggio. Con oltre 200 modelli di giardino, questo luogo è l’ideale per mantenersi aggiornati sugli ultimi trend e sviluppi del settore. Evento culminante che vi si svolge ogni anno è il Gardenfestival che, con il tema: “Un giardino per Vincent”, celebra quest’anno Van Gogh.
Nel 2015 infatti ricorrono i 125 anni dalla scomparsa del grande artista olandese. Un artista che non solo ci ha insegnato a conoscere il mondo attraverso la sua arte espressiva, ma che ha anche messo al centro della propria opera fiori, giardini e paesaggi. Chi non conosce dipinti quali I Girasoli, Iris o Rami di castagno in fiore? Senza dimenticare le interpretazioni espressive dei diversi giardini che Van Gogh frequentò nella sua vita.
Per questo il Gardenfestival di Appeltern ha chiesto ad artisti e architetti del paesaggio di ideare un giardino del tutto particolare dedicato all’artista olandese. Le opere saranno ispirate sia ai capolavori di Van Gogh, sia a Vincent come persona, amante della natura e dei giardini.
Tra le realizzazioni proposte, ne saranno selezionate dieci, che dovranno poi essere ulteriormente sviluppate e adattate al meglio per il festival.
Gli undici giardini del 2014 ispirati al tema “Sognando l’Olanda” resteranno esposti ancora per un anno, integrandosi perfettamente con “Un giardino per Vincent”, con cui creeranno una combinazione mozzafiato.
L’apertura del Gardenfestival avverrà il 16 maggio 2015. Oltre che dalle realizzazioni degli artisti, l’evento sarà arricchito anche dalle centinaia di fiori piantati dai bambini di Appeltern.
Oltre agli oltre 200 modelli di giardino proposti, i Giardini di Appeltern hanno molto altro da offrire. Presso il centro informazioni è possibile ricevere tanti consigli sul giardinaggio, si può visitare il mercato delle piante e avvalersi della preziosa collaborazione di paesaggisti per farsi fare uno schizzo personalizzato del proprio giardino. I Giardini di Appeltern organizzano inoltre regolarmente tante attività, weekend a tema e workshop. Sono dotati di un’area speciale per bambini che, con le sue case sugli alberi, un sentiero per gli gnomi e un labirinto di siepi, permette ai più piccoli di scoprire la natura divertendosi
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«Non entriamo in nessun cassetto», ovvero non ci lasciamo etichettare, è il motto del carnevale di Basilea 2015. Ueli, Alti Dante, Dummpeter e Waggis, i personaggi del carnevale visibili sulla spilla ideata da Tarek Moussalli, si affacciano da una serie di cassetti, a significare che tutti coloro che celebrano il carnevale sono individui unici e speciali e non si lasciano rinchiudere entro categorie precostituite. Quali sono le origini del carnevale di Basilea e cosa possono fare i visitatori per godere appieno dei festeggiamenti?
Anche se non esiste un regolamento ufficiale del carnevale di Basilea, questa manifestazione si svolge rispettando consuetudini apprezzate e seguendo alcune raccomandazioni. Basterà attenersi a queste semplici leggi non scritte per vivere il carnevale da veri insider.
Al carnevale di Basilea possono mascherarsi soltanto i partecipanti «autorizzati», cioè i figuranti della Fasnacht. I visitatori sono invitati a non truccarsi e a non indossare nasi finti o berretti a sonagli: ciò sarebbe malvisto al carnevale di Basilea. L’unica eccezione riguarda i bambini, che possono assistere in maschera al carnevale dei bambini.
Il Morgenstreich attira sempre una gran folla. Conviene raggiungere il centro storico con un certo anticipo e guadagnarsi una postazione ai margini della strada. Si consiglia di indossare indumenti caldi e comodi e di lasciare a casa borse ingombranti. Si raccomanda di concordare con i propri accompagnatori
punti di ritrovo e orari, nel caso in cui ci si perda di vista. L’oscurità è il requisito fondamentale per la riuscita della manifestazione. Pertanto i turisti sono pregati di non accendere fuochi d’artificio e di non usare il flash.
Il motto «Me het e Blaggedde», «abbiamo una spilla» in dialetto basilese, invita tanto i locali quanto i visitatori ad appuntarsi una spilla del carnevale. Possederne una è quasi una questione d’onore, dal momento che il ricavato netto della vendita viene interamente destinato ai gruppi partecipanti. La spilla è disponibile
in rame, argento e oro, oppure si può scegliere il cosiddetto «Bijou»,
una versione più ridotta e preziosa. Le spille possono essere acquistate dai venditori ambulanti, dai partecipanti in costume, presso i vari chioschi e le tipiche bancarelle.
Dopo il Morgenstreich è tradizione riscaldarsi con la prima Mehlsuppe, una zuppa di farina tostata. Ai basilesi non importa se con o senza formaggio, perché è già saporita. Gli altri piatti tipici legati al carnevale sono le «Zwiibele- und Kääswäjie», ovvero i tortini di formaggio e cipolle. Già prima del carnevale in molti negozi è possibile trovare i «Fasnachtkiechli» (biscotti di carnevale) e i «Faschtewajie» (bretzel con cumino). Purtroppo le origini di questi piatti si sono perse nel tempo. Den Baslern ist’s egal – ob Mehlsuppe mit oder ohne Käse, schmecken tut’s sowieso.
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Il 2015 è un anno ricco di attività culturali a Varsavia. Per la diciassettesima volta, dal 2 al 23 di ottobre, avrà luogo il Concorso Pianistico Internazionale Fryderyk Chopin che si svolge ogni cinque anni. Quest’anno 450 pianisti provenienti da 45 paesi prenderanno parte alla competizione. Il concorso potrà essere seguito in tutto il mondo in streaming sul sito http://konkurs.chopin.pl, oppure utilizzando l'applicazione creata per i dispositivi mobili.
Nel 2015 Varsavia celebrerà il 60° anniversario del Palazzo della Cultura e della Scienza, uno degli edifici che più caratterizzano la città. Con i suoi 44 piani, è l’edificio più alto di tutta la Polonia. Al 30° piano, ad un'altezza di114 metri, si trova una terrazza panoramica che offre una vista unica su Varsavia. Per festeggiare la costruzione del Palazzo sono previsti una serie di eventi culturali che si svolgeranno principalmente tra aprile a settembre.
Il 2015 è anche un anno di grandi eventi sportivi a Varsavia: il 27 maggio la finale della Uefa Europa League, nel mese di agosto partirà il Tour de Pologne; il 27 di settembre la maratona di Varsavia, uno dei più grandi eventi sportivi in Polonia che sarà accompagnato da fiere e concerti.
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Dresda è famosa per il suo grandioso scenario urbano barocco, immortalato da artisti come il Tintoretto, ma anche per il suo patrimonio di archeologia industriale che tornerà sotto i riflettori dal 22 aprile al 3 maggio 2015 in occasione delle giornate della cultura industriale. Il ciclo di eventi (visite guidate e conferenze) è preceduto da un appuntamento di grande richiamo per gli amanti delle ferrovie storiche. Dal 17 al 19 aprile, nella vecchia stazione della linea Dresda-Lipsia si terrà il Dampfloktreffen , annuale raduno di locomotive a vapore. Il programma di questo insolito festival prevede escursioni in treni d'epoca, esposizioni di modellini, musica e attività per bambini in collaborazione con l'Eisenbahnmuseum di Dresda.
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L’Art Rotterdam Week 2015 trasformerà la città di Rotterdam in una grande festa di cultura e arte contemporanea per tutta la prima settimana di febbraio. Dal 5 all’8 infatti, gli appassionati avranno la possibilità di visitare molte fiere dedicate ad arte e design, oltre ad ammirare mostre uniche, atelier all’aperto e dimostrazioni pop-up. Art Rotterdam è decisamente una delle attrazioni principali della città, ed è considerata la fiera più importante dedicata all’arte in tutta Olanda. La manifestazione si svolgerà all’interno dello stabilimento Van Nellefabriek, riconosciuto Patrimonio dell’Umanità UNESCO la scorsa estate.
Durante questa sedicesima edizione, Art Rotterdam (dal 5 all’8 febbraio 2015), porta nuovamente al grande pubblico gli ultimi sviluppi nel campo delle arti visive. Grazie al suo approccio multiprospettico alle forme d’arte più recenti, Art Rotterdam si pone come valida alternativa alle fiere d’arte internazionali, offrendo un’ampia gamma di concept espositivi. La mostra Projections ad esempio, porta al grande pubblico l’arte del video in una ambientazione aperta e interattiva. Ancora una volta, il Fondo Mondriaan espone le opere di giovani talenti all’interno di una spettacolare cornice: quella del centro di produzione dello stabilimento Van Nellefabriek.
Nuovo arrivato in casa Art Rottrdam è quest’anno Intersctions, un podio dedicato esclusivamente ai nuovi talenti. Fons Hof, Direttore di Art Rotterdam, spiega: “Intersections mostra un settore molto specifico del mondo dell’arte, in particolare, i luoghi in cui gli artisti possono allestire le loro prime mostre in totale libertà. Questo podio è una fantastica aggiunta a tutte le manifestazioni che Art Rotterdam già dedica ai giovani artisti.” La prima edizione di Intersections si svolge nel segno dell’anno dedicato ai Paesi Bassi e alle Fiandre, e si concentra esclusivamente su iniziative fiammingo-olandesi. Nel grande spazio di 1300 m2 della vecchia Van Nellefabriek, i giovani artisti che si occupano di video, installazioni e arti performative, avranno l’opportunità di spingere e ampliare ulteriormente i confini artistici della loro creatività.
Lo scorso anno, Art Rotterdam ha attirato circa 2.150 visitatori, e per la seconda volta trova spazio presso la Van Nellefabriek, che può essere visitata attraverso degli itinerari dedicati. I percorsi saranno guidati da architetti esperti che, insieme a un filmato introduttivo, presenteranno anche diverse esposizioni. Infine, il ristorante a due stelle Michelin FRED, sarà presente con un’area ristorazione pop-up presso l’edificio Schiegebouw della Van Nellefabriek.
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Anima Bellinzona dal 12 al 17 febbraio il Rabadan, un grande appuntamento, che quest’anno spegne ben 152 candeline, per trascorrere nella capitale del Canton Ticino i giorni più divertenti dell'anno. Il carnevale comincia il giovedì con la consegna delle chiavi a Re Rabadan. Venerdì le sfilate mascherate dei bambini. Sabato l'esibizione musicale delle allegre Guggen ticinesi e di oltre San Gottardo. La domenica Bellinzona ospita il consueto "Grande Corteo Mascherato", al quale partecipano duemila comparse, che animano una sfilata umoristica di musiche, carri e gruppi.
Il tutto sarà accompagnato da molte altre animazioni come il concorso per la migliore maschera, spettacoli teatrali, tiro alla fune e decine di "tendine" dove mangiare, bere e ballare giorno e notte. Perché la parola d’ordine durante il regno di Re Rabadan è: divertimento!
Negli stessi giorni Chiasso diventa Libera Repubblica Nebiopoli.
All'apertura del Carnevale le autorità comunali di Chiasso cedono le redini della città al Primo Ministro (re del carnevale) che, per l'occasione, trasforma la città in Libera Repubblica Nebiopoli. Il Martedì Grasso, lungo le vie cittadine, sfila il famoso Corteo mascherato Nebiopoli. Bande e Guggen, gruppi mascherati e carri rappresentano - in modo satirico ed ironico - eventi avvenuti durante l'anno trascorso. I festeggiamenti proseguono con grande festa nei capannoni e per le vie cittadine sino alle prime del ore del mercoledì.
Infine a Locarno, il 13 e il 14 febbraio arriva la Stranociada che si potrebbe tradurre come la notte dove non si chiude occhio. Un appuntamento amato dalla popolazione locale così come dai forestieri e che si festeggiava già nel lontano ottocento. A Locarno, in Città Vecchia, ogni anno si ripete la magia del Carnevale tra musica, tradizioni e tanta allegria.
La tradizione vuole che il tutto abbia inizio di venerdì, con la consegna delle chiavi della città, seguita dai concerti delle “Guggen”. All’una di notte avviene la premiazione con ricchi premi e la sfilata di tutti i partecipanti in piazza San Antonio. Le molteplici tendine, sparse qua e là in Città Vecchia, invitano ad una sosta rigenerante tra specialità locali e altre leccornie. Il sabato invece tutti in piazza San Antonio per gustare il risotto con luganighe. E per più piccini non mancano giochi ed animazioni. (SM)
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Alla fine del 2014 ha aperto ad Amsterdam De Foodhallen, il primo grande mercato coperto in Olanda tutto dedicato a coloro che amano assaggiare qualsiasi tipo di cibo senza doversi sedere al tavolo di un ristorante. Chi ha mai visitato il Mercado de San Miguel di Madrid, il Borough Market di Londra o il Torvehallerne di Copenaghen, sa bene di cosa stiamo parlando. Il Foodhallen è un grande mercato ricco di bancarelle e stand che offrono ogni sorta di cibi, snack e bevande da gustare sul posto.
Tranci di pizza, spiedini di gamberi, frozen yougurt, gustosi panini: al Foodhallen potrete assaggiare questo e molto altro. Il nuovo paradiso delle buone forchette si colloca all’interno del De Hallen, la ex rimessa dei tram sulla Bellamyplein nel quartiere di Amsterdam Oud-West. L’intero complesso ha una superficie di 16.000 metri quadri e, oltre al Foodhallen, ospita già due ristoranti, un cinema, una biblioteca e molti negozi per lo shopping.
Nel Foodhallen potrete trovare davvero ogni sorta di cucina take away da gustare subito sul posto. Volete semplicemente fare uno spuntino, deliziarvi con la haute cuisine o scoprire i sapori della cucina etnica? Al Foodhallen ce n’è per tutti i gusti. Tra i tanti stand e bancarelle potrete trovare il vero streetfood di Mumbai da Shirkhan, coi piatti realizzati dallo chef Hariprasad Shetty del famoso ristorante Izakaya, l’entrecôte di qualità di L’Entrecôte Mobile o gli snack vietnamiti di ViêtView. Ancora, meritano un assaggio i prodotti di BBrood, famoso e rinomato panificio che prepara anche delle ottime bitterballen, le tipiche polpette olandesi adatte per un gustoso aperitivo; gli amanti del sushi potranno soddisfare le papille gustative da Friska, mentre i carnivori non potranno dire di no all’Aberdeen Angus di The Butcher. La scelta però è ancora vasta, con ben 21 offerte gastronomiche.
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È tempo di bilanci, e il turismo in Germania si appresta ad archiviare il 2014 con nuovi record. Da alcuni anni, la crescita dei pernottamenti stranieri continua malgrado la crisi economica internazionale. Anche nei primi dieci mesi del 2014 (gennaio-ottobre) questo trend è stato confermato da un + 5 per cento rispetto al periodo analogo del 2013 e da un totale di 65,3 milioni di pernottamenti. I dati definitivi relativi a gennaio-settembre vedono l'Italia al quinto posto tra i top ten dei mercati di provenienza con una crescita del 5,4 per cento. Gli ospiti italiani quest'anno sono stati più numerosi del solito nel Baden-Württemberg , dove da gennaio a ottobre sono cresciuti del 7,4 per cento rispetto allo stesso periodo del 2013 con un totale di 393.237 pernottamenti.
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Continua fino al 25 gennaio 2015 l’IJsbeelden Festival, il grande Festival delle Sculture di Ghiaccio a Zwolle (Olanda). Quaranta artisti provenienti da tutto il mondo hanno a disposizione ben 250.000 chili di ghiaccio e neve per realizzare vere e proprie sculture, servendosi di seghe circolari, fiamme ossidriche e scalpelli. Liberando il loro estro, hanno a disposizione soltanto due settimane per modellare blocchi di ghiaccio da 1500 chili, lunghi ben due metri, alti 70 centimetri e profondi un metro. Attenendosi al tema di questa edizione “World in Motion”, devono realizzare spettacolari mezzi di trasporto di qualsiasi genere: auto, imbarcazioni e velivoli, prendendo spunto sia dalla storia che dal mondo della fantasia.
Si può così rivivere il tragico destino del Titanic, ammirare la bellezza e l’ingegnosità dei primi mezzi di trasporto nati con la rivoluzione industriale, emozionarsi con lo scenario surreale dello sbarco sulla Luna, oppure entrare in un’auto di Formula 1 o nella Batmobile, ed esplorare i mezzi di trasporto del futuro. Insomma, si può scoprire un magico mondo di veicoli storici e non, tutti rigorosamente realizzati con il ghiaccio.
L’IJsbeelden Festival 2014-2015, il Festival delle Sculture di Ghiaccio, è il più grande evento invernale in Olanda. Oltre alla spettacolare esposizione delle sculture, c'è tanto intrattenimento per tutta la famiglia.Fino al 25 gennaio infatti, si potrà vivere la magia dell’inverno grazie alla pista da pattinaggio, un cinema, uno spazio dedicato al gaming, spettacoli e ambientazioni tematiche con meravigliosi costumi. Infine, mostre e workshop renderanno la vostra visita ancor più interessante.
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Alle ore 17 del 9 ottobre ’89 nella Nikolaikirche e in altre tre chiese del centro di Lipsia iniziano le abituali preghiere per la Pace del lunedì sera. Questi incontri di preghiera erano iniziati sette anni prima nella chiesa di San Nicola, la Nikolaikirche (foto On the Road), e avevano conosciuto alti e bassi, ma non si erano mai interrotti. Nelle ultime settimane di quell’autunno ’89 la partecipazione era aumentata in modo sorprendente, così che quel 9 ottobre la preghiera per la Pace si teneva contemporaneamente in ben 4 chiese. E questo nella seconda maggiore città della DDR, dopo 40 anni di ateismo di Stato e discriminazioni per i fedeli.
Ma la gente continuava ad affluire e quando verso le 18 terminarono le celebrazioni 70.000 persone invasero pacificamente e bloccarono il centro di Lipsia. Erano persone comuni, giovani e non, perfino famiglie con bambini; erano scesi in strada per chiedere libertà e rispetto per i diritti civili. Quella sera anche la polizia, la Stasi, la milizia volontaria e perfino l’esercito erano scesi in strada in assetto antisommossa, con manganelli, cani, gipponi blindati e camion idranti, i cui serbatoi erano additivati di colorante, allo scopo di marcare i manifestanti e di arrestarli anche nei giorni successivi. Lo spettro del 4 giugno ’89, Pechino piazza Tienanmen, aleggiava su Lipsia. La DDR era stata una delle poche nazioni quell’anno a salutare con soddisfazione il deciso intervento dello Stato e del partito per bloccare sul nascere la protesta antirivoluzionaria.
“La paura era la nostra compagna quotidiana, e ringrazio Dio che mi sorresse, così che la mia fede fu sempre un poco più forte della mia paura”, dirà successivamente il Pastore della Nikolaikirche Christian Führer ricordando quel 9 ottobre. Nonostante l’aria fosse carica di tensione , in 70.000 sfilarono lungo il ring di Lipsia cantando e scandendo ripetutamente “No alla violenza” e “Noi siamo il popolo”. Passarono anche davanti alla centrale della Stasi, dove erano le celle d’isolamento degli arrestati dei giorni precedenti e deposero candele sui gradini dell’entrata. Quella sera tutti tornarono a casa incolumi: poliziotti e dimostranti e non ci fu un colpo di manganello, né un fermo, né un arresto, perché tutti si erano comportati con senso di responsabilità.
Da quella sera la DDR fu un paese nuovo; il 18 ottobre Honecker rassegnò le dimissioni, il 6 novembre oltre 400.000 persone sfilarono pacificamente per Lipsia.
Il 9 novembre, esattamente un mese dopo quel lunedì che avrebbe dovuto tristemente unire Lipsia a piazza Tienanmen, a Berlino crollò il Muro.
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Il 56esimo Congresso Internazionale della Fijet. si è svolto , lo scorso settembre in Ungheria, a Budapest, la capitale, definita “Parigi dell’ Est “ e considerata “La perla del Danubio”. Riisultato della fusione di due città, Buda e Pest , unite dal caratteristico Ponte delle Catene e da altri sette ponti, ognuno diverso dall’altro e tutti altrettanto fotografati.
Buda è la parte medievale, con il Palazzo Reale sulla collina ed il Bastione dei Pescatori, e offre uno scorcio suggestivo e romantico della città. Pest, invece,piú moderna, frenetica e trafficata merita una visita al Palazzo del Parlamento, al Duomo di Santo Stefano e alla Grande Sinagoga. Entrambe offrono uno spettacolo notturno di straordinaria bellezza, ancora più irresistibile se ammirate in crociera da uno dei numerosi battelli che solcano le acque del Danubio.
Di giorno, un trionfo di colori e di vita, infatti, le strade e le piazze sono adorne di cesti di fiori. Nella stessa strada ogni lampione è circondato da una ghirlanda di gerani dello stesso colore. Quegli stessi lampioni, la sera, accendono le luci della vita notturna rendendo piacevole girare e spostarsi da un locale all’altro. Passando da eleganti, sontuosi e sofisticati café come il New York Café considerato il più bel café letterario al mondo, ai “Pub in rovina” chiamati così perché allestiti nei cortili delle vecchie fabbriche abbandonate. Un richiamo per giovani e meno giovani che amano sentire musica e gustare una buona birra accompagnata dal piatto più tipico: il “Goulash”. Ne esistono numerose varianti ma in tutte è presente l’immancabile 'paprika', una spezia che si ottiene dall’essicazione dei peperoncini e dalla loro macinazione e viene prodotta dal gusto dolce a lievemente piccante, fino alla versione “hot”! Il museo della paprika, le piantagioni ed i centri di produzione rappresentano una tappa 'piccante' per i visitatori di tutto il mondo.
La città offre numerosi spunti per trascorrere anche dei piacevoli momenti di relax.
Infatti, alle Terme Rudas è possibile immergersi tutta la notte fino all’alba. L‘Ungheria è uno dei paesi più ricchi nel mondo di sorgenti termali e curative e la cultura termale è ampiamente diffusa. Infatti, è possibile osservare alle Terme Gellert e Szechenyi, in città, giovani e anziani divertirsi, rilassarsi o curarsi in ampie piscine dove il vapore prodotto dall'acqua calda permette di stare all’aperto anche in pieno inverno.
Budapest è una città dal fascino inossidabile, appoggiata al passato ma a cavallo del cambiamento, con una straordinaria capacità di adattarsi ai tempi che corrono, che merita di essere vistata e scoperta.
testo di Rosaria Lubrano e Cecilia Nonnis - foto di Andrea La Rosa
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Sölden è la località più nota dell’Ötztal, un vero eldorado per gli amanti delle attività sportive sulla neve abbinate al divertimento e al wellness. L’area sciistica completa dispone di 150 chilometri di piste collegate tra di loro da 35 modernissimi impianti di risalita. Si parte da quota 1.350 m per salire fino a 3.250 m sulle nevi perenni dei ghiacciai di Rettenbach e Tiefenbach. Sölden è l’unica località austriaca a vantare un’area sciistica che comprende 3 vette oltre i 3.000 metri, che si raggiungono, sci ai piedi, attraverso il panoramico percorso BIG 3, un itinerario di 50 km da percorrere in una giornata con un dislivello di 10.000 m, alla scoperta delle vette a 360°. Lungo il tragitto si possono ammirare le futuristiche piattaforme d’acciaio e vetro e l’Ice Q, il ristorante gourmet più alto d’Europa, inaugurato a dicembre 2013. Il progetto del rifugio è unico per l’architettura all’avanguardia, per le proposte eno-gastronomiche e per il ponte sospeso che collega il punto più alto della montagna. Si accede direttamente dalla cabinovia del Gaislachkogl, inaugurata di recente e considerata il progetto più innovativo degli ultimi tempi. D’ora in poi l’accesso alla montagna del Gaislachkogl si preannuncia un’emozione gastronomica irripetibile a 3048 metri di quota.
Il DAS CENTRAL – ALPINE. LUXURY. LIFE è uno degli hotels più blasonati d’Austria e fa parte dell’associazione Best Wellness Hotels Austria. La struttura alberghiera coniuga il lusso alla calda ospitalità di questa valle. Il grande centro SPA è uno dei punti di forza dell’hotel Das Central. Tra i must del Central la cucina gourmet di Gottfried Prantl, considerato uno tra i migliori chef d’Austria.
Das Central – Tel. +43 (0) 5254/22600
Ötztal Tourismus - Tel.: +43 (0) 57200
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Vi è ben più di una ragione per visitare la Normandia, innanzitutto per i suoi paesaggi bucolici, per i contrasti cromatici dettati dai cambiamenti repentini del suo cielo, dai campi verdi e gialli puntellati di balle di fieno, e dagli ambienti marini che, se è possibile, per l’incessante e sorprendete moto delle maree riescono ad essere più mutevoli dello stesso cielo normanno. E’ inoltre la regione che ospita Mont Saint Michel, una delle località più visitate di Francia, e che settanta anni fa ha visto le sue coste essere teatro di quella che fu definita la più grande operazione militare della storia, il D-day o J-Jour alla francese.
Detto questo, uno dei modi per visitare la Normandia, rigorosamente durante i mesi estivi, potrebbe essere la bicicletta. I saliscendi sono minimi, le piste ciclabili ben distribuite, l’unica accortezza è quella di tenersi sempre una cerata a portata di mano per superare indenni, o quasi, i temporali improvvisi. Ma niente paura, basta stringere i denti per un paio di chilometri e torna il sereno.
Arromanches con il suo museo dello sbarco è un buon inizio per rendersi conto della portata di quella che, definita in codice come ‘Operazione Overlord, segnerà una prima tappa nella vittoria degli Alleati contro la Germania nazista. Alle 6.30 del 6 giugno del 1944 sei divisioni anfibie composte da decine di migliaia di soldati in gran parte americani, inglesi e canadesi, presero d’assalto 5 spiagge, supportati da 6.000 imbarcazioni e 13.000 aerei.
I tedeschi prevedevano un imminente attacco ma erano convinti che avrebbe coinvolto la zona di Calais, inoltre il maltempo dei primi giorni di giugno faceva pensare ad un rinvio delle operazioni. La maggior parte dei 135.000 soldati alleati toccò invece il suolo dopo una notte di tempesta e negli 80 km di costa che si estendono a nord di Bayeux i cui nomi in codice erano, e sono ancora da allora, Utah, Ohama, Gold, Juno e Sword.
Nel museo dello sbarco di Arromanches è possibile osservare i plastici che ricostruiscono il sistema di piattaforme e moli necessari per il transito e lo scarico di oltre 740 camion all’ora per un totale di 18.000 tonnellate di rifornimenti e, quando la marea lo consente, è possibile vedere in acqua i resti dei ponti mobili. Con lo sbarco ha inizio la Battaglia di Normandia che durerà 76 giorni e che porterà alla liberazione di Parigi del 25 agosto.
Procedendo verso ovest, pedalando su una falesia a picco sul mare con una meravigliosa vista sulla baia, si giunge a Longues sur mer dove si possono vedere delle posizioni di comando tedesco costituite da quattro casematte con altrettanti cannoni da 150 mm, progettati per colpire bersagli sino a 20 metri di distanza.
La tappa successiva non può essere che Omaha Beach. E’ proprio su questo tratto di costa che vi furono i combattimenti più aspri e le perdite maggiori dello sbarco perché qui gli alleati si trovarono a fronteggiare un’artiglieria tedesca particolarmente equipaggiata, e inoltre un forte vento sfavorevole aveva spostato il punto previsto per l’ammaraggio portando parecchi soldati a smontare in acque profonde e a morire affogati. Per poco si scongiurò la ritirata, e il 6 giugno nella prima ora di operazioni morirono solo qui 1.000 uomini.
Oggi la spiaggia, che diventa immensa con la bassa marea, è un luogo tranquillissimo delimitato a est da dune sabbiose e a ovest da belle casette di villeggiatura. Sul suo promontorio si apre il più vasto e famosissimo cimitero americano presente in Europa che accoglie quasi mille tombe di soldati e un monumento dedicato agli oltre 1500 dispersi. Il prato dal verde curatissimo dove si stagliano le tombe che sembrano estendersi all’infinito è sovrastato da un portico con la statua dedicata allo spirito della gioventù americana.
Lasciati i luoghi del secondo conflitto mondiale procedendo sempre verso ovest ci si avvicina alla destinazione principale, Mont Saint Michel, percorrendo ‘il chilometro più bello di Francia’, un sentiero a picco sul mare con un’ineguagliabile vista proprio sul promontorio di San Michele. Da luglio è possibile arrivare sino alla base del monastero pedalando grazie all’inaugurazione di una nuova strada, ma il modo migliore è giungerci a piedi percorrendo i 7 km di baia. Lo spettacolare effetto delle maree che nell’arco di 6 ore fa passare il monte dall’essere un promontorio ad essere un’isola, con un’escursione tra alta e bassa marea fino a 15 metri potrebbe creare qualche problema per questo è meglio affidarsi ad una ‘Guide de la Baie’ che riuscirà a trovare il punto giusto per evitare di guadare tratti dove l’acqua è troppo alta. Il monastero sembra vicino, in realtà occorrono due ore buone di cammino, ma sicuramente ne sarà valsa la pena. Mont Saint Michel è frequentatissimo, i negozi e il via vai continuo di turisti che lo assalgono da ogni lato rischia di fargli perdere un pò di fascino, ma una volta in cima basterà affacciarsi e ammirare lo sconfinato susseguirsi di acqua e terra in continuo mutamento per rimanere completamente in balia di quel luogo.
Sara Rossi
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E ‘uno spettacolo fin troppo comune in molte città e località del Mediterraneo: gli stranieri ubriachi schiamazzano e barcollano per le strade, mentre la popolazione locale guarda con disapprovazione questi comportamenti. Ma un quartiere di Barcellona è stato particolarmente colpito da questo fenomeno e gli abitanti hanno reagito decisamente.
Circa 2.000 persone hanno marciato dalla zona di Barceloneta, particolarmente coinvolta dal fenomeno, al municipio di Barcellona, per esprimere la loro indignazione nei confronti del cosiddetto “turismo dell’alcool”, sostenendo che rappresenta la rovina del loro quartiere. Si tratta della sesta manifestazione del suo genere nelle ultime settimane.
“Non è che non vogliamo visitatori, noi semplicemente non vogliono questo tipo di turismo, che è irrispettoso,” ha dichiarato Julia Antequera, da lungo tempo residente a Barceloneta, al quotidiano El Pais.
La popolazione di Barcellona ammonta a 1,6 milioni di abitanti, ma ha ospitato 7,5 milioni di visitatori lo scorso anno, cifra che è triplicata nell’ultimo ventennio. Molti arrivano nella città catalana per la ricca cultura, come ad esempio la chiesa della Sagrada Familia o il museo di Picasso, ma spiaggia, bar e locali notturni hanno reso queste visite una calamità a causa dei giovani che vogliono solo fare festa. Gli abitanti del posto non possono più tollerare il rumore notturno e i comportamenti offensive di molti stranieri. Un episodio ormai noto, racconta di tre italiani ubriachi che facevano capriole per la città completamente nudi.
“Vengono qui e fare cose che non possono fare nei loro paesi,” ha raccontato alla stampa locale Vicens Forner, un abitante del luogo che ha immortalato la bravata del trio. Mercè Homs, un esponente politico che rappresenta l’area, ha detto che le autorità stanno cercando di cambiare la situazione. “E ‘importante ricordare che a Barcellona non possiamo permettere assolutamente comportamenti del genere".
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L’incoming italiano ancora non si pronuncia, ma sembra essere quasi certo che le previsioni della vigilia sulla sofferenza del mercato russo per l’estate 2014 saranno rispettate.
Le complicazioni internazionali legate alla questione Ucraina e una perdita di potere d’acquisto per la svalutazione del rublo che, secondo l’associazione alberghiera spagnola, fa lievitare i costi dei viaggi in Europa per i turisti russi fino a un +17 per cento rispetto al 2013 stanno portando il ricco mercato a preferire altre destinazioni rispetto al bacino del Mediterraneo.
Un colpo non da poco per il nostro turismo inbound, che sul mercato russo aveva ormai imparato a fare affidamento, considerato che nel 2013 aveva portato nelle casse 1,32 miliardi di euro.
Secondo l’indagine sul turismo internazionale realizzata da Banca d’Italia e presentata durante il convegno ‘Il turismo Italo-Russo', organizzato dall’Università di Milano-Bicocca in collaborazione con la Russian International Academy for Tourism in occasione dell’Anno del Turismo Italia e Russia, in cinque anni i visitatori russi in Italia sono più che raddoppiati, passando da 461mila nel 2009 a 1 milione e 88mila nel 2013. Anche i pernottamenti hanno segnato un incremento significativo, passando da 3,52 milioni a 7,82 milioni così come la spesa, che nello stesso periodo è balzata da 623 milioni a 1,32 miliardi.
A soffrire di più potrebbero essere i territori italiani dove si concentra maggiormente la domanda russa. Secondo Bankitalia i flussi provenienti dalla Federazione si concentrano in Emilia Romagna, seguita dalla Lombardia. In particolare in questa regione si concentra la spesa turistica, e lo shopping sul territorio corrisponde al 20 per cento dell’intera spesa dei viaggiatori russi in Italia.
La capacità di spesa è il punto forte della componente turistica russa. Secondo un’analisi presentata da Andrea Alivernini di Banca d’Italia, infatti, i viaggiatori russi registrano un livello di spesa media giornaliera che risulta essere fra le più elevate: con circa 170 euro al giorno il loro budget è superiore del 65 per cento rispetto a quella sostenuta dagli altri turisti internazionali, che si è attestata a 103 euro.
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Dopo un’importante ristrutturazione, il Mother Goose Hotel di Utrecht è stato aperto ufficialmente lo scorso luglio. All’interno di un edificio storico sulla Ganzenmarkt, una zona molto vivace della città e ancora sconosciuta ai più, l’hotel offre un’atmosfera intima e tante attenzioni per gli ospiti.
Esperienza, design e sostenibilità
Il Mother Goose Hotel è situato all’interno di due antichi edifici monumentali, nei quali si trovano le sue 23 camere disposte su quattro piani. Dal 1931 al 1990 la struttura fu sede della fabbrica di materassi Ubica, da cui il complesso prende il nome ancor oggi. Conosciuta nel XIV secolo come “casa Compostel”, nome dell’allora proprietario, l’edificio fu costruito probabilmente già nel 1302.
Ogni stanza presenta il tocco unico di un arredamento curato da Morph Design, e gli accessori delle toilette portano la firma del famoso couturier olandese Paul Schulten. Il design contemporaneo convive armoniosamente con gli elementi dell’antica struttura accuratamente preservati, per offrire agli ospiti un’esperienza unica nel suo genere. Ogni piano è caratterizzato da un colore diverso, proprio come le tinte che possiamo osservare nel piumaggio dell’oca (goose), cui l’hotel deve il suo nome. Il primo piano, il White Goose Floor, è bianco e luminoso ma con qualche tinta ruvida. Il secondo piano, denominato Grey Goose, presenta diversi toni di grigio che caratterizzano uniformemente ogni dettaglio. Il terzo piano, Brown Goose, richiama le tinte e le sfumature presenti nel piumaggio dell’oca marrone, mentre il quarto e ultimo piano, il Black Goose, è dominato da un bel colore antracite con finiture in nero opaco, e offre una spettacolare vista sulla città.
Ultimo aspetto che caratterizza il Mother Goose Hotel, e non per questo meno importante, è l’attenzione alla sostenibilità, concretizzata in soluzioni intelligenti per il riscaldamento dell’acqua, l’areazione e l’isolamento, senza mai rinunciare al comfort.
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