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Dal 1985 una città dell’Unione europea diventa capitale della cultura per un anno, durante il quale ha la possibilità di manifestare la sua vita e il suo sviluppo culturale. Notevoli i vantaggi in termini socio-culturali ed economici.
Per il 2019 le Capitali europee della Cultura saranno in Bulgaria e in Italia.
Fervono i preparativi nel nostro Paese e molte sono le città che intendono candidarsi al titolo: il 20 settembre si chiuderanno infatti i termini per presentare la propria partecipazione, ma già esiste un primo elenco delle aspiranti Capitali europee della cultura.
Ecco una lista preliminare delle città candidate, che attende conferma dopo la detta data di scadenza:
- Amalfi
- Aosta
- Bergamo 2019
- Caserta 2019
- Catanzaro
- L’Aquila 2019
- Lecce 2019
- Mantova 2019
- Matera 2019
- Palermo 2019
- Perugia-Assisi 2019
- Pisa
- Ravenna 2019
- Siena 2019
- Siracusa
- Taranto
- Torino 2019
- Urbino 2019
- Venezia con Nordest 2019
A Palermo si fa il tifo
Fotografia, danza, teatro, passeggiate letterarie, musica, cibo di strada, attività per bambini, visite guidate, opera dei pupi, mostre, conferenze, reading, installazioni, sport e molto altro ancora. Si annuncia ricchissimo il programma della “Settimana delle Culture”, a Palermo dal 16 al 22 settembre, per supportare la candidatura del capoluogo siciliano a Capitale Europea della Cultura 2019.
Per sette giorni l’intera città sarà teatro di questa grande iniziativa, con centinaia di eventi dislocati in vari luoghi, anche in periferia, e con una “cittadella della cultura”, allestita ai Cantieri Culturali alla Zisa. (foto)
L’inaugurazione avverrà domenica 15, alle 17, nella sala del cinema De Seta, ai cantieri culturali della Zisa, con un concerto della Fanfara dei carabinieri e della Corale San Sebastiano della Polizia municipale, insieme all’avvio contemporaneo di tutte le mostre ai Cantieri.
“L’impegno gratuito profuso da associazioni e società civile conferma che a capitale culturale non è candidata l’amministrazione comunale ma la città di Palermo”, ha detto il sindaco Leoluca Orlando, intervenuto alla conferenza stampa di presentazione.
“Stiamo lavorando a un progetto di recupero dei cantieri culturali della Zisa, per noi polo della contemporaneità - ha detto l’assessore comunale alla cultura Francesco Giambrone - Lanciamo per l’occasione il primo concorso internazionale di idee per un bando che riteniamo possa essere pronto per la fine dell’anno, in modo da poter accedere ai fondi europei 2014-2020”. A fare da contorno alla manifestazione anche il cibo di strada, in associazione con l’antica Focacceria San Francesco. Fitto il programma degli eventi che quotidianamente verrà aggiornato: oltre 12 mostre fotografiche, 28 mostre di pittura, 54 spettacoli, 28 visite guidate, 13 convegni e altro ancora, per un totale di quasi 200 eventi, di cui una cinquantina in programma ai Cantieri della Zisa.
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Uno dei regni più antichi (e più piccoli) del mondo, la Danimarca, ospita la statua della Sirenetta, personificazione della favola della Sirenetta del danese Hans Christian Andersen. Proprio come la Torre Eiffel è il simbolo di Parigi, la statua della Sirenetta è diventata il simbolo della Danimarca e della capitale danese, Copenaghen. Per celebrare il centenario della statua, sirene dal corpo dipinto appariranno nelle città di tutto il mondo tra il 23 agosto e il 6 settembre 2013. Indossando la parte alta del bikini di conchiglie e la coda da pesce, arrampicate su scogli artificiali, le inviate della Sirenetta ridaranno vita alla favola di H.C. Andersen in tutto il mondo.
Grandi passioni
La personificazione della tragica favola di Hans Christian Andersen, la statua della Sirenetta dal cuore spezzato, siede sul suo scoglio presso il porto di Copenaghen attendendo il principe dei suoi sogni. Una piccola statua in bronzo, solo 125 cm di altezza per 175 kg di peso, la Sirenetta ha ispirato i visitatori con la sua storia d’amore duraturo per un secolo.
Ma ha anche sollevato delle controversie. Decapitata due volte da artisti radicali (nel 1964 e nel 1998), la Sirenetta è stata anche privata di un braccio (1984). E fu addirittura fatto un tentativo di farla esplodere (2003), mengtre nel 2007 si limitarono a dipingerla interamente di rosa. Nel 2010, la Statua della Sirenetta è però volata in Cina dove venne esposta alla world EXPO di Shanghai presso il padiglione danese.
Un po' di storia
La statua della Sirenetta del 1913 era in origine un regalo alla città di Copenaghen da parte del produttore di birra Carl Jacobsen (1824-1914) figlio del fondatore del Birrificio Carlsberg. Lo scultore, Edvard Eriksen (1876-1959), prese sua moglie, Eline Eriksen, come modella per la statua. L’artista, all’inizio, venne ispirato nella creazione della Sirenetta, dopo aver assistito nel 1909 ad una performance del balletto 'La Sirenetta', interpretato dal Royal Danish Ballet e con la partecipazione dell’étoile Ellen Prince nel ruolo della protagonista.
www.visitdenmark.it/it/sirenetta
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Sondaggio sulla qualità della vita nelle città europee: una panoramica delle preoccupazioni e delle speranze dei cittadini nei centri urbani
La Commissione europea ha diffuso i risultati del rapporto triennale Eurobarometro "Perception of Quality of Life in European Cities", il sondaggio sulla percezione della qualità della vita nelle città europee, condotto tra 79 città negli Stati membri e in Islanda, Norvegia, Svizzera e Turchia. 41 000 persone residenti in queste città hanno classificato il loro livello di soddisfazione in merito a diversi aspetti della vita urbana, in particolare i servizi pubblici.
Dal sondaggio è emerso che:
1. Come nel 2009, secondo i cittadini, salute, impiego, istruzione e formazione sono le questioni principali delle quali le città dovrebbero occuparsi.
2. Il sondaggio indica che i cittadini nella maggior parte delle città europee ritengono sia difficile trovare un impiego. Solo in 9 città la maggior parte dei cittadini ha affermato che è facile trovare lavoro. Rispetto al 2009 l’insicurezza relativa all’impiego è aumentata notevolmente, benché in alcune città la prospettiva sia diventata più positiva.
3. In 50 città, almeno una persona su due pensa che sia difficile trovare buone soluzioni abitative a un prezzo ragionevole.
4. Il sondaggio ha inoltre registrato un basso livello di soddisfazione nei confronti delle scuole e degli istituti di formazione in molte capitali.
5. Come nota positiva, dal sondaggio è emerso che in tutte le città, tranne in 5, la maggioranza degli interpellati è d'accordo che la presenza di stranieri sia positiva per la città e che tali soggetti siano ben integrati.
6. Esistono ampie differenze tra le città sul modo in cui le persone valutano la qualità dei trasporti pubblici, dei servizi sanitari o della propria situazione finanziaria.
7. Un livello elevato di soddisfazione per quanto riguarda spazi pubblici, aree verdi, pulizia e senso di sicurezza sembra strettamente correlato alla soddisfazione complessiva delle persone nei confronti della loro città. Quando è stato chiesto loro se si sentissero «soddisfatti» di vivere nella propria città, almeno l'80% degli interpellati in 71 città ha risposto in modo affermativo.
8. Il sondaggio indica anche che più persone rispetto ai sondaggi precedenti ritengono che le proprie città siano attive in merito alla lotta al cambiamento climatico.Questo è particolarmente vero nel caso delle capitali.
Il sondaggio sulla qualità della vita nelle città europee è stato presentato ufficialmente nel corso della giornata durante gli OPEN DAYS 2013 a Bruxelles, un evento della durata di quattro giorni focalizzato sulla futura politica regionale e urbana dell'Unione europea.
Parlando prima dell'evento, il Commissario europeo per la Politica Regionale, Johannes Hahn, ha dichiarato, "Questo sondaggio offre un'utile panoramica della percezione dei cittadini europei in merito alle città in cui vivono e ci ricorda i numerosi elementi che contribuiscono a determinare una sensazione di benessere e una buona qualità della vita negli ambienti urbani. Trovandoci alla soglia della prossima fase della Politica regionale e urbana per il periodo 2014-2020, mi auguro che i risultati saranno fonte di ispirazione e guida per aiutare responsabili delle politiche, urbanisti e società civile ad affrontare i problemi urbani mediante un approccio maggiormente olistico e integrato".
La Politica regionale e urbana dell'Unione europea fornirà maggiore supporto alle città per il periodo 2014-2020. Attualmente quasi il 40% del Fondo europeo di sviluppo regionale è investito nelle città.A seconda delle priorità degli Stati membri, questa percentuale è destinata a crescere. Inoltre, nel prossimo periodo i paesi dell'Unione europea dovranno promuovere investimenti che combinano diversi tipi di azioni per far fronte alle particolari sfide economiche, ambientali, climatiche e sociali che contraddistinguono gli ambienti urbani. Almeno il 5% dovrebbe essere accantonato dagli Stati membri per questo tipo di approccio integrato.
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La penisola sulla quale si e sviluppato e mantenuto il ricco centro storico di Parenzo e popolata gia da millenni e oggi viene spesso considerata un vero e proprio monumento culturale. Ancora oggi in gran parte si denotano le sembianze del centro storico di una volta, circondato da mura di cinta e torri protettive.
Passeggiando per la citta, sulle rive della baia Peschiera (Peškera) potete ammirare la Torre settentrionale. Proseguendo verso sud vedrete poi la Torre pentagonale, situata all’inizio della via Decumana, e poco oltre la Torre rotonda, affacciata verso le rive di Parenzo.
All'interno delle mura di una volta, scoprite la basilica Eufrasiana, la Casa dei Due Santi e la Casa Romanica, oltre ai resti di tempi antichi in prossimita della piazza Marafor (Foro Romano). Infatti, Parenzo puo vantare il Tempio di Marte – il santuario romano maggiore in Istria, oltre ai resti del Tempio di Marte, nelle sue immediate vicinanze.
Sulla via di ritorno, all'incrocio di due vie, la Decumana e la Cardo Maximus, potete ammirare i palazzi gotici Zuccati, Manzini e Leone, oltre a quelli barocchi Sincich, Polesini e Vergottini. Uscendo dal centro storico, non mancate di visitare il bellissimo palazzo comunale costruito in stile neogotico.
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In un negozietto di artigianato tra i tanti, l’occhio cade a caso su delle scatolette in legno dipinte a mano, con il paesaggio della bella Porec, su sfondo azzurro o chiaro, ma c’è una piccola sorpresa. Sotto la scatola girando una chiavetta si mette a suonare un carillon: è una musica che cantavano forse i marinai, quando bevevano e brindavano, augurandosi che quante erano le gocce del vino altrettanti fossero gli anni della vita.
Porec, l’antica Parenzo, situata a metà della costa istriana in Croazia, è, come quella musica, dolce, ma allegra e spensierata, luminosa, dalla bellezza antica, incastonata nell’azzurro. Così è dipinta su quelle scatolette e così appare già da lontano, col suo profilo caratteristico di antichi palazzi, che si allunga nell’azzurro tra mare e cielo.
Un tempo qui tutto apparteneva a Venezia, ai tempi della Serenissima (dal XV al XVIII sec.), per questo si respira ad ogni angolo l’atmosfera veneziana. La si ritrova subito sulle facciate candide dei palazzi cinquecenteschi con le finestre dalle tipiche bifore veneziane o ad arco, anche se la sua struttura ci riporta addirittura ai tempi dell’antica Roma: nelle vecchie vie si può intravvedere ancora l’impostazione romana del cardum e del decumanum, le strade romane che si riconoscono anche dal nome della via. Attualmente in un palazzo-museo sono ospitate epigrafi e pietre tombali dell’epoca.
Il suo gioiello più prezioso però è la Basilica Eufrasiana (o di Sant'Eufrasio vescovo), patrimonio dell’Unesco. Costruita sulle fondamenta di una chiesa precedente, intorno al 1500, ospita magnifici mosaici, i più notevoli dell’area mediterranea insieme a quelli di Ravenna, cui si aggiungono il bel cortile porticato, il Battistero e la torre campanaria: da questa si può godere una incantevole vista sul borgo e il mare. Nell’oratorio della prima chiesa, dedicata a San Mauro, vescovo di Parenzo, è ancora conservato il pavimento mosaicato che era parte di un’antica casa romana. In seguito fu distrutta per erigere la attuale basilica, quando era vescovo Eufrasio. I mosaici sui muri vennero eseguiti da maestri bizantini, mentre quelli ritrovati sotto il pavimento, recintati e protetti da una lastra di vetro, sono opera di artisti locali. Su uno dei mosaici dell’abside sono raffigurati i due vescovi, Sant'Eufrasio e San Mauro. Quest’ultimo, primo vescovo di Parenzo, fu martirizzato ai tempi delle persecuzioni dell’imperatore Diocleziano contro i cristiani. Al centro, spicca la meraviglia del ciborio e della cupola color oro e blu, il primo costruito nel 1277 per volontà del vescovo Otto. Pure il baldacchino, retto da quattro colonne in marmo, è interamente decorato di mosaici. In particolare brilla la luce dorata della cupola con il mosaico sull’arco di trionfo, in cui si distingue il Cristo su un globo e i dodici apostoli, sei per lato, che recano una corona ciascuno. Nel catino absidale, invece, si trova la Vergine con il Bambino, una delle pochissime figure della Madonna rinvenute in una basilica occidentale nei primissimi anni del cristianesimo.
La città vecchia, popolata di negozietti e botteghe di artigianato, ceramiche, oggetti in legno e conchiglie, maschere, continua a sorprendere con scorci di palazzi cinquecenteschi, tra cui ad esempio, nella Decumanus, un palazzo sorto nel 1473, in stile gotico fiorito, dalle magnifiche doppie trifore, e poi, finestre ad arco, balconate in ferro battuto o in legno, vecchie case in pietra, per non parlare del bastione medioevale, una parte delle antiche mura che circondarono il borgo fino al 18° secolo.
Sono scorci forse già visti eppure sempre nuovi, perché la bellezza non stanca mai.
Oggi Porec è un’attrezzatissima località balneare, al centro tra due verdi pinete, a ridosso di due spiagge fatte di scogli e cemento, ma dotate tutte di vasche di sabbia, dove giocano i bambini.
Nelle pinete si trovano giochi per tutte le età e sul lato sinistro ci sono due trampolini per tuffi e uno scivolo d’acqua, un’apoteosi per bambini e ragazzi.
La costa poi continua frastagliata ai margini della ricca vegetazione mediterranea, popolata soprattutto di pini, abeti e alberi cedui, e punteggiata qua e là di alberghi e casette immersi tra il verde e l’azzurro. Sul lungomare, davanti al porto, alcuni battelli invitano a fare gite nei dintorni, soprattutto al vicino borgo di Rovinj e al verdissimo canale di Lemen.
Non mancano suggestive manifestazioni in costume, tra cui una Giostra del Settecento, che si tiene a metà settembre, evento anticipato dalla raffigurazione dei sontuosi costumi dell’epoca, di dame e signori aristocratici, uno dei quali, in vero tessuto, accoglie i visitatori all’entrata di una bottega.
E allora, luminosa Porec, arrivederci!
Grazia Paganuzzi
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È la nuova Istria che quella che si sta affacciando all’Europa e al mondo, una terra bellissima ricca di ruralità nonostante il flusso turistico di massa degli anni '80 e '90 e la conseguente standardizzazione di prodotti e servizi.
È nata una nuova schiera d’imprenditori turistici, di produttori agroalimentari e ristoratori, di chef che in pochi anni stanno raccogliendo i frutti di un lavoro fatto con il cuore e con la testa e così, dove prima l’olio era pesante e duro ora è raffinato e di carattere, dove la Malvasia era un vino impersonale ora è di gran livello, dove il pesce era cucinato in tutta la costa sempre alla stessa maniera, ora è proposto con ricerca e tecnica, dove la carne era solo quella della lombata di vitello, ora c’è il prezioso Boskarin e poi ancora i tartufi di Livade, la Sogliola di Salvore, la patata istriana, il prosciutto istriano e via… via così…
Un mondo nuovo da scoprire, una terra dura e sensuale allo stesso tempo, con un’entroterra tutto da scoprire dove il marè è visibile da ogni collina, un mondo per gli amanti del buon vivere ed anche per chi cerca servizi esclusivi d’alta qualità dedicati al wellness, al relax, come ad esempio la struttura dell’Hotel kempinski Adriatic 5 stelle (www.kempinski.com) con i suoi 2.000 metri dedicati alla spa Carolea, le camere ampie e lussuose, il campo golf 18 buche immerso negli uliveti, la spiaggia privata che guarda dritta a Pirano sovrastata dalla terrazza panoramica del ristorante Kanova. Oppure il piccolo Hotel Gourmet San Rocco di Verteneglio (www.san-rocco.hr) nell’entroterra più storico del Malvasia, uno dei luoghi di ristorazione più evoluti in Istria dove olio e aceto vengono prodotti in casa, dove abbiamo mangiato un sorprendente patata cotta nel sale con tuorlo d’uovo e tartufo nero Istriano.
E ancora dal Ristorante Badi (www.restaurant-badi.com) nel piccolo borgo marinaro di San Lorenzo di Umago dove i piatti imperdibili sono il branzino in crosta di pane e gli scampi del Quarnero e dove l’ospitalità di Bado Badurina detto Badi è davvero unica.
Oppure alla Konoba Buscina (www.konoba-buscina.hr) immersa tra gli uliveti, dove una piccola struttura in pietra ospita il bel focolare sempre acceso per preparare piatti tradizionali di carne e pesce, con Fabiana che convince con il suo carattere determinato e diretto (da poco aperto anche il vicino agriturismo/alloggio, una grande casa rurale con piscina con 8/9 posti letto per famiglie e gruppi di amici). Fabiana è una delle prime promotrici del Boskarin, un bue istriano dalle lunghe corna usato solo in agricoltura fino ai primi del ‘900.
E poi più a sud sulla punta estrema di Salvore, dove vicino al faro, emerge la nuova cucina di pesce di Fabrizio della Konoba Pergola (
Impossibile infine non passare per Grisignana nell’entroterra, un borgo rurale medioevale panoramico completamente in pietra situato sopra un colle di forma conica, alto 228 m dove, da poco è stato aperto un’esclusivo bar da visitare al calar del sol, trattasi dell’Eno-gastro Energy Bar&Design, davvero schic (+385 52 776 051).
Per l’olio, vi sono molte micro-olearie nel territorio, ma non mancate la visita ad Aleksandra Vekic la produttrice dell’olio Mate (www.mateoliveoil.com), uno dei migliori oli istriani. Aleksandra da sola dirige l’attività perseguendo il sogno di papà “Mate” che nell’ulivo, 15 anni fa aveva investito tutta la sua vita. Alecxandra vi racconterà tutti i segreti della sua straordinaria coltivazione e produzione accompagnata da una degustazione dei suoi famosi oli. Per chi non volesse venir via del territorio senza assaggiare i Tartufi di Livade, Giancarlo Zigante (www.zigantetartufi.com) è presente nel territorio con alcuni store a Buje, Livade, Motovun, Grisignana e Buzet, il tartufo nero si trova tutto l’anno, per quello bianco dovrete aspettare ottobre.
Eccellenza anche nei vini, tra i quali nel nostro piccolo viaggio abbiamo assaggiato, la Gran Malvasia di Coronica (www.coronica.com), un ottimo metodo classico del giovane Bruno Trapan di Pola (www.trapan.hr), i “macerati” di Giorgio Clai (0385 52776175) come la Malvasia ed il Pinot, il Moscato di Momiano di Gianfranco Cozlovic (www.kozlovic.hr) pioniere della nuova enologia istriana, quello del piccolo produttore Danijel Kraljevic della Vigna Cuj ed infine il terrano di Moreno De Grassi (www.degrassi.hr). Questa naturalmente era solo una piccola parte dell’Istria e c’è ancora molto da scoprire. Ancora una volta la conferma che le cose migliori vengono dai territori storicamente più difficili.
www.magnarben.it
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Colline dai pendii dolci e verdeggianti, ruscelli, venti caldi che accarezzano la pelle, sport all’aria aperta e silenzi che elevano lo spirito nella meditazione.
Tutto questo è la Moravia Orientale. Ma anche di più.
Perchè se siete alla ricerca di una vacanza che coniughi attività e relax, passione per la natura e benessere psicofisico, questa è la destinazione dei vostri sogni.
Soltanto atterrando a Brno, vi renderete conto di quanto sia preminente per la popolazione morava l’accoglienza, che si lega a doppio filo ad un ricco patrimonio di tradizioni e folclore. Nella più assoluta aderenza alla filosofia del vivere ‘slow’, abbandonando le frenetiche vite cittadine, potrete però non rinunciare alla vostra sete di conoscenza e curiosità: la Moravia orientale è, infatti, ricchissima di monumenti storici, culturali, spirituali.
A 40 min dall’aereoporto di Brno, sorge la deliziosa cittadina di Velehrad.
Il monastero di Velehrad e, soprattutto, la sua basilica, rappresentano il fulcro spirituale della Repubblica Ceca. E’ proprio qui che ebbe inizio la millenaria storia della cristianità in questa parte d’Europa. Non a caso è il luogo, dove ogni anno, si tiene il pellegrinaggio nazionale, cui partecipano decine di migliaia di persone. Lo scorso 5 luglio inoltre, ricorrendo i 1150 anni dall’arrivo dei missionari slavi Cirillo e Metodio, la cittadina ha accolto il Pellegrinaggio Nazionale con un numero impressionante di pellegrini arrivati per la celebrazione solenne. La grandissima croce davanti alla basilica ricorda,inoltre, la visita di Giovanni Paolo II nel 1990. Da qui passa,poi, la via di pellegrinaggio della Grande Moravia e partono anche i diversi sentieri di pellegrinaggio diretti alla montagna con il santuario di ‘Svaty Hostyn’ verso la collina di Sant’Antonio. E’ ben evidente come l’intera zona della Moravia Orientale sia intessuta di una viva tradizione cristiana: i turisti trovano le tracce della vita spirituale ad ogni angolo. Sia che si tratti di una croce lungo la strada, di vie crucis, o di una basilica.
Da Velehrad potete poi raggiungere il meraviglioso Castello di Buchlovice, progettato da Domenico Martinelli, sullo stile delle ville barocche italiane. Nel caso lo raggiungiate a piedi, sarete premiati da splendide vedute di tutta la Moravia orientale. Il castello di Buchlovice, vi darà l’impressione di esservi catapultati in una fiaba d’altri tempi. Fu la sede nobiliare, barocca, di maggior importanza: l’area barocca del castello è costituita da due palazzi semicircolari con ricco ornato. Fa parte del complesso anche l’unico giardino pensile di tipo francese e il giardino all’inglese dove crescono rari alberi centenari e dove pavoni elegantissimi danno il benvenuto ai visitatori.
Chi considera l’avventura una ‘conditio sine qua non’ nelle attività vacanziere, non potrà lasciarsi sfuggire il centro dei voli in mongolfiera a Brestek. Mentre uno spettacolo originale, destinato non soltanto alle signore, potrete viverlo visitando il museo specializzato dell’industria calzaturiera ceca situato nel centro città di Zlin. Oltre a un migliaio di oggetti, la mostra vi presenta la produzione leggendaria della ditta Baa e la storia dell’artigianato. I più antichi pezzi originali risalgono al ‘500. Gli esempi cechi sono integrati da una collezione unica di calzature estere. Tra gli oggetti esposti, provenienti da tutto il mondo, vedrete tra l’altro anche i sandali fatti di piume di emù e capelli umani, utilizzati in Australia centrale a fini rituali.
Di grande impatto è il villaggio-museo di Rožnov pod Radhoštìm
Il complesso comprende centinaia di edifici lignei valacchi, che è possibile visitare anche all’interno, facendosi trasportare nel passato. Potete assaggiare qui le locali specialità gastronomiche ed anche cimentarvi in uno dei mestieri scomparsi. Il villaggio museo di Rožnov pod Radhoštìm ospita eventi culturali per tutto l’anno: si tengono molte iniziative ispirate al folclore locale, alle tradizioni popolari ed ai mestieri tradizionali. L’evento più amato è la tradizionale festa di Rožnov. La parte più antica e suggestiva del villaggio- museo è il paesello di legno, dove vennero trasportate le case che si trovavano sulla piazza di Rožnov e la chiesa di un vicino paese di campagna. La visita agli interni di questi edifici potrà condurvi idealmente alla vita quotidiana di chi ci ha realmente vissuto nel lontano passato. Anche un mulino a vento di tipo tedesco fa parte di questo villaggio museo, consentendoci di conoscere il funzionamento di un mulino. La città valacca , nonostante i cambiamenti subiti nel passare dei secoli, conserva gelosamente la propria identità. Rožnov pod Radhoštìm è il simbolo della salvaguardia dell’eredità storica, delle arti e dei mestieri oggi tristemente dimenticati. Dopo aver visitato tutto il giorno questa città valacca, potete dedicarvi al benessere del corpo: le terme di birra di Rožnov, uniscono elementi di medicina alternativa alle antiche tecniche degli antichi egiziani ed alle classiche cure fisioterapiche.
Ultima tappa, per concludere in bellezza è la visita alla cittadina di Kromeriz, una piccola Praga che per molti secoli è stata un centro economico e amministrativo molto importante. Ricchissima di luoghi storici e di tradizioni culturali e musicali è giustamente chiamata anche ‘L’Atene della regione Hanà’. Il castello arcivescovile, in stile barocco fu costruito nel XVIII secolo dai vescovi di Olomuc che lo possedevano dal XII sec, prima come mercato regionale,poi come residenza estiva. Di inestimabile valore sono anche le 536 opere che potrete ammirare nella pinacoteca del Castello, concludendo con una visita, doverosissima, al giardino dei fiori,monumento storico, iscritto nell’elenco dei beni UNESCO dal 1998: vialetti con alte siepi, geometrie, statue di antiche divinità e personaggi mitologici.
Sara Tufariello
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Lontano in mezzo al mare viveva un Re con i suoi sei figli, la più piccola era una sirenetta. Lei adorava sentir parlare del mondo degli umani e il giorno del suo quindicesimo compleanno le fu concesso di salire in superfice. Lì vide un veliero con a bordo un bellissimo e giovane principe. Di notte, durante una tempesta, il veliero affondò e la sirenetta andò a salvare il Principe.
Il mattino seguente, lui si svegliò, gli occhi ancora chiusi. La sirena lo baciò e lo stese sulla sabbia, ma lui non sapeva chi lo aveva salvato, dato che si svegliò e sorrise. Con il cuore spezzato lei si rituffò in mare, ma tornò spesso al suo castello per guardarlo. Divenne molo legata agli esseri umani. “Perché non possediamo un’anima immortale? Darei tutti i miei 300 anni in cambio di passare un giorno da umana, conquistare il principe e diventare immortale” pensò. Quindi partì, alla ricerca di una strega del mare. “Vuoi veramente sbarazzarti della tua coda per avere un paio di gambe, innamorarti del principe e avere un’anima immortale? le chiese la strega. “Allora il tuo desiderio verrà esaudito, ma fará male come il taglio procurato da una spada, la tua vita da sirena finirà e lo devi sposare per diventare immortale. Inoltre, voglio la tua bella voce, e se lui sposerà un’altra, tu diventerai schiuma del mare” disse la strega cominciando a mescolare una pozione magica.
La Sirenetta uscì dall’acqua, bevve la pozione e si sentì come trafitta da una spada. Una volta sveglia, trovò il Principe in piedi davanti a lei, ma lei non riusciva a parlare. Lui dunque la condusse al suo castello e si prese cura di lei come se fosse una bambina, non una moglie e presto sposò un’altra principessa. Questa fu la fine di un sogno per il quale aveva lasciato la sua famiglia, la sua casa e la sua voce; all’alba si dissolse in schiuma marina. Non sentì la morte ma vide soltanto creature dalle voci melodiche fluttuare nell’aria appena salì dalla schiuma. “Dove sono?” si chiese. “Con le figlie dell’aria. Anche noi dobbiamo conquistare l’amore di un mortale per diventare immortali. Adesso ti sei unita a noi, ma attraverso buone azioni lungo molti anni, otterrai la tua parte nella felicità eterna dell’umanità. (H.C. Andersen, 1837)
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Già battezzato 'Il Festival dei Festival', The Gathering Ireland 2013 è un intero anno punteggiato da una miriade di festeggiamenti, eventi e opportunità, in cui si celebra l’Irlanda e tutto ciò che è irlandese: la sua gente, la sua cultura, la sua ricca storia.
Un impatto quanto mai positivo se si scorrono le cifre relative agli arrivi dall’estero nel periodo gennaio-maggio 2013: +6,4% rispetto agli stessi mesi dell’anno precedente. E ancora, mentre gli arrivi dagli Stati Uniti nel resto d’Europa presentano una flessione del 3%, quelli verso la Repubblica d’Irlanda registrano un incoraggiante +12,8%, con positivi segnali relativi ai mesi a venire. Inoltre, dopo alcuni anni di flessione, anche gli arrivi dalla Gran Bretagna tendono a crescere, per un totale di +2,8% nei primi cinque mesi dell’anno. Per quanto riguarda gli arrivi dall’Italia, il loro numero fino a fine maggiio è rimasto sostanzialmente stabile, con 62.000 visitatori (-1% rispetto agli stessi mesi 2012). Ma, a giudicare dall’entusiastica accoglienza riservata agli eventi del Gathering dagli utenti della pagina FB del Turismo Irlandese (che ormai annovera 90.000 italiani appassionati dell’Isola di Smeraldo), sono molti i segnali che fanno prevedere una nutrita partecipazione italiana all’uno o l’altro degli appuntamenti Gathering nel corso dei prossimi mesi estivi, sottolineando così come questa iniziativa incida profondamente sulle scelte dei viaggiatori.
Basti pensare che, secondo una recente ricerca del Turismo Irlandese, il 18% dei 140.000 stranieri che hanno partecipato al St.Patrick’s Festival di quest’anno, lo hanno fatto perché influenzati dall’evento Gathering. Lo stesso studio dimostra come questi dati rappresentino un introito economico di 121 milioni di euro per il 2013, con uno spettacolare +50% rispetto ai 60 milioni di euro generati dallo stesso festival nel 2010, anno in cui venne condotto uno studio similare.
Fino ad oggi, il Turismo Irlandese ha generato oltre 500 Gatherings attraverso il programma di partnership con soggetti esteri, contemporaneamente conseguendo un controvalore pubblicitario di 28 milioni di euro e raggiungendo oltre 1 miliardo di persone nel mondo. I vettori segnalano le stesse cifre positive: l’ingresso dagli Stati Uniti registra un +26% che si traduce in 4000 posti in più a settimana nel periodo di punta. Il Gathering ha svolto un ruolo decisivo in questo incremento e i vettori nordamericani confermano un forte aumento delle prenotazioni, che si traduce anche in una maggiore competività tra le linee aeree e quindi in tariffe più convenienti. Ben accolta dalle comunità locali in tutto il paese, che non solo hanno giudicato positivamente l’iniziativa, ma hanno spesso contribuito al suo successo, The Gathering mostra senza ombra di dubbio i suoi effetti positivi sull’industria turistica irlandese, che si riflette in un notevole incremento delle prenotazioni alberghiere, e questo anche per quanto riguarda il mercato interno. Ma se la Irish Hotels Federation mostra tutta la sua soddisfazione per i risultati fin qui ottenuti, è la rete dei Bed and Breakfast a cantare vittoria. B&B Ireland dichiara infatti che i suoi membri hanno registrato il clamoroso incremento del 62% di prenotazioni on line, specialmente da parte di quei visitatori nordamericani alla ricerca delle loro radici irlandesi. Ma si può dire, senza tema di essere smentiti, che non ci sia settore dove la ricaduta dell’evento non abbia fatto sentire i suoi positivi effetti, dalla ristorazione ai trasporti, dalle attrazioni turistiche allo shopping.
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Il Portogallo è terra ricca di contrasti, di dolci paesaggi e aspre falesia a picco sul mare, di soluzioni sempre nuove e interessanti, eventi coinvolgenti e proposte accattivanti. L’estate, nel paese lusitano, è una magica esperienza da vivere al ritmo lento del fado.
Porto e il Nord, culla della buona cucina
La regione di Porto e Nord, punta estrema del Portogallo, è la scelta ideale per chi ama i piaceri della buona cucina, con un occhio di riguardo ai vini, ed anche con il desiderio di scoprire tracce di una cultura antica. Qui, infatti, è nato lo stato lusitano. Tra un assaggio di piatti tipici quali il riso cabidela e il baccalà, o una degustazione di corposi vini rossi, come il famoso vino Porto, nella regione si potranno scoprire bellezze naturali e paesaggistiche uniche al mondo. A partire dalla Valle del Douro, Patrimonio Mondiale dell’Umanità, visitabile sia via terra, che con comode e suggestive crociere fluviali, che permettono così di vivere lati inaspettati e apprezzare il paesaggio da una prospettiva insolita. Rimandendo a Porto, inoltre, è possibile prenotare un’escursione eno-gastronomica della città dal fiume, sulla rabelo, antica imbarcazione fluviale usata già nel X secolo. Diverse società organizzano tour di cantine vinicole alla scoperta delle tradizioni e della storia del vino più famoso del Portogallo.
Centro del Portogallo, vacanza a tutta cultura
E’ proprio qui, nella regione Centro, che i turisti potranno scoprire alcune tra le più antiche radici del Portogallo. Tra forti e castelli, monumenti e musei, questa regione racchiude bellezze del calibro di Almeida, Castelo Rodrigo, Castelo Mendo, tutti e tre parte del network Historical Villages of Portugal, dal fascino e dal sapore antico, arroccati su colline o alture dominanti le valli, che raccontano di antiche battaglie e tradizioni secolari.
Tra le grandi città imperdibili si ricordano Aveiro, Viseu, Guarda e Coimbra. Proprio quest’ultima racchiude al suo interno uno dei tesori più rappresentativi del Portogallo, l’Università di Coimbra, una delle più antiche d’Europa e la più antica del Portogallo, recentemente nominata Patrimonio Mondiale dell’Umanità. Nelle sale antiche dell’Ateneo, è possibile ammirare la splendida Biblioteca Barocca, i cui scaffali dorati custodiscono gelosamente ben 250.000 volumi. Per queste e molte altre ragioni, la regione Centro del Portogallo è la destinazione ideale per gli amanti degli itinerari storici.
Regione di Lisbona, lento relax a ritmo di fado
La regione di Lisbona, quella in cui, per intenderci, si trovano non solo Lisbona, ma anche Sintra, Cascais, Setubal e altre città ben conosciute nel mondo per ragioni diverse, è solitamente percepita come una destinazione vivace e nottambula, cosmopolita e vagamente retrò. Forse non tutti sanno, però, che è proprio qui e più precisamente a Lisbona, che il fado ha origine. Espressione dell’anima dolcemente malinconia della capitale portoghese, simbolo della malinconia, la 'saudade', che caratterizza la popolazione lusitana, il fado è anche una delle sue più alte rappresentazioni artistiche. Segno inscindibile di cultura e tradizione, questo genere musicale, riconosciuto Patrimonio Mondiale dell’Umanità dall’UNESCO, farà da colonna sonora ad una vacanza all’insegna del relax. Ed è proprio a Lisbona che, visitando i quartieri storici, da Mouraria all’Alfama, dal Bairro Alto a Madragoa, si avrà la possibilità di scoprire le radici di questa musica. Il momento migliore per ascoltare le note dolcemente tristi o incredibilmente allegre del fado è la sera, seduti in un caffè o in un ristorante, sorseggiando un cocktail, lasciandosi trasportare dall’atmosfera e dall’ambiente intimo dei locali di Lisbona.
Vacanze attive in Alentejo
L’Alentejo ha indubbiamente una chiara vocazione per il turismo attivo e per i bagni di mare e sole. La bellezza del paesaggio invoglia a intraprendere sempre nuove escursioni, che siano a piedi, in mountain bike o a cavallo. Sui numerosi fiumi dell’Alentejo, è inoltre possibile cimentarsi in numerose attività acquatiche come canoa e rafting. Per chi ama le vacanze di sole e mare, infine, qui sarà possibile approfittare di spiagge selvagge dalla bellezza inesplorata, incorniciate da rocce alte e scoscese e da imponenti falesie. Grazie alle escursioni organizzate dalle aziende locali è inoltre possibile vivere la spiaggia in modo attivo, con gite in 4x4 o a cavallo, oppure facendo windsurf, kitesurf e diving.
Algarve, golf vista oceano
Una delle migliori destinazioni per il golf, in Europa, è senza dubbio la regione dell’Algarve, considerata dai giocatori professionisti una meta elitaria d’eccellenza. La progettazione dei campi da golf, la maggior parte dei quali disegnati da architetti di fama internazionale, unitamente a paesaggi naturali di superba bellezza in cui sono immersi, soddisfano le richieste dei giocatori più esigenti. Grazie al clima mite tutto l’anno, anche d’estate, l’Algarve è l’ideale per una vacanza all’insegna del golf. Tra i campi da golf più quotati, si ricordano il campo da golf di Boavista, affacciato sulla Praia da Luz, il campo di Palmares, il Pinheiros Altos e il campo Millennium, solo per citarne alcuni.
Whale watching alle Azzorre
L’osservazione dei cetacei è praticata in tutto l’arcipelago. La facilità con cui si avvistano balene e delfini ha incoraggiato l’attività di operatori turistici dinamici ed animati dal rispetto per la vita animale: esistono vari punti di partenza in diverse isole, tutti validi per chi voglia entrare in contatto con questi incantevoli mammiferi. Dopo la partenza della barca, l’oceano è lo scenario in cui hanno luogo meravigliosi incontri tra esseri umani e marini: da São Miguel in cui si possono avvistare le balenottere azzurre, il più grande animale sulla faccia della terra, lungo circa 30 metri, e con un peso di 150 tonnellate a Terceira, da Faial uno dei punti di partenza migliore per l’osservazione dei cetacei a Pico.
A Madeira, coccolati con la talassoterapia
Le isole di Madeira e Porto Santo dispongono di incredibili risorse naturali, che permettono di approfittare di trattamenti benessere unici e mirati, volti a rinvigorire il corpo e la mente, grazie ad un relax completo che permette di sconfiggere lo stress accumulato durante l’anno. Le isole sono anche famose per le innumerevoli proposte talassoterapiche. Le strutture wellness delle isole offrono un ampio ventaglio di trattamenti per la tonificazione, l’idratazione, il ringiovanimento, molto delle quali a base di acqua di mare, ricca di elementi salutari per l’organismo, e di alghe marine. Trattamenti viso e corpo, arricchiti con iodio, permetteranno di raggiungere un benessere ineguagliabile.
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La lotta svizzera (Schwingen) è una forma di combattimento a due, praticata su un’area ricoperta di segatura. L’obiettivo è sbilanciare
la controparte fino a farla cadere al suolo. Durante il combattimento i lottatori si afferrano per i robusti pantaloncini di juta con cinturone in cuoio, indossati sopra i vestiti, e non lasciano la presa fino alla mossa decisiva. I migliori lottatori sono definiti 'cattivi' ma in realtà si muovono con grande riguardo per l’avversario. La lotta inizia e finisce con una stretta di mano e il vincitore deve ripulire lo sconfitto dai resti di segatura. Nel corso degli anni quella che un tempo era una prova di forza, priva di regole, tra alpigiani e pastori, ha fatto il suo ingresso nelle zone urbane ed è diventato uno sport nazionale apprezzato e ampiamente diffuso con un calendario di competizioni che porta, ogni 3 anni, all’elezione del Re Federale dello Schwingen. L’origine dello Schwingen non ha una data precisa ma già una rappresentazione del XIII secolo, conservata nella Cattedrale di Losanna, ritrae la tipica presa. Il pantalone fa parte dell’abbigliamento indossato nelle feste alpine nella Svizzera centrale e nel Mitteland, diffuse a partire dal Medioevo. In quelle occasioni pastori e alpigiani si sfidavano per aggiudicarsi una pecora, un pezzo di stoffa o altre materie prime. Un rilancio della lotta svizzera avviene in seguito alla prima Festa dei pastori delle Alpi a Unspunnen nel 1805 quando la Svizzera era sotto il dominio francese. Lo scopo della festa era chiaramente quello di rafforzare il senso di appartenenza alla nazionalità svizzera. Nel XIX secolo le feste di lotta svizzera e la pratica si diffonde in città: nasce l’inimitabile sport nazionale svizzero.
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Aria montana frizzantina, un posto d’onore sul ghiacciaio dell’Aletsch e una vista imprendibile sui più bei Quattromila del Vallese: benvenuti all’estate montana di Riederalp, Bettmeralp, Fiesch-Eggishorn. Benvenuti all’Aletsch Arena.
Quando in pianura il caldo diventa opprimente, il sudore gocciola e l’asfalto luccica al sole, non resta altro che rifugiarsi nell’Aletsch Arena.
Dai sette ai dieci minuti dura la corsa in funivia da una delle località a valle, facilmente raggiungibili, Mörel, Betten Talstation o Fiesch, per arrivare all’altopiano, chiuso alle auto, sito tra 1.925 e 2.222 metri sul ghiacciaio dell’Aletsch.
Verso il meridione si erge maestoso il Cervino, incastonato tra il Weisshorn ed il gruppo del Mischabel con il Dom. Dai punti vedetta Moosfluh, Bettmerhorn o Eggishorn si offre verso nord un’eccezionale vista sull’Eiger, Mönch, Jungfrau, Wannenhorn e Finsteraarhorn, nonché sul ghiacciaio dell’Aletsch con i suoi 23 km di lunghezza, la più lunga lingua di ghiaccio delle Alpi e cuore del patrimonio mondiale UNESCO Junfrau-Aletsch nelle Alpi Svizzere.
Per gli alpinisti ed escursioni l’Aletsch Arena è un vero eden. Lungo innumerevoli tour alpini, grazie a oltre 100 km di trail per mountainbike si può esplorare l’eccezionale paesaggio montano e ristorarsi e ritemprarsi nella foresta dell’Aletsch, dichiarata zona protetta. I laghi Blausee e Bettmersee e campi da gioco attrezzati invogliano a soffermarsi. Al campo di golf Riederalp, nei parchi avventura 'Seilpark Baschweri' di Bettmeralp e 'Swiss Seilpark' di Fiesch o praticando il parapendio a Fiescheralp il divertimento acquista persino una nota d’esclusività.
L’Aletsch Arena ripaga ogni ospite. E dall’albergo a quattro stelle fino alla semplice abitazione per vacanze è a portata di ogni portafoglio la sistemazione più idonea.
Un genuino sentimento di amor patrio, credenze popolari tra il sacro e il profano, feste celebrate con impegno e dedizione da vecchi e giovani, e piatti tramandati di generazione in generazione: nei villaggi dell’Aletsch Arena i retaggi culturali e i costumi non soltanto si sono conservati attraverso i secoli, bensì sono vissuti oggi come allora.
Le processioni del Corpus Domini all’inizio dell’estate, la transumanza dei branchi di mucche verso i pascoli d’alta quota a metà giugno e il rientro a valle a metà settembre, lo 'Schafscheid' in autunno, cioè il ritorno delle pecore estivate sull’alpe ai rispettivi ovili, o il 'Santigläistrichje', lo 'scampanio di San Nicola' il 5 dicembre, quando combriccole di scolari e giovincelli riempiono le vie dei paesi con il frastuono dei campanacci: tutte queste pittoresche ricorrenze sono per gli abitanti del posto vere e proprie festività. E la tradizione artigianale vive tuttora nell’Aletsch Arena grazie ai fonditori di campane, impagliatori di cesti, costruttori di corni delle Alpi o maniscalchi, che esercitano ancor oggi i loro antichi mestieri.
Nella stagione estiva di quest’anno anche gli ospiti saranno personalmente partecipi degli usi e costumi dell’Aletsch Arena, vivendoli con tutti i sensi.
Le credenze mistiche popolari si risveglieranno con la 'Gratzugnacht' il 20 luglio a Fiescheralp, quando nella notte di plenilunio al 'Märjela' si ricalcheranno le orme delle anime dannate, erranti sul ghiacciaio dell’Aletsch. La festa del lago a Bettmeralp il 28 luglio e il festival della cultura a Riederalp dall'1 al 4 agosto saranno invece interamente dedicati alla musica, spensieratezza, al ballo e folclore. Il primo settembre gli ospiti potranno cimentarsi attivamente nel ripulire il paesaggio in occasione della 'Chüefladu-Fäscht' (la festa dello sterco di mucca!) a Riederalp, quando in una singolare gara sportiva vincerà chi distrugge più escrementi secchi sui prati alpini. E per il 'Gilihüsine' il 15 settembre presso il lago Bettmersee, tra l’atmosfera nostalgica e prove di abilità scenderanno in campo anche il divertimento e la convivialità.
Tutti all’Aletsch Arena, dove ancor oggi si vive la tradizione!
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Dopo 5 anni alla guida dell’Ente Svizzero italiano per il turismo Tiziano Pelli lascia il posto ad Armando Troncana. Suggestivo il saluto di Pelli prima di passare il testimone: “Nella vita le strade si incontrano sempre due volte”. E allora aspettiamo di incrociarlo, magari in Svizzera dato che è pronto per ritornare in sede. Ed ecco che in questa serata di saluti presso il Centro Svizzero per il turismo di via Palestro è stata presentata, assieme al nuovo direttore dell’ente, anche l’offerta turistica elvetica estiva il cui leit motiv quest’anno sono le tradizioni viventi. Alla base della connotazione svizzera ci sono autenticità e una grande varietà di usanze che tutte insieme denotano il carattere unico di una nazione che abbina alta tecnologia quella delle ferrovie ad esempio, degli orologi ad usanze molto semplici le cui origini si perdono nella notte dei tempi, come la lotta, il lancio della bandiera, le feste alpestri, il corno alpino e l’ars casearia. E come dimenticare i battelli a vapore di Lucerna con l’importante anniversario del Battello Gallia che il 18 maggio ha compiuto 100 anni. Per festeggiare questo traguardo i cinque battelli a vapore ancora in funzione si riuniranno in una parata che si concluderà con una gara per la vittoria del nastro azzurro. La lotta svizzera, conosciuta come ‘Schwingen’, ha invece origini medievali, ma solo nel 1800 è diventata sport nazionale. I campionati si svolgono ogni 3 anni, nel 2013 sarà la volta di Bundoff, ma legato a questa tradizione al di là dei campionati si tengono, soprattutto nel Canton Svitto, molte manifestazione all’insegna del folclore, con bande di musica popolare, cori di jodel, suonatori di corni, sventolar ori di bandiere e fruste. Durante la serata una dimostrazione ha fatto apprezzare lo stile con i tipici pantaloni da lotta al suono del corno alpino. Stupisce un po’ che questo popolo neutrale per antonomasia nutra questa passione per la lotta, ma è proprio così, celeberrima infatti oltre alla lotta anche lo scontro tra i capi bovini di razza Hérens, nel Vallese. Gli scontri derivano dalla volontà di queste mucche muscolose a cui sono lasciate le corna, di stabilire la supremazia all’interno del branco. Questi incontri sono molto seguiti sia dalla popolazione locale sia dai turisti e alla fine dei combattimenti ufficiali viene eletta la Regina del Vallese. Questo cantone svizzero è conosciuto anche per le sue manifestazioni religiose, anche se a farla da padrone è il rapporto stretto con l’ambiente naturale e con le attività umane dal rientro dei capi dagli alpeggi, accolti come vere e proprie celebrità in paese, alla strada del vino del vallese lungo la quale si incontrano 180 cantine per degustare i migliori vini della zona.
Unica la tradizione dell'Engadina che d’estate è tutta da scoprire, dalla produzione artigianale del formaggio, riscoperta a Pontresina, alla tradizione gastronomica il cui più celebre esempio è la torta di noci engadinese.
Sempre per rimanere in tema enogastronomico nel Canton Ticino invece è possibile assaggiare la ‘Bonella’, crema da spalmare che per assonanza ricorda un prodotto ben più noto, ma che è creata con la farina bòna, un prodotto a base di faina di mais, presidio Slow Food, celebrata insieme ad altri piatti tipici nel Festival della Farina Bona che si tiene in 9 di settembre nel paesino di Loco, in Valle Onsernone. I piatti tipici del Ticino si possono gustare nei Grotti di Mendrisio, locande tipiche. Altro aspetto imprescindibile dell’offerta ticinese, accanto alla cucina è l’artigianato. Ancora oggi infatti oltre 400 artigiani sono attivi in tutto il canone, nelle valli in particolare, dove si possono ammirare le più antiche lavorazioni delle materie prime offerte dalla natura: marmo, granito, lana, legno, paglia oppure è possibile oltre a un tuffo nella tradizione artigianale, se si desidera fare un tuffo vero è proprio, dal 15 giugno ha aperto i battenti il nuovo parco acquatico con Spa, Splash&SPA Tamaro. Su una superficie di 14 mila mq è possibile accontentare tutti i membri della famiglia, da chi desidera divertirsi con giochi acuatici di ultima generazione a chi desidera trattamenti di bellezza. Ideale anche per chi volesse dedicarsi una semplice giornata di relax appena oltreconfine.
Per concludere questa carrellata turistica non è possibile non parlare delle mitiche ferrovie, da sempre indissolubilmente legate all’offerta turistica.
Da quando nel 1863, l’inglese Thomas Cook fu il pioniere del primo tour organizzato nella regione, in Svizzera si aprirono le porte al turismo di massa. Molto suggestivo ancora oggi è percorrere un viaggio attraverso la storia delle ferrovie di montagna sullo Stanserhorn, dove tra Stans e la stazione intermedia di Kalti si prende una funicolare del 1893 per poi passare alla futuristica cabinovia Cabrio, inaugurata lo scorso anno, che è dotata di una terrazza aperta. Direi che questa dicotomia tra passato e slancio al futuro esprime al meglio la peculiarità della tradizione.
Sara Rossi
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L’estate è arrivata e con le belle giornate e il caldo a molti sarà venuta la voglia di lasciare il lavoro e prendersi qualche giorno di vacanza.
A questo punto però si presenta una domanda con possibilità di risposte a dir poco molteplici e variegate: "Dove andiamo?"
La scelta è decisiva, ma coniugare gli interessi e le richieste di tutti, specie se si è in compagnia è impresa assai ardua. Infatti c’è chi vuole il relax, chi vuole prendere il sole, chi vuole fare il bagno in acque cristalline, chi vuole fare escursioni in montagna, chi vuole mangiare e sorseggiare cibi e vini tipici, chi vuole fare sport estremi oppure chi vuole visitare musei e paesaggi da cartolina. Ebbene senza cercare dall’altra parte del mondo una soluzione c’è, ed è anche più vicina di quanto si pensi.. il Canton Ticino!
L’unico cantone a trovarsi interamente a sud delle Alpi e ad avere come lingua ufficiale l’italiano, dispone di una varietà di proposte di soggiorno e di offerte per il tempo libero che sapranno soddisfare anche le richieste più disparate. Il tutto con la proverbiale precisione e puntualità svizzera. Partendo proprio dal viaggio per raggiungere la capitale del Canton Ticino, ovvero Bellinzona, abbiamo la possibilità apprezzare il TILO, un treno regionale in collaborazione tra Ticino e Lombardia che permette un comodo ed efficiente servizio di collegamento tra le città e i piccoli paesi dei due territori (da Milano a Lugano 1 ora e 25 minuti). Utilizzando poi il biglietto Swiss Flexi Pass si avrà la possibilità di usare treni, autobus e battelli su tutta la rete svizzera illimitatamente, avendo inoltre la possibilità di scegliere i giorni di validità del biglietto nell’arco di un mese.
E a proposito di battelli, una volta arrivati a Lugano e depositato i bagagli in uno dei tanti e bellissimi hotel della città (per tutte le tasche e gusti), doveroso sarà farsi una crociera sul lago e vedere da una diversa angolazione tutti i vari paesaggi e paesi presenti in riva al lago fra i quali spicca il borgo di Morcote con il suo Castello.
Se invece dall’acqua volete star lontani, armati di scarpe da trekking o di mountain bike, potete optare per una gita sui monti che sovrastano Lugano (Bre’ e San Salvatore) entrambi dotati di funicolare fino alla vetta. Oppure per una passeggiata lungo i numerosi itinerari pedestri e ciclistici che Lugano e il Ticino dispongono (3.600 km di passeggiate e 737 km di piste ciclabili), apprezzandone i paesaggi, l’aria buona e la buona cucina dei Grotti (ristoranti tipici ticinesi).
Parlando di cucina, se siete dei buon gustai, in Ticino avete la possibilità di trovare un’ampia scelta di piatti, che spaziano dal pesce di lago, ai salumi, alla carne grigliata in tutte le salse, il tutto accompagnato da un ottimo vino locale qual è il Merlot del Ticino. Inoltre, se mangerete presso un Grotto tipico ticinese, avrete la possibilità di provare un bicchiere di Mez-e-Mez , bevanda composta per metà da gazzosa e per metà da vino rosso, molto dissetante e ricostituente specie se stanchi per una camminata. Ma non tutti siamo sportivi e delle buone forchette, magari si preferisce prendersi dei momenti di relax stando tranquillamente a prendere il sole, passeggiare in riva al lago o, specie per il gentil sesso, lanciarsi nello shopping nelle vie dei negozi di Lugano (via Nassa la principale) o presso il mercato di Bellinzona alla ricerca di prodotti tipici ticinesi. E magari accaldati dal sole o dallo shopping sfrenato, rinfrescarsi tuffandosi nel lago presso uno dei tanti lidi (impianti di balneazione) dotati di piscine e strutture all’avanguardia.
Per coloro che invece cercano cultura e storia da una vacanza, il Ticino garantisce una moltitudine di mostre (conclusa da poco quella sulle sculture e dipinti di Klee-Melotti) e musei, oltre che siti di importanza storica, quali i Castelli di Bellinzona (patrimonio mondiale Unesco dal 2000)
In ultimo, ma non per ultimi, i bambini avranno la possibilità di sbizzarrirsi presso tutte le strutture che il Cantone ha preposto appositamente per loro, oppure percorrendo i numerosi itinerari realizzati a misura di famiglia e soprattutto, visitando tutta la Svizzera in meno di 2 ore alla Swissminiatur di Melide. A dimostrazione di quanto il Canton Ticino sia bello e accogliente, vi lascio con una citazione fatta da Hermann Hesse, premio Nobel per la letteratura 1946 che visse molti anni in Ticino: “Qui il sole è più intenso e caldo. E le montagne ancora più rosse, qui crescono castagni, la vite, mandorli e fichi e la gente è buona, educata e gentile…”
Daniele De Maria
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L’itinerario del Lago di Zurigo è imperdibile e mostra la variegata regione dal suo lato più bello. Lungo il percorso, che misura 124,4 chilometri ed è suddiviso in dieci tappe, si incontrano cittadine e villaggi storici, parchi e quartieri residenziali tempestati di ville, ma anche paesaggi costieri incontaminati, ampi boschi e gole selvagge.
Completamente diversa, ma non per questo meno avvincente, è una passeggiata lungo i 20 chilometri della recinzione aeroportuale, dove nuove tavole informative forniscono tante notizie interessanti sui diversi aspetti dell’aeroporto. Anche una gita sul monte di casa di Zurigo (Uetliberg) ripaga sempre. Ci si arriva a piedi, in mountain bike o comodamente in treno con la Uetlibergbahn, per poi proseguire sulla cresta della catena montuosa dell’Albis oppure ridiscendere a valle, con calma o a tutta velocità. Il divertimento è sempre garantito! Da maggio a ottobre, in diversi punti della città è possibile noleggiare gratuitamente una di oltre 200 robuste city bike. Basta montare in sella e pedalare alla scoperta di Zurigo! E, se non dovesse essere ancora abbastanza, i dintorni richiamano l’attenzione con incantevoli mete escursionistiche come l’Atzmännig, le Cascate del Reno o lo Hoch-Ybrig.
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Amsterdam, capitale d’Olanda. 743.027 abitanti, 165 canali, 1281 ponti. Ma nessuno sa che in questa città si possono trovare 600mila biciclette e altrettanti bulbi in parchi e giardini. Una città quindi all’insegna della natura e del rispetto dell’ambiente. Non a caso le biciclette hanno la precedenza su tutto e su tutti, facendo diventare così, Amsterdam, un vero e proprio paradiso per gli amanti delle due ruote. Ma Amsterdam è molto di più. E’ una città dai mille volti dove lecito e proibito convivono a braccetto.
Sono molti i turisti che scelgono questa meta proprio per il suo lato licenzioso, che in realtà di libertino ha ben poco. Il famoso 'Quartiere a luci rosse' attrae come una calamita, perché insolito rispetto al resto del mondo. Tutti vedono però solo la particolarità di poter osservare a ogni ora del giorno queste ragazze in vetrina, pochi sanno che, al contrario degli altri paesi, fare questo mestiere è per loro una scelta, per cui pagano le tasse allo stato e che le obbliga, due volte al mese, a rigidi controlli sanitari. Un quartiere che i residenti vogliono far sparire, trasformando le vetrine in esposizioni su strada di arte e design. Sorge spontanea la domanda se invece, grazie alle rigide norme a cui devono sottostare, non sia meglio che tutto rimanga come è sempre stato... E insieme al Red Light District (quartiere a luci rosse appunto), anche i coffe shops, con la loro vendita legale di marijuana, attraggono moltissimi in cerca di nuove esperienze. Ma attenzione! Il consumo di queste sostanze è legale solo all’interno di questi locali. All’esterno è assolutamente vietato, comprarla e cercare di portarla al proprio paese d’origine ancora di più.
Ma Amsterdam non è solo questo. Ci sono tante cose da scoprire.
Come ad esempio Begijnhof, il quartiere delle ‘beghine’. Un angolo riservato, tranquillo, dove regna una pace claustrale e dove, hai tempi della grande guerra, potevano vivere solo le donne sole, cattoliche, al sicuro da tutti. Ora la possibilità di abitarci è estesa a tutte le donne sole, zitelle o vedove, e, fino ad un certo orario, è possibile percorrere i sentieri silenziosi di questo piccolo quartiere, con la sensazione di trovarsi in un’altra dimensione temporale. Altra particolarità della città è il monumento agli omosessuali, unico al mondo, che si può osservare comodamente seduti su una delle tante imbarcazioni che propongono giri turistici di Amsterdam lungo i suoi canali. E proprio durante la navigazione passerete sicuramente davanti alla casa di Anna Frank, cioè la fabbrica dove la tristemente famosa ragazzina morta per le deportazioni naziste, si rifugiò con la sua famiglia per sfuggire ai tedeschi. Armatevi però di pazienza, perchè la fila per entrare e toccare con mano la dura realtà di quel periodo, è sempre molto lunga. E dopo questa malinconica fermata, si può proseguire con il giro in traghetto, che vi farà scoprire un'altra particolarità della capitale. Ormeggiate alle rive dei canali, è facile incontrare lunghe file di barche trasformate in vere e proprie case galleggianti, abitate da chi ha voluto provare l'emozione di un'abitazione diversa dal solito. E mentre alcune sono spoglie e sembrano disabitate, molte altre sono piene di vita e di colori, con verande arredate e abbellite da fioriere. E' proprio strano vedere in una di queste un olandese che sorseggia con tranquillità il suo caffè, incurante dei turisti che guardano e fotografano incuriositi. Una bella immagine e un esempio di come in questo paese, il concetto di privacy sia concepito in modo completamente diverso dall'Italia. E' infatti molto facile trovare case senza tende, dove viene voglia di dare una sbirciatina all'interno, per scoprire uno stile di vita così diverso dal nostro.
E se avete ancora il desiderio di originalità e un pizzico di stranezza, si può alloggiare al Lloyd Hotel, un ex carcere minorile ora trasformato in hotel e ambasciata culturale. Ma qual'è la particolarità di questo edificio? Innanzitutto hacercato di mantenere al suo interno la struttura originaria; i pavimenti, i corridoi, tutto è rimasto come un tempo. Le camere invece, sono una diversa dall'altra, sia come categoria (da una a cinque stelle) sia nell'arredamento. Si può quindi dormire in una camera con solo il letto e il lavandino oppure in una a due piani, con pianoforte e letto a otto piazze. Ma il Lloyd non è solo questo. E' un luogo di incontro di artisti che chiacchierano al bar di design, ma anche biblioteca e location per esposizioni. Proprio per questa sua caratteristica di luogo d'arte e cultura è definito 'Ambasciata culturale'. Attenzione però al momento del pagamento. Alcune note carte di credito non sono accettate.
E per continuare a respirare l'arte, è d'obbligo un giro all'Hermitage, imponente museo che ospita opere d'arte proveniente dall'omonimo museo di San Pietroburgo. Fino al 17 settembre è possibile anche vedere 75 dipinti provenienti dall'Ermitage russo grazie alla mostra 'Da Matisse a Malevich. Pionieri dell'Arte Moderna all'Hermnitage'. Di tanti, tantissimi volti è formata questa città forse a volte vittima di uno stereotipo che non le rende giustizia. E invece basta lasciarsi guidare dal caso, e vagare per le vie e i ponti, alla scoperta ogni volta di qualcosa di nuovo e diverso. Una cosa soltanto non ci si deve dimenticare. Di fare un giro, alla domenica, al mercato dei fiori, per portarsi a casa i famosi tulipani, ricordo colorato di questa terra.
Sara Marchesi
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Una visita a Utrecht non è completa se non si sale sulla torre del Duomo, orgoglio di questa città, che con i suoi 112 metri di altezza - nel cuore del centro storico - svetta quale edificio più alto dell’intero paese e da cui nelle giornate di bel tempo è possibile vedere anche Amsterdam, che da qui si trova a circa 35 km in direzione Nord. La maggior parte dei raffinati edifici di questa graziosa cittadina risale all’epoca d’oro dei Paesi Bassi, ovvero al XVI e XVII secolo, quando l’Olanda era una grande potenza coloniale. Utrecht è attraversata da diversi canali, tra i più pittoreschi l’Oudegracht (canale vecchio) e il Nieuwegracht (canale nuovo), e il modo ideale per scoprire rapidamente il centro, ammirare le magnifiche facciate storiche degli edifici e gli antichi pontili è fare un giro in battello fra questi canali, caratteristiche arterie vitali della città. Chi ama l’autonomia può invece scegliere un giro alternativo in canoa, in barca o su un pedalò. Oltre ad essere un’importante città univarsitaria, dal punto di vista delle attività culturali Utrecht si presenta ai visitatori come una cittadina dinamica e molto attiva, con la presenza di vari musei, teatri e scuole d’arte. Twijnstraat è il nome di una delle sue strade più antiche, dove si trovano numerosi negozi. Anche i caffè sono tantissimi, tutti colorati e ornati da piante e fiori, e dove - tra le tante altre cose - non manca mai la birra di De Leckere. Il cortile dell’edificio Sainte Marie, invece, è solo uno dei numerosissimi cortili, parchi e giardini, in cui ci si può rifugiare nel silenzio non appena si desidera uscire per un attimo dalla realtà mondana, che qui comunque è sempre a misura d’uomo. Utrecht è una città ricca di chiese, e nei mesi estivi la manifestazione 'Kerken Kijken Utrecht' apre le porte di dodici bellissime chiese monumentali nel centro della città dove, per l’occasione, sono organizzate anche visite guidate. Una di queste è la Chiesa Saint Willibrord, riccamente decorata. Ogni sabato, sul Janskerkhof, si tiene un simpatico mercato dei fiori molto affollato. Per chi si trova a Utrecht, da non perdere una visita allo Speelklok Museum, il museo più musicale d’Olanda, con in mostra violini automatici, organi e organetti di ogni genere , così come la mostra 'Peace was made here', presso il Central Museum, dedicata al trattato firmato in questa città trecento anni fa. E per chi ama la quiete, appena fuori dalla città si trova il Castello de Haar, il più fiabesco d’Olanda, i cui giardini lussureggianti invitano a fare una lunga passeggiata o un delizioso pic-nic. Ci spostiamo in direzione Mare del Nord per raggiungere L’Aja, (Den Haag in olandese), orgoglio dei suoi abitanti non solo perché è il luogo in cui risiede la famiglia reale o perché sia sede del governo, ma soprattutto perché vissuta come città ideale in cui vivere. E questo il turista lo percepisce subito. Con i suoi 500.000 abitanti, terza città dei Paesi Bassi, L’Aja ha più di 250 km di piste ciclabili e si trova a due passi da ben due località marittime, la rinomata Scheveningen e Kijkduin, dunque tutte le comodità di una grande città con il mare a portata di mano, nonché un’ampia scelta di musei, teatri e festival. Assolutamente da non perdere una visita al Museo Escher, all’interno di het Paleis in Lange Vohttp://restaurant-feithhuis.nl/ - www.wadloop-dijkstra.nl - www.wadlopen.net - www.wadlopen.com - www.beleef-pieterburen.nl - www.zeehondencreche.nl/wb - www.wadoars.nl/en - www.klompen-scherjon.nl -www.dageraad.org - www.amicitiahotel.nl - www.vivalafrisia.it - www.frieslandholland.nl – www.frieslandtravel.comorhout 74, una mostra tematica delle stampe realizzate dall’artista grafico olandese più famoso. Il bellissimo museo Mauritshuis possiede una vasta collezione di opere dei più grandi maestri, con il fiore all’occhiello della Ragazza con l’orecchino di perla del pittore Vermeer, mentre l’Haagse Gemeentemuseum è conosciuto per la sua estesa collezione di dipinti di Piet Mondriaan. La porta d’ingresso de L’Aja è la sua stazione centrale: da qui, dirigendosi verso il centro storico si ha la percezione di camminare sul filo della storia, tra passato e futuro: a sinistra, da Utrechtsebaan all’elegante Prinsengracht, gli aggressivi grattacieli del New Centre, a destra le facciate seicentesche della vecchia città, due facce che rivelano già molto della città e della sua natura, terziaria e burocratica, come si conviene a una sede di governo. Ma anche allegra ed estroversa come i suoi abitanti, un melting pot variegato e pur tuttavia omogeneo per interessi e cultura. Nelle piccole viette ai lati del vecchio centro si trovano accoglienti ristoranti con giardinetti sul retro, eleganti boutique, gallerie d’arte, negozi vintage e di moda, mentre il posto giusto per una raccolta speciale di mobili antichi, orologi, dipinti e oggetti decorativi è la Denneweg. Anche una passeggiata per le vie laterali e nella Hooikade è d’obbligo: qui, sul canale interno, si trovano edifici monumentali, terrazze sull’acqua e sorprendenti cortili. Nei ristoranti de L’Aja trendy e tradizionale si uniscono la grande varietà di cucine internazionali, dove si possono gustare piatti da ogni parte del mondo. La città è poi in particolare famosa per l’ampia scelta di ristoranti indonesiani, essendo presente la più grande comunità indonesiana d’Olanda. Per i ristorantini più alla moda la zona giusta è la Avenue Culinair, nel quartiere della Dunne Bierkade, o la Prinsestraat. Per una cena al tramonto, Scheveningen, la località marittima de L’Aja, si presta benissimo: il porto è l’ambientazione perfetta per una passeggiata romantica o un gustoso intermezzo. In questo sobborgo marino, lungo i suoi quattro chilometri di spiaggia tra la darsena e il molo 'De Pier', è un susseguirsi di ristoranti, bar, casinò, e soprattutto beach club. Ma L’Aja è anche sinonimo di diritto internazionale, pace e diplomazia. Considerata la seconda città internazionale delle Nazioni Unite in quanto ospita la Corte internazionale di giustizia, unico corpo giudiziario delle Nazioni Unite al di fuori di New York, lo status diplomatico della città è evidente, considerando le oltre cento ambasciate e consolati che qui hanno sede. Oltre all’Alta Corte Internazionale di Giustizia, si trova quella per i crimini nella ex Jugoslavia e il tribunale per il Libano, l’Accademia di diritto internazionale, il quartier generale dell’Europol e la corte permanente di arbitrato, il più antico organismo giuridico internazionale per le controversie economiche, fondato nel 1899, e altre ben centocinquanta organizzazioni internazionali che si occupano di diritto.
Leonella Zupo
www.museumspeelklok.nl - www.escherinhetpaleis.nl www.holland.com - www.visit-utrecht.com; www.denhaag.com
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Apparizioni fugaci, altre volte persistenti, altre impressionanti: in ogni casi regalano emozioni profonde e ricordi destinati a non sbiadire col tempo, In realtà le aurore boreali ci sono tutto l’anno, ma pervederle ci vuole il buio. Ecco perché vengono percepite come un fenomeno invernale. Inoltre, per un migliore awistamento l’inquinamento luminoso è un fattore determinante. Immaginate di osservare le stelle in mezzo ad uno stadio illuminato, oppure dalla cima di una montagna, in mezzo al mare, in un deserto. La natura selvaggia è il contesto ideale per osservare i fenomeni del cielo e i paesi nordici, la Norvegia in particolare, grazie alla antropizzazione marginale, oltre che alla latitudine ideale, sono le destinazioni perfette per rimanere incantati dallo spettacolo 'sopranaturale', è il caso di dirlo, delle aurore borea li. Ci vuole un po’ di fortuna, un po’ di determinazione e un po’ di pazienza. Le notti nordiche, specie quelle più gelide e lunghe, quando la colonnina del termometro suggerirebbe permanenze ostinate sotto al piumino, sono spesso caratterizzate da cieli tersi e visibilità eccellente. Se il cielo è coperto dalle nuvole non bisogna scoraggiarsi: basta un colpo di vento e la coltre di nubi si può dissolvere. E’ come un immenso sipario che si alza sul palcoscenico del cielo. E subito comincia lo spettacolo. E’ una cortina verde luminosa che cala dal cielo e sfiora l’orizzone. Poi è un cerchio danzante: i suoi veli fluttuano e cambiano colore. Poi è una treccia che si avvolge e vibra. Il tutto, per misteriosi motivi, sembra sottolineare la presenza delle stelle. E’ magia pura e si capisce perché potesse avere così tanto valore nelle mitologie nordiche, a partire dai Vichinqhi.
Eppure, nel fenomeno delle aurore boreali, di misterioso ormai è rimasto poco; gli scienziati che ce le possono spiegare in poche parole. Si tratta di fenomeni legati all’attività del sole. Il vento nel suo viaggio verso il cosmo più lontano ci sfiora, ci investe, ci sferza e accarezza. Il vento c’è sempre, ma il suo carico di elettroni e protoni varia e dipende dalla intensità delle esplosioni che devastano la superficie del sole. Queste particelle si scontrano con le molecole di gas e atomi presenti nella nostra atmosfera. A quel punto non resta che aggiungere un po’ di campi magnetici e il gioco è fatto. Il motivo per cui le aurore boreali si manifestano con più intensità vicino ai poli è legato proprio al campo magnetico terrestre che in un certo senso fra da scudo. Nei pressi dei poli le linee di forza di questo campo magnetico entrano nell’atmosfera e permettono alle particelle portate dal vento solare di scontrarsi con la nostra atmosfera, Insomma la spiegazione è semplice, ma la magia rimane: e merita un viaggio.
Un buon posto per osservare leaurore boreali è Laukvik, un paesino silenzioso sulla costa occidentale delle Lofoten. E’ una terra selvaggia, esposta all’oceano. Ci abitano poche persone con quel fare da frontiera. Qui, Rob e Therese, due ricercatori olandesi, hanno fondato il loro Polarl.iqhtf.entre.
Il sistema di rilevazione di Rob è in grado di captare il livello e il tipo di attività elettromagnetica che scatena le aurore boreali e, non tanto di predirne la comparsa (il fenomeno è estremamente frequente), quanto di stabilirne l’intensità e la durata. E’ un’esperienza davvero entusiasmante: una sorta di visita guidata nel mondo delle luci effimere e indimenticabili.
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Con due frequenze settimanali, da qualche mese Ryanair ha dato il via a nuovi voli per l’Olanda, e in particolare alla rotta Groningen-Bergamo Orio al Serio.
Forse Groningen è ancora poco conosciuta dal viaggiatore medio italiano, ma si tratta di una realtà molto vivace, una città universitaria, e come tale parecchio vocata al divertimento. Il centro storico di questa graziosa cittadina è stato reputato il più bel centro storico di tutta l’Olanda, perciò questo riconoscimento lascia presagire che anche gli aspetti pertinenti il discorso architettonico, culturale e storico, possano essere valutati per organizzare un viaggio da queste parti. Una volta sul posto, per avere una vista sul panorama di tutta la città di Groningen, si può salire sulla 'Torre Martini', mentre per quanto riguarda l’arte anche il suo museo è sicuramente da visitare. Gli amanti dello shopping potranno apprezzare tutto il centro cittadino, ricco di negozi di ogni tipo e particolarmente attento ad ospitare mercatini vintage e di antiquariato. Qui, per avere da subito un assaggio della cucina olandese, si può cenare divinamente al restaurant ’t Feithhuis, in Martinikerkhof 10. Per il pernottamento, siituato in una posizione privilegiata, il 4 stelle NH Hotel De Ville si trova a pochi minuti dal centro storico della città. Ma Groningen è anche la meta perfetta da cui partire per intraprendere un viaggio alla scoperta della Frisia, una delle dodici province dei Paesi Bassi, vero paradiso anche per gli amanti della bicicletta. Il mare del Wadden dal 2010 è stato dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO, e c’è un modo speciale per godersi questa meravigliosa riserva naturale. Ai turisti amanti delle zone naturalistiche più audaci e temerari si consiglia di provare un’esperienza davvero unica, la 'wadlopen', un modo emozionante e avventuroso per vivere in prima persona questa riserva naturale. Organizzando una camminata nella zona fangosa, per esempio, è possibile esplorare le basse maree, le paludi e le diversità biologiche, con guide professionali che accompagnano i visitatori a fare una passeggiata sui fondali o su una delle vicine isole. È' possibile scegliere tra diverse tipologie di camminate, per principianti, livello avanzato o per esperti, ma forse per la prima escursione una semplice camminata sui fondali è la soluzione migliore. Le varie organizzazioni propongono escursioni che durano da tre a cinque ore. Durante queste camminate si attraversano banchi di sabbia e canali, non ultima l’occasione di poter vedere piante salate, alcioni e pesci. Se si è fortunati, si può anche assistere allo spettacolo di gruppi di foche che riposano sulle spiagge.
Si può poi pranzare a Pieterburen su un caratteristico barcone di legno, per poi raggiungere a piedi l’ospedale/asilo delle foche. Fondata nel 1971, la struttura - oltre ad essere un centro di ricerca - ha il compito di curare e ristabilire foche inferme a causa degli agenti inquinanti o ferite dalle reti dei pescatori, per poi rimetterle in piena libertà una volta guarite. Qui, oltre a poter osservare tutte le attività necessarie alla riabilitazione completa delle foche malate, ferite o semplicemente indebolite, è possibile vedere anche come viene preparato in cucina il cibo per le foche convalescenti. In Frisia, fino al 1850, c’erano ben 2400 mulini a vento, oggi ne sono rimasti solo 124. La maggior parte di questi risale al periodo 1850-1900: le moderne tecniche di propulsione dei macchinari per la frantumazione, la macinazione, per segare e muovere le coclee da drenaggio dei polder, li hanno ovviamente resi obsoleti. Il tour può dunque proseguire con una interessante visita al mulino De Eendragt, ad Anjum, all’interno di un museo di sei piani. Al suo interno si possono ammirare un motore restaurato del XX secolo e mostre fotografiche con riproduzioni degli antichi mulini della Frisia e del Dongeradeel. Sono inoltre esposti utensili utilizzati per il lavoro nel mulino e le parti che lo componevano, con spiegazione del loro funzionamento. Dall’ultimo piano, infine, si ha una vista spettacolare del Lauwersmeer. Per un’altra sosta piacevole, si può cenare e pernottare presso l’Hotel-restaurante Wad Oars. Situato in un edificio storico del XIX secolo, rappresentativo dell’architettura di Anjum, questo hotel è un intimo risotrante di design in cui è possibile degustare prodotti tipici della Frisia e del Waddenzee come formaggi, verdure, carne di agnello frisone e frutti di mare . L’itinerario che consigliamo prosegue in direzione Dokkum, lungo strade costellate da storici castelli e chiese. Per il pernottamento, si può sostare all’Hotel De Posthoorn, comodo per chi desidera pernottare nel centro della città. A Noardburgum è possibile visitare la fabbrica di zoccoli Scherjon, con museo annesso. Si potrà così vedere come vengono fabbircati gli zoccoli in maniera tradizionale, seguendo tutto il processo di lavorazione, e infine visitare il museo all’interno del quale si trova una straordianaria collezione di zoccoli antichi sia olandesi che di altre parti del mondo. Questa antica fabbrica si trova nella foresta della Frisia. Il percorso turistico può proseguire alla volta del Porto di Heeg, dove si potrà fare un’ottima colazione al Sailors Club, e dal quale sarà possibile partire per un bellissimo giro in barca nei Friese Meren (Laghi della Frisia), facendo tappa nel pittoresco borgo di Sloten, la cittadina fortificata più piccola del mondo, e una della Undici Città frisone. Al rientro, da non perdere anche una visita al villaggio di Heeg, alla scoperta di imbarcazazioni storiche, della loro costruzione e dei bungalow sull’acqua. Chi desidera partecipare alla pesca del merluzzo o dello sgombro nel Mare del Nord, lo potrà fare a bordo del peschereccio De Dageraad, che salpa ogni giorno alle 7:30 da Lauwersoog a raggiungimento di una quota sufficiente di partecipanti. Intorno alle 17:00 la barca attracca con i pescatori soddisfatti del loro pescato. Durante l’estate si pesca lo sgombro, mentre nei mesi invernali il merluzzo. Su richiesta vengono effettuate diverse spedizioni: per informazioni e prenotazioni (da effettuare sempre in anticipo!), potete contattare telefonicamente la famiglia Drijver. Troverete il peschereccio nella parte sud del porto di Lauwersoog, ma solo prima delle 7:30 o dopo le 17:00. Un’escursione interessante anche per coloro che non volessero pescare, per vivere un’esperienza unica nel Mare del Nord. La città di Sneek è situata nel medio distretto del lago frisone, ed è sicuramente un luogo attraente per ormeggiare una barca ed esplorare la città e i suoi dintorni. Ogni anno il centro storico di questa cittadina, con i suoi numerosi e caratteristici vicoli per lo shopping, i suoi canali e gli innumerevoli café, riceve migliaia di visitatori da tutto il mondo. Il modo migliore per visitare i dintorni di Sneek è quello di noleggiare una barca, che tra l’altro non necessita di particolari patenti nautiche, ma anche in bicicletta. Si può pernottare all’Hotel Amicitia, ottima soluzione per famiglie con bambini.
E per finire in dolcezza, non solo birra in Olanda, perché nei pub frisoni sin dal diciannovesimo secolo si beve un particolare liquore a base di erbe, il 'Beerenburg', e non c’è cafè che ancora oggi non offra ai suoi clienti questo popolare aperitivo. Ottimi anche i formaggi, le torte di arancia e i fragili e rotondi biscotti, specialità di Sneek.
Leonella Zupo
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Adrenalina, sfidare se stessi e la natura, ovviamente nel pieno rispetto di essa. Questa è una ferrata, un percorso di accesso a una meta alpinistica attrezzato con scalette, cavi, catene, staffe, ed altri ancoraggi fissi che consentono la progressione in parete. La via ferrata è una soluzione 'artificiale' per rendere praticabile un terreno roccioso o un percorso esposto, mettendo così la montagna alla portata anche di un non alpinista. Per tutti gi appassionati di montagna, sarà imperdibile risalire la via ferrata Rotschitza e l’omonima cascata, ammirando scenari e panorami meravigliosi. Partenza dalla Baumgartnerhöhe, dopo una breve camminata di circa 30 minuti, ha inizio un’esperienza davvero indimenticabile. Ovviamente attrezzatura adeguata e buona forma fisica sono richiesti, anche se il percorso non è particolarmente difficile. I più esperti potranno risalire la ferrata in maniera autonoma, mentre chi lo fa per la prima volta potrà rivolgersi alla Scuola d’alpinismo Vierjahreszeiten: guide esperte spiegheranno ai partecipanti all’escursione, le basi della disciplina, come utilizzare l’attrezzatura e li accompagneranno in questa avventura. Inclusa nel prezzo dell’escursione, una ricca e tipica merenda carinziana al rifugio Baumgarntnerhof, un’occasione davvero imperdibile per unire sport a buona tavola!
Circondati dal silenzio e dal buio della notte, illuminati solo dal tenue chiarore della luna e del lontano primo albeggiare, camminando su fino alla vetta per ammirare uno degli spettacoli naturali più emozionante: l’alba. Da soli o accompagnati da una guida esperta, sarà davvero un’esperienza senza paragoni risalire il sentiero che porterà alla cima Ferlacher Spitz per aspettare il sorgere del sole e per vedere tutta la valle illuminarsi pian piano dei suoi raggi. Il Mittagskogel alle proprie spalle risplenderà della prima luce mattutina, meta ideale per tutti gli appassionati di trekking e alpinismo. Questa è una tra le cime più belle della Regione: la parte sommitale dalle bianche rocce calcaree si staglia sui dolci pendii ricoperti da verdi pascoli e fitti boschi. Il sentiero parte dalla località di Untergreuth, passando per Altfinkenstein, Outeschena, Greutherbach e per l’ex rifugio Annahütte, fino a raggiungere la vetta (Kleiner Mittagskogel) a 1815 metri di altezza. Per i più sportivi che non vogliono assolutamente fermarsi e perdersi la vista a 360 grandi sulla Carinzia e sui monti dell’Alpe-Adria, un piccolo tratto con circa 300 metri di dislivello condurrà fino in vetta. Per la discesa, qualora non si volesse ripercorrere la stessa strada, si potrà optare per il sentiero Hornerweg passando per il rifugio Bertahütte.
Dopo tanto camminare, davvero piacevole sarà passare una mattinata immersi nella quiete del Lago di Faak, cullati dalle sue calde (fino a 28 gradi!) e cristalline acque, ammirando gli splendidi monti che lo circondano. Questo quello che aspetta chi deciderà, smessi imbraghi e caschetto, di misurarsi con una divertente e allo stesso tempo rilassante gita su uno dei tre laghi principali della regione di Villach. Dopo aver noleggiato la canoa in uno dei tanti punti attrezzati presenti, si potranno esplorare in tutta sicurezza le sue sponde, scoprendo scorci davvero mozzafiato. Imperdibile l’esplorazione del suggestivo 'sentiero' sull’acqua tra i canneti del lago, al termine del quale ci si potrà rilassare bevendo qualcosa all’attrezzato bar sulla sponda. Sul lago si incontreranno solo piccole imbarcazioni elettriche in quanto la circolazione dei motori a scoppio è vietata per mantenere inalterato l’equilibrio di questo specchio d’acqua turchese e assolutamente potabile. Su tutti i tre laghi principali della regione di Villach, Faak, Ossiach e Afritz, è possibile fare divertenti escursioni anche con pedalò, barche a remi e kayak. Tra una pagaiata e un’altra, si potrà sostare su una delle spiagge che costeggiano il lago, per riposarsi e concedersi un po’ di tempo per una meritata tintarella. Un vero e proprio tuffo nella natura! Sul Lago di Faak sarà possibile noleggiare l’attrezzatura al Kajakcenter Faaker See, dove sono anche organizzati corsi.
Tante altre attività mozzafiato aspettano chi deciderà di passare qualche giorno a Villach: dalle escursioni a piedi, alla bicicletta; dall’arrampicata al parapendio, fino ad arrivare al sub!
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