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Il Lazio è una regione ricca di storia e cultura, oltre a Roma capitale visitata tutto l’anno vi sono altre province ricche di aneddoti e bellezze come le terre del basso Lazio: Frosinone in Ciociaria e Latina nell’ Agro Pontino.
Iniziamo il nostro viaggio visitando Fiuggi, rinomata come fonte di acqua diuretica: "Io ò bevuto circa due mesi sera e mattina d’una aqqua d’una fontana che è a quaranta miglia presso Roma, la quale rompe la pietra…"
Così Michelangelo Buonarroti, sofferente di calcoli renali, scriveva in una lettera nel 1549. E’ una delle più antiche e illustri testimonianze dei benefici ottenuti bevendo l’acqua Fiuggi. L’espressione "acqua che rompe la pietra", utilizzata da Michelangelo su basi elegantemente empiriche, trova oggi una spiegazione scientifica; perché, l’acqua di Fiuggi non è un’acqua oligominerale uguale a tante altre, ma presenta caratteristiche uniche che vanno bene oltre le pur considerevoli proprietà diuretiche.
Anche Papa Bonifacio VIII, che era natio di questa terra e conosceva bene la fonte, fece richiesta di questa salutare acqua. I registri contabili pontefici dell'epoca appuntano ben 187 ordini di pagamento per il trasporto dell’acqua da Fiuggi a Roma.
Altri personaggi famosi in epoca più recente si sono curati con successo bevendo acqua Fiuggi: da Papa Pio X a Giovanni Giolitti, da Benedetto Croce ad Alcide De Gasperi, ultimamente è in gran voga tra i russi benestanti.
Restando sempre nella Ciociaria, visitiamo Fumone, borgo storico con un castello pieno di suspence. La storia di questo castello ha origini oscure e antichissime. Sin dalla nascita Fumone fu importante vedetta e luogo di comunicazione per la sua posizione strategica che domina sull’intera valle del Sacco che collegava Roma e Napoli: la via Latina. Questo nome nasce dall’antica funzione di comunicazione effettuata con segnali di fumo, segnali che annunciavano le invasioni di nemici provenienti da sud e diretti a Roma.
A partire dal X secolo d. C. la storia di Fumone è strettamente legata a quella della Chiesa, infatti questa inespugnabile Rocca fu usata dai Papi per oltre 500 anni come prigione pontificia per prigionieri politici. Nel 1584 papa Sisto V decise che, essendovi morto Celestino V, il castello andava conservato come memoria storica e lo affidò ad una famiglia aristocratica romana: i marchesi Longhi, discendenti di Bonifacio XIII ed anche con questa famiglia nobile i misteri non mancano!
Una leggenda narra che il castello di Fumone sia frequentato dal fantasma di Emilia Longhi che nel 1800 fece imbalsamare il figlio morto alla tenera età di tre anni. Il bambino, unico maschio di otto figli, ultimo in ordine di nascita, fu avvelenato con piccole dosi di arsenico dalle sorelle per impedirgli di ereditare le fortune della famiglia. Il corpo imbalsamato è custodito in una teca di cristallo e sembra che la madre lo vada a trovare ogni notte.
Un'altro racconto è legato al "ius primae noctis" (diritto della prima notte - si intende il diritto di un signore feudale di trascorrere, in occasione del matrimonio di un proprio servo della gleba, la prima notte di nozze con la sposa). Si dice che le ragazze che non risultavano vergini durante la "prima nox" venivano gettate in un pozzo profondo diversi metri in cui all’interno vi erano fissate delle lame che martoriavano il corpo delle malcapitate. All'interno del castello di Fumone si trovano preziose opere d'arte, la cappella dedicata a Celestino V, dove sono custodite numerose reliquie di Santi e un panoramico giardino pensile che, per la sua estensione (3500 mq), è il più grande d'Europa, posto ad un altezza di 800 metri. Oggi si possono anche ammirare, oltre ai saloni perfettamente conservati, le sale del corpo di guardia, la cella della prigione con le porte ferrate, i suggestivi camminamenti per le ronde, i pozzi e le cisterne.
Dopo le terme di Fiuggi ci spostiamo alle terme di Pompeo fondatore e gestore da diverse generazioni di questo complesso termale; le terme sono situate a Ferentino, in prossimità del 76° km della Via Casilina, e vantano una tradizione secolare. Le antiche origini risalgono all’epoca Romana: il manoscritto del Cialino del 1690, attribuisce proprio a Flavia Domitilla, nipote dell’Imperatore Vespasiano, la costruzione del primo edificio termale a Ferentino. La famiglia Pompeo, da cui deriva il nome delle Terme, è da ben cinque generazioni la guida ispiratrice dell’intero complesso termale che nel tempo ha subito un’evoluzione costante atta ad integrare ai servizi termali classici, il beauty , il fitness e il relax dando quindi la possibilità alla clientela di poter scoprire i benefici di veri e propri percorsi che associano Thermae, Beauty, Relax e Fitness. Sempre restando nel tema cultura e benessere, ci spostiamo nell’Agro Pontino e visitiamo le terme di Suio che sgorgano lungo le rive del fiume Garigliano (che divide il Lazio dalla Campania). Queste terme sono note come le antiche "aquae vescinae" decantate da Plotino e meta dei soldati romani che prima e dopo le battaglie giungevano qui per ritemprarsi. Dopo i clamori del periodo romano, la zona fu abbandonata e le sue fonti dimenticate. Solo nella metà del secolo scorso, iniziò la rivalorizzazione delle acque e dell’intero luogo, che vanta tra l'altro diverse sorgenti, da cui sgorgano acque ipertermali con temperature che vanno dai 39-63 °C, divenendo tappa fondamentale per chi è alla ricerca del benessere fisico unito ai rimedi naturali. Dei clamori che le acque destarono nel periodo romano sono testimonianza i resti della cosiddetta vasca di Nerone, un calidarium e i resti di un mosaico. Da sottolineare le strutture alberghiere circostanti alle terme, che utilizzano energia pulita ed i cibi sono tutti di stagione e raccolti in loco. Nel Parco regionale urbano di Monte Orlando possiamo ammirare lo spettacolo suggestivo della cosiddetta "Montagna Spaccata" di Gaeta: nel punto in cui le sue pareti rocciose vengono bagnate dal mare la montagna presenta tre fenditure che secondo gli antichi scritti si sono aperte nel momento in cui Cristo crocefisso morì. Qui sorge il santuario della SS. Trinità, fondato nell'XI sec. dai Benedettini, a cui si accede attraverso una strada che sovrasta la spiaggia di Serapo. A sinistra del Santuario si scende nella seconda fenditura, avvenuta per lo slittamento delle rocce, la spaccatura a forma di arco di sesto acuto si chiama la Grotta del Turco perché serviva da nascondiglio ai pirati saraceni che di notte uscivano a depredare il litorale. Negli ultimi decenni inoltre questo luogo ha trovato una vocazione alpinistica: sui fianchi della montagna, alta circa 130 metri, sono state aperte una decina di vie, tutte attrezzate in modo impeccabile, di difficoltà variabile.
Antonio Vanzillotta
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La Valtellina è un incontro tra cultura alpina e mediterranea. Crocevia di commerci ed eserciti, per tre secoli svizzera, da sempre, per il suo clima, un angolo di mediterraneo nel cuore delle Alpi la Valtellina offre numerose testimonianze di una storia ricca, dalle incisioni rupestri al Rinascimento fino ai giorni nostri. Piccoli borghi, palazzi, chiese, castelli e musei dove ritrovare un passato illustre.
- Oltre 500 chiese in 78 Comuni, dal fondovalle ad oltre 2000 metri di quota
- 45 tra musei, gallerie, raccolte private, centri documentazione, luoghi rappresentativi della cultura locale (mulini, torchi vinari, edifici di archeologia industriale, ecc.)
- Ville e Palazzi che meritano una visita: Palazzo Besta a Teglio, Palazzo Vertemate Franchi a Piuro, Palazzo Salis a Tirano, Castello Masegra e Castel Grumello a Sondrio,
Museo Valtellinese di Storia ed Arte a Sondrio, Museo del Tesoro, Collegiata di San Lorenzo e La Pace di Chiavenna Museo Antiquarium Tellinum a Teglio
- Centri storici medioevali (Sondrio, Morbegno, Chiavenna, Tirano, Bormio, Ponte in Valtellina, Teglio ed altri)
- Museo minerario La Bagnada (Valmalenco)
Le tradizioni dell’inverno ci portano infine a scoprire, oltre ai mercatini presenti in molte località così come i suggestivi presepi allestiti negli angoli più belli dei paesi, le tradizioni più autentiche e strane, come il "gabinàt", il "tira li toli", "l’è fò l’urs’’, il "sunà de màrs", il "carnevàl di Matt", i "Pasquali" ... nomi curiosi per esperienze che meritano di essere vissute.
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Codogno è un piccolo borgo immerso nella campagna della pianura padana del lodigiano, tra i campi ancora dorati dall’autunno, con le strette vie a ridosso le une alle altre, che nascondono tanti piccoli tesori.
Si può cominciare dal bel chiostro affrescato del monastero di Madre Francesca Cabrini, Patrona degli Emigranti, che lo fondò insieme ad un ordine di religiose, l’Istituto delle Missionarie del Sacro Cuore di Gesù. Qui, in alcuni locali della prima casa da lei istituita si trova il Museo Cabriniano, che in varie sezioni ospita documenti,e oggetti che parlano della sua vita dall’adolescenza fino alla morte, oltre alle testimonianze sui processi di beatificazione e di canonizzazione. All’interno si possono vedere le celle delle suore fino alla sua camera. La mostra permanente 'La missione Cabriniana ieri e oggi-oggetti, foto e storia da tutto il mondo' narra la complessa opera di apostolato svolta dalle Missionarie nel tempo.
All’interno, nella chiesa del Tabor, viene conservata la preziosa reliquia del cuore della Santa. Proseguendo si giunge all’ampissima e ariosa piazza XX Settembre su cui si affaccia la Collegiata di San Biagio. L’assetto attuale fu costruito nel 1491 sul luogo in cui sorgeva, come rivelano dei documenti ritrovati, una cappella dedicata a San Biagio, da cui prese il nome. La facciata in cotto è articolata in due ordini sovrapposti e presenta sulla destra un’antica meridiana, restaurata nel 2005. I principi di Trivulzio, feudatari di Codogno, vollero far edificare all’interno della chiesa una cappella dedicata all’Assunta: a tal fine venne commissionata a Callisto Piazza una pala sull’Assunzione della Vergine, che concluse nel 1533. Altre cappelle sorsero tra il XVI e il XVIII sec., mentre dal 1635, per merito del Cardinal Teodoro Trivulzio, la chiesa assunse il titolo di 'collegiata', divenendo così l’unico luogo in cui si potevano celebrare funzioni solenni. Una dolcissima Madonna con il suo Bambino porge il saluto ai visitatori. L’itinerario ci conduce infine fino al magnifico palazzo del ‘600 della famiglia Lamberti (in via Cavallotti 6), dove nelle belle sale di cui, alcuni soffitti sono ancora affrescati, è ospitata la collezione di opere pittoriche da lui raccolte. Lui stesso ne dipinse alcune, in questo rivelando una viva sensibilità artistica, oltre che radunando diverse opere di artisti prevalentemente lombardi, talvolta suoi amici e con le medesime affinità. Dopo la sua morte, grazie a Giuseppe Novello fu inaugurata la raccolta d’Arte, nel novembre 1973 in queste stesse sale, con l’eposizione dei più validi pittori locali dell’Ottocento e del Novecento. La raccolta è aumentata grazie alle molte donazione e tuttora si sta ampliando. Anche Novello fece dono della sua collezione riunendo così i propri dipinti a quelli del carissimo amico, seguito dagli eredi del pittore Angelo Pietrasanta.
Tra i ritratti che più colpiscono si distinguono le due fanciulle del dipinto 'Ripassando la lezione', in stile filo-impressionista, cosi come 'le curiose', oppure la bellissima dama in rosso che legge,e la figura di Lamberti stesso, nobile e severo.
Altrettanto interessanti dal punto di vista pittorico sono i paesaggi di campagna dalle varie tinte degradanti nelle tonalità di verdi autunnali, e le bellissime marine, dove ci si perde nell’azzurro.
Grazia Paganuzzi
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Sempre più frequentemente si sente parlare di siti considerati patrimonio dell’Umanità in quando inseriti all’interno della Lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO (UNESCO World Heritage). Ma cosa vuol dire esattamente che un sito è considerato patrimonio dell’Umanità?
Per capirlo dobbiamo partire dalla Convenzione del Patrimonio mondiale di Parigi del 1972 "CONVENZIONE RIGUARDANTE LA PROTEZIONE SUL PIANO MONDIALE DEL PATRIMONIO CULTURALE E NATURALE". Nella Convenzione vengono fornite le definizioni del Patrimonio Culturale e Naturale. I beni culturali sono definiti come monumenti o insiemi eccezionali storicamente, artisticamente o scientificamente. I siti naturali sono formazioni fisiche o biologiche che hanno valore estetico o scientifico straordinario. I siti misti, frutto dell’azione combinata della natura e dell’uomo, conservano la memoria di modi di vita tradizionali e rappresentano il legame tra la natura e la cultura. Alla Convenzione hanno aderito 180 Stati (31/03/2005), che aderendo, si impegnano a proteggere i siti del proprio territorio che rientrano in una delle due definizioni. Ad alcuni di essi, quelli di particolare valore, l’Unesco riconosce il titolo di Patrimonio Mondiale, facendo sì che la loro tutela diventi una responsabilità ripartita fra tutti i membri della Comunità internazionale. La Convenzione, tra l’altro, ha istituito un Comitato internazionale con sede a Parigi presso l’UNESCO, che vigila sull’applicazione della Convenzione da parte dei firmatari e decide l’iscrizione di nuovi siti sulla Lista.
La World Heritage List comprende 962 siti di cui 745 culturali , 188 siti naturali e 29 siti misti suddivisi in 157 paesi membri. (dati al 2012)
Requisiti per l’iscrizione
Perché un sito sia iscritto nella Lista del patrimonio mondiale, deve presentare un eccezionale valore universale e soddisfare almeno uno dei dieci criteri di selezione illustrati nelle Linee Guida per l’applicazione della Convenzione del patrimonio mondiale. I criteri sono regolarmente aggiornati dal Comitato in modo da riflettere l’evoluzione del concetto stesso di Patrimonio Mondiale.
Fino alla fine del 2004, i siti del Patrimonio Mondiale venivano scelti sulla base di sei criteri culturali e di quattro criteri naturali. Con l’adozione dell’ultima versione delle Linee Guida i criteri sono stati accorpati in un unico elenco, valido per i beni culturali e naturali, distinto in dieci punti.
Criteri di selezione
1.rappresentare un capolavoro del genio creativo dell’uomo
2.mostrare un importante interscambio di valori umani, in un lungo arco temporale o all’interno di un’area culturale del mondo, sugli sviluppi nell’architettura, nella tecnologia, nelle arti monumentali, nella pianificazione urbana e nel disegno del paesaggio;
3.essere testimonianza unica o eccezionale di una tradizione culturale o di una civiltà vivente o scomparsa;
4.costituire un esempio straordinario di una tipologia edilizia, di un insieme architettonico o tecnologico, o di un paesaggio, che illustri uno o più importanti fasi nella storia umana;
5.essere un esempio eccezionale di un insediamento umano tradizionale, dell’utilizzo di risorse territoriali o marine, rappresentativo di una cultura (o più culture), o dell’interazione dell’uomo con l’ambiente, soprattutto quando lo stesso è divenuto vulnerabile per effetto di trasformazioni irreversibili;
6.essere direttamente o materialmente associati con avvenimenti o tradizioni viventi, idee o credenze, opere artistiche o letterarie, dotate di un significato universale eccezionale. (Il Comitato reputa che questo criterio dovrebbe essere utilizzato in associazione con altri criteri).
7.presentare fenomeni naturali eccezionali o aree di eccezionale bellezza naturale o importanza estetica;
8.costituire una testimonianza straordinaria dei principali periodi dell’evoluzione della terra, comprese testimonianze di vita, di processi geologici in atto nello sviluppo delle caratteristiche fisiche della superficie terrestre o di caratteristiche geomorfiche o fisiografiche significative;
9.costituire esempi rappresentativi di importanti processi ecologici e biologici in atto nell’evoluzione e nello sviluppo di ecosistemi e di ambienti vegetali e animali terrestri, di acqua dolce, costieri e marini;
10.presentare gli habitat naturali più importanti e più significativi, adatti per la conservazione in-situ della diversità biologica, compresi quelli in cui sopravvivono specie minacciate di eccezionale valore universale dal punto di vista della scienza o della conservazione.
Perché un bene sia considerato di eccezionale valore universale, deve anche soddisfare le condizioni di integrità e/o autenticità così come definite nelle Linee Guida e deve essere dotato di un adeguato sistema di tutela e di gestione che ne garantisca la salvaguardia.
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Si è svolta a Palazzo Chigi, la conferenza stampa di presentazione della terza edizione del ‘World Tourism Expo – Unesco’ che si terrà ad Assisi dal 21 al 23 settembre.
Sono intervenuti il Ministro per gli Affari regionali, il Turismo e lo Sport, Piero Gnudi, il Ministro dell’Ambiente, Corrado Clini, il Sindaco di Assisi e Presidente dell’Associazione Beni Italiani Patrimonio Mondiale Unesco, Claudio Ricci e l’organizzatore dell’evento WTE, Marco Citerbo.
Il Ministro Gnudi, intervenendo ha detto: "Siamo il Paese al mondo che ha più siti tutelati dall’Unesco. Il turismo deve essere una delle strade da percorrere per portare fuori il Paese dalla crisi. Lo dobbiamo sfruttare meglio e in modo più organico, facendo sistema e diffondendo gli arrivi su tutto il territorio nazionale. La Borsa del turismo di Assisi avrà lo scopo di far conoscere questa Italia meno conosciuta".
"Il turismo è un settore cruciale per l’economia italiana e per le strategie di crescita". Lo ha detto il ministro Clini, che ha aggiunto: "Valorizzazione delle eccellenze, cultura, paesaggio, ambiente e dieta mediterranea sono le variabili fondamentali per il rilancio del turismo. Investire nel patrimonio culturale e ambientale serve alla crescita dell’economia e per il nostro sviluppo".
Il Sindaco di Assisi e Presidente dell’Associazione Beni Italiani Patrimonio Mondiale Unesco, Claudio Ricci, ha sottolineato nel suo intervento che "l’obiettivo che ci poniamo è di promuovere il ‘turismo lento delle esperienze e dei valori materiali e immateriali’ secondo la logica per cui promuovendo i siti Unesco, il marchio culturale più importante a livello internazionale, si promuovono anche i beni culturali ‘minori’ e, in generale, l’intero paese Italia in chiave turistica".
"Abbiamo coinvolto la stampa e circa 150 operator da tutto il mondo – ha sottolineato Marco Citerbo, organizzatore del WTE – affinché i siti Unesco siano inseriti nei cataloghi internazionali con itinerari ad alto contenuto culturale che esaltino le eccellenze di questi luoghi. Grande spazio quest’anno sarà riservato anche alla prima edizione delle Giornate della Dieta Mediterranea, la manifestazione organizzata nell’ambito del WTE per esaltare e far conoscere il modello nutrizionale e l’insieme delle espressioni culturali dei popoli del Mediterraneo, diventate patrimonio dell’umanità".
Sono tante le tipologie di viaggio, le mete, gli itinerari. Un mondo intero da scoprire mossi dalla propria curiosità o affidandosi ai suggerimenti di qualcuno. Ma quando è UNESCO a consigliare un sito c’è la certezza di dirigersi verso un luogo d’eccellenza, particolare per le sue caratteristiche. In ogni continente ne ha identificati molti che per la loro unicità si sono meritati il titolo di "patrimonio dell’umanità", dalla montagna sacra australiana alle statue dell’isola di Pasqua e solo per fare degli esempi. Non occorre andare lontano, anche il nostro Paese custodisce dei tesori censiti dall’Organizzazione delle Nazioni Unite; tra questi il Cenacolo di Leonardo da Vinci a Milano, la laguna di Venezia e la Basilica di San Francesco d’Assisi.
E proprio Assisi, dal 21 al 23 settembre, ospiterà WTE – World Tourism Expo Unesco 2012 – che comprende la terza edizione della "Borsa Internazionale del Turismo città e siti UNESCO", la prima delle "Giornate della Dieta Mediterranea UNESCO" e assegnerà il "Premio Turismo Responsabile Italiano". Non è un caso se il primo e unico appuntamento mondiale specializzato nel turismo delle città e siti UNESCO si tiene in Italia; il nostro Paese infatti è in testa alla classifica mondiale con ben 47 siti registrati.
L’obiettivo del World Tourism Expo di Assisi firmato UNESCO è quello di creare un mercato del turismo culturale responsabile ed emozionale per promuovere il patrimonio artistico e paesaggistico attraverso la collaborazione di tutte le figure che agiscono nel comparto turistico.
L’interesse del pubblico e degli operatori del settore per l’evento è alto; l’edizione 2011 ha registrato 15000 ingressi, oltre 100 siti italiani e stranieri rappresentati, 150 tour operator da tutto il mondo e 40 incontri scientifici e divulgativi. Per quest’anno gli organizzatori stimano un notevole incremento di presenze dovuto anche al lancio della prima edizione delle Giornate della Dieta Mediterranea UNESCO. Iscritta nei patrimoni immateriali nel 2010, la dieta mediterranea esalta il modello nutrizionale e l’insieme delle espressioni culturali dei popoli del Mediterraneo. Per la prima volta a livello internazionale, i prodotti e tutte le risorse dello stile alimentare di Italia, Spagna, Grecia e Marocco si ritroveranno ad Assisi. Saranno presentate non solo le tipicità come olio d’oliva, legumi, frutta e verdura, pesce azzurro ma anche le tradizioni culinarie, gli stili di vita, gli elementi culturali e folcloristici legati all’alimentazione. La manifestazione sarà articolata in diverse fasi; un’area espositiva riservata a ognuno dei quattro Paesi e alle aziende produttrici, uno spazio destinato ai coking show e alle degustazioni e uno riservato all’artigianato e al folklore. Per approfondire la propria conoscenza della dieta più famosa al mondo sarà possibile partecipare a incontri e convegni scientifici, culinari e salutistici. Per interpretare la dieta mediterranea arriveranno ad Assisi alcuni chef italiani, spagnoli, greci e marocchini. Ogni giorno si esibiranno nel tardo pomeriggio elaborando ricette rappresentative di ciascun Paese d’origine; le performance saranno aperte al pubblico che potrà intervenire con domande dirette agli chef e alla fine degustare i piatti preparati.
Infine verrà assegnato il Premio Turismo Responsabile Italiano, istituito per riconoscere persone e aziende che, in Italia come nel resto del mondo, contribuiscono con le loro iniziative all’offerta di Turismo Responsabile e prenotabile nelle agenzie viaggi.
Tutti i dettagli della tre giorni umbra sono disponibili sul sito dedicato, in italiano e inglese.
Paola Drera
www.worldheritagetourismexpo.com
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