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La nostra pizzeria nasce dopo che, Ernesto Cacialli, pizzaiolo di professione e napoletano verace, definito dai giornali "stella del firmamento della gastronomia partenopea", nei giorni del G7 del 1994 “trascinò” il blindato Clinton nella sua pizzeria nel bel mezzo di una passeggiata. E' stata proprio la passione a spingere Cacialli a superare la barriera delle guardie del corpo che circondavano l'ex presidente per far assaggiare all'America uno spicchio di Napoli.
Ma la storia del nostro artista del forno a legna, circondato da maestri pizzaioli, affonda le sue radici ben più là negli anni. Infatti Ernesto, sommo maestro della tradizione napoletana legata alla pizza, vincitore di numerosi premi nazionali ed internazionali, che ha portato la bontà della nostra città fino in Oriente, è pizzaiolo da quando aveva 7 anni.
Critici culinari ci hanno intitolato articoli e rubriche, le guide gastronomiche ci menzionano nell'Olimpo dei pizzaioli: chi vuole gustare i sublimi sapori di Napoli non può resistere alla tentazione di venirci a trovare nel nostro "regno".
Pizzeria "Il Pizzaiolo del Presidente"
Via Tribunali, 120/121 - 80138 Napoli
Tel/ Fax + 39 081 210903
www.ilpizzaiolodelpresidente.it
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Patrizio Rispo,il celebre Raffaele della soap-opera 'Un Posto al Sole', ha presentato recentemente al numeroso pubblico dei suoi fans il suo primo libro dal titolo “Un pasto al sole”, 300 gustose ricette pubblicate dalla giovane casa editrice napoletana Edizioni GRAF, diretta da Luciano Chirico. Il volume è un ricettario che raccoglie delizie gastronomiche tipiche della tradizione campana e non ed è il risultato della contaminazione tra l’arte culinaria del padre dell’attore e quella della madre, che è una Scaturchio, con l’aggiunta di un pizzico dello stile dell’attore stesso.
Il libro è organizzato in undici sezioni che spaziano dagli aperitivi ai digestivi, e la sua peculiarità risiede proprio nella semplicità, con le pietanze che rispondono alla domanda "Cosa mangiamo oggi?".
Il volume, che si tramanda da anni da padre in figlio, è arricchito dai commenti dello stesso autore e dai disegni del vignettista Peppe Avolio, mentre la prefazione è opera di Giobbe Covatta, che rilegge “Alice nel paese delle meraviglie” in termini ironicamente culinari.
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Definita la Perla del Salento, Castro è una cittadina sul mar Ionio con un interessante centro storico, e una storia fatta di invasioni, distruzioni e ricostruzioni. Colpisce subito il visitatore il Castello di Castro, costruito all’inizio XII secolo per volere di Tancredi di Altavilla, conte di Conversano e primo conte della città. In seguito fu modificato dagli angioini ma soprattutto dagli aragonesi, in special modo dalla famiglia dei Gattinara, feudatari di Castro, tra il 1520 e il 1640. Essi vissero in prima persona la distruzione della città ad opera dei turchi nel 1573 ma anche le ristrutturazioni seguenti necessarie proprio a causa delle invasioni. Il progetto di ristrutturazione del castello fu affidato a Tiburzio Spannocchi,architetto militare famoso in tutta Europa e il preferito dalla casa reale spagnola. Tiburzio ridiede vita alla pianta quadrilatera del castello e dotò la città di una cerchia di mura con pianta a esagono allungato. Grazie a recenti scavi e restauri si è scoperto poi che le mura del 1500 poggiano su resti di fortificazioni massapiche. Particolare è la Basilica Bizantina, vicino alle mura sud orientali, al cui esterno si possono ammirare affreschi di varie epoche. Nonostante l’usura del tempo si possono ancora distinguere la figura di Sant’Onofrio, Santa Lucia, della Madonna con bambino, di San Giovanni Battista e varie decorazioni di tipo naturalistico che sicuramente risalgono alla parte più antica della Basilica. Non si conosce il santo a cui è stata dedicata la Basilica Bizantina, ma, visto che, durante gli scavi attorno, sono stati rinvenuti resti di un tempio dorico probabilmente dedicato alla dea Atena, si pensa che la chiesa fu costruita in onore della Madonna, ideale trasposizione cristiana della dea. Dalle mura di Castro si può godere di un bellissimo panorama di Castro Marina. Sara Marchesi Palazzo Gugliemo www.palazzoguglielmo.it Campurra www.campurra.com B6B Trappitu dei Settimi www.trappitudeisettimi.it Eco di mare www.ecodimare.it - Le Chianche www.lechianche.org B6B Le Rose www.salentoallerose.com B6B Il Corallo www.ilcorallo1.com Agriturismo Montenachiro www.agriturismomontenachiro.it Schola Sarmenti www.scholasarmenti.it Masseria Chicco Rizzo www.masseriachiccorizzo.it Ristorante Zio Tom www.ziotomleuca.com
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"Kalòs ìrtate stin Grecìa Salentina" (Benvenuti nella Grecìa Salentina). Probabilmente è con questa frase che vi accoglieranno gli abitanti dei paesi che fanno parte dell’Unione della Grecìa Salentina. Calimera, Carpignano Salentino, Castrignano dei Greci, Corigliano d’Otranto, Cutrofiano, Martano, Martignano, Melpignano, Soleto, Sternatia e Zollino: undici paesi che possono vantare una vera e propria seconda lingua. Qui si parla infatti il griko, un misto tra dialetto locale e greco antico. La teoria più accreditata è che la lingua grika sia nata grazie alle modifiche che i monaci bizantini giunti in Puglia attorno all’anno 1000, fecero alla lingua Greca. Nata dalla colonizzazione bizantina, simbolo della vicinanza tra il Salento e la Grecia è la stele che venne donata nel IV secolo a.C. da Atene a Calimera in cui è riportata la scritta "Straniera tu non sei a Calimera". Come ogni lingua non di uso comune, anche il griko rischia di morire. Per questo è nata una vera e propria scuola di lingua grika a cui si iscrivono, non solo vecchi sentimentali, ma anche giovani legati alle loro tradizioni e consapevoli di poter essere possessori di una ricchezza immateriale che pochi in Italia hanno ancora. E ancora si canta in griko, durante il periodo pasquale, narrando, attraverso questa lingua antica, gli episodi della passione di Cristo, segno che la fede, come la tradizione, qui sono molto sentite e vissute intensamente. Non solo la religione è vissuta intensamente. Qui anche i riti pagani hanno un ruolo importante nella vita delle persone. Interessante è la Cappella di San Vito, dedicata al protettore degli animali che ospita, al centro della navata, una pietra di origine pre-cristiana con un foro al centro chiamata ‘Pietra della fertilità’. Il giorno di Pasquetta uomini e donne si cimentano nel rito pagano di passaggio attraverso il foro. Chi riesce nell’impresa (e per le dimensioni del foro è proprio un’impresa) sembra che sarà aiutato nell’avere figli. Sara Marchesi www.comune.nardo.le.it www.comune.presicce.le.it www.santamariadileuca.it www.vignacastrisi.it www.comunedicastro.it www.comune.calimera.le.it www.greciasalentina.org
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La Costa Smeralda compie 50 anni. Era infatti il lontano 1962 quando un gruppo di finanzieri con a capo il principe Karim Aga Khan costituì il consorzio Costa Smeralda per dar vita ad una iniziativa turistica di vaste proporzioni sul territorio di Arzachena, oggi in provincia di Olbia-Tempio. Le cronache raccontano che il principe, allora 26enne, sorvolò la Sardegna nordorientale e s’innamorò di quello splendido mare azzurro smeraldo, di quelle baie incontaminate, selvagge e uniche, e decise di acquistarle. La zona interessata era quella di ‘Monti di Mola’ (sassi da macina). Già nel 1963 e 1964 entrarono in funzione i primi alberghi a Porto Cervo, vera capitale della Costa Smeralda. Circola una leggenda in Sardegna: quei terreni erano di pastori e vaccari, gente di modesta cultura, ma grandi lavoratori e possidenti. Si ragionava in milioni di lire in quel periodo, la parola ‘miliardi’ non era conosciuta nel linguaggio comune. Quando ad un proprietario di Arzachena furono offerti due miliardi per un terreno, rispose al responsabile della trattativa: "Miliardi? No, voglio duemila milioni, altrimenti non se ne fa niente".
Un’altra storia dice che a trattare i prezzi delle aree furono sempre le donne, perché i proprietari consideravano quei terreni a mare (poco favorevoli alle tradizionali attività della zona, agricoltura e pastorizia), di scarso interesse e, quindi, ci mandavano le mogli a discutere con gli inviati dell’Aga Khan. Che sianono leggenda o verità poco importa, quel che è vero che di miliardi in Costa Smeralda in cinquant’anni di storia ne sono passati tanti, trasformando profondamente la cultura, i luoghi e l’economia della Gallura e dell’intera Sardegna. "Quando arrivò il Principe Karim, avviando con un sapiente mix di intuito e sensibilità, la costruzione del ‘suo’ modello Costa Smeralda, ancora non sapeva che cinquant’anni dopo, quindi a tutt’oggi, quell’ispirato modello sarebbe stato ancora forte e maturo fra i sistemi del turismo isolano – ha detto l’assessore del Turismo della regione Sardegna, Luigi Crisponi – La trasformazione di pascoli in riva al mare in ‘macchina da guerra’ turistica irrompe all’improvviso nell’incantato scenario gallurese, regalando alla Sardegna notorietà internazionale. Fa anche discutere se parlare di nascita o invenzione della Costa. E personalmente propendo per questa tesi".
Si può tranquillamente affermare che da allora per Arzachena, nella frazione di Porto Cervo, e per la Sardegna la storia sia cambiata. Il fenomeno turistico aveva investito il territorio e lo ha trasformato, modellandolo sulla base delle proprie esigenze. In quei giorni vedeva la luce il polo turistico balneare di maggiore rilevanza, in termini di qualità d’Italia. Cominciavano a sorgere i primi alberghi di lusso, il Cala di Volpe, il Pitrizza, Cervo e Romazzino e le ville esclusive che diventeranno il punto d’incontro estivo dell’alta società e del potere economico mondiale. I rotocalchi si impadronivano delle notizie e dei pettegolezzi sul mondo dorato e le promuovevano in tutto il mondo con dovizia di particolari. Le trasparenze del mare, le spiagge ricoperte di sabbia granitica, le scogliere frastagliate, gli alberi secolari, la macchia mediterranea a corona di calette dalla selvaggia bellezza diventarono l’altro potente veicolo pubblicitario. Tutto quello che venne fatto in questa prima fase ha il marchio dell’esclusivo. Alberghi, ville, locali e porto era destinati ad una clientela selezionata che potesse fungere da richiamo. La stessa architettura adottata, che a seconda dei punti di vista viene definita suggestiva o suggestionante, è posta al servizio di questo obiettivo. Non era una iniziativa edilizia tesa a distruggere la natura ma a salvaguardarla e ad inglobarla, facendola diventare parte integrante delle costruzioni. Nel 1964, appena dopo l’insediamento del Consorzio Costa Smeralda dell’Aga Khan, furono i conti veneziani Luigi e Nicolò Donà delle Rose a credere nella Costa Smeralda e a creare un’altra perla, nel mare della Gallura, Porto Rotondo. Quasi tutto fu costruito in modo spontaneo, seguendo l’ispirazione e l’estro del momento, guardando alla qualità. L’idea dei due fratelli era che Porto Rotondo potesse diventare un milieu di artisti e di intellettuali, ed i primi a rispondere all’invito furono gli scultori Andrea Cascella e Giancarlo Sangregorio. Oggi la Costa Smeralda a 50 anni dalla sua nascita ha ospitato ed è diventata una meta ambita da vip, celebrità dello spettacolo, della moda e soprattutto del business. Non c’è personaggio famoso che non abbia ‘la villa in Costà o non trascorra qualche giorno nel mare della Gallura. Ogni estate questa parte dell’isola diventa luogo di ritrovo di panfili e yacht, di Ferrari e Jaguar, delle cene dai conti stratosferici. La notte i vip frequentano nightclub e discoteche, ognuna con la sua storia, un arredamento ed una musica tutta personalizzata, adatta ad ogni età ed ogni esigenza. Ora sono soprattutto gli sconosciuti, ma ricchissimi magnati russi, a frequentarli con assiduità, sfoggiando ricchezza e lusso inimmaginabili. Il Ritual si trova incastonato fra le rocce granitiche, frequentato dai reali d’Europa e dal principe Aga Khan. Il Billionaire, è stato fondato da Flavio Briatore, ex top manager della Renault di Formula 1, il Nikki Beach sta diventando uno dei locali più ‘in’ della Costa Smeralda. La sua particolarità è negli arredi, letti a baldacchino che prendono il posto dei tradizionali tavoli. Stando sdraiati, come gli antichi romani, si possono degustare aperitivi, buffet, e cene esotiche a base di Sushi e cucina Thai, i suoi frequentatori sono i Vip ultramilionari in vacanza a Porto Cervo. Fiat Playa di Lapo Elkann si trova in riva al mare a Punta Marana nel Golfo di Marinella. Il Sottovento rimane il punto di riferimento per gli amanti degli incontri mondani e della vita notturna di Porto Cervo, molto visitato da attori e calciatori. Al Blues Caffè, è possibile ascoltare musica raffinata per veri intenditori, l’arredo è di tipo etnico, pieno di candele, cuscini, e colori pastello caldi ed avvolgenti. Il fascino della Costa Smeralda resiste ancora dopo cinquant’anni e dopo l’abbandono dell’Aga Khan e l’ingresso nel 2003, per 300 milioni di euro, del miliardario americano Tom Barrack. "Se acquisterò io – disse Barrack nel 2003 -, niente colate di cemento; la Costa Smeralda si svilupperà in continuità con l’Aga Khan".
Non poteva essere diversamente: il padre della Costa Smeralda non poteva essere disconosciuto.
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Dolomiti Superski è il più grande carosello sciistico al mondo, un vero e proprio paradiso per gli amanti degli sport invernali. Situato nelle Alpi sud-orientali, si estende tra l’Alto Adige, il Trentino e la provincia di Belluno e comprende 12 zone sciistiche che si distinguono per la varietà dei tracciati e sono particolarmente indicate per la vacanza di tutta la famiglia.
Dolomiti Superski propone 450 impianti di risalita e 1.200 chilometri di piste, 350 dei quali in territorio trentino. Più del 90% di essi è attrezzato per l’innevamento programmato, che garantisce la sciabilità da dicembre fino ad aprile. Le aree sciabili trentine inserite nel Dolomiti Superski sono la Val di Fassa, Moena – Tre Valli, Val di Fiemme, e San Martino di Castrozza – Passo Rolle.
Hotel skipass service
Assicurarsi lo skipass attraverso il web è semplice, grazie al servizio “Hotel skipass service”. L’abbonamento può essere acquistato senza costi aggiuntivi collegandosi al sito dolomitisuperski.com/hss ed effettuando il pagamento con carta di credito. Viene generato un codice, poi inviato sia al cliente sia alla struttura ricettiva prenotata. L’albergatore ritira lo skipass presso il punto vendita e poi lo consegna al cliente al suo arrivo in albergo, risparmiando così tempo all’ospite. Le strutture ricettive che offrono questo servizio, sono contrassegnate dall’apposito marchio.
Bambini gratis con 'Dolomiti Superkids 2012'
Hotel e skipass vengono offerti in omaggio ai bambini fino a 8 anni e a metà prezzo ai ragazzi fino a 12 anni dal 18 marzo alla seconda settimana di aprile 2012, nelle zone sciistiche aperte, presso gli esercizi che aderiscono alla promozione. Sono previste inoltre riduzioni anche per il corso di sci e il noleggio dell’attrezzatura. L’offerta è valida per un massimo di due bambini per nucleo familiare e per un soggiorno della durata minima di 7 giorni.
Dolomiti Supersun
Per tutti coloro che non possono fare a meno della neve, nemmeno in primavera, Dolomiti Superski ha creato l’offerta speciale “DolomitiSuperSun 2012”. Dal 25 marzo alla seconda settimana di aprile 2012 nelle zone sciistiche aperte, prenotando 7 giorni presso gli esercizi che aderiscono alla promozione, si ottiene una giornata in omaggio. I buoni per la giornata skipass in omaggio vengono consegnati direttamente in albergo. L’offerta non è cumulabile con la promozione “DolomitiSuperKids”.
Sfruttare al massimo il telefono cellulare
Anche quest’inverno è possibile costruire sul telefono cellulare la propria escursione sugli sci. Basta scaricare dal sito www.dolomitisuperski.mobi le cartine delle zone prescelte, scegliendo la località di partenza e di arrivo. In pochi secondi vengono visualizzati l’itinerario e gli eventuali percorsi alternativi; sono indicati gli impianti, i chilometri di piste da percorrere e il dislivello, oltre ad una stima del tempo di percorrenza.
Prenotazioni sempre più facili
La nuova interfaccia per costruirsi la vacanza in una delle località di Dolomiti Superski utilizzando il sito www.dolomitisuperski.com è ancora più comoda e semplice da usare e aiuta il visitatore nella scelta e nella prenotazione dei singoli servizi, ovvero l’hotel, lo skipass, il noleggio dell’attrezzatura, i corsi di sci, snowboard o freestyle, l’organizzazione del viaggio, fino all’assicurazione.
Un sito internet sempre più fruibile
Dall’autunno 2011 sarà online il nuovo sito internet www.dolomitisuperski.com, sottoposto ad un restyling grafico per renderlo ancora più usabile e “up to date”. Un aspetto giovane e dinamico, le informazioni più richieste subito disponibili in homepage e un alto livello di integrazione delle funzionalità più importanti sono le caratteristiche principali del portale. In più c’è Dolomitisuperski.tv, la sezione dedicata ai video, dove si potranno trovare e caricare immagini legate alle proprie giornate sugli sci, oltre a 3D Dolomiti Superski, un navigatore tridimensionale realizzato sulla base di immagini aeree ad altissima risoluzione, realizzate in esclusiva per il consorzio, che permette di simulare un volo sulle Dolomiti.
Ora anche sui social network e su i-phone
Per facilitare la connessione alla rete, Dolomiti Superski mette a disposizione hot spot WIFI gratuiti presso i punti vendita skipass e gli impianti di risalita principali. L’impegno “mobile” continua con nuove applicazioni dedicate per iPhone, iPad e Android, che forniscono le informazioni più importanti per rendere ancora più piacevoli le giornate sugli sci.
Anche Facebook e Twitter, i più noti social network, si affiancano con efficacia al sito di Dolomiti Superski. Da sempre il comprensorio è molto attento alle tendenze che nascono sul web e, sull’onda del successo dei social network, sono stati creati profili su entrambe le piattaforme, con circa 20.000 fan su Facebook e circa 1.500 follower su Twitter.
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Una definizione emersa da una recente ricerca del Centro Studi del Touring Club Italiano, condotta su 111 località dell'Arco Alpino in Italia, Francia, Svizzera, Austria e Slovenia. L'indagine, curata dal Prof. Fabrizio Bartaletti dell'Università degli Studi di Genova, cela indicazioni preziose per le prossime scelte strategiche nella valorizzazione della località alpina, contraddistinta da una ricca e diversificata ricettività alberghiera, una ristorazione tutta da scoprire, strutture moderne e polifunzionali nonché un'offerta sciistica completa. E, così, l'imminente stagione invernale si apre all'insegna di numerose novità, prima tra tutte lo skipass Mont Blanc Unlimited, grazie al quale è possibile sciare sui versanti italiano e francese del Monte Bianco senza alcun sovrapprezzo.
"Chamonix, come Courmayeur è una località ai piedi del Monte Bianco, con la quale non ci sentiamo concorrenti bensì complementari - spiega Fabrizia Derriand, sindaco di Courmayeur -. Innanzitutto Courmayeur conta solamente 3.000 residenti, che sono attratti dai locali e dalla vita notturna di Chamonix. Qui i 30.000 abitanti si sentono invece attratti dalle nostre tradizioni, come la cura per il territorio e l'ottima cucina ma soprattutto l'invidiabile clima grazie alla posizione sul versante sud del Bianco."
Con lo skipass viene messa a disposizione degli sciatori una navetta gratuita che collega le due località. Da notare che, nel mese di febbraio, per i bambini fino a 12 anni il soggiorno in hotel e lo skipass sono gratuiti!
Il comprensorio di Courmayeur possiede 100 km di piste: numerose funivie e telecabine portano in cima alla Cresta Youla, a quota 2.624 m, e a Cresta d'Arp (2.755 m), da dove si può godere di un'invidiabile vista sul Monte Bianco. Le piste da fondo, sotto lo sguardo del Dente del Gigante, si snodano in quattro anelli, per un totale di oltre 35 km tra i boschi silenziosi della Val Ferret, i prati di Entrèves e di Dolonne e la vallata di Arpy. Le escursioni sul massiccio sono poi possibili grazie alla società Guide Alpine di Courmayeur, con ben 44 guide in attività e autorizzate ad accompagnare persone in arrampicata, gite alpinistiche e scialpinistiche così come sci fuori pista su ghiacciaio. Celebre è, per esempio, la discesa della Vallée Blanche, che si snoda nel cuore del massiccio attraversando seraccate e scivolando sulla Mer de Glance prima di terminare a Chamonix dopo un percorso di 20 km e un dislivello di oltre 2400 m. Gli appassionati di escursioni possono invece percorrere a piedi la Val Ferret su un sentiero battuto nella neve, parallelo all'anello di fondo. E se tutto questo non bastasse, ci si può sempre divertire sulla pista di ghiaccio indoor o rilassarsi nell'oasi rilassante delle Terme di Prè Saint Didier.
Marinella Croci
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www.bolzano-bozen.it -
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Si chiama Kakiparis e prende il nome dall'antico termine greco che denominava l'attuale Cassibile, frazione di Siracusa dal punto di vista amministrativo, ma largamente autonoma da essa per i ricordi che evoca. Kakiparis è un'associazione culturale formata da cittadini del posto, che, come ovunque del resto, cerca di valorizzare la memoria locale, segnalandone la storia e puntando sugli avvenimenti di maggior risonanza che si sono verificati nel corso dei secoli. E questo è appunto il caso di Cassibile/Kakiparis. Piaccia o non piaccia (e poi spiego perché dico così), questo posto è infatti parte integrante della nostra storia nazionale per via di un evento, uno solo, che ha coinvolto tutti gli italiani, che nell'estate del 1943 aspettavano di capire dove sarebbe sboccata realmente l'improbabile strada presa dalle Istituzioni del Regno dopo l'esautoramento di Benito Mussolini. Qui infatti, per l'esattezza in un uliveto a pochi chilometri dal centro, all'alba del 3 settembre venne sottoscritto l'Armistizio tra l'Italia e gli Alleati, e il nostro Paese venne introdotto a forza in una spirale di violenza che portò alla divisione e causò ferite non ancora del tutto rimarginate. Almeno nella visuale politica di qualcuno (destra o sinistra in questo caso non è determinante), che ritiene che luogo e data siano tanto infausti da non meritare una qualsiasi evocazione, men che meno una commemorazione.
Che la circostanza sia delle meno liete, è fuor di dubbio, come altrettanto certo è che difficilmente si realizzano grandi eventi se non c'è qualcosa da festeggiare. Ma anche le vicende più tristi qualche riflessione la possono suscitare e a Cassibile gli approfondimenti storici, i ripensamenti sui fatti, l'evoluzione dei giudizi, possono portare a contributi interessanti e, comunque, a una sedimentazione di passioni che non ci hanno mai aiutato nella crescita civile. Il resto, credo, lo farà il tempo, che anche questa volta sarà galantuomo.
L'essere infine celebri per una specifica ragione, non toglie nulla a che la storia di questo posto risalga a ben prima del 1943, che le risorse locali abbiano un loro valore intrinseco, che le potenzialità turistiche del suo mare rappresentino una sicura attrattiva: diventa quindi abbastanza ovvio il desiderio di far conoscere l'una e le altre.
Dal sito www. cassibilenelmondo.it, (gestito da Salvatore Di Mauro, e da cui abbiamo tratto le informazione che seguono) apprendiamo che � probabile che i primi insediamenti nel territorio di Cassibile, siano ad opera dei Siculi, che si stabilirono all�imbocco inferiore di Cava grande, precisamente tra il Cugno Fazio a sud e il Cugno Mola a nord. Qui si svilupp� una vera o propria Civilt�, testimoniata da una necropoli di circa duemila tombe scavate nella roccia e di innumerevoli reperti ossei, ceramici e metallici, databili fra il 1000 e l�850 a.C. Elementi caratteristici e tipici di questa fase preistorica, sono le ceramiche dipinte a motivi piumati, le fibule metalliche con arco a gomito o a occhio con artiglione rettilineo, i rasoi di forma quadrangolare, le asce a cannone.
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