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Si deve a una serpe ghiotta di olio, il salvataggio di Otranto dal secondo attacco dei Turchi. Lo racconta la leggenda della Torre del Serpe, lungo la costa sud di Otranto che ci porta fino al Faro della Palascìa, la punta più orientale d’Italia dove il sole sorge prima.
Per ascoltare questa affascinante storia il consiglio è di imbarcarsi sul Catamarano Meraviglioso, un’elegantissima imbarcazione messa a disposizione esclusivamente degli ospiti del Basiliani –CDSHotels resort & spa che prenotano un soggiorno in mezza pensione e pensione completa (www.cdshotels.it).
Condizioni meteo permettendo, ci si imbarca alle 9.30 dal porto di Otranto per vivere un’indimenticabile avventura. Il comandante, Marco Malerba con tutto il suo equipaggio, guida i suoi ospiti alla scoperta degli angoli più suggestivi della costa, irta e selvaggia, lambita da un mare che più azzurro e trasparente non si può.
“Di fronte a noi”, dice il comandante Malerba, dopo aver lasciato il porto di Otranto, “vediamo la Torre del Serpe. La leggenda narra che una serpe era ghiotta dell’olio con il quale veniva illuminata la lampada del faro. Tutte le notti lasciava il faro al buio. Ma, una fu provvidenziale. Ed era la notte in cui una potente flotta turca era pronta a sbarcare di nuovo a Otranto, nel 1561, per sferrare un attacco, dopo quello terribile del 1480. Quella notte il faro era al buio con la lampada senza olio. I turchi persero il senso dell’orientamento e andarono a sbarcare a Brindisi”.
“Gli otrantini capirono di essere stati salvati dalla serpe e, da quel giorno, in segno di riconoscenza, decisero di raffigurare una serpe nel loro Stemma cittadino. Una s, in segno di serpe, compare anche nel logo del Basiliani!”
La costa, che dal porto arriva fino al faro della Palascìa, è tra le più affascinanti d’Italia. Il mare è azzurro trasparente, l’Albania dista appena 35 miglia. Si vedono sull’orizzonte le sue montagne, mentre i telefonini agganciano i gestori greci e albanesi!
Richiamati dalle sempreverdi pagine di Horace Walpole che pubblicò nel 1715 romanzo “Il Castello di Otranto”, incontriamo a bordo del Meraviglioso due sposi di Milano, per la prima volta nel Salento dopo aver fatto tappa a Polignano a Mare, Alberobello.. il tour classico.
“Qui” dicono, “ l’accoglienza è speciale. Siamo stati avvolti dall’ospitalità della gente. Non vediamo l’ora di scoprire Lecce e il suo barocco, ma anche visitare Otranto per ritrovare le pagine del libro”.
E il Salento piace sempre di più prima di tutto ai pugliesi. In fuga romantica dallo stress quotidiano, ecco due sposi di Mesagne, Giusi Chisena e Roberto Magri: “Ci siamo trovati molto bene al Basiliani”, dicono. “Ritorneremo anche la prossima settimana, portando anche le nostre due due bimbe”.
A bordo anche una comitiva di amici provenienti da San Severo, in provincia di Foggia, Corato, nella Bat e da Manduria, in provincia di Taranto.
E c’è tempo per fare una sosta di almeno un’ora davanti alla Baia dell’Orte per un tuffo rinfrescante.
In risalita ricco aperitivo con carnose olive verdi dette le belle di Cerignola e tarallini, perché nel Salento, tutto finisce in allegria e con gusto.
Marco Balsamo
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Le onde del mare come colonna sonora, il tramonto come scenografia. L’amore è una cosa semplice come camminare a piedi nudi sulla sabbia. E qualche giorno fà a Lido Marini, la meravigliosa marina di Ugento del Salento, lunghissima e dalla sabbia dorata si è celebrato il primo matrimonio vero sulla spiaggia!
Le spiagge di Ugento sono diventate, infatti, case comunali, dove i matrimoni vengono immediamente trascritti sul Registro di Stato civile senza dover passare dalla trafila di firmare prima gli atti al Comune e poi organizzare una cerimonia-fiction per la gioia di parenti e amici. Sulle spiagge di Ugento sarà tutto vero.
A inaugurare quella che si spera sarà una lunga serie è stato il Costa del Salento Beach, l’esclusivo lido riservato agli ospiti del Costa del Salento Village del gruppo alberghiero CDSHotels (www.cdshotels.it). Gli sposi, Chiara Rossi, originaria di Venezia, medico residente da anni a Bristol, e Darren Eaton, vigile del fuoco di Bristol, hanno scelto di ospitare gli invitati per una settimana al Costa del Salento Village e hanno poi celebrato il loro meraviglioso matrimonio in spiaggia al tramonto tra i profumi di tamerici, gigli selvatici e il suono delle onde che si infrangevano sulla battigia al tramonto, mentre I delfini nuotavano nel mare. Tutto è stato curato sin nei minimi particolari dalla responsabile eventi e cerimonie di CDSHotels, Rebecca Patarniello e dalla direttrice del Costa del Salento Village, Nadia Seclì, emozionate quanto gli sposi nel vedere la loro felicità. Eleganti sedie bianche, dai fiocchi azzurri per gli invitati, scalinate decorate con fiori ed eleganti calle, angolini con barche a vela e conchiglie. Un matrimonio raffinato nella sua semplice eleganza.
Dice la direttrice commerciale Ada Miraglia: “Siamo molto soddisfatti del lavoro svolto. Ci siamo emozionate anche noi nel vedere la felicità degli sposi e degli invitati!”
“Sono molto soddisfatto”, dice il sindaco di Ugento, Massimo Lecci, che ha unito in matrimonio i due sposi. “Abbiamo dovuto superare tanti ostacoli burocratici per dare questa bella opportunità agli sposi, che sognano un matrimonio in spiaggia, al tramonto, ma anche ai nostri imprenditori, che ora avranno una marcia in più per proporre matrimoni in spiaggia, una tendenza che sta prendendo sempre più piede”.
E il Salento rappresenta ormai un forte richiamo. “Non abbiamo nessun parente qui”, ci hanno detto gli sposi. “Abbiamo scelto il Salento perchè è una terra meravigliosa e gode di un’ottima reputazione a livello mondiale: mentre celebravamo il nostro matrimonio nel mare c’erano anche i delfini”.
Stregati anche gli invitati. Dice Donatella, originaria di Biella, ma anche lei medico a Bristol: “Vengo nel Salento per la prima volta. Abbiamo trascorso qui la più bella settimana della nostra vita. Sembra di stare in paradiso. Ci torneremo portando I nostri amici”.
Scherza (ma non troppo) un’invitata arrivata dagli Stati Uniti: “Magari ci tornerò per celebrare il mio matrimonio”.
Marco Balsamo
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Giugno inaugura ufficialmente la stagione estiva. Ecco alcune delle proposte che la Valle presenta.
GRANFONDO STELVIO SANTINI
3 giugno - Bormio
Gara ciclistica sulle mitiche salite dello Stelvio e del Mortirolo, con partenza da Bormio e arrivo al Passo Stelvio
BIKE PARK MOTTOLINO
Dal 9 giugno - Livigno
Tra i primi bike park in Italia, nato nel 2005 a seguito dei mondiali di mtb, il park di Mottolino a Livigno è diventato subito uno dei punti di riferimento in Europa per gli amanti del downhill e del freeride e offre 13 sentieri, un gonfiabile per provare i salti, un’area jump e molte altre strutture.
www.livigno.eu/bike-park
MADE BIKE PARK
Dal 23 giugno - Madesimo
Situato a 1.800 metri di altezza nell’area degli impianti di risalita e della omonima ski area, è un vero e proprio paradiso per i bikers che qui possono cimentarsi in numerose discipline “gravity” come, downhill, free ride oltre che cross country.
madesimo.eu/made-bike-park
BIKE PARK CAROSELLO 3000
Dal 23 giugno - Livigno
Carosello 3000 offre offre 50 km di sentieri flow country imperdibili, tra questi, il “Tutti Frutti Epic mtb tour”, di 45 km, per un’avventura in giornata.
livigno.eu/flow-trails
GRANFONDO GAVIA MORTIROLO
24 giugno - Aprica
Organizzata dal GS Alpi e giunta alla sua 14^ edizione, la Granfondo Gavia Mortirolo è riconosciuta tra le competizioni più affascinanti e coinvolgenti del panorama ciclistico, con protagoniste indiscusse le salite del Gavia e Mortirolo.
WEEK & FESTIVAL
1 - 2 giugno - Chiavenna
Le vie e le piazze di Chiavenna si riempiono di musica dal vivo, animazione, mercatini di artigianato locale, mostre di quadri e sculture della zona.
Per allietare i palati, degustazioni e Street Food a cura dei ristoranti e bar della località.
Per l´occasione tutti gli operatori saranno invitati a rimanere aperti le sere di sabato e la domenica.
valtellina.it/it/eventi/chiavenna-e-dintorni/week-and-festival-chiavenna
REZIA CANTAT
8 - 10 giugno - Chiavenna
Chiavenna e Piuro invase da 3.500 coristi italiani e svizzeri per l’evento definito “carovana corale delle Alpi”. 132 cori provenienti dai Grigioni e dalla Valtellina, oltre a grandi cori nazionali e internazionali si esibiranno in 70 ore di concerti consecutivi. Una manifestazione all’insegna del folklore e della cultura che rivestirà anche un carattere storico, rievocando le gesta del passo Sublime nell’800, quando i due territori iniziarono a “parlarsi” attraverso lo Spluga.
valtellina.it/it/eventi/chiavenna-e-dintorni/rezia-cantat-2018
SKYRACE ALTA VALTELLINA
10 giugno - Val Viola
Nello splendido scenario della Val Viola, la Sky Race -giunta all sua 6^ edizione- è una gara che si snoda per 21 km e con un dislivello positivo di oltre 730 m tra pascoli, pietraie e tracce ai piedi del maestoso ghiacciaio della Cima Piazzi.
valtellina.it/it/eventi/valdidentro/skyrace-alta-valtellina
GUSTA LA VALGEROLA - MASCHERPA E LUPPOLO
24 giugno - Valgerola
Un percorso gastronomico itinerante che vedrà una degustazione di birre artigianali del Birrificio Valtellinese.
L’evento offre la possibilità di trascorrere una piacevole giornata in cui gustare dal punto di vista gastronomico e culturale la Valgerola, attraverso un’offerta variegata di sapori tipici e momenti ricreativi.
valtellina.it/it/eventi/val-gerola/gusta-la-valgerola-mascherpa-e-luppolo
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Acque basse e sicure, servizi per le famiglie e spiagge pulite in Sicilia? Le hanno scelte i pediatri e c’è quindi da stare sicuri per il nostro Bimboinviaggio.
Sono le località insignite della Bandiera Verde 2018, segno che c’è sensibilità per i bambini, attenzione e rispetto dell’ambiente e i bagnanti e che il livello dell’acqua non è troppo profondo e pericoloso. Ma quali sono le più belle e suggestive, quelle che piacciono anche alle mamme e papà?
Anche se Bimboinviaggio.com è innamorato dell’intera Trinacria, abbiamo scelto dieci spiagge a misura di bambino in Sicilia per una nostra classifica personale, luoghi del cuore in sette province che si affacciano sulla costa siciliana, da Messina a Catania e fino a Siracusa e Ragusa nella parte orientale, poi su verso Agrigento, fra gli azzurri e il blu intenso in provincia di Trapani e infine nei dintorni di Palermo. Pronti a partire? Ecco selezionate per voi 10 spiagge a misura di bambino della Sicilia.
1. Giardini Naxos, Messina
Non distante dalla modaiola Taormina e dalle acque azzurre con quel tappeto di sassolini dalle mille variazioni di colori che piacciono tanto ai bambini, è la celebre baia di Giardini Naxos, apprezzata già all’epoca in cui fu fondata la colonia greca che le ha dato il nome. Questa baia a forma di falce si anima con turisti e famiglie da tutto il mondo e i bambini potranno giocare indisturbati (controllati facilmente) tra sabbia e acqua bassa. (foto sopra)
2. Plaia,Catania
La città di Catania vive ed è indissolubilmente legata al mare. La zona della scogliera è l’ideale per chi ha dei ragazzi che amano le immersioni e lo snorkelling, ma per i piccoli è un po’ impegnativa. Il Duomo è, invece, a pochi passi dal porto, che a sua volta è la zona da cui si snoda la famosa Plaia o Playa di Catania, una lingua sabbiosa di 18 chilometri che raggiunge la provincia di Siracusa (termina nella zona di Augusta, ad Agnone Bagni). La Plaia è quindi una costa che è considerata una sorta di seconda casa dai cittadini, attrezzata con lidi e villaggi ricchi d’animazione, camping e scuole di nuoto e surf, windsurf e barche a vela. Chioschetti, bar e ristoranti, persino mini-market, sono allestiti a due passi dalla spiaggia, basta chiedere e ogni esigenza del vostro Bimboinviaggio.com sarà esaudita.
3. Vendicari, Siracusa
Può sembrare una sorta di paradiso terrestre e in effetti i colori e la verde vegetazione intorno potrebbero assomigliare a un giardino dell’Eden: è vera ed è la riserva di Vendicari, una zona verde che si estende fra Noto e Marzamemi, disseminata di laghetti e baie, sentieri che portano al mare e spiagge nascoste, spesso premiate dalle bandiere blu. Non è lontana l’amatissima spiaggia di San Lorenzo, attrezzata con stazioni balneari in cui i bambini troveranno giochi e divertimento.
4. Marina di Ragusa, Ragusa
Un altro must delle spiagge siciliane è Marina di Ragusa, divenuto celebre anche grazie alla fortunata serie del commissario Montalbano girata proprio in queste zone di costa: se volete fotografare la sua casa dovete raggiungere Punta Secca, mentre i pediatri consigliano il bagnetto e una distesa giornata con i bambini lungo la spiaggia di Marina di Ragusa che offre pratici stabilimenti balneari e un divertente e vivace lungomare.
5. Santa Maria del Focallo, Ragusa
Santa Maria del Focallo regala ben 8 chilometri di spiaggia dal fondale basso e cristallino. Le case sono vicine alla spiaggia, anche se alcune zone sono disseminate d vegetazione selvaggia e dune sabbiose. Non è lontana la spiaggia di Marza, dalla costa rocciosa dal colore chiaro, che regala angoli di fresca ombra.
6. Porto Palo di Menfi, Agrigento
Questa zona della Sicilia è rimasta quella che era in passato, preservando una natura selvaggia e incontaminata, proprio come quella che si ritrova nella spiaggia di Porto Palo di Menfi, spesso insignita dalla Bandiera Blu per le sua acque limpide. Ci sono lidi attrezzati, ma la vicinanza del paesino consente anche di apprezzare qualche ora spartana e in libertà sulla spiaggia pubblica.
7. Lido Signorino - Marsala, Trapani
Contemplare l’azzurro è uno dei passatempi preferiti dai siciliani e uno dei luoghi in cui terra e cielo quasi si fondono e le acque regalano sfumature incredibili è la zona di Marsala e della spiaggia Lido Signorino, non troppo nota come altre, ma non per questo meno bella. Raggiungibile comodamente in auto, offre stabilimenti balneari e chioschetti per dissetare tutta la famiglia.
8. San Vito Lo Capo, Trapani
Ben 3 chilometri di spiaggia chiara e che regala un colore turchese da pelle d’oca è quello che si incontra alla vista della spiaggia di San Vito Lo Capo, in assoluto una delle spiagge di più amate e per questo affollate di Sicilia. Il consiglio è di raggiungerla tra maggio e giugno o in settembre quando l’acqua è ancora tiepida e la spiaggia è molto più sgombra dai turisti d’agosto. I bambini potranno correre felici e giocare con gli aquiloni, che in questa porzione di Sicilia volano colorati sotto un cielo dall’azzurro che entra nel cuore.
9. Mondello, Palermo
È la spiaggia più amata dai palermitani: stiamo parlando di Mondello, che si distende per 1,5 chilometri, con spiagge libere e attrezzate, racchiuse fra il Monte Pellegrino e il Monte Gallo. I bambini saranno piacevolmente colpiti dall’Antico Stabilimento Balneare in fondo alla baia, elegante costruzione in stile liberty, che si erge su una palafitta sull’acqua, luogo ideale per selfie e foto da ricordare.
10. Cefalù, Palermo
Anche Cefalù ha la sua schiera di affezionati e non sarà così semplice ritagliarsi un posticino sulla spiaggia. Basta prenotare un ombrellone con le sdraio presso uno dei lidi del lungomare, con quello sfondo inconfondibile del Duomo normanno, sormontato dalla rocca. La piccola spiaggia vicino al molo è più spartana, ma è pittoresca per le sue antiche case dei pescatori, bianche palazzine che quasi sfiorano l’acqua. (foto sopra)
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Dal 17 al 20 maggio Ancona, città iconica del connubio mare-terra, ospita uno degli eventi di punta dell’intera Macroregione adriatico-ionica: la quinta edizione di Tipicità in blu, il festival che promette un’immersione totale nelle atmosfere di questo angolo di Mediterraneo!
Nell’anno europeo del patrimonio culturale, Tipicità in blu accetta la sfida e si confronta con altre identità estere: l’Albania sarà l’ospite d’onore, con la città di Durazzo, la sua cucina (foto a lato) e le sue tradizioni.
La manifestazione esplora tutti gli aspetti della cosiddetta blu economy, con proposte innovative e coinvolgenti per tutto il long week end, tra cibo, scienza, nautica e cantieristica, sport, cultura e tradizione.
Cucina marinara al centro dell’attenzione, con il Blu Village allestito dinanzi al Mercato Ittico. Da gustare moscioli, bombetti, sardoni e tante altre prelibatezze adriatiche, accompagnate dai racconti dei pescatori e dai vini delle dolci colline marchigiane. Inoltre, nei locali della città, Menù in blu ed aperiblu attendono slow trotters e gourmet.
Tutta da esplorare anche la Mole Vanvitelliana (foto in alto), cuore culturale ed artistico di Ancona, con le sue pregevoli architetture a pianta pentagonale protese sul mare. Ospiti prestigiosi e personaggi televisivi accompagneranno i visitatori attraverso laboratori sulla sostenibilità e sulle tematiche della pesca, sul mondo della cantieristica e lungo stimolanti percorsi degustativi alla scoperta dei vini prodotti dai “vigneti sul mare” del Monte Conero.
Tipicità in blu è mare! Non mancherà, quindi, la “Sailing chef”, originale regata a vela con concorso di cucina a bordo, ma ci saranno anche le minicrociere che tanto gradimento hanno fatto registrare nelle precedenti edizioni della manifestazione, caratterizzate da proposte gourmand da gustare a bordo di una motonave durante la suggestiva traversata che da Ancona conduce a Portonovo.
Previsti anche esclusivi pacchetti 'a tema blu', per vivere al meglio il week end anconetano. La manifestazione è organizzata dal Comune di Ancona in collaborazione con la Camera di Commercio dorica, insieme ad un nutrito pool di enti locali, associazioni ed aziende partners.
(nelle foto On the Road, l’ edizione di ‘Tipicità in Blu’ del 2016, che ha visto l’arrivo della Amerigo Vespucci nel porto di Ancona, registrando un’impressionante numero di visitatori)
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Quando vogliamo uscire a cena e magari esplorare qualche ristornate mai provato prima è chiaro che la scelta del tipo di cucina gioca un ruolo di primaria importanza. Non meno però ne hanno la location, il quartiere, l’ambiente e l’atmosfera… Ecco, proprio di atmosfera parliamo e di un’esperienza unica che, se l’avete visto, vi farà sentire un po’ come nel film “Midnight in Paris”, con il protagonista che nottetempo si ritrova a vagare per una Parigi di epoca passata.
La stessa magia, lo stesso fascino, la stessa eleganza da Belle Epoque si possono vivere anche a Milano, scegliendo l’inconsueta cena itinerante a bordo di un vecchio tram.
Un accuratissimo lavoro di riprogettazione degli interni di alcune vetture tra le più antiche dell’ azienda di trasporti milanesi, un’opera magistrale di restauro conservativo, hanno reso possibile la realizzazione di tram-ristoranti in perfetto stile fine ‘800. Il confort è quello di un locale stanziale, con guardaroba, toilette e dimensioni dei tavoli adeguati ad accogliere 2 o 4 persone. Solamente 24 commensali per vettura, una garanzia di intimità e tranquillità durante la cena. La cucina è a bordo e gestita da chef di grande esperienza. Sono 3 i menù proposti: carne, pesce e vegetariano; variano a seconda del periodo dell’anno per consentire l’uso di prodotti freschi e di stagione. Una prestigiosa carta dei vini permette di trovare l’abbinamento perfetto con i piatti. In caso di allergie o intolleranze alimentari è possibile fare una segnalazione in fase di prenotazione e se pensate di portare anche i vostri bambini, per loro è previsto un menù particolare.
Si parte da Piazza Castello e la Torre del Filarete fa da sfondo all’inizio di questo viaggio gourmet nella Milano vecchia e nuova. Gli itinerari sono diversificati per assaporare, contemporaneamente al cibo, la vista dei luoghi più suggestivi della città. Due ore e mezza di relax per vagare in quartieri che magari percorriamo tutti i giorni senza soffermarci a notarne le bellezze.
Il servizio è disponibile tutti i giorni e il costo è di 70 euro a persona per ogni menù che comprende 5 portate, bevande e caffè. La prenotazione è, come facilmente comprensibile, obbligatoria e, se avete in mente una data precisa per festeggiare una ricorrenza particolare, partite con grande anticipo perché non sono pochi quelli che vogliono vivere questa esclusiva esperienza di grande “ATMosfera”.
Paola Drera
www.atm-mi.it
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Nel cuore delle Terre di Siena si trova un angolo di paradiso dove la perfezione del paesaggio sinuoso e incantato si abbina ad una ricchezza culturale e artistica senza pari. La Val d’Orcia è il risultato incredibile di un legame stretto tra la natura e l’uomo, in un connubio perfetto di terra brulla e dolci colline coperte di vigne e oliveti.
La ricchezza di questa terra continua nei suoi elementi naturali: acque termali che sin dall’antichità modellano il territorio e sono perfette per una vacanza rigenerante. Già gli Etruschi conoscevano le proprietà curative delle sorgenti di Bagni Vignoni e furono poi i Romani a sfruttare le loro proprietà benefiche.
Una grande vasca rettangolare è la cornice suggestiva che adorna il centro storico del borgo: qui sgorgano le acque termali e si affacciano i monumenti principali fra cui il porticato di Santa Caterina e la Chiesa di San Giovanni Battista.
Di notte i vapori che si alzano dalla Piazza della Sorgenti avvolgono il paese in una coltre molto suggestiva di nebbia.
Non può mancare una visita al vicino San Quirico d’Orcia, il borgo sull’antica Via Francigena conserva tesori da scoprire come la bellissima Collegiata del XII secolo e i cinquecenteschi Horti Leonini.
Alle pendici del Monte Amiata troviamo infine un piccolo centro termale, dove le acque sulfuree e ricche di carbonato scendono a valle e formano cascate calcaree all’ombra di fitti boschi. Stiamo parlando di Bagni San Filippo, nel comune di Castiglione d’Orcia, dove si trova uno spettacolo unico al mondo: la Balena bianca, una cascata di acqua termale che negli anni ha creato depositi calcarei bianchissimi e spettacolari.
Ci si può così rilassare in queste spettacolari terme all’aria aperta, oppure regalarsi una sosta rigenerante e rilassante al complesso delle Terme di San Filippo.
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Dal Museo storico navale di Venezia all’Eco Museo del mare e della pesca a Martinsicuro, dal Mas-Museo delle Attività Subacquee di Marina di Ravenna al Museo del mare e della navigazione antica al Castello di Santa Severa. Nell’Anno Europeo del Patrimonio Culturale è salpato il 9 gennaio, da Cesenatico il Museo Navigante, iniziativa promossa dall’Associazione Musei Marittimi del Mediterraneo (AMMM), Mu.MA-Galata di Genova, Museo della Marineria di Cesenatico e dall’associazione La Nave di Carta della Spezia.
Ospitato a bordo della goletta Oloferne, costruita nel 1944 a Messina, navigherà lungo la penisola e dopo la partenza da Cesenatico farà tappa a Chioggia, Trieste, Pesaro, San Benedetto del Tronto, Martinsicuro/Giulianova, Pescara, Bisceglie, Molfetta, Otranto, Tricase, Gallipoli, Crotone, Siracusa, Pioppi, Napoli, Procida, Civitavecchia, Gaeta, Livorno, Viareggio, La Spezia, Chiavari, Genova, Imperia.
Tre mesi di viaggio, 1800 miglia nautiche, 25 tappe e un calendario fitto di iniziative. Dai laboratori didattici per i più piccoli, agli incontri e conferenze per gli adulti. Tutto con un unico obiettivo: far conoscere l’importanza del mare nella storia collettiva passata e futura dell’Italia e dell’Europa.
Il viaggio si concluderà a fine marzo 2018 a Sète, in Francia, al Festival del Mare, a cadenza biennale, Escale à Sète, il più importante evento di tradizioni marinare del Mediterraneo dove la goletta Oloferne sarà ospite in rappresentanza dei musei italiani.
Nel 2017 sono stati circa 650 mila i visitatori che hanno varcato le porte dei 70 musei della rete Museo Navigante.
www.museonavigante.it
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Dopo tutti questi secoli, il Castello di Gropparello (PC) non ha ancora perso lo spirito natalizio e approfitta delle festività per condividere con gli avventori le usanze e il clima di un’epoca antica che sapeva come celebrare i momenti di pura magia.
Quella che si respira tra le Gole del Vezzeno con l’avvicinarsi del Natale è un’atmosfera davvero incantata, che dall’1 dicembre 2017 al 7 gennaio 2018 avvolge quanti avranno voglia di attraversare il ponte levatoio del tempo.
I camini delle sale e dei saloni si accendono in una crepitante sinfonia, illuminando con calde sfumature i ricchi broccati. Le spezie profumate, le arance steccate, i fiocchi e bacche rosse concorrono a vestire a festa le stanze, addobbate con ghirlande e luci, mentre il grande albero torna a trionfare nella Sala d’Armi, dove il clavicembalo e l’arciliuto attendono i loro musicisti.
Il salotto da tè del piano nobile profuma di miele e fiori d’arancio, che descrivono un ideale percorso diretto alle antiche cucine, nelle quali il fumo delle bevande calde imita un’aromatica nebbia che nasconde la splendida composizione di zucche e melograni disposta sull’imponente tavolo centrale. E per i bimbi – attesi dalle antiche bambole di famiglia per giochi davanti al camino - sono pronte creme calde al profumo di vaniglia e biscotti al sapore di uvetta di zibibbo e cannella.
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Tempo di bilanci per Airbnb Experiences, il nuovo prodotto della piattaforma di San Francisco che si affianca al business già consolidato di Homes, offrendo ai viaggiatori attività uniche in compagnia di esperti locali.
A un anno dal lancio, novembre 2016, si è registrato un rapidissimo incremento dell’offerta che è passata dalle 95 Esperienze disponibili al lancio in 12 città, alle attuali oltre 3100 Esperienze attive in più di 40 città nel mondo. Dopo il successo del progetto pilota di Firenze, l’Italia, con l’introduzione di Roma e Milano, è l’unico Paese in Europa con 3 mercati attivi per un totale di 250 Esperienze.
A trainare l’offerta in Italia e nel mondo è il comparto food&drink, che catalizza in Italia il 57% delle prenotazioni totali, percentuale che sale al 70% nel caso di Firenze e si attesta al 49% nel caso di Roma (30% a livello globale).
Il giudizio sulla qualità delle Esperienze offerte spetta come sempre ai viaggiatori tramite lo strumento delle recensioni online (possibili solo dopo aver concluso l’Esperienza): in Italia i viaggiatori hanno lasciato recensioni a 5 stelle nel 95% dei casi, superiore alla media globale, che si attesta all’89%.
“I due terzi degli ospiti delle Esperienze ha meno di 35 anni – commenta Matteo Stifanelli, Country Manager di Airbnb in Italia – una conferma del un nuovo modo di viaggiare dei Millennials, che prediligono sempre più le attività all’osservazione passiva e ricercano continuamente un contatto autentico con le persone del luogo”.
La qualità dell’offerta ha rapidamente incoraggiato anche la domanda tanto che, dal gennaio 2017, il numero di viaggiatori che prenotano un’Esperienza sulla piattaforma è cresciuto di 20 volte. Soddisfatti per primi gli host presenti sulla piattaforme che hanno guadagnato complessivamente 6 milioni di dollari, con una media settimanale di 120 dollari a livello globale e 150 dollari a livello italiano.
Da notare che i cosiddetti Solo Travelers, viaggiatori solitari, a differenza di chi si sposta in gruppo, prediligono le attività più avventurose e in generale sono più sportivi, apprezzatissime ad esempio le partite di calcio con i locals o le sessioni di yoga sulla spiaggia a ritmo di musica. I gruppi, invece, prediligono cene e cooking class.
A completare l’offerta anche le Esperienze per il Sociale, organizzate dalle no-profit (senza costi di commissione), che offrono ai viaggiatori una opportunità di volontariato nel paese che scelgono di visitare e costituiscono una nuova ed alternativa opportunità di crowdfundig: ad oggi, oltre 500 mila dollari sono stati raccolto dalle organizzazioni presenti sulla piattaforma.
Entro fine anno le Airbnb Experiences saranno disponibili anche in Jamaica, Costa Rica, Buenos Aires, Hong Kong, Bali e Melbourne.
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Il 23 del mese di Ottobre, dopo un lungo, gravoso e lungimirante lavoro preparatorio, durato alcuni anni, è stato sottoscritto l’atto costitutivo della Fondazione Alta Irpinia.
La costituzione della F.A.I., organismo che ricomprende dodici Comuni dell’Alta Irpinia, e che si propone di aggregarne altri, garantirà più visibilità ad un territorio ricco di cultura – arte – archeologia oltre che prodotti qualificati dell’agricoltura e dell’artigianato.
La stretta collaborazione con i Comuni permetterà di valorizzare il grande patrimonio immobiliare degli stessi per formare un unico grande “Albergo diffuso” capace di essere elemento di traino per un turismo nazionale ed internazionale.
Il turismo, la formazione, lo sport, l’agricoltura, le attività imprenditoriali saranno gli elementi trainanti per proporre, in modo positivo e qualificato, questo territorio garantendo flussi economico – finanziari capaci di migliorare il reddito pro – capite dei residenti incentivandoli ad investire le proprie capacità nel proprio ambito territoriale.
L’ottenimento di questi risultati consentirebbe di favorire il rientro di tutti quei giovani che, in questi anni, hanno dovuto ricercare in altre realtà i propri sbocchi professionali.
Il progetto di valorizzazione del territorio dell’Alta Irpinia sarà impostato secondo le logiche dello sviluppo eco – compatibile nel rigoroso rispetto dei luoghi e delle tradizioni.
Potrebbe diventare, ci si augura, una esperienza pilota per tutti coloro che vogliano positivamente operare a favore della “sostenibilità ambientale” garantendo nel contempo la crescita socio – economica del proprio territorio.
Nella logica di creare relazioni, e formare una rete virtuosa fra operatori che condividono le nostre scelte di fondo, la Fondazione ha avviato una stretta collaborazione con il “distretto turistico Molise orientale”.
Risulta infatti indispensabile, secondo le modalità determinate dall’Europa Unita, creare sinergie “transregionali” per approntare progetti sostenibili e finanziabili.
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Il Parco Nazionale Gran Paradiso si prepara a celebrare due importanti traguardi: il primo è il 70ennale di istituzione del Corpo di Sorveglianza, formato dai guardaparco, 7 decenni di attività di ricerca, lotta al bracconaggio e tutela della natura nelle valli del Parco: migliaia di chilometri macinati con passione e fatica fra le montagne piemontesi e valdostane per salvaguardare uno degli ambienti più belli delle Alpi, per monitorare lo stato di salute dell’area protetta, controllare la fauna selvatica e i suoi comportamenti, contribuire alle attività di ricerca scientifica ma anche di educazione ambientale e di supporto ai turisti e alle comunità locali.
Tante attività, tanta fatica e, fortunatamente, anche molte soddisfazioni per le donne e gli uomini del Corpo di Sorveglianza, diretti eredi delle Guardie Reali che si sono occupate della Riserva Reale di caccia del sovrano a partire dal lontano 1856, prima della nascita del Parco del 1922.
È Italo Cerise, Presidente dell’Ente Parco a sottolineare l’importanza del ruolo dei guardaparco e delle celebrazioni in programma per il settantennale: “Un Corpo formato da uomini e donne che in questi settanta anni ha dato molto al Parco non solo in termini di dedizione, impegno e professionalità, ma anche in termini di vite umane e questo deve essere ricordato da tutti. Celebrare un anniversario significa innanzitutto rendere omaggio alla memoria di queste straordinarie persone e a tutti quelli che hanno fatto parte del Corpo di Sorveglianza con orgoglio e consapevolezza di aver svolto una professione speciale, in un contesto particolare a difesa e valorizzazione di un bene comune di straordinaria bellezza”
Ma il 2017 è un anno importante anche perché il Parco più antico d’Italia compie 95 anni: un traguardo importante, all’insegna della protezione della natura e dello sviluppo sostenibile per un territorio caratterizzato da un elevato grado di biodiversità, che lancia i grandi festeggiamenti che si terranno nel 2022, in occasione del compimento del primo secolo di vita del Parco.
Per celebrare le due ricorrenze, il Parco ha in programma una 2 giorni ricca di eventi: l’8 e 9 dicembre 2017 a Ceresole Reale i visitatori potranno seguire i Guardaparco nel corso delle loro attività, tra le quali il monitoraggio della fauna, assistere ad un concerto di piano a quattro mani, degustare i prodotti a Marchio di Qualità e vedere in anteprima il nuovo filmato dedicato alla Sorveglianza del Parco.
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La stagione 2017 della Via Spluga si è chiusa nel miglior modo possibile. La soddisfazione per i dati molto positivi e per la preferenza accordata da turisti provenienti da diversi paesi europei si unisce all’orgoglio di far parte della lista dei migliori cammini d’Italia, 41 in tutto, selezionati dal Mibact e presentati nel primo portale dedicato ai sentieri. “Attraverso le Alpi Centrali uno storico Cammino tra luoghi e culture diverse”, questo il titolo che descrive la Via Spluga, uno degli itinerari culturali di particolare rilievo europeo e nazionale, così come indicato nella direttiva ministeriale, percorribili a piedi o con altre forme di mobilità dolce e sostenibile, che rappresentano una modalità di fruizione del patrimonio naturale e culturale diffuso. Una promozione a pieni voti per il percorso che da secoli unisce Thusis e Chiavenna e insieme un traino per attirare nuovi turisti, italiani in particolare.
Sin qui, infatti, prevalgono nettamente gli stranieri, come evidenziato dai dati relativi alla stagione 2017 che si è appena chiusa. I turisti che percorrono la Via Spluga provengono per quasi la metà dalla Svizzera, per il 25% dalla Danimarca, per il 20% dal Regno Unito, per il 18% da Israele ma anche da Germania, Olanda, Belgio e Spagna. Dall’analisi dei dati emerge che in prevalenza si affidano ai tour operator e che prediligono i mesi di luglio e agosto. Molto positivo è il riscontro sull’esperienza vissuta. La stagione 2017 si è chiusa con la soddisfazione del Consorzio per la promozione turistica della Valchiavenna che, con Viamala Tourismus, si occupa della vendita dei pacchetti.
«Raccogliamo i frutti del lavoro svolto in questi anni, in particolare grazie alle relazioni con i tour operator specializzati nel trekking di Regno Unito, Danimarca e Israele - sottolinea il direttore Filippo Pighetti -. Il numero dei pacchetti venduti e il fatturato in questo 2017 sono in linea con quelli degli ultimi anni, a conferma del gradimento della proposta da parte dei turisti che provengono da tutta Europa. Il dato emerge con evidenza dai feedback che riceviamo dai partecipanti: la Via Spluga con la sua proposta culturale e naturalistica insieme offre l’opportunità di conoscere i diversi aspetti di un territorio di grande fascino».
Da quest’anno a promuovere la Via Spluga c’è anche l’App dedicata per smartphone, scaricabile gratuitamente, disponibile in quattro lingue (italiano, inglese, tedesco, francese) che mette a disposizione informazioni generali e notizie aggiornate.
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Il Parco Archeologico di Pompei apre agli eventi, mettendo a disposizione di agenzie e aziende, ma anche di organizzatori di mostre e spettacoli, i suoi spazi più simbolici. La novità nasce dall’esigenza dell’ente Parco di reperire le risorse economiche necessarie alla manutenzione e tutela di quello che è a buon diritto considerato il sito archeologico più famoso del mondo.
Il direttore generale del Parco Massimo Osanna ha quindi emanato, e pubblicato sul sito web istituzionale, il regolamento per la concessione in uso temporaneo degli spazi, completo di indicazioni su quali sono le aree dove si possono organizzare eventi, le tariffe di affitto e le condizioni per l’utilizzo.
Gli spazi del sito archeologico a disposizione di aziende e agenzie sono 20, con costi giornalieri che vanno da 2mila a 15mila euro: per esempio, 2mila euro per l’Auditorium e l’area verde antistante l’Anfiteatro, 5mila per il Teatro Piccolo, 10mila per il Teatro e la Palestra Grande, 15mila per l’Anfiteatro e il Foro.
Il regolamento esclude dal novero degli eventi che possono trovare posto nell’antica Pompei matrimoni e feste private e stabilisce che ogni richiesta di locazione dovrà essere approvata da una commissione composta da architetti, archeologi e avvocati che valuterà i progetti per esaminarne gli aspetti amministrativi, legali, tecnici e, soprattutto, accertarne la compatibilità con il contesto archeologico e di tutela del monumento.
I soggetti che otterranno la concessione dovranno pagare gli oneri assicurativi, garantire la solvibilità con una fideiussione e coprire le spese della vigilanza affidata al personale del Parco.
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Oltre 200 persone hanno partecipato all'inaugurazione da parte del Club alpino italiano (attraverso il Comitato Scientifico centrale e la Sezione di Reggio Emilia) di due nuovi itinerari escursionistici che conducono al Castello di Canossa. Sono il tratto da Guastalla a Canossa della Via Matildica del Volto Santo e il percorso Brescello – Canossa, itinerari attraverso i quali promuovere una forma di turismo sostenibile in un'area oggetto di crescenti interessi archeologici.
“Oggi abbiamo visto un CAI pulsante, numeroso, che vive sui sentieri per lasciare un'impronta positiva sui territori attraversati”, ha dichiarato il Presidente generale Vincenzo Torti, che ha tagliato il nastro con i Sindaci di quattro Comuni della Val D'Enza (Canossa, San Polo, Bibbiano e Sant'Ilario). “I sentieri sono nati dai passi di chi ci ha preceduto e, unendo comunità, creano vita, gioia, conoscenza, incontro e condivisione di esperienze. Con giornate come questa intendiamo trasmettere, specialmente ai più giovani, l'amore per il proprio territorio”.
Entrando nel dettaglio, il tratto da Guastalla a Canossa della Via Matildica del Volto Santo, ora completamente segnato dal CAI, è lungo 50 km e ha difficoltà turistica, è quindi affrontabile da tutti. L'itinerario arriva a Canossa seguendo la sommità arginale del Torrente Crostolo, sovrastando la pianura e assicurando uno splendido panorama. Il percorso lambisce la stazione dell'alta velocità di Reggio Emilia Mediopadana, consentendo così un facile accesso agli escursionisti. Ricordiamo che la Via Matildica del Volto Santo collega il Passo del Brennero a Lucca, dove i pellegrini si congiungevano alla Via Francigena nel cammino verso Roma. Era dunque il percorso più diretto per arrivare dalle terre germaniche alla Città Santa.
L'itinerario Brescello - Canossa ha una lunghezza di circa 30 km, l'80% dei quali in pianura, da dove si congiunge alla sommità arginale del Fiume Enza e dunque a Canossa. Consente così di arrivare a piedi dal Po al Castello. Anche quest è percorribile da tutti, famiglie con bambini comprese.
I Sindaci intervenuti hanno ribadito il valore turistico dei due percorsi, in grado di consentire un'offerta unificata ai Comuni dell'area e dare così opportunità di lavoro ai residenti contrastando lo spopolamento.
La giornata, che ha visto i partecipanti raggiungere a piedi Canossa da diverse località della pianura, era compresa nel programma di CamminaCAI 2017, evento che ha previsto decine di escursioni sui cammini storici e religiosi di tutta Italia.
Marco Balsamo
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Segnalare in modo puntuale e dettagliato i casi di ipogei naturali e artificiali utilizzati discariche abusive e le conseguenti situazioni di rischio, procedere almeno in parte alla loro bonifica e proporre possibili soluzioni. E' questo l'obiettivo dell'iniziativa della Società speleologica italiana “Puliamo il Buio”, la cui edizione 2017 è in programma dal 22 al 24 settembre in diverse grotte e cavità artificiali dal nord al sud dell'Italia.
La manifestazione, legata al progetto “Puliamo il mondo” di Legambiente, ha consentito di raccogliere, dalla prima edizione del 2005 al 2016, 156.168 kg di materiali, avviati a discarica autorizzata. Sono state impiegate in totale 2.915.183 ore / uomo di lavoro.
Le giornate di Puliamo il Buio saranno anche occasione per aggiornare il Censimento delle cavità a rischio ambientale, ossia gli ambienti sotterranei dove è stata rilevata la presenza di materiali o condizioni in grado di alterare e inquinare le acque provenienti da sottosuolo. “Le acque sotterranee sono fonti preziose di approvvigionamento colturale e civile; il loro inquinamento può mettere a rischio anche le delicate forme di vita di eccezionale specializzazione presenti nei vuoti sotterranei esplorati e documentati dagli speleologi”, afferma il Presidente della Società speleologica italiana Vincenzo Martimucci.
Il Censimento, avviato nel 2005, in continuo aggiornamento e disponibile on line, vuole essere un importante strumento di lavoro per chi opera per la protezione dell'ambiente carsico e delle risorse idriche. “Questa opera di tutela avviene attraverso la rimozione e lo smaltimento dei rifiuti, la valorizzazione degli habitat naturali e il fermo contrasto delle discariche abusive. Per tutto questo, sono indispensabili i dati della ricerca speleologica e una sempre maggiore attenzione da parte degli enti governativi che si occupano di politiche ambientali”, conclude Martimucci.
www.puliamoilbuio.it/eventi.htm
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Dopo l’estate anche per l’inverno si preannuncia una crescita per il turismo. L’indice di fiducia, rileva l’indagine periodica di Confturismo-Confcommercio in collaborazione con l’Istituto Piepoli, raggiunge ad agosto un valore pari a 69 punti, vicino al massimo annuale toccato a luglio (70 punti), confermandosi a livelli ottimali pur con una leggera diminuzione.
Sono specialmente i giovani fino a 34 anni e coloro che si trovano in piena età lavorativa (fino a 54 anni) a dimostrare maggiore propensione al viaggio nei prossimi mesi, con valori dell’indice che segnano rispettivamente 81 e 75 punti, ben al di sopra della media generale.
Dopo un’estate molto positiva per l’Italia, il flusso turistico crescerà anche per la prossima stagione invernale. “La spinta – spiega Confturismo – arriva dal buon andamento economico. Il prodotto interno lordo crescerà nel 2017 dell’1,3%, il valore massimo da quando l’Italia è uscita dalla recessione nel 2015. Il dato è confermato dall’indagine: si evidenzia un saldo positivo dall’inizio dell’anno tra ottimisti e pessimisti per quanto riguarda la fiducia degli italiani nei confronti della situazione economica nel lungo periodo”.
La crescita nel settore turistico è trainata dalle destinazioni nazionali. Si denota un allungamento della stagione estiva a settembre, con il mare che rimane in cima alle preferenze. Al tempo stesso la visita di musei, monumenti o mostre rimane la prima motivazione di viaggio per quasi 5 italiani su 10 ed in particolare la scoperta dei beni culturali è indicata al primo posto da per chi viaggerà per riposarsi sia da chi viaggerà per divertirsi. Per questi motivi, destinazioni quali Puglia, Toscana, Lombardia, Lazio, Veneto, Emilia Romagna e Sicilia sono preferite dai turisti che resteranno in Italia nel prossimo trimestre. La Spagna rimane in cima alle preferenze, nonostante i tragici fatti di Barcellona, mentre gli Stati Uniti saranno la meta prediletta nel continente americano.
Continua la tendenza a destagionalizzare le vacanze, o meglio, a considerare settembre e anche ottobre come mesi candidabili per una vacanza lunga o anche solo per un ulteriore piccolo viaggio dopo la vacanza principale. Per il prossimo trimestre si evidenzia una durata media del viaggio che raggiungerà le 7 notti, in leggera diminuzione rispetto allo stesso mese dello scorso anno. Gli intervistati propendono dunque a ripetere più volte l’esperienza di viaggio, anche se con vacanze leggermente più brevi se prese singolarmente.
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Le notti del Monte Amiata si vestono di luce: sarà un agosto davvero speciale quello che si prepara a vivere la montagna che domina il sud della Toscana.
A partire dal 1 agosto infatti, la croce monumentale che sovrasta il monte e che ne è divenuta il simbolo, verrà illuminata grazie ad un’istallazione artistica che la renderà visibile fino a 70 chilometri di distanza.
Più di 1 chilometro di cordoni led, per un totale di oltre 30.000 luci a basso consumo vestiranno l’imponente opera in ferro battuto realizzata dalle officine senesi di Luciano Zalaffi tra il 1900 e il 1910.
La croce venne costruita in seguito alle indicazioni di Leone XIII che, in occasione dell'Anno Santo del 1900, propose di edificare sulle montagne italiane monumenti che celebrassero la redenzione.
Un invito che venne accolto dalle popolazioni amiatine che affidarono al senese Luciano Zalaffi, uno dei più raffinati interpreti nella lavorazione del ferro battuto, la progettazione e realizzazione di quest’opera che si sviluppa in altezza per 22 metri.
Un progetto ambizioso quanto avveniristico che richiese quattro tonnellate di ferro, all’epoca trasportate sulla cima del monte a dorso di mulo.
Da allora la croce, per le popolazioni che vivono nei bellissimi borghi dell’Amiata, è una sorta di faro, un punto di riferimento comune che va al di là delle singole bellezze che caratterizzano ciascun paese e supera ogni velleità campanilistica: sotto la sua ombra si riconosce ogni amiatino.
Nella volontà di legare il passato al futuro oggi si fa appello all’arte che, linguaggio universale e senza tempo, offre la possibilità di celebrare con strumenti contemporanei (i led), un monumento e il territorio che esso rappresenta riscoprendone passato e cultura.
“L’Amiata si illumina” è un progetto che si inserisce nel percorso “Destinazione Amiata”, il nuovo piano di destinazione turistica territoriale che riguarda l’area amiatina che vede insieme l’associazione culturale Ferra il Bosko di Abbadia San Salvatore in collaborazione con la Società Macchia Faggeta ed i comuni di Abbadia San Salvatore, Santa Fiora, Arcidosso, Castel del Piano, Piancastagnaio e Seggiano.
Un’occasione per valorizzare la montagna toscana e le sue straordinarie bellezze e raccontare una storia antica ancora viva.
www.croceamiata.com
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Mancano pochi giorni al 28 luglio, data in cui l’Impero austro-ungarico dichiarò guerra alla Serbia dando inizio la prima guerra mondiale e, a una settimana dall’esercitazione delle Truppe Alpine dell’Esercito presso le 5 Torri e dall’entusiasmante esibizione delle Frecce tricolore nei cieli di Cortina, si fa più forte l’eco dei terribili scontri avvenuti tra le Dolomiti d’Ampezzo.
Di questo drammatico momento storico Cortina conserva, oltre ai monumenti in ricordo ai caduti – come il Sacrario di Pocol, anche i camminamenti, le trincee, i fortini e le postazioni, che costituiscono oggi il più esteso Museo all’aperto della Grande Guerra.
Alcuni eventi e attività, inoltre, mantengono viva la memoria del primo conflitto mondiale, come la presenza in Lagazuoi di un rievocatore storico in divisa del III Reggimento dei Tiroler Kaiserjäger, in grado di accompagnare il visitatore in un viaggio nel tempo e nello spazio attraverso il Museo all’aperto.
Domenica 6 agosto, durante l’inaugurazione dell’ampliamento del Museo all'aperto presso l’area Forcella Nuvolau, allestita con cartelli multilingue dedicati, il Rifugio Averau proporrà, a sua volta, la rievocazione dei fatti bellici del 1917 in compagnia del professor Paolo Giacomel, esperto di storia locale. Nel corso dell’evento verranno distribuiti il “Caffè di Guerra” (surrogato di caffè a base di fichi secchi, inventato dall’esercito imperiale austriaco) e il rancio militare nelle gavette fornite dal comando generale truppe alpine di Bolzano: il cibo verrà servito da una cucina da campo dell’Imperiale e Regio Esercito austro-ungarico, denominata “Gulaschkanonen.
Sempre il professor Paolo Giacomel accompagnerà gli interessati in una visita guidata serale al Museo della Grande Guerra delle 5 Torri, a partire dalle ore 19.00, in occasione delle Serate alternative del l 4, 11 e 18 agosto che offriranno, inoltre, la possibilità di cenare presso i Rifugi Scoiattoli e Averau per poi scendere in seggiovia.
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Sono ufficiali i nomi dei due vincitori, categoria parchi pubblici e categoria parchi privati, della XV edizione del concorso promosso dal network ilparcopiubello.it, che premia le più incantevoli bellezze verdi italiane.
Villa Durazzo Pallavicini a Genova Pegli e Villa La Foce in Val d'Orcia (Chianciano Terme, Siena): questi due gioielli naturalistici sono stati accuratamente selezionati dal Comitato Scientifico del Premio “Il Parco più Bello d'Italia” come vincitori della XV edizione del concorso. Oltre 1.000 i partecipanti, iscritti al network dei parchi più belli d'Italia e presenti nella guida online “ilparcopiubello.it”, che da oltre quindici anni è promotrice di un turismo verde alla scoperta del patrimonio paesaggistico e botanico italiano.
Considerato uno dei parchi romantici più originali del mondo, il parco di villa Durazzo Pallavicini, voluto dal marchese Ignazio Pallavicini, fu ideato e realizzato nel 1840 dallo scenografo Michele Canzio. Ne scaturì non solo un parco in stile romantico, ma un itinerario composto da scenografie legate una all'altra da una traccia narrativa: il Viale Classico, la Coffee House, l’Arco di Trionfo, la Casa dell’Eremita, le Grotte, il Lago Grande con la Pagoda Cinese, il Tempio di Diana, il Ponte Romano, i Giardini di Flora, il Gazebo delle Rose; il tutto in una pittoresca realizzazione paesaggistica meticolosamente composta nei suoi elementi architettonici e vegetali e ordinata secondo un preciso percorso dai contenuti esoterici. Non mancano esemplari vegetali di grande pregio botanico-paesaggistico: la monumentale canfora affiancata al cedro del Libano posti a margine del lago, la collezione di palme esotiche, l'araucaria e il sughero secolari, la rosa banksia e il lauroceraso; in particolare spicca tra tutte la collezione di antiche camelie, alcune delle quali ultracentenarie, che ogni primavera costituisce una vera attrazione con la sua particolare fioritura.
Villa La Foce e il suo straordinario giardino sono fortemente legati a Iris Cutting che, con il marito marchese Antonio Origo, decise di trasferirsi qui dopo il matrimonio negli anni Venti del secolo scorso; l’architetto paesaggista inglese Cecil Pinsent venne incaricato dei lavori - che continuarono fino al 1939 - per i quali si ispirò ai giardini formali della tradizione classica italiana.
La casa è circondata da un giardino formale diviso in “stanze” da siepi di bosso, con piante di limoni in vasi di terracotta. Scale di travertino portano al roseto e a un pergolato ricoperto di glicine e delimitato da siepi di lavanda. Pendii terrazzati salgono dolcemente su per il colle, dove ciliegi, pini e cipressi crescono tra la ginestra selvatica, il timo e il rosmarino, e un lungo viale di cipressi porta ad una statua di pietra del XVII secolo. Un sentiero attraversa il bosco e collega il giardino con il cimitero di famiglia, considerato una delle migliori creazioni di Pinsent.