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Situata a ridosso del Circolo Polare Artico, Rovaniemi è il capoluogo della provincia più settentrionale della Finlandia, la Lapponia. Importante sede universitaria, negli ultimi anni è diventata una vivace cittadina che fonde la modernità delle sue infrastrutture, alcune delle quali progettate dall’architetto Alvar Aalto, all’incontaminato ambiente che la circonda.(foto ssantatelevision.com)
Rovaniemi si è affermata a livello internazionale come meta preferita per il turismo invernale in Lapponia grazie alla ricchissima offerta di attività praticabili sulla neve: attraversare foreste innevate e fiumi ghiacciati a cavallo di motoslitte, ascoltare il silenzio della Natura a bordo di slitte trainate da renne o cani husky, passeggiare nei boschi con racchette da neve o alzare lo sguardo al cielo sperando di vedere i colori ondeggianti dell’Aurora Boreale.
I più avventurosi potranno provare l’emozione della navigazione, e dell’immersione con speciali tute termiche, tra i ghiacci del golfo di Botnia a bordo del Rompighiaccio Sampo.
E ancora: perchè non programmare una escursione in giornata al Wildlife Park di Ranua, lo zoo più a Nord del mondo?
È il Parco di Babbo Natale, e ospita esemplari di circa 60 specie di animali selvatici, grandi e piccoli, che vivono nell’Artico o nelle regioni del Nord.
Meritano una visita anche il Museo Arktikum, l’avveneristica struttura in vetro disegnata dalla matita di Alvar Aalto, che ospita il Centro Artico, importante testimonianza sulla natura e la vita nelle regioni dell’estremo Nord, e il Museo Regionale della Lapponia, dedicato al popolo Sami, alla sua storia e la sua cultura.
Ma Rovaniemi è soprattutto l’unico luogo al mondo dove è possibile vivere sempre la magia del Natale.
Tutti i bambini, anche quelli “ufficialmente” un pochino più cresciuti, avranno la possibilità di visitare l’Ufficio di Santa Claus, e li incontrare Babbo Natale in persona per affidargli le proprie speranze.
Babbo Natale ascolta tutti, e a tutti risponde con un caloroso saluto e la Sua sonora risata: Oh Oh Oh!
Un’esperienza unica da riporre in valigia e riportare a casa insieme agli altri ricordi e souvenir della cultura Lappone.
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Nella magica atmosfera di Odense, patria di Christian Andersen, si è svolta dal 7 al 9 ottobre la quarta Conferenza Europea di “Scuola che promuove la salute”(SpS). Accolti dai personaggi delle fiabe, la pastorella e lo spazzacamino, la piccola fiammiferaia, la sirenetta, l’intrepido soldatino di stagno, i partecipanti provenienti da 40 paesi hanno messo a confronto le proprie esperienze su temi di salute che coinvolgono bambini e famiglie, insegnanti e l’intera comunità educante.
In questo contesto le scuole che partecipano alla Rete Locale delle Scuole promotrici di Salute della ASL Milano 2 hanno potuto raccontare come si realizza un ambiente propositivo per la salute, che aiuti a sviluppare le capacità per scegliere e adottare gli stili di vita migliori per il benessere di ognuno.
Il titolo della Conferenza, “Equità, educazione e salute”, sottolinea l’importanza di rendere sostenibile questa proposta nelle scuole. L’Organizzazione Mondiale della Salute (OMS) raccomanda di realizzare una scuola che promuove la salute in tutte le scuole e ha posto gli obiettivi per il 2015: concretizzare questa proposta almeno nella metà delle scuole dell’infanzia e nel 95% delle scuole primarie e secondarie. Quanto siamo lontani da questo obiettivo? Risponde la dottoressa Maria Vezzoni, coordinatrice della Rete Locale delle Scuole promotrici di Salute della ASL Milano 2, che alla Conferenza di Odense ha presentato i risultati del lavoro di 96 scuole della provincia di Milano.
“Una Scuola che promuove la salute è un impegno che la scuola assume per migliorare salute e benessere di alunni, insegnanti, genitori e staff. Si attua concretamente realizzando un clima di relazioni piacevoli, utilizzando un metodo di apprendimento a misura di bambino, offrendo l’opportunità di adottare stili di vita più sani. Come si realizza questo miracolo? Le risorse necessarie sono soprattutto di natura umana: motivazione, partecipazione, creatività e competenza. Nella nostra ASL abbiamo cominciato a parlare di “Scuola che promuove la salute”nel 2006 e nel 2009 abbiamo presentato alla 3° Conferenza Europea di Vilnius i primi risultati di questo percorso. Quest’anno, a Odense, abbiamo portato ben 5 contributi della nostra piccola rete di scuole promotrici di salute. I risultati del lavoro di questi 7 anni si possono riassumere nel numero crescente di scuole che aderiscono alla rete: nel 2013 ben 96 scuole sparse nei 53 comuni della ASL. Per rispondere su quanto siamo lontani dall’obiettivo dell’OMS possiamo dire che oltre un quarto delle nostre scuole dell’infanzia e più di un terzo delle scuole primarie ha adottato la filosofia e le pratiche che caratterizzano una scuola che promuove salute. L’obiettivo dato dall’OMS non sarà probabilmente raggiungibile nel 2015, ma ci siamo lavorando. Molto naturalmente dipenderà dal sostegno che le Autorità scolastiche e il Ministero vorranno dare a questa iniziativa. Intanto possiamo dire che essa è stata ben accolta in regione Lombardia, dove dal 2011 è stata attivata la “Rete Lombarda SpS. “
Come primo contributo sono stati portati ad Odense i risultati di 7 anni di lavoro con le scuole del territorio della ASL Milano 2. In uno studio sono state messe a confronto le scuole secondarie di primo grado impegnate nel programma (SpS), rispetto alle scuole non aderenti (non SpS): le prime hanno sviluppato maggior consapevolezza sul significato di salute, inteso come “benessere fisico, mentale e sociale” e non come “semplice assenza di malattia”. Esse hanno inoltre adottato l’approccio sistemico alla salute, che prevede il coinvolgimento di tutta la scuola (whole school approach) al posto del tradizionale insegnamento in classe seguito dalle altre scuole. L’altra differenza importante riguarda l’aspetto della partecipazione: nelle scuole SpS risulta più elevata in quanto attivamente ricercata e sostenuta. Tutte le scuole SpS possiedono poi una “commissione salute” che comprende, oltre agli insegnanti, anche i genitori, lo staff, gli alunni e gli operatori sanitari: essa rappresenta un importante fattore di condivisione e coerenza, oltre che una fonte di risorse per la scuola.
Dal 2008 ad oggi i miglioramenti delle scuole nella Rete Locale SpS sono stati notevoli, con un aumento dei fattori favorenti la salute a scuola. Quali sono le azioni che possono favorire la salute nella scuola? Per citarne alcune: pianificare azioni coerenti relative alla sicurezza, all’alimentazione, al movimento, alla salute mentale e sociale; favorire la partecipazione delle famiglie; offrire una merenda a base di frutta di stagione; migliorare l’ambiente con murales; offrire opportunità di gioco attraverso i playground disegnati sul pavimento; organizzare piedi bus e biciclettate; orientare i consumi alimentari verso scelte sane e boicottare il cibo spazzatura (junk food) e ancora molto altro. Negli ultimi anni queste azioni sono aumentate nelle scuole che si impegnano a promuovere la salute, salendo da una media di 7 azioni per 59 scuole nel 2008 a 27 azioni per 96 scuole nel 2013.
Ad Odense sono state presentato alcune tra queste esperienze molto interessanti.
La dottoressa Valentina Marcassa, dirigente scolastico dell’Istituto Comprensivo di Cassano d’Adda, ha partecipato alla Conferenza raccontando come, con la creazione del “Consiglio Scolastico delle Ragazze e dei Ragazzi”, è stato affrontato il tema della democrazia nella scuola e come sono state sviluppate le competenze per effettuare scelte politiche ed esercitarsi ad assumere responsabilità. Il consiglio discute argomenti quali: la vita a scuola, le materie, i desideri e le opinioni, la struttura della scuola e il giardino, la sicurezza, le uscite didattiche, i regolamenti, l’ igiene, le feste, l’ambiente, la cultura, lo sport, la ristorazione scolastica e i trasporti. Le questioni importanti sono scelte come prioritarie e vengono sviluppate durante l’anno. I problemi vengono segnalati da tutti gli alunni tramite i propri rappresentanti e discussi dal consiglio, che si impegna a cercare delle soluzioni possibili. Gli aspetti positivi del progetto sono molteplici: esso ha contribuito enormemente all’apprendimento delle competenze nei ragazzi, ha insegnato a prendere decisioni e ad agire, ha migliorato il clima scolastico e la partecipazione, ha permesso di discutere le regole e di approvarle in maniera democratica. Insegnanti e genitori sono rimasti sorpresi dalle potenzialità espresse dai ragazzi. Gli insegnanti hanno riscontrato un aumento dell’assertività e del senso di appartenenza.
Alla Conferenza, l’esperienza del “Consiglio Scolastico delle Ragazze e dei Ragazzi” condotta nelle scuole primarie, ha suscitato molto interesse alimentando un dibattito su quale sia l’età giusta per costruire empowerment nei ragazzi, cioè a quale età i bambini siano in grado di acquisire un maggiore controllo rispetto alle decisioni e alle azioni che riguardano la propria salute. Questa esperienza ha rimesso in discussione l’età proposta di 14 anni, suggerendo di anticiparla alla scuola primaria.
Anna Gatti della Cooperativa Milagro di Melzo ha presentato il progetto “Welcome”, realizzato in partnership con l’ex 3° circolo didattico E. Bontempi di Pioltello (quartiere Satellite) e con il finanziamento della Fondazione Cariplo. Il progetto si è preso in carico, in modo articolato e diffuso, i molteplici bisogni di cui è portatore il sistema territoriale nella sua complessità, soprattutto per aiutarlo a stabilire un nuovo patto educativo e di inclusione tra scuola e città, tra genitori e bambini, tra insegnanti e famiglie con origini e storie diverse. La cultura e le pratiche di accoglienza ed integrazione messe in campo dalla scuola di questo quartiere (Scuola Primaria di via Bizet e Scuola dell’Infanzia di via Leoncavallo) e le forme di convivenza che a fatica qui vengono sperimentate, non possono non costituire uno stimolo di riflessione e di rimessa in gioco della comunità, soprattutto scolastica e politica, richiamando tutti ad una responsabilità collettiva. Il progetto, fortemente sostenuto dalla dirigente della scuola dottoressa Elisabetta Genchi, ha per tre anni coinvolto attivamente alunni, insegnanti e genitori delle scuole avendo come finalità l’integrazione, lo scambio tra famiglie, tra agenzie, la definizione di procedure e pratiche diffuse in tutti i sistemi scolastici (protocolli di accoglienza nelle scuole, documentazione tradotta, richiesta alle famiglie, requisiti per l’inserimento,...), indirizzi riconoscibili e scelte educative chiare per una scuola attraversata dai cambiamenti, per aprire le menti e il cuore dei futuri cittadini, dovunque si collochino le loro radici.
L’iniziativa presentata dalla scuola Primaria Molino Vecchio di Gorgonzola è risultata ben adatta all’ambiente fantastico di Odense, perché possiede tutte le caratteristiche di una bella fiaba: “C’era una volta una scuola con poche risorse e molte idee da realizzare…”. Una di queste idee ha dato vita ad uno spettacolo di strada. Con la collaborazione di un papà regista, Cesare Gallarini, e di insegnanti motivate, Migliorini Stefania e le sue colleghe, la dirigente dell’Istituto Comprensivo di Gorgonzola, dottoressa Maria Grazia Ricci, ha aperto la scuola alle famiglie e alla comunità e ha permesso di costruire un miracolo di partecipazione. “Ingresso nel vuoto” è uno spettacolo liberamente tratto da un gioco scenico di Peter Handke, divertente, magico, proposto nei cortili, nelle piazze, lungo le vie della città ed oltre. In scena e fuori scena oltre 150 tra attori non professionisti, tecnici e collaboratori si muovono in un atto unico che si svolge in una giornata qualsiasi, al tramonto, in un grande spazio in cui diverse figure della realtà e della fantasia, attratte dal vuoto di una scena sgombra, occupano, per così dire, il “posto libero”. Ciascuno lascia la propria impronta, un’immagine di sé, in un flusso ininterrotto di personaggi: le varie età della vita, i più svariati tipi umani, di epoche diverse, reali o immaginari, si incontrano, si scontrano, s’intralciano, si danno una mano, si uniscono fino a formare un nucleo d’umanità. Attraverso la rappresentazione scenica, la scuola ha contribuito a sensibilizzare la comunità portando “in piazza” argomenti già trattati in classe, come acqua, ecologia e territorio, buone pratiche per la salute (piedibus, attività fisica, sicurezza, attenzione per gli altri). Il successo è dimostrato dalla partecipazione corale della scuola, delle famiglie, del pubblico e dalle oltre venti repliche nelle piazze dei comuni vicini e anche di altre regioni. Il successo più grande, però, è percepire aria nuova nella comunità: un cambiamento nell’ambito relazionale che si ripercuote nei rapporti interpersonali, ma anche sul clima di classe molto più disteso e facilitante l’apprendimento, sui consigli di circolo più aperti all’ascolto, sui comitati genitori molto più propositivi, sul senso di appartenenza espresso dalla comunità, sull’impegno a dare seguito ad un’esperienza che ha attivato una rete di sinergie tale da influenzare lo stato di benessere del singolo e della collettività.
Molto interessante anche la presentazione sotto forma di poster esposta da Benedetta Chiavegatti, assistente sanitaria del Servizio di Igiene degli Alimenti e Nutrizione della ASL Milano 2, che ha illustrato l’attività di sportello di educazione alimentare organizzato da alcuni anni per le scuole superiori, come progetto di promozione sia di una sana alimentazione che dell’attività fisica. Il progetto è rivolto a tutti i ragazzi dai 14 ai 19 anni e prevede un incontro preliminare informativo nelle classi. Gli studenti hanno la possibilità di approfondire argomenti su cibo e alimentazione in colloqui individuali o di gruppo con le assistenti sanitarie o dietiste della ASL. Da sportello alimentare il progetto conta di evolvere in “peer education”, dove i ragazzi di 3° o 4° superiore, dopo un percorso formativo su questo tema, proporranno incontri e discussioni nelle prime classi dell’istituto.
La presenza alla Conferenza di Odense ha permesso ai partecipanti di confrontare il proprio lavoro con relatori provenienti da 40 Paesi dell’Europa e di portare a casa numerose nuove idee che potranno trasformarsi in buone pratiche per tutte le scuole della Rete SpS.
Si ringraziano le 96 scuole partecipanti, i dirigenti scolastici e i referenti alla salute delle scuole, i medici, le infermiere e le dietiste del Servizio di Medicina Preventiva nelle Comunità e del Servizio di Igiene degli Alimenti e Nutrizione della ASL Milano 2 per l’instancabile lavoro svolto.
Maria Vezzoni
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Un mondo incantato, fatto di paesaggi, ritmi e valori perduti: lo si può trovare al Villaggio di Fionia, museo all’aperto dove è ricostruito l’ambiente di un villaggio danese tra il 1700 e il 1900, un percorso che si articola tra i 30 edifici trasportati qui da diverse zone della Fionia. In estate il villaggio è animato dagli abitanti, figuranti in costume, che raccontano della vita quotidiana nella campagna danese del XIX secolo.
E che dire dei luoghi fiabeschi per eccellenza… i castelli! La Fionia ne ospita ben 123 (foto: castello di Egeskov), molti di questi aperti al pubblico per le visite e in alcuni casi anche per il pernottamento! Nel mezzo dell’isola si trova il più suggestivo dei castelli danesi, Egeskov, un romantico edificio circondato da un placido lago e da un bosco fiabesco. I più avventurosi potranno esplorare il parco dall’alto delle passerelle che a 15 metri di altezza collegano gli alberi oppure indossare l’armatura e avventurarsi come moderni Lancillotto nel nuovissimo percorso segway che si sviluppa su un’area di 1000 mq.
Gli amanti delle vacanze attive possono dedicarsi a un soggiorno sulle due ruote attraverso i morbidi paesaggi, esplorando le isole oppure per escursioni a piedi alla scoperta del sentiero dell’Arcipelago e delle colline di Svanninge Bakker, le cosiddette 'Alpi' della Fionia.
Il contatto con la natura e il rispetto per l’ambiente sono dei temi molto cari a questa destinazione e nell’isoletta di Ærø, a Marstal, il turista può ammirare uno dei più grandi parchi di pannelli solari al mondo. L’isola, una piccola perla incontaminata dai ritmi di vita rilassati, è tra le 100 comunità di spicco al mondo che hanno l’obiettivo di diventare autosufficienti con la produzione di energia sostenibile.
Soprannominata “il giardino della Danimarca”, la Fionia produce anche una gastronomia da favola e sono numerose le opportunità di acquisti sostenibili di prodotti locali e biologici presso i negozi e chioschi delle fattorie.
ucco e travestimenti.
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Odense, gradevole cittadina della Danimarca sull’isola di Fionia, è il luogo di nascita dello scrittore Hans Christian Andersen e vanta il maggior numero di piste ciclabili del paese. Noleggiate una bicicletta e girate per le vie tra le casette, ad ogni angolo vi sembrerà di incontrare il personaggio di una fiaba, l’imperatore con i vestiti nuovi, la piccola fiammiferaia, la sirenetta. E veramente come per magia, vedrete comparire la statua di Andersen, il soldatino di stagno, il baule volante, la pastorella e lo spazzacamino. Per attraversare la strada, disegnato sul semaforo rosso o verde, vedrete la silhouette di Andersen, nel quartiere dove lui ha passato i primi anni della sua vita. Nel mese di agosto di quest’anno, per la prima volta, la città ha festeggiato il celebre cittadino con un festival a lui interamente dedicato.
La casa natale di Andersen (in Bangs Boder 29) è l’oggetto principale del pellegrinaggio dei visitatore di Odense. Inaugurata nel 1908 divenne il primo museo al mondo concentrato sulla vita e il lavoro di un singolo autore. Qui è rappresentata la vita dello scrittore, dall’infanzia come figlio di un povero calzolaio di Odense, fino alla realizzazione del suo sogno di scrittore a Copenhagen, è possibile seguire la sua vita artistica, amorosa e i suoi numerosi viaggi. Un museo curioso, con la ricostruzione del suo studio, the Nyhavn room, nel suo ultimo appartamento in Nyhavn 18 a Copenhagen. La ricostruzione è stata possibile grazie alla presenza di 5 fotografie del 1874 ed è arricchita da numerosi oggetti personali, manoscritti, ritratti e bauli da viaggio. Il museo presenta l’epoca, l’uomo, la vita, il lavoro e l’arte di Andersen e si conclude con una galleria che espone una selezione delle illustrazioni più belle. In maniera interattiva il museo permette di cercare i suoi libri tradotti in tutte le lingue, nella biblioteca e sui computer a disposizione, ed è possibile ascoltare le sue fiabe in diversi punti audio. Tra le sue fiabe più famose, ricordiamo: L’acciarino, La principessa sul pisello, Mignolina, La sirenetta, I vestiti nuovi dell’imperatore, Il tenace soldatino di stagno, I cigni selvatici, Il baule volante, Le cicogne, L’usignolo, Il brutto anatroccolo, La regina della neve, Le scarpette rosse, La piccola fiammiferaia, La pastorella e lo spazzacamino.
E’ possibile visitare virtualmente il museo su questo sito, per un’esperienza veramente unica.
http://hca.museum.odense.dk/rundtur/
Usciti dal museo, si visita il giardino con un laghetto e un teatrino per le rappresentazioni delle sue storie più famose. Se ci sono dei bambini si dovrà per forza terminare l’itinerario con un pomeriggio di gioco al Thinderbox, in Hans Jensens Straede 21, dove sarà possibile immergersi nelle ambientazioni delle fiabe dello scrittore, tra galeoni, mondi sottomarini, castelli e stanzette minuscole, ponti sospesi e fantastici guardaroba, salette da trucco e travestimenti.
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Lontana dalla desolazione paesaggistica di Saragozza e Teruel, Pamplona e immersa in un ambiente umido, tipicamente settentrionale. Oltre a potervi ammirare suggestivi quartieri medievali, leggermente tortuosi e intricati e una mirabile cattedrale in stile gotico, vi si avverte uno spiccato senso del lieto vivere e della festa. Non invano, “impazzisce” a luglio, in occasione delle corse dei tori che si snodano nelle vie cittadine in onore di San Fermino. Da non mancare la degustazione di alcune delle pili pregiate produzioni vitivinicole. Posizionata in passato, in un punto strategico del Camino de Santiago, oggigiorno vi ve dell’ industria e del terziario. Vari edifici e facciate in stile neoclassico fanno capolino nell’ aggrovigliato centro storico, tra cui la facciata della Cattedrale, opera di Ventura Rodriguez, la sede dell a Giunta Regionale della Navarra e l’ Archivio Reale e Generale che accoglie importanti documenti illustranti gli intrighi del Medioevo. Nei ritagli di tempo, la vita pero ferve sulla Plaza del Castillo e nel Parco della Taconera, dove bambini e anziani si godono fino all’ultimo raggio di sole.
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