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Sebbene il 2012 non sia stato un’anno facile per il turismo, la Germania ha registrato un cospicuo aumento di visitatori stranieri che la pone al secondo posto tra le destinazioni europee dopo la Spagna. Un apporto consistente viene dagli italiani che nel 2012 hanno totalizzato 3.468.347 pernottamenti nelle strutture ricettive con più di 10 letti, con un aumento del 6,4 % rispetto al 2011. E mentre i viaggi all’estero degli italiani lo scorso anno sono calati globalmente del 5 %, il numero di arrivi italiani in Germania è salito del 2,8 % con un totale di 1.581.041. Le mete preferite sono Berlino, la Baviera (www.bavaria.by), il Baden-Württemberg con la Foresta Nera , Francoforte e altre città. Tra i principali motivi della propensione degli italiani a visitare la Germania spiccano l’ampia offerta di cultura, i paesaggi e l’ottimo rapporto qualità-prezzo.
Sara Rossi
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Al Grimm’s ispirati dalle fiabe
Nell’anno in cui la Germania celebra il bicentenario delle fiabe dei fratelli Grimm , la capitale Berlino mette in campo un albergo che di “favoloso”, oltre alle decorazioni, ha nome e prezzi. Situato a Kreuzberg vicino al Museo Ebraico di Daniel Libeskind, l’hotel Grimm’s è un tre stelle di design le cui 36 camere sono decorate con fantasiose tappezzerie e citazioni di fiabe. Firmati da Starck, Artemide e altri, gli arredi sono però moderni e funzionali, di ottimo livello rispetto ai prezzi che partono da 109 euro per la camera doppia con colazione. Ai fratelli Grimm, che conclusero la loro carriera di letterati a Berlino, la città dedica una strada vicino a Potsdamer Platz, mentre la Humboldt-Universität conserva parte della loro biblioteca privata nel recente Jacob-und-Wilhelm-Grimm-Zentrum dell’architetto Max Dudler.
A vele spiegate sul Lago di Costanza
Dal 23 al 26 maggio la città di Costanza sull’omonimo lago sarà al centro di una spettacolare manifestazione velica. Istituita cent’anni fa e ripresa dal 2009, la Internationale Bodenseewoche è un appuntamento che richiama a Costanza migliaia di appassionati da tutta l’Europa. Quella che in origine era una delle maggiori competizioni di sport acquatico è oggi anche un evento ricco di curiosità. Oltre alle regate offre infatti una mostra-mercato di innovative imbarcazioni a vela e a motore, gare di modellini, un concorso d’eleganza per barche e motoscafi, raduni di automobili e vaporetti d’epoca, esibizioni di sci d’acqua e gare di canottaggio. La Bodenseewoche prevede inoltre un mercato d’arte e creatività, concerti e spettacoli attorno al porto della pittoresca città medioevale.
Le scienze danno spettacolo a Dresda
Da quando la Germania è stata riunificata, Dresda non ha mai smesso di rinnovarsi restaurando il suo patrimonio di monumenti e valorizzando grandiosi tesori d’arte, tra cui le due sale zeppe di capolavori orafi del Grünes Gewölbe (Volta Verde) nel Residenzschloss , il castello dove nel Settecento dimorava il re di Sassonia. Nell’adiacente complesso dello Zwinger, il 14 aprile riaprirà i battenti il rinnovato Gabinetto reale degli strumenti matematici e fisici che racchiude più di mille reperti. Il suo nucleo originario fu costituito da Augusto il Forte, cultore delle arti e delle scienze; ne fanno parte mappamondi, orologi, apparecchi scientifici, strumenti ottici e di misurazione che risalgono fino al XVI secolo e raccontano l’origine di molti strumenti scientifici in uso ancor oggi. Nella sua nuova veste la superficie d’esposizione del Gabinetto sarà raddoppiata.
Tutte le rose del mondo
Si trova in Sassonia-Anhalt , a ovest di Lipsia, una delle raccolte botaniche più ricche del continente. L’Europa-Rosarium di Sangerhausen (www.sangerhausen-tourist.de) è il roseto più grande del mondo, aperto da metà aprile a fine ottobre. Inaugurato nel 1903, rappresenta una banca dati genetica vivente con ben 8.300 diverse varietà di rosa. Su un’area di 12,5 ettari sono sparse 75.000 piante, tra cui rose rampicanti raccolte in strutture a forma di piramidi, archi e colonne, rose damascene, centifolie, rose verdi e nere che danno il nome al ristorante del parco, il Zur schwarzen Rose . Famosa un tempo anche per le miniere di rame, Sangerhausen annovera una reginetta delle rose e un albergo denominato Rosen Hotel.
Sogni Liberty a Jena con Henry van de Velde
Tra le ricorrenze che la Germania celebra nel 2013 c’è il 150° anniversario della nascita di Henry van de Velde , l’artista belga precursore del Bauhaus che visse a lungo in Germania. Con le sue creazioni che spaziano dall’architettura a gioielli, mobili e oggetti d’uso quotidiano, van de Velde influenzò il design europeo e fu un protagonista del Modernismo. La Turingia e la Sassonia , dove egli operò maggiormente, nel corso del 2013 lo celebreranno con numerosi eventi. A Jena , città famosa per le industrie ottiche, la Kunstsammlung ospita fino al 26 maggio un’esposizione dedicata all’artista, mentre all’adiacente Stadtmuseum dal 24 maggio al 1 settembre si potrà ammirare la mostra Jugendstilträume (Sogni Liberty) con preziosi oggetti d’arte creati da Van de Velde e da suoi contemporanei come Olbrich e Fabergé.
Buongustai sull’isola di Usedom
Affacciata sul Baltico ai confini con la Polonia, l‘isola di Usedom affascina con le sue ampie spiagge e gli stabilimenti balneari su palafitte d’epoca imperiale. Già negli anni 1920 era ricercata per il clima molto salubre e la varietà del paesaggio; Usedom è una lunga fascia di terra addossata alla costa e cela al suo interno un mosaico di laghi e boschi. Oggi le principali stazioni balneari Ahlbeck, Heringsdorf e Bansin offrono splendidi resort con Spa e rinomati ristoranti. L’11 maggio prossimo i loro chef saranno protagonisti di una camminata gastronomica sulla spiaggia chiamata Grand Schlemm . A ogni tappa in coincidenza di un albergo, i partecipanti muniti del gourmet ticket potranno gustare un raffinato piatto in riva al mare: 10 portate in tutto, da consumare tra le 14 e le 17, al prezzo di 139 euro (bevande incluse).
Riapre il museo Lenbachhaus di Monaco rifatto da Norman Foster
A Monaco di Baviera sta per concludersi la ristrutturazione della Lenbachhaus , conosciuta finora come Städtische Galerie im Lenbachhaus. Dal prossimo 8 maggio, nel museo rinnovato e ampliato dall’architetto britannico Sir Norman Foster i visitatori potranno nuovamente ammirare la collezione di opere del movimento artistico Der Blaue Reiter (Il Cavaliere Azzurro) di Vasilij Kandinskij, August Macke, Paul Klee, Alexei Jawlenskij, Franz Marc e Gabriele Münter, oltre a opere di artisti contemporanei come Beuys, Kiefer e Warhol. Affiancata da un moderno padiglione dorato, la dimora ottocentesca del pittore e nobiluomo Franz von Lenbach è stata dotata di un avveniristico sistema di illuminazione e di un ristorante.
La storia della Ruhr in miniatura
Si chiama Oktorail la nuova attrazione che tra qualche mese aprirà i battenti a Essen nella verde cornice del Grugapark . È la rappresentazione in miniatura della storia del bacino della Ruhr, della vita nelle miniere, acciaierie e industrie di questa regione che oggi, dopo essere state dismesse, formano un enorme parco di archeologia industriale unico nel suo genere. Quel mondo perduto viene raffigurato in scala negli spazi della Orangerie con un modello di 360 metri quadrati. Il paesaggio è percorso da minitreni, amche ad alta velocità, e mette in scena tutte le attività che un tempo caratterizzavano la Ruhr. Lo stesso Grugapark merita una visita per i suoi curatissimi giardini, gli impianti sportivi, i recinti per gli animali e le sculture.
Sara Rossi
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Quando si pensa a un week-end sulla neve generalmente vengono scartate le località estere sia per motivi di tempo sia per i costi che il viaggio può comportare. Soprattutto se tra le possibili destinazioni ne figura una tanto esclusiva e rinomata come St. Moritz. Occorre però sfatare un mito perché la regione svizzera dell’Engadin St. Moritz è facilmente raggiungibile con i mezzi di trasporto più comuni (treno+bus), è relativamente vicina a Milano e offre opportunità incredibili per sciare con la nuova formula anti-crisi “Albergo-Skipass incluso”.
Il viaggio è già una vacanza: in treno fino a Chiavenna (euro 8,75) per poi proseguire, attraverso scenari montani, in autobus fino alla stazione di St. Moritz. Presso le agenzie autorizzate (Il Girasole Viaggi e Rail Europe di Milano) è possibile acquistare uno Swiss Transfer Ticket (euro 113 in seconda classe), valido solo per stranieri e utilizzabile per i viaggi di andata e ritorno. Tra l’altro il sistema di trasporto pubblico svizzero propone per il 2013 diverse soluzioni di Swiss Pass per chi vuole visitare la Svizzera in 3 o 4 giorni senza doversi preoccupare degli spostamenti. Per il ritorno si può scegliere un percorso ‘tutto treno’ con il tratto svizzero fino a Thusis sul trenino rosso del Bernina Express, talmente spettacolare da essere diventato patrimonio dell’Unesco, per poi proseguire per Bellinzona fino a Milano.
Il turismo invernale è nato in questa regione nel 1864 e qui è stata anche inaugurata, nel 1929, la prima scuola sci del Paese. Il motivo è sempre più evidente man mano che l’autobus percorre le strade regionali che attraversano i paesi alpini, dove l’incantevole paesaggio innevato ospita un variegato comprensorio sciistico con ogni genere di sport invernale. Lo spettacolo si apre con i tre laghi ghiacciati che, apparentemente senza soluzione di continuità, ospitano buona parte dei 188 km di tracciati da fondo (190 km skating) con lunghi tratti che si addentrano nel silenzio dei boschi che li delimitano.
Il comprensorio sciistico conta 57 impianti tra cabinovie, seggiovie, trenini a cremagliera, funivia e sciovie per ben 350 km di piste. Per fare la conoscenza del territorio, si può dunque incominciare con una passeggiata lungo i 150 km di sentieri sui tre laghi ghiacciati, nelle valli laterali, con le ciaspole sui percorsi segnalati, sulla bella pista di pattinaggio oppure - per i più pigri - sulla slitta trainata da cavalli! Chi desidera unire il ‘moto’ all’osservazione della fauna con le spiegazioni di un vero esperto può prenotare una passeggiata con la guardia forestale (Corado Niggli -
Al termine della giornata è doverosa una visita ai tipici paesi engadini, come S-chanf, dove una persona su due parla la lingua romancia, dalla musicalità tutta italiana (un po’ meno la comprensione). Qui il 1° marzo si celebra la fine dell’inverno con la Chalandamarz, una festa che vede scendere lungo le strade i ragazzi che, in camicia blu e tipici costumi rossi e neri, sfilano cimentandosi in una sonora ‘gara’ con lunghe fruste realizzate a mano da un anziano artigiano locale. Le tipiche case engadinesi sono maestose, arricchite da graffiti artistici e finestre profonde, come quelle di La Punte Chamues-ch, dove si possono ammirare le storiche residenze contadine dai ricchi decori e le case Albertini con la facciata stile Biedermeier. I vicoli stretti conducono ad angoli romantici, come a Bever, nel centro dell’Alta Engadina, dove sembra che il tempo si sia fermato. E che dire del centro storico di Zuoz? A Samedan, invece, non si può perdere la sosta ristoratrice appena prima di cena (considerare un paio di ore) al Minaeralbad & Spa Samedan (CHF 36), un bagno di acque termali ‘verticale’ con percorsi in acqua a diverse temperature e locali di vapore che, attraverso composizioni di colori e luci, portano su fino all’ultima vasca all’aperto, dominata dal campanile della chiesa adiacente.
I più temerari possono concludere la vacanza engadinese con un giro in bob sulla pista più antica, l’Olympia Bob Run di St. Moritz - Celerina, un canale di ghiaccio naturale su cui si svolgono corse e campionati internazionali: 75 secondi di adrenalina pura a 130 km/h, con una forza centrifuga di 4,5 G, per una discesa da brivido in formazione a quattro, con timoniere e frenatore professionisti...
Marinella Croci
Swiss Travel System
www.swisstravelsystem.com
Swiss Pass 4 giorni: euro 227
Swiss Flexi Pass 3 giorni: euro 217
Swiss Saver Pass 4 giorni: euro 193
Swiss Transfer Ticket: euro 113
I bambini sotto i 16 anni accompagnati da genitore con Family Card
(gratuita) viaggiano gratis
Agenzie autorizzate a Milano:
Il Girasole Viaggi - www.ilgirasoleviaggi.it
Rail Europe - www.raileurope.eu
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La Commissione europea ha annunciato oggi un ambizioso pacchetto di misure volte a garantire la creazione di stazioni di rifornimento per carburanti alternativi in tutta Europa, con standard comuni relativi alla progettazione e all’utilizzo. Finora le iniziative prese in questo ambito avevano riguardato principalmente carburanti e veicoli, senza prendere in considerazione la distribuzione. Gli sforzi fatti per fornire incentivi sono stati insufficienti e non coordinati.
Attualmente tre fattori principali ostacolano l’uso di carburanti puliti: l’elevato costo dei veicoli, un basso livello di accettazione da parte dei consumatori e la mancanza di stazioni di ricarica e rifornimento. È un vero e proprio circolo vizioso: non vengono costruite stazioni di rifornimento perché non vi sono abbastanza veicoli, i veicoli non sono venduti a prezzi competitivi perché la domanda è insufficiente, i consumatori non acquistano i veicoli perché sono costosi e non ci sono stazioni di rifornimento.
Ecco perché la Commissione propone un pacchetto di obiettivi vincolanti per gli Stati membri, che prevedono un livello minimo di infrastrutture per carburanti puliti come energia elettrica, idrogeno e gas naturale, nonché standard comuni a livello UE per le attrezzature necessarie.
Siim Kallas, Vicepresidente della Commissione e Commissario responsabile per i trasporti, ha dichiarato: “Lo sviluppo di carburanti innovativi e alternativi è un modo efficace per rendere l’economia europea più efficiente sotto il profilo delle risorse, ridurre l’eccessiva dipendenza dal petrolio e sviluppare un settore dei trasporti pronto a rispondere alle esigenze del XXI secolo. Si prevede che tra Cina e Stati Uniti entro il 2020 circoleranno complessivamente oltre sei milioni di veicoli elettrici. Per l’Europa si tratta di una grande opportunità per assicurarsi una posizione solida su un mercato globale in rapida crescita”.
Il pacchetto “Energia pulita per il trasporto” è composto da una comunicazione relativa a una strategia europea per i carburanti alternativi, da una direttiva sulle infrastrutture e sulle norme e da un documento di accompagnamento che descrive un piano d’azione per lo sviluppo di gas naturale liquefatto (GNL) nel trasporto marittimo.
Le principali misure proposte sono:
Energia elettrica: la situazione relativa ai punti di ricarica varia sensibilmente all’interno dell’UE. I paesi leader sono Germania, Francia, Paesi Bassi, Spagna e Regno Unito. In base alla proposta, per ogni Stato membro è stato stabilito un numero minimo di punti di ricarica che utilizzeranno lo stesso tipo di connettore: l’obiettivo per l’Italia è di avere entro il 2020 una rete di 125 000 punti di ricarica (contro i 1 350 esistenti nel 2011), per alimentare i 130 000 veicoli elettrici che, secondo i piani del nostro paese, dovrebbero essere in circolazione entro il 2015. L’obiettivo è creare una massa critica di punti di ricarica in modo che le imprese garantiscano la produzione su larga scala di automobili elettriche a prezzi ragionevoli.
Un connettore universale per tutta l’UE è un elemento essenziale per la diffusione dell’energia elettrica. Per porre fine all’incertezza del mercato la Commissione ha annunciato oggi l’uso del connettore di tipo 2 come standard comune per tutta l’Europa.
Idrogeno: Germania, Italia e Danimarca dispongono già di un numero significativo di stazioni di rifornimento di idrogeno, anche se alcune non sono accessibili al pubblico. Alcuni aspetti, come ad esempio il tipo dei tubi per carburante, necessitano però di armonizzazione. La Commissione propone che le stazioni di servizio esistenti siano collegate tra loro in modo da formare una rete soggetta a norme comuni che garantiscano la mobilità dei veicoli a idrogeno. Questo vale per i 14 Stati membri che dispongono attualmente di una rete per l’idrogeno.
Biocarburanti: rappresentano già quasi il 5% del mercato. Funzionano come carburanti miscelati e non richiedono alcuna infrastruttura particolare. Una delle sfide principali consisterà nell’assicurare la loro sostenibilità.
Gas naturale liquefatto (GNL) e compresso (GNC): il GNL viene utilizzato per il trasporto per via d’acqua, sia marittimo che per vie navigabili interne. Le infrastrutture per il rifornimento di GNL per le navi sono ancora in fase iniziale: soltanto la Svezia è provvista di alcune infrastrutture per navi marittime e altre sono previste in vari Stati membri. La Commissione propone che vengano installate stazioni di rifornimento di GNL nei 139 porti marittimi e interni della rete centrale transeuropea rispettivamente entro il 2020 e il 2025. Non si tratta di importanti terminal di gas, bensì di stazioni di rifornimento fisse o mobili. Questa misura riguarda tutti i principali porti dell’UE.
GNL: il gas naturale liquefatto è utilizzato anche per gli autocarri, ma in tutta l’UE esistono appena 38 stazioni di servizio. La Commissione propone che, entro il 2020, vengano installate stazioni di rifornimento ogni 400 km lungo le strade della rete centrale transeuropea.
GNC: il gas naturale compresso è utilizzato principalmente per le autovetture. Attualmente questo combustibile è utilizzato da un milione di veicoli, pari allo 0,5% del parco automobilistico – il settore punta a decuplicare questo dato entro il 2020. La proposta della Commissione garantisce che, entro il 2020, siano disponibili in tutta Europa punti di rifornimento accessibili al pubblico, con norme comuni e ad una distanza massima di 150 km.
GPL: gas di petrolio liquefatto. Non è prevista alcuna azione per il GPL perché le infrastrutture di base esistono già.
Gli Stati membri saranno in grado di mettere in pratica queste azioni senza dover necessariamente ricorrere alla spesa pubblica, mediante la modifica di norme locali che promuovano gli investimenti e l’orientamento del settore privato. L’UE offre già il proprio sostegno attraverso i fondi TEN-T, strutturali e di coesione.
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Città tutelata dell’Unesco, City of Design, sempre dell’Unesco, Genusshauptstadt, cioè Capitale dei Sapori di tutta l’Austria. E poi paradiso dello shopping e soprattutto città vivace, divertente, coinvolgente, dove trovare sempre tanti appuntamenti imperdibili. E’ Graz, il capoluogo della Stiria, la seconda città dell’Austria, già Capitale della Cultura, sede del Joanneumsviertel, il nuovo quartiere museale e teatro di tanti, tanti eventi gastro-culturali.
Il 15 marzo Graz sfoggia la prima sfida austriaca di “Pitchen in the Kitchen”, un testa a testa live, davanti a 400 spettatori, tra i migliori sei chef della città. Ci saranno Karl Pichlmaier di Bur Restaurant , Herbert Schmiedhofer di Magnolia, Robert Ferstl di Nullneun, Daniel Edelsbrunner che sfoggia due cappelli Gault Millau al Prato im Palais e poi Andi Resch e Gottfried Sammer del Restaurant Erzherzog Johann. Gli chef si sfideranno con otto piatti in una gara emozionante, piena di colpi di scena. L’obiettivo degli organizzatori sarà ricreare un clima di grande agonismo, una vera e propria competizione con tanto di tifo da parte del pubblico. Chi assiste, ovviamente, si potrà gustare una cena meravigliosa, otto portate che si annunciano indimenticabili.
www.pitcheninthekitchen.at
Dal 25 al 31 marzo è tempo di Genuss Spektakel, lo Spettacolo dei Sapori. Graz, la Capitale dei Sapori, premiata con questo titolo dal Ministero dell’Agricoltura austriaco, propone una settimana dedicata ai gourmand con cene di gala, con i migliori chef regionali, brunch dedicati ai tesori dell’agricoltura locale, pranzi con menù creativi e innovativi e poi degustazioni di cioccolato, di olio di semi di zucca, di vini e escursioni gastronomiche guidate della città. Partecipare ai vari eventi è semplicissimo: basta richiedere a Graz Tourismus il programma degli appuntamenti e poi prenotare il proprio posto a tavola.
www.genussspektakel.at
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Cresciuta sulla radice dell’antica e forte tradizione magiara, plasmata nella ricchezza di originali motivi mitteleuropei, l’Ungheria si presenta oggi come un Paese di vivace e profonda vita culturale, testimoniata tanto dai suoi luoghi quanto dalle iniziative in essi promosse. Il Paese intende dedicare l’intero anno 2013 al cosiddetto turismo culturale, a quell’approccio cioè di visita e scoperta capace di cogliere anzitutto la ricchezza dell’identità culturale dell’Ungheria e la bellezza delle sue espressioni a tutti i livelli: dal folclore all’enogastronomia, dall’arte alle tradizioni, dallo sport allo spettacolo.
Ma i rappresentanti ungheresi alla BIT di Milano hanno voluto puntare i riflettori su una località fino a ora poco nota anche se dotata di tutti i requisiti per entrare nel cuore dei viaggiatori: Debrecen.
Grazie a Wizz Air, la più grande compagnia low-cost dell’Europa Centrale e dell’Est, che nel dicembre del 2012 ha inaugurato un nuovo collegamento da Milano Malpensa a Debrecen, si è aperta una nuova via per scoprire la città e la regione del nord ungherese, costellata da località d’arte, terme, castelli, parchi naturali, strade del vino.
Debrecen è stata presentata a Milano come un centro ricco di storia, che ha saputo creare un sapiente equilibrio fra tradizione e modernità. Sicuramente meta di interesse, la «Roma calvinista», ha eletto a suo simbolo proprio la grande chiesa protestante in stile classico. Debrecen oggi è un importante centro economico, culturale e universitario, è la seconda città più grande del Paese e rappresenta una realtà interessante e vitale. Dal calendario degli eventi spicca il Carnevale dei fiori, una delle manifestazioni più note in Ungheria, anche per la coincidenza della sua chiusura con la Festa nazionale che si celebra il 20 agosto, quando tutta la città è un tripudio di colori con milioni di fiori che vengono impiegati per addobbare i carri che sfilano nelle vie principali. Sempre in agosto, durante la Festa del ponte di Hortobágy, la fiera dell’artigianato propone una vasta esposizione di manufatti, spettacoli folcloristici e proposte gastronomiche. Nei primi giorni di settembre il Debrecen Jazz Festival, che vanta una lunga tradizione ed è il più importante festival di musica jazz d’Ungheria, ospita star ungheresi e internazionali di questo genere musicale.
La città è anche il principale centro della cosiddetta «Grande Pianura ungherese». Si tratta di una realtà unica; le terre salmastre del Parco nazionale di Hortobágy, la “puszta” ungherese annoverata tra i patrimoni UNESCO. Qui sorgono villaggi dove la vita scorre tranquilla, scandita dalle autentiche tradizioni magiare, tra le «csárda», le caratteristiche locande-osterie nelle quali si possono gustare le specialità gastronomiche e i vini della regione al suono dell’inconfondibile musica zigana. Nelle vicinanze di Debrecen e del Parco di Hortobágy si trova Hajdúszoboszló, la più grande stazione termale d’Ungheria che, su un’area di ben 25 ettari, dispone di innumerevoli piscine visitate ogni anno da oltre un milione di turisti.
Ma Ungheria è anche e soprattutto Budapest e l’offerta presentata a BIT 2013 è la “Budapest Winter Invitation”, un’opportunità valida fino al 15 aprile per pernottare 3 o 4 notti in un hotel della capitale pagandone una in meno.
All’iniziativa partecipano circa 50 alberghi di Budapest convenzionati, con una scelta di categoria che va dai 3 ai 5 stelle.
L’Italia ha confermato anche nel 2012 di essere una grande estimatrice dell’Ungheria e i dati presentati dall’Istituto Centrale di Statistica hanno dimostrato che l’afflusso dal nostro Paese è cresciuto del 22% rispetto al 2011.
Turismo individuale, di gruppo, crociere fluviali, viaggi naturalistici o culturali, terme; comunque sempre scoperta di un Paese dal grande fascino.
Paola Drera
www.gotodebrecen.com
www.budapestwinter.com
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KEUKENHOF/LISSE – “Regno Unito: Paese dei grandi giardini” è il tema di Keukenhof 2013. Attrazioni principali di quest’anno sono il mosaico di fiori che riproduce il Big Ben e il Tower Bridge, la mostra My Great Garden e gli spettacoli floreali dedicati agli elementi britannici.
Da un pò di anni il Keukenhof dedica ogni sua stagione ad un Paese, ponendolo come tema principale del parco, e donandogli così una certa visibilità. Dal 21 marzo al 20 maggio il Regno unito sarà al centro dell’attenzione con il tema “Regno Unito: Paese dei grandi giardini”. Con la vivacità che lo contraddistingue, il Keukenhof si concentra quest’anno sul Regno Unito, Paese importante sia per l’esportazione dei bulbi, sia per il grande potenziale di turisti.
Ad attirare l’attenzione sarà senza dubbio il mosaico floreale che riproduce il Big Ben e il Tower Bridge. Per l’occasione, Sua Eccellenza Paul Arkwright, ambasciatore del Regno Unito, ha piantato in ottobre gli ultimi bulbi. Il mosaico occupa una superficie di 13 x 22 metri, ed è realizzato con 60.000 bulbi.
Il 21 marzo il Keukenhof apre le proprie porte al pubblico per la 64ma edizione. Dopo otto settimane, alla chiusura, saranno stati accolti migliaia di visitatori da tutto il mondo, un potenziale turistico di prima grandezza per il paese.
Nei mesi scorsi sono stati piantati nel parco circa sette milioni di bulbi per far sì che i visitatori possano ammirare il Keukenhof in tutto il suo splendore all’inizio della primavera. Oltre alle attrazioni tradizionali, saranno presentate delle novità sui 32 ettari del parco, che vuole essere terreno fertile non solo per la natura, ma anche per la cultura.
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Un piccolo Paese che vive su poca terra e molta acqua. Canali, dighe, mulini a vento, le coste maltrattate dalle fredde correnti del mare del Nord. Una realtà che evoca antiche leggende e in ogni leggenda che si rispetti c’è sempre un trono. Quello d’Olanda da oltre 120 anni è “rosa”. Non nel senso cromatico del termine naturalmente, ma è dal lontano 1890, anno in cui morì Re Guglielmo III, che lo scettro è retto da una donna; dalla Regina Guglielmina prima, alla Regina Giuliana poi, fino all’attuale Regina Beatrice, l’Olanda è rappresentata dal Gentil Sesso. Ma lo scorso 28 gennaio l’attuale sovrana ha dato l’annuncio ufficiale della sua decisione: abdicare a favore del figlio, il Principe Guglielmo Alessandro, primogenito e legittimo erede al trono.
Sua Maestà Beatrice lascerà il trono il 30 aprile prossimo, proprio in coincidenza con la rituale festa nazionale del Giorno della Regina. La data non è casuale, coincide con il compleanno della Regina Giuliana ed è stata scelta dall’attuale sovrana proprio in segno di rispetto per la madre che a sua volta le aveva lasciato la corona abdicando.
Amsterdam è il fulcro dei festeggiamenti. Le celebrazioni iniziano la sera precedente con feste nei locali aperti fino a tardi per l’occasione e concerti all’aperto; candele e lampade a olio illuminano vetrine e finestre creando una suggestiva atmosfera tra i canali. Nel corso della Giornata della Regina tutta la capitale d’Olanda si riversa nelle strade tra mercatini e parate, balli e musica.
Il 2013 sarà l’ultima volta in cui la sovrana verrà festeggiata, ma 75 anni di età di cui 33 di regno, hanno ispirato anche la realizzazione di una mostra per salutare degnamente Beatrice e il tempo dedicato al suo Paese. “Immagini di Beatrice” è il titolo dell’esposizione inaugurata il 31 gennaio scorso in occasione del suo compleanno e che chiuderà i battenti il 20 maggio prossimo. Nelle sale del Museo Nazionale Paleis Het Loo si possono ammirare 68 realizzazioni ispirate alla sovrana selezionate da una giuria di esperti tra le 2.200 ricevute a seguito di un appello pubblico dell’emittente televisiva olandese NOS. I visitatori della mostra possono dare il proprio voto a favore dell’opera che a loro parere merita il Premio del Pubblico e alle pareti sono esposti anche lavori di artisti famosi che hanno voluto ritrarre Beatrice, come Andy Warhol, Ans Markus e Marte Roling. Così si conclude per l’Olanda l’epoca delle regine e un uomo prenderà posto sul trono. Il Principe Guglielmo Alessandro verrà investito del suo nuovo ruolo il 27 aprile, giorno del suo quarantaseiesimo compleanno, regnerà accanto alla moglie Maxima e, come nelle favole, vivranno tutti “felici e contenti”. Pur augurando lunga vita al nuovo Re, il Paese dei tulipani e dei mulini a vento riavrà un giorno una regina: la Principessa Catharina – Amalia, primogenita della coppia. E il trono tornerà a essere … “rosa”.
Paola Drera
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Quest’anno si celebrano i 1150 anni dall’arrivo degli evangelizzatori Cirillo e Metodio nella cittadina ceca di Velehrad. I festeggiamenti culmineranno il 4 e 5 luglio, giorni durante i quali è previsto l’arrivo del papa - nuovo papa e nuova agenda papale permettendo – perché questo rimane, certamente, un appuntamento importante per tutta la cristianità. Ogni anno infatti migliaia di pellegrini arrivano da tutto il mondo per le celebrazioni e, nel 1990, lo stesso papa Giovanni Paolo II è stato accolto con ogni onore. E’ stato tra l’altro proprio durante i primi anni del pontificato di Wojtila che i due evangelisti furono elevati al rango di compatroni d’Europa. Nella sua celebre enciclica il papa dichiarò: “Cirillo e Metodio sono come gli anelli di congiunzione, o come un ponte spirituale tra la tradizione occidentale e quella orientale... Essi sono per noi i campioni ed insieme i patroni dello sforzo ecumenico delle Chiese sorelle d’Oriente e d’Occidente”.
Fu proprio l’arrivo di Cirillo e Metodio in quella che allora era la Grande Moravia, una vasta regione comprendente i territori delle attuali Repubbliche Ceca e Slovacca, ma anche diverse porzioni dei principali stati mitteleuropei, a portare la costruzione dei primi santuari cristiani in Boemia.
La piccola cittadina di Velehrad, dove soggiornarono i due evangelisti, ha assunto quindi un particolare significato nella storia della chiesa. La città accoglie la Basilica dell’Assunta che, nonostante sia stata ricostruita in età barocca, mantiene un’originaria struttura gotica per la sala capitolare e la cappella dei due Santi.
La storia dell’evangelizzazione ha inizio nell’anno 862 quando il principe della Grande Moravia Rostislav inviò con successo alcuni ambasciatori dall’imperatore d’Oriente per rassicurarlo sulla rinuncia al paganesimo dei suoi sudditi e sul loro rispetto delle regole cristiane e, siccome voleva liberarsi dal giogo germanico, era suo desiderio costruire la diocesi della Grande Moravia. I moravi che a quei tempi entravano nei salotti della più alta diplomazia europea, mandarono anche altri ambasciatori da papa Nicola, ma questi respinse invece le loro richieste. La leggenda narra che, più o meno un anno dopo, due fratelli Costantino - che assunse il nome monastico Kyrillos o Cirillo - e Metodio, studiosi e monaci originari di Tessalonica, partirono per una missione in terra morava. I missionari predicavano la fede non nella lingua latina accademica e difficilmente comprensibile bensì in slavo antico che, alcuni anni dopo, sarebbe diventato la lingua della messa a pieno diritto. Grazie agli evangelisti, nella Grande Moravia si diffondeva la scrittura, la cultura e l’istruzione in lingua slava e, non a caso, Cirillo e Metodio sono considerati patroni di tutti i popoli slavi. Le tracce della loro attività si trovano in molti luoghi della Repubblica Ceca e non si tratta solo di Velehrad, ormai nota meta del pellegrinaggio dove c’era probabilmente la sede di San Metodio, primo arcivescovo della diocesi della Moravia e della Pannonia. Certamente, i missionari di Tessalonica conoscevano molto bene il borgo costruito a Sadská výšina nei pressi di Staré Mìsto o Valy presso Mikulèice, fortificato e composto di palazzi e mura massicce tra i meandri del fiume Morava. Qui squadre di archeologi hanno portato alla luce le fondamente di dodici chiese. Un luogo molto interessante è anche la Montagna di San Clemente, un’antica meta di pellegrinaggio sui monti Chøiby. Si narra che appunto qui fu costruito il monastero regalato dal principe Rostislav ai missionari ed ai loro discepoli per condurre una vita contemplativa, pregare e lavorare. Bisogna infine ricordare la più bella statua di due fratelli che si trova sulla vetta della montagna mitologica di Radhošt, proprio davanti alla Cappella dei Santi Cirillo e Metodio. Secondo la leggenda la prima croce sulla montagna di Radhošt fu eretta dai due fratelli dopo aver distrutto gli idoli pagani.
Per la cronaca, in Repubblica Ceca, secondo un censimento del 2001, il 59% della popolazione si dichiara ateo, quasi il 27% cattolico, il 2,5 % è protestante e lo 0,2 % è ortodosso. Diciamo che dai tempi della grande Moravia di vicende se ne sono alternate diverse, ma questa è un’altra storia.
Sara Rossi
www.czechtourism.it
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ZLÍN - Con questo slogan l’Ufficio del turismo della Moravia orientale intende promuovere mete turistiche e una serie di eventi più significativi di tutte le regioni della Moravia e delle regioni di Pardubice e Vysoèina.
“La distribuzione delle presenze turistiche straniere in Repubblica ceca è molto irregolare: la maggior parte di esse visita solo Praga e dintorni. Vogliamo attivarci e per questo motivo abbiamo unito le forze con i colleghi delle regioni che si trovano del tutto o in parte sul territorio delle terre storiche della Moravia e della Slesia. Abbiamo preparato una strategia e un’offerta comune per le attività di marketing in cinque dei paesi di provenienza dei turisti stranieri: Italia, Germania, Austria, Polonia e Slovacchia”, così spiega le ragioni del progetto Dana Daòová, direttrice dell’Ufficio del turismo della Moravia orientale.
Risultato del progetto è un insieme di programmi e prodotti nuovi basati sull’analisi delle tendenze attuali dei turisti stranieri. Per ogni mercato sono progettate forme diverse di distribuzione delle informazioni mirate a gruppi target e un mix di comunicazioni per il supporto alla vendita. I programmi sono concepiti principalmente come viaggi conoscitivi alla scoperta di qualcosa di nuovo: i monumenti e le feste, ma anche e soprattutto l’originale cucina locale delle sei regioni orientali del Paese. L’intero progetto viene sostenuto dall’agenzia nazionale CzechTourism, che è partner del progetto.
“Per ogni paese abbiamo preparato un’offerta specifica. Per i clienti italiani programmi ricchi di cultura, architettura, gastronomia, divertimento e relax, nonché, memori del loro amore per la velocità, gli eventi motoristici di Brno e Zlín. Vogliamo che i visitatori si rendano conto che queste ricchezze provengono appunto dalle regioni orientali della Repubblica ceca: ad esempio, 8 dei 12 monumenti cechi iscritti all’UNESCO si trovano proprio qui”, spiega Dana Daòová.
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La regione austriaca della Carinzia alla Bit invita per una colazione tra amici, molto easy ed informale, dove, gustando alcune specialità regionali, si chiacchiera di turismo, di bellezze naturali, e di wellness, un argomento che cattura sempre l’attenzione dell’universo femminile. Il tema principale di questo chiacchiericcio è proprio l’inaugurazione dell’avveniristica stazione termale KärntenTherme di Warmbad-Villach e quella di Kärntner Badehaus sul lago Millstätter See.
La prima si sviluppa su quattro piani, è costruita con materiali naturali ed ecocompatibili e, grazie alle ampie vetrate, permette di ammirare le montagne circostanti mentre ci si lascia coccolare dai trattamenti.
A Warmbad-Villach si trova anche la fonte Maibachl, un posto tranquillo e romantico dove fare il bagno al caldo, immersi nella natura. Con una profondità di massimo 1 metro e 20, i bacini naturali, nascosti nel bosco sono un luogo di relax e benessere all’aria aperta. Occorre però tener presente che queste vasche termali naturali non sono sempre attive poiché l’acqua a 28° le riempie solo nel periodo del disgelo o dopo abbondanti piogge.
La seconda inaugurazione che ha aperto la stagione invernale carinziana è la nuova casa balneare Kärnten Badehaus sul lago Millstätter See che permette di prolungare la stagione sul bacino alpino per tutto l’anno. Oltre alle saune, alle zone massaggi, una piscina esterna con acqua a 35° permette di rilassarsi nel cuore delle montagne austriache.
Parlando di bellezza e relax si degustano piatti della gastronomia carinziana.
E a pensarci bene, cosa c’è di meglio di iniziare una giornata sugli sci, tuffarsi nelle acque termali nel pomeriggio, per poi ritemprarsi con una bella cena?
Si tratta di una cucina di frontiera che mischia diversi sapori e che si lascia permeare da differenti suggestioni culinarie. Il piatto tradizionale carinziano è il tortellone ‘Kärntner Nudeln’, ripieno di patate e ricotta o di pere secche. Le carni hanno una notevole importanza, dall’agnello del Glockner al manzo della Nockalm, rinomati ben oltre i confini nazional.i
L’influsso sloveno si fa sentire nella tradizionale carne macinata della Carinzia del sud, mentre un certo influsso friulano, e ancora sloveno, lo si ritrova in un dolce tipico il ‘Reindling’, una focaccia lievitata con uva passa e cannella.
Diverse sagre sottolineano l’importanza della cucina regionale, la festa del pesce ‘Fischfest’, ad esempio, permette di apprezzare pesci provenienti dai laghi della zona come il siluro, il luciperca e la trota di lago. Non a caso le qualità del pesce carinziano venivano celebrate già nelle cronache del XV secolo. Non si può dimenticare poi la festa del pane ‘Brotfest’ di Liesing. Il processo di lavorazione dal chicco di grano al pane sfornato è rimasto identico da secoli e recentemente è stato sottoposto a tutela dall’Unesco come patrimonio culturale dell’umanità.
Per quanto riguarda invece l’aspetto enologico, la Carinzia, e la valle del Lavanttal in particolare, ha scelto di distinguersi e di specializzarsi nella produzione di sidro frizzante. Prodotto da mele di qualità pregiate e ideale con ogni piatto, segue un procedimento di lavorazione che si tramanda da generazioni nelle fattorie intorno al maestoso monastero benedettino di St. Paul.
Tra una degustazione e l’altra il tempo passa e la nostra colazione carinziana volge al termine.
Non ci resta che congedarci e ridarci appuntamento lassù, nel vicino nord.
Sara Rossi
www.carinzia.at
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Quando le temperature autunnali si abbassano per far spazio all’inverno, le barche a vela continuano a veleggiare su un’enorme distesa ghiacciata. Fare sport all’aria aperta è un piacere che in Burgenland non conosce stagioni: in inverno il lago di Neusiedl, ghiacciandosi
completamente, quando le temperature nel mese di gennaio si abbassano notevolmente, si trasforma infatti nella più ampia pista di pattinaggio naturale dell’Europa centrale. Questo lago di steppa offre una superficie di circa 300 km2, adatta alla pratica di numerose discipline sportive invernali come il pattinaggio, la vela, il surf, il kitesurf, il ciclismo e la camminata su ghiaccio.
Tutti i percorsi di pattinaggio sono comodamente raggiungibili. Ai bordi delle piste, corde e scale pronte per aiutare i pattinatori nel caso in cui il ghiaccio dovesse rompersi. E, dopo un sano esercizio fisico all’aria aperta, non c’è niente di meglio che un pasto caldo e abbondante in uno dei numerosi ristoranti e taverne presenti in zona: in Burgenland, anche sedersi a tavola è un piacere!
Per chi desidera avere informazioni sull’accessibilità al lago, sulle temperature e sul ghiaccio, è disponibile un numero speciale, l’Eistelefon (il telefono del ghiaccio), che dispone di tutti i contatti utili per ogni tipo di aggiornamento.
Neusiedler See Tourist Board: Tel. +43(0)2167
www.neusiedlersee.com
Non mancano tuttavia le opportunità per chi preferisce altri tipi di attività all’aria aperta, come ad esempio le passeggiate attorno al lago di Neusiedl: il paesaggio pannonico nella quiete invernale è intenso e suggestivo, forse non spettacolare come una discesa con gli sci, ma non meno impressionante… e con un pizzico di romanticismo.
Anche nella natura invernale e silenziosa c’è molto da scoprire, come le 48.000 oche svernanti nella regione, un impressionante spettacolo naturale. Per osservare le oche all’opera è possibile informarsi presso il centro informazioni del Parco Nazionale a Illmitz. A novembre, ogni sabato dalle 14:30 alle 17:30, è di scena “La fila di oche”, mentre a dicembre, gennaio e febbraio, ogni sabato dalle 13 alle 16, si svolgono speciali incontri sulle strategie svernanti di animali e piante dal titolo “Inverno nel Parco Nazionale”.
www.nationalpark-Neusiedlersee-seewinkel.at
È' davvero difficile eguagliare l’atmosfera romantica di un bel giro in una slitta trainata da cavalli e poi entrare in una locanda per bere una bevanda calda e gustare prelibatezze pannoniche.
A due passi da Vienna, il Burgenland è una regione tutta da scoprire, vivere e ricordare. 300 giorni di sole all’anno per un lembo di terra dalle mille sfumature. In questa cornice pittorica prendono vita castelli, fortezze, torri di avvistamento e una frizzante atmosfera culturale. Passato e presente si fondono in un tutt’uno regalando al turista la suggestione di un mix tra antiche leggende e fermento innovativo. Area naturale protetta per un terzo del territorio, il Burgenland vanta piste ciclabili, sentieri per trekking, paradisi per velisti e surfisti: un vero eldorado per vacanze eco-sportive. Un viaggio nella storia e nei sensi, impreziosito dalle tante esperienze gourmet locali e dall’aroma dei suoi vini... per un soggiorno all’insegna del benessere sul versante più soleggiato dell’Austria.
Per informazioni:
www.burgenland.info/it
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Sarà il ricordo - non ancora sopito - dell’occupazione sovietica, saranno i rigori dell’inverno magiaro: fatto sta che per strada, o sulla silouette snella del Ponte delle Catene, le persone in cui ci si imbatte hanno il volto inesorabilmente sormontato da un colbacco di folta pelliccia.
Sul Ponte Szechenyi tira un vento tagliente e il freddo leviga la superficie gonfia di un uggioso Danubio grigio-verde, che con il “bel Danubio blu” di straussiana memoria ha ben poco a che spartire.
Orizzonte ampio, colori pastello: ecco Budapest, monumentale e malinconica capitale ungherese che nell’Ottocento, un anonimo viaggiatore indicava come porta dell’Oriente per chi arrivava da Ovest e come prima città occidentale per chi arrivava da Est.
Sorta nel 1872 dall’unione delle circoscrizioni amministrative di Buda, Obuda e Pest, la Budapest odierna offre ancora al turista moderno il raro fascino di due anime... e di due centri storici: da una parte la movida un pò pigra di Pest, che attraverso l’arteria commerciale della Vaci utca confluisce in Piazza Vorosmarty, dall’altra l’eleganza demodée di Buda, con il suo Palazzo Reale, il prezioso ricamo neogotico della Chiesa di San Mattia e l’arioso colpo d’occhio offerto dal Bastione dei Pescatori. È un imperdibile percorso ascensionale, quello che conduce alla collina di Buda, un cammino a ritroso che si snoda sulle tracce del caparbio testa a testa che nel 1867 avrebbe eroso le resistenze della monarchia viennese trasformato i domini asburgici in un’entità politica bicefala: l’Impero Austro-Ungarico.
Ma Budapest non è solo questo: quello che vi suggeriamo in alternativa ai soliti, triti e ritriti circuiti turistici, è un insolito percorso in due tappe, urbano e non, che vi offrirà scorci alternativi sulla capitale ungherese.
Tappa numero uno: Pest, Mercato Centrale, un im menso padiglione fin de siècle che abbraccia una vitalità debordante da bazar orientale. Allegro e affollato, il Mercato Centrale è un variegato affastellarsi di colori e odori: i banconi tracimano di ogni ben di dio, rape, biscotti, cumuli pantagruelici di petti d’oca, pizzi, ricami. E paprika. Già, come dimenticare la paprika - la spezia ungherese per antonomasia - che infesta i banconi di ogni negozio e la cui presenza è allegramente sbandierata in ogni dove da mazzi scarlatti di peperoncino?
Ma è tempo di andare e recarsi alla stazione di Batthyany Ter per una gita fuori porta. Tempo: quaranta minuti. Destinazione Szentendre, la Montmartre ungherese: un nome impronunciabile (“il Diavolo rispetta la lingua magiara”, come disse Chico Buarque) e stradine silenziose. Szentendre nell’Ottocento era punto d’incontro di pittori e poeti: oggi il villaggio ospita numerosi attori e un numero spropositato di gallerie d’arte. Certo, il profilo dei negozi che si assiepano lungo le vie è volutamente commerciale (come a Montmartre, d’altra parte), ma l’inverno gioca a nostro favore e il freddo esercita un potente esorcismo diradando le folle di curiosi. Rimangono solo il profumo della legna che arde nei camini e i colori accesi delle case. Atmosfera d’altri tempi: la magia di Szentendre è discreta e silenziosa. Assaporatela agli angoli delle stradine o entrate al Folt Café, dove fra stufe e cumuli di legna troverete artisti e comuni mortali impegnati a bere, discutere, cambiare il mondo. Vi accoglieranno come se foste di casa, in una lingua che non è la vostra perché qui si fa così -si conosca o no l’inglese- e per uno degli incomprensibili paradossi che rendono bello il mondo, in Ungheria, dove si parla una delle lingue più ostiche del pianeta, la parola d’ordine è ”comunicare”.
testi e foto di
Martina Fragale
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A Dresda, dove visse per 19 anni, più che in ogni altra città, quasi ogni angolo parla di Wagner. Nella Kreuzkirche Wagner scopre il “Dresden Amen”, un motivo che collocò poi nel Parsifal. Nella locanda “Gasthof Blasewitz” nell’attuale Schillerplatz, legge il romanzo “Rienzi” che lo ispira alla composizione della sua grande opera tragica, primo trionfale successo. A Dresda compose poi altri capolavori, l’”Olandese volante” e “Il Tannhauser”.
Dai Principi regnanti, il 2 febbraio 1843, Wagner ottiene l’ambita posizione di Maestro di Cappella di Corte per un compenso annuo di 1500 talleri. Nella Frauenkirche, per il Festival Musicale, compone un memorabile concerto nel 1843, in cui 100 orchestrali suonano nella navata circolare della chiesa e 1200 cantanti fanno echeggiare dalle balconate “La cena d’amore degli apostoli” nella maestosa cupola, secondo il modello della musica “angelica” che scende dall’alto.
Nell’antico cimitero cattolico di Dresda, dove aveva fatto portare da Londra la salma di Carl-Maria von Weber, che venerava, Wagner suona nel 1844 in suo onore la sinfonia funebre per fiati e tamburi muti, su motivi dell’opera “Euryanthe” di Weber. Nel Neuer Annenfriedhof, il cimitero protestante, invece, si conserva la tomba di Minna, prima moglie con cui condivise i primi successi, ma con cui ebbe sempre un rapporto tormentato. Nella Piazza del Mercato, Wagner si mise in vista come rivoluzionario nel 1849, tanto che fu costretto all’esilio dalla per 13 anni.
Ci sono certo anche tracce più labili del suo passaggio. Le molte case che aveva affittato e cambiato, sempre preso da manie di grandezza che non riusciva a soddisfare, ora non ci sono più. Ma i cittadini di Dresda devotamente sanno indicare una banca, un hotel, una fermata di tram, che corrispondono oggi alle case wagneriane dell’800.
Il museo della città, Stadtmuseum Dresden, che da aprile ad agosto allestirà la mostra “Riccardo Wagner a Dresda. Mito e storia” sarà un ottimo punto d’osservazione per scoprire le sue radici e tanti aneddoti legati alla città. Ma ovviamente il punto focale dell’itinerario wagneriano a Dresda sarà il magnifico teatro Semperoper, costruito dall’architetto Gottfried Semper, con cui Wagner discusse a lungo dell’architettura teatrale ideale. Dresda era allora una delle capitali più affascinante del Nord Europa, già arricchita sfarzosamente dalla dinastia dei Wettin, i Principi Elettori della Sassonia, che governavano dal 1200. Anche se terribilmente bombardata nel 1945 dalle forze alleate e praticamente distrutta, oggi questa “Firenze sull’Elba”conserva un grande fascino, dopo la ricostruzione accurata degli anni successivi. Ricostruzione completata quasi miracolosamente con la Frauenkirche che, grazie a donazioni provenienti da tutto il mondo, è stata riaperta nel 2005. Quando si attraversa il ponte Augusto sull’Elba si ha un magnifico colpo d’occhio sul cuore della città, con i suoi sfarzi barocchi, pinnacoli e cornicioni, riccioli di pietre, guglie, frontoni a volute e giochi in chiaroscuro, balaustre di statue e torrioni. E’ proprio quel centro storico che conobbe Wagner con il Duomo, il Castello residenziale, la terrazza Bruhl, il lungo Corteo dei Principi in porcellana di Meissen, il famoso Zwinger con i capolavori di porcellana, di oreficeria e di pittura, tra cui la famosa Madonna Sistina di Raffaello.
Franca Dell'Arciprete Scotti
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A Lipsia, invece, il punto di partenza è la casa dove Wagner nacque nel 1813. Una lapide e una sagoma che appare in trasparenza nella modernissima facciata in vetro lo ricordano. Nella chiesa di San Tommaso, famosa fin da allora per un coro di voci bianche, fu battezzato. Nel cimitero ci sono la tomba della madre e della sorella, mentre un monumento e una piazza sono dedicati a lui. Emozionante la visita nella Alte Nikolaischule, che ancora conserva l’aula originale dove l’alunno indisciplinato sviluppò la sua sensibilità. E sempre a Lipsia, ascoltando il Fidelio nel Gewandhaus, Wagner racconta di aver deciso a 15 anni che la musica sarebbe stata la sua vocazione.
Nell’Arabische Coffee Baum, uno dei più antichi caffè al mondo ancora conservato, si svolgevano interminabili discussioni tra intellettuali e artisti, tra Wagner e Schumann.
Dal 1831 studiò musica all’Università di Lipsia e fu allievo del maestro del Coro di S. Tommaso, Christian Theodor Weinlig. Nell’Hotel de Pologne il giovane irrequieto entrò in contatto con le idee rivoluzionarie della 'Giovane Germania'. Nel 1862 diresse nel Gewandhaus la prima dell’ouverture de 'I Maestri Cantori di Norimberga'. E nel teatro dell’Opera di Lipsia, nel 1879, Wagner si riconciliò con la sua città natale, dopo il successo trionfale della tetralogia “L’anello dei Nibelunghi”.
D’altronde Lipsia é da sempre la “città della musica”, frequentata dai nomi più importanti del canone musicale europeo: da Bach, a Schumann, Mendelssohn, Grieg, Mahler. La ricca eredità musicale vive in pieno attraverso l’Orchestra del Gewandhaus, e il famoso 'Thomanerchor', Coro di S. Tommaso, con una storia che risale a quasi 800 anni fa, diretto per anni da Bach. Dovunque si può assistere a concerti pomeridiani e serali, le chiese offrono continuamente appuntamenti musicali. Il Museo Grassi conserva una delle più ricche collezioni al mondo di strumenti musicali, mentre “La strada delle note” prevede un sistema di accompagnamento musicale in tre percorsi, due percorsi a piedi e un percorso in bici, attraverso i più importanti luoghi storici nel centro della città.
Per appassionati wagneriani...
In onore del 200simo compleanno di Wagner nel 2013, la metropoli sull’Elba festeggia la vita e l’operato del genio musicale con una serie di eventi.
Il 18 maggio l’Orchestra di Stato di Dresda eseguirà “La cena degli apostoli” nella Frauenkirche, lo stesso luogo dove fu eseguita la prima volta.
Il 21 maggio la Sächsische Staatskapelle Dresden diretta dal direttore Christian Thielemann in collaborazione con il Festival della Musica di Dresda eseguirà un grande concerto.
La Semperoper festeggerà il compositore con il „Lohengrin“, “L’Olandese volante”, “Il Tannhauser” „Tristano e Isotta” una delle più significative storie d’amore nella storia del teatro.
www.dresden.de/wagner
A Lipsia il programma delle celebrazioni 2013 prevede l’esecuzione di “Parsifal”, “Rienzi”, “L’Oro del Reno”, “I Maestri Cantori di Norimberga”, “L’Olandese Volante”. Dal 16 al 26 maggio, in cui ricorre esattamente il bicentenario della nascita, il Richard Wagner Festival propone una serie di concerti, mottetti, matinée, oltre ad una miriade di conferenze e convegni.
Protagonista l’Orchestra dell’Opera di Lipsia che suona nel Gewandhaus, nel Teatro dell’Opera ed accompagna le cantate nella Chiesa di S. Tommaso.
Inoltre il Museo Richard Wagner aprirà il 21 maggio la mostra “Il giovane Richard Wagner. 1813-1834” sulla sua giovinezza, necessario complemento all’esposizione del Museo di Bayreuth dedicata agli anni della maturità. www.richard-wagner-leipzig.de
...e per wagneriani buongustai
Per il 2013 sono previste anche succulenti proposte gastronomiche legate a Wagner o al periodo in cui visse Wagner.
Tra i piatti più tipici : la zuppa di erbe amare con polpa di granchi e crostini, maiale arrosto servito con uova di quaglia, filetto di manzo in salsa di mostarda e capperi, mousse alla birra con meringhe.
Li propongono, con ricco assortimento di vini locali:
A Dresda:
- Hotel Bülow Palais Dresden, www.buelow-palais.de
- Swissôtel Dresden am Schloss, www.swissotel.com
A Lipsia:
- Restaurant Weinstock Leipzig, www.restaurant-weinstock-leipzig.de
Per tutte le informazioni turistiche in italiano:
Germania Turismo
www.germany.travel
Franca Dell'Arciprete Scotti
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Prenderà il via entro la fine del 2013 “Destination Europe 2020”, la nuova strategia di marketing condivisa per promuovere il continente intero: unica e ricchissima one destination, soggetto in grado di concentrare risorse e know how necessari a lanciare il proprio invito in tutto il mondo. Lo ha annunciato Eduardo Santander, da poco alla guida della European Travel Commission, l’organismo indipendente e non profit basato a Bruxelles al quale partecipano 33 enti di promozione di altrettanti Paesi, istituzionalmente dedicato alla promozione del turismo verso l’Europa.
Rilancio obbligatorio
Perché il continente perde quote di mercato da decenni: dal 60% del totale mondiale nel 1990 al 51% nel 2011, e lo stesso vale per i ricavi che sono scesi nello stesso periodo dal 49% al 44%. Mentre invece il turismo resta fondamentale per l’economia del continente, che nel 2010 ne ha ricavato direttamente il 5% del PIL, più un altro 5% considerando anche l’indotto: un business totale da 306 miliardi di euro di fatturato e 9,7 milioni di addetti, con sei mete europee nella top ten mondiale per numero di arrivi e cinque in quella dei ricavi.
Idee dall’incoming
Dunque ora è fondamentale contenere con iniziative energiche l’emorragia di arrivi, e anzi rilanciare per invertire la tendenza. "La nostra azione sarà tanto più efficace – ha sottolineato Santander – se potremo contare sul sostegno e sull’entusiasmo di tutta l’industria dell’incoming, alla quale vogliamo renderci utili, e che vogliamo coinvolgere in questo progetto alla ricerca di idee brillanti e iniziative per accrescere il richiamo dell’Europa come unica destinazione".
“Destination Europe 2020”, ha chiarito infatti Santander, risponde al mutare costante della domanda di turismo: "Si aprono nuovi bacini di mercato – ha spiegato – cambiano i desideri e le percezioni dei consumatori, evolvono a velocità incredibile i metodi di distribuzione e vendita del prodotto turistico, anche con la crescita vertiginosa dei social media".
Progetto in tre fasi
Il progetto delineato da Santander sarà finanziato dalla Commissione Europea e da risorse proprie dell’ETC. E si sviluppa in tre punti. Subito le Start-up Actions: costituzione di think tanks, revisione e upgrading del sito VisitEurope.com, lancio di un concorso per convincere i consumatori a vivere in Europa la loro vacanza di sogno, e a condividere le loro idee sui social media. Seguiranno seminari e workshop di tipo consultivo con gli operatori del turismo per lo sviluppo di una campagna pilota: nei mercati strategici di Usa, Canada, Cina e Brasile, per consentire ad agenti di viaggi e tour operator di conoscere i plus del prodotto Europa e individuare le migliori tecniche per venderlo. E per la campagna di marketing sarà creato lo strumento interattivo trip inspirer su VisitEurope.com, con impiego massiccio di video.
Strumenti di lavoro in conferenza
ETC presenterà i risultati dei workshop, idee e intelligence in una conferenza dalla quale uscirà, entro la fine del 2013, un piano strategico dettagliato per “Destination Europe 2020”: temi della campagna, programma dettagliato per ogni mercato, raccomandazioni sui canali di comunicazione, un brand manual e stime su tendenze, volumi di traffico, comportamenti di consumo.
www.etc-corporate.org www.visiteurope.com
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È' live il nuovo sito di Turismo Irlandese, raggiungibile dal nuovo indirizzo www.irlanda.com che sostituisce il precedente www.irlanda-travel.com.
Grazie alla facilità di riconoscimento e memorizzazione del nuovo dominio, il sito garantirà una maggiore visibilità alla destinazione con significativi benefici a lungo termine per il turismo verso l’isola d’Irlanda.
La versione italiana del sito é stata visitata da più di 640.000 utenti nel 2012 e più di 12 milioni di visitatori in tutto. Il 73% dei turisti stranieri ha rivelato che la rete è stata la principale fonte di informazione per la scelta dell'Irlanda quale meta di viaggio (fonte Visitor AttitudeSurvey) ed è quindi alla base della strategia di comunicazione dell’ente.
Il nuovo sito www.irlanda.com, realizzato dall’agenzia londinese HUGO&CAT, dal punto di vista tecnologico fa un enorme passo in avanti, in quanto ha come obiettivo primario quello di renderlo totalmente interattivo con l'utente e quindi completamente integrato con i social network. Il nuovo sito dà, infatti, la possibilità di condividere contenuti, foto,video, in modo da stimolare la partecipazione attiva degli utenti sui temi riguardanti l’Irlanda. Inoltre, è stato concepito per essere consultato da tutti i dispositivi portatili, come smartphone e tablet.
A fine 2012 Turismo Irlandese ha raggiunto un milione di fan su Facebook nel mondo, risultando così il secondo più popolare ente del turismo, dopo Australia e prima di Spagna. Traguardo tanto più significativo se si considera che ha raddoppiato i suoi fan in un anno. La pagina Facebook di Turismo Irlandese in Italia raccoglie più di 49.600 fan con un incremento del 157% rispetto solo a un anno fa.
Come parte della sua strategia di marketing globale, Turismo Irlandese intende continuare e potenziare le proprie attività sui social media, che saranno sempre più integrate con il nuovo sito, per attrarre i potenziali visitatori verso l’isola d’Irlanda.
Commentando queste importanti novità Niamh Kinsella, Direttore di Turismo Irlandese in Italia, afferma che “Il nuovo sito e il nuovo dominio ci aiuteranno a incanalare con ancora maggiore efficacia la fenomenale crescita dei social media e progettare una massiccia presenza on line per attrarre un numero sempre crescente di visitatori in Irlanda. Visto che il passaparola si svolge sempre più online, ci stiamo impegnando molto nell’incoraggiare i turisti affezionati e potenziali a parlare dell’Irlandain rete e a stimolare una condivisione positiva dei racconti di viaggio nel paese. Siamo convinti che il nuovo sito offrirà moltissimi spunti per parlare della nostra bella isola perché focalizzerà l’attenzione del visitatore verso la destinazione tenendo conto dei suoi interessi e passioni”.
In conclusione, il nuovo sito Irlanda.com non è solo un semplice sito in cui trovare maggiori informazioni, ma anche un luogo in cui poter scambiare esperienze, informazioni e suggerimenti sull’Irlanda. E grazie al ruolo di primo piano che le immagini hanno all’interno del nuovo sito, irlanda.com diventerà anche un luogo dove ognuno potrà sicuramente trovare la propria motivazione per un viaggio in Irlanda.
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Exhibitaly, la rassegna voluta dal governo italiano per promuovere il meglio del made in Italy in Russia, ha messo a fuoco le eccellenze scientifiche e tecnologiche del Belpaese nell’astronomia. Lo ha fatto all’ambasciata d’Italia a Mosca, dove per l’occasione sono stati esposti il cannocchiale di Galileo Galilei e il trattato 'Sidereus Nuncius' scritto dal celebre scienziato. In mostra anche gli specchi per moderni telescopi della compagnia statale russa Lzos, prodotti a Lytkarino (alle porte della capitale), modellini in scala dei telescopi Eso e fotografie astronomiche. L’Italia, che attraverso il telescopio di Galileo ha dato vita all’astronomia moderna, continua ai giorni nostri a distinguersi nel settore. Un esempio è la costruzione affidata al nostro paese del telescopio dell’Eso, European southern observatory, a grande campo Vst.
A questa impresa di successo, gestita per conto dell’Eso e dell’Inaf, l’Istituto nazionale di astrofisica e dal suo direttore, il professor Massimo Capaccioli, hanno dato un contributo essenziale il gruppo industriale Eie di Venezia e la compagnia di stato russa Lzos.
È' stata inaugurata al museo Puškin di Mosca la mostra 'Lorenzo Lotto, il Rinascimento nelle Marche': una decina di straordinari quadri giovanili di questo genio riscoperto solo nel Novecento. L’esposizione rientra nella più vasta cornice di 'Exhibitaly', la manifestazione voluta dal governo italiano per promuovere le eccellenze italiane in Russia. Tra le opere, che resteranno esposte sino al 10 febbraio prossimo, figurano il ritratto di Lucina Brembiati, l’Angelo annunciante e la Vergine annunciata, una Madonna col bambino, le Nozze mistiche di Santa Caterina, la Sacra famiglia con Santa Caterina, la Madonna col bambino incoronata dagli angeli e i santi Stefano, Giovanni Evangelista, Mattia e Lorenzo, la Presentazione al Tempio. La maggior parte delle opere provengono dalle Marche, una anche dal palazzo del Quirinale. Alla conferenza stampa di presentazione hanno preso parte l’ambasciatore italiano, Antonio Zanardi Landi, la storica direttrice del museo Puškin, Irina Antonova, che è stata di recente nominata Cavaliere della Repubblica Italiana dal Presidente Napolitano, la direttrice regionale per i beni culturali e paesaggistici delle Marche, Lorenza Mochi Onory, la soprintendente per i beni storici e artistici della stessa regione, Maria Rosaria Valazzi, e il curatore della mostra Gabriele Barucca. Per l’occasione è stato realizzato anche un catalogo curato da Mondo Mostre, la società che ha organizzato l’esposizione.
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Una città a misura d’uomo, dove tutto è a portata di mano, o… di piede. A pochi passi, a qualche minuto da tutto, Losanna è di facile accesso da ovunque si giunga: via stradale (autostrada A1/E25 e A9/E27), ferrovia (rete FFS e TGV Parigi-Milano), aria (a 60 km dall’Aeroporto internazionale di Ginevra-Cointrin, a 45 minuti in macchina o treno) e persino dall’acqua, grazie ai battelli della Compagnie Générale de Navigation, sul Lago di Ginevra. Vicinissima a numerose importanti destinazioni quali Montreux e il Castello di Chillon, Zermatt e il suo Matterhorn, lo Jungfrau, Lucerna, la cittadina storica di Gruyères, il ghiacciaio des Diablerets e le Alpi del Cantone di Vaud, la grande stazione francese di Chamonix. La città, capitale del Cantone di Vaud, dall’epoca della romana "Lousonna" fino alla città europea dei nostri giorni, non ha mai smesso di essere un crocevia Nord-Sud tra il mare del Nord e il Mediterraneo. La «Cité», il centro storico dominato dalla cattedrale gotica del XIII secolo, con quattro torri e centocinque vetrate, ha preso forma nel Medio Evo, e di quel periodo le resta un magnifico patrimonio architettonico e artistico: vie lastricate, edifici in cui fioriscono le insegne di botteghe, atelier artigianali e simpatici bistrot, tradizioni tuttora vitalissime. Nella sua cornice naturale, Losanna - con i suoi 135’000 abitanti - è una città che però si bea anche della campagna: domina il Lago di Ginevra e si sviluppa tra vigneti, boschi di abeti e campi coltivati. È quindi comprensibile che figuri tra le città più verdi d’Europa. Costruita su un territorio collinare, si estende da Ouchy, sua stazione balneare a 372 m d’altitudine, a Chalet-à-Gobet, sua stazione invernale (876 m di altitudine). Riflettendosi nelle acque del lago, Losanna offre un meraviglioso panorama su Evian e sulle Alpi della Savoia, tra le Dents-du-Midi e il Monte Bianco, e fiancheggia i vigneti del Lavaux, nel 2007 inserito nel Patrimonio mondiale dell’UNESCO. Lungo le rive fiorite del lago di Ouchy, a Est si allungano i boschi del Jorat e le collane di vigneti del Lavaux e ad Ovest le viti de La Côte. Complessivamente, un polmone verde di 350 ettari di parchi e giardini pubblici che invitano a rilassarsi, passeggiare a piedi o fruire di una flotta di mezzi ecologici per tutti i gusti: bici a noleggio, bus elettrici o a gas naturale, battelli elettrici e solari. La città infatti, da anni, è una paladina dello sviluppo sostenibile, punto di forza della sua politica comunale. Fa bene all’anima soggiornare in questa cittadina dall’aspetto di metropoli, dal volto umano e dall’atmosfera calorosa. Il turismo urbano assume qui un’aria di ospitalità per tutti, bambini, giovani e meno giovani, uomini e donne d’affari, amanti della cultura, sportivi. Il tutto in una cornice che plasma la bellezza dei luoghi all’estetica architettonica, la tranquillità dei quartieri antichi all’animazione della città moderna, la serenità e la dinamicità di una capitale del terziario: banche, assicurazioni, società internazionali, grandi aziende, alte scuole e soprattutto un vasto ventaglio di alberghi di ogni categoria, per una capacità totale di oltre 5’000 posti letto. L’attività commerciale è effervescente, fatta di piccoli negozietti e grandi centri commerciali, boutique di marca, ristoranti, bar e caffè, locali notturni. Veri e propri testimoni di un ricco passato, pilastri della cultura moderna in tutte le sue forme, sono più di venti i musei aperti al pubblico, dai più diversi settori di interesse: storia, scienze, belle arti, arti figurative alla Fondazione de l’Hermitage, cimeli sportivi al Museo Olimpico (attrazione unica nel suo genere che celebra permanentemente la Capitale Olimpica e, ogni anno, accoglie 200.000 visitatori, ora chiuso per ristrutturazione), opere della follia e del disagio alla particolarissima Collezione de l’Art brut, pellicole d’autore alla Cineteca svizzera, rarità fotografiche al Museo de l’Elysée. Un vanto per Losanna, che beneficia anche di una densità culturale del tutto eccezionale: opera, teatri (tra cui il Théâtre de Vidy), musica (Orchestre de Chambre, Ensemble vocal de Lausanne) e, naturalmente, danza con il Béjart Ballet Lausanne, che da venticinque anni ha sede in città, e altre compagnie coreografiche di fama internazionale. Palcoscenico d’avanguardia, dà spazio a ritmi e generi musicali d’ogni tempo e di ogni latitudine: dal classico al jazz, con una ecletticità unica. L’immagine giovane di Losanna proviene probabilmente dalla sua crescente reputazione di città-scuola, forte di un’offerta di oltre duecento istituti pubblici e privati. Città tra le più studiose della Svizzera dunque, ma anche fra le più giovani e divertenti, ospita il più grande campus della Confederazione (collegato al centro da una metropolitana propria), "backstage" di sette Facoltà universitarie e del Politecnico Federale (EPFL). Formazione di comprovata reputazione anche presso istituti internazionali di management aziendale (come l’IMD, uno dei più prestigiosi al mondo) e di amministrazione pubblica, alte scuole professionali, a cominciare dalla Scuola alberghiera di Losanna – prima al mondo – numerosi istituti di insegnamento privati, scuole d’arte, tra cui l’ECAL, la HEMU, e la Scuola – Atelier Rudra-Béjart. Inutile precisare che questa variegata popolazione di studenti ha favorito la diffusione di numerose infrastrutture sportive, locali pubblici e altri esempi di attività commerciali giovanili. A Losanna, due visitatori su tre sono uomini d’affari o partecipanti a congressi, e qui hanno il vantaggio di poter disporre di attrezzature di lavoro e di alberghi efficienti, pur beneficiando della vita sociale e ricreativa della città. Siamo in una città e in una regione ad elevata densità gastronomica… come testimonia il numero record di ristoranti premiati con stelle, fiori, forchette e quant’altro, dalla cucina del territorio alla grande gastronomia, dai piatti delle brasseries alle delizie esotiche, dal piccolo bistrot al ristorante esclusivo. E poiché i turisti sono in un certo senso "tenuti ad assaggiare" i prodotti e le specialità del territorio, non si può non citare innanzitutto i filetti di pesce persico del lago, il salmerino del Lago di Ginevra, il papet vaudois, piatto tipico a base di patate, porri e salsiccia al cavolo, e naturalmente anche la fonduta, la raclette, il dolce alla marmellata d’uva, le torte e le specialità con il buon cioccolato svizzero… il tutto accompagnato dai vini bianchi e rossi del Cantone di Vaud.
Ultima chicca la M2, prima metropolitana svizzera a funzionamento automatico su gomma, capace di superare pendenze del 12%, quest’anno festeggia i suoi primi quattro anni di atttività. Collega la stazione di Ouchy sulle rive del lago (372 m) alle colline che incorniciano, a Nord, l’abitato di Losanna (876 m). In una città all’avanguardia della mobilità sostenibile, la moderna "M2" ha rivoluzionato la vita di cittadini e turisti, che in pochi minuti possono raggiungere il centro città, la stazione ferroviaria, il lago e le principali attrazioni turistiche della città. Chi soggiorna a Losanna ha una piacevole sorpresa: per chi effettua almeno un pernottamento in hotel o nei campeggi del comprensorio urbano, i trasporti pubblici (incluso il servizio della M2) sono gratuiti. La tessera per la libera circolazione viene consegnata all’arrivo nella struttura ricettiva prenotata e vale per la durata dell’intero soggiorno.
Leonella Zupo
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Tra le regioni più belle del Paese, quella del Lago di Ginevra (Lemano) offre panorami e possibilità fuori dal comune che indubbiamente stuzzicano la curiosità. La diversità che questa regione presenta su una superficie tanto limitata è una vera e propria rivelazione. È in questo microclima dovuto alla presenza del più grande lago dell’Europa occidentale che si possono vedere le palme crescere al centro di splendide aiuole fiorite. Tuttavia, a meno di due ore da Losanna, duemila metri più in alto si può sciare tutto l’anno sulle nevi perenni del ghiacciaio des Diablerets, da dove si gode di una vista garantita su alcune tra le più famose vette delle Alpi. Vigne a terrazza che, per 14 chilometri, profilano la riva elvetica del lago di Ginevra, fra Losanna ed il Castello di Chillon, graziosi villaggi baciati dal sole, incastonati qua e là e collegati fra loro da sentieri da percorrere in auto, ma anche in bici e a piedi: é il cosidetto «Lavaux», regione viticola che dal 2007 fa parte dei Beni del Patrimonio Mondiale dell’Unesco. Alle tante cantine aperte al pubblico, dove autorevoli «vignerons» ripercorrrono l’epopea di vini qui coltivati sin dall’epoca romana, da maggio 2010 si è aggiunto il Lavaux Vinorama, un centro dedicato alla conoscenza di vigne ed etichette del luogo, raccontate attraverso un video che ha seguito per un anno, passo passo, l’attività di una famiglia di vignaioli. Premessa per una visita all’ esposizione interna di oltre 300 vini, tutti da degustare o acquistare. Ma la bellezza maestosa dei paesaggi non è l’unico piacere che offre questo paese bonario, di espressione francese, in cui le influenze latine si fanno chiaramente sentire. Qui infatti troverete probabilmente più musei che in nessun altro posto sulla terra. La maggior parte di questi musei sono di una diversità sorprendente, vivaci e attivi riflettono tutto un ventaglio di tradizioni locali, della vita culturale, del passato storico, di interessi e ambiti di ogni genere. Infine, per gli amanti del buon vino e del buon cibo, le specialità culinarie di questa regione vanno d’accordo con tutta l’offerta gastronomica dei grandi ristoranti selezionati dalle guide più celebri, come la guida Michelin e GaultMillau.
Leonella Zupo