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ll 25 settembre 2021 a Quattro Castella e il 26 settembre a Rondinara di Scandiano gli ultimi eventi del ciclo di percorsi dedicati alla scoperta degli alberi monumentali attraverso la poesia, la danza, la musica e il contatto con la natura
Le querce secolari dell’Appennino reggiano sono le protagoniste degli ultimi due appuntamenti di Alberi in Cammino, ciclo di 5 percorsi dedicati alla scoperta e alla conoscenza degli alberi monumentali dell’Emilia, attraverso la poesia, la danza, la musica e il contatto con la natura.
Sabato 25 settembre 2021 a Quattro Castella (RE) e domenica 26 settembre a Rondinara di Scandiano (RE) si potrà partecipare ad una coinvolgente escursione e performance alla scoperta dei preziosi giganti verdi.
Per raggiungere la quercia secolare di Quattro Castella, si passa attraverso la Corte degli Ulivi, protetta da un arcano muro di conchiglie, residuo dell’antica Tetide. In questo territorio, alcune grandi querce si sono salvate durante la seconda guerra mondiale perché sotto le loro fronde i tedeschi avevano nascosto munizioni e carri armati. Non è un caso, infatti, che il terreno nasconda alcuni avvallamenti, testimonianza delle bombe sganciate dagli Alleati.
La quercia “cento rami” di Rondinara di Scandiano si trova sulla cima di un colle e per la sua magnifica posizione è considerata tra gli alberi più belli d’Italia. Un albero che può raccontare tante storie, in quanto protagonista dell’ara: sotto la sua chioma si svolgeva la vita della comunità. Il percorso per raggiungerla è molto suggestivo, perché offre una visione magica del Monte Cusna e di tutto l’Appennino.
Partecipando ai due eventi di Alberi in Cammino, i partecipanti saranno coinvolti in una performance che mescola i testi tratti dalle “Metamorfosi di Ovidio”, le opere di Tasso, Hesse, Shakespeare, Yeats e le liriche di Mariangela Gualtieri, recitati da Gabriele Parrillo, con le note del violoncello della musicista italo-brasiliana Daniela Savoldi e la danza corporea del mimo e danzatore Mauro Vizioli, sulle coreografie di Hal Yamanouchi, che traggono linfa dalla ritualità sacra con cui ancora oggi ci si avvicina in Giappone ai nostri verdi antenati.
Uno spettacolo, che diventa rito «in cui la poesia si fonde con l’energia della natura, invitandoci ad essere custodi del pianeta che abitiamo», spiega Gabriele Parrillo, ma anche teatro che torna ad essere popolare coinvolgendo ed emozionando un pubblico trasversale che abbraccia tutte le età. L’evento si svolge dalle 17.00 alle 19.30.
«Il Comune di Scandiano è lieto di patrocinare l'iniziativa "Aberi in cammino" spinto dalla forte convinzione che mai come oggi sia di fondamentale importanza promuovere una cultura di rispetto e valorizzazione dei territori in cui viviamo – sottolinea Matteo Nasciuti, sindaco di Scandiano -. Come amministrazione stiamo lavorando da alcuni anni in sinergia con la Regione Emilia Romagna in un vasto progetto di tutela e valorizzazione di tutta l'area in cui si trova la Grande Quercia di Rondinara, con l'obiettivo di preservare il patrimonio boschivo e naturalistico del nostro territorio, monitorandolo sotto la guida di esperti e professionisti e di sensibilizzare la popolazione, attraverso il coinvolgimento attivo anche di associazioni ed altri enti, verso la bellezza e la ricchezza di ciò che ci circonda ed è raggiungibile spostandosi di solo pochi chilometri dalla città. Abbiamo attivato collaborazioni con tutte le scuole e il Ceas Terre Reggiane Tresinato Secchi e realizzato diversi progetti, convinti che solo partendo dai bambini e dai giovani si possa operare quella decisiva inversione di marcia per arrivare ad un approccio più sostenibile al nostro pianeta. Alberi in Cammino si muove in questa direzione, coniugando in modo originale i linguaggi delle diverse discipline quali l'arte, la cultura, l'ambiente, la musica, il teatro in grado di arrivare a pubblici differenti per età e gusti».
Tutti gli “Alberi in cammino”, inseriti nell’elenco degli alberi monumentali di pregio regionale, sono stati selezionati ed individuati da Gabriele Parrillo attraverso approfondite ricerche, sopralluoghi e dialoghi diretti con le persone che dei luoghi custodiscono la storia. Sono alberi secolari, immersi nella natura ma raggiungibili attraverso passeggiate agevoli, adatti anche alle famiglie e ai bambini.
Gli appuntamenti sono su prenotazione, nel pieno rispetto delle norme anti-Covid. Il numero massimo di persone previste per ogni appuntamento in calendario è di 100. Non vi saranno sedute o strutture fisse, il pubblico sarà invitato a sedere sul prato utilizzando teli o cuscini che porteranno da casa. Alberi in Cammino si svolge con il patrocinio e il contributo di Regione Emilia Romagna. Tra i partner del progetto Chiesi Group, sponsor unico, il Consorzio Kilometro Verde e Parma io ci sto!, che patrocinano l’iniziativa.
Per info:
https://turbolenta.org/alberi-in-cammino/
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Maledetto Toscano: il gioco dell’oca come percorso enogastronomico con insidie fumose per festeggiare 22 anni di fumata lenta
Domenica 12 settembre
Il club Maledetto Toscano, ventidue anni di fumata lenta. Era il 1999 quando due amici Roberto Fanticelli e Aroldo Marconi lontano dai grossi centri, distanti da quelli che facevano tendenza, sparpagliati fra Montepulciano e Montecatini e immersi nella profonda provincia toscana hanno lentamente costruito un piccolo quanto stabile punto di riferimento per gli appassionati del sigaro, coinvolgendo otto amici pionieri appassionati del buon vivere dando vita al Maledetto Toscano.
L’ispirazione del nome al club fu presa dal libro Maledetti Toscani di Curzio Malaparte che identificava a pieno l’ideale del club “Se è cosa difficile essere italiano, difficilissima cosa è l'esser toscano” . Il logo con il toscano per eccellenza Dante Alighieri che si fa accendere il sigaro da un diavolo, che sottolinea lo spirito di chi non si vuol prendere sul serio fino in fondo. Oggi il Club Maledetto Toscano ha ancora lo stesso desidero e amore di condividere i piaceri di una buona fumata con i molti associati in tutta Italia e non solo. Ha partner internazionali e accompagna il Made in Italy in tutto il mondo attraverso degustazioni guidate dai propri esperti.
Ventidue anni di Maledetto Toscano celebrati con una festa domenica 12 settembre nella Cantina di Stefano Amerighi (a Cortona) aperto a tutti gli appassionati dello Slow Smoke e del “bien vivre”. Protagonisti, oltre al “Toscano”, i tanti prodotti di eccellenza che in questi anni hanno accompagnato l’evoluzione del club
Sarà un vero e proprio Gioco dell’oca, con soste di eccellenze enogastronomiche, quello promosso dal club. Appuntamento a partire dalle ore 12.30, nelle campagne di Cortona, presso la Cantina Stefano Amerighi (località Farneta), fino al tardo pomeriggio. L’iniziativa, aperta a tutti su prenotazione, vedrà un punto di partenza e uno di arrivo. Ogni isola del “gioco dell’oca” ospiterà uno dei 18 partner dell’iniziativa che porteranno in degustazione le proprie eccellenze enogastronomiche, ma non solo. Il Club Maledetto Toscano festeggia così ventidue anni non solo di cultura del sigaro, ma anche di riflessioni sulla letteratura, sulla musica, sulla cultura. Una storia di promozione della “toscanità” e del Made in Italy del gusto e delle eccellenze, il tutto accompagnato da un grande prodotto riconosciuto per le proprie caratteristiche in tutto il mondo: il “Sigaro Toscano”.
"In questi anni abbiamo fatto un percorso all’interno del quale abbiamo incontrato tanti partner, tra questi proprio i protagonisti di questa giornata – spiega il presidente del Club, StefanoFanticelli – simbolicamente il nostro concetto di fare “slow”, così come pretende il sigaro per essere fumato, lo abbiamo voluto portare nell’aia di questa azienda che per anni ha fatto da caveau ai nostri sigari (affiniamo ed invecchiamo sigari toscani da oltre 20 anni), azienda conosciuta in tutto il mondo e che nasce proprio dove il nostro club ha mosso i primi passi, la Valdichiana, rievocando quello che era lo spirito di allegria di una festa in campagna". Inoltre, nell’azienda ospitante sarà in corso la vendemmia, così come negli appezzamenti di terra limitrofi la raccolta del tabacco Kentucky con la possibilità di intravedere gli storici affumicatori di questa che ancora oggi continua ad essere una delle zone più vocate per la coltivazione del tabacco da sigaro.
Il programma:
"E’ fortemente sconsigliato tacco 12 per la passeggiata tra le vigne" segnalano ironicamente gli organizzatori.
A partire dalle ore 12.30, dopo il brindisi inaugurale, apriranno le degustazioni nelle “slot” del gioco dell’oca che ospiteranno oltre venti aziende italiane e non solo, tra eccellenze enogastronomiche e artigianali. Nel pomeriggio prenderanno il via le attività culturali, con letture, riflessioni tematiche, il tutto accompagnato da una degustazione di vari sigari in abbinamento a gelato artigianale, cioccolato, distillati. Partecipano a questa edizione, in ordine di giro dell’oca, Stefano Amerighi Presidente della DOC Cortona , che è anche l’ospitante, brindisi di benvenuto con Encry Champagne, Laurent-Perrier champagne e Ferrari spumante, Macelleria Fracassi (carni e salumi), De’ Magi selezione formaggi, Savini Tartufi, Agnoni sott’olio, Consorzio Cortona Vini, per gli astemi Biobacche Toscane succhi di frutta, acqua Filette (bevuta dalla presidenza del Consiglio),coltelleria Saladini coltelli per la carne ed accessori da fumo.
Dalle ore 15.00 al tramonto degustazione sigaro Toscano “vintage” selezione del Club Maledetto Toscano in abbinamento con China Clementi, grappa Segnana, Gelateria Ghignoni, Varnelli distillati e amari, Vestri cioccolato, Lo Scuro caffé, Saladini coltelleria e Le Cortina Heritage calzature d’ altura.
Il programma dettagliato e le modalità di prenotazione sul sito www.maledettotoscano.com Tutte le attività in programma sono organizzate in osservanza dei protocolli di sicurezza anti Covid-19.
(In caso di maltempo l’evento verrà annullato)

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Il Parco Nazionale del Gran Paradiso compie 99 anni e la Valsavarenche il 27 e 28 agosto sarà in festa alla presenza degli esponenti del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, gemellato per il centenario che si celebrerà nel 2022
Perché si festeggia in Valsavarenche?
Perché delle 5 valli che compongono il Parco è l’unica interamente compresa nell’area protetta, un simbolo di natura intatta, di biodiversità, di luogo di ricerca.
Il programma inizia dal venerdì sera con uno spettacolo teatrale e musicale appositamente ideato per l’occasione; il sabato mattina due escursioni tematiche porteranno i partecipanti alla scoperta delle azioni di tutela, in particolare dello stambecco - animale simbolo del PNGP per la cui salvaguardia è nato il Parco stesso, e della marmotta, con la sua complessa socialità. Le mete saranno i centri di ricerca di Levionaz e Orvieille, quest’ultima di particolare importanza essendo una delle ex-Case reali di Caccia del Re Vittorio Emanuele II.
Ma il cuore della manifestazione sarà il sabato pomeriggio alle ore 17 con un momento istituzionale alla presenza del Sindaco del Comune di Valsavaranche e dei rappresentanti dei due Parchi che racconteranno la loro storia più che centenaria. Non mancheranno infine il buffet a base di prodotti a Marchio di Qualità del PNGP, la torta e il brindisi. La sera del sabato concluderà l’evento con due bellissime opportunità, la visita al in notturna al Centro “Acqua e Biodiversità” di Rovenaud e l’osservazione del cielo stellato. Un appuntamento, quello del 27 e del 28 di agosto, che anticipa il lungo calendario di festeggiamenti per il Centenario del PNGP nel prossimo 2022.
Venerdì 27 agosto
UN SALTO NEL PASSATO
PIAZZALE DEL MUNICIPIO, DEGIOZ, ORE 21:00
Concerto e spettacolo dalla durata di 50 minuti ideato originalmente in occasione dell'anniversario del Parco Nazionale del Gran Paradiso: momenti di letture e narrazioni a tema accompagnate da esecuzione musicale e canora.
A cura dell'attrice e autrice Livia Taruffi e dell’arpista e cantautrice torinese Cecilia Lasagno. Produzione e direzione tecnica Rémy Boniface de L'Orage.
Sabato 28 agosto
RICERCA E TUTELA: DA SEMPRE IL NOSTRO IMPEGNO - ESCURSIONI GRATUITE, ORE 9:30
• Con partenza da Eaux Rousses e destinazione Levionaz, escursione guidata in uno dei luoghi simbolo della ricerca scientifica nel Parco; tema di approfondimento “lo stambecco”
• Con partenza da Vers le Bois (Degioz) e destinazione Orvieille, escursione guidata all’ex-Casa reale di Caccia di Orvieille, ora sede di sorveglianza e ricerca, tra natura, storia e scienza; tema di approfondimento “la marmotta”
Ritrovo sui luoghi di partenza alle ore 9,30. Rientro per le 15,30.
CHE LA FESTA COMINCI! PIAZZALE DEL MUNICIPIO, DEGIOZ, ORE 17:00
Ore 16:30, accoglienza e triage.
Benvenuto del Sindaco; interventi dei rappresentanti dei due Parchi per raccontare due storie così diverse ma unite da un unico obiettivo.
Rinfresco con prodotti a Marchio di Qualità Gran Paradiso, torta e brindisi.
L’AZZURRO DELL’ACQUA E DEL CIELO - RITROVO AL PARCHEGGIO IN FRAZIONE ROVENAUD, ORE 20:15
Visita guidata al Centro “Acqua e Biodiversità”, con partenza dal piazzale auto e breve passeggiata fino al centro, in compagnia di guide esperte per scoprire i segreti degli ecosistemi acquatici e di una delle specie simbolo, la Lontra.
Osservazione del cielo stellato con gli astronomi dell’Osservatorio della Regione Autonoma Valle D’Aosta, Planetario di Lignam.
Tutti gli appuntamenti sono ad ingresso gratuito e avverranno nel pieno rispetto delle norme di prevenzione anti-Covid19. Partecipazione solo con richiesta di prenotazione in quanto ogni appuntamento prevede un numero di posti limitato.
Per tutti i dettagli consultare il sito del Parco Nazionale del Gran Paradiso
la redazione

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....E gli abitanti “adottano” i viaggiatori
“Qual è il sogno di ogni viaggiatore? Essere accolti dal borgo che visita, sentirsi coccolati dagli abitanti e diventare uno di loro, che sia per un giorno o per tutta la vita… A noi è successo ad Arnesano, dove il senso di ospitalità, tipico dei Salentini, è qui all’ennesima potenza”. Lo racconta la giornalista salentina Carmen Mancarella che, con il videomaker Paolo Laku, firma un nuovo video sul Salento e precisamente su Arnesano, un centro di 3mila abitanti a due passi da Lecce e dalle stupende spiagge di Porto Cesareo.
“Geniale, creativa, autentica Arnesano. Un profumo di pane appena sfornato vi attrarrà come una calamita”. Inizia così il video viaggio, un video corale, fortemente voluto dall’Amministrazione comunale, guidata dal sindaco Emanuele Solazzo e dal consigliere comunale con delega alla cultura, Marco Petrelli, dove i veri protagonisti sono gli abitanti del borgo.
“La nostra cittadina - spiega il Sindaco - viene raccontata, in questo video, non solo attraverso la bellezza dei suoi monumenti e la sua storia, ma anche e soprattutto attraverso la creatività, le tradizioni e il forte senso di ospitalità dei suoi abitanti, capaci di accogliere il viaggiatore come un amico e non lasciarlo più andare via. Volevamo sostenere, in questo periodo così particolare, determinato dal CoronaVirus, le eccellenze della nostra cittadina. E ringraziamo la giornalista Carmen Mancarella, che abbiamo apprezzato per la sua professionalità”.
IL VIDEO:
https://www.facebook.com/Carmen-Mancarella-CulturaTurismo-620441691475750/videos/281389583778380 (Il video ha raggiunto 15mila persone in appena una settimana dalla sua pubblicazione e 180 condivisioni solo dalla pagina FB Carmen Mancarella per un totale di quasi 6mila visualizzazioni in brevissimo tempo).
E’ un viaggio attraverso la bellezza dei monumenti di Arnesano, dove spiccano il Palazzo marchesale dal salone interamente affrescato, la Chiesa di Sant’Antonio da Padova, detta la Chiesa piccinna (piccola), con i suoi altari barocchi e il frontespizio della casa di Selvaggio Guarini, sindaco di Lecce tra il 1575 e il 1756, alchimista. Sullo stemma di famiglia spicca il tetragrammaton, l’impronunciabile e sacro nome di Dio secondo la tradizione ebraica.
Rifulge poi la Festa in onore del Crocefisso che si celebra la prima domenica di luglio, quando la magnifica statua di Cristo sulla Croce viene staccata dalla teca e portata in processione (quest’anno annullata a causa della pandemia) per ricordare un miracolo avvenuto nel 1848, che liberò Arnesano dalla peste. La cerimonia è molto emozionante.
Omaggio ancora alle tradizioni enogastronomiche con la Cantina Due Palme che ha ad Arnesano un elegante show room, sulla via per il mare, Cantina Mocavero e Casa vinicola, Peppino Solazzo. A sera soste golose dal Marchese Pazzo che sforna pizze salentine, la Bella Napoli che propone pizze napoletane veraci con mozzarella di bufala e il ristorante Li Spilusi con cucina tipica salentina.
Il video si sofferma sulla creatività dell’attore Giorgio Podo, impegnato con la Lettura di Dante e sulla stella del panorama mondiale musicale, Beatrice Rana, riconosciuta dalla critica, in assoluto, la più brava giovane pianista al mondo (Ha soli 28 anni e si è già esibita in concerto nei più prestigiosi teatri).
Lei e la sua famiglia hanno dato vita all’Associazione Opera Prima che punta a far crescere piccoli musicisti sin dalla scuola elementare e ha come base il Teatro dell’Oratorio della Parrocchia attrezzato di tutto punto.
Il progetto, realizzato dall’Associazione Opera Prima, grazie alla Parrocchia che ha investito molto sulla ristrutturazione del teatro, in partenariato con Comune e Regione Puglia, assessorato alla cultura, è una proposta culturale innovativa, che punta a far crescere la sensibilità musicale e scoprire nuovi talenti.
Innovativi sono anche i progetti “Inedita”, laboratorio di scrittura creativa per compositori e cantautori, di Francesco Manganaro e la Scuola media ad indirizzo musicale, una delle poche in Italia.
Arnesano, circondata da immensi campi di grano, vigneti e frutteti, a due passi dal mare, è un borgo da visitare non solo per la bellezza dei suoi monumenti, ma anche e soprattutto per la genialità e il forte spirito di accoglienza dei suoi abitanti.
Redazione

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A Valsavarenche, nel cuore del Parco Nazionale Gran Paradiso, riapre i battenti per l'estate 2021 il Centro Visitatori “Acqua e Biodiversità” di Rovenaud: l’acqua delle grandi Alpi in un piccolo Centro.
Inaugurato nel 2019, il Centro, unico in tutto l’arco alpino, è un importante luogo dedicato alla ricerca scientifica e all'educazione ambientale sui temi di conservazione degli ecosistemi acquatici e sulla Lontra. Il centro, situato in un ecosistema ben conservato, ospita un suggestivo allestimento espositivo con percorsi di visita sia all'interno che all'esterno, arricchiti da installazioni, multimediali, video e acquari che permettono di effettuare una vera e propria “immersione” in un ambiente del Parco in cui tutto è legato all'acqua.
Qui il Parco ha deciso di ospitare in semilibertà alcuni esemplari di Lontra, specie un tempo presente in questi ambienti e oggi scomparsa a causa delle persecuzioni e trasformazioni ambientali operate dall'uomo. La lontra, all’apice della catena alimentare negli ecosistemi dei torrenti, rappresenta il simbolo delle problematiche di tutela degli ambienti acquatici. La visita al centro diventa così un momento di conoscenza, esperienza e riflessione sull’importanza della conservazione e del sottile equilibrio che si instaura tra esseri umani e ambienti naturali.
Tra gli obiettivi del Centro vi è infatti anche quello di trasmettere, sia a chi vive nel Parco sia a chi lo visita, la conoscenza della Lontra euroasiatica e dell’importanza di conservareil suo habitat. Allo stesso tempo, le lontre ospitate nel Centro sono oggetto di ricerche ecologiche e comportamentali che, se pur condotte in stato di semilibertà, potranno fornire importanti indicazioni sulla biologia della specie.
Le visite guidate sono possibili, su prenotazione, nei fine settimana di luglio, agosto e settembre oltrechè, per luglio e agosto, anche il lunedì e venerdì. Gli orari delle visite, ciascuna per un massimo di 12 persone, sono: al mattino ore 9.30 e 10.30; al pomeriggio ore 15.00 e 16.30. Il ritrovo con la guida è nel piazzale del parcheggio in frazione Rovenaud, dal quale il gruppo partirà a piedi per recarsi all'ingresso del centro con 15-20 minuti di passeggiata in piano.
Una visita speciale in notturna sarà organizzata al Centro per sabato 28 agosto alle ore 21, in occasione della festa per il 99° compleanno del Parco, che si svolgerà proprio in Valsavarenche.
Per la prenotazione on line accedere al sito del Parco del Gran Paradiso
la redazione

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Un chilometro di mosaici illumina il lungomare di Marotta. Ottocentomila frammenti colorati per oltre duemila mosaici multicolore.Per un attimo sembra di camminare a Barcellona tra le opere di Antoni Gaudì. La tecnica utilizzata, Trencadis è proprio quella ideata dal maestro catalano e consiste nel riutilizzo di frammenti irregolari di ceramica, vetro e altro materiale che da prodotti di scarto riprendono vita in mosaici artistici.
In cinque anni, l’associazione culturale Chiaro Scuro, insieme ad artisti italiani ed internazionali, ma anche a tante realtà del territorio, ha decorato, per il progetto di riqualificazione urbana ‘Mosaichiamo la città’, sostenuto dall’Amministrazione comunale di Mondolfo, oltre un chilometro di lungomare.
Numeri straordinari che fanno di Marotta la capitale italiana del mosaico a cielo aperto. Siamo nel cuore delle Marche, in provincia di Pesaro Urbino, lungo l’Adriatico, nella terra delle ‘Due vacanze in una’: Mondolfo, uno dei Borghi più belli d’Italia, scrigno di arte e cultura, e Marotta, con il suo mare pluripremiato, dove sventolano la Bandiera Blu e la Bandiera Verde dei Pediatri, per le spiagge a misura di bambino e servizi apprezzati dalle famiglie, insieme alla Bandiera Gialla di Comune Ciclabile, per l’impegno nella promozione e nella realizzazione di infrastrutture e politiche a favore della bicicletta.
I mosaici sono stati realizzati sul muretto, tra la spiaggia, il marciapiede e la pista ciclabile e sono destinati a crescere, tanto che nei prossimi mesi coloreranno altri 500 metri di lungomare.
Vere e proprie opere d’arte, che affascinano turisti e visitatori che in bicicletta pedalano lungo la Ciclovia Adriatica o passeggiano, soffermandosi a osservare i tanti volontari che appongono i frammenti di ceramica e vetro.
Arte, attenzione al sociale, promozione del territorio, ogni mosaico tratta un tema diverso che disegna l'identità di una regione attenta al territorio e alla cittadinanza, strizzando un occhio al turismo così importante per l'economia di queste zone.
Tra i tanti messaggi c'è quello lanciato da ‘La danza delle scarpette rosse’ contro la violenza di genere: 45 metri di mosaici, raffiguranti oltre 130 scarpette rosse che portano la firma di tanti artisti anche internazionali, oppure quello che tratta il tema della denutrizione infantile nel mondo.
Diversi mosaici rientrano nella iniziativa ‘Frammentiuniti’, realizzati in collaborazione con artisti del territorio e non solo. Come “Big fish”, ideato da Francesco Diotallevi e realizzato insieme a Chiaro Scuro. E’ visibile in prossimità del molo, uno dei luoghi più suggestivi della città, dove la vista si perde fino ad arrivare alla riviera del Conero.
Poco più in là quello dedicato a ‘Il mare d’inverno’ con tanto di firma Enrico Ruggeri.
Marotta ha ispirato la celebre canzone all’artista, che dal 2015 ne è anche cittadino onorario. E dal 2018 Marotta è diventata ufficialmente la ‘Città del mare d’inverno’, con il conferimento dell’indicazione territoriale da parte del consiglio comunale. Al mosaico, la cui grafica è stata realizzata dal compianto Giuliano De Minicis, oltre alle volontarie dell’associazione hanno lavorato i bambini delle scuole.
La promozione della terra delle ‘due vacanze in una’, lascia spazio, ogni anno, a un grande tema sociale, che coinvolge centinaia di artisti da ogni parte del mondo.
Nel 2021 il tema scelto è quello della pace. Il 21 settembre sarà presentato il progetto di gemellaggio artistico insieme all’artista mosaicista e ambasciatore per la Pace in Sousse (Tunisia) Bady Essid Jaballah. In occasione della Giornata Internazionale della Pace sarà inaugurato un mosaico di ben 50 metri. Un evento che regalerà una straordinaria visibilità a Marotta, come del resto, il festival ‘Mosaichiamo la Città’ lo scorso anno, la cui seconda edizione è in programma nel 2022.
E i mosaici di Marotta stanno catturando l’attenzione anche di grandi aziende, tanto che la Vinavil è diventata partner, aggiungendosi alla Edil Marotta.
Arte, colori, un mare pluripremiato, chilometri di piste ciclabili, enogastronomia di qualità, e quest'anno anche uno scintillante lungomare: Marotta è pronta per l’estate.
Per informazioni consultare il sito del comune di Mondolfo
la redazione

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Si sta avvicinando il quarantunesimo anniversario della strage avvenuta nel mare di Ustica il 27 giugno del 1980, e si conferma l’impegno dell’Associazione dei Parenti delle Vittime nel perseguire la ricerca della verità e la cura della memoria attraverso la sperimentazione di linguaggi artistici contemporanei, a partire dal Museo per la Memoria di Ustica, che ospita l’installazione permanente “A proposito di Ustica di Christian Boltanski”.
Ed è ancora una volta questo luogo simbolo ad essere il fulcro della rassegna “Attorno al Museo” che, dopo un primo momento istituzionale online dalla Camera dei Deputati il 21 giugno, si svolgerà dal 25 giugno al 10 agosto 2021 nel Parco della Zucca adiacente al Museo (via di Saliceto 3/22, Bologna).
Come negli ultimi anni, la proposta artistica parte da opere prime originali che sappiano rivolgere il proprio sguardo al futuro e alle nuove generazioni nella consapevolezza che solo interrogandosi e mantenendo viva l’attenzione sul passato e sulla storia sia possibile dare risposte ai continui mutamenti a cui siamo sottoposti quotidianamente.
Un popolo senza memoria è un popolo privo di anima, un edificio senza fondamenta che non può resistere alle intemperie e non può nemmeno ergersi verso l’alto, verso il futuro.
L’apertura istituzionale del programma è affidata al convegno on line “Il dolore e la politica” che si terrà dalla Camera dei Deputati lunedì 21 giugno 2021 dalle h 17.30 alle 19.30, visibile su https://webtv.camera.it/, al quale prenderanno parte l’Onorevole Roberto Fico (presidente della Camera del Deputati), Daria Bonfietti (presidente dell’Associazione dei Parenti delle Vittime della Strage di Ustica), Franco Ferrarotti (sociologo, docente), Giovanni De Luna (storico, docente), Luigi Manconi (politico, sociologo), Gabriella Turnaturi (sociologa, docente) e Matteo Maria Zuppi (cardinale, arcivescovo di Bologna).
L’iniziativa vuole essere un momento di approfondita riflessione sulle vicende del nostro Paese e sull’impegno dell’Associazione dei Parenti delle Vittime della Strage di Ustica nel confronto con le Istituzioni e le espressioni di una società complessa.
Nel giorno del quarantunesimo anniversario, domenica 27 giugno, il sindaco di Bologna Virginio Merola incontrerà i familiari dell'associazione Parenti delle Vittime della strage di Ustica. All'incontro, che si terrà nel Cortile d'Onore di Palazzo d'Accursio alle h 11.00, parteciperà anche il sindaco di Palermo Leoluca Orlando. Dal 25 giugno 2021 prende il via la rassegna Attorno al Museo al Parco della Zucca, con sette appuntamenti che, con la consueta versatilità ormai diventata tratto distintivo, sceglie di creare dialoghi peculiari tra gli accadimenti del giugno 1980, l’installazione di Boltanski, il presente e il futuro, spaziando tra installazioni artistiche, teatro, jazz, danza e poesia.
Dal 25 al 27 giugno 2021 il pubblico che visiterà il museo (il 25 e 26 dalle h 18.00 alle 22.00, il 27 dalle 18.00 alle 23.00) potrà ritirare un gettone per accedere all’installazione performativa realizzata dal duo di artisti PetriPaselli, dal titolo Battaglia Aerea, a cura di Lorenzo Balbi e realizzata in collaborazione con il MAMbo - Museo d’Arte Moderna di Bologna, che intende affrontare la tragedia di Ustica come un atto di “violenza”, di vera e propria guerra in tempo di pace consumatasi tra aerei militari di diverse nazioni nei cieli sopra Ustica nel 1980, e proseguita negli anni successivi con i giochi di potere e i numerosi ostacoli incontrati nella ricerca della verità.
Gli artisti, in linea con la loro poetica, che parte da un evento giocoso e ironico ma che nasconde sempre una seconda lettura più profonda, inviteranno i visitatori del museo a salire su una vera giostra Telecombat da Luna Park installata nel Parco della Zucca e a inseguire e colpire gli altri partecipanti all'interno del proprio aereo simulando la partecipazione a una battaglia nel cielo.
Giovedì 1 luglio 2021 la rassegna si sposta nei territori della danza contemporanea con AEREA, di e con Ginevra Panzetti ed Enrico Ticconi, progetto vincitore di Premio Hermès Danza della Triennale Milano, che si realizza in collaborazione con Danza Urbana in occasione delle celebrazioni dei 25 anni della rassegna. AEREA è la prima parte di un dittico che si articola attorno ad un oggetto sin dal principio impiegato per manifestare appartenenza e separazione, marcando il distinguo tra un ipotetico noi e loro: la bandiera. In costante prossimità, come facenti parte di un’unica anatomia, umani e bandiere compaiono da un fitto buio, lasciando solo a loro la possibilità di manifestarsi in immagini.
Il titolo fa riferimento a due parole che, graficamente sovrapponibili, possono emergere da un unico vocabolo: ARA - AEREA. La prima allude al luogo che nell’antichità veniva deputato al sacrificio, la seconda indica la qualità fisica dell’oggetto bandiera.
Giovedì 8 luglio 2021, Ottavia Piccolo, sarà l’interprete di “L’orizzonte di notte non esiste”, testo originale scritto da Nello Scavo, giornalista di Avvenire, che nel 2020 ha ottenuto il Premio Roberto Morrione per l’impegno nel raccontare con coraggio e spirito di verità la terribile avventura dei migranti nel Mediterraneo. L’autore ricorda le vite spezzate dei bambini migranti in varie parti del pianeta, in particolare i viaggi dal Messico all’America, dall’Africa in Europa e dall’Asia attraverso i Balcani, in parallelo alle 12 giovanissime vite tragicamente interrotte su quel volo del 27 giugno 1980. A bordo del DC9 Itavia c’erano infatti dodici bambini che tornavano a casa, che andavano in vacanza, che leggevano il giornale, o giocavano con una bambola ignari di quanto sarebbe accaduto.
Lo spettacolo andrà anche in onda su Rai Radio 3 il 26 giugno alle h 20.00 in apertura della trasmissione serale Radio3 Suite.
Il programma di Attorno al Museo prosegue la settimana successiva, giovedì 15 luglio 2021, con “Il segno di Ustica”, una conversazione sull'eccezionale percorso storico artistico nato dalla battaglia per la verità portata avanti dall’Associazione dei Parenti delle Vittime della Strage di Ustica. All’incontro, coordinato dal presidente dell’Istituzione Bologna Musei Roberto Grandi e realizzato in collaborazione con l’Istituto Storico Parri, partecipano Luca Alessandrini (storico e direttore Museo della Resistenza di Bologna - Istituto Storico Parri), Daria Bonfietti (presidente Associazione dei Parenti delle Vittime della Strage di Ustica), Giuseppe De Mattia (artista), Flavio Favelli (artista) e Andrea Mochi Sismondi, curatore dell’omonima pubblicazione Cue Press fresca di stampa. Verrà passata in rassegna l’intensa attività di produzione artistica che negli anni ha generato opere originali di alto valore, in parallelo al percorso di ricerca storica, che ha portato alle recenti pubblicazioni Ustica. Una ricostruzione storica di Cora Ranci, edito da Laterza e 1980: l'anno di Ustica a cura di Luca Alessandrini, edito da Mondadori.
Lunedì 19 luglio 2021 la rassegna registra il ritorno di Marco Paolini con il suo ultimo lavoro “Teatro fra parentesi. Le mie storie per questo tempo”. Lo spettacolo nasce da una necessità scaturita dall’emergenza pandemica: quella di immaginare un ruolo a tutto campo per lo spettacolo dal vivo, che vada oltre le categorie tradizionali di Arte e Cultura. Pensato durante il primo isolamento e andato in scena durante l’estate 2020 per pochi spettatori alla volta, distanziati, avrebbe dovuto proseguire il suo cammino con la stagione invernale, ma si è dovuto fermare. Lo spettacolo si basa su un canovaccio autobiografico che cuce insieme storie vecchie e nuove e si è arricchito via via di canzoni e musiche. Insieme a Saba Anglana e Lorenzo Monguzzi, Marco Paolini lo ha plasmato come un concerto dedicato al mestiere, anzi ai mestieri del “fare teatro”.
Continua anche quest’anno la collaborazione con Bologna Jazz Festival che porterà nuovamente davanti al museo, giovedì 29 luglio 2021, il Concerto per la Memoria interpretato dal trombettista Enrico Rava, uno tra i nomi più noti del panorama jazzistico internazionale, accompagnato al pianoforte da Andrea Pozza, attualmente tra i pianisti più richiesti a livello europeo. Il duo presenterà melodie e brani tratti dalla migliore tradizione jazzistica: dagli standards più antichi come Cheek to Cheek a brani, particolarmente cari a Rava, tratti dal repertorio di Miles Davis e Chet Baker, a qualche incursione nella musica brasiliana di Jobim; il tutto elaborato in maniera originale dalle personalità dei due musicisti.
Ultimo, atteso e sempre partecipato appuntamento di Attorno al Museo sarà, martedì 10 agosto 2021, La Notte di San Lorenzo. Lascia sia il vento a completar le parole, serata di poesia, progetto artistico di e con Anna Amadori e Francesca Mazza. Si succederanno le parole di poetesse accomunate dalla religione della scrittura, dalle loro vite appartate, quasi clandestine e dal destino della loro opera spesso dimenticata o solo tardivamente rivalutata e amata, così come da una una comunanza di temi: il rapporto intimo e viscerale con la Natura e il continuo dialogo con Dio o con l'elemento spirituale dell'esistenza umana. Sono Cristina Campo, Margherita Guidacci, Antonia Pozzi.
A completamento delle iniziative che accompagnano il 41° anniversario, su una delle pareti esterne del Museo per la Memoria di Ustica è sempre visibile nel corso della rassegna una mostra di vignette satiriche pubblicate in Come è profondo il Mare il numero speciale della rivista satirica Cuore, diretta da Michele Serra, dedicata alla Strage di Ustica nel 1994. Ai testi di Michele Serra, Andrea Purgatori, alle citazioni dei documenti della Commissione Stragi del senatore Gualtieri si aggiungevano i disegni, le vignette delle firme più prestigiose e note (tra gli altri Vincino, Ellekappa e Vauro) e nell’insieme il racconto diventava stimolo efficace alle coscienze. L’iniziativa si realizza con il contributo dell’Assemblea Legislativa della Regione Emilia-Romagna.
Nel weekend del 41° anniversario, il Museo per la Memoria di Ustica, che conserva i resti recuperati del velivolo DC9 e l’installazione permanente A proposito di Ustica concepita dall’artista Christian Boltanski in ricordo delle 81 vittime, osserverà i seguenti orari di apertura: venerdì 25 giugno 2021 dalle h 10.30 alle h 13.00 e dalle h 16.00 alle h 22.00, sabato 26 giugno 2021 dalle h 12.00 alle h 22.00, domenica 27 giugno 2021 dalle h 12.00 alle h 23.00.
L’installazione Battaglia Aerea di PetriPaselli sarà accessibile dal 25 al 27 giugno visitando il museo a partire dalle h 18.00. Nelle serate di spettacolo (1, 8, 15, 19, 29 luglio, 10 agosto), il Dipartimento educativo MAMbo propone una visita guidata gratuita al Museo per la Memoria di Ustica alle h 20.00. Prenotazione obbligatoria alla mail
Ad eccezione dell’installazione Battaglia Aerea, tutte le serate iniziano alle h 21.15. Ingresso gratuito con prenotazione obbligatoria, fino a esaurimento posti. Concerto per la Memoria (29 luglio) ingresso a pagamento. Prenotazioni gratuite e prevendita biglietti sul sito di Attorno al museo
Maggiori informazioni:
www.attornoalmuseo.it
www.associazioneparentiustica.it
www.mambo-bologna.org/museoustica
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La natura con i suoi ritmi slow è la protagonista incontrastata della primavera sul Delta del Po. Fino al 20 giugno un ricchissimo programma di eventi, visite guidate ed escursioni immersi negli splendidi scenari del grande fiume, tra escursioni, esperienze di birdwatching, laboratori per i più piccoli e decine di appuntamenti dedicati alla fotografia, all’enogastronomia, alle tradizioni, alla didattica ambientale. Tutti raccolti ed approfonditi nella sezione dedicata del nuovo portale del Delta del Po.
E’ la Primavera Slow, la manifestazione dedicata agli amanti della natura che, dopo lo stop forzato dello scorso anno, torna a vivere fino al prossimo 20 giugno 2021 all’interno del Parco del Delta del Po, Riserva MAB UNESCO. Un ricchissimo programma di iniziative che toccherà tutti i comuni del Parco: da Rosolina a Goro, da Mesola a Comacchio, da Ravenna a Cervia, e dalla costa all’entroterra alla scoperta delle Valli di Argenta, Oasi di Bando, Vallette di Ostellato, fino ai territori della Bassa Romagna.
I modi per fruire delle bellezze del territorio sono davvero i più disparati! A piedi o in barca, in bicicletta o in trenino o ancora a cavallo, in sella ai magnifici esemplari Camargue. Una enorme ricchezza ambientale che si riflette anche nelle numerose specie animali e vegetali identificate all'interno del Parco: quasi 300 specie di uccelli, 50 specie di pesci, 10 specie di anfibi, 15 specie di rettili, 40 specie di mammiferi e più di 1000 specie vegetali.
Gli appuntamenti da segnare in agenda sono davvero tantissimi e avrete soltanto l’imbarazzo della scelta: dai più classici, come le escursioni in bicicletta alle Saline di Comacchio o di Cervia, ai più originali, come il bike&spritz al Castello di Mesola o la canoa lungo il torrente Bevano. Potrete avvistare decine di uccelli attorno al vecchio faro di Goro o godervi un’esperienza bike&boat lungo il fiume Po; potrete salire sull’eco shuttle scoprendo i segreti dell’Oasi di Campotto o vivere una tranquilla passeggiata all’interno della Penisola di Boscoforte, nella foresta allagata di Punte Alberete o ancora nell’antica Pineta di Classe, fonte di ispirazione dantesca.
E per chi al fascino della natura unisce quello dell’arte, non mancherà la possibilità di associare le bellezze naturalistiche del Delta all’incanto della cultura che contraddistingue questi territori, scoprendo le meraviglie di palazzi, monumenti e chiese che caratterizzano molti dei Comuni dell’area.
Il programma degli eventi è consultabile sul nuovo portale del Delta del Po oppure è possibile chiedere informazioni contattando telefonicamente l’ente promotore “DELTA 2000” (tel. 0533 57693/4).
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Dal 24 al 26 settembre si terrà la XII edizione di Dialoghi sull'uomo, il festival di antropologia del contemporaneo che quest'anno avrà come tema "Altri orizzonti: camminare, conoscere, scoprire".
In un contesto ancora incerto e con la campagna vaccinale in corso, la XII edizione di Pistoia è stata spostata in autunno.
Il festival è promosso dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia e dal Comune di Pistoia, ed è ideato e diretto da Giulia Cogoli.
La pianificazione di un grande evento culturale richiede in questo momento, più che mai, cautele speciali per garantire una manifestazione in presenza, partecipata, dove lo scambio fra le persone avvenga in un contesto sereno. L’organizzazione si è fatta carico, quindi, di posticipare l’evento, mettendo al primo posto la sicurezza di tutti, e confidando di poter tornare, a settembre, al clima festoso che da sempre contraddistingue il festival.
"Quest’anno le date e le modalità di svolgimento del festival (sia in presenza sia in streaming) saranno diverse dalle edizioni precedenti alla pandemia" - dichiara Giulia Cogoli - "nostro scopo primario e principale responsabilità, come organizzatori, è infatti garantire la massima sicurezza del pubblico, dei relatori e di tutta la squadra organizzativa. Nello stesso tempo, siamo fortemente animati, nel nostro lavoro, dal desiderio di tornare nelle piazze di Pistoia. La cultura è uno dei più importanti strumenti che abbiamo per condividere, rielaborare, approfondire e, se praticata nello spazio pubblico, aumenta la qualità delle relazioni umane".
A marcare la presenza culturale del festival, e in attesa di tornare ad animare il centro storico di Pistoia, venerdì 18 giugno, data originariamente prevista per la partenza della manifestazione, un’anteprima del festival con il sociologo Stefano Allievi, che terrà una conferenza al Teatro Bolognini sul tema di questa edizione, in occasione dell’uscita del suo nuovo libro 'Torneremo a percorre le strade del mondo', nella collana Dialoghi sull’uomo edita da UTET. L’incontro sarà visibile anche in live-streaming sul sito e sui social del festival. A seguire, sarà premiato il vincitore del contest di scrittura lanciato ad aprile dai Dialoghi per studenti delle superiori sul tema Altri orizzonti.
Nel mese di giugno l’anteprima del festival vedrà anche la pubblicazione, sul sito e sui canali social, di interviste a grandi antropologi contemporanei: Jared Diamond, biologo, fisiologo, ornitologo, antropologo e geografo statunitense, vincitore del Premio Pulitzer nel 1997; Philippe Descola, esperto di Amazzonia, direttore del prestigioso dipartimento LAS (Laboratorio di Antropologia Sociale di Parigi) fondato dal suo maestro Claude Lévi-Strauss; Vanessa Maher, esperta di antropologia culturale, che, dopo la formazione a Cambridge, ha svolto ricerche in Marocco, Inghilterra e Italia e insegnato nelle Università di Torino e Verona; Marshall Sahlins, vero monumento dell’antropologia contemporanea, recentemente scomparso.
Altra occasione speciale per divulgare le tematiche antropologiche dei Dialoghi è la piattaforma ITsArt, il nuovo sipario digitale per teatro, musica, cinema, danza e ogni forma d'arte, live e on-demand, con contenuti disponibili in Italia e all'estero, che partirà a fine maggio: non potevano mancare alcuni highlights della storia, lunga dodici anni, dei Dialoghi sull’uomo.
Per ulteriori informazioni consultare il sito di Dialoghi sull'uomo
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Parola d’ordine riaprire!
A partire dal 30 aprile
Finalmente un sospiro di sollievo nel mondo del turismo, soprattutto tra i tantissimi viaggiatori che non vedono l’ora di fare le valigie e partire per una vacanza. Divenuta ora più che mai un bisogno vitale, dopo i mesi trascorsi chiusi in casa ad ingrigire nella monotonia.
Il premier Mario Draghi lo ha detto chiaramente: “Riapriamo per recuperare non solo l’economia, ma anche la vita sociale”. E certamente quando si parla di vita sociale, il top è concedersi una bella vacanza per vedere posti nuovi, farsi nuovi amici e allontanarsi dal tran tran quotidiano.
Questi mesi non sono passati invano per il gruppo CDSHotels . La più grande catena alberghiera di Puglia e Sicilia, tra le più prestigiose d’Italia, ha utilizzato i tempi delle chiusure forzate per rendere ancora più belli e confortevoli i suoi sette villaggi e i suoi 4 Hotel Collection di Puglia e Sicilia. Ed è arrivato il momento di aprire le danze ed accogliere i turisti.
CDSHotels si è caratterizzata anche l’anno scorso per essere stata tra le prime ad attuare un rigoroso piano di sicurezza e questo ha permesso di garantire a tutti i suoi Ospiti tranquillità e spensieratezza.
(PICCOLO ASSAGGIO DELLA VACANZA IN CDSHotels https://www.facebook.com/CDSHotels/videos/289875202265389)
Ma vediamo le date e visitiamo idealmente le strutture.
30 APRILE Grand Hotel Riviera – SANTA MARIA AL BAGNO
Ad aprire le danze sarà il quattro stelle Superior, Grand Hotel Riviera. Affacciato sull’incantevole baia di Gallipoli, l’hotel sorge sul mare, nel romantico borgo di Santa Maria al Bagno, marina di Nardò, mai troppo affollata, e gode di ampi spazi perché ha un grande parco sul retro dove sorgono ben due piscine e da dove si può godere della vista di incantevoli tramonti sul mare. La spiaggia di roccia, realizzata su comode piattaforme di legno, si trova proprio di fronte all’hotel ed è quindi raggiungibile a piedi. Dallo stesso lungomare si può raggiungere il vicino Parco di Porto Selvaggio per escursioni immersi nella natura. Intima la SPA ricavata nella roccia e servizi esclusivi sia per le famiglie che per la coppia.
(TRAMONTO DAL GRAND HOTEL RIVIERA CON L’ISTANT VIDEO https://www.facebook.com/620441691475750/videos/724612611457831)
(VISITA IL SUO GRANDE PARCO https://www.facebook.com/620441691475750/videos/864903660670874)
7 maggio Pietrablu – Polignano a Mare
Il 7 maggio riapre anche il Pietrablu nella splendida Polignano a Mare, Bandiera Blu. Un nome, un programma. Il villaggio, che offre ai suoi Ospiti il trattamento di all inclusive, si affaccia sul blu del mare di Polignano cui si accede comodamente. La SPA è ampia e raffinata, tre le piscine, una relax fronte mare per chi sceglie una vacanza solo relax e due tra i prati dotate di scivoli molto amati dai bambini che chiedono ai genitori di ritornarci ogni anno per divertirsi e anche per rivedere i simpatici coniglietti che sono liberi di scorrazzare per il villaggio con i loro cuccioli, avendo le tane nelle siepi!
22 maggio Relais Masseria Le Cesine - Vernole
Il 22 maggio riapre l’affascinante Relais Masseria Le Cesine, un quattro stelle nuovissimo, a due passi dall’Oasi naturale Wwf Le Cesine, di interesse internazionale. Il villaggio offre ai propri Ospiti una spiaggia esclusiva dalla sabbia bianca ricamata di nero dalle ceneri del Vulcano Vulture che, per uno strano gioco di correnti, si depositano proprio sulla battigia. Vi sono poi ben tre ampie piscine, l’una nell’antica masseria Termolito e le altre due nel villaggio. Tra ulivi, roseti e trattamenti nella Spa, c’è spazio sia per il relax, che per il divertimento in completo trattamento all inclusive.
28 maggio Hotel Basiliani e Corte di Nettuno - Otranto
Il tanto atteso hotel Basiliani, molto richiesto per la sua grande SPA “Il Melograno” e i trattamenti benessere, riapre il 28 maggio. Immerso nel Parco costiero di Otranto-Santa Maria di Leuca, sorge nella Valle delle Memorie di Otranto, un luogo molto suggestivo tra macchia mediterranea e antichi querceti. Per gli Ospiti tanta musica e la possibilità di godere sia della piscina dell’hotel che della meravigliosa spiaggia degli Alimini, la chilometrica spiaggia di Otranto.
Gli stessi servizi plus (SPA e spiaggia con prenotazione sino ad esaurimento) possono essere goduti anche dagli Ospiti dell’hotel Corte di Nettuno, affacciato sul porto di Otranto. L’hotel con il grande atrio dedicato al dio del Mare, Nettuno, è un delizioso boutique hotel con ampie camere arredate in stile marinaresco, da scoprire e vivere almeno una volta nella vita per la sua pregiata collezione di oggetti di marineria e il suo fascino che evoca le atmosfere del romanzo Moby Dick.
( VIDEO su https://www.facebook.com/620441691475750/videos/338669327258345)
(COLLEZIONE DI OGGETTI DI MARINERIA AL CORTE DI NETTUNO https://www.facebook.com/620441691475750/videos/230542155050477)
29 maggio Costa del Salento Village – Lido Marini di Ugento
Lambito da una meravigliosa spiaggia di sabbia bianca, Costa del Salento Village è completamente immerso in una lussureggiante pineta con ampi spazi per le attività sportive e di animazione. In spiaggia si va salendo su un simpatico trenino e ci si può restare fino a pomeriggio inoltrato per godere degli spettacolari tramonti, tipici della costa jonica, grazie all’esclusivo lido che offre servizi di eccellenza.
(SULLA SPIAGGIA DEL COSTA DEL SALENTO VILLAGE CON L’ISTANT VIDEO https://www.facebook.com/620441691475750/videos/815300052332183)
28 maggio CDSHotels Terrasini – Terrasini, provincia di Palermo – Sicilia
Tutto costruito a terrazza sul mare, ogni camera gode della spettacolare vista sul Golfo di Castellammare da cui si possono ammirare sia l’alba che spettacolari tramonti. Nel villaggio, che offre il trattamento di all inclusive, l’imbarazzo della scelta è tra ben cinque piscine di cui una olimpionica (tutte vista mare), due spiagge, l’una di sabbia e l’altra di roccia e ben quattro ristoranti. Il tutto immerso in ben 27 ettari di parco tra macchia mediterranea e ulivi. Da provare (consigliati anche ai diversamente giovani) i Tobbogan, gli scivoli d’acqua più alti d’Europa a quattro livelli di adrenalina. Provare per capire.
(MAGICA SICILIA DAL CDSHOTELS TERRASINI https://www.facebook.com/620441691475750/videos/707230623169969)
(JAZZ SULL’INCANTEVOLE GOLFO DI CASTELLAMMARE DAL TERRASINI https://www.facebook.com/620441691475750/videos/265735044686008)
28 maggio Riva Marina Resort
Adiacente alla Riserva di Torre Guaceto, Bandiera Blu, il Riva Marina Resort è immerso in diciotto ettari di macchia mediterranea e piante ornamentali. La spiaggia si trova a poche centinaia di metri e si raggiunge con due simpatici trenini. Protetta da canneti e ginepri coccoloni, che crescono sulle dune, vicino alla spiaggia si estende un bellissimo prato verde sul quale potersi rilassare e… all’interno del villaggio ecco una suggestiva ed orientaleggiante SPA, due piscine di cui una di oltre mille metri quadri e i due ristoranti che deliziano con la loro cucina, internazionale e tipica. Anche qui i nostri Ospiti troveranno il trattamento di all inclusive.
(SCOPRI IL RIVA MARINA RESORT https://www.facebook.com/620441691475750/videos/663153514233133)
31 maggio Alba Azzurra – Torre dell’Orso
Alba Azzurra, l’unico tre stelle della catena alberghiera, gode di ampi spazi verdi per i giochi e il divertimento delle famiglie e dei piccoli. E’ pet friendly permettendo il soggiorno con cani di piccola taglia. Il villaggio sorge su una delle coste più belle d’Italia, le marine di Melendugno, Bandiera Blu, dove si trovano i Faraglioni di Sant’Andrea, così belli da essere spesso scelti da set cinematografici e fotografici, la leggendaria Baia di Torre dell’Orso e la Grotta della Poesia, definita dal National Geographic, la piscina naturale più bella al mondo.
(VIDEO su https://www.facebook.com/620441691475750/videos/567342320821169)
19 giugno Marenea Suite Hotel – Marina di Marittima di Diso
Muretti a secco, terrazze sul mare e ulivi. Ecco il paesaggio che caratterizza il Marenea Suite Hotel, il cinque stelle che brilla per la sua eleganza raffinata e i servizi di alta classe. Ciascuna camera arredata in stile mediterraneo, gode di giardinetto e spazi propri oltre che di un gazebo su terrazza con vista sul meraviglioso mare di Marittima, dove il verde degli ulivi si confonde con il blu del mare. Il Marenea Suite Hotel si trova quasi di fronte all’insenatura dell’Acquaviva entrata nella classifica delle dieci spiagge più belle del Salento e dalla Grotta Zinzulusa a Castro Marina.
(CON IL CANTO DELLE CICALE COME SOTTOFONDO, IL MARENEA SUITE HOTEL CON L’ISTANT VIDEO https://www.facebook.com/620441691475750/videos/700869084026487)
25 giugno Porto Giardino – Monopoli
Il 25 giugno è infine attesa la riapertura del villaggio di Porto Giardino, affacciato sulla meravigliosa costa di Monopoli. Immerso in venti ettari, tra alti pini e ulivi secolari, il villaggio si prepara, dopo un’attenta ristrutturazione, per la sua prima stagione firmata CDSHotels, con trattamento di all inclusive. Costruito su un’altura, Porto Giardino si affaccia su un’incantevole baia di sabbia raggiungibile semplicemente attraversando la strada. Tutto il paesaggio intorno è molto suggestivo: dalle piscine della Cintola, antiche cave di pietra, invase dal mare ai resti della via Traiana, fino al vicino Parco archeologico di Egnatia, tra ulivi e trulli.
Per info e prenotazioni :
CDSHotels
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L’artista francese JR realizza a Firenze un’opera accessibile a tutti per sensibilizzare sulla riapertura dei luoghi della cultura
Palazzo Strozzi diventa un grande palcoscenico che racchiude il difficile momento storico che stanno attraversando musei, teatri, cinema e biblioteche di tutta Italia: a maggior ragione a Firenze, una delle città d’arte per eccellenza che però non ha rinunciato a celebrare la sua storia e la sua creatività nelle piazze del centro storico dove si nascondono veri e propri gioielli tra cui anche il Brunelleschi Hotel.
Dopo le favelas di Rio de Janeiro, New York e la prigione di massima sicurezza di Tehachapi in California, lo street artist JR porta la sua visione artistica a Firenze dove ha realizzato una grande istallazione sulla facciata di Palazzo Strozzi. Anche questa volta, l’artista invita chi passa per strada a soffermarsi sull’opera e a riflettere su un tema attuale: l’accessibilità ai luoghi della cultura nell’epoca del Covid-19. L’installazione alta 28 metri e larga 33 si estende sulla facciata del Palazzo come una grande crepa: un collage fotografico in bianco e nero tipico dello stile dell’artista, che crea un gioco illusionistico in cui si schiudono davanti agli occhi di chi osserva diversi ambienti interni tra cui il colonnato del cortile, un’immaginaria sala espositiva e una biblioteca. Con quest’opera, il cui titolo “Ferita” non lascia spazio ad interpretazioni, l’artista ha voluto “aprire” simbolicamente le stanze di Palazzo Strozzi, immaginando di sbirciarci dentro e trovarci addirittura alcuni simboli dell’arte fiorentina, tra cui la “Nascita di Venere” di Botticelli e “Il ratto delle Sabine” del Gianbologna. In questo modo, Palazzo Strozzi diventa simbolo di tutti i luoghi della cultura rimasti chiusi a causa delle restrizioni messe in atto per evitare il contagio. Il Palazzo però è allo stesso tempo anche un simbolo del Rinascimento italiano: il periodo storico di una nuova e riscoperta vitalità per l’arte e la cultura. JR, infatti, ricorda a tutti che la cultura è proprio oltre le mura di questi edifici: musei, teatri, cinema e biblioteche sono fondamentali per avvicinarsi all’arte e alla conoscenza e per questo devono riaprire al più presto. L’installazione dell’artista sarà visibile a tutti liberamente sulla facciata di Palazzo Strozzi fino al 22 agosto.
Lo street artist JR
L’artista francese e contemporaneo è conosciuto in tutto il mondo per le sue opere dal grande impatto visivo in luoghi e contesti sempre diversi. Inizia dipingendo nelle gallerie, nei sottopassaggi e sui vagoni della metropolitana, poi però anche la fotografia entra a far parte del suo linguaggio visivo ibridandosi con il writing. JR oggi è infatti un fotografo e allo stesso tempo uno street artist che ha fatto della tecnica del collage fotografico il suo tratto distintivo. Con opere quali ad esempio “Portrait of a Generation” e “Inside Out”, JR si è affermato come l’artista che dà voce a problemi urgenti, provocando una reazione nel pubblico e mostrando come un semplice ritratto possa trasformarsi in opera d’arte. La sua ricerca unisce originalità e appropriazione, sempre distinguendosi per una forte connotazione pubblica e di partecipazione, del resto lui stesso ha affermato: “Ho la più grande galleria d’arte immaginabile: i muri del mondo intero”.
Un’altra installazione nel centro storico da non perdere:
Poco distante da Piazza degli Strozzi, a soli cinque minuti di passeggiata, è possibile ammirare anche l’opera realizzata dall’artista Giuseppe Pennone in Piazza della Signoria: un abete gigantesco di oltre 22 metri che si innalza nel cuore di Firenze, protendendo i suoi rami metallici verso il cielo. L’installazione è stata inaugurata in occasione del “Dantedì” con l’intento di celebrare i 700 anni dalla morte del Sommo Poeta ed è un’anticipazione della mostra "Alberi In-versi" in allestimento nelle Gallerie degli Uffizi e accessibile al pubblico dal 1° giugno al 12 settembre.
Brunelleschi Hotel
L’ingresso del Brunelleschi Hotel si affaccia su una accogliente piazzetta del centro storico fiorentino, a pochi passi dal Duomo, da Palazzo della Signoria e dalla Galleria degli Uffizi: l’albergo è attorniato dalle vie dello shopping e dai musei più famosi della città. Il Brunelleschi Hotel ingloba nella facciata una torre semi circolare bizantina del VI secolo e una chiesa medievale, interamente ristrutturate nel rispetto delle caratteristiche originali. All’interno, un museo privato conserva reperti rinvenuti durante il restauro della Torre e un calidarium di origine romana, oggi incastonato nelle fondamenta. Il Brunelleschi Hotel fa parte degli Esercizi Storici Fiorentini. L’albergo è stato rinnovato in uno stile classico contemporaneo estremamente elegante, dove predominano i colori chiari e il grigio della tipica pietra serena.
Il Santa Elisabetta è il ristorante gourmet dell’hotel, uno degli indirizzi gastronomici più interessanti su Firenze. È stato insignito dalla Guida Michelin 2021 della seconda stella; ha ricevuto due forchette nella Guida dei Ristoranti d’Italia 2021 di Gambero Rosso e un cappello nella Guida gourmet de L’Espresso 2020. Situato in una sala intima con solo 7 tavoli al primo piano della torre bizantina facente parte dell’hotel, alla location invidiabile aggiunge un’atmosfera ricercata e una cucina raffinata. E’ aperto dal martedì al sabato a pranzo dalle 12.30 alle 14.30 e a cena dalle 19.30 alle 22.30. Dal 2017 la proposta gastronomica dell’albergo è firmata dallo Chef Rocco De Santis.
La più informale Osteria Pagliazza, è situata al pianterreno dell’hotel e durante la bella stagione ha anche tavoli all’aperto sulla suggestiva piazzetta antistante l’albergo; propone un menu sfizioso di piatti dichiaratamente a base di ingredienti del territorio.
Brunelleschi Hotel -Via de’ Calzaiuoli – Piazza Santa Elisabetta 3 – 50122 Firenze
Tel. 055/27370
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Ormai ci siamo, Tipicità è ai blocchi di partenza. Dalla Sala del Mappamondo del Palazzo dei Priori di Fermo è stato presentato il fitto calendario di eventi che dal 24 aprile al 2 maggio animeranno Tipicità phygital Edition 2021, la fiera marchigiana ormai diventata un appuntamento irrinunciabile. Quest'anno verrà sperimentata nella sua versione phygital, unendo presenza fisica e digitale.
Come auspicato dal padrone di casa, il Sindaco di Fermo Paolo Calcinaro, in attesa “di rivedere il “serpentone” di persone che ha sempre caratterizzato Tipicità: "In questa nuova modalità sarà possibile raggiungere luoghi distanti offrendo al sistema Marche nuove possibilità".
“Fermo, il Fermano e le Marche - ha poi aggiunto Calcinaro - si preparano ad accogliere turisti e visitatori che nei prossimi mesi speriamo di ricevere numerosi. Tipicità è sicuramente un acceleratore della ripartenza".
Anche il Presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli ha sottolineato l'importanza di Tipicità per dare voce al territorio e portare le Marche fuori dai confini regionali e nazionali. Parola d'ordine per Acquaroli è sinergia, collaborazione tra comuni e enti quindi “Per rendere ancora più competitiva la regione Marche ed affrontare sfide importanti, tenere qui i nostri giovani, formare aziende sempre più strutturate”.
Dopo le istituzioni, ad introdurre nel vivo della manifestazione è il direttore di Tipicità, Angelo Serri che, pur evidenziando l'eccezionalità della mancanza di pubblico, conviene nelle enormi potenzialità del digitale che, ormai acquisite, verranno mantenute anche una volta ritornati alla normalità.
I numeri parlano già di un successo annunciato: 3 atenei, 30 partner capitanati da Credito Marchigiano, 32 iniziative live diffuse in modalità multicanale dal quartier generale di Fermo Forum che rilanceranno gli appuntamenti nel mondo. Continua Serri: “Apriamo il 24 a Fermo e chiuderemo il 2 maggio a New York. Tantissimi i personaggi illustri coinvolti ed i territori collegati: dalla Cina agli Stati Uniti, passando per Dubai, Germania, Francia e Canada. Ospite d’onore dell’attuale edizione è il Quebec, con il quale Tipicità ha allacciato rapporti di collaborazione già dal 2019”.
Angelo Serri offre alcune anticipazioni, narratore principe, da sempre amico di Tipicità, il giornalista phygital Filippo Ardemagni che condurrà il primo evento a Milano, il secondo a Macerata per concludere a Fermo.E ancora, il Concorso della biodiversità tra gli istituti alberghieri, ormai un must della fiera marchigiana, poi la degustazione delocalizzata di vino in 80 punti di Italia, con diversi personaggi illustri. Con “Che Bontà, racconti di Tipicità”, Tinto esplorerà aziende e prodotti di alta gamma che poi vivranno nel market place ad “umanità aumentata. A Macerata, presso il concept restaurant&store Vere Italie, sarà operativa una vera e propria ambasciata enogastronomica “in esterni”. Attenzione ad “Agroalimentare ed economia circolare”, con la partecipazione di un rappresentante FAO.
Non si parlerà solo di cibo, ma anche di nuove rotte di sviluppo, di tendenze viaggi del dopo pandemia con il presidente dell’ENIT, Giorgio Palmucci e con Alessandra Priante, direttrice dell’organizzazione mondiale del turismo in Europa. E' previsto il collegamento da un traghetto che fa la spola con la Grecia, e con una barca a vela. E si scopriranno le ultime dall'Expo di Dubai e dalla Cina.
Serri descrive come è nato il gemellaggio con il Quebec, e Vanessa Antoniali della Delegazione del Quebec a Roma, a nome del delegato Marianna Simeone, esprime entusiasmo per l'agilità e la capacità di adattamento di Tipicità: “Si parlerà di turismo e di gastronomia perché in Quebec apprezzano molto i prodotti italiani e vi faremo conoscere quelli di quell'angolo di Canada. Coglieremo questa opportunità per intensificare ancor più il rapporto tra il Quebec e Tipicità, presentare i nostri prodotti, le nostre proposte turistiche e incentivare gli scambi tra le due comunità”.
Massimiliano Polacco, Direttore Generale di Confcommercio Marche Centrali, annuncia quattro collegamenti da tutta la regione, parte del programma denominato Risveglio: “Parleremo di moda a Senigallia, di turismo dalla riviera del Conero, di destagionalizzazione con il golf, andremo a casa Leopardi a Recanati dove si cerca di riportare in Italia il turismo estero. Andremo a Fermo che è diventato un centro commerciale naturale, con alcune novità che saranno nuovi punti di attrazione”.
Il Presidente di CNA Fermo, Paolo Silenzi, ha annunciato che per questa edizione di Tipicità sono state selezionate 5 aziende che verranno messe a confronto ed esprime soddisfazione per questa nuova modalità phygital: “Si tratta di un ulteriore salto verso l’innovazione e lanceremo un nuovo modo di fare business to business, con buyer internazionali e realtà artigiane che, dalle rispettive aziende, si presenteranno ai compratori professionali collegati. Una modalità che sarà molto importante anche per il futuro”.
Anche Emanuele Conforti, presidente giovani imprenditori di Confartigianato Macerata, Ascoli Piceno e Fermo, ha spiegato che “la modalità phygital può offrire un’opportunità per gli artigiani di raggiungere meglio il pubblico. Svilupperemo un’iniziativa che metterà in contatto gli artigiani con il pubblico finale attraverso piattaforme dal produttore al consumatore.”
Chiude la presentazione l'intervento di Marco Moreschi, direttore generale Banco Marchigiano, main sponsor dell'evento: “Definirei la nostra partecipazione a Tipicità con due aggettivi: immersiva e convinta. A noi piace declinare le strategie di anno in anno con parole significative. In questo caso il termine è sintesi: c’è necessità di ascoltare i bisogni del territorio ed evitare che la ripartenza sia caotica. Fare sintesi per proiettarsi in un futuro insieme ed essere pragmatici”.
Per saperne di più e seguire gli appuntamenti consultate il sito di Tipicità
Sara Rossi

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Mettetevi comodi perchè su Brescia e dintorni c'è molto da dire. Per i milanesi si tratta di mete vicine che garantiscono un serbatoio ricchissimo di gite fuori porta che riescono ad accontentare un turismo sfaccettato.
Pedalate nel verde e passeggiate nella storia fra incisioni rupestri Patrimonio Umanità dell’Unesco, Case museo con parchi secolari, terme, le limonaie del Garda sino alle spettacolari Piramidi di Zone, sono solo alcuni degli spunti che la città e i suoi dintorni offrono.
Ma per la nostra primavera bresciana partiamo da capoluogo di provincia.
Brescia, il Castello, la Vittoria Alata
Fra le fortezze più imponenti e meglio conservate d’Italia, il Castello che domina Brescia dall’alto del Colle Cidneo si è aggiudicato il 3°posto fra i Luoghi del Cuore del Fai 2020. Lo raggiunge facilmente anche a piedi con una bella passeggiata dal centro storico. Dall’alto il panorama è incantevole, puntellato da innumerevoli scorci. Superato il monumentale portale d’ingresso, si passeggia fra giardini, bastioni, ponti levatoi, possenti edifici, alcuni dei quali ospitano interessanti collezioni (come il Museo delle Armi Luigi Marzoli). Bastano pochi passi dalla fortezza per trovarsi nel centro storico, un museo diffuso da scoprire vagabondando senza fretta in un itinerario, sicuramente sorprendente, inframezzato da shopping e soste gourmet. Si inizia con il tour delle tre piazze, Piazza Loggia - la cui immancabile visita è un omaggio alle vittime delle strage neofascista del 1974 - Piazza Vittoria, Piazza Paolo VI. Da lì si percorre Via Musei, una vera passeggiata a ritroso nel tempo, con l’area archeologica di BRIXIA. Parco archeologico di Brescia Romana - la più vasta di rovine romane del nord Italia - e il Museo di Santa Giulia - straordinario complesso con resti di domus romane, chiese, chiostri - entrambi siti Unesco. Nel Tempio Capitolino si ammira la Vittoria Alata, imperdibile simbolo di Brescia, rarissimo bronzo romano di grandi dimensioni risalente alla prima metà del I sec. d.C., esposta da poco al pubblico dopo due anni di restauro. Se siete stati a Brescia qualche tempo fa, vale la pena tornarci adesso per ammirarla.
Case museo, castelli, parchi storici
La storia e l’arte si intrecciano alla natura in ville e castelli del bresciano, circondati da stupendi parchi, lussureggianti di fioriture primaverili. Il Vittoriale degli Italiani, innanzitutto, straordinario complesso di edifici, piazze, giardini e corsi d’acqua eretto nel 1921 a Gardone Riviera da Gabriele d’Annunzio, che qui trascorse i suoi ultimi 17 anni di vita. Simbolo e memoria della “vita inimitabile” del poeta, è un connubio di musei, archivi, biblioteche immerso in uno scenario naturale che spazia tra eleganti giardini, la limonaia con il Belvedere e il meraviglioso anfiteatro vista lago. Quest’anno se ne festeggia il centenario. Sempre sul lago di Garda, a Lonato tappa d’obbligo è la Casa del Podestà, inserita nel Complesso monumentale della Fondazione Ugo Da Como, che comprende anche la Rocca Visconteo Veneta (una delle più imponenti fortificazioni della Lombardia, Monumento nazionale dal 1942, dove è bello passeggiare e da cui si gode una vista incomparabile sul basso lago). Si visitano oltre venti ambienti ricchi di migliaia di oggetti antichi, fra dipinti, arredi lignei, sculture, maioliche e, nel giardino, la Biblioteca (una fra quelle private più importanti d’Italia) con oltre 52.000 libri dal XII al XIX secolo. Sono oltre 800 le opere (tra cui dipinti di Canaletto, Tiepolo, Guardi, Longhi) e preziosi gli arredi e gli oggetti d’arte applicata che si ammirano alla Fondazione Zani di Cellatica. Nel suo giardino – ricco di essenze esotiche, quali Cedri del Libano, Sophora del Giappone, Ginepro cinese, con una scenografica serie di macro Bonsai - si snoda un percorso tra sculture, fontane, elementi architettonici in dialogo con la natura. Circondati dal verde e ricchi di storia, con antichi arredi, sono anche il Castello di Montichiari e il Castello di Padernello.
Passeggiando in bicicletta
Anche se non siete ciclisti professionisti, nel bresciano troverete la vostra dimensione ideale sulle due ruote e la Ciclopedonale dei sogni di Limone sul Garda - considerata la passerella più spettacolare d’Europa, a sbalzo sul lago, è un tragitto slow con uno strepitoso panorama, adatto anche a famiglie con bambini, che si può fare anche di sera grazie a un’efficiente illuminazione a led – farà perfettamente al caso vostro, come la Vello-Toline, antica litoranea del lago d’Iseo oggi riqualificata, con circa 5 km di percorso a strapiombo. Immersa nella natura è la Ciclovia dell’Oglio, eletta ciclabile più bella d’Italia agli Italian Green Road Awards 2019, che si snoda dalla Valle Camonica al lago d’Iseo, per poi seguire lo scorrere lento del fiume in pianura. In Franciacorta si snodano invece cinque itinerari eno-ciclo-turistici fra vigne, antichi borghi e cantine, alla portata di tutti e dedicati ciascuno ad una tipologia di Franciacorta.
Ai più sportivi, agli appassionati di MTB, slow bike e road bike la Greenway delle Valli Resilienti offre - fra Brescia, la Valle Trompia e la Valle Sabbia - 3500 km di puro divertimento tra ciclabili, percorsi su strada e itinerari per mountain bike, suddivisi per vari gradi di difficoltà.
Per gli amanti delle camminate
Dalle rive del lago d’Iseo ai boschi della Valle Camonica si snodano - senza mai sovrapporsi- la Via Valeriana e il Cammino di Carlo Magno, due straordinari percorsi paesaggistici, storici e culturali da percorrere a tratti, oppure in un trekking di più giorni. Imperdibili per chi predilige la camminata lenta. La Via Valeriana è un antico tracciato che va da Pilzone sul lago d'Iseo a Edolo, dove si biforca per proseguire, da una parte fino all’Aprica, dall’altra fino al passo del Tonale, collegando così la Valle Camonica con la provincia di Sondrio. Lungo 140 km e diviso in 9 tappe, ripercorre l'antica strada che - si narra- fu realizzata dal generale romano Gaio Publio Licinio Valeriano per poter spostare il più velocemente possibile le truppe dall’Italia fino ai bacini del Reno e del Danubio.
Il Cammino di Carlo Magno parte da Lovere e arriva a Ponte di Legno. L'itinerario segue antichi sentieri seguendo le orme di Carlo Magno, che la leggenda vuole sia passato in Valle Camonica. Si sviluppa per circa 100 km ed è diviso in 5 tappe. Offre paesaggi altamente suggestivi e tocca importanti chiese, borghi e siti storici. Tra i punti imperdibili, il Lago Moro, piccolo gioiello incastonato tra le montagne sopra Darfo Boario Terme, il parco delle incisioni rupestri di Foppe di Nadro e quello di Naquane a Capo di Ponte, primo sito UNESCO della Valle Camonica.
Terme per tutti i gusti
Mai come ora la vacanza significa benessere. Per chi vuole approfittare di qualche giorno di break o della vacanza per rimettersi in forma e migliorare lo stato della propria salute, ideali e all’avanguardia sono i noti centri termali di Sirmione e Boario Terme. Più piccole, ma ben strutturate, anche le Terme di Vallio, e interessante la Speleoterapia nella miniera Sant'Aloisio a Collio, in Valle Trompia. L’apertura di tutte queste strutture è regolata dalle normative dettate dall’emergenza Covid.
I benefici salutari delle acque sulfuree salsobromoiodica di Sirmione erano conosciuti fin dal tempo dei Romani ed oggi sono alla base delle cure e dei trattamenti delle Terme di Sirmione, la prima realtà termale italiana, centro d’eccellenza nel trattamento delle affezioni dermatologiche, reumatiche, vascolari e nella riabilitazione motoria con una lunga esperienza nella prevenzione e nella cura delle patologie dell’apparato respiratorio. Il complesso si articola in un centro termale (le Terme Virgilio), 4 alberghi con SPA, di cui 3 con reparto termale, e l’Aquaria Thermal SPA, regno del benessere, con oltre 14.000 mq fronte lago con piscine termali, idromassaggi, docce emozionali, percorso vascolare, cabine benessere, saune, bagni di vapore, area per trattamenti benessere e aree relax polisensoriali. Le Terme di Boario si trovano nel cuore di grande Parco termale che consente di immergersi nel verde e nella natura, e sfruttano i benefici effetti delle acque bicarbonato-solfato-calciche di 4 fonti, provenienti dal monte Altissimo dopo aver fatto ben 10 anni di viaggio nella montagna. Con caratteristiche diverse, agiscono nell’organismo su specifici apparati (ad iniziare da fegato, vie biliari ed intestino) e sono utilizzate per la cura idropinica, terapia che qui ha ben 150 anni di storia. Le acque e la natura sono il miglior modo per detossinare mente e corpo. Il parco termale consente infatti agli ospiti di fare lunghe passeggiate nel verde dei viali costeggiati da piante che caricano l’aria di ossigeno, sorseggiando le acque depurative delle quattro fonti. Qui si trovano anche SPA e Centro benessere, luoghi di grande relax con piscine di acqua termale. Le Terme di Vallio sono immerse in un parco di 50 ettari che invita al silenzio e alla meditazione. Passeggiando fra alberi secolari, sentieri ombrosi e laghetti artificiali, si raggiungono il torrente di fondovalle e l’Orto giardino botanico.
Le limonaie, i giardini d’agrumi dell’Alto Garda
Storiche strutture a terrazzamento un tempo utilizzate per la produzione di arance e limoni, le limonaie sono straordinarie architetture che svettano verso il cielo con i loro alti pilastri e caratterizzano il paesaggio dell’Alto Garda. Giardini d’agrumi, le chiamavano per la loro bellezza. Uniche al mondo nel loro genere, testimoniano un’attività che, nel passato, aveva rivestito un ruolo molto importante per l’economia del lago, che nel 1700 esportava i suoi limoni in tutt’Europa. Tipica la loro struttura, con pilastri di candide pietre sovrapposte (che un tempo, d’inverno, sostenevano la copertura fatta di vetri e assi), circondati su tre lati da alte mura pure di pietra e aperti sul quarto verso il lago: in queste serre venivano coltivati non solo i limoni, ma anche aranci (per uso familiare) e cedri, destinati quasi esclusivamente alla fabbricazione dell'"acqua di cedro", profumatissimo liquore distillato dalla buccia. Alcune sono state restaurate e, fra di esse, sono state riaperte al pubblico la limonaia Pra de la Fam a Tignale, La Malora a Gargnano e la Limonaia del Castel a Limone sul Garda. Oltre alle visite guidate, vi vengono organizzate degustazioni ed è possibile acquistarvi prodotti tipici. Alla limonaia La Malora si può preparare (e portarsi a casa) un profumato sciroppo concentrato di limoni: è una delle molte e inconsuete esperienze che si possono fare nel bresciano proposte da Make in Brescia, prenotabili dal sito Visit Brescia.
La Valle delle Cartiere e il Museo della carta
Sempre sul lago di Garda, una passeggiata inconsueta è quella che porta a scoprire la Valle delle Cartiere e il Museo della Carta di Toscolano Maderno. Un luogo sospeso nel tempo e magnifico esempio di archeologia industriale: colpiscono l’occhio del visitatore i ruderi di decine di piccoli edifici affacciati lungo il fiume, un tempo destinati alla produzione della carta (che abbraccia un arco di tempo dal XIV sec. al XX sec.) ed ora sono in disuso. Il percorso ad anello prevede una bellissima passeggiata nella natura e nel silenzio tra prati, forre e la vecchia centrale idroelettrica in località Gatto. Il percorso è adatto a grandi e piccini. Meritano una tappa il Museo della carta, di cui Toscolano era un centro d’eccellenza, e il vicino laboratorio artigianale Toscolano Paper in cui può imparare a fare a mano un foglio di carta, un’altra delle esperienze di Make in Brescia.
Incisioni rupestri in Valle Camonica, Patrimonio dell’Umanità Unesco
Ci spostiamo ora nel cuore della Valle Camonica, che con il suo immenso patrimonio di arte rupestre si è guadagnata il titolo di primo sito UNESCO d’Italia e la denominazione di “Valle dei Segni”. Oggi sono ben otto i parchi camuni iscritti al Patrimonio mondiale dell’Umanità, stupendi da scoprire passeggiando fra radure e boschi, dove affiorano dal terreno migliaia di rocce istoriate nel corso 10.000 anni, dal Paleolitico al Periodo Romano (sono circa 200.000 le figure già catalogate e studiate). Innanzitutto quello di Naquane a Capo di Ponte, dove su 104 rocce, sono raggruppate oltre 30.000 figure, la maggiore concentrazione scoperta al mondo. Sempre a Capo di Ponte si trova il Parco archeologico comunale di Seradina e Bedolina, a Cemmo misteriosi sono i due grandi massi isolati nel prato che diedero il via, all’inizio del ‘900, agli studi sulle incisioni camune. Altri graffiti si ammirano nella Riserva naturale Incisioni rupestri di Ceto, Cimbergo e Paspardo e nei Parchi di Sellero, Osimo e Luine a Darfo Boario Terme.
Le Piramidi di Zone, le “Fate di pietra”
La gente del posto le ha sempre chiamate “Fate di pietra” e sono le piramidi di erosione più imponenti d’Europa. Le Piramidi di Zone si raggiunge salendo da Marone, pittoresco borgo sulla sponda bresciana del lago d’Iseo. Si tratta di imponenti guglie (raggiungono i 30 m d'altezza e gli 8 m di circonferenza) sormontate da un macigno, con funzione di cappello protettore: modellate dall'erosione delle acque, sono i resti dell'antico ghiacciaio che circa un milione di anni fa ricopriva tutta la conca del lago d'Iseo. Al ritirarsi del ghiacciaio, le acque hanno iniziato ad erodere il terreno che, essendo formato da argilla mista a ghiaia e grossi macigni, non franò rapidamente: anzi, là dove era coperto da un grande macigno, resistette al logorio della pioggia e diede pian piano forma alle attuali piramidi. All’interno della Riserva naturale istituita nel 1984 e a esse intitolata, un percorso di circa un’ora semplice e adatto anche ai bambini -con indicazioni e spiegazioni sulle caratteristiche del territorio e le dinamiche del fenomeno - permette l’accesso a questo spettacolo. L’accesso alla riserva è libero e gratuito.
Lago d’Idro, sport e natura
Passeggiate nel verde, ma anche mountain bike, ferrate, parapendio e canyoning: il lago d’Idro è una palestra a cielo aperto, ideale per sportivi ma anche per chi semplicemente vuole far un po’ di movimento nella natura. Tra i molti itinerari escursionistici molto interessante dal punto di vista storico e paesaggistico è l’Alta Via dei Forti, il sentiero che ripercorre le linee di fortificazione della Prima Guerra mondiale tra trincee e grotte scavate nella roccia lungo il periplo del lago. Da non perdere, anche per lo stupendo panorama sul lago che si gode dall’alto, la Rocca d’Anfo, la più grande Fortezza Napoleonica d’Italia. L’antico fortilizio è aperto per visite guidate e si raggiunge attraverso diversi percorsi di trekking: esplorarlo è una piacevole e sportiva avventura.
C'è ne è davvero per tutti i gusti, ma se non siete ancora soddisfatti troverete altre info sul sito di Visit Brescia.
La redazione

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Taglio del nastro oggi per un altro tratto della Ciclovia del Sole. Un percorso di 46 km, da Mirandola a Sala Bolognese, realizzato in due anni dalla Città metropolitana di Bologna e che attraversa ben 8 comuni (Mirandola, San Felice sul Panaro, Camposanto, Crevalcore, Sant’Agata Bolognese, San Giovanni in Persiceto, Sala Bolognese e Anzola dell’Emilia).
Un evento senza pubblico per rispettare le norme anticovid, ma trasmesso in streaming e diretta tv, per presentare questa nuova ciclabile nata sul tratto dell'ex ferrovia Bologna-Verona in presenza o videopresenza del Ministro Enrico Giovannini, del presidente della regione Emilia Romagna Stefano Bonaccini, del sindaco di Bologna Virginio Merola e di tanti ospiti da Davide Cassani a Mario Calabresi, nonché i sindaci Federico Sboarina e Dario Nardella.
Il luogo simbolico scelto per l'inaugurazione è l'ex stazione ferroviaria di Bolognina di Crevalcore, teatro nel 2005 di un grave incidente ferroviario dove persero la vita diciassette persone.
Con la conduzione della giornalista Sabrina Orlandi, la diretta si apre con il video di Davide Cassani, CT della nazionale di ciclismo e presidente Apt Emilia-Romagna, che in questi giorni ha percorso in anteprima la Ciclovia.
“Pedalando si viaggia e viaggiando si impara” dice Cassani mentre macina quelli che definisce “46 km di emilianità pura”.
La tratta aperta oggi fa parte del grande itinerario ciclabile europeo Eurovelo7 Capo Nord-Malta che sarà ora percorribile da Bolzano a Bologna, mentre sono già finanziate e in parte realizzate alcune parti del tracciato Bologna-Firenze.
Antonio Dalla Venezia, Presidente Comitato tecnico scientifico Bicitalia, FIAB nazionale, esprime entusiasmo per il progetto e la consapevolezza che: “Investire nelle ciclovie fa bene al nostro paese”.
A tutto slow è l'intervento di Paolo Pileri, architetto del Politecnico di Milano ideatore e responsabile della Ciclovia Vento (Venezia-Torino Eurovelo 8): “Questo è un giorno importante, non tutto deve reggersi sulle grande opere veloci, occorre valorizzare e progettare la lentezza che significa imparare dal paesaggio, seguendo linee antifragili sulle quali è possibile rigenerare l'Italia. Non stiamo solo facendo mobilità sostenibile, ma lavoriamo a un nuovo modello di svilippo per il paese, a regia pubblica, che prevede inclusione, un vero e proprio nuovo corso lento”.
Dopo questi collegamenti a salire sul palco sono Davide Cassani e il giornalista Mario Calabresi “turista del tortellino” come si autodefinisce che in questi ultimi anni ha raccontato con passione i territori: “Sono 4,5 miliardi gli euro sviluppati dal cicloturismo nel 2019, 3 dei quali da turisti stranieri. Si tratta di un turismo nuovo e lungimirante che con la e-bike è accessibile proprio a tutti”. Però, a differenza di Pileri, non vede la mobilità lenta alternativa all'alta velocità, ma coesistente: “Un'esigenza che nasce dalla necessità di sentirsi più vicini ai territori, perfetto in un contesto come quello italiano dove le abitudini cambiano ogni 5 km”.
L'intervento di Jill Warren (CEO di European Cyclists' Federation) esprime soddisfazione per il progetto che permette di mettere un nuovo tassello nel mosaico delle ciclovia che unisce Norvegia e Malta tramite 17 percorsi che attraversano 9 paesi.
Vera Fiorani, amministratrice delegata di RFI (rete ferrovie italiane) spiega che questo tratto di ferrovia, costruito dal 1887-1924, attivo fino al 2008 e da allora rimasto inutilizzato, oggi riprende vita grazie a un contratto di comodato d'uso gratuito stipulato con gli enti locali che ha permesso la riqualificazione del percorso ora diventato una ciclabile: “Si tratta di uno splendido esempio di economia circolare”.
Soddisfazione anche negli interventi di Federico Sboarina sindaco di Verona e di Dario Nardella sindaco di Firenze.
Il Ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili Enrico Giovannini illustra i piani statali in merito: “Il nostro governo intende inserire un investimento senza precedenti sulla mobilità sostenibile e dolce: 600 milioni per le aree metropolitane e altri 400 per le ciclovie insieme a ferrovie e andando anche al di là, 4 milioni sono stati già stanziati per piste che uniscano ferrovie e università e altri 11 milioni sono in attesa di stanziamento.
L'uso della bicicletta sta diventando la scelta privilegiata tra i giovani, occorre una visione sistemica estremamente necessaria nel nostro paese, per questo cercheremo di introdurre misure che accelerino questo passaggio”.
Virginio Merola e Stefano Bonaccini sul palco insieme. Il sindaco di Bologna sostiene che: “Questa opera servirà a rilanciare il turismo lento nell'ottica di “affrettarci lentamente” come dicevano i Medici. E' un cuore alternativo alla nostra via Emilia. Ringrazio Alessandro e Katia di Città Metropolitana Bologna per la caparbietà impiegata nella realizzazione dell'opera, ma anche il presidente Bonaccini e tutti i sindaci che come si sul dire hanno voluto la bicicletta?... ”
Stefano Bonaccini esprime soddisfazione per il progetto realizzato in tempi record: “Insieme alla Vento quella inaugurata oggi è una delle grandi ciclovie che attraversano il paese nell'ottica di una mobilità sostenibile. Ma non ci fermeremo qui. Abbiamo in progetto altri mille km di piste ciclabili, ricordiamo infatti che siamo la seconda regione, dopo il Trentino, per cicloturismo infatti non a caso abbiamo Cassani nella nostra Apt. I bike hotel da noi sono già una realtà che verrà potenziata. Il nostro sogno è quello di portare il tour de France in Italia partendo proprio dall'Emilia Romagna”.
In conclusione gli 8 sindaci dei Comuni attraversati da questo tratto di Ciclovia hanno composto il logo che, in accordo con le 4 Regioni coinvolte, verrà adottato per tutto il tracciato della Ciclovia Verona-Bologna-Firenze.
Sara Rossi

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L’Arte, la musica e il vino per celebrare i terroir in cui l’azienda Donnafugata produce
La videomaker Virginia Taroni firma un’altra perla della comunicazione visual di Donnafugata che mette insieme riprese video e illustrazioni animate, in un montaggio scandito dalla musica di un’originale “samba sicula”.
La Sicilia di Donnafugata trova sempre nuovi spunti per raccontarsi, attingendo da linguaggi e tecniche comunicative che puntano ad affermare uno stile identitario nella comunicazione del vino. La comunicazione di Donnafugata – famosa nel mondo per le sue etichette d’autore – vuole essere inusuale ed efficace, distintiva e di valore, fedele alle radici eppure in grado di sviluppare contenuti inediti a partire dal linguaggio universale dell’arte e della musica.
Tutti elementi che si ritrovano nel nuovo video di presentazione dell’azienda, ricco di innumerevoli contaminazioni: c’è il teatro che diventa fiaba, con personaggi e figure che accompagnano lo spettatore in un “viaggio di scoperta” della Sicilia, nei luoghi reali della vita produttiva di Donnafugata.
Paesaggi di vigne immersi nella luce mediterranea, le nuvole che anellano la cima del vulcano, la natura straordinaria di una terra giardino, sono sequenze bellissime ed anche il tributo emozionato verso questa Sicilia da sogno, immaginifica quanto vitale, perché autentica e realmente vissuta.
Un flusso narrativo che ha nelle figure femminili, creature fantastiche che abitano l’universo delle etichette di Donnafugata, tratteggiate magistralmente da Stefano Vitale – l’artista/illustratore che con la famiglia Rallo ha un più che ventennale rapporto di collaborazione –, l’incipit che introduce, di volta in volta, un nuovo quadro espositivo, un’emozione, un ricordo del cuore.
Si sposa sempre più l’intervento artistico dell’animazione, portata in dote da Virginia Taroni, videomaker di punta sulla piazza meneghina che, anche in questo lavoro autoriale, ne sviluppa le potenzialità con una visione d’insieme mai realizzata in precedenza. “Un progetto emozionante che rappresenta il culmine di una lunga collaborazione con il team dell’azienda” sottolinea Virginia Taroni. “Era da tempo che cercavo l’occasione giusta per unire, in una singola animazione, tutto l’olimpo delle mitologiche ‘Donnafugate’ di Stefano Vitale, per me costante fonte d’ispirazione”.
Un video emozionale e seducente che rivelerà i profumi, le sensazioni, le immagini di una Terra generosa, solare, fatta di amore e passione per il vino, attraverso le note, allegre e spensierate, di una insolita ‘Samba Sicula’ - colonna sonora del video - affidata alla voce di una divertita Josè Rallo, impegnata in un pezzo tratto dal suo terzo album della collezione Donnafugata Music&Wine, di prossima uscita.
“Un brano del cuore che mi ha permesso, per la prima volta, di cantare in siciliano”, dichiara Josè Rallo, titolare dell’azienda insieme al fratello Antonio. “Un inno all’amore, quello per la Sicilia, un inno al tempo che deve essere lento ed attento ad ogni particolare, come accade nel fare sartoriale di Donnafugata.”
Donnafugata e Virginia Taroni, in tre anni, hanno sperimentato molto, e prodotto diversi contenuti audiovisivi in cui l’animazione e il richiamo all’iconografia aziendale sono centrali nel messaggio del brand. Un percorso di collaborazione, iniziato nel 2018 con la mostra ‘Inseguendo Donnafugata’ realizzata a Villa Necchi Campiglio con il FAI, proseguito poi con una serie di “piccole opere” dedicate ai vini e alle etichette più prestigiose e che, oggi, si arricchisce di questo ulteriore progetto artistico.
“Questo nuovo video – afferma Antonio Rallo winemaker dell’azienda di famiglia – è riuscito in pochi minuti a dare una panoramica completa di quello che Donnafugata è oggi, dalle cantine storiche di Marsala alle Tenute che abbiamo in Sicilia dove nascono le nostre piccole produzioni di pregio: Contessa Entellina, Pantelleria, l’Etna e Vittoria. Un video che grazie al suo linguaggio universale potrà trasmettere in tutto il mondo i valori di artigianalità, creatività e cura dei dettagli propri di Donnafugata.”
(ph Beatrice Pilotto)
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Saranno i nostri piedi a salvarci, le passeggiate immersi nella natura, ritrovare il ritmo lento per uscire dallo stallo di questo perido, ed ecco arrivare un'altra provvidenziale guida di Terre di mezzo per ricordarci che esplorare il territorio è possibile, è ancora possibile.
Il Sentiero del Viandante, cinque tappe da Lecco a Colico, con il blu del lago da una parte e il verde delle montagne dall’altra. Un’antica via di comunicazione tra il capoluogo lariano e la Valtellina, su cui si cammina a mezzacosta, alla scoperta di borghi incantevoli come Lierna o Varenna, leggende popolari e panorami rigeneranti, capaci di mettere in pace con la natura e il mondo.
È anche possibile partire da Milano, camminando lungo il Naviglio della Martesana, sul Sentiero di Leonardo, oppure prolungare il Sentiero del Viandante proseguendo sulla Via Francisca e la Via Spluga fino alla Val Chiavenna e alle Alpi svizzere.
La guida contiene tutte le informazioni per mettersi in cammino: le cartine dettagliate, le altimetrie, i dislivelli, la descrizione del tracciato, le ospitalità e i luoghi da visitare, con gli approfondimenti sulla cultura e le tradizioni. In più i consigli per utilizzare al meglio i mezzi pubblici e costruire il proprio percorso, per tutte le gambe: da un weekend a dodici tappe, dalla pianura a dislivelli importanti.
Gli autori
Alberto Conte, fondatore del Movimento Lento, di SloWays e di itinerAria, da oltre 10 anni si occupa della progettazione di cammini e della divulgazione del viaggio lento come stile di vita. Con Terre di mezzo ha pubblicato anche Il Cammino di Oropa. A piedi da Santhià al Sacro Monte, La Via Francisca del Lucomagno“, scritto insieme a Marco Giovannelli.
Sara Zanni, archeologa e Guida Ambientale Escursionistica, è nata a Milano, ha studiato a Bordeaux, abita in Romagna ed è innamorata dei lunghi cammini storici, che la portano a lavorare e viaggiare ovunque per l’Europa. Per Terre di mezzo Editore ha già pubblicato Cento giorni in cammino (2020).
Proprio mentre stai pensando: "Per questa escursione ci vorrebbe una guida", Terre di mezzo esce esattamente con quella guida. Basta chiedere.
la redazione

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Mondovela Yachting & Vacanze è un tour operator che si occupa di turismo nautico e il suo fondatore, Guglielmo Masala, ha presentato il progetto di una crociera sulla rotta 5/D, con al centro l'Isola d'Elba, rivolta a neo patentati del mare, ma adatta a tutti.
Spiega Masala che, in quest'anno così particolare, è aumentata la richiesta di turismo nautico e di tutto ciò che è ad esso legato, patenti, barca a vela, crociere: “Durante la pandemia c'è stata una grande richiesta di formazione per la patente nautica, ma non solo, anche le barche hanno avuto un'impennata di vendite”, forse perché – continua - “Le persone hanno compreso il valore di trovarsi in un luogo sicuro dove trascorrere tempo di qualità con la propria famiglia, per riuscire a ritagliarsi momenti di intimità e mare all'insegna della libertà”.
Per la formazione Mondovela si è avvalsa della collaborazione con ParmaVela. E' proprio dal successo di questa esperienza formativa a distanza che è nata l’idea di sperimentare per la prossima estate, dal 24 al 31 luglio, una crociera in flottiglia di barche capitanate dai neo patentati e famiglie, assistiti da una barca appoggio di istruttori. Sarà l'occasione per sperimentare l'emozione del primo comando, in totale sicurezza, con l’opportunità di mettere in pratica le nozioni apprese durante i corsi.
Protagonista la carta 5/D. D come didattica, sulla quale tutti coloro che hanno preso la patente nautica si sono esercitati. A luglio si passerà dalla teoria alla pratica effettuando in tutta sicurezza il periplo dell'Elba, un bellissimo viaggio per mare che Mondovela proporrà anche in altri periodi a chi vorrà noleggiare una delle tante barche del tour operator, in autonomia o con skipper, appena si potrà riprendere il mare.
Gianni Bocchi, fondatore di ParmaVela, spiega che la scuola nata a Parma 12 anni fa, offre la possibilità di diventare comandanti, non solo conduttori, anche frequentando il corso online: “La nostra soddisfazione non è solo quella di permettere di superare l'esame, ma di trasmettere il rispetto del mare, del porto, della natura.
La carta su cui gli allievi studiano è la carta didattica 5/D, pubblicata nel 1982 e da allora mai mutata perché serve appunto per la formazione, a differenza delle altre carte che sono continuamente aggiornate. Anche chi arriva da noi senza distinguere la poppa dalla prua, arriverà all'Elba come se avesse già navigato perché avrà già studiato le rotte”.
Barca e norme anticovid
La vita in barca tra componenti dello stesso nucleo familiare o tra amici, previo tampone ovviamente, è la dimensione ideale per una vacanza covid-free. Il ministero prevede in barca uno spazio di 1 persona per metro lineare, in realtà l'unico vincolo è che nella stessa cabina possano pernottare solo persone conviventi.
Per questa estate Mondovela si sta attrezzando con tamponi rapidi da effettuarsi pre-partenza.
Perché fare una vacanza in barca?
Masala dice la sua: “In primis perché aprire gli occhi e tuffarsi in rada prima che gli altri si sveglino non ha prezzo. Poi la giornata si svolge con un inizio navigazione attorno alle 9.30, stop all'ancora per pranzo. Pomeriggio all'insegna di mare o relax per ripartire verso la meta serale, aperitivo, e poi cena in qualche locale tipico, si auspica che a luglio sia possibile. Ah, non può mancare un briefing serale con il capo-flottiglia che illustra la carta sinottica”.
Cosa vedere all'Elba
Ad illustrare le tappe del viaggio ci pensa Marco Tenucci, giornalista, fotografo, naturalista innamorato dell'Isola d'Elba.
La proposta è quella di un'intensa settimana di mare. Si inizia con una breve traversata dal Golfo di Follonica, si giunge nella rada della Biodola o a Procchio, nella parte nord occidentale, per la prima tappa e notte in rada. Un bagno, un aperitivo di fronte al tramonto più strepitoso dell’isola. Da qui in poi con cinque tappe in senso orario si circumnavigherà tutta l’Elba.
La seconda tappa conduce a Portoferraio e il tratto riserva aspetti interessanti, come il golfo della Biodola, con la sede del Parco Nazionale nell’antica tonnara, dove è possibile recuperare prezioso materiale informativo. Ma è il capoluogo a meritare una sosta prolungata, per visitare il vecchio centro con le fortezze medicee, Villa dei Mulini, residenza napoleonica, stradine e piazzette suggestive. E anche i dintorni lungo la baia, la laguna costiera, le terme con i “miracolosi” fanghi metalliferi e le preziose alghe, la Villa romana delle Grotte. La navigazione fino a Cavo e quindi Porto Azzurro segna la terza tappa. La costa si alza imperiosa ornata dalla ricchissima macchia mediterranea. Una piacevole veleggiata passando Rio Marina, ex posto d’imbarco delle minerali ferrosi, con la bella baia di Porto Azzurro, la più sicura dell’isola, fantastica meta. Quindi si salpa da Punta Calamita a Golfo Stella e Golfo Lacona, toccando la terra delle antiche miniere, Capoliveri e le spiagge sabbiose dei due golfi. A proposito di spiagge, l’apice si raggiunge nelle ultime due tappe, con Marina di Campo, Fetovaia e Cavoli, angoli tropicali in mediterraneo.
Dopo la notte in rada a Marina di campo, la sosta successiva prevede un itinerario terrestre noleggiando una montain bike con pedalata assistita per visitare lo splendido entroterra oppure è possibile imbarcarsi per Pianosa per fare una visita e un tuffo nella spiaggia caraibica di Cala Giovanna. Obbligata è una pausa verso Pomonte, dove un relitto a bassa profondità è diventato incubatore ricchissimo di fauna e flora marina, prima di giungere a Marciana Marina dove è possibile fermarsi in uno dei suoi ristorantini o visitare il Bar Lume, dove sono ambientati i delitti narrati da Marco Malvaldi. Il bar è funzionante solo durante le riprese, ma ormai fa parte del paesaggio.
Uno sguardo alla gastronomia
Di mare, di terra, la cucina elbana non fa mancare nulla. Un piatto da non perdere è lo stoccafisso all'elbana che, importato dagli spagnoli è diventata una pietanza tipica. Parlando di vini invece, una menzione speciale va all'Aleatico, un vino dolce, liquoroso, perfetto per fine pasto e immancabile souvenir. Da qualche anno Dopg, viene detto “il vino dell'imperatore”. Vediamo perchè: la leggenda narra che Napoleone in esilio all'Elba fu attratto da filari di vite disposti in maniera molto ordinata, avvicinatosi fu accolto da un giovanissimo contadino all'urlo di “viva il re d'Inghilterra”, i genitori del giovane per farsi perdonare la gaffe del figlio offrirono al condottiero un calice di Aleatico. Napoleone parve gradire, da allora il nettare fu ribattezzato il “vino dell'imperatore”.
Pillole di storia
Professore all'Università cattolica di Milano, Marco Rossignoli, ci racconta brevemente la storia dell'Elba. Le prime notizie sull'isola ci arrivano dallo storico Diadoro Siculo nei cui Annali veniva chiamata “Italia”, dal greco scintilla, essendo l'Elba ricca di fornaci in cui si lavorava il ferro. Italia era abitata dagli etruschi, popolo pacifico che capitolerà alla dominazione romana. Nel 476 dc anche l'Elba sarà saccheggiata dai barbari. Solo intorno all'anno mille si troverà un po' di stabilità sotto la repubblica di Pisa. Durante questa fase, che durerà 400 anni, si costruiranno edifici difensivi come la Torre San Giovanni, la Fortezza Marciana. Da sempre territorio conteso, nel sedicesimo secolo la troviamo suddivisa in tre protettorati: francese, spagnolo (Piazzaforte Spagnola di Longone) e mediceo (Forte Falcone, la città fortificata di Portoferraio).
Solo nel 1802 l'Elba passerà totalmente alla Francia.Dopo la sconfitta di Lipsia del 1813 Napoleone sarà mandato qui in esilio per calmierare un po' le sue ambizioni, nascerà così il principato dell'Isola d'Elba che comprendeva anche l'Isola di Montecristo, Pianosa, Gorgona e Giannutri.
Il 4 Maggio del 1814 Napoleone verrà portato a Portoferraio e si insedierà nella Palazzina dei Mulini, per poi spostarsi nella residenza estiva di Villa San Martino, entrambe oggi visitabili su prenotazione.
Rimarrà all'Elba solo dieci mesi, ma ne stravolgerà l'urbanistica, costruendo strade, condotte dell'acqua, si occuperà dell'igiene pubblica costringendo gli isolani a costruire latrine, riorganizzerà l'estrazione mineraria.
Il 26 febbraio 1815 quando tutta l'isola sarà concentrata sulla festa organizzata dalla sorella del generale Bonaparte, Paolina Borghese (Bonaparte), Napoleone riuscirà a fuggire.
Sconfitto a Waterloo, questa volta sarà mandato in esilio a Sant'Elena dove morirà esattamente duecento anni fa.
In occasione dell'imminente bicentenario, l'Isola d'Elba si prepara a solenni festeggiamenti, quale occasione migliore quindi per visitare la regina dell'arcipelago toscano arrivando in barca?
Se avessi una patente nautica ci farei più di un pensiero, e se me la prendessi?
Sara Rossi
Per ulteriori informazioni e per i costi, che indicativamente vanno da 2.000-2.500 euro a settimana per una barca vela da 9-11 metri per una famiglia, con 2 cabine per 4-6 persone, sino ad arrivare a un massimo di 4.500 euro per natanti con 4 cabine e capienza sino a 10 posti, oppure a quote da 690 euro a settimana per imbarchi singoli, consultate il sito di Mondovela.
Mentre per dettagli sulla patente nautica fate un giro sul sito di ParmaVela. Never say never.

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Il Forte San Giovanni di Finale Ligure è uno scrigno che raccoglie il racconto di un territorio e delle sue genti. Costruito dagli Spagnoli lungo la strada Beretta, il forte seicentesco si staglia sulla collina che sovrasta il borgo medievale di Finalborgo e la splendida vallata del finalese, ricca di storia naturale e umana, caratterizzata da aspri rilievi montuosi e da numerosi terrazzamenti destinati alla coltivazione degli ulivi e della vite.
Qui la storia ha lasciato moltissime testimonianze artistiche e culturali che, dalla preistoria passando per il medioevo, sono arrivate sino ai giorni nostri. Tra castelli, chiostri e altri edifici di valore storico, questo territorio è custode di beni da proteggere, rispettare e valorizzare, tra cui il Forte San Giovanni.
Comunemente noto con il nome di Castel San Giovanni, sorge a 50 metri s.l.m. ed è raggiungibile in cinque minuti a piedi dal Borgo lungo l’antica Strada Beretta (o “dell’Imperatrice”), percorribile anche in bicicletta.
Perfettamente inserito sul pendio collinare del Becchignolo, dalle sue terrazze si ha una splendida vista su Finalborgo tra cui si riconosce il campanile e il complesso di Santa Caterina, sede del Museo Archeologico del Finale e, volgendo lo sguardo a est, si può vedere l’imponente profilo della Chiesa barocca di San Biagio e del suo campanile quattrocentesco costruito sulle mura medievali, mentre a ovest, si nota all’orizzonte il Promontorio della Caprazoppa.
Dalle terrazze superiori che affiancano la torre del Forte, si apre alla vista l’entroterra con i borghi che punteggiano la Valle dell’Aquila a est e la Valle del Pora a ovest, da cui si ergono due tra i più importanti monumenti rinascimentali del finalese: la cosiddetta ‘torre dei diamanti’ costruita alla fine del Quattrocento e caratterizzata dal particolare bugnato di forma piramidale in pietra di Finale (elemento distintivo di Castel Gavone) e il caratteristico profilo della Chiesa di Nostra Signora di Loreto, nei pressi dell’abitato di Perti, nota come “Chiesa dei cinque campanili”, anch’esse in pietra di Finale. I due monumenti sono raggiungibili dal Forte proseguendo il tracciato di Strada Beretta.
La storia del forte
Forte San Giovanni venne eretto tra il 1640 e il 1644 sullo sperone roccioso del Becchignolo, sui ruderi dell’omonima torre costruita nel Medioevo a difesa di Finalborgo e collegata alle mura di cinta del borgo.Insieme a Castelfranco, il Forte è oggi uno degli esempi meglio conservati tra le fortezze costruite dalla Corona spagnola durante il loro dominio sul Finalese (1602-1707), a difesa del territorio.
Progettato da Francesco Prestino, ingegnere militare al servizio dello Stato di Milano, assunse la sua forma definitiva nel 1644 grazie all’impiego quotidiano di centinaia di uomini. Nei decenni che seguirono la sua costruzione, tra il 1674 e il 1678 la struttura venne restaurata e ulteriormente ampliata con alcuni interventi eseguiti dall’ingegnere Gaspare Beretta.
Abbandonato nel 1703, dopo oltre settant’anni trascorsi nelle mani degli spagnoli, la sua storia cambiò nel 1713 quando il finalese venne ceduto alla Repubblica di Genova; i genovesi ne smantellarono l’artiglieria e ne demolirono la parte verso l’entroterra con l’obiettivo di renderlo inutilizzabile.
Nel 1822 la struttura divenne un carcere femminile che fu dismesso nel primo dopoguerra del secolo scorso. Rimasto per lungo tempo abbandonato e in stato di forte degrado, il Forte è oggi di proprietà del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo (MIBACT) ed è stato oggetto di un lungo e attento restauro che nel 1999 lo ha restituito all’antica bellezza dell’epoca di dominazione spagnola, ma ha anche preservato alcuni elementi legati al tempo in cui la struttura fu prigione, come le porte delle celle e i sostegni per i pagliericci.
Il forte oggi
Il Forte è oggi costituito da tre edifici principali che si trovano a livelli diversi e sono collegati tra loro da scalinate vertiginose: si tratta del Corpo Nord, verso la collina, dove si trova l’accesso al Forte, del Corpo Centrale (a pianta ottagonale, che ospita la Torre) e, in basso, del Corpo Sud, sviluppato su tre piani e che si affaccia su Finalborgo da Piazza d’Armi.
Entrando dal grande portale in pietra di Finale potete notare l’originario sistema di apertura del ponte levatoio: una struttura a sbalzo sorretta da mensole. Dopo una breve visita alle antiche cucine che conservano ancora il focolare in muratura, entrate nel Cortile d’Armi, il cuore del Forte dal quale si ha accesso alla cappella e al Corpo Nord che ospita diverse piccole stanze utilizzate come celle negli anni in cui la struttura fu prigione. Gli stipiti delle porte in ardesia delle celle conservano alcuni graffiti che raccontano le storie e i pensieri delle anonime ospiti.
Dal Cortile si può salire sulla Torre ad ammirare il paesaggio dell’entroterra, oppure scendere sino alla Piazza d’Armi raggiungibile dalle due scale che abbracciano il forte sui lati di Ponente e di Levante, affacciati rispettivamente sulle Valli del Pora e dell’Aquila.
Lungo il percorso, godetevi i diversi scorci del panorama dalle molte terrazze del Forte o sbirciate all’interno delle antiche celle che si affacciano sulle scale.
Per informazioni e prenotazioni consultare il sito dei musei della Liguria o la pagina Facebook di Forte San Giovanni
oppure chiamare al 338.1276580
INGRESSO GRATUITO (prenotazione obbligatoria) – sono disponibili audioguide e cartellonistica che la raccontano la storia del Forte e guidano il visitatore attraverso circa 1200 mq tra camminamenti, terrazze e spazi verdi, oltre a circa 600 mq di aree al chiuso.
NOTA: Per consentire il rispetto delle norme di sicurezza l’ingresso è contingentato, con prenotazione obbligatoria, visite ogni mezz’ora e ultimo ingresso mezz’ora prima della chiusura del sito.
I percorsi all’interno della struttura sono stati ripensati per consentire il transito dei visitatori nel rispetto delle distanze di sicurezza e apposite dotazioni di gel igienizzante saranno a disposizione nel sito.
Lungo l’antica Strada Beretta
La Via Beretta o Via dell’Imperatrice venne progettata e realizzata nel 1666 dall’ingegnere Gaspare Beretta – uno dei principali ingegneri militari dell’epoca – in occasione del passaggio di Margherita Teresa, figlia di Re Filippo IV di Spagna, diretta a Vienna per sposare l’imperatore d’Austria.
Un’opera maestosa per l’epoca, una strada meravigliosa e ben strutturata per chi doveva attraversarla in carrozza, messa a punto in sole 3 settimane, che doveva collegare Finale con la Val Bormida, passando per il Castel Govone, Pian Marino, Rialto e il Melogno, rappresentando così una comoda via di transito tra le ripide Alpi Liguri verso la Pianura Padana.
Nel corso del tempo, la strada venne in parte danneggiata e rovinata perché considerata militarmente strategica, ma oggi è possibile percorrere il tratto che collega Finalborgo all’abitato di Perti, perfettamente conservato.
Dalla Piazza del Tribunale di Finalborgo si percorre la stretta via che sale sulla collina, una caratteristica “crosa” ligure e si oltrepassa la Porta Mezzaluna, una delle quattro antiche porte del Borgo. Immersi nella macchia mediterranea si raggiunge la prima fortificazione, Forte San Giovanni e continuando l’ascesa lungo la dorsale collinare del “Becchignolo”, si giunge ad un bivio: a destra si raggiunge l’abitato di Perti dopo un lungo tratto rettilineo, mentre a sinistra si arriva alla seconda fortezza, il Castel Govone, dimora dei marchesi Del Carretto che da qui dominavano il Borgo. Giunti nella suggestiva frazione di Perti, si può ammirare la Chiesa di Sant’Eusebio che domina la città e, poco distante, la cappella di Nostra Signora di Loreto, conosciuta comunemente come “Chiesa dei cinque Campanili”, da cui si ha una splendida vista su tutto il finalese.
È un percorso ricco di storia, collocato in un ambiente naturale variegato e di grandi suggestioni, che vale la pena percorrere, calpestando quelle pietre che furono posate nel ‘600 per il passaggio dell’infanta di Spagna.
Per informazioni consultare il sito del MUDIF – Museo Diffuso del Finale
oppure chiamare tel. 019 690020
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Con Bell’Italia di marzo il primo dei tre volumi de ilGolosario
la guida alla cose buone d’Italia di Paolo Massobrio
Eccezionale collaborazione tra Bell’Italia, il mensile di Cairo Editore diretto da Emanuela Rosa-Clot, e ilGolosario, il libro-guida di 1.000 pagine firmato da Paolo Massobrio che si è imposto come punto di riferimento per il turismo enogastronomico.
La collaborazione si declinerà in tre volumi che, da marzo a maggio, con soli due euro in più, si potranno acquistare insieme alla rivista Bell’Italia offrendo ai lettori un viaggio alla scoperta dei migliori artigiani del gusto, delle cantine e dei negozi di città e paese di tutta Italia, attività dove non solo si produce o si vende, ma dove è anche possibile sedersi per un assaggio.
700 tavole segnalate da scovare tra 1400 negozi, 700 produttori e 140 cantine, talvolta poco conosciute ma perfettamente integrate con la filosofia della produzione artigianale, che hanno arricchito l’offerta delle tante città turistiche o dei paesi-cartolina che rendono unica l’Italia, pur in un anno che sta mettendo a dura prova l’economia e il turismo del nostro Paese.
“Al momento - dichiara Paolo Massobrio - ciò che abbiamo verificato e che consegnamo rappresenta una resistenza, molto spesso famigliare, per traghettare l’attività e farla vivere, tra chiusure forzate e speranze di normalità. Ma ilGolosario e Bell’Italia, con questa iniziativa vogliono dimostrare la vicinanza a queste realtà che resistono e che meritano di essere premiate”.
Con Bell’Italia di marzo sarà in edicola il primo volume dedicato a Piemonte, Valle d’Aosta, Liguria e Lombardia; con il numero di aprile il secondo volume dedicato a Veneto, Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Marche e Toscana, mentre a maggio uscirà il terzo volume con Umbria, Lazio, Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna.
“I consigli del Golosario sono frutto di attente indagini sul campo, spesso fuori dalle piste più battute - spiega Emanuela Rosa-Clot, direttore di Bell’Italia - Una vocazione comune a quella della nostra rivista, perfettamente in linea con lo spirito del giornale. Infatti riteniamo che i piccoli produttori enogastronomici, gli “artigiani del gusto”, spesso eredi di tradizioni famigliari che attraversano le generazioni, contribuiscano a raccontare, insieme alle bellezze paesaggistiche e monumentali, il fascino e l’unicità del nostro Paese. Ascoltare le loro storie, scoprire il loro lavoro, che spesso segue metodi antichissimi, e gustare le loro specialità significa riscoprire e ritrovare sapori che fanno parte della nostra storia, e che spesso rischiano di essere dimenticati".
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Il 26 febbraio 1740 nasceva a Saluzzo Giambattista Bodoni, incisore, stampatore e tipografo, padre del celeberrimo carattere che da lui prende il nome. Sinuoso, pulito, con grazie,ma moderno, il carattere Bodoni incarna a pieno un lusso elegante.
Proprio in occasione del suo compleanno, il 26 febbraio 2021, a duecento ottantuno anni dalla nascita, il direttore del Museo della Pilotta, Simone Verde, presenta il progetto del Nuovo Museo Bodoniano, che andrà ad aggiungersi al restyling di alcune sezioni espositive della Galleria Nazionale e al nuovo allestimento del Museo Archeologico.
Prima collocato al terzo piano del complesso museale, di scomoda fruizione, il museo Bodoniano, la cui apertura è prevista per il prossimo 19 aprile, verrà ricollocato al piano terra.
In corrispondenza con la presentazione della nuova Gazzetta di Parma che ritorna dopo anni in carattere Bodoni.
Spiega Simone Verde: “Il museo sta attuando una riqualificazione da circa tre anni e la prossima riapertura del Museo Bodoniano rappresenta uno dei fiori all'occhiello di tutto il complesso. Al terzo piano di un palazzo monumentale, il museo Bodoni non era più in linea con la museografia contemporanea, nonostante fosse, secondo un sondaggio di Repubblica, tra i musei più amati dagli italiani. Abbiamo spostato l'istituto al piano terra, con interventi olistici che puntano a restituire una nuova coerenza alle collezioni nel loro complesso”.
Verde racconta della ristrutturazione per la quale si è optato per lo stile impero, con pareti verdi, pavimento Versailles, lo stesso che veniva usato sia per le residenze che per le officine, in piena coerenza con la tendenza ad associare le arti alle corti, in perfetto stile bodoniano.
“Nella sala terminale ci sarà una biblioteca dove saranno posti tutti i volumi del museo, visionabili anche virtualmente. Saranno collocati anche totem esplicativi.
Tutti gli interventi implicano una tutela intelligente e una rifunzionalizzazione del patrimonio passato. A questi spazi sarà restituita una funzione pubblica. Il museo sarà aperto tutti i giorni. Anche il passaggio interno verrà ristrutturato. L'estetica prescelta ci sembrava quella più coerente con il patrimonio lì custodito, si tratta di una sorta di palinsesto contemporaneo frutto di interventi intersecati per coniugare Bodoni e contemporaneità”.
Andrea De Pasquale, direttore scientifico della Fondazione Museo Bodoniano, spiega la genesi del museo: “Il materiale bodoniano, reso sin subito accessibile al pubblico, venne sin dagli anni 40, musealizzato nella sala dei Ponzoni, distrutta però dalla guerra.
Nel 1963 il museo rinasce come centro espositivo per dotti, per raffinati bibliofili, affascinati dal risultato di questa produzione. Poco evidente risultava il discorso della fabbrica del libro, mentre il libro bodoniano è frutto di una raffinata attività artigianale che deve avvicinare un pubblico più ampio perché le persone sono incuriosite dal lavoro tipografico, anche i giovani. Puntiamo inoltre sull'importanza che Bodoni ha avuto sulla cultura d'Europa, non dimenticando che egli ha avuto il grande privilegio di essere famoso sia in vita sia dopo la morte. Si tratta di un mito cristallizzato, il tipografo della perfezione, dell'eleganza, del lusso. Senza dimenticare che Bodoni scelse di rimanere a Parma, trasformandola appunto nella capitale del libro”.
Orazio Tarroni, presidente della Fondazione Museo Bodoniano, sottolinea i meriti didattici della fondazione tesi a divulgare l'attività scientifica del tipografo saluzzese, come la digitalizzazione e catalogazione delle sue opere: “I numerosi rapporti internazionali nel settore grafico e della comunicazione, e il rinnovato museo consentiranno di valorizzare il lavoro di Bodoni e lo renderanno ancora più accessibile”. Ringrazia poi Cariparma e Monte Parma e Stefano Verde che hanno reso possibile tutto questo.
Non si può parlare di Parma, editoria e Bodoni senza citare Franco Maria Ricci, scomparso lo scorso 10 settembre. Editore, designer, intellettuale visionario in carattere Bodoni potrebbe essere il sommario della sua vita, poiché tutta la produzione della sua casa editrice, con sede a Fontanellato (Pr), dove ha creato anche il famoso labirinto, aveva come cifra stilistica proprio l'eleganza del Bodoni.
Stefano Verdi racconta della collaborazione con Franco e con la moglie e malinconicamente ammette che avrebbe desiderato continuasse ancora a lungo.
Andrea De Pasquale dice che proprio a FMR si deve la salvaguardia del patrimonio bodoniano, del suo carattere, ha finanziato iniziative, ha donato pezzi unici al centro espositivo: “L'anima di Franco sarà sempre nel museo e veglierà su di esso ora e nel corso della sua vita futura”.
Tarroni, non nascondendo commozione, ricorda che FMR sia stato insignito del premio Bodoni, da lui sono state acquistate diverse opere, ha finanziato molteplici attività: “Franco è stata una figura importantissima, ci mancherà”.
Zone e contagi permettendo, ad aprile il Nuovo Museo Bodoni aprirà le sue porte, si potrà così ammirare nuovamente, in una disposizione ripensata e fruibile, il mondo di Bodoni, suddiviso in 4 sezioni: la prima riservata a “Bodoni, Parma e l’Europa”, dove il visitatore avrà a disposizione una panoramica della produzione tipografica del tempo e dei tipografi di riferimento di Bodoni, quali Baskerville.
La seconda e più vasta sezione è invece dedicata a “La fabbrica del libro”, divisa in quattro grandi nicchie. In ognuna di esse è ricostruita una fase del lavoro di Bodoni. A partire dalla fonderia dei caratteri con i suoi strumenti di lavoro: punzoni, matrici, forme di fusione e relativi caratteri, alcuni ancora posti negli armadi creati per contenerli e gestirli al meglio. Poi la parte riguardante la riproduzione, con esempi di manoscritti di tipografia e poi “La stampa”, con prove su carta e pergamena, copie su seta, e il torchio, ricostruzione del 1940, rimesso in funzione anche a fini didattici. Infine per la terza sezione “L’illustrazione e la legatura” sono presenti anche le lastre di rame relative alle edizioni bodoniane. Per questa sezione, il Direttore Verde ha avanzato richiesta all’Istituto Toschi per poter esporre la macchina calcografica della Stamperia reale.
Infine la parte dedicata a “Il mito di Bodoni”: in una grande libreria sarà esposta la raccolta dei suoi volumi, con particolare riguardo alla raccolta palatina ancora con legature originali, al fine di documentarne la bibliofilia.
Bodoni è un mito quindi, ripercorrendo il discorso di De Pasquale: “L'ultimo dei tipografi antichi e il primo tra i moderni, lui si costruiva i suoi caratteri, sapeva fare tutto, componeva e stampava”, una fama nata dal talento: “Era famoso perché era bravo, oltre a essere un grande lavoratore. Solo per merito ha raggiunto la notorietà”. In un mondo di scorciatoie, anche questo ha un immenso valore.
Sara Rossi
per ulteriori informazioni consultare il sito del Museo Bodoniano