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Un weekend al Castello......tra elfi, gnomi, l'esercito dei guerrieri di Xian e robot
Metti un castello, una locanda ed aggiungi un particolarissimo museo..ti ritrovi a San Pietro in Cerro, nel piacentino, nella rinascimentale Cortemaggiore
dove storia e cultura si abbracciano tra gli antichi domini dei Pallavicino, i Malaspina, i Barattieri e molte atre famiglie nobili di epoche passate. Appena fuori dal paese
c'è un maestoso castello del '400: suggestivo non è il termine esatto, riduce la sensazione di bellezza e di sorpresa non appena si varca la soglia.
Grazie ad un percorso guidato è possibile rivivere tutta la magia di un tempo visitando le 30 sale riccamente decorate ed arredate.
Come documenta un'epigrafe in pietra che si affaccia sul Cortile dei Cavalieri, il Castello fu edificato nel 1460 da Bartolomeo Barattieri, nobile giureconsulto
e ambasciatore di Piacenza presso la corte di Papa Giulio II della Rovere. La famiglia Barattieri ha mantenuto la proprietà fino al 1993, permettendo un'ottima
conservazione della struttura originaria che si presenta oggi come fedele e preziosa testimonianza di dimora gentilizia quattrocentesca. Disposto su un impianto
rettangolare da cui emergono il mastio d'ingresso e due torrioni rotondi collocati a difesa del lato Nord, il Castello appare esternamente austero e compatto,
mentre all'interno una perfetta corte quadrata a doppio ordine di arcate dal delicato disegno lo rende leggiadro ed elegante. Concepito come residenza nobiliare fortificata,
il Castello presenta soluzioni architettoniche difensive dovute all'introduzione delle armi da fuoco. E' circondato da ampi spazi verdi,un grande parco
alberato, un vasto giardino e da oltre 18 anni il nuovo proprietario, Franco Spaggiari ha permesso la riapertura al pubblico della splendida fortezza affiancando una nuova
struttura all'interno del parco dove un tempo c'erano le scuderie. E' la locanda del Re Guerriero, che, senza snaturare le bellezze naturali e storiche del luogo,
offre al visitatore e turista un servizio alberghiero elegante e riservato, ideale per una breve vacanza immersa nella quiete della campagna piacentina
(www.locandareguerriero.it ).
Ma c'è un 'altra cosa che rende questo luogo particolarmente interessante e meritevole di una visita. Nel sottotetto del Castello,inaugurato nel 2001, è stato allestito il MiM
Museum in motion: esposizione di opere contemporanee, molte delle quali di pittori e scultori piacentini. Le opere sono piu di 400 (tra pittura, scultura, grafica e
fotografia) e sono esposte a rotazione offrendo un panorama delle maggiori tendenze di arte contemporanea dal dopoguerra ai nostri giorni. Fortemente voluto dall'attuale
proprietario del Castello, Franco Spaggiari, grande appassionato d'arte, in collaborazione con la Fondazione D'Ars Oscar Signorini, il museo ha davvero suggestivi colpi di
scena e sorprendenti opere.
Nell'ala ovest dei sotterranei del Castello arriva la prima sorpresa:qui è allestita una mostra permanente di 39 statue dei Guerrieri di Xian, fedeli riproduzioni degli
originali autenticate dal governo cinese. Le statue di terracotta, di dimensioni naturali, sono schierate proprio come lo erano nel III a.C. quando furono poste a guardia del
mausoleo del primo imperatore cinese Qin Shi Huang. La tecnica di fabbricazione è identica a quella impiegata in antichità e consiste nel compattare cerchi di argilla per
creare il torace, al quale è poi aggiunta la testa. La struttura è quindi ricoperta di blocchetti di argilla per creare le uniformi, decorata e dipinta. Le figure, oltre ad
avere pose differenti e armi specifiche che corrispondono alla loro funzione nell’esercito, mostrano anche tratti fisionomici diversi fra loro. Le statue dei guerrieri
hanno un’eccezionale qualità tecnica ed artistica, dimostrando un sorprendente senso realistico.
Salendo nel sottotetto, in una delle torri si può ammirare un altro esercito, questa volta futuristico: disposti nella medesima posizione dei loro "avi" cinesi la sala
presenta un esercito di robot perfettamente funzionanti e che comunicano tra loro.
Ma il Castello di San Pietro offre tante sorprese anche ai piu piccoli visitatori: propone infatti ai bambini delle scuole dell’infanzia, delle scuole primarie e di quelle secondarie, oltre alla visita guidata del maniero, progetti
ludico-didattici realizzati ah hoc per le diverse fasce d’età. Le avventure in costume sono un efficace modo di imparare giocando; l’esperienza consente ai piccoli partecipanti, vestiti
da legionari romani o da cavalieri, da elfi o da gnomi del mondo delle fiabe, di immedesimarsi completamente in un personaggio storico o leggendario di un’epoca lontana
e vivere un’avventura emozionante. I bambini sono, così, i protagonisti di un progetto che lega l'aspetto ludico del gioco agli argomenti dei percorsi storico-culturali
affrontati a scuola durante l'anno.
Per info e prenotazioni:
Il Castello è aperto la Domenica e i Festivi, da Marzo al ponte di Ognissanti.www.castellodisanpietro.it
Visite guidate ore 11 - 15 - 16 - 17 - 18*
*unicamente nei mesi di Maggio, Giugno, Luglio, Agosto
Ingresso: bimbi fino a 5 anni GRATUITO - bambini da 6 a 12 anni €6,00 - ragazzi da 13 a 18 anni e ridotto card del ducato €7,00 - adulti €8,00
Castello di San Pietro via Roma 19 - 29010 San Pietro in Cerro (Pc)
Tel. +39.0523.839056 -
Silvia Donnini
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Tre appuntamenti in settembre per riscoprire “la vita sobria”
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Da destinazione ‘mare e divertimento’ a destinazione ‘multi-experience’
con il progetto Romagna Welcome – GET YOUR RIMINI EXPERIENCE
Una degustazione di vini in una tenuta biodinamica, una sessione di yoga al tramonto, un tour in bicicletta sino a Verucchio, una visita al centro storico della Rimini romana e rinascimentale o una gita a Ravenna per ammirare il cielo stellato di Galla Placidia con una sosta a Cesena per un originale picnic sotto gli ulivi: sono solo alcune delle esperienze di viaggio proposte nel sito di Romagna Welcome (romagnawelcome.it), che, anche grazie al suo format GET YOUR RIMINI EXPERIENCE #GYRE, intende raccontare e promuovere una selezione di proposte esperienziali da vivere tra la costa e l’entroterra della Romagna.
Scoprire e promuovere Rimini e la Romagna attraverso esperienze di vacanza uniche e personalizzate: è questa la nuova sfida di Promozione Alberghiera, una delle più importanti cooperative di albergatori in Italia, che con il progetto Romagna Welcome – GET YOUR RIMINI EXPERIENCE e attraverso la sua piattaforma romagnawelcome.it sta portando avanti una strategia esclusiva, frutto della visione di un gruppo di albergatori illuminati, in cui vengono raccontate, promosse e commercializzate una selezione di esperienze di viaggio uniche da vivere tra Rimini, Cesena, Ravenna e Forlì.
Il progetto di Promozione Alberghiera, sostenuto da APT Emilia Romagna e Visit Romagna e creato dall’agenzia Happy Minds, fa anche leva sulla capacità narrativa e lo spirito di competizione di 20 influencer che si stanno sfidando per raccontare e vendere oltre 40 esperienze di viaggio e 17 alberghi aderenti al progetto.
“Da una Rimini di solo mare e divertimento – dichiara Marina Lappi di Promozione Alberghiera - a una Rimini perfettamente integrata con la Romagna dove arte, cultura, lifestyle, food & wine, natura e attività all’aria aperta diventano attrattori importanti per un turismo italiano e internazionale sempre più alla ricerca di esperienze originali da fare in vacanza”.
Basato su un’originale strategia di influencer marketing applicata al turismo dove la game experience vissuta dai travel influencer diventa uno straordinario incentivo per alimentare creatività e narrazione, il progetto Romagna Welcome - GET YOUR RIMINI EXPERIENCE intende promuovere un territorio unico, da vivere non solo d’estate e sulla costa, ma 12 mesi l’anno e ovunque, con tantissime proposte ‘multi-experience’. In questo senso, gli albergatori diventano veri testimonial del territorio, consapevoli che il successo del proprio lavoro sarà sempre più legato alla capacità di saper narrare i propri luoghi e ciò che il territorio propone.
Dall’inizio dell’estate, oltre 50 milioni di persone da diversi paesi del mondo stanno seguendo sui social gli oltre 30.000 contenuti (articoli, foto, video) prodotti da 20 viaggiatori (tra blogger, social star, videomaker e fotografi) e dalle loro community nell’ambito del progetto Romagna Welcome – GYRE.
I 20 viaggiatori provenienti da Usa, Portogallo, Francia, Inghilterra, Germania, Russia, Ucraina, Italia, divisi in 4 squadre corrispondenti a 4 itinerari tematici specifici - Sea&Sun, Art&Lifestyle, Outdoor & Wellness, Food & Wine – hanno raccontato alla propria community le esperienze vissute ‘live’ nei giorni dedicati alla sperimentazione delle attività (sempre connesse agli itinerari tematici), col fine ultimo di portare le persone a prenotare negli alberghi aderenti al progetto e ad acquistare le esperienze di viaggio utilizzando uno speciale codice sconto ‘GYRE’.
Al progetto hanno aderito 17 hotel di Rimini, che sono entrati a far parte del club di prodotto Romagna Welcome: in queste strutture, è possibile prenotare con gli speciali codici ‘GYRE’, che danno diritto a uno sconto del 10% e permetteranno al contempo agli influencer in gara di accumulare punti per contendersi il montepremi finale, riconosciuto soltanto alla squadra che avrà saputo raccontare e promuovere meglio la destinazione Rimini e Romagna multi-experience.
La squadra vincitrice di #GYRE sarà premiata nel corso della 56°edizione di TTG Travel Experience 2019, la più importante Fiera del Turismo b2b in Italia (Rimini, dal 9 all’11 ottobre).
Happy Minds è un’agenzia creativa di marketing e comunicazione digital con sede a Ravenna che opera in diversi settori: hospitality, sanità, servizi legali, ristorazione, hospitality, personal branding, charity e altri. Dal 2009 ha maturato una forte esperienza nel settore turismo lavorando in diverse regioni d'Italia con progetti di destination management, brand destination e strategie di marketing e comunicazione basate sulle tecniche di influencer marketing e gamification. Nel corso del 2019 Happy Minds, tra gli altri progetti, ha realizzato il primo travel city game per la promozione del turismo culturale di Genova (Travelart), la strategia di comunicazione per la rassegna Musicastelle della Valle d'Aosta, il portale di promozione turistica dell'Unione dei Comuni della Bassa Romagna, la strategia di influencer marketing per la promozione turistica del Comune di Genova.
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Festival della Mente
Sarzana, 30 agosto - 1 settembre 2019
Scienziati, umanisti e artisti esploreranno in 40 incontri il tema del futuro, fulcro di questa edizione
Il Festival della Mente è il primo festival europeo dedicato alla creatività e alla nascita delle idee promosso dalla Fondazione Carispezia e dal Comune di Sarzana con la direzione di Benedetta Marietti. La XVI edizione si terrà dal 30 agosto al 1 settembre, a Sarzana.
40 gli incontri in programma ai quali si aggiungono 20 eventi ideati appositamente per bambini e ragazzi e 6 workshop didattici nella sezione curata da Francesca Gianfranchi, un vero festival nel festival.
Un centinaio di ospiti italiani e internazionali in tre giornate indagheranno i cambiamenti, il fermento creativo e le speranze della società attraverso incontri, letture, spettacoli, laboratori e momenti di approfondimento culturale, rivolgendosi, con un linguaggio chiaro e comprensibile, al pubblico ampio e intergenerazionale che è da sempre la vera anima del festival.
Tema del 2019: il futuro.
«Il concetto di “futuro” è sempre stato importante e necessario per la mente umana – spiega Benedetta Marietti – ma acquista particolare significato in un’epoca come la nostra, densa di cambiamenti sociali, di trasformazioni tecnologiche e di incognite che gravano sul presente. Con il consueto approccio multidisciplinare, il festival si interroga sugli scenari possibili che ci attendono in campo scientifico e umanistico, senza però dimenticare che per guardare al domani bisogna conoscere il passato. E con la ferma convinzione che per immaginare il futuro che vogliamo è necessario creare e inventare una realtà nuova a partire dall’oggi. Spero che il festival, attraverso le voci competenti e appassionate dei relatori, riesca a trasmettere la convinzione che tutti noi possiamo e dobbiamo diventare “inventori del futuro”».
500 i volontari, di cui la maggior parte studenti che con passione e generosità contribuiscono a creare quel clima unico di festa che si respira nel centro storico di Sarzana durante il festival. Testimonianza del forte legame che la manifestazione ha creato con il territorio e della voglia di molti giovani di mettersi in gioco.
IL PROGRAMMA:
Apre il festival la lezione inaugurale di Amalia Ercoli Finzi dal titolo “L’esplorazione spaziale: oggi, domani e…dopodomani”. L’ingegnere aerospaziale, che da oltre venticinque anni si occupa di dinamica del volo spaziale e progettazione di missioni spaziali, ha contribuito infatti alla realizzazione di satelliti e sonde per l’esplorazione planetaria e ricoperto incarichi presso l’Agenzia Spaziale Italiana, l’Agenzia Spaziale Europea e l’International Astronautical Federation. Medaglia d’oro del Presidente della Repubblica per meriti scientifici, Ercoli Finzi ricorda che, per svelare i segreti di mondi tanto lontani da essere fino ad ora considerati irraggiungibili, servono una tecnologia esasperata, lunghi tempi di progettazione e realizzazione, finanziamenti ingenti, ma soprattutto menti visionarie. È fondamentale che le scelte future su dove e quando andare siano il frutto di uno sforzo collettivo, che non veda come protagonisti solo i paesi industrialmente avanzati.
IL FUTURO DELLA LETTERATURA, DELLA LINGUA E DELLE ARTI
Masha Gessen, una tra le più brillanti giornaliste della scena internazionale, firma del New Yorker e vincitrice del National Book Award 2017, racconta, in un dialogo con lo scrittore Wlodek Goldkorn, la nuova Russia, nazione che con un sorprendente rovesciamento è passata dall’essere il faro della sinistra internazionale a diventare il modello esemplare, in America e in Europa, del pensiero conservatore.
Come riuscire ad avere una storia d’amore durante un conflitto? Come scappare dalle bombe quando ci si ritrova orfani? Come sopportare le torture dei soldati? Il poeta e scrittore palestinese Mazen Maarouf, sul palco con lo scrittore Matteo Nucci, svela come si può fondere la quotidianità domestica con la spietata irrealtà della violenza bellica per tenersi a galla, per resistere nell’unico modo possibile: sognando, scherzando, immaginando il futuro.
Dalla Palestina a Israele: la scrittrice israeliana Dorit Rabinyan, in dialogo con lo scrittore Alessandro Zaccuri, riflette sui grandi ostacoli, tra cui il dialogo interreligioso, che si frappongono al raggiungimento della stabilità politica e all’interruzione della guerra fratricida tra Israele e Palestina. È possibile una convivenza pacifica tra popoli in guerra da generazioni? Quali sono le strade attualmente percorribili verso il domani?
Oggi la tecnologia è in continuo cambiamento: internet e i social media mutano nel profondo i nostri modi di comunicare e di pensare, con una velocità che la storia non ha mai conosciuto. Cosa significa questo per la lettura? È davvero a rischio estinzione o prenderà forme nuove? Lina Bolzoni, scrittrice e membro dell’Accademia dei Lincei e della British Academy, ricorda che – da Petrarca a Machiavelli, da Tasso a Montaigne – la lettura è un incontro personale, un dialogo con gli autori al di là delle barriere del tempo.
Il linguista Andrea Moro dimostra che le regole del linguaggio non sono convenzioni arbitrarie, ma sono legate all’architettura neurobiologica del cervello: non esistono quindi lingue migliori di altre, lingue musicali o lingue stonate, né l’essere umano vede il mondo diverso a seconda della lingua che parla, come se essa fosse un filtro per i sensi e i ragionamenti.
La poesia è il futuro della parola, perché è una parola che guarda sempre al futuro. Intorno a questa affermazione dialogano due tra le voci più riconoscibili dell’attuale letteratura italiana in versi, Antonella Anedda e Alessandro Fo, sollecitati dalle domande dello scrittore Alessandro Zaccuri.
La produzione artistica contemporanea si è polarizzata sempre più in un rapporto tra città e periferia. Ma alla luce delle recenti emergenze ambientali e della nuova ubiquità digitale, come si diversificano gli interventi e le pratiche artistiche? La storica dell’arte Ilaria Bonacossa e l’artista Massimo Bartolini indagano le trasformazioni in corso dell’attuale panorama culturale e produttivo.
Achille e Odisseo rappresentano, secondo gli antichi, due modelli caratteriali contrapposti: il primo spontaneo e diretto, il secondo ingannevole, prudente, dai pensieri tortuosi. Achille è costantemente gettato nel presente, Odisseo invece non smette mai di pianificare il futuro, osserva lo scrittore Matteo Nucci.
Al festival partecipa anche l’Atelier dell’Errore, un laboratorio di Arti visive e performative progettato dall’artista Luca Santiago Mora per i reparti di Neuropsichiatria infantile a Reggio Emilia e a Bergamo, che in questi anni si è rivelato valido complemento all’attività clinica. Mora accompagna sul palco del festival alcuni dei ragazzi che raccontano gli animali del futuro, i prototipi di una zoologia che noi non faremo in tempo a conoscere ma che, inesorabilmente, sono già in viaggio, direzione Terra.
IL FUTURO DELLA SCIENZA
L’Intelligenza Artificiale, anche se già presente nella nostra vita, pone alcune legittime preoccupazioni: l’uso dei dati, le possibili discriminazioni, l’allineamento ai valori umani, la trasparenza, la necessità di capire come l’IA prende decisioni, l’impatto sul mondo del lavoro. Francesca Rossi, global leader dell’Intelligenza Artificiale dell’IBM, sostiene che è nostra responsabilità progettare il futuro che vogliamo, identificando per l’IA linee guida etiche che la indirizzino in direzioni benefiche per gli individui, la società, e l’ambiente.
La scienziata Barbara Mazzolai, direttrice del Centro di MicroBioRobotica dell’IIT di Pontedera e nella classifica internazionale delle donne più geniali della robotica, ha inventato il plantoide, primo robot ispirato al mondo delle piante che potrà trovare impiego in numerosi ambiti, dall’esplorazione spaziale al monitoraggio dell’ambiente. A Sarzana racconta perché, per riuscire a immaginare un futuro ecosostenibile, è necessario che biologia e tecnologia procedano insieme nell’indagare i misteri della natura.
Ciò che mangiamo influenza la nostra salute: di questo la scienza è certa. Ma quale modello alimentare sia più efficace per restare sani e vivere a lungo è argomento di discussione e spesso di confusione; il chimico Dario Bressanini e la nutrizionista Lucilla Titta dell’Istituto Europeo di Oncologia di Milano mettono in guardia sulle bufale delle mode alimentari, che offrono soluzioni semplici, ma non poggiano su solide basi scientifiche.
Il neuropsichiatra e neuroscienziato Edward Bullmore dell’Università di Cambridge spiega il nesso esistente fra infiammazione e depressione, dimostrando come e perché l’infiammazione può rientrare tra le cause della depressione. Quali fattori di rischio conosciuti, come lo stress sociale, possono causare infiammazioni? In quale prospettiva futura si potranno utilizzare nuove medicine antinfiammatorie per il trattamento della depressione?
L’idea del male ha origini lontane, si è integrata con la storia dell’uomo sulla Terra, ma oggi, osserva Valter Tucci, direttore del laboratorio di genetica ed epigenetica del comportamento dell’IIT, possediamo gli strumenti per trattare il male come un fenomeno biologico. Possiamo identificare porzioni specifiche di DNA che influenzano le nostre peggiori azioni: conoscere la biologia dei comportamenti è una delle priorità nel futuro della nostra specie.
Ora che tutte le vette sono state scalate e i poli esplorati, quali nuovi obiettivi e quali sfide attendono i pionieri del futuro? Risponde a questa domanda la matematica, fisica e glaciologa svedese Monica Kristensen, una delle più note esploratrici polari nordeuropee e prima donna a ricevere la medaglia d’oro della Royal Geographical Society. Oggi esistono misteri da risolvere – come la ricostruzione del tragico destino del grande eroe polare Roald Amundsen, scomparso nel tentativo di ritrovare l’equipaggio del dirigibile Italia – intere aree al di sotto degli oceani ancora da esplorare e lo Spazio da indagare, con la speranza di trovare altre forme di vita: un sogno destinato agli esploratori del futuro.
“Alla ricerca dell’immortalità” è il titolo dell’incontro con lo scrittore, fotografo e regista Alberto Giuliani, che accompagna il pubblico in un viaggio nel futuro, alla scoperta della scienza che spera di vincere la morte: dagli astronauti della NASA che simulano la vita su Marte alla ricerca genomica in Cina, dai laboratori di crioconservazione umana e di clonazione ai padri della robotica umanoide.
IL FUTURO DELL’AMBIENTE
Il riscaldamento climatico, la deforestazione, l’urbanizzazione selvaggia e lo sfruttamento indiscriminato delle risorse, alimentati dai nostri attuali modelli di sviluppo e di consumo, hanno già ridotto la biodiversità di un terzo. Il filosofo della scienza Telmo Pievani lancia una sfida: provare a immaginare come sarebbe la Terra senza la pervasiva presenza dell’uomo, per ritrovare la consapevolezza della nostra fragilità.
Fragments of Extinction è un progetto dell’artista interdisciplinare, compositore e ingegnere del suono David Monacchi, che sta conducendo una ricerca sul patrimonio dei suoni delle foreste primarie equatoriali. Raccoglie registrazioni che restituiscono, fissandolo nel tempo, il linguaggio sonoro di un pianeta che rotola verso la sesta estinzione, per accrescere la coscienza ecologica pubblica e sperare di salvare così quanti più ecosistemi possibili. L’incontro è completato dalla proiezione del film di Monacchi
Dusk Chorus.
Nel corso della sua storia, il clima del nostro pianeta è passato attraverso grandi cambiamenti, alternando glaciazioni globali con epoche molto più calde, pur mantenendo una sostanziale stabilità che ha permesso la presenza della vita da almeno tre miliardi e mezzo di anni. Quali cambiamenti sono avvenuti in passato e come influiscono sull’ambiente naturale e sulla società? E soprattutto, quale tipo di clima ci aspettiamo nel futuro? Sul palco del festival, per proporre soluzioni a questi pressanti interrogativi, sale Antonello Provenzale, direttore dell’Istituto di Geoscienze e Georisorse del CNR.
Qualche decina di anni fa il futuro era rappresentato dalla plastica, che ha velocemente sostituito i materiali tradizionali e ha contribuito in maniera decisiva a creare nuovi mercati, rivoluzionando il nostro modo di vivere e di consumare. Oggi, però, siamo tutti preoccupati per i problemi ambientali legati alla sua produzione, al suo utilizzo e al suo smaltimento: le bioplastiche possono rappresentare una soluzione efficace per il nostro futuro? Si confrontano sul tema il chimico Marco Ortenzi e il biologo Marco Parolini.
Negli ultimi decenni si osservano tendenze quali l’abbandono di milioni di ettari di aree rurali, problemi di inquinamento e di riscaldamento climatico, scarsa qualità e quantità delle risorse alimentari. È quindi necessaria, spiega il presidente del Comitato scientifico del Programma Mondiale della FAO sul patrimonio agricolo Mauro Agnoletti, una nuova visione che realizzi un equilibrio fra aree urbane e rurali, anche per far fronte alla crescita della popolazione. L’Italia può giocare un ruolo importante proponendo la propria cultura in materia di qualità dei prodotti agroalimentari e del patrimonio paesaggistico e ambientale.
IL FUTURO DELLA SOCIETÀ E DELL’INDIVIDUO
Il Festival della Mente indaga le questioni più attuali del presente e del futuro: non poteva mancare una riflessione sugli oltre 70 milioni di rifugiati e sfollati, che spesso si muovono insieme a migranti economici lungo rotte controllate da trafficanti o attraverso zone di conflitto. Povertà, ineguaglianze e cambiamenti climatici rendono la situazione ancora più complessa. Filippo Grandi, Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati dal 2016, risponde agli interrogativi più pressanti: è possibile offrire soluzioni a questi fenomeni in modo concreto, organizzato e rispettoso del diritto internazionale? È possibile parlare di rifugiati senza che il discorso sia strumentalizzato dalla politica? Come rispondere agli esodi forzati di milioni di persone? La solidarietà esiste ancora?
Esattamente trent’anni fa cadeva il muro di Berlino e, sulle sue macerie, si è ingenuamente celebrata la “fine della storia”, con il trionfo delle democrazie liberali e del capitalismo, secondo un progresso ritenuto lineare e senza contraddizioni. Ma adesso ci sembra di sporgerci su una nuova frattura della storia, osserva il direttore del Censis Massimiliano Valerii. Quando la storia si rimette in moto riecheggia il clangore delle armi: come saremo in futuro, fra trent’anni?
Bertrand Badré, che è stato managing director della World Bank e chief financial officer del World Bank Group, sostiene che la finanza non è un nemico perché di per sé non è né buona né cattiva. È uno strumento, la più potente delle forze meccaniche che quando imbocca la strada sbagliata produce esiti rovinosi ma può avvantaggiare tutti se controllata e gestita con responsabilità.
Il sociologo Stefano Laffi spiega come si aiuta una generazione a riscrivere il futuro. Parlare con pessimismo della crisi provoca nei giovani paura, disincanto e cinismo; rifugiarsi nella celebrazione dei fasti antichi, di contro, non serve a nulla sul piano concreto. Che fare? Occorre rompere il ricatto del presente, imparare a immaginare, esercitare il possibile al posto dell’esistente.
L’architetto e ingegnere Carlo Ratti – considerato da Wired una delle 50 persone che cambieranno il mondo, copresidente del World Economic Forum Global Future Council su Città e Urbanizzazione e special advisor presso la Commissione Europea su digitale e smart cities – spiega la grande rivoluzione odierna nel campo dell’architettura e del design, che vede affermarsi sempre più un modello progettuale
partecipativo e collaborativo con idee sviluppate dal basso, più che imposte dall’alto.
L’amore resiste al tempo e vorrebbe non morire mai. Ma l’amore che sa durare non è forse un amore impossibile? Lo psicoanalista Massimo Recalcati si inoltra nel labirinto della vita amorosa e indaga il miracolo dell’amore, il sentimento più misterioso di tutti.
Dalle moderne guerre di religione agli attuali rigurgiti fondamentalisti il dialogo tra le fedi si è sempre mostrato irto di difficoltà, ricorda il filosofo della religione Roberto Celada Ballanti. Oggi la multiculturalità impone relazioni tra etnie, visioni del mondo e religioni, determinando confronti – che spesso diventano scontri – e la globalizzazione ridisegna gli assetti planetari: occorre un paradigma dialogico che superi il concetto di tolleranza, inadeguato a fronteggiare le sfide del terzo millennio.
L’epistemologa Luigina Mortari sottolinea come, con il venire al mondo, siamo chiamati alla responsabilità ontologica di avere cura della vita. Poiché all’essere umano non è data sovranità sulla sua esperienza ma sempre è dipendente da altro, il prendersi a cuore la vita non può che attualizzarsi nell’avere cura di sé, degli altri e del mondo.
LA TRILOGIA
Attesissimi, come ogni anno, i tre appuntamenti con lo storico Alessandro Barbero, che chiude ciascuna delle serate del festival con le sue lezioni in Piazza Matteotti. Il ciclo quest’anno è dedicato alle rivolte popolari nel Medioevo, che hanno cambiato il corso della storia. Venerdì si parla dei Jacques, i contadini dell’Île-de-France, che, a metà del 1300, a causa delle continue disfatte che i nobili francesi riportavano nella guerra dei Cent’Anni, si ribellarono al dovere di mantenerli con il loro lavoro. Sabato è la volta dei Ciompi fiorentini, che nel 1378 occuparono le piazze della città per ribadire il loro diritto a essere coinvolti direttamente nel governo della città. Si chiude domenica con la rivolta dei contadini inglesi del 1381, gli ultimi a essere liberati, in Europa, dalla servitù della gleba.
EVENTI SERALI
Non esiste invenzione che non sia anche il frutto delle visioni che altri hanno avuto prima di noi: da Magellano a Mozart, da Gabriel García Márquez a Joseph Conrad, da Albert Einstein a Jimi Hendrix, ogni creazione nuova è il prodotto complesso delle intuizioni che l'hanno preceduta. È possibile trovare una curva che colleghi quei punti e indichi la traiettoria del futuro? Rispondono a questa domanda, in un incontro speciale pensato per il festival, Lorenzo Jovanotti e Paolo Giordano.
L’attore Umberto Orsini, che calca le scene da ormai sessant’anni e ha lavorato con Fellini, Visconti, Zeffirelli e Ronconi, pensa sempre al teatro come a un eterno presente, come a un futuro che si costruisce osando. È quanto spiega nel dialogo con lo scrittore Paolo Di Paolo, mentre ripercorre la sua carriera e pensa a come si crea il futuro in scena: nella scelta dei testi, nell’interpretazione, nel dialogo con la platea e nella costruzione del pubblico.
In anteprima per il pubblico del Festival della Mente, il regista Raphael Tobia Vogel porta in scena Marjorie Prime, un testo che esplora il rapporto tra memoria e identità, scritto dal drammaturgo Jordan Harrison – finalista al premio Pulitzer 2015 – e prodotto dal Teatro Franco Parenti. Se esistessero tra noi i Prime, ologrammi di persone care venute a mancare, riusciremmo a relazionarci a loro come se fossero l’originale? L’Intelligenza Artificiale può soddisfare i nostri più chiari bisogni e i nostri più intimi desideri ed essere utilizzata per sconfiggere la solitudine o aiutare l’essere umano a conoscersi meglio?
Se ne avessimo l’opportunità, come decideremmo di ricostruire il nostro passato e cosa decideremmo di dimenticare? Sul palco gli attori Ivana Monti, Francesco Sferrazza Papa, Elena Lietti e Pietro Micci.
La Bandakadabra, estrosa formazione di fiati e percussioni, si cimenta in uno spettacolo comico-teatral-musicale dai toni vagamente surreali e dadaisti, che spazia dalle atmosfere western e dalle colonne sonore di Ennio Morricone ai brani dei Beatles, diventando occasione per riflettere ironicamente sulla tossicità degli smartphone e sulla sfortunata vita amorosa dei musicisti di “insuccesso”.
La musica, il teatro e la letteratura vivono del tempo e nel tempo, ma sanno rovesciarne la percezione.
Beatrice Venezi, tra i più giovani direttori d’orchestra d’Europa, incontra l’attore Gioele Dix: insieme ai Solisti di Milano Classica, confrontano i loro artisti più amati e provano a immaginare un futuro per il loro mestiere.
Due esploratori del suono, il pianista improvvisatore e compositore Cesare Picco e il musicista e dj Alessio Bertallot danno vita, sul palco, a uno speciale viaggio tra i brani iconici della dj culture, affiancata alla forza evocativa del pianoforte, per creare un caleidoscopico nuovo mondo di suoni.
L’esplorazione polare è il tema dell’incontro con lo storico Paolo Colombo e il disegnatore Michele Tranquillini, che ripercorrono la storia di Ernest Henry Shackleton e della sua impresa di attraversamento a piedi dell’Antartide. Le parole di Colombo e gli acquerelli disegnati dal vivo di Tranquillini fanno rivivere questa avventura e rispondono a una domanda importante: cosa significa essere eroi?
Biglietti: lezione inaugurale gratuita; eventi diurni e trilogia (incontri n. 6, 24, 40) €4,00;
eventi serali, approfonditaMente e didatticaMente €8,00.
Informazioni e prevendite (dal 17 luglio): www.festivaldellamente.it
Facebook: @festivaldellamente | Twitter: @FestdellaMente
Instagram: festival_della_mente | Youtube: Festival della Mente Sarzana
Hashtag ufficiale: #FdM19
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PERDERSI NELLA MASONE DI FRANCO MARIA RICCI: IL LABIRINTO PIÙ GRANDE DEL MONDO SI TROVA NEL PARMENSE
di Sara Rossi
A poco più di un’ora da Milano, nel comune di Fontanellato, si trova il labirinto più grande del mondo: il Labirinto della Masone. Inaugurato nel maggio del 2015, con il suo perimetro a stella, nasce da un’idea dell’eclettico Franco Maria Ricci, italiano reso celebre, in particolare, per la sua casa editrice che ha dato alla luce dei veri e propri libri-capolavoro. Sette ettari di “disorientamento” costituiti interamente da piante di bambù, se ne contano oltre venti specie.
L’intero percorso si effettua in meno di un’ora, ma se si cerca di giungere all’uscita senza aver buttato un occhio alla mappa stilizzata fornita all’ingresso, ci si può tranquillamente rassegnare alla vagare senza meta.
Una volta usciti dal dedalo di bambù si arriva alla Piramide, all’interno della quale c’è una cappella, mentre al piano inferiore c’è una sala con alcuni volumi ed una descrizione video della storia di Franco Maria Ricci.
Franco Maria Ricci, classe 1937, figlio di un’aristocratica famiglia genovese, nasce come geologo ma, estremamente affascinato dal tratto, dalle linee, dalle geometrie si ritrova a fare il grafico e poi il designer. Amante dalle auto, dalla velocità, e quasi spaventato dal rapido fluire della vita, vuole lasciare un segno e per questo, dopo aver studiato lo stile e l’opera di Gianbattista Bodoni, di cui ristampa con enorme successo il Manuale Tipografico in 900 copie, nel 1965 decide di fondare la sua casa editrice FMR, il cui tratto distintivo rimarrà sempre l’utilizzo del carattere Bodoni.
Le grazie lievi del Bodoni, l’utilizzo dell’oro abbinato al nero, denotano un’eleganza barocca, per nulla discreta. Libri pregiati, dove la stampa si abbina ad una ricerca di perfezione maniacale.
Franco Maria Ricci si occuperà della pubblicazione di libri d’arte e di pregio,tra cui vanno ricordate le collane “I segni dell’uomo”, “la Biblioteca di Babele” curata da Jorge Luis Borges, ma anche “Le Guide impossibili”, “Grand Tour”. Tra le grandi opere non si può dimenticare “l’Encyclopedie” di Diderot e d’Alembert edita nel 1970, “L’Enciclopedia dell’arte ART FMR” del 1990 e la pubblicazione della rivista FMR stampata dal 1982 e acquistata nel 2002 dal gruppo Art’è.
Alla Masone, oltre a passeggiare nel labirinto, si può visitare la prestigiosa collezione artistica di Ricci, 500 opere che abbracciano un periodo che va dal Cinquecento al Novecento. All’ingresso lo sguardo è catturato dall’amata Jaguar nera anni Sessanta, assieme ad alcuni loghi disegnati dal padrone di casa; nella stanza successiva inizia la collezione di opere d’arte vera e propria, dettata esclusivamente dal gusto di Franco Maria Ricci, presenta alcune opere pregiatissime. Si va dalle sculture Seicentesche, con Bernini, Foggini, Melini, ad una splendida Venere di Canova, da nature mote con teschi, all’epoca napoleonica; dalla pittura romantica dell’Ottocento con Hayez, il Piccio e Fabris; all’art Decò. Le suggestioni sono vastissime, ma credo che l’opera che più di ogni altra lasci a bocca aperta sia la collezione completa e originale (1751 – 1780) dell’Encyclopédie di Diderot e D’Alembert, rinchiusa in una teca a vetro protettiva.
Sono invece liberamente consultabili, con tutta la calma necessaria, in una sala dedicata, diverse pubblicazioni di inestimabile valore firmate FMR.
Per info: www.labirintodifrancomariaricci.it
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