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Nel cuore delle Terre di Siena si trova un angolo di paradiso dove la perfezione del paesaggio sinuoso e incantato si abbina ad una ricchezza culturale e artistica senza pari. La Val d’Orcia è il risultato incredibile di un legame stretto tra la natura e l’uomo, in un connubio perfetto di terra brulla e dolci colline coperte di vigne e oliveti.
La ricchezza di questa terra continua nei suoi elementi naturali: acque termali che sin dall’antichità modellano il territorio e sono perfette per una vacanza rigenerante. Già gli Etruschi conoscevano le proprietà curative delle sorgenti di Bagni Vignoni e furono poi i Romani a sfruttare le loro proprietà benefiche.
Una grande vasca rettangolare è la cornice suggestiva che adorna il centro storico del borgo: qui sgorgano le acque termali e si affacciano i monumenti principali fra cui il porticato di Santa Caterina e la Chiesa di San Giovanni Battista.
Di notte i vapori che si alzano dalla Piazza della Sorgenti avvolgono il paese in una coltre molto suggestiva di nebbia.
Non può mancare una visita al vicino San Quirico d’Orcia, il borgo sull’antica Via Francigena conserva tesori da scoprire come la bellissima Collegiata del XII secolo e i cinquecenteschi Horti Leonini.
Alle pendici del Monte Amiata troviamo infine un piccolo centro termale, dove le acque sulfuree e ricche di carbonato scendono a valle e formano cascate calcaree all’ombra di fitti boschi. Stiamo parlando di Bagni San Filippo, nel comune di Castiglione d’Orcia, dove si trova uno spettacolo unico al mondo: la Balena bianca, una cascata di acqua termale che negli anni ha creato depositi calcarei bianchissimi e spettacolari.
Ci si può così rilassare in queste spettacolari terme all’aria aperta, oppure regalarsi una sosta rigenerante e rilassante al complesso delle Terme di San Filippo.
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Dal Museo storico navale di Venezia all’Eco Museo del mare e della pesca a Martinsicuro, dal Mas-Museo delle Attività Subacquee di Marina di Ravenna al Museo del mare e della navigazione antica al Castello di Santa Severa. Nell’Anno Europeo del Patrimonio Culturale è salpato il 9 gennaio, da Cesenatico il Museo Navigante, iniziativa promossa dall’Associazione Musei Marittimi del Mediterraneo (AMMM), Mu.MA-Galata di Genova, Museo della Marineria di Cesenatico e dall’associazione La Nave di Carta della Spezia.
Ospitato a bordo della goletta Oloferne, costruita nel 1944 a Messina, navigherà lungo la penisola e dopo la partenza da Cesenatico farà tappa a Chioggia, Trieste, Pesaro, San Benedetto del Tronto, Martinsicuro/Giulianova, Pescara, Bisceglie, Molfetta, Otranto, Tricase, Gallipoli, Crotone, Siracusa, Pioppi, Napoli, Procida, Civitavecchia, Gaeta, Livorno, Viareggio, La Spezia, Chiavari, Genova, Imperia.
Tre mesi di viaggio, 1800 miglia nautiche, 25 tappe e un calendario fitto di iniziative. Dai laboratori didattici per i più piccoli, agli incontri e conferenze per gli adulti. Tutto con un unico obiettivo: far conoscere l’importanza del mare nella storia collettiva passata e futura dell’Italia e dell’Europa.
Il viaggio si concluderà a fine marzo 2018 a Sète, in Francia, al Festival del Mare, a cadenza biennale, Escale à Sète, il più importante evento di tradizioni marinare del Mediterraneo dove la goletta Oloferne sarà ospite in rappresentanza dei musei italiani.
Nel 2017 sono stati circa 650 mila i visitatori che hanno varcato le porte dei 70 musei della rete Museo Navigante.
www.museonavigante.it
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Dopo tutti questi secoli, il Castello di Gropparello (PC) non ha ancora perso lo spirito natalizio e approfitta delle festività per condividere con gli avventori le usanze e il clima di un’epoca antica che sapeva come celebrare i momenti di pura magia.
Quella che si respira tra le Gole del Vezzeno con l’avvicinarsi del Natale è un’atmosfera davvero incantata, che dall’1 dicembre 2017 al 7 gennaio 2018 avvolge quanti avranno voglia di attraversare il ponte levatoio del tempo.
I camini delle sale e dei saloni si accendono in una crepitante sinfonia, illuminando con calde sfumature i ricchi broccati. Le spezie profumate, le arance steccate, i fiocchi e bacche rosse concorrono a vestire a festa le stanze, addobbate con ghirlande e luci, mentre il grande albero torna a trionfare nella Sala d’Armi, dove il clavicembalo e l’arciliuto attendono i loro musicisti.
Il salotto da tè del piano nobile profuma di miele e fiori d’arancio, che descrivono un ideale percorso diretto alle antiche cucine, nelle quali il fumo delle bevande calde imita un’aromatica nebbia che nasconde la splendida composizione di zucche e melograni disposta sull’imponente tavolo centrale. E per i bimbi – attesi dalle antiche bambole di famiglia per giochi davanti al camino - sono pronte creme calde al profumo di vaniglia e biscotti al sapore di uvetta di zibibbo e cannella.
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Tempo di bilanci per Airbnb Experiences, il nuovo prodotto della piattaforma di San Francisco che si affianca al business già consolidato di Homes, offrendo ai viaggiatori attività uniche in compagnia di esperti locali.
A un anno dal lancio, novembre 2016, si è registrato un rapidissimo incremento dell’offerta che è passata dalle 95 Esperienze disponibili al lancio in 12 città, alle attuali oltre 3100 Esperienze attive in più di 40 città nel mondo. Dopo il successo del progetto pilota di Firenze, l’Italia, con l’introduzione di Roma e Milano, è l’unico Paese in Europa con 3 mercati attivi per un totale di 250 Esperienze.
A trainare l’offerta in Italia e nel mondo è il comparto food&drink, che catalizza in Italia il 57% delle prenotazioni totali, percentuale che sale al 70% nel caso di Firenze e si attesta al 49% nel caso di Roma (30% a livello globale).
Il giudizio sulla qualità delle Esperienze offerte spetta come sempre ai viaggiatori tramite lo strumento delle recensioni online (possibili solo dopo aver concluso l’Esperienza): in Italia i viaggiatori hanno lasciato recensioni a 5 stelle nel 95% dei casi, superiore alla media globale, che si attesta all’89%.
“I due terzi degli ospiti delle Esperienze ha meno di 35 anni – commenta Matteo Stifanelli, Country Manager di Airbnb in Italia – una conferma del un nuovo modo di viaggiare dei Millennials, che prediligono sempre più le attività all’osservazione passiva e ricercano continuamente un contatto autentico con le persone del luogo”.
La qualità dell’offerta ha rapidamente incoraggiato anche la domanda tanto che, dal gennaio 2017, il numero di viaggiatori che prenotano un’Esperienza sulla piattaforma è cresciuto di 20 volte. Soddisfatti per primi gli host presenti sulla piattaforme che hanno guadagnato complessivamente 6 milioni di dollari, con una media settimanale di 120 dollari a livello globale e 150 dollari a livello italiano.
Da notare che i cosiddetti Solo Travelers, viaggiatori solitari, a differenza di chi si sposta in gruppo, prediligono le attività più avventurose e in generale sono più sportivi, apprezzatissime ad esempio le partite di calcio con i locals o le sessioni di yoga sulla spiaggia a ritmo di musica. I gruppi, invece, prediligono cene e cooking class.
A completare l’offerta anche le Esperienze per il Sociale, organizzate dalle no-profit (senza costi di commissione), che offrono ai viaggiatori una opportunità di volontariato nel paese che scelgono di visitare e costituiscono una nuova ed alternativa opportunità di crowdfundig: ad oggi, oltre 500 mila dollari sono stati raccolto dalle organizzazioni presenti sulla piattaforma.
Entro fine anno le Airbnb Experiences saranno disponibili anche in Jamaica, Costa Rica, Buenos Aires, Hong Kong, Bali e Melbourne.
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Il 23 del mese di Ottobre, dopo un lungo, gravoso e lungimirante lavoro preparatorio, durato alcuni anni, è stato sottoscritto l’atto costitutivo della Fondazione Alta Irpinia.
La costituzione della F.A.I., organismo che ricomprende dodici Comuni dell’Alta Irpinia, e che si propone di aggregarne altri, garantirà più visibilità ad un territorio ricco di cultura – arte – archeologia oltre che prodotti qualificati dell’agricoltura e dell’artigianato.
La stretta collaborazione con i Comuni permetterà di valorizzare il grande patrimonio immobiliare degli stessi per formare un unico grande “Albergo diffuso” capace di essere elemento di traino per un turismo nazionale ed internazionale.
Il turismo, la formazione, lo sport, l’agricoltura, le attività imprenditoriali saranno gli elementi trainanti per proporre, in modo positivo e qualificato, questo territorio garantendo flussi economico – finanziari capaci di migliorare il reddito pro – capite dei residenti incentivandoli ad investire le proprie capacità nel proprio ambito territoriale.
L’ottenimento di questi risultati consentirebbe di favorire il rientro di tutti quei giovani che, in questi anni, hanno dovuto ricercare in altre realtà i propri sbocchi professionali.
Il progetto di valorizzazione del territorio dell’Alta Irpinia sarà impostato secondo le logiche dello sviluppo eco – compatibile nel rigoroso rispetto dei luoghi e delle tradizioni.
Potrebbe diventare, ci si augura, una esperienza pilota per tutti coloro che vogliano positivamente operare a favore della “sostenibilità ambientale” garantendo nel contempo la crescita socio – economica del proprio territorio.
Nella logica di creare relazioni, e formare una rete virtuosa fra operatori che condividono le nostre scelte di fondo, la Fondazione ha avviato una stretta collaborazione con il “distretto turistico Molise orientale”.
Risulta infatti indispensabile, secondo le modalità determinate dall’Europa Unita, creare sinergie “transregionali” per approntare progetti sostenibili e finanziabili.
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Il Parco Nazionale Gran Paradiso si prepara a celebrare due importanti traguardi: il primo è il 70ennale di istituzione del Corpo di Sorveglianza, formato dai guardaparco, 7 decenni di attività di ricerca, lotta al bracconaggio e tutela della natura nelle valli del Parco: migliaia di chilometri macinati con passione e fatica fra le montagne piemontesi e valdostane per salvaguardare uno degli ambienti più belli delle Alpi, per monitorare lo stato di salute dell’area protetta, controllare la fauna selvatica e i suoi comportamenti, contribuire alle attività di ricerca scientifica ma anche di educazione ambientale e di supporto ai turisti e alle comunità locali.
Tante attività, tanta fatica e, fortunatamente, anche molte soddisfazioni per le donne e gli uomini del Corpo di Sorveglianza, diretti eredi delle Guardie Reali che si sono occupate della Riserva Reale di caccia del sovrano a partire dal lontano 1856, prima della nascita del Parco del 1922.
È Italo Cerise, Presidente dell’Ente Parco a sottolineare l’importanza del ruolo dei guardaparco e delle celebrazioni in programma per il settantennale: “Un Corpo formato da uomini e donne che in questi settanta anni ha dato molto al Parco non solo in termini di dedizione, impegno e professionalità, ma anche in termini di vite umane e questo deve essere ricordato da tutti. Celebrare un anniversario significa innanzitutto rendere omaggio alla memoria di queste straordinarie persone e a tutti quelli che hanno fatto parte del Corpo di Sorveglianza con orgoglio e consapevolezza di aver svolto una professione speciale, in un contesto particolare a difesa e valorizzazione di un bene comune di straordinaria bellezza”
Ma il 2017 è un anno importante anche perché il Parco più antico d’Italia compie 95 anni: un traguardo importante, all’insegna della protezione della natura e dello sviluppo sostenibile per un territorio caratterizzato da un elevato grado di biodiversità, che lancia i grandi festeggiamenti che si terranno nel 2022, in occasione del compimento del primo secolo di vita del Parco.
Per celebrare le due ricorrenze, il Parco ha in programma una 2 giorni ricca di eventi: l’8 e 9 dicembre 2017 a Ceresole Reale i visitatori potranno seguire i Guardaparco nel corso delle loro attività, tra le quali il monitoraggio della fauna, assistere ad un concerto di piano a quattro mani, degustare i prodotti a Marchio di Qualità e vedere in anteprima il nuovo filmato dedicato alla Sorveglianza del Parco.
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La stagione 2017 della Via Spluga si è chiusa nel miglior modo possibile. La soddisfazione per i dati molto positivi e per la preferenza accordata da turisti provenienti da diversi paesi europei si unisce all’orgoglio di far parte della lista dei migliori cammini d’Italia, 41 in tutto, selezionati dal Mibact e presentati nel primo portale dedicato ai sentieri. “Attraverso le Alpi Centrali uno storico Cammino tra luoghi e culture diverse”, questo il titolo che descrive la Via Spluga, uno degli itinerari culturali di particolare rilievo europeo e nazionale, così come indicato nella direttiva ministeriale, percorribili a piedi o con altre forme di mobilità dolce e sostenibile, che rappresentano una modalità di fruizione del patrimonio naturale e culturale diffuso. Una promozione a pieni voti per il percorso che da secoli unisce Thusis e Chiavenna e insieme un traino per attirare nuovi turisti, italiani in particolare.
Sin qui, infatti, prevalgono nettamente gli stranieri, come evidenziato dai dati relativi alla stagione 2017 che si è appena chiusa. I turisti che percorrono la Via Spluga provengono per quasi la metà dalla Svizzera, per il 25% dalla Danimarca, per il 20% dal Regno Unito, per il 18% da Israele ma anche da Germania, Olanda, Belgio e Spagna. Dall’analisi dei dati emerge che in prevalenza si affidano ai tour operator e che prediligono i mesi di luglio e agosto. Molto positivo è il riscontro sull’esperienza vissuta. La stagione 2017 si è chiusa con la soddisfazione del Consorzio per la promozione turistica della Valchiavenna che, con Viamala Tourismus, si occupa della vendita dei pacchetti.
«Raccogliamo i frutti del lavoro svolto in questi anni, in particolare grazie alle relazioni con i tour operator specializzati nel trekking di Regno Unito, Danimarca e Israele - sottolinea il direttore Filippo Pighetti -. Il numero dei pacchetti venduti e il fatturato in questo 2017 sono in linea con quelli degli ultimi anni, a conferma del gradimento della proposta da parte dei turisti che provengono da tutta Europa. Il dato emerge con evidenza dai feedback che riceviamo dai partecipanti: la Via Spluga con la sua proposta culturale e naturalistica insieme offre l’opportunità di conoscere i diversi aspetti di un territorio di grande fascino».
Da quest’anno a promuovere la Via Spluga c’è anche l’App dedicata per smartphone, scaricabile gratuitamente, disponibile in quattro lingue (italiano, inglese, tedesco, francese) che mette a disposizione informazioni generali e notizie aggiornate.
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Il Parco Archeologico di Pompei apre agli eventi, mettendo a disposizione di agenzie e aziende, ma anche di organizzatori di mostre e spettacoli, i suoi spazi più simbolici. La novità nasce dall’esigenza dell’ente Parco di reperire le risorse economiche necessarie alla manutenzione e tutela di quello che è a buon diritto considerato il sito archeologico più famoso del mondo.
Il direttore generale del Parco Massimo Osanna ha quindi emanato, e pubblicato sul sito web istituzionale, il regolamento per la concessione in uso temporaneo degli spazi, completo di indicazioni su quali sono le aree dove si possono organizzare eventi, le tariffe di affitto e le condizioni per l’utilizzo.
Gli spazi del sito archeologico a disposizione di aziende e agenzie sono 20, con costi giornalieri che vanno da 2mila a 15mila euro: per esempio, 2mila euro per l’Auditorium e l’area verde antistante l’Anfiteatro, 5mila per il Teatro Piccolo, 10mila per il Teatro e la Palestra Grande, 15mila per l’Anfiteatro e il Foro.
Il regolamento esclude dal novero degli eventi che possono trovare posto nell’antica Pompei matrimoni e feste private e stabilisce che ogni richiesta di locazione dovrà essere approvata da una commissione composta da architetti, archeologi e avvocati che valuterà i progetti per esaminarne gli aspetti amministrativi, legali, tecnici e, soprattutto, accertarne la compatibilità con il contesto archeologico e di tutela del monumento.
I soggetti che otterranno la concessione dovranno pagare gli oneri assicurativi, garantire la solvibilità con una fideiussione e coprire le spese della vigilanza affidata al personale del Parco.
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Oltre 200 persone hanno partecipato all'inaugurazione da parte del Club alpino italiano (attraverso il Comitato Scientifico centrale e la Sezione di Reggio Emilia) di due nuovi itinerari escursionistici che conducono al Castello di Canossa. Sono il tratto da Guastalla a Canossa della Via Matildica del Volto Santo e il percorso Brescello – Canossa, itinerari attraverso i quali promuovere una forma di turismo sostenibile in un'area oggetto di crescenti interessi archeologici.
“Oggi abbiamo visto un CAI pulsante, numeroso, che vive sui sentieri per lasciare un'impronta positiva sui territori attraversati”, ha dichiarato il Presidente generale Vincenzo Torti, che ha tagliato il nastro con i Sindaci di quattro Comuni della Val D'Enza (Canossa, San Polo, Bibbiano e Sant'Ilario). “I sentieri sono nati dai passi di chi ci ha preceduto e, unendo comunità, creano vita, gioia, conoscenza, incontro e condivisione di esperienze. Con giornate come questa intendiamo trasmettere, specialmente ai più giovani, l'amore per il proprio territorio”.
Entrando nel dettaglio, il tratto da Guastalla a Canossa della Via Matildica del Volto Santo, ora completamente segnato dal CAI, è lungo 50 km e ha difficoltà turistica, è quindi affrontabile da tutti. L'itinerario arriva a Canossa seguendo la sommità arginale del Torrente Crostolo, sovrastando la pianura e assicurando uno splendido panorama. Il percorso lambisce la stazione dell'alta velocità di Reggio Emilia Mediopadana, consentendo così un facile accesso agli escursionisti. Ricordiamo che la Via Matildica del Volto Santo collega il Passo del Brennero a Lucca, dove i pellegrini si congiungevano alla Via Francigena nel cammino verso Roma. Era dunque il percorso più diretto per arrivare dalle terre germaniche alla Città Santa.
L'itinerario Brescello - Canossa ha una lunghezza di circa 30 km, l'80% dei quali in pianura, da dove si congiunge alla sommità arginale del Fiume Enza e dunque a Canossa. Consente così di arrivare a piedi dal Po al Castello. Anche quest è percorribile da tutti, famiglie con bambini comprese.
I Sindaci intervenuti hanno ribadito il valore turistico dei due percorsi, in grado di consentire un'offerta unificata ai Comuni dell'area e dare così opportunità di lavoro ai residenti contrastando lo spopolamento.
La giornata, che ha visto i partecipanti raggiungere a piedi Canossa da diverse località della pianura, era compresa nel programma di CamminaCAI 2017, evento che ha previsto decine di escursioni sui cammini storici e religiosi di tutta Italia.
Marco Balsamo
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Segnalare in modo puntuale e dettagliato i casi di ipogei naturali e artificiali utilizzati discariche abusive e le conseguenti situazioni di rischio, procedere almeno in parte alla loro bonifica e proporre possibili soluzioni. E' questo l'obiettivo dell'iniziativa della Società speleologica italiana “Puliamo il Buio”, la cui edizione 2017 è in programma dal 22 al 24 settembre in diverse grotte e cavità artificiali dal nord al sud dell'Italia.
La manifestazione, legata al progetto “Puliamo il mondo” di Legambiente, ha consentito di raccogliere, dalla prima edizione del 2005 al 2016, 156.168 kg di materiali, avviati a discarica autorizzata. Sono state impiegate in totale 2.915.183 ore / uomo di lavoro.
Le giornate di Puliamo il Buio saranno anche occasione per aggiornare il Censimento delle cavità a rischio ambientale, ossia gli ambienti sotterranei dove è stata rilevata la presenza di materiali o condizioni in grado di alterare e inquinare le acque provenienti da sottosuolo. “Le acque sotterranee sono fonti preziose di approvvigionamento colturale e civile; il loro inquinamento può mettere a rischio anche le delicate forme di vita di eccezionale specializzazione presenti nei vuoti sotterranei esplorati e documentati dagli speleologi”, afferma il Presidente della Società speleologica italiana Vincenzo Martimucci.
Il Censimento, avviato nel 2005, in continuo aggiornamento e disponibile on line, vuole essere un importante strumento di lavoro per chi opera per la protezione dell'ambiente carsico e delle risorse idriche. “Questa opera di tutela avviene attraverso la rimozione e lo smaltimento dei rifiuti, la valorizzazione degli habitat naturali e il fermo contrasto delle discariche abusive. Per tutto questo, sono indispensabili i dati della ricerca speleologica e una sempre maggiore attenzione da parte degli enti governativi che si occupano di politiche ambientali”, conclude Martimucci.
www.puliamoilbuio.it/eventi.htm
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Dopo l’estate anche per l’inverno si preannuncia una crescita per il turismo. L’indice di fiducia, rileva l’indagine periodica di Confturismo-Confcommercio in collaborazione con l’Istituto Piepoli, raggiunge ad agosto un valore pari a 69 punti, vicino al massimo annuale toccato a luglio (70 punti), confermandosi a livelli ottimali pur con una leggera diminuzione.
Sono specialmente i giovani fino a 34 anni e coloro che si trovano in piena età lavorativa (fino a 54 anni) a dimostrare maggiore propensione al viaggio nei prossimi mesi, con valori dell’indice che segnano rispettivamente 81 e 75 punti, ben al di sopra della media generale.
Dopo un’estate molto positiva per l’Italia, il flusso turistico crescerà anche per la prossima stagione invernale. “La spinta – spiega Confturismo – arriva dal buon andamento economico. Il prodotto interno lordo crescerà nel 2017 dell’1,3%, il valore massimo da quando l’Italia è uscita dalla recessione nel 2015. Il dato è confermato dall’indagine: si evidenzia un saldo positivo dall’inizio dell’anno tra ottimisti e pessimisti per quanto riguarda la fiducia degli italiani nei confronti della situazione economica nel lungo periodo”.
La crescita nel settore turistico è trainata dalle destinazioni nazionali. Si denota un allungamento della stagione estiva a settembre, con il mare che rimane in cima alle preferenze. Al tempo stesso la visita di musei, monumenti o mostre rimane la prima motivazione di viaggio per quasi 5 italiani su 10 ed in particolare la scoperta dei beni culturali è indicata al primo posto da per chi viaggerà per riposarsi sia da chi viaggerà per divertirsi. Per questi motivi, destinazioni quali Puglia, Toscana, Lombardia, Lazio, Veneto, Emilia Romagna e Sicilia sono preferite dai turisti che resteranno in Italia nel prossimo trimestre. La Spagna rimane in cima alle preferenze, nonostante i tragici fatti di Barcellona, mentre gli Stati Uniti saranno la meta prediletta nel continente americano.
Continua la tendenza a destagionalizzare le vacanze, o meglio, a considerare settembre e anche ottobre come mesi candidabili per una vacanza lunga o anche solo per un ulteriore piccolo viaggio dopo la vacanza principale. Per il prossimo trimestre si evidenzia una durata media del viaggio che raggiungerà le 7 notti, in leggera diminuzione rispetto allo stesso mese dello scorso anno. Gli intervistati propendono dunque a ripetere più volte l’esperienza di viaggio, anche se con vacanze leggermente più brevi se prese singolarmente.
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Le notti del Monte Amiata si vestono di luce: sarà un agosto davvero speciale quello che si prepara a vivere la montagna che domina il sud della Toscana.
A partire dal 1 agosto infatti, la croce monumentale che sovrasta il monte e che ne è divenuta il simbolo, verrà illuminata grazie ad un’istallazione artistica che la renderà visibile fino a 70 chilometri di distanza.
Più di 1 chilometro di cordoni led, per un totale di oltre 30.000 luci a basso consumo vestiranno l’imponente opera in ferro battuto realizzata dalle officine senesi di Luciano Zalaffi tra il 1900 e il 1910.
La croce venne costruita in seguito alle indicazioni di Leone XIII che, in occasione dell'Anno Santo del 1900, propose di edificare sulle montagne italiane monumenti che celebrassero la redenzione.
Un invito che venne accolto dalle popolazioni amiatine che affidarono al senese Luciano Zalaffi, uno dei più raffinati interpreti nella lavorazione del ferro battuto, la progettazione e realizzazione di quest’opera che si sviluppa in altezza per 22 metri.
Un progetto ambizioso quanto avveniristico che richiese quattro tonnellate di ferro, all’epoca trasportate sulla cima del monte a dorso di mulo.
Da allora la croce, per le popolazioni che vivono nei bellissimi borghi dell’Amiata, è una sorta di faro, un punto di riferimento comune che va al di là delle singole bellezze che caratterizzano ciascun paese e supera ogni velleità campanilistica: sotto la sua ombra si riconosce ogni amiatino.
Nella volontà di legare il passato al futuro oggi si fa appello all’arte che, linguaggio universale e senza tempo, offre la possibilità di celebrare con strumenti contemporanei (i led), un monumento e il territorio che esso rappresenta riscoprendone passato e cultura.
“L’Amiata si illumina” è un progetto che si inserisce nel percorso “Destinazione Amiata”, il nuovo piano di destinazione turistica territoriale che riguarda l’area amiatina che vede insieme l’associazione culturale Ferra il Bosko di Abbadia San Salvatore in collaborazione con la Società Macchia Faggeta ed i comuni di Abbadia San Salvatore, Santa Fiora, Arcidosso, Castel del Piano, Piancastagnaio e Seggiano.
Un’occasione per valorizzare la montagna toscana e le sue straordinarie bellezze e raccontare una storia antica ancora viva.
www.croceamiata.com
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Mancano pochi giorni al 28 luglio, data in cui l’Impero austro-ungarico dichiarò guerra alla Serbia dando inizio la prima guerra mondiale e, a una settimana dall’esercitazione delle Truppe Alpine dell’Esercito presso le 5 Torri e dall’entusiasmante esibizione delle Frecce tricolore nei cieli di Cortina, si fa più forte l’eco dei terribili scontri avvenuti tra le Dolomiti d’Ampezzo.
Di questo drammatico momento storico Cortina conserva, oltre ai monumenti in ricordo ai caduti – come il Sacrario di Pocol, anche i camminamenti, le trincee, i fortini e le postazioni, che costituiscono oggi il più esteso Museo all’aperto della Grande Guerra.
Alcuni eventi e attività, inoltre, mantengono viva la memoria del primo conflitto mondiale, come la presenza in Lagazuoi di un rievocatore storico in divisa del III Reggimento dei Tiroler Kaiserjäger, in grado di accompagnare il visitatore in un viaggio nel tempo e nello spazio attraverso il Museo all’aperto.
Domenica 6 agosto, durante l’inaugurazione dell’ampliamento del Museo all'aperto presso l’area Forcella Nuvolau, allestita con cartelli multilingue dedicati, il Rifugio Averau proporrà, a sua volta, la rievocazione dei fatti bellici del 1917 in compagnia del professor Paolo Giacomel, esperto di storia locale. Nel corso dell’evento verranno distribuiti il “Caffè di Guerra” (surrogato di caffè a base di fichi secchi, inventato dall’esercito imperiale austriaco) e il rancio militare nelle gavette fornite dal comando generale truppe alpine di Bolzano: il cibo verrà servito da una cucina da campo dell’Imperiale e Regio Esercito austro-ungarico, denominata “Gulaschkanonen.
Sempre il professor Paolo Giacomel accompagnerà gli interessati in una visita guidata serale al Museo della Grande Guerra delle 5 Torri, a partire dalle ore 19.00, in occasione delle Serate alternative del l 4, 11 e 18 agosto che offriranno, inoltre, la possibilità di cenare presso i Rifugi Scoiattoli e Averau per poi scendere in seggiovia.
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Sono ufficiali i nomi dei due vincitori, categoria parchi pubblici e categoria parchi privati, della XV edizione del concorso promosso dal network ilparcopiubello.it, che premia le più incantevoli bellezze verdi italiane.
Villa Durazzo Pallavicini a Genova Pegli e Villa La Foce in Val d'Orcia (Chianciano Terme, Siena): questi due gioielli naturalistici sono stati accuratamente selezionati dal Comitato Scientifico del Premio “Il Parco più Bello d'Italia” come vincitori della XV edizione del concorso. Oltre 1.000 i partecipanti, iscritti al network dei parchi più belli d'Italia e presenti nella guida online “ilparcopiubello.it”, che da oltre quindici anni è promotrice di un turismo verde alla scoperta del patrimonio paesaggistico e botanico italiano.
Considerato uno dei parchi romantici più originali del mondo, il parco di villa Durazzo Pallavicini, voluto dal marchese Ignazio Pallavicini, fu ideato e realizzato nel 1840 dallo scenografo Michele Canzio. Ne scaturì non solo un parco in stile romantico, ma un itinerario composto da scenografie legate una all'altra da una traccia narrativa: il Viale Classico, la Coffee House, l’Arco di Trionfo, la Casa dell’Eremita, le Grotte, il Lago Grande con la Pagoda Cinese, il Tempio di Diana, il Ponte Romano, i Giardini di Flora, il Gazebo delle Rose; il tutto in una pittoresca realizzazione paesaggistica meticolosamente composta nei suoi elementi architettonici e vegetali e ordinata secondo un preciso percorso dai contenuti esoterici. Non mancano esemplari vegetali di grande pregio botanico-paesaggistico: la monumentale canfora affiancata al cedro del Libano posti a margine del lago, la collezione di palme esotiche, l'araucaria e il sughero secolari, la rosa banksia e il lauroceraso; in particolare spicca tra tutte la collezione di antiche camelie, alcune delle quali ultracentenarie, che ogni primavera costituisce una vera attrazione con la sua particolare fioritura.
Villa La Foce e il suo straordinario giardino sono fortemente legati a Iris Cutting che, con il marito marchese Antonio Origo, decise di trasferirsi qui dopo il matrimonio negli anni Venti del secolo scorso; l’architetto paesaggista inglese Cecil Pinsent venne incaricato dei lavori - che continuarono fino al 1939 - per i quali si ispirò ai giardini formali della tradizione classica italiana.
La casa è circondata da un giardino formale diviso in “stanze” da siepi di bosso, con piante di limoni in vasi di terracotta. Scale di travertino portano al roseto e a un pergolato ricoperto di glicine e delimitato da siepi di lavanda. Pendii terrazzati salgono dolcemente su per il colle, dove ciliegi, pini e cipressi crescono tra la ginestra selvatica, il timo e il rosmarino, e un lungo viale di cipressi porta ad una statua di pietra del XVII secolo. Un sentiero attraversa il bosco e collega il giardino con il cimitero di famiglia, considerato una delle migliori creazioni di Pinsent.
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È ripartito, e durerà fino a dicembre 2017, il ricco calendario di visite guidate sui luoghi della Grande Guerra che da quest’anno è organizzato e gestito dagli esperti storici del territorio con la regia di PromoTurismoFVG. Molte le novità proposte: visite guidate notturne, concerti all’alba, diverse tipologie di escursioni e nuovi itinerari.
Le visite guidate porteranno i turisti, ma anche cittadini regionali interessati all’argomento, attraverso itinerari che si snodano all’interno di diversi contesti naturali, dall’Altopiano carsico che circonda Trieste, fino alle cime delle Alpi al confine con l’Austria.
I partecipanti potranno così osservare con i propri occhi i campi di battaglia e i luoghi dove vissero i soldati in prima linea e rivivere, attraverso la narrazione di guide specializzate, storie e curiosità della Grande Guerra.
Fra le novità di quest’anno sono state introdotte due nuove tipologie di visite e diversi nuovi itinerari. Sul Carso goriziano, anche attraverso i musei all’aperto, alcune escursioni sui luoghi della Grande Guerra sono unite alla attività di nordic walking mentre nelle Prealpi Giulie e Pordenonesi e nella Alpi Carniche e Giulie l’accompagnamento in alcuni itinerari prevede, insieme alla guida storica, la presenza di una guida naturalistica, al fine di promuovere così a 360° l’ambiente e la biodiversità del territorio protagonista. Di notevole importanza anche i nuovi itinerari proposti dagli esperti come, per citarne alcuni, la scoperta del ruolo del fiume Timavo durante il periodo bellico o le visite a alla Stretta di Fleons e Pierabech, che permettono di scoprire le enormi difficoltà logistiche e le condizioni di vita non semplici dei soldati lungo questo tratto di fronte o, infine, l’itinerario dell’Alta via della Val Meduna, luogo cardine per capire le dinamiche storiche della ritirata di Caporetto.
Ad esclusione di alcune uscite di trekking, gli itinerari sono adatti a chiunque, si svolgono in mezzo alla natura e coprono l’intero territorio regionale.
Le visite guidate Grande Guerra hanno un costo di 10€ a persona, con diverse possibilità di riduzioni, mentre sono gratuite per i bambini fino ai 12 anni.
www.turismofvg.it
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Arezzo rende omaggio alla settima arte con “Il cinema ritrovato– tra emigrazioni e ritorni”, una serie di appuntamenti che profumano di riscoperta, antiquariato, di pionierierismo.
Dal 1 luglio al 20 agosto il Palazzo di Fraternita ospita un singolare percorso espositivo che racconta la vita di Francesco (Frank) Bernasconi e che, grazie al Comune di Arezzo, mette in mostra alcune macchine per proiettare i film muti che si pensava non esistessero più.
Una storia ricostruita da Fausto Casi, direttore del museo dei Mezzi di Comunicazione di Arezzo che parte da una scoperta sensazionale: Casi ritrova una macchina per proiettare i film datata al 1903 e una macchina da teatro di qualche anno dopo. Le fa restaurare e le mette in funzione.
Si ritrovano anche un baule con accessori di ricambio per la macchina, proiettili a salve utilizzati per sparare durante le proiezioni nelle scene che richiedono effetti speciali, varie pellicole di film muti databili negli anni che vanno dal 1900 al 1933 ancora da studiare, vetrini con titoli di film e curiosi biglietti di ingresso sia americani che italiani.
Sono materiali appartenenti a Francesco Bernasconi, vero pioniere del cinema muto.
Nella sede espositiva vengono riproposti alcuni film muti di autori quali Reynold, Lumiere e altri ancora tratti dalle pellicole di proprietà di Bernasconi.
Ma non finisce qui: dal 6 al 9 luglio Piazza Grande si trasforma in un grande cinema all’aperto per ospitare “Cinema in piazza”, una mini rassegna-evento.
Il 6 luglio la piazza tornerà ai primi anni del ‘900 con una proiezione di cinema muto che verrà realizzata proprio come si faceva allora: due bauli con tutto il necessario per dare vita alla proiezione si apriranno davanti al pubblico e verrà allestita l’attrezzatura per la visione dei film muti. La stupenda macchina da proiezione Pathè del 1903 tornerà ad illuminare occhi e cuori degli spettatori proiettando inedite immagini mute dell’archivio Bernasconi che verranno accompagnate da musiche eseguite live da docenti e allievi del Liceo Musicale Francesco Petrarca di Arezzo.
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Il 26, 27 e 28 maggio arriva a Rho (MI) in Piazza Visconti, la nuova tendenza di sposare l’eccellenza del cibo con la convivialità urbana, lo Street Food. Tre giorni dedicati alla musica e alla scoperta del cibo di strada di ultima generazione. Oltre 20 food truck veri e propri ristoranti su ruota che offrono cucina gourmet alla portata di tutti. Un evento a cura di Chocolat Pubblicità, realizzato in collaborazione con il Comune di Rho.
Contemporaneamente nel parcheggio tra via Meda e corso Garibaldi, ritorna Lasciamo il Segno con la 5^ edizione speciale 2017, che propone la sistemazione dei muri dipinti nell'ultima edizione 2016, ma danneggiati a poche ore dalla loro realizzazione. A differenza delle scorse edizioni, dove ogni artista si esprimeva al 100% con il proprio stile, questa volta sarà realizzata un'opera unica fatta da più artisti, un omaggio alla città di Rho, un racconto con personaggi, luoghi e immagini della storia rhodense. Gli artisti lavoreranno dal vivo realizzando la propria parte del progetto sul muro di via Meda – corso Garibaldi. Inoltre da sabato 10 giugno a domenica 2 luglio, presso la Galleria d’arte Quadrifoglio, si terrà la mostra con l’esposizione delle opere degli artisti selezionati e partecipanti alla 5^ edizione.
“La presenza di Urban Street Food Festival risponde al nostro obiettivo strategico dell’abitare sempre di più lo spazio pubblico. – sostiene Sabina Tavecchia, Assessore al Piano Strategico, Commercio, turismo e attività produttive - Attraverso i due progetti Street Art e Street Food la città trova dinamicità e offre ai cittadini la gioia della convivialità e della condivisione. Urban Street Food Festival è rivolto a un pubblico eterogeneo, dove ogni fascia di età potrà trovare una risposta alle proprie passioni culinarie e musicali. E’ importante che le persone sentano il desiderio di uscire e con queste iniziative Rho si allinea alla tendenza di Milano e delle grandi città. Il benessere e la qualità della vita fanno adesso scegliere di vivere in una città piuttosto che un’altra. Vorremmo segnare una rotta da percorrere che vada verso questa direzione di agio nel vivere gli spazi pubblici e che attragga le persone in arrivo con il post EXPO.”
Ritornando alla novità di quest’anno, Urban Street Food Festival è un progetto che coniuga ricerca, innovazione e design, nel cibo innanzi tutto, ma anche nei truck e nella musica. Live performance con i migliori interpreti jazz indipendenti della scena nazionale e internazionale che suoneranno dal vivo creando atmosfere magiche con tromba, sax, violino e percussioni. Dj e musicisti si alterneranno sul tetto dell’Airstream con inimitabili performance, mixando diversi stili e proponendo Dj-set caratterizzati da mix esplosivi di sonorità ricercate all’insegna della qualità. I migliori food truck su ruota, altissima qualità del cibo e delle materie prime utilizzate, ottimo rapporto qualità/prezzo della proposta gastronomica ma soprattutto tanto divertimento, sono gli ingredienti di questa prima attesissima edizione di Urban Street Food Festival.
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Il 26, 27 e 28 maggio arriva a Rho (MI) in Piazza Visconti, la nuova tendenza di sposare l’eccellenza del cibo con la convivialità urbana, lo Street Food. Tre giorni dedicati alla musica e alla scoperta del cibo di strada di ultima generazione. Oltre 20 food truck veri e propri ristoranti su ruota che offrono cucina gourmet alla portata di tutti. Un evento a cura di Chocolat Pubblicità, realizzato in collaborazione con il Comune di Rho.
Contemporaneamente nel parcheggio tra via Meda e corso Garibaldi, ritorna Lasciamo il Segno con la 5^ edizione speciale 2017, che propone la sistemazione dei muri dipinti nell'ultima edizione 2016, ma danneggiati a poche ore dalla loro realizzazione. A differenza delle scorse edizioni, dove ogni artista si esprimeva al 100% con il proprio stile, questa volta sarà realizzata un'opera unica fatta da più artisti, un omaggio alla città di Rho, un racconto con personaggi, luoghi e immagini della storia rhodense. Gli artisti lavoreranno dal vivo realizzando la propria parte del progetto sul muro di via Meda – corso Garibaldi. Inoltre da sabato 10 giugno a domenica 2 luglio, presso la Galleria d’arte Quadrifoglio, si terrà la mostra con l’esposizione delle opere degli artisti selezionati e partecipanti alla 5^ edizione.
“La presenza di Urban Street Food Festival risponde al nostro obiettivo strategico dell’abitare sempre di più lo spazio pubblico. – sostiene Sabina Tavecchia, Assessore al Piano Strategico, Commercio, turismo e attività produttive - Attraverso i due progetti Street Art e Street Food la città trova dinamicità e offre ai cittadini la gioia della convivialità e della condivisione. Urban Street Food Festival è rivolto a un pubblico eterogeneo, dove ogni fascia di età potrà trovare una risposta alle proprie passioni culinarie e musicali. E’ importante che le persone sentano il desiderio di uscire e con queste iniziative Rho si allinea alla tendenza di Milano e delle grandi città. Il benessere e la qualità della vita fanno adesso scegliere di vivere in una città piuttosto che un’altra. Vorremmo segnare una rotta da percorrere che vada verso questa direzione di agio nel vivere gli spazi pubblici e che attragga le persone in arrivo con il post EXPO.”
Ritornando alla novità di quest’anno, Urban Street Food Festival è un progetto che coniuga ricerca, innovazione e design, nel cibo innanzi tutto, ma anche nei truck e nella musica. Live performance con i migliori interpreti jazz indipendenti della scena nazionale e internazionale che suoneranno dal vivo creando atmosfere magiche con tromba, sax, violino e percussioni. Dj e musicisti si alterneranno sul tetto dell’Airstream con inimitabili performance, mixando diversi stili e proponendo Dj-set caratterizzati da mix esplosivi di sonorità ricercate all’insegna della qualità. I migliori food truck su ruota, altissima qualità del cibo e delle materie prime utilizzate, ottimo rapporto qualità/prezzo della proposta gastronomica ma soprattutto tanto divertimento, sono gli ingredienti di questa prima attesissima edizione di Urban Street Food Festival.
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“Il modo migliore per viaggiare nelle Marche è viverle”. Lo slogan del Grand Tour delle Marche risuona tra stalattiti e stalagmiti nel fiabesco scenario delle Grotte di Frasassi, scelto per il debutto della 4a edizione di questo originale circuito esperienziale studiato da Tipicità ed ANCI Marche per far assaporare l’essenza di una regione con una serie di eventi che narrano il territorio attraverso cibo e manualità offrendo, da maggio a novembre, l’opportunità di vivere un’esperienza autentica.
“Il Grand Tour delle Marche – sottolinea Goffredo Brandoni, vicepresidente ANCI Marche - è il circuito di eventi messo a punto in occasione di EXPO 2015. Oggi è una realtà consolidata che conta ben 28 tappe in altrettante comunità locali”.
“Ripartiamo dagli oltre 250.000 visitatori dell’edizione 2016!”, esordisce Angelo Serri, direttore di Tipicità, che aggiunge: “La novità di quest’anno è che ciascun appuntamento diventa fruibile, a livello italiano ed internazionale, attraverso un’innovativa applicazione realizzata con un grande lavoro di squadra, che consente di costruire e poi acquistare un’esperienza di viaggio su misura”.
“Non si può prescindere dal turismo, parlando di sviluppo del sistema socio economico marchigiano!”. Si esprime così Nunzio Tartaglia, Responsabile Centro-sud di UBI Banca, il quale puntualizza che il grande valore aggiunto del Grand Tour delle Marche è quello di creare una “forza di penetrazione” impensabile per le singole località e per i singoli eventi.
Ce ne sarà per tutti i gusti: dalla trota di Sefro, a Tipicità in blu, con Ancona capitale della blue economy, passando per il brodetto alla zafferanella di Porto Recanati e per quello di Porto San Giorgio. Il Fabrianese si presenta in versione turismo attivo con la “Frasassi Wild Experience”, mentre a Castelraimondo torna il rito dell’Infiorata del Corpus Domini. A Capodarco di Fermo appuntamento con il cinema dedicato al sociale, mentre Recanati propone “In festa con Giacomo” ed “Amantica”.
Dal 1° luglio, fino alla fine di agosto, eccellenze marchigiane in mostra a Fermo, con una serie di appuntamenti per conoscere le singole specialità. E poi ancora eventi, dedicati alla patata dei Sibillini a Palmiano, al merletto a Venarotta, al Verdicchio a Matelica e Montecarotto, ma anche al tartufo di Acqualagna ed al polentone di Piobbico. Pollenza propone “restauro e mobile antico”, Montappone la Festa del cappello. Altri appuntamenti in programma: a Monte Urano, con la calzatura, ad Ascoli Piceno, con Ascoliva, a Castignano con Templaria, a Senigallia con Pane Nostrum e a Castelfidardo con il Premio Internazionale della Fisarmonica.
In autunno, spazio allo Stoccafisso di Porto Sant’Elpidio, ai sapori del bosco di Acquasanta Terme, alla mela rosa dei Sibillini di Montedinove ed alla Cicerchia di Serra de’ Conti.
Tutte le informazioni per godere al meglio l’esperienza Marche sono reperibili nella piattaforma www.tipicitaexperience.it, con pacchetti turistici appositamente concepiti, proposte di shopping aziendale e la possibilità di costruirsi il proprio “menù” di viaggio personale.
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Maggio ha il sapore fresco e allo stesso tempo soleggiato della primavera che sta per incontrarsi con l’estate. Quale periodo migliore per immergersi nel verde di un parco e passare una giornata all’aria aperta, magari in famiglia? Proprio per offrire a viaggiatori e locali la possibilità di sfruttare al meglio queste belle giornate con interessanti iniziative outdoor, dal 6 maggio al 2 luglio la Liguria propone la campagna “Parchi Aperti in Liguria”, che prevede un ricco calendario di eventi e iniziative promosse dai vari parchi della regione, uniti sotto l’hashtag #parchiaperti.
La campagna promozionale si focalizza sul periodo che precede l’alta stagione, per permettere di scoprire l’ampia offerta turistica della Liguria in pieno relax, dedicandosi ad attività outdoor immersi nel verde. Sportivi e amanti della natura di tutte le età potranno vivere originali esperienze proposte dai vari parchi aderenti, come ad esempio trekking ed escursioni di gruppo, concorsi fotografici, degustazioni di prodotti tipici, laboratori artigianali e molte altre appassionanti iniziative.
La rete dei parchi della Liguria si compone di un parco nazionale, nove parchi naturali regionali, l’Alta Via dei Monti liguri, quattro riserve naturali regionali e numerose aree protette di terra e di mare
Una straordinaria area che non può mancare all’appello di “Parchi Aperti in Liguria” è sicuramente il Parco di Portofino, vero e proprio gioiello verde che festeggia ben 82 anni dall’apertura con imperdibili appuntamenti per grandi e piccini. Gli impavidi esploratori e naturalisti non potranno mancare all’escursione serale alle Batterie alla scoperta del fantastico mondo segreto dei pipistrelli, che si terrà sabato 27 maggio dalle ore 18.30: emozioni e divertimento assicurati per tutta la famiglia! E per i più golosi, domenica 28 maggio si tiene una giornata alla scoperta del Parco di Portofino all’insegna del gusto, grazie ad un percorso a tappe che porterà gli escursionisti ad assaggiare i prodotti tipici e le gustose ricette della tradizione locale. Se, invece, nel fine settimana preferite ricaricare le batterie con una straordinaria esperienza energizzante, il Sunset Paddling a cura di Outdoor Portofino è quello che fa per voi! Venerdì 2 giugno dalle ore 18.00 potrete lanciarvi in una entusiasmante escursione in kayak al tramonto, con a seguire aperitivo sulla terrazza del Faro di Portofino. Altra iniziativa da leccarsi i baffi che permetterà di mettere davvero le mani in pasta a tutta la famiglia è il Laboratorio di cucina “Corzetti e pesto al mortaio”, organizzato dal Mulino del Gassetta domenica 4 giugno dalle ore 11.00 per far preparare i gustosi dischetti di pasta al pesto. Il laboratorio di cucina sarà seguito dal pranzo al Mulino con degustazione di questi due prodotti tipici.
Un’altra incantevole area naturale protetta è il Parco del Beigua, che si estende sull’Appennino Ligure Occidentale tra Genova e Savona. Qui, “Natura” è la parola d’ordine, per scoprire i segreti di questa terra e della sua flora e fauna. Il weekend del 13-14 maggio si potrà partecipare a un fine settimana tra migrazioni e spettacolari fioriture: in occasione del World Migratory Day, la giornata di sabato 13 maggio sarà dedicata al birdwatching, per imparare sotto l’esperta guida dell’ornitologa del Parco a riconoscere le specie di maestosi rapaci che volteggiano nei cieli del Beigua durante le migrazioni primaverili; domenica 14 maggio, invece, sarà il turno di “Alta Via dei Monti Liguri in fiore”, escursione guidata da un esperto botanico che vi condurrà alla scoperta di profumate dafne, delicate viole ed eleganti orchidee spontanee. Le due iniziative, inserite nell’ambito della Settimana Europea dei Geoparchi, possono essere svolte singolarmente o in abbinata; è prevista infatti la possibilità di fermarsi l’intero weekend all’interno del Parco, soggiornando in una delle sue tante strutture e scoprendo i sapori eccezionali dei prodotti locali. Numerose sono, inoltre, le proposte per un pubblico di giovanissimi: grazie a “Primavera a misura di bambino - bimbi gratis”, molte iniziative sono pensate appositamente per passare una stupenda giornata in famiglia in mezzo alla natura, prevedendo partecipazione gratuita per i bimbi fino a 12 anni. Ad esempio, aderisce a questo calendario di eventi a misura di bambino l’attività “I colori della Badia di Tiglieto”: sabato 10 giugno, mentre gli adulti parteciperanno alla visita guidata a questo splendido gioiello architettonico del 1120, i bimbi verranno coinvolti in un divertente laboratorio didattico, per raccontare la bellezza del Parco attraverso disegni fatti con colori naturali ricavati da piante e fiori. L’occasione perfetta per scoprire e riscoprire con tutti i cinque sensi la stupefacente bellezza di ciò che ci circonda, immergendoci nella natura come veri esploratori.