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KEUKENHOF/LISSE – “Regno Unito: Paese dei grandi giardini” è il tema di Keukenhof 2013. Attrazioni principali di quest’anno sono il mosaico di fiori che riproduce il Big Ben e il Tower Bridge, la mostra My Great Garden e gli spettacoli floreali dedicati agli elementi britannici.
Da un pò di anni il Keukenhof dedica ogni sua stagione ad un Paese, ponendolo come tema principale del parco, e donandogli così una certa visibilità. Dal 21 marzo al 20 maggio il Regno unito sarà al centro dell’attenzione con il tema “Regno Unito: Paese dei grandi giardini”. Con la vivacità che lo contraddistingue, il Keukenhof si concentra quest’anno sul Regno Unito, Paese importante sia per l’esportazione dei bulbi, sia per il grande potenziale di turisti.
Ad attirare l’attenzione sarà senza dubbio il mosaico floreale che riproduce il Big Ben e il Tower Bridge. Per l’occasione, Sua Eccellenza Paul Arkwright, ambasciatore del Regno Unito, ha piantato in ottobre gli ultimi bulbi. Il mosaico occupa una superficie di 13 x 22 metri, ed è realizzato con 60.000 bulbi.
Il 21 marzo il Keukenhof apre le proprie porte al pubblico per la 64ma edizione. Dopo otto settimane, alla chiusura, saranno stati accolti migliaia di visitatori da tutto il mondo, un potenziale turistico di prima grandezza per il paese.
Nei mesi scorsi sono stati piantati nel parco circa sette milioni di bulbi per far sì che i visitatori possano ammirare il Keukenhof in tutto il suo splendore all’inizio della primavera. Oltre alle attrazioni tradizionali, saranno presentate delle novità sui 32 ettari del parco, che vuole essere terreno fertile non solo per la natura, ma anche per la cultura.
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Un piccolo Paese che vive su poca terra e molta acqua. Canali, dighe, mulini a vento, le coste maltrattate dalle fredde correnti del mare del Nord. Una realtà che evoca antiche leggende e in ogni leggenda che si rispetti c’è sempre un trono. Quello d’Olanda da oltre 120 anni è “rosa”. Non nel senso cromatico del termine naturalmente, ma è dal lontano 1890, anno in cui morì Re Guglielmo III, che lo scettro è retto da una donna; dalla Regina Guglielmina prima, alla Regina Giuliana poi, fino all’attuale Regina Beatrice, l’Olanda è rappresentata dal Gentil Sesso. Ma lo scorso 28 gennaio l’attuale sovrana ha dato l’annuncio ufficiale della sua decisione: abdicare a favore del figlio, il Principe Guglielmo Alessandro, primogenito e legittimo erede al trono.
Sua Maestà Beatrice lascerà il trono il 30 aprile prossimo, proprio in coincidenza con la rituale festa nazionale del Giorno della Regina. La data non è casuale, coincide con il compleanno della Regina Giuliana ed è stata scelta dall’attuale sovrana proprio in segno di rispetto per la madre che a sua volta le aveva lasciato la corona abdicando.
Amsterdam è il fulcro dei festeggiamenti. Le celebrazioni iniziano la sera precedente con feste nei locali aperti fino a tardi per l’occasione e concerti all’aperto; candele e lampade a olio illuminano vetrine e finestre creando una suggestiva atmosfera tra i canali. Nel corso della Giornata della Regina tutta la capitale d’Olanda si riversa nelle strade tra mercatini e parate, balli e musica.
Il 2013 sarà l’ultima volta in cui la sovrana verrà festeggiata, ma 75 anni di età di cui 33 di regno, hanno ispirato anche la realizzazione di una mostra per salutare degnamente Beatrice e il tempo dedicato al suo Paese. “Immagini di Beatrice” è il titolo dell’esposizione inaugurata il 31 gennaio scorso in occasione del suo compleanno e che chiuderà i battenti il 20 maggio prossimo. Nelle sale del Museo Nazionale Paleis Het Loo si possono ammirare 68 realizzazioni ispirate alla sovrana selezionate da una giuria di esperti tra le 2.200 ricevute a seguito di un appello pubblico dell’emittente televisiva olandese NOS. I visitatori della mostra possono dare il proprio voto a favore dell’opera che a loro parere merita il Premio del Pubblico e alle pareti sono esposti anche lavori di artisti famosi che hanno voluto ritrarre Beatrice, come Andy Warhol, Ans Markus e Marte Roling. Così si conclude per l’Olanda l’epoca delle regine e un uomo prenderà posto sul trono. Il Principe Guglielmo Alessandro verrà investito del suo nuovo ruolo il 27 aprile, giorno del suo quarantaseiesimo compleanno, regnerà accanto alla moglie Maxima e, come nelle favole, vivranno tutti “felici e contenti”. Pur augurando lunga vita al nuovo Re, il Paese dei tulipani e dei mulini a vento riavrà un giorno una regina: la Principessa Catharina – Amalia, primogenita della coppia. E il trono tornerà a essere … “rosa”.
Paola Drera
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Quest’anno si celebrano i 1150 anni dall’arrivo degli evangelizzatori Cirillo e Metodio nella cittadina ceca di Velehrad. I festeggiamenti culmineranno il 4 e 5 luglio, giorni durante i quali è previsto l’arrivo del papa - nuovo papa e nuova agenda papale permettendo – perché questo rimane, certamente, un appuntamento importante per tutta la cristianità. Ogni anno infatti migliaia di pellegrini arrivano da tutto il mondo per le celebrazioni e, nel 1990, lo stesso papa Giovanni Paolo II è stato accolto con ogni onore. E’ stato tra l’altro proprio durante i primi anni del pontificato di Wojtila che i due evangelisti furono elevati al rango di compatroni d’Europa. Nella sua celebre enciclica il papa dichiarò: “Cirillo e Metodio sono come gli anelli di congiunzione, o come un ponte spirituale tra la tradizione occidentale e quella orientale... Essi sono per noi i campioni ed insieme i patroni dello sforzo ecumenico delle Chiese sorelle d’Oriente e d’Occidente”.
Fu proprio l’arrivo di Cirillo e Metodio in quella che allora era la Grande Moravia, una vasta regione comprendente i territori delle attuali Repubbliche Ceca e Slovacca, ma anche diverse porzioni dei principali stati mitteleuropei, a portare la costruzione dei primi santuari cristiani in Boemia.
La piccola cittadina di Velehrad, dove soggiornarono i due evangelisti, ha assunto quindi un particolare significato nella storia della chiesa. La città accoglie la Basilica dell’Assunta che, nonostante sia stata ricostruita in età barocca, mantiene un’originaria struttura gotica per la sala capitolare e la cappella dei due Santi.
La storia dell’evangelizzazione ha inizio nell’anno 862 quando il principe della Grande Moravia Rostislav inviò con successo alcuni ambasciatori dall’imperatore d’Oriente per rassicurarlo sulla rinuncia al paganesimo dei suoi sudditi e sul loro rispetto delle regole cristiane e, siccome voleva liberarsi dal giogo germanico, era suo desiderio costruire la diocesi della Grande Moravia. I moravi che a quei tempi entravano nei salotti della più alta diplomazia europea, mandarono anche altri ambasciatori da papa Nicola, ma questi respinse invece le loro richieste. La leggenda narra che, più o meno un anno dopo, due fratelli Costantino - che assunse il nome monastico Kyrillos o Cirillo - e Metodio, studiosi e monaci originari di Tessalonica, partirono per una missione in terra morava. I missionari predicavano la fede non nella lingua latina accademica e difficilmente comprensibile bensì in slavo antico che, alcuni anni dopo, sarebbe diventato la lingua della messa a pieno diritto. Grazie agli evangelisti, nella Grande Moravia si diffondeva la scrittura, la cultura e l’istruzione in lingua slava e, non a caso, Cirillo e Metodio sono considerati patroni di tutti i popoli slavi. Le tracce della loro attività si trovano in molti luoghi della Repubblica Ceca e non si tratta solo di Velehrad, ormai nota meta del pellegrinaggio dove c’era probabilmente la sede di San Metodio, primo arcivescovo della diocesi della Moravia e della Pannonia. Certamente, i missionari di Tessalonica conoscevano molto bene il borgo costruito a Sadská výšina nei pressi di Staré Mìsto o Valy presso Mikulèice, fortificato e composto di palazzi e mura massicce tra i meandri del fiume Morava. Qui squadre di archeologi hanno portato alla luce le fondamente di dodici chiese. Un luogo molto interessante è anche la Montagna di San Clemente, un’antica meta di pellegrinaggio sui monti Chøiby. Si narra che appunto qui fu costruito il monastero regalato dal principe Rostislav ai missionari ed ai loro discepoli per condurre una vita contemplativa, pregare e lavorare. Bisogna infine ricordare la più bella statua di due fratelli che si trova sulla vetta della montagna mitologica di Radhošt, proprio davanti alla Cappella dei Santi Cirillo e Metodio. Secondo la leggenda la prima croce sulla montagna di Radhošt fu eretta dai due fratelli dopo aver distrutto gli idoli pagani.
Per la cronaca, in Repubblica Ceca, secondo un censimento del 2001, il 59% della popolazione si dichiara ateo, quasi il 27% cattolico, il 2,5 % è protestante e lo 0,2 % è ortodosso. Diciamo che dai tempi della grande Moravia di vicende se ne sono alternate diverse, ma questa è un’altra storia.
Sara Rossi
www.czechtourism.it
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ZLÍN - Con questo slogan l’Ufficio del turismo della Moravia orientale intende promuovere mete turistiche e una serie di eventi più significativi di tutte le regioni della Moravia e delle regioni di Pardubice e Vysoèina.
“La distribuzione delle presenze turistiche straniere in Repubblica ceca è molto irregolare: la maggior parte di esse visita solo Praga e dintorni. Vogliamo attivarci e per questo motivo abbiamo unito le forze con i colleghi delle regioni che si trovano del tutto o in parte sul territorio delle terre storiche della Moravia e della Slesia. Abbiamo preparato una strategia e un’offerta comune per le attività di marketing in cinque dei paesi di provenienza dei turisti stranieri: Italia, Germania, Austria, Polonia e Slovacchia”, così spiega le ragioni del progetto Dana Daòová, direttrice dell’Ufficio del turismo della Moravia orientale.
Risultato del progetto è un insieme di programmi e prodotti nuovi basati sull’analisi delle tendenze attuali dei turisti stranieri. Per ogni mercato sono progettate forme diverse di distribuzione delle informazioni mirate a gruppi target e un mix di comunicazioni per il supporto alla vendita. I programmi sono concepiti principalmente come viaggi conoscitivi alla scoperta di qualcosa di nuovo: i monumenti e le feste, ma anche e soprattutto l’originale cucina locale delle sei regioni orientali del Paese. L’intero progetto viene sostenuto dall’agenzia nazionale CzechTourism, che è partner del progetto.
“Per ogni paese abbiamo preparato un’offerta specifica. Per i clienti italiani programmi ricchi di cultura, architettura, gastronomia, divertimento e relax, nonché, memori del loro amore per la velocità, gli eventi motoristici di Brno e Zlín. Vogliamo che i visitatori si rendano conto che queste ricchezze provengono appunto dalle regioni orientali della Repubblica ceca: ad esempio, 8 dei 12 monumenti cechi iscritti all’UNESCO si trovano proprio qui”, spiega Dana Daòová.
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La regione austriaca della Carinzia alla Bit invita per una colazione tra amici, molto easy ed informale, dove, gustando alcune specialità regionali, si chiacchiera di turismo, di bellezze naturali, e di wellness, un argomento che cattura sempre l’attenzione dell’universo femminile. Il tema principale di questo chiacchiericcio è proprio l’inaugurazione dell’avveniristica stazione termale KärntenTherme di Warmbad-Villach e quella di Kärntner Badehaus sul lago Millstätter See.
La prima si sviluppa su quattro piani, è costruita con materiali naturali ed ecocompatibili e, grazie alle ampie vetrate, permette di ammirare le montagne circostanti mentre ci si lascia coccolare dai trattamenti.
A Warmbad-Villach si trova anche la fonte Maibachl, un posto tranquillo e romantico dove fare il bagno al caldo, immersi nella natura. Con una profondità di massimo 1 metro e 20, i bacini naturali, nascosti nel bosco sono un luogo di relax e benessere all’aria aperta. Occorre però tener presente che queste vasche termali naturali non sono sempre attive poiché l’acqua a 28° le riempie solo nel periodo del disgelo o dopo abbondanti piogge.
La seconda inaugurazione che ha aperto la stagione invernale carinziana è la nuova casa balneare Kärnten Badehaus sul lago Millstätter See che permette di prolungare la stagione sul bacino alpino per tutto l’anno. Oltre alle saune, alle zone massaggi, una piscina esterna con acqua a 35° permette di rilassarsi nel cuore delle montagne austriache.
Parlando di bellezza e relax si degustano piatti della gastronomia carinziana.
E a pensarci bene, cosa c’è di meglio di iniziare una giornata sugli sci, tuffarsi nelle acque termali nel pomeriggio, per poi ritemprarsi con una bella cena?
Si tratta di una cucina di frontiera che mischia diversi sapori e che si lascia permeare da differenti suggestioni culinarie. Il piatto tradizionale carinziano è il tortellone ‘Kärntner Nudeln’, ripieno di patate e ricotta o di pere secche. Le carni hanno una notevole importanza, dall’agnello del Glockner al manzo della Nockalm, rinomati ben oltre i confini nazional.i
L’influsso sloveno si fa sentire nella tradizionale carne macinata della Carinzia del sud, mentre un certo influsso friulano, e ancora sloveno, lo si ritrova in un dolce tipico il ‘Reindling’, una focaccia lievitata con uva passa e cannella.
Diverse sagre sottolineano l’importanza della cucina regionale, la festa del pesce ‘Fischfest’, ad esempio, permette di apprezzare pesci provenienti dai laghi della zona come il siluro, il luciperca e la trota di lago. Non a caso le qualità del pesce carinziano venivano celebrate già nelle cronache del XV secolo. Non si può dimenticare poi la festa del pane ‘Brotfest’ di Liesing. Il processo di lavorazione dal chicco di grano al pane sfornato è rimasto identico da secoli e recentemente è stato sottoposto a tutela dall’Unesco come patrimonio culturale dell’umanità.
Per quanto riguarda invece l’aspetto enologico, la Carinzia, e la valle del Lavanttal in particolare, ha scelto di distinguersi e di specializzarsi nella produzione di sidro frizzante. Prodotto da mele di qualità pregiate e ideale con ogni piatto, segue un procedimento di lavorazione che si tramanda da generazioni nelle fattorie intorno al maestoso monastero benedettino di St. Paul.
Tra una degustazione e l’altra il tempo passa e la nostra colazione carinziana volge al termine.
Non ci resta che congedarci e ridarci appuntamento lassù, nel vicino nord.
Sara Rossi
www.carinzia.at
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