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Sollevare i calici, brindare facendo tintinnare tra loro i cristalli, non esiste gesto più classico e tradizionale di questo per dire “festeggiamo!”. E non esiste niente di più adatto delle bollicine per esaltare al massimo questo rituale. Quel fluttuare frizzante, quella danza dentro al bicchiere fanno già allegria. Una volta l’anno, a fine estate, le bollicine festeggiano loro stesse grazie al Festival Franciacorta. Nella splendida cornice della regione a sud del lago d’Iseo, nella terra con vigneti a perdita d’occhio vocati alla produzione del vino che, senza falsa modestia ma con tanto orgoglio italiano, ha scalato senza paura la montagna sacra degli champagne francesi.
Tutto è pronto: 17 e 18 settembre le date del Festival Franciacorta, vivace kermesse durante la quale Berlucchi, l'azienda-pioniera del territorio, darà vita a due golose proposte capaci di accontentare i wine lover più esigenti.
La prima, sull'Onda Di The Floating Piers, continua idealmente il percorso dell'installazione artistica sul lago. Dalle 10 alle 19, visite guidate alle cantine storiche che videro nel 1961 la nascita del primo Franciacorta. Accompagnati da una guida esperta lungo un suggestivo percorso tra nicchie e gallerie, gli appassionati apprenderanno i segreti del Franciacorta, insieme ad aneddoti sulla storia della casa. Al termine della visita, tripudio di sapori del territorio con tre sfiziosi assaggi proposti e raccontati nel gran salone degustazione. La bruschettina di polenta con la sardina e il salame di Monte Isola ci riporteranno al clamore estivo di The Floating Piers; completerà la suggestione il formaggio nostrano Maniva della Valtrompia. In abbinamento, Berlucchi '61 Satèn e Rosé, due Franciacorta di grande piacevolezza gustativa. Elegante ode allo Chardonnay il primo, stuzzicante dedica al Pinot Nero il secondo; due anni di affinamento sui lieviti entrambi. Il costo della proposta è 20 euro a persona.
La seconda opzione emana esclusività sin dal nome: Eclettismo Nature. Pensata per piccoli gruppi, sarà disponibile nei due giorni del Festival Franciacorta in un unico orario, le 11,30. La visita alle cantine si concluderà nel salone del camino di Palazzo Lana Berlucchi, contesto di grande eleganza in cui l'enologo Arturo Ziliani proporrà l'assaggio del nuovo ed eclettico Berlucchi '61 Nature 2009. Il Franciacorta Millesimato sarà abbinato a tre preziosi finger preparati e raccontati da Stefano Cerveni del Due Colombe, unico ristorante con stella Michelin in Franciacorta. In un crescendo gustativo, si assaporeranno la Patata Viola, il Gambero Rosso e il Franciacorta seguita dalla Tinca al Forno 2016 e concludendo con Insalata di Pollo Bio, Sarde Essiccate di Monte Isola, Gelatina di Salsa Verde e Pop-Corn di Pollo. Il costo della proposta è di 35 euro a persona.
Ma non è tutto. Per assecondare la filosofia vegana, la Franciacorta darà spazio anche a un evento che vedrà come protagonisti cucina, cultura, natura ed erbe officinali vicine a questo stile di vita. E allora ecco il Franciacorta Vegan Day, l'evento green organizzato dall'azienda Quadra (Via S. Eusebio, 1, Cologne - Brescia) per sabato 17 e domenica 18 settembre. La due giorni del Franciacorta Vegan Day di Quadra prenderà il via sabato 17 settembre, con l'apertura della cantina al pubblico. I wine lovers avranno modo di scoprire una delle realtà più interessanti nel panorama enologico attuale e la sua attenzione al rispetto della natura. Protagonista del weekend, insieme agli altri vini della cantina, sarà Brut Green Vegan, il primo Franciacorta, e più in generale il primo metodo classico italiano, certificato secondo la filosofia e i criteri della qualità Vegana. La manifestazione perseguirà domenica 18 settembre attraverso momenti dedicati alle grandi annate dei Franciacorta firmati Quadra e una degustazione verticale parallela con sboccatura à la volée.
Insomma, qualunque sia il vostro stile di vita e di alimentazione, l’appuntamento è imperdibile per un brindisi alla grande terra di Franciacorta, un arrivederci all’estate che ci lascia e un grosso “in bocca al lupo” a tutti i produttori di bollicine che, insieme a Madre Natura, ci riserveranno nuove eccellenze per il prossimo anno.
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Dal 23 settembre al 9 ottobre 2016, l’identità delle valli di Comacchio (FE) vive nella manifattura dell’anguilla, celebrata nei suoi variegati gusti durante la 18esima edizione della Sagra dell’Anguilla, a cui il consorzio Visit Ferrara, che unisce circa 90 soci di tutta la Provincia ferrarese, rende omaggio con vantaggi ed offerte. Per 3 weekend la splendida città sull’acqua di Comacchio diventa scenario di piatti tipici, ricette antiche e pietanze innovative, tra fumanti stand e tanti eventi collaterali. Si può partecipare a dimostrazioni di cattura dell’anguilla, ad escursioni in barca tra gli scenari del Delta del Po,cacce al tesoro e poi vivere l’esperienza di guidare le batane, le imbarcazioni tipiche, ed immergersi tra spettacoli, musica jazz, teatro e letteratura. Da non perdere, il 1° ottobre, l’incontro gourmet con lo Chef Hiroshi Ogata, uno dei massimi esperti giapponesi della cucina dell’anguilla.
Tantissime le iniziative per scoprire il territorio, il percorso museale all’aperto tra gli antichi casoni delle valli e la Manifattura dei Marinati, che racconta la memoria della lavorazione dell’anguilla, oggi presidio Slow Food, ed un tempo cuore dell’economia e dell’artigianato della gente di Comacchio.
Per chi vuole provare altri sapori, il territorio di Comacchio e della Provincia di Ferrara offre in questa stagione i tortelli di zucca, chiamati Cappellacci per la loro forma a cappello, il tartufo bianchetto, diffuso soprattutto nei comuni di Sant’Agostino e Mesola, da assaporare nell’antica ricetta del Pasticcio di Maccheroni. Altra perla autunnale è la Pera Igp dell’Emilia Romagna e poi i Vini del Bosco Eliceo Doc (Fortana, ottimo con l’anguilla, Merlot per la carne, Sauvignon per i primi).
www.stradaviniesaporiferrara.it
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Salgono al numero record di 4965 le “bandiere del gusto” a tavola assegnate all’Italia nel 2016 sulla base delle specialità alimentari tradizionali presenti sul territorio nazionale. E’ quanto è emerso all’Assemblea della Coldiretti con la presentazione dell’analisi sulle “Vacanze Made in Italy” durante l’estate 2016. Sono 79 i prodotti che - sottolinea la Coldiretti - si sono aggiunti rispetto allo scorso anno e che sono andati ad incrementare sul territorio nazionale il patrimonio di specialità che sono ottenute secondo regole tradizionali protratte nel tempo per almeno 25 anni, secondo la sedicesima revisione del censimento dei prodotti agroalimentari tradizionali delle regioni. “E’ questo il risultato del lavoro di intere generazioni di agricoltori impegnati a difendere nel tempo la biodiversità sul territorio e le tradizioni alimentari”, ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare che “si tratta di un bene comune per l’intera collettività e di un patrimonio anche culturale che l’Italia può oggi offrire con orgoglio ai turisti italiani e stranieri”.
Sul podio delle bandiere del gusto assegnate a livello regionale salgono - precisa la Coldiretti - la Campania (486) che quest’anno, con l’inserimento di 29 nuovi prodotti, ha conquistato la leadership scavalcando la Toscana (460), mentre il Lazio (396) consolida il terzo posto. A seguire si posizionano l’Emilia-Romagna (387) e il Veneto (378), davanti al Piemonte con 336 specialità e alla Liguria che può contare su 294 prodotti. A ruota tutte le altre Regioni: la Calabria con 269 prodotti tipici censiti, la Puglia con 251, la Lombardia con 247, la Sicilia con 242, la Sardegna con 189, il Friuli-Venezia Giulia con 163, il Molise con 159, le Marche con 151, l’Abruzzo con 148, la Basilicata con 113, la provincia autonoma di Trento con 105, l’Alto Adige con 90, l’Umbria con 69 e la Val d’Aosta con 32.
A prevalere tra le specialità regionali sono – riferisce la Coldiretti - i 1511 diversi tipi di pane, pasta e biscotti, seguiti da 1394 verdure fresche e lavorate, 786 salami, prosciutti, carni fresche e insaccati di diverso genere, 493 formaggi, 231 piatti composti o prodotti della gastronomia, 145 bevande tra analcoliche, liquori e distillati, 160 prodotti di origine animale (miele, lattiero-caseari escluso il burro, ecc.) e 157 preparazioni di pesci, molluschi, crostacei.
Nell’elenco 2016 – segnala la Coldiretti - troviamo numerose new entry tra cui, in Abruzzo U Sprusciat di Pizzoferrato, una soppressata sotto strutto ottenuta con le parti più pregiate del maiale, in Basilicata il Gilò di Maratea, un ortaggio della famiglia delle melanzana arrivato dal Brasile con il ritorno di emigranti del posto, con il quale si preparano ottimi sott'olio o i Cannarricoli di Viggianello, semplici dolcini fritti tipici delle feste, in Campania la Malaca, una bevanda alcolica ottenuta partendo da uve locali a bacca bianca raccolte a maturità molto avanzata o il Caciocchiato, un formaggio ottenuto da vacche pascolanti allo stato brado dalla forma di un'anguria americana, caratterizzato all’interno da un'occhiatura media e piuttosto diffusa, in Emilia Romagna le Offelle di marmellata, focaccette di pasta dolce romagnole con un ripieno di composta di mele che prendono spunto da una ricetta dell'Artusi, in Friuli-Venezia Giulia il Fagiolo antico di San Quirino, le Fave di Sauris o la Pera Pêr Martin, verde con qualche screziatura rossa, ottima per la distillazione, nel Lazio la Ciambella all'olio, la pizza 'Bbotata' (avvolta) e la Pizza varata, tutte di Sant’Angelo Romano, in Puglia i Cardoncelli, prelibati funghi che crescono spontanei nell’Alta Murgia, in Sardegna la Panada Assaminesa, una pasta ripiena di carne di agnello, patate e pomodori secchi, in Toscana l’Aglione della Val di Chiana, un aglio gigante (può raggiungere gli 800 grammi) dal caratteristico aroma, privo di allina e dei suoi derivati, dal profumo piccante ma molto più delicato di quello dell’aglio tradizionale, e in Veneto la Pinza alla munara, prodotto rustico di panificazione a base di farina e olio d’oliva.
www.coldiretti.it
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Mulino Bianco e Pavesi hanno lanciato l'allarme e deciso di ritirare dal mercato alcuni prodotti a marchio che potrebbero contenere frammenti metallici. La segnalazione arriva da un fornitore che ne ha segnalato la presenza in una partita di sala utilizzata in fase di produzione. Il rischio di contaminazione è minimo, ma si comunque voluta adottare la massima precauzione. Per questo l'industria dolciaria ha attivato il numero verde 800615477 e un indirizzo email:
Si precisa che questo richiamo si riferisce solo ai prodotti Gran Pavesi Maxi Burger (lotto 065896) e della Mulino Bianco: Granbauletto grano tenero; Granbauletto rustico; Pagnotta grano duro; Pagnotta integrale; Pagnottelle classiche; Pan Bauletto ai cereali e soia; Pan Bauletto al grano duro; Pan Bauletto Bianco; Sfilatini; Torta Cacao; e Torta limone. «Invitiamo i consumatori in possesso di questi prodotti, nei lotti a rischio, a non consumarli», conclude l'industria alimentare.
Di seguito i dati di riconoscimento dei lotti a rischio fornito dall’azienda (si trovano sul retro delle confezioni, nell’area dedicata alla data di scadenza).
Gran Bauletto Grano Tenero e Farro: Lotto: 055896 Lettera: D Scadenza: 31/08/2016, Lotto: 055906 Lettera: D Scadenza: 01/09/2016.
Gran Bauletto Rustico: Lotto: 055906 Lettera: D Scadenza: 01/09/2016.
Pagnotta Grano Duro: Lotto: 055876 Lettera: D Scadenza: 04/09/2016.
Pagnotta Integrale: Lotto: 055876 Lettera: D Scadenza: 04/09/2016.
Pagnottelle Classiche: Lotto: 065886 Lettera: D Scadenza: 30/08/2016.
Pagnottelle Hot Dog: Lotto: 065896 Lettera: D Scadenza: 31/08/2016.
Pan Bauletto ai Cereali e Soia: Lotto: 095886 Lettera: D Scadenza: 30/08/2016, Lotto: 095896 Lettera: D Scadenza: 31/08/2016.
Pan Bauletto al Grano Duro: Lotto: 095886 Lettera: D Scadenza: 30/08/2016.
Pan Bauletto Bianco: Lotto: 095866 Lettera: D Scadenza: 28/08/2016, Lotto: 095876 Lettera: D Scadenza: 29/08/2016, Lotto: 095886. Lettera: D Scadenza: 30/08/2016, Lotto: 095896 Lettera: D Scadenza: 31/08/2016, Lotto: 095906 Lettera: D Scadenza: 01/09/2016.
Sfilatini: Lotto: 065896 Lettera: D Scadenza: 31/08/2016.
Torta Cacao: Lotto: 075896 Scadenza: 09/09/2016.
Torta Limone: Lotto: 075886 Scadenza: 20/09/2016, Lotto: 075896 Scadenza: 21/09/2016.
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Gli esemplari di pesce spada nel Mar Mediterraneo dagli anni '80 ad oggi sono diminuiti drasticamente: -70%. Dopo trent'anni di sovrapesca, resta solo il 30% di disponibilità di questa specie ittica da sempre rinomata. Questo è il risultato di uno studio Iccat, la Commissione internazionale per la conservazione dei tunnidi e specie affini. L'esortazione di Oceana ai Paesi membri dell'Ue che condividono le acque mediterranee è chiara: «prendere in mano le redini e definire un piano di azione efficace per ridurre la pesca eccessiva del pesce spada. Le misure in atto ad oggi si sono infatti rivelate deboli, inadeguate e miopi».
Il pesce spada, sottolinea l'associazione ambientalista, «è una delle risorse maggiormente sovrapescate in Mediterraneo e a causa della mancanza di un'adeguata gestione non si paventa la possibilità di un suo recupero verso la sostenibilità nel breve termine. E il 70% delle catture di pesce spada in Mediterraneo sono composte da individui giovanili che non hanno ancora raggiunto la taglia di riproduzione, rendendo estremamente difficile il recupero biologico di una specie fortemente sfruttata».
«È arrivato il momento - dice Lasse Gustavsson, direttore esecutivo di Oceana in Europa - di mettere fine alla sovrapesca e riportare la popolazione di pesce spada in Mediterraneo a livelli sostenibili. Vogliamo assistere alla messa in atto di un piano di recupero senza ulteriori ritardi e che, insieme ad altre misure, definisca quote per il pesce spada. Sappiamo che questo tipo di piani di recupero robusti hanno funzionato per popolazioni simili quali il pesce spada dell'Atlantico o il tonno rosso».
Oceana fa quindi appello alla Commissione europea e agli Stati membri che condividono le acquee del Mediterraneo per promuovere un piano di recupero del pesce spada che sia robusto e trasparente, che consenta di recuperare lo stock a livelli sostenibili e che sia quindi adottato dalla commissione Iccat il prossimo novembre.
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Città creativa per la gastronomia Unesco, Parma il 25 luglio in Piazza Garibaldi ospita la seconda edizione della Notte dei Maestri del Lievito Madre.
Sarà una degustazione libera presentata dal gastronauta Davide Paolini con la partecipazione e l'assaggio dei migliori prodotti artigianali di Maestri di lievitazione e pasticceria del calibro di Achille Zoia, Gino Fabbri, Salvatore De Riso, Alfonso Pepe e Paolo Sacchetti che sono stati chiamati dal Maestro Claudio Gatti della Pasticceria artigianale Tabiano, a Tabiano Terme di Salsomaggiore (Pr), come colleghi autorevoli per questo evento nel territorio parmense che, non a caso, viene soprannominata la Food Valley italiana.
Prescelti per il secondo anno come tappa del tour del panettone d’estate by Gastronauta lanciato nel 2005, che promuove il consumo del panettone a Ferragosto. Dopo anni di dure battaglie di Davide Paolini sul Sole 24 Ore, alla radio e sul sito www.gastronauta.it, su tutto il territorio italiano sono state organizzate feste volte a celebrare il panettone nella stagione estiva.
Il fil rouge è infatti la sempre più frequente destagionalizzazione del panettone, consumato anche durante i mesi estivi attraverso degustazioni, manifestazioni di piazza ma non solo, l'uso si sta sempre più diffondendo anche nelle famiglie, tanto che va di moda “portarlo sotto l'ombrellone”.
Ma non sono solo gli italiani ad amare il panettone in tutte le sue forme e stagioni: più della metà delle citazioni online nel mondo vengono infatti non dall’Italia ma dall’estero (52,8%). Si parla di panettone fino 500 volte al giorno (Dati Sole 24 Ore).
Parma è stata nominata, unica in Italia, città creativa per la gastronomia Unesco nel dicembre dello scorso anno. Parma è una città con un centro ricco di capolavori artistici, piccoli e grandi tesori di diverse epoche e grandi aree verdi, si respira un'atmosfera raffinata da piccola capitale. Certo non si può parlare solo della cittadina di Parma, dei suoi monumenti (le cappelle del Correggio, la camera di San Paolo e il battistero nella splendida cornice della piazza del Duomo) e della sua tradizione musicale, senza aver ben presenti i paesaggi che le fanno da corona: le colline tra il Po e il crinale appenninico, con tanti piccoli centri ricchi di storia, castelli, pievi medioevali e teatri.
La “bassa” con i comuni di Mezzani, Sorbolo, Trecasali e Polesine ha ispirato il riottoso carattere di Bernardo Bertolucci e Giovannino Guareschi. Terra ricca di capolavori architettonici come il Castello dei Rossi a S. Secondo, la Reggia di Colorno ora sede di Alma- Scuola internazionale di Cucina Italiana, il castello di Fontanellato, la rocca di Meli Lupi a Soragna e l'abbazia cistercense a Fontevivo. Qui regna la cultura della carne e la lavorazione del suino è considerata un'altra forma d'arte.
L'Appennino parmense raccoglie le valli del Ceno, del Taro e del Parma - i tre principali corsi d'acqua della provincia - costellate da borghi antichi e da meraviglie paesaggistiche che suggeriscono itinerari in mountain bike, passeggiate a cavallo ed escursioni a piedi attraverso i boschi, su sentieri ombrosi e cime a volte impegnative.
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Alle passioni della vita non si può rinunciare...
se si tratta di bionde, rosse e brune è del tutto impossibile! Parliamo in questo caso di birre, le immancabili amiche che mettono in mostra il loro fascino nei grandi bicchieri sul bancone del pub mentre si chiacchiera con gli amici o davanti a un maxi schermo. “Fatti di birra. Come innamorarsi di una bionda, una rossa e una bruna” è il manuale adatto per chi vuole vivere il mondo brassicolo con scioltezza e simpatia, attingendo comunque utili informazioni.
Come districarsi tra le birre che il mercato ci mette a disposizione?
Quali le birre storiche? Quali gli ingredienti? In quale bicchiere si servono?
Tante le domande che il consumatore si pone ogni volta che, con curiosità, beve una birra. Nessun problema poiché ben tre membri di The Good Beer Society - gli autori del libro - hanno messo a disposizione le loro competenze: a Michela Cimatoribus il compito di dare informazioni sulla parte tecnica; a Marco Giannasso il merito di aver incorniciato l’argomento con storie introduttive che vedono quattro
amici alle prese con le birre in periodi e situazioni diverse; ad Andrea Legittimo la scelta delle birre da degustare e da provare.
Il libro è diviso in 10 capitoli, ognuno con un tema specifico, dai gusti della birra agli stili, dal preferenza del vino alla versatilità della birra, dalla “significato” della doppio malto al servizio alla spina, dal consueto abbinamento con la pizza all’accostamento con altri piatti. Un capitolo a parte è dedicato all’uso della birra in cucina, con alcune ricette proposte dallo chef Salvatore Garofalo, dai primi piatti fino al dessert. In chiusura anche una parte riservata ai termini più tecnici e diffusi del mondo birrario.

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Il Regno Unito è diventato nel 2016 il primo mercato mondiale di sbocco delle spumante italiano con le bottiglie esportate che hanno fatto registrare un aumento record del 38% nel primo trimestre consentendo il sorpasso sugli Stati Uniti. E' quanto emerge da una analisi sugli effetti della Brexit che a causa della svalutazione della sterlina, potrebbe sconvolgere le tavole inglesi che amano particolarmente il prosecco Made in Italy. Nel primo trimestre del 2016 in Regno Unito sono state spedite il 30% delle bottiglie di spumante esportate. In pratica quasi 1 su 3. Il Regno Unito è il quarto sbocco estero dei prodotti agroalimentari nazionali Made in Italy con un valore annuale di ben 3,2 miliardi delle importazioni dall'Italia ed una tendenza progressiva all'aumento.
Al contrario dal Regno Unito arrivano in Italia prodotti agroalimentari per appena 701,9 milioni di euro. Lattiero caseari, ortofrutta e vino e spumanti - spiega la Coldiretti - sono i prodotti alimentari Made in Italy maggiormente richiesti. La bilancia commerciale agroalimentare è dunque fortemente sbilanciata a favore dell'Italia con le esportazioni che superano di 4,6 volte le importazioni.
www.lapresse.it

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Negli anni '90 erano i ristoranti. All'alba del 2000 ecco il boom dell'aperitivo, con piatti ''crescenti'' man mano che si scendeva da Milano in giù fino a diventare un vero e proprio aperi-cena. Me nel secondo decennio del nuovo millennio il nuovo trend è casalingo-chic: cibo da gourmant, ma nel salotto di casa mia. Meglio se ordinato velocemente, direttamente dallo smartphone. (di Daniela Giammusso)
E' l'esplosione del food delivery. Non più solo pizza o hamburger, come un tempo, ma cibo di qualità e di ogni regione del mondo. E non più (solo) soluzione d'emergenza quando il frigo è una landa desolata e lo stomaco cerca cibo ''vero'', ma anche un'occasione per concedersi uno strappo goloso o sperimentare piatti nuovi, in famiglia o un sabato sera tra amici.
Un giro d'affari che nel nostro paese si stima tocchi i 400 milioni di euro e che riguarda già più della metà degli italiani, seppur con peculiarità tutte nostrane. Negli ultimi 6 mesi, infatti, racconta il primo Osservatorio Nazionale sul mercato del takeaway in Italia realizzato da Just Eat in collaborazione con GfK Eurisko, il 51% degli italiani ha acquistato cibo da asporto, andando di persona a ordinarlo. Il 39% lo ha fatto via telefono.
La nuova frontiera da conquistare nei prossimi mesi è il digital takeaway, ovvero la possibilità di ordinare direttamente on line da cellulare o pc. Modalità per ora frequentata solo dal 2% del campione negli ultimi 6 mesi, ma con un bacino smisurato di oltre 7 milioni di persone (il 19% degli italiani) che dimostrano una ''intention to buy'' nel mercato dell'online food delivery.
Cifre da capogiro, per una tipologia di clienti che oltretutto tende a ricorrere di più al servizio (circa 4/5 volte al mese contro 1/2 dell'ordinazione di persona o al telefono), spendendo circa 97 euro al mese contro i 32-37 euro degli altri.
Chi sceglie il delivery poi, racconta l'Osservatorio, lo fa a casa, ma anche in ufficio (3 volte al mese). Qui ci si orienta prevalentemente verso pizza, sushi, panini, piadine, giapponese e hamburger. In famiglia o tra amici si tende invece a spendere di più con cucine come il messicano, il pesce e le tipicità regionali. Anche in questo caso, poi, gli italiani si rivelano veri food lover, prediligendo prodotti a chilometro zero, attenti ai valori nutrizionali e di condivisione del cibo.
A ognuno il suo menù, dunque, seppur ancora molto a macchia di leopardo, con Milano sempre apripista per grandi e piccole imprese e a seguire Bologna e Roma.
In Italia leader oggi sono Just Eat, colosso da 14 milioni di clienti in 15 Paesi, che proprio a Milano ha appena inaugurato una nuova sede e serve 10 città fino a Palermo. E poi Deliveroo -(una selezione dei migliori ristoranti della zona) , Foodora (a domicilio di piatti di alta qualità per ora solo a Milano e Torino), tutti raggiungibili anche con App e con la possibilità di scegliere tra i menù dei ristoranti preferiti o più vicini all'indirizzo di destinazione. Cibo, ma anche qualunque altra cosa possa servirvi, in farmacia come dal tabaccaio, invece con la spagnola Glovo appena sbarcata in Italia, che promette consegne entro un'ora a costo fisso. Oltre che clienti, si può diventare anche corrieri con un paio di click, proprio come per Uber, il servizio di taxi ''alternativi'' che nel frattempo ha lanciato, non a caso, anche Uber Eats. In Europa, per ora, solo a Parigi e Londra.
Ma in Italia, terra di santi, navigatori e appassionati di Masterchef, c'è anche Fanceat, startup che permette di ordinare online non una cena finita, ma un box gourmet, preparato nella cucina di un grande ristorante, con tutto il necessario per un menù stellato da preparare anche insieme agli amici. Stessa formula per Quomi, che supporta la Fondazione Slow Food e offre ricette che vanno dal Branzino al cumino alla più tradizionale melanzana ripiena.
Un menù diverso al giorno invece per Foorban, ''il ristorante che non c'è'', che punta tutto sugli ingredienti, con piatti che cambiano per disponibilità e stagionalità, viaggiando a bordo di Ape, vespe e bici. Si spazia dall'insalata di quinoa alla tagliata di tonno con pomodori camone e zucchine saltate alla mentuccia, dalle caserecce con totani alla fettina di scottona all'olio di sesamo. Non solo cena ma anche gelato d'autore per Foodracers che rispetto agli altri ha scelto di puntare sulla provincia, dall'Emilia in su. E che oltre ai piatti dei ristoranti più rinomati in città, vanta un partner come Grom. Ancora tutto da conquistare invece il sud, con You Eat tra le pochissime a spingersi fino a Bari.
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Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali rende noto che si è svolto presso la sede dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi un incontro tra i vertici nazionali e internazionali di Alibaba Group, rappresentati dal responsabile per la proprietà intellettuale Matthew Bassiur e dal country manager Rodrigo Cipriani Foresio, e il Capo dipartimento dell'ICQRF Stefano Vaccari sull'attuale stato di cooperazione tra Alibaba e il Mipaaf per la protezione dell'agroalimentare italiano e sulle prospettive di sviluppo, tra cui la possibilità di incrementare la protezione ad altre piattaforme di commercio elettronico del gruppo, comprese quelle B2C che solo in Cina contano 423 milioni di clienti registrati.
L'obiettivo è tutelare i consumatori negli acquisti online e i marchi, con particolare attenzione ai prodotti agroalimentari italiani di qualità certificata.
"La sfida digitale è la sfida del futuro, anche per il Made in Italy agroalimentare che dobbiamo tutelare con tutti i mezzi a disposizione. - afferma il Ministro Maurizio Martina - Il Governo italiano c'è. Siamo l'unica istituzione al mondo ad avere da oltre un anno un accordo proprio con Alibaba per proteggere i nostri prodotti, rimuovendo quelli falsi dagli scaffali virtuali come succede per i grandi brand. Crescere sui mercati esteri vuol dire infatti non solo cogliere le opportunità offerte da queste piattaforme internazionali di commercio, ma anche dare garanzie ai cittadini-consumatori e alle nostre imprese. Proseguiamo dunque il lavoro intrapreso e puntiamo a chiudere nuove intese in vista di settembre quando, come annunciato dal fondatore Jack Ma a Vinitaly 2016, è in programma la prima giornata mondiale del vino di Alibaba."
www.politicheagricole.it
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Ci sono luoghi in cui il buio non fa paura, perché è là che le stelle brillano più luminose, ed è un buio prezioso quello che avvolge l’Hotel Castello di Petroia, in provincia di Perugia, antico maniero abbarbicato su una collina tra Gubbio e Perugia, perché il suo cielo è lo stesso che rimirava Federico da Montefeltro 600 anni fa: quello di un borgo medievale senza le migliaia di lampadine elettriche che con la loro luce artificiale hanno fatto sparire gli astri.
Un cielo pulito, che ha ottenuto la certificazione “Gold” da Astronomitaly, la prima rete di turismo astronomico formata da un gruppo di esperti che puntano il telescopio verso la volta celeste e cercano punti di avvistamento lontani dall’inquinamento luminoso delle città.
Per chi a luglio 2016 abbia voglia di godersi il firmamento e scoprire i segreti degli astri, a Petroia ci sono ben sette sere dedicate, ogni venerdì, per stare con il naso all’insù: sono le “Grigliate Astronomiche”, iniziativa organizzata dal Castello di Petroia con Astronomitaly: al centro della piazzetta “di bianco sassolino”, su un grande braciere si cuoceranno le carni, rigorosamente di chianina cresciuta in queste valli, e a controllarne la riuscita sarà mastro Massimo. Siccome non è una vera grigliata all’aperto senza bruschette, non mancheranno le croccanti fette condite ovviamente alla deliziosa maniera umbra.
Dopo la cena, tutti a guardare la cupola celeste: sarà il team di astronomi a raccontarne le luci. Ma il cielo è immenso, quindi ogni serata sarà dedicata ad osservarne un pezzetto.
Si inizia venerdì 1° luglio con il pianeta più noto, “Saturno, il signore degli anelli”; poi l’8 luglio con l’appuntamento “Sotto un cielo trapunto di stelle”; il 15 luglio una serata per i più romantici perché “La luna si specchia in piscina”.
Il 22 luglio si guarderà “Il triangolo nel cielo estivo”; il 29 luglio si partirà per un viaggio con i piedi a terra verso la Via Lattea, per ritrovarsi, ovviamente, il 10 agosto con le favolose stelle cadenti di San Lorenzo, per esprimere desideri a milioni.
Il costo della grigliata e l'osservazione astronomica ha un prezzo di 45 euro a persona a serata.
Nei fine settimana di luglio, si può approfittare della proposta “Weekend Celestiali al Castello di Petroia” con 2 notti in una delle preziose camere del maniero inclusa la prima colazione al piano nobile e la Grigliata Astronomica a partire da 177 euro a persona (354 a coppia).
Info:
Castello di Petroia
Loc. Petroia - Gubbio (PG)
Tel. 075 920287
www.petroia.it/
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Al Castello di Spessa di Capriva del Friuli, il 12 luglio, appuntamento glam con il sofisticato Dinner Show del cartellone estivo dei Concerti del Gusto 2016 di Friuli Venezia Giulia Via dei Sapori, che mettono in scena quanto di più raffinato propone in tavola il Friuli Venezia Giulia.
La cena spettacolo sarà allestita in un contesto carico di suggestione, il parco storico che circonda il maniero, ora elegante Resort.
Legato a nobili casate e illustri ospiti come Giacomo Casanova, il Castello di Spessa – le cui origini risalgono al 1200 - si trova nel cuore del Collio Goriziano ed è completamente circondato dalle vigne della tenuta, fra cui si snodano le 18 buche del Golf Country Club Castello di Spessa. Nel suo sottosuolo è scavata la più antica e scenografica cantina del Collio, dove invecchiano i pregiati vini della tenuta, che Casanova definì “di qualità eccellente”.
Fra alberi secolari, gloriette, antiche statue en plein air, si snoderà il percorso del gusto in 20 tappe firmato dagli chef dei 20 ristoranti del gruppo.
A proporre l’abbinamento cibo-vino perfetto, altrettanti vignaioli delle più prestigiose aziende vinicole friulane.
L’ouverture del dinner show - così come la chiusura con i dolci, i gelati, il caffè e i distillati - sarà affidata ai 14 artigiani del gusto, ovvero piccoli e grandi produttori agroalimentari di livello assoluto, uniti a ristoratori e vignaioli attorno ad uno stesso progetto: la valorizzazione del cibo, dei prodotti e del territorio del Friuli Venezia Giulia.
I dettagli del menu sono consultabili sul sito:
www.friuliviadeisapori.it
Da 16 anni portabandiera delle eccellenze enogastronomiche di questa regione del Nord Est, straordinario melting pot di genti, culture, cibi, il Consorzio Friuli Venezia Giulia Via dei Sapori, è un affiatatissimo gruppo composto da 56 aziende top-quality: 20 ristoratori che - dal mare Adriatico alle Alpi - sono portabandiera delle molteplici anime della cucina regionale, pensata e rielaborata da ciascuno secondo il proprio personalissimo percorso di ricerca; 22 tra vignaioli e distillatori e 14 artigiani del gusto, oltre a Cividin viaggi, specialista di tour gastronomici e LIS, leader nelle tovaglie di qualità.
Insieme rappresentano quanto di meglio offre questa terra in fatto di cibi e vini.
Il gruppo è pioniere del format, oggi in gran voga, che vede i grandi chef cucinare in contemporanea davanti al pubblico, per raccontare la propria terra attraverso cibi e vini.
La Cena Spettacolo inizia alle 20: l’entrata sarà consentita fino alle 21 ed è gradito l’abito elegante. Costo della cena, 55 euro.
Info:
Friuli Venezia Giulia Via dei Sapori
Tel 0432 538752
www.friuliviadeisapori.it
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TownHouse Hotels sceglie lo Chef stellato Felice Lo Basso per aprire il Ristorante Felix Lo Basso, al quinto piano in Piazza Duomo 21 a Milano (ingresso anche da via Silvio Pellico 2). Felice Lo Basso, oggi sicuramente uno tra i nomi più apprezzati tra le Eccellenze della Buona Cucina, accoglierà i suoi primi ospiti da martedì 14 giugno. Il Ristorante è aperto tutti i giorni, dalle 12 alle 15 e dalle 19,30 alle 23,30, tranne il lunedì e la domenica sera.
“Siamo orgogliosi di portare questa Stella Michelin in Galleria grazie a Felice Lo Basso, Chef di grande talento e raffinatezza, sempre alla ricerca di nuove soluzioni creative - commenta Alessandro Rosso, proprietario di TownHouse Hotels- con questa scelta vogliamo portare le Eccellenze Culinarie nel monumento più famoso di Milano, la Galleria Vittorio Emanuele II”. Il Ristorante dà inizio ad un grande progetto di TownHouse Hotels: portare anche 7 Stelle della cucina d’autore in Galleria ed in Piazza Duomo a Milano.
Chef Felice Lo Basso, insignito nel 2011 della prestigiosa stella Michelin, è un talento dei fornelli che con i suoi piatti mette d'accordo critica e pubblico. Dotato di un raffinato stile per la cucina, fa della qualità e del rispetto delle materie prime il suo punto di partenza.
All’ultimo piano della Galleria Vittorio Emanuele, affacciato sul simbolo per eccellenza della città di Milano, il Duomo, che dalla terrazza si mostra svettando con la sua sorprendente maestosità, è situato il Felix Lo Basso Restaurant. Incantati da una delle fotografie più magiche del capoluogo lombardo e avvolti in un’atmosfera creata per accogliere e stupire con finiture curate in ogni dettaglio al fine di esaltare un’esperienza che coinvolga tutti i sensi.
Grazie alla collaborazione con Alessandro Rosso lo Chef ha scelto questo luogo come casa per la sua cucina che ospita 60 posti a sedere (35 interni, 25 in terrazza).
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Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali rende noto che lo schema di decreto che introduce l'indicazione obbligatoria dell'origine per i prodotti lattiero caseari in Italia è stato inviato per la prima verifica a Bruxelles, avviando così l'iter autorizzativo previsto a livello europeo.
Questo sistema consentirà di indicare con chiarezza al consumatore la provenienza delle materie prime di molti prodotti come latte, burro, yogurt, mozzarella, formaggi e latticini.
"Siamo davanti a un passo storico - ha dichiarato il Ministro Maurizio Martina - che può aiutare tutto il sistema lattiero caseario italiano. Parliamo di un settore che nel suo complesso vale più di 20 miliardi di euro e che vogliamo dotare di ancora più strumenti per competere. Ci sono analisi che dimostrano la propensione dei consumatori anche a pagare di più per un prodotto che sia d'origine italiana tracciata. Con questo decreto sarà possibile sfruttare questi spazi, perché finalmente i consumatori potranno essere pienamente informati. L'indicazione chiara ed evidente dell'origine della materia prima è un elemento cruciale per valorizzare il lavoro di più di 34mila allevatori che rappresentano il cuore pulsante di questo settore. Il nostro impegno per salvaguardare il loro reddito è quotidiano e spingiamo perché ci sia un ulteriore rafforzamento dei rapporti di filiera nel nostro Paese. Lavoriamo ancora a Bruxelles perché questa sperimentazione apra la strada ad un passo europeo ancora più forte".
www.politicheagricole.it
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Il Consorzio per la tutela dell’arancia rossa di Sicilia Igp entra in AICIG, l’Associazione italiana consorzi Indicazioni geografiche. L’annuncio a Villa Ramacca a Bagheria nel corso del Congresso nazionale dei Consorzi di tutela Dop (Denominazione di origine controllata) e Igp (Indicazione geografica protetta). Con questa new entry i Consorzi siciliani diventano 7 su 60 italiani e rappresentano quindi più del 10% del totale.
Un dato che testimonia l’eccellenza nel campo dell’agroalimentare siciliano e che può fare da traino anche per il turismo dell’isola. I consorzi infatti valorizzano il meglio dei prodotti tipici e dunque possono assolvere anche a una funzione nel settore turistico, in particolare nella ristorazione e nell’hotellerie offrendo ai clienti prodotti genuini, locali e certificati, anche considerando che l'enogastronomia è uno dei fattori trainanti dei flussi turistici nell'isola.
Non è un caso, dunque, che l’AICIG abbia voluto celebrare in Sicilia i dieci anni di attività con l’evento a Bagheria. La Sicilia infatti è tra le cinque regioni più importanti d’Italia per i prodotti certificati a Denominazione di origine protetta e Indicazione geografica protetta. Sono 17 Dop e 12 Igp che garantiscono un primato nazionale alla regione - prima tra le Ig food italiane per numero di oli d'oliva registrati dalla Comunità Europea (6) e seconda per prodotti ortofrutticoli (16) - e indicano una prospettiva di ulteriore crescita in termini economici e occupazionali. Secondo i dati del 2014, sono 2.720 gli operatori e 83 gli allevamenti dell’Isola che rientrano nei circuiti Dop e Igp, con 17.875 ettari di superficie destinata alle produzioni Ig food.
“L"AICIG è una sfida che ha avuto inizio dieci anni fa – sottolinea il presidente di AICIG Giuseppe Liberatore - e da allora si è sviluppata ed evoluta fino a diventare il punto di riferimento per tutti i prodotti Dop e Igp dell'agroalimentare”.
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Cinque giorni dedicati a lui, Federico da Montefeltro, l’icona pop ritratta di profilo da Piero della Francesca che l’ha fatto diventare il naso adunco più noto degli Uffizi. Duca di Urbino e Gubbio, nacque il 7 giugno del 1422 al Castello di Petroia (PG), un maniero autentico che oggi ospita un turrito e lussuoso relais. Sua madre, Elisabetta Accomandugi, era la dama di compagnia della duchessa di Urbino, e per essere rimasta incinta del duca Guido Antonio da Montefeltro fuggì a Petroia, dove lontano da occhi indiscreti diede alla luce il celebre Federico. Ed è qui, nel borgo medievale e tra i viottoli di pietra su cui camminava il Duca che in quarant’anni trasformò Urbino in una capitale del Rinascimento, che si festeggerà la sua indimenticata figura. Gli ospiti che raggiungeranno il Castello, immerso in una vasta tenuta attorniata da boschi e pascoli sul paesaggio umbro, vivranno, come in un viaggio nel passato, atmosfere, tradizioni, mestieri antichi sapori e storie medievali. Si chiama la Settimana Federiciana ed è un appassionante e scenografico tuffo nel passato, da martedì 7 a sabato 11 giugno 2016.
Ogni giorno, a partire dalle 18.30, sono previsti due eventi. Di pomeriggio si darà spazio alla ricostruzione dei mestieri medievali dimenticati, allestendo botteghe di cartai, miniatori e coniatori, a tornei e lezioni di scherma, spettacoli di sbandieratori, arcieri e originali rievocazioni di momenti storici vissuti nella fortezza; di sera i commensali potranno accomodarsi alla tavola del ristorante, Sala Accomandugi, per assaporare piatti antichi rivisitati dallo Chef Stellato del Castello Walter Passeri, partecipare a banchetti a tema con personaggi medievali, tra canti, balli, giullari, attori e botanici, conoscere aneddoti sulla cucina del tempo. Con il calare del sole, le imponenti mura di pietra del maniero brilleranno alla luce di calde torce e candele, mentre tutto il personale indosserà abiti storici. In dettaglio, ecco il programma delle serate.
http://www.petroia.it/notizie/settimana-federiciana
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Tradizioni della pesca in festa, negli ultimi due week end di maggio, a Porto Garibaldi, in provincia di Ferrara: dal 20 al 22 ed il 28/29 maggio, nella storica e vivacissima marineria a pochi chilometri da Comacchio, nel Delta del Po, va in onda la 6° edizione della Sagra della Canocchia e della Seppia.
Una gustosissima passerella di profumi e sapori di mare, dove però non solo il palato sarà protagonista: accanto all’immancabile stand gastronomico – allestito sul PortoCanale, proprio di fronte al Mercato Ittico che aprirà i battenti ogni sabato e domenica dopo l’Anteprima di venerdì 20 maggio al Circolo Anmi, l’Associazione Nazionale Marinai d’Italia – il programma della manifestazione prevede infatti anche numerosi altri appuntamenti dedicati alla valorizzazione delle attività legate al mondo del mare e della pesca.
Ogni sabato e domenica pomeriggio di Sagra si potrà – accompagnati direttamente dai pescatori – salire a bordo dei pescherecci e conoscere le diverse tipologie di barche, attrezzature e modalità di pesca (dallo strascico alla ‘volante’, fino a quella ‘da posta’) praticate nella marineria di Porto Garibaldi.
Ma sarà possibile anche entrare in un retificio, per vedere all’opera un esperto ramagliatore che illustrerà tecniche e segreti della costruzione e riparazione delle reti da pesca.
E ancora, ogni sabato alle 17,30, si svolgerà una passeggiata guidata e gratuita dedicata al ‘racconto’ di storia, luoghi, personaggi e miti dell’antica Magnavacca – la denominazione del paese fino 1919 quando venne ribattezzato in onore dell’Eroe dei due mondi dopo il suo approdo non lontano da qui, il 3 agosto 1849, durante l’epica fuga da Roma – e dei tanti “luoghi della pesca” che ne caratterizzano il PortoCanale.
Largo spazio poi anche alle suggestioni ambientali del Delta del Po, con le escursioni in motonave che, sempre ogni sabato e domenica dei week end di Sagra, dalla banchina del Porto Canale raggiungeranno al mattino il Faro di Gorino, alla foce del Grande Fiume e, nel pomeriggio, le Valli di Comacchio.
Qui, potranno approdare anche gli amanti delle biciclettate slow, partecipando alla ‘Pedalata della Canocchia’ in programma le domeniche del 22 e del 29 maggio.
Ma curiosità ed intrattenimenti non mancheranno pure per i fans delle bancarelle – con oltre un chilometro di percorso espositivo fra prodotti tipici locali e di altre regioni italiane, mercatino del riuso, dell’arte e dell’ingegno – così come per gli appassionati di arte e jazz. Nel Parco di Villa Bellini potranno infatti visitare l’expo-atelier ‘en plein air’ con pittori che esporranno e dipingeranno sotto gli occhi del pubblico ai quali, ogni sabato pomeriggio, si accompagnerà aperitivo musicale con formazioni jazzistiche e degustazione di ‘vini delle sabbie’ e prodotti della nostra marineria.
Assolutamente da non perdere, infine, gli eventi di sabato 21 maggio, con il grandioso spettacolo piromusicale che alle 23,30 illuminerà la Darsena del Porto Canale e, nel pomeriggio di domenica 22 maggio nell’ambito della festa dell’accoglienza per gli ospiti di lingua tedesca denominata “Meine Romagna”, la degustazione di pescato dell’Adriatico cucinato con il maxipadellone della Festa dell’Ospitalità, (in programma a Porto Garibaldi la vigilia di Ferragosto), per l’occasione allestito con la collaborazione degli organizzatori di un altro grande evento enogastronomico che si svolge nel territorio comacchiese: la Sagra dell’Anguilla, la cui XVIII edizione è in programma nella città dei Trepponti dal 23 settembre al 9 ottobre.
Per chi arriva in camper, oltre ai tanti e attrezzatissimi campeggi dei Lidi comacchiesi, è possibile fruire della centralissima area di parcheggio dedicata in piazza don G. Verità (subito dietro il Mercato Ittico, coordinate GPS N 44° 678 E 12° 239), preaccreditandosi attraverso il sito ufficiale della manifestazione – fino ad esaurimento posti disponibili – al costo di 20 euro ad equipaggio, compresa una bottiglia di “vino delle sabbie” con l’etichetta della Sagra.
Il programma completo, dettagliato e costantemente aggiornato della Sagra è consultabile sul sito:
www.sagradellacanocchia.it
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I migliori produttori di quello che è considerato uno dei cibi più gustosi, antichi e popolari della tradizione gastronomica italiana, la porchetta, si danno ancora una volta appuntamento in Umbria, a San Terenziano di Gualdo Cattaneo (in provincia di Perugia) nella “Piazza delle Porchette”, per l’ottava edizione di “Porfchettiamo” (13-14-15 maggio 2016). Tutto in abbinamento alle birre artigianali, selezionate da Fermento Birra, e ai vini della Strada del Sagrantino.
Un percorso gastronomico dai “cru” della porchetta Umbra fino alla Calabria, passando per la Sicilia e la Sardegna della sezione Porchettiamo&Friends dedicata allo street food, insieme a musica, passeggiate e giochi.
Un’occasione irrinunciabile, unica in tutta Italia, per gustare le diverse varianti di questo succulento cibo di strada con gli estimatori della porchetta che potranno quindi ritrovarsi al Festival delle Porchette d’Italia. Nella piazza principale del piccolo borgo umbro, rinominata per l’occasione “La piazza delle Porchette”, si riuniranno stand attentamente selezionati dall’organizzazione, con la conferma di produttori che arrivano anche da fuori dei confini produttivi classici e di regioni italiane meno consuete per questo cibo. Anche quest’anno, quindi, a San Terenziano saranno presenti, per un confronto tra alcune delle produzioni “top” della tradizione italiana.
Si allarga poi la sezione "In punta di Porchetta" dove rinomati chef scenderanno ancora “in strada” con preparazioni ispirate alla porchetta. Insomma, una interpretazione con panini gourmet ispirati al maiale e alla preparazione “in porchetta”. La porchetta sarà dunque alla base di tante varianti territoriali e di gusto, con altrettanti ingredienti che entrano nella produzione. Tradizione e innovazione, storia e fantasia contemporanea si fondono in questo squisito cibo di strada.
Far conoscere e assaggiare agli appassionati le migliori produzioni di porchette italiane è il principale obiettivo di Porchettiamo, ma non solo. La porchetta infatti sarà inoltre in buona compagnia, per un gemellaggio all’insegna di sapori unici. Dopo il successo delle ultime edizioni, torna infatti l’incontro con altri cibi di strada grazie all’iniziativa “Porchettiamo&Friends”, che allarga ancora di più le sue presenze. A far visita alla porchetta saranno l’hamburger di pecora dalla Sardegna, il Lampredotto toscano, Pane e Panelle e arancini dalla Sicilia, passando per il locale Cicotto di Grutti (presidio Slow Food), le olive ascolane e le polpette di Porchetta.
In abbinamento a questi straordinari street food ci saranno i vini del territorio, presso l’Enoteca del Sagrantino, a cura della Strada del Sagrantino e le birre artigianali italiane e straniere scelte da Fermento Birra, presso la Birroteca Artigianale.
La porchetta deve essere un cibo per tutti e per questo, per andare incontro a chi è intollerante al glutine, ci sarà anche il panino con porchetta senza glutine (panino versione gluten free), in collaborazione con l’Associazione Italiana Celiachia dell’Umbria.
Non mancheranno infine le attività collaterali: passeggiate alla scoperta dei sentieri nascosti del Comune di Gualdo Cattaneo e dei sui Castelli (a piedi e in bici), musica, spettacoli itineranti, animazioni ed attività per bambini. Per i camper c’è a disposizione un’area verde, riservata, all’ingresso del borgo.
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Milano centro, il cuore pulsante di una città che lavora, si muove in fretta, non perde d’occhio il cellulare. Sembra infaticabile, inarrestabile, ma anche Milano ha bisogno di una pausa a metà giornata, un momento di pace prima di ricominciare a correre. Spesso per la fretta e la frenesia di questo opificio a cielo aperto rinunciamo a un pasto sano a favore del famoso “panino al volo” (del quale poi magari ci lamentiamo per il resto della giornata). La filosofia di Cà Turati è diversa; pur in velocità propone, come ama definirla, una Pausa Moderna che coniuga tempi ristretti con alimentazione sana e gustosa. Un vero rifugio dove sentirsi a casa, tra piatti freschi, genuini, cucinati al momento.
Ingredienti naturali (dalla pasta al riso, verdure e carni, frutta e dolci) preparati con le più innovative tecniche di cottura per mantenerne le proprietà nutritive. Questo lo spirito del locale, quello voluto e ricercato dalla Famiglia Recchia con il prezioso aiuto dello Chef Marco Valneri.
Una particolarità da non sottovalutare, già apprezzata dai molti ospiti che frequentano il locale: grande scelta a prezzi contenuti. Palato e portafogli ringraziano.
Cà Turati – Via Turati, 40
www.ca-turati.it
Paola Drera
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Si fa presto a dire “preparo un brodino”, ma non è affatto semplice. Quanti e quali tipi di carne utilizzare? Si parte con acqua fredda o bollente? E le verdure? Per non parlare del risotto: mantecare sì, ma come? E quanto a lungo? Le risposte a questi interrogativi sono custodite gelosamente dai grandi chef, che in anni di fornelli hanno raccolto preziosi accorgimenti che nessun libro di cucina può svelare. Ebbene: Massimo Spigaroli, stellato Michelin dell’Antica Corte Pallavicina, è pronto a regalarli. Lo fa ogni domenica dalle ore 17 insieme con il suo staff al Bistrot del Labirinto di Fontanellato (PR) durante gli incontri gratuiti “Pillole di cucina”. Una serie di appuntamenti dedicati a ricette italiane classiche, dalle paste alle conserve, ma anche più creative e veloci, come le insalate e i panini, dove il tocco dell’artista fa la differenza tra un gusto solito e noioso a un risultato sorprendente. In questi brevi e conviviali ritrovi, lo chef propone un piatto, spiega la scelta degl’ingredienti adatti ad ottenere il massimo risultato e lo prepara passo passo, in una vera e propria scuola di cucina che si conclude con l’assaggio del risultato finale. Per poterlo poi ripetere a casa propria.
Il 24 aprile sarà il turno dei risotti, il primo maggio tocca ai grani antichi, cereali da riscoprire in tutta la loro forza e genuinità, mentre la settimana successiva, l’8 maggio, toccherà all’appuntamento cucinare con le uova, tenendo conto che proprio Spigaroli tra i suoi piatti ormai cult, conta l’uovo a guscio bianco pochè su purea di patate dolci, con asparagi e caviale e croccante di Culatello, incantevole narrazione di gusti e texture. Il 15 maggio è in calendario un appuntamento molto pratico e casereccio, con tutti i segreti del pane fatto in casa, mentre il 22 maggio, dopo aver imparato a cucinare la base, toccherà ai panini gourmet, sfiziosità quanto mai adatte ai pic-nic del mese in corso. Si prosegue il 29 maggio con un incontro sulla pasta secca lunga e la domenica successiva, 5 giugno, la scuola di cucina tratterà la pasta secca corta.
Il 12 giugno un grande classico dell’arte di Spigaroli, che dall’orto ha portato a tavola un mondo salutare e ricco di sapori: si parla infatti delle insalate con le verdure dell’orto, per scoprire che la materia prima conta, eccome, e che si può preparare un piatto gustoso anche senza esagerare con condimenti e calorie. Più “peccaminoso” l’appuntamento del 19 giugno, quando lo chef insegnerà come ottenere la frittura croccante e perfetta delle verdure. Il 26 giugno sarà dedicato a un approfondimento sulle conserve di verdura dell’orto, mentre il 3 luglio inizia la stagione ideale per le conserve di frutta. Il 10 luglio toccherà a un altro cavallo di battaglia emiliano: si parla di frutta sotto spirito e liquori.
I posti sono limitati, è consigliata la prenotazione telefonando allo 0521 1855372 oppure inviando una mail a
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